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Autore: ValeUchiha07    12/10/2016    12 recensioni
Il matrimonio imminente della sorella Ino mina la serenità di Sakura che si vede costretta così a dover tornare a casa. A Suna, dai suoi genitori con i quali non ha più rapporti da ben 5 anni. Il passato torna prepotentemente nella sua vita. Il castello di bugie che si è costruita per mantenersi lontana dalla sua famiglia sta per sgretolarsi. O quasi. La rosa in meno di 72 ore dovrà preparare una valigia scomoda che le darà problemi ma anche inaspettate sorprese. Riuscirà a riscattarsi e a gettare finalmente nel dimenticatoio tutte le dicerie che sono volate sul suo conto. Riuscirà a trovare il giusto riscatto. Quanto si è disposti a rischiare per amore ?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Sai/Ino, Sakura/Ino, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo XXV



Sasuke si svegliò immerso nel profumo muschiato del sesso e di quello fruttato della pelle di Sakura, che era ancora accoccolata su di lui.

Alcuni ricordi di quella notte, gli riaffiorarono alla mente: Sakura, bellissima nell’abito che le aveva comprato, mentre lo pregava con lo sguardo di sfilarglielo; i suoi occhi verdi e brilli, che quasi lo sfidavano a farlo; poi, lei nuda in quello che era diventato il loro letto che gemeva sotto le sue carezze, ansimava arrivando al momento dell’estasi con il capo sprofondato nel cuscino.

In quel momento, ogni pretesa che quello fosse solo un lavoro, un qualcosa che doveva fare per forza perché pagato, era stata cancellata.
L’Uchiha aveva visto i suoi occhi diventare più scuri e profondi mentre si sottometteva al piacere. Era sua senza remore o finzioni.

Tutto era stato vero, e non solo per lei. Anche per lui.
Aveva gridato nel raggiungimento dell’estasi, dimentico del suo abituale proposito di trattenersi.
Aveva solo voluto darle piacere, fare l‘amore.

Quella notte era stata quindi diversa da tutte le altre della sua vita e lo aveva per questo turbato.

L’attore non riusciva ad arginare la marea emozionale che Sakura aveva scatenato in lui ed il fatto che la ragazza con i suoi goffi ed ingenui modi di fare fosse riuscita in una tale impresa era allarmante.
Era decisamente un segno di vulnerabilità da parte sua. Credeva di aver vinto ormai quella parte di sé ma probabilmente tutto quell’isolamento sentimentale che si era auto imposto non aveva avuto tutto quel potere su di lui, come invece aveva pensato sino ad allora.

Sakura si stiracchiò accanto a lui in modo involontariamente provocante ed il corpo di Sasuke rispose subito a quell’invito.

“No” cercò di dominarsi.

L’aveva presa altre due volte dopo la prima e forse si sentiva intorpidita. Ma non poteva restarle accanto, facendo finta di niente. Doveva tenersi occupato.

Si alzò con un unico ed elegante movimento, dando retta alla propria coscienza. Avrebbe provveduto alla colazione.
Si infilò così i pantaloni e la camicia della sera precedente e poi gettò un altro sguardo a Sakura, che dormiva serafica senza accorgersi di quanto lui la desiderasse ancora.
Avrebbe fatto in fretta, non voleva farla svegliare di nuovo da sola.

Kakashi quando lo vide si premurò personalmente di aiutarlo.
Neanche dieci minuti dopo, era infatti già di ritorno alla porta della camera da letto con un vassoio tra le mani.
L’Uchiha indugiò un istante ancora a osservare la ragazza che dormiva poi posò il vassoio sul comodino accanto al letto e le fece ondeggiare un bicchiere di succo d’arancia sotto il naso.

“Mmh…”mugugnò Sakura aprendo gli occhi.

“Buongiorno, principessa.”

Sasuke le tolse una ciocca di capelli dagli occhi.
Sakura si stirò e nel farlo il lenzuolo le scoprì in parte il seno ricordando all’attore quanto era stata morbida tra le sue braccia.
I sensi che era riuscito a placare mentre le preparava da mangiare si risvegliarono subito.

“Che ore sono?”

“Sono le undici passate.”

“Le undici!” l’Haruno scattò a sedere, scoprendosi del tutto.

“Lo so, è un po’ presto considerando l’ora in cui siamo andati a dormire ma non resistevo più…”

Fulmineo la baciò.

Ogni buono proposito si dissolse in mille infinitesimali pezzi.
Il bacio si fece immediatamente passionale e si fermarono solo quando ad entrambi non restò più fiato.
Ora erano immobili, in silenzio a specchiarsi l’uno nei colori dell’altro.
Sasuke lasciò poi indugiare i propri occhi sulle curve del corpo ormai completamente scoperto di lei, sorridendo con malizia.

“Oh no! Non vorrai ancora…sei insaziabile!” esclamò divertita lei, affrettandosi verso la sedia dove la notte precedente il ragazzo aveva gettato malamente il proprio vestito.

Non fu una corsa facile ma il primario riuscì comunque a raggiungere l'abito e, subito dopo averlo afferrato, scagliò la sedia nella direzione dell’Uchiha con l’intento di fermarlo. Lui scoppiò a ridere.

“Altro che principessa… sei una strega!”

Nonostante l’ostacolo, Sasuke era riuscito lo stesso ad afferrare un lembo del tubino che ora era teso tra di loro.
Nella lotta, Sakura aveva così lasciato andare il lenzuolo ed era quindi rimasta nuda con i capelli che le coprivano in piccolissima parte il seno.
L’Uchiha era del tutto eccitato.

“Che fai ora ti metti anche a provocare? Non giocare con il fuoco, bimba.”

“Sai, non si finisce sempre con il bruciarsi” rispose sicura a tono la ragazza, elettrizzata da quel duello.

Ormai era vicina al trionfo.
L’abito era infatti quasi del tutto dalla sua parte, perciò le sarebbe bastato poco per tirarlo a sé.
Sasuke doveva tentare il tutto per tutto.

In un attimo, lasciò andare l’abito e afferrò lei al suo posto, attirandola contro di sé e buttandola delicatamente sul tappeto.

“Non vale!” la sentì protestare tra le risa.

“Ti avevo avvisata” la canzonò lui ancor più eccitato dallo sfregamento dei loro corpi.

“Ora ho vinto. Ho il vestito e ho te. Esattemente dove ti volevo. Dove devi stare. Sei in fiamme, Sakura Haruno.”

Erano pronti.
Entrambi non potevano più fare a meno dell’altro.
Stavano per appartenersi di nuovo, quando tre rumorosissimi colpi alla porta li fermarono.

“INO!” urlarono per poi scoppiare a ridere.

“Piccioncini basta ad amoreggiare. Abbiamo l’ultima lezione di ballo. Io e Sai vi aspettiamo in salotto!” gridò il loro peggiore incubo dal legno.

“Arriviamo” fece Sasuke.

“Alla fine Uchiha, ho vinto io” lo provocò Sakura.

“La giornata è ancora molto lunga. Non temere.”


x x x




L’Insegnate di ballo fece loro i complimenti per i progressi fatti.
Tutto quel volteggiare non era però stato di certo un toccasana per i nervi ed il post-sbronza di Sakura.
Avrebbe ovviamente preferito restare di sopra con Sasuke per tutta la mattinata ma sua sorella non era stata dello stesso parere.

Così fra una musica e l’altra, non le era rimasto altro da fare che guardare rapita il compagno e crogiolarsi fra le sue braccia.  
La loro intesa era aumentata in maniera esponenziale ed ogni qualvolta l’Haruno sprofondava nell’abisso onice dell’Uchiha, avvertiva che la sua anima piacevolmente si distendeva e trovava finalmente pace ed un posto nel mondo.
Sasuke la stava velocemente divorando ed il suo nome occupava sempre più frequentemente la sua testa ed il suo cuore.
Non credeva fosse possibile amare una persona così tanto.

“Fronte spaziosa, quante volte dovrò ripeterti che il correttore è indispensabile per una donna? Fra te ed il mio Sai non so davvero chi è messo peggio!” la riportò alla realtà Ino, dopo che la maestra si congedò.

“Ino pig, ti scongiuro non cominciare! E’ stata già una prova vestirmi e scendere le scale.”

“Te lo posso confermare” rise l’attore. “Sul quarto scalino poi abbiamo davvero rischiato di perderla per sempre” la sostenne divertito, ripensando alla ragazza che aveva rischiato di cadere goffamente dalle scale.

“Ti prometto sorella che dopo un analgesico, tornerò di nuovo ad essere presentabile ai tuoi occhi.”

“Sasuke, mi raccomando, continuo a confidare in te!” si raccomandò ancora la futura sposa.

“Tranquilla, ci penso io a lei.”

Inevitabilmente Sakura aveva finito per sorridere e guardarlo ancora.
Non esisteva uomo più bello di lui.
La ragazza non voleva assomigliare più a nessun altro se non a sé stessa in sua compagnia.

Le sorrise.

“Comunque, non sei così male” le disse all’orecchio e poi la baciò.

Insieme tornarono mano nella mano, felici in camera consci di non avere molto tempo per loro e di dover sopportare un altro lungo pomeriggio fra parenti ed amici di famiglia.


x x x


Il pic-nic era ormai cominciato da ben due ore ma neanche per un minuto aveva assunto le sembianze di una scampagnata agreste.
Era il solito elegante e noioso party in giardino in perfetto stile Haruno.
La nonna Chiyo non li aveva accuratamente messi al corrente della formalità di questa giornata ed inevitabilmente Sakura e Sasuke risultavano ora piuttosto inadatti con i loro abiti casual.

Inutile dire che Mebuki non aveva gradito per niente la cosa e l’aveva presa come il solito tentativo di sabotaggio da parte della figlia.
Dopo la discussione con l’Uchiha, la donna sembrava già volerli evitare come la peste e quell’ultima debacle l’aveva certamente incoraggiata ancor di più a seguire ferramente quella sua presa di posizione.

“Sono stata proprio una sciocca. Come ho potuto solo lontanamente pensare che Ino e la mamma sarebbero state capaci di organizzare qualcosa di semplice ed informale!” fece esasperata ma allo stesso tempo divertita la ragazza, dopo esser stata guardata in maniera scettica da un altro invitato.

“Non preoccuparti, non sei sola e poi se può consolarti ci hanno sempre fissato in questo modo a prescindere da quello che indossavamo. Dovresti esserti abituata.”

“Sì, hai ragione ma mi dispiace per quello che può pensare, conoscendola, la mamma.”

“Credo che oggi tua madre non ci avrebbe comunque rivolto la parola. A colazione, l’altra mattina ho preso le tue difese ed i toni si sono immediatamente alzati. So che ti avevo promesso che non mi sarei intromesso in questa storia ma non ci riesco. Devi anche sapere che …”

Sasuke voleva dirle tutto.
Non solo della recente discussione con Mebuki ma anche e soprattutto dell’invasiva ed importante chiamata allo zio ma Sakura, baciandolo, lo bloccò.

“Ino mi aveva già raccontato tutto. Grazie per quello che stai facendo per me e per avermelo detto. E’ bellissimo vedere che non ci siano segreti fra di noi” gli carezzò con l’indice dolcemente le labbra.

“Sakura veramente io …”

Di nuovo l’Uchiha venne zittito ma questa volta non dalla ragazza bensì dal rocambolesco e rumoroso ingresso in scena di Naruto.

“Ho portato la palla!” gridò l’Uzumaki entusiasta catturando gli occhi attoniti di tutti i presenti.

“Ecco l’ultima vittima di mia nonna Chiyo!” rise Sakura. “Dai, non guardarlo così. Andiamolo a salvare.” continuò a parlare, prendendo il braccio dell’attore e trascinandolo dietro di sé.

“Sei sempre imbarazzante ed inopportuno” tuonò poi Sasuke all’amico.

“Sakura-chan, scusami ma credevo ci fosse un pic-nic!” ignorò volutamente Naruto il coinquilino.

“Oh Naruto, lo credevano anche noi. Fino a poco fa, quelli imbarazzanti ed inopportuni puoi bene immaginare chi fossero” fece sarcastica il primario.

“Tsk. Non eravamo neanche minimamente paragonabili a lui.”

“Sì, certo come no teme!”

“Naruto, ragazzi tutto bene?” li raggiunse curioso Kizashi.

“Oh sì signor Haruno. Tutto a meraviglia!”

“Sì, papà. Devi scusarci ma la nonna il primo giorno ci ha ragguagliati sul programma della settimana e ci ha parlato di un pic-nic. L’abbiamo presa tutti e tre alla lettera. Siamo stati sciocchi ed avremmo dovuto interessarci di più.”

“La vecchia nonna Chiyo!” rise il padre. “State tranquilli. Non è successo niente di irreparabile. Per lo meno, avete portato un po’ di brio e un po’ di freschezza a questa festa noiosa” li rassicurò bonariamente l’uomo.

“Sì ma la mamma non credo sia dello stesso parere.”

“Sakura, la mamma prima o poi capirà tutto.”

Era chiaro che il discorso non riguardasse più quella quisquiglia.
I loro occhi verdi si guardarono grati e si scambiarono tutto l’affetto che provavano l’uno per l’altro.

“Lo spero davvero.”

“Fidati. Non ho dubbi, principessa.”

I quattro continuarono a parlare spensierati ed allegri.

“Com’è piccolo il mondo! Così tu e Naruto abitate insieme?” domandò il capofamiglia dopo aver scoperto la convivenza fra i due ragazzi.

“Sì, sono anni ormai che lo sopporto” rispose veloce l’Uzumaki.

“Volevi dire che io sopporto te ed il tuo costante disordine, baka!” precisò stizzito l’attore.

Ben presto, tra i due amici partì la solita e buffa diatriba verbale.

“Mi sembra proprio di rivivere le divertenti sceneggiate fra te ed Ino” fece nostalgico Kizashi.

“Oh, papà te l’assicuro loro sono molto peggio di noi!”


Il clima disteso e piacevole creatosi fu bruscamente spezzato ed interrotto dall’arrivo inaspettato e poco gradito di Sasori.
La tensione divenne velocemente palpabile.
Naruto cambiò il suo sguardo buono ed amichevole in uno più duro, cattivo e tagliante e Sasuke lo seguì a ruota, stringendo possessivamente Sakura al suo corpo.
La ragazza perse così un po’ della rigidità iniziale.
Si sentiva sempre protetta ed al sicuro fra le sue braccia.

“Scusatemi tanto. Non era mia intenzione interrompere questo bel quadretto famigliare ma Kizashi dovrei parlarvi di una seria ed importante questione lavorativa… sempre se il fidanzato di vostra figlia non vi abbia già anticipato tutto” parlò mieloso e provocatore l’Akasuna.

A quelle parole, gli occhi neri di Sasuke assunsero accese tonalità di rosso e si posarono brucianti sull’esile figura del rivale.
Sakura, Naruto e Kizashi era invece confusi, esterrefatti.

“Cosa dovevi dire a mio padre?” non riuscì a non domandargli la ragazza.

“Vedo con mio grosso stupore che non sei ancora in grado di trovare un fidanzato sincero. Sei sempre la solita ingenua, confettino” fece velenoso Sasori, anticipando la risposta dell’Uchiha.

Quella provocazione decisamente poco velata sortì immediatamente gli effetti desiderati.
Il cuore dell’Haruno batteva ora decisamente più forte ed in un modo del tutto irregolare.
I suoi occhi verdi vagano alla disperata ricerca di quelli neri di Sasuke, cercando in essi il coraggio necessario per rispondere al rosso e la certezza che quelle sue parole fossero solo illazioni.

Si guardarono ma per la prima volta l’attore non riuscì a reggere il confronto ed ad infonderle la solita sicurezza.
Sakura era sempre più spaesata, più spaventata.

“Sasori, sbaglio o è con me che volevi parlare?! Bene, ti sto ascoltando” intervenne duro Kizashi, prendendo le difese della sua bambina.

“Avrei voluto dirvelo con più tatto e riservatezza ma visto il vostro ardore, non mi lasciate altra scelta. Volevo informarvi che ho ricevuto una proposta lavorativa da un’importantissima società di Konoha che non posso proprio rifiutare. Lunedì mattina, dopo il matrimonio di vostra figlia Ino, riceverete la visita dei miei avvocati che vi presenteranno così il contratto unilaterale di rescissione. Sentitevi pur libero di chiedermi qualsiasi cifra per la penale di liquidazione. Il mio nuovo partner è disposto a risarcire qualsiasi cifra vogliate.”

“Sasori, tu non puoi farlo! Abbiamo un accordo!” proruppe, interrompendolo, Sakura.

Oh cara, certo che posso. Sentiti pur libera di raccontare ai tuoi tutto ciò che vuoi su quella fatidica notte di cinque anni fa. A me non interessa più. Io, te e la tua famiglia non abbiamo più alcun tipo di legame. Ora sono un membro dell’Akatsuki Corporation.”

“Sakura che accordi avete preso tu e Sasori senza il mio consenso? Di cosa diavolo state parlando?” fece arrabbiato ed alterato Kizashi.

“Aspetta un attimo, hai detto Akatsuki Corporation?” chiese invece incredulo l’Uzumaki.

“Esattamente, Naruto. Immagino che la società di proprietà degli Uchiha ti sia più che famigliare, non è vero?” domandò retorico l’Akasuna.

“Uchiha” sussurrò Sakura, guardando sconvolta Sasuke.

“Confettino, non è divertente vedere che tutti quelli che ti porti a letto finiscono con il prenderti in giro e mettere le loro avide mani sull’azienda del paparino?”

L’Uchiha si scagliò imbestialito e furente contro Sasori ed iniziò a prenderlo violentemente a pugni.
Era incontrollabile e sembrava non prestare minimamente attenzione alle urla dei presenti e a quelle di Kizashi e Naruto.

“Fermati, Sasuke! Ti prego, basta! GUARDAMI!” gridò con le lacrime agli occhi Sakura mentro lo stringeva da dietro per fermare ogni sua altra possibile mossa.

Udendo la voce strozzata della ragazza, l’attore si calmò e si voltò a guardarla come disperatamente richiestogli.
L’Uzumaki bloccò subito sul nascere la contromossa dell’Akasuna e gli intimò di lasciare immediatamente il ricevimento.

“Dimmi la verità, l’Akatsuki Corporation è tua?”

“Sì, Sakura. E’ la nostra società di famiglia. Vorrei poterti dire che io con questa storia non c’entro niente ma non posso. Ho costretto io mio zio ad ingaggiare Sasori ma l’ho fatto solo ed esclusivamente per te!”

“Vattene, Sasuke! Ora. E’ sempre stata solo una messa in scena per te. Ti sei servito  di me. Io ero solo lo strumento per imbrogliare mio padre, per arrivare ai suoi soldi. Vattene, non voglio più sentirti!”

“NO, Sakura. Non è così. Devi credermi.”

“Smettila!” bloccò la spiegazione del ragazzo. “Se penso che fin dall’inizio tu mi hai ingannato ed io non solo mi sono fidata di te, mi sono persino…”

“Non ti ho mai mentito. Ascoltami, io non voglio perderti”

“Non puoi perdere qualcosa che non è mai stata veramente tua.”

“Guardami negli occhi e dimmi che è davvero quello che pensi.”

Sakura si avvicinò minacciosa a lui e lo fissò a lungo.

“Vattene.”

Sasuke non le rispose e a passo svelto rientrò nella Villa con il solo scopo di preparare la sua valigia ed abbandonarla per sempre.
Dopo quell’ordine, l’Haruno sentì il cuore spezzarsi in mille ali al vento.
Doveva ancora una volta arrendersi all’amara realtà che per lei non ci fosse alcun lieto fine.

“Sakura vuoi spigarci cosa diamine hai combinato questa volta?” chiese alterata e shockata Mebuki, una volta raggiunto il luogo dell’animata discussione.

“Niente, mamma. Il solito scandalo. Per una volta però, abbi il tatto di lasciarmi in pace!” pianse il primario, prima di correre e scappare via.

Non sapeva dove andare.
Avrebbe lasciato fare tutto alle sue gambe.
Non le importava niente.

“Vi chiedo gentilmente di lasciare la Villa” parlò sicuro ed intrasigente Kizashi. “Non c’è più niente da vedere.”



La miccia era stata accesa e la bomba era esplosa.  
 


   
   
 
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