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Autore: Laix    13/10/2016    4 recensioni
I due piccioncini di Tokyo, assieme ai due di Osaka, si avventurano in mezzo ai monti e alle foreste per un'allegra gita a quattro alle terme, in nome dell'amicizia e di tanto altro. Si prospettano due giorni emozionanti e liberi, in cui i loro sentimenti a lungo assopiti forse potranno finalmente trovare spazio. Succederanno però delle cose, che nemmeno loro si potrebbero mai aspettare, che cambieranno drasticamente il loro comportamento e la prospettiva di vacanza che si erano immaginati.
COPPIE:
SHINICHI & KAZUHA
HEIJI & RAN
Questo è un esperimento pazzo e come tale da prendersi alla leggera, quindi facciamoci una risata e un relax! ;D
Genere: Commedia, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Previously on Fatal Exchange:

I vecchini appoggiarono a terra le spazzole piene di capelli delle ragazze e i mutandoni pieni di altro dei ragazzi, si chinarono e concentrarono su di essi l'energia del cielo, della terra e della natura. Gli oggetti allora tremolarono emettendo un lieve fischio, poiché il rito magico, il cosiddetto Atto Depuratore, era in fase d'inizio.
Fondamentale fu la disposizione di quegli oggetti, però: accostarono la spazzola di Ran ai calzini di Heiji, e la spazzola di Kazuha alle mutande di Shinichi, disponendoli in coppie.
Tutti i soprammobili della sala da pranzo, con le loro sembianze di demonietti protettori, si illuminarono di una tenue luce rossa, emanando un lieve fischio praticamente inudibile. Lo stesso accadde alle statuette in giardino, ai kappa, ai demoni, agli gnomi, alle fate: uno dopo l'altro, con frequenza armonica, si illuminarono cupamente emettendo lo stesso ronzio soppresso però dai rumori della natura. E la natura stessa fu protagonista di quel rito energetico e arcaico, totalmente invisibile ai normali esseri umani.]




Cap. 3:
Il successo dell'Atto



I quattro ragazzi, contenti e spensierati, erano appena usciti dalle rispettive camere con indosso gli accappatoi, pronti a dirigersi alle vasche termali esterne. Ran e Kazuha camminavano davanti sussurrandosi cose esaltanti a più non posso, Heiji e Shinichi dietro di loro si pregustavano il momento; si diedero il cinque come due veri fenomeni, perché le loro rispettive fanciulle avevano accettato. Avevano accettato, è chiaro? Presi dalla foga di questa meravigliosa consapevolezza andarono un po' oltre, smisero quindi di darsi il cinque e si diedero il gomito, dopo il gomito ecco l'incontro swag degli avambracci e poi una cavigliata, poi colpo di fianco, doppio colpo di fianco, e non può mancare il colpo di chiappa, poi entrambi saltarono e si scontrarono il petto l'uno contro l'altro con un sonoro “YUC!”, e una volta ripiombati a terra si abbracciarono dandosi forti pacche sulla schiena, infondendosi coraggio.
Poi, per far sì che questa FF non diventasse del tutto una ShinichiXHeiji, si staccarono e tornarono a guardare le ragazze distanti di qualche metro davanti a loro. Stavano a braccetto, come due pettegoline comare, ma erano davvero carine e sexy, con quei delicati fondoschiena che ondeggiavano a ritmo – peraltro sincronizzato. Come diavolo facessero era un autentico mistero, forse si erano messe d'accordo prima, fatto sta che tutto a un tratto videro Ran slegarsi da Kazuha (anche piuttosto bruscamente), voltarsi e venire verso di loro, sorridente, al che Shinichi spalancò i suoi arti superiori in una mossa da vero supereroe che ha appena salvato un'intera metropoli, per accogliere l'amata sul suo villoso petto.
Peccato che, comunque, Ran si gettò gioiosamente tra le braccia di Heiji.
E Shinichi, ancora in fase poser con le braccia aperte, rimase interdetto a guardare la scena e non abbracciò altro che aria.
Kazuha rimase interdetta allo stesso modo, bloccando gli occhi su Ran e Heiji abbracciati e spalancando le giunture mascellari come fanno i serpenti quando devono mangiarsi una preda. Ed era esattamente lo stato d'animo che di certo si stava per accendere in lei, quello di mangiarsi una preda con cattiveria esemplare. La rabbia sarebbe stata la prima emozione a straripare con violenza, e perciò il terreno andava preparato all'evenienza!
E invece no. Massì, tanto cosa mai le poteva importare? Lei ce l'aveva il suo compagno di giochi, e non era di certo quell'abbronzato. Kazuha fece qualche passo verso di loro e afferrò la mano di Shinichi, il suo Shinichi, in tutta tranquillità. Lui era tuttavia così preso dalla scena di Ran tra le braccia di Heiji che non se ne accorse.
- Ehm... Ran? - chiese Shinichi con voce tonante, per dare una svegliata sia a lei che soprattutto a Heiji, che era rimasto pietrificato dall'avvento di Ran addosso alla sua rispettabile persona.
- Eh...? - rispose Ran, alzando il viso e constatando che sì, aveva abbracciato Heiji. Arrossì di colpo e si allontanò da lui con gran vergogna, come se all'improvviso scottasse, guardando poi Shinichi e cercando di metterla sul ridere, visto che non aveva idea di come altro giustificarsi. E visto che Shinichi aveva tipo l'omicidio negli occhi.
Cavolo, ma come ci era finita lì??
- Ahahah, scusaaate... mi sa che sono ancora un po' brilla! Vi ho scambiati! - si giustificò lei con voce tremante, inciampando quasi sul suo stesso piede mentre indietreggiava.
- Sì... può essere... perché ci somigliamo molto, eh... - rispose Shinichi poco convinto e sarcastico, indicandosi il colore bianco neve della propria pelle, prima di indicare quello del più rovente Marocco che invece tinteggiava la pelle di Hattori.
Kudo riservò occhiate tutt'altro che amichevoli ad Heiji, che ancora non si era ripreso bene dalla faccenda. Sembrava ne fosse stato colpito in modo particolare, un po' troppo particolare e un po' troppo positivo, e questo a Shinichi stava andando giù male.
- Hattori, che ne dici di riprenderti? Mh? E di abbandonare la dolce sensazione di morbidezza che ti ha assalito? MH? - gli intimò quasi sibilando. Ran poteva anche essersi sbagliata, era fuori come una scimmia indù quella sera, ma lui? Cosa se ne stava lì impalato, ancora coi pensieri fissi al seno di Ran? Oh, perché Shinichi non era mica scemo, sapeva che il pensiero era quello. Brutto traditore maledetto e infoiato, e per giunta abbronzato.
Ran nel frattempo guardò anche Kazuha con estremo rammarico, pronta a buttarsi ai suoi piedi per implorare perdono ed eventualmente ricevere un paio di frustate, perché di certo non le aveva fatto una buona impressione – inoltre sapeva quanto l'amica fosse gelosa, forse sfiorando un po' la patologia, ma comunque così era. Finché, però, non abbassò lo sguardo su una cosuccia che le aveva attratto fatalmente l'attenzione: Kazuha e Shinichi erano mano nella mano.
Erano. Mano. Nella mano.
Loro due. La mano sua. Nell'altra.
Ahahahahahahah.
Se si parlava di gelosia patologica e psichiatrica, beh, cicciabbella di una Kazuha, Ran non era da meno.
All'istante il sangue arrivò al cervello della karateka allo stesso modo che dovrebbe accadere ad un vulcano poco prima di sputare fuori lava e inondare tutto, bruciare tutto. Perciò, trattenendo stoicamente quella pressione vesuviana, chiese cortesemente:
- Io sono un po' brilla, e va bene, e ho fatto una gran cavolata, e va bene. Ma addirittura prendersi questa rivincita mi sembra un po' troppo, no ragazzi? - sorrisetto nervoso di circostanza a completare la scena.
- Cosa? Ran, ti sta dando di volta il cervello? - chiese stupito Shinichi, alzando le mani in segno di difesa e assumendo uno sguardo quantomai perplesso. Quando si rese conto che una di quelle due mani alzate era effettivamente occupata, per la precisione allacciata con quella di Kazuha, gli prese un colpo ed emise un sussulto rantolato, saltellando sul posto quasi spaventato e mollando bruscamente la presa dalla mano di Kazuha.
Quest'ultima, invece, sembrò non capire proprio, e guardò Shinichi sconvolta: perché il suo cocchino non le dava più la mano?
- Ho fatto qualcosa di male, Shinichi...? - gli chiese Kazuha implorante, con occhietti da castoro. Un castorino a cui hanno tolto la legna da rosicchiare in una bella giornata di sole. Oh, poverina, ma è terribile.
Poverina davvero. Infatti Kudo, guardandola, scosse la testa dispiaciuto e subito la avvolse in un caldo abbraccio, per farle passare quel brutto brutto broncio.
- Oh, Shinichi, non lo fare più!! - gemette Kazuha affondando il viso nella sua spalla.
- Mai, mai più, castorina! - rispose lui con tono affettuoso.
- MA CHE CHE CHE CHE - ululò Ran, cercando di dare forma verbale e carismatica ai suoi pensieri tumultuosi. Ovviamente senza successo, perciò continuò a dire la parola "che" ancora per un po' e poi, finalmente, eruttò il magma cocente che infuriava dentro di lei, correndo come un toro in mezzo a loro due per separarli brutalmente.
- Kazuha, non ci posso credere! Come puoi pensare di prenderti una ripicca simile!! - sbraitò mentre provocava il colpo che separava i due Traditori. Shinichi cadde a terra come un sacco di patate bollite, ma si riprese subito e si rialzò, senza capire.
- Ran, ma... che ti succede?! Perché colpisci così una tua amica? -
- Amica? - sputò fuori la figlia del grande detective Mouri, direzionando la capoccia verso la presunta “amica” del Kansai e guardandola oltremodo delusa. - Ah, adesso vengono chiamate così le conoscenti che per un tuo sciocco errore di disattenzione ti scoccano delle vendette del genere, pur sapendo tutto quello che provi?! Bello, bello davvero! - era furiosa, ma per davvero. Non era da lei dire certe cose e comportarsi in modo così infantile, ma le si stava cuocendo la testa da quanto si sentiva indispettita.
Dovette comunque riscuotersi quando, all'improvviso, due braccia possenti e scure la avvolsero da dietro. Per poi stringerla teneramente. Erano quelle di Heiji.
Ran si immobilizzò, deglutendo e guardando allarmata prima Kazuha e poi Shinichi, che si trovavano di fronte a lei. Fece scorrere gli occhi da uno all'altro, notando come entrambi non le rispondessero né con lo sguardo né con le parole. Cioè, a loro sembrava tutto nella normalità.
- He... Heiji, che... cosa mai... stai facendo...? - provò lei, abbozzando un sorriso di circostanza che in realtà era dato da imbarazzo sconfinato misto a terrore misto a soggezione.
- Beh, non è chiaro...? - le sussurrò Heiji all'orecchio. Oh, era vicino, era così vicino. La guancia dove lui si era appoggiato con la bocca le stava andando a fuoco. Hattori si limitava a sussurrare, ma lei lo sentiva come se avesse un megafono nel timpano. - Ti abbraccio... come ho sempre voluto fare. Sono anni che voglio farlo. -
- Sono... anni... che tu... vuoi cosa? - balbettò Ran, senza assolutamente capire a che gioco stessero giocando tutti. Erano ubriachi? No, era lei l'unica ubriaca quella sera, dannazione!
- Ragazzi, mi state facendo uno scherzo? Vero? Vi prego di piantarla, non è divert... -
- Ssssht... bambolina... - bisbigliò ancora Hattori, posandole un dito sulle labbra e iniziando a mordicchiarle l'orecchiomannaggiaalcacchio.
Ma poi, “BAMBO-CHE?” Bambolina a chi, si era rimbambito forte? Ran si irrigidì come una statua dell'Isola di Pasqua, le venne anche la faccia molto simile, mentre sentiva le labbra carnose di Hattori aggredirle l'orecchio step by step e mentre fissava di fronte a sé la scena dell'apocalisse: Shinichi che avvolgeva le spalle di Kazuha, attirandosela poi a sé e fissandola tranquillamente, come se niente fosse. E Kazuha inoltre aggiunse qualcosa, guardandolo amorevolmente di rimando.
- Shinchan, glielo dici tu a Ran di stare tranquilla? Mentre io e te, adesso, ce ne andiamo da qualche parte soli soletti... - la vocina di Kazuha vibrava nell'aria, mentre diceva quelle parole colme di affetto e, dalla concezione di Ran, di istigazione omicida.
Ran stava per eruttare di nuovo nell'udire quelle frasi che a dir poco la irritavano, quando d'un tratto lo notò. Notò che sia gli occhi di Kazuha che quelli di Shinichi sembravano opachi, sbarrati, indifferenti. Anzi, forse c'era una parola più azzeccata: incantati. Avevano perso il loro vivido colore naturale e sembravano appartenere ad un'altra dimensione, come se in quel momento stessero vedendo qualcos'altro. Erano intrappolati altrove.
Forse era solo immaginazione e Ran era ancora molto sbronza, ma per sicurezza voltò lo sguardo verso Heiji – quest'ultimo era addosso a lei tipo ventosa, quindi non le ci volle molto. E sì, pure gli occhi di Heiji erano opachi e fissi nello stesso modo.


- Misericordia divina, la spazzola numero 2 non funziona?! - sbraitò la vecchina rugosa digrignando l'aria, laddove avrebbero dovuto esserci i denti.
I quattro oggetti ai piedi dei vecchi gestori dell'hotel (due spazzole per capelli, un paio di mutande ed uno di calze) erano appoggiati a terra e tremolavano da soli, come mossi da una forte corrente elettrica interna. Secondo il magico rito da loro attuato, gli oggetti iniziavano con quel tremolio per poi sfociare nella seconda fase: si sarebbero dovuti illuminare lievemente, un alone rosso quasi invisibile avrebbe dovuto permearli e avvolgerli, facendoli tremare sempre più di magica potenza. A quel punto gli oggetti si sarebbero connessi alle menti dei loro proprietari, inviando loro messaggi contaminati e costringendoli ad intenzioni & azioni preventivamente stabilite dai vecchini.
In quel momento, solo tre dei quattro oggetti erano entrati nella seconda fase illuminandosi con l'alone rosso, raggiungendo quindi la connessione mentale: la spazzola di Kazuha, i mutandoni di Shinichi e le calze puzzose di Heiji. Mentre la spazzola di Ran tremolava e basta, rifiutando continuamente l'alone luminoso e la magia.
- Oh, non disperare, mogliettina! Mia florida oasi nel deserto, mia dolce rosa secca e spiaccicata tra le pagine per divenire un segnalibro... - la rassicurò il vecchino, rimescolandosi più volte in bocca un eccesso di saliva sbarazzina pervenuta a causa dell'agitazione e facendo schifare tutti noi. - Sicuramente sta andando tutto secondo i piani del Cielo, solo che... -
- NON E' VERO, MI IMBROGLI! - rispose la vecchina con lo stesso impiastro di saliva in bocca, sputacchiandolo a terra e colpendo uno scarafaggio che si sciolse all'istante. - TRE DI LORO SONO A POSTO. UNA NO. MISERICORDIA A TE E PURE AL BACAROZZO. -
- Oh, ma dolce amor mio, mio dolce gatto delle nevi ruspante! Hai forse dubbi sul fatto che anche l'ultima giovane, corrotta e inesperta anima venga colta dal nostro Atto Depuratore? Verrà coinvolta al più presto, credimi! - continuò il vecchio, un po' provato, facendo tremolare il gargarozzo.
- Ma perché, marito, PERCHE'?! Cosa stiamo sbagliando? Abbiamo devastato tanti di quei matrimoni, in questi annali... possibile che qui abbiamo problemi? - chiese la vecchina coi suoi occhi perfidi, ricordando con estremo godimento tutte quelle personacce contaminate dai Demoni che negli anni erano state ospiti dell'hotel, ma che loro due, in nome della corretta e sacra gestione della struttura, avevano prontamente punito: gli ospiti venivano in coppia in quell'hotel, anche tre coppie di amici insieme, e tentavano puntualmente di raggirare le regole entrando nella stessa vasca termale mescolandosi tra maschi e femmine. A questi meschini viandanti era dunque toccato quell'infausto Atto Depuratore che con gaudio, ogni volta, aveva indotto con la magia a uno scambio forzato di coppie: l'Atto faceva il suo terribile corso e, quando poi tutti i peccatori tornavano in sé, scoprendo i propri partner scambiati, fra traditi e traditori, succedeva un disastro che il più delle volte li portava a dirsi addio. La giusta punizione, insomma, più logico di così diremmo che non si può. La vecchina sghignazzò tra sé e sé, sputacchiando altre lievi precipitazioni salivari e cuocendo arrosto altri scarafaggi. Le regole dell'hotel non si potevano discutere.
- Forse ho capito! Evidentemente la proprietaria di questa seconda spazzola nutre un sentimento molto forte, duraturo e praticamente illeso dalle brutte circostanze esterne che l'hanno a lungo minato. - iniziò a spiegare il vecchino riferendosi alla cocciuta spazzola di Ran, mentre alzava lo sguardo verso l'orizzonte (cioè lo stipite legnoso e marcio di una porta) e addirittura combatteva le rughe lipidiche sulle palpebre, aprendo leggermente gli occhietti vispi. Era quasi ammirato, coinvolto. - Credo che tutti loro lo provino, ma quello di questa ragazza è stato più sofferto, colpito. Un sentimento che sopravvive a tanto si fortifica, ed è duro a soccombere persino ad un atto magico e dettato dalle forze della Natura. E' lui stesso la natura, è fatto degli stessi atomi che compongono le più ostiche tempeste del nostro Pianeta e che però, poi, sgombrano il cielo per mostrare la potente luce del sole. E' l'amore, capisci, moglie mia? -
La vecchina per tutta risposta ruttò, si grattò la pancia e si mise un dito nel naso, ma pareva comprendere. Il tono di voce del vecchio stava virando verso la dolcezza, intriso di poesia e drammaticità.
- La morale! LA MORAAALEEE! L'ho trovata! Qual è la morale di tutto ciò, mia dolce mogliettina vaporosa al pari di una nuvoletta estiva?! Anzi, di una scia chimica? - disse il vecchino alzandosi in piedi di scatto e scrocchiando tutto, mentre un faro di luce si accendeva sopra di lui per sottolineare la sua enfasi.
- E CHE NE SO! IO ODIO LE MORALI! - ululò la vecchia, gonfiando le narici e ruttando ancora.
- Te lo dico io! Che l'amore può tutto, che l'Amore contrasta una cosa arcaica e imbattibile come la Magia! Combatte, cade, si rialza, ci protegge dall'oscurità! - la sua voce si amplificò mentre un paio di lacrime di passione gli sfuggivano, prima di disintegrarsi sulle sue guance spugnose e raggrinzite.
- Ho trovato la morale, amor mio... mia libellula valorosa in un'alga incastrata, mia cimice non puzzolente seppur spiaccicata... - il vecchio era sull'orlo della commozione e della sacra disgregazione dell'anima. Perché in fondo, essere buoni, non era poi così male.
Ricordatevi di fare sempre del bene, per voi. Per gli altri. Riempiamoci di valori, di bontà, seguiamo questo esempio e piangiamo le nostre lacrime di consapevolezza.
Vogliamoci bene.
- Misericordia divina, ed ora che sei tutto emozionato e che soprattutto hai trovato la morale, che cosa vuoi fare?! Mollare tutto?! -
- Oh, no. Assolutamente no, voglio semplicemente spingere più brutalmente questo incantesimo su qualcuno capace di provare tanto amore. Dobbiamo distruggerlo. AHAHAHAH! - rise il vecchio divenendo malvagissimo all'improvviso, mentre il faro di luce sopra di lui veniva eroso dall'oscurità e mentre il discorso sulla bontà piantato lì in mezzo va a farsi friggere, perciò la sua figurina si erse su quella povera spazzola. Si dice in giro che i suoi occhi, a quel punto, divennero rossi e brillanti.
- AH! Questo è l'uomo che ho sposato! - trotterellò la vecchia, girando su se stessa e rompendosi all'istante un femore, crollando a terra dismessa e storta ma gioendo di quella decisione.
- FORZA! Non c'è tempo di ciarlare, titubare! Il demonio va debellato, estirpato dalle fondamenta di uno dei peccati capitali più peccaminosi! -
- E PIU' CAPITALOSI! -
- Ben detto! Quindi mia dolce formichiera sterminatrice, piccola e satanica scimmietta cambogiana, affila le zanne e avvicina ancora di più questi oggetti tra loro! - proclamò lui, congiungendo le mani sugli oggetti e imprimendo in essi ancora più forza magica.
La spazzola di Kazuha e la mutanda di Shinichi, posizionate fin dall'inizio l'una accanto all'altra, così vicine da essere quasi unite, virarono dal tenue colore rosso al più forte colore azzurro: segno che i due oggetti (e di riflesso i proprietari sotto incantesimo) erano giunti alla terza fase. La completa sintonia, la nuova coppia composta artificialmente dai due vecchini magici per devastare le coppie originali e fargliela pagare di aver tentato atti impropri all'interno delle loro acque termali.
Le calze di Heiji, posizionate di fianco alla spazzola di Ran, erano ancora permeate di colore rosso, mentre la spazzola di Ran tremava soltanto senza essersi ancora colorata. Maledetta, oh. La ragazza resisteva egregiamente, doveva essere molto confusa dal comportamento indotto dei suoi compagni.
Il vecchino e la vecchina serrarono le mascelle assumendo la stessa espressione di due piccoli e pericolosi troll, congiunsero le mani su quella dannata spazzola ed esercitarono il doppio della forza, il doppio della magia. Una corrente energetica passò dalle loro manine rugose fin dentro alla spazzola, la quale incassò quel flusso e vibrò forsennata; poi, finalmente, non senza un certo sforzo, virò al tenue colore rosso.


- Castorina mia! Basta con quel broncio brutto brutto, fai un bel sorrisino alla tua amica Ran! -
Nell'incantesimo era probabilmente previsto che Shinichi diventasse pure scemo, oltre che infatuato di Kazuha.
- Prosciuttino mio, ci ho provato, ma Ran mi guarda male male! Ho paura paura! -
- E allora ti abbraccio abbraccio! Piccina, ma dov'è finito il tuo tronco d'albero da sgranocchiare? -
- Di quale tronco d'albero parli, Shinchan...? Del tuo, forse? - azzardò Kazuha con estrema malizia, facendo ridacchiare Shinichi come un capoclan dei gorilla.
- KAZUHA. - iniziò Ran prendendo un bel respiro dal naso e chiudendo gli occhi. Lo Zen è una cosa bellissima. - Tra tutte le scemenze che sto ascoltando ora e tutte le prese in giro a cui chiaramente mi state sottoponendo, mi vuoi spiegare come ti è possibile guardare Shinichi in faccia e pensare ad un prosciutto? Quale diavolo è il processo logico che ti porta a questo risultato? - chiese Ran, che ormai si era rassegnata ad una situazione surreale di cui non comprendeva le basi. Tutto ciò mentre Heiji non la mollava, sia chiaro. Non sapeva come scrollarselo di dosso, certo era che aveva voglia di fargli male. Le ricordava un grosso bocchettone a ventosa, abbronzato.
- Ma come, non è chiaro?? - spiegò Kazuha sbarrando gli occhi opachi. - Io lo guardo, lui mi guarda... - e così fecero realmente, per illustrare meglio. - ...e posso solo dire: prosciuttino! Questa è la spiegazione massima che posso darti! -
- Veramente concisa, non c'è dubbio - piagnucolò Ran, senza più risorse.
- MMMH, io invece preferisco bisteccona... - mormorò Heiji, facendo rabbrividire Ran manco fosse il nuovo capitolo di Saw l'Enigmista.
- Voi... voi, ragazzi, non state bene, e non so più come farvelo... -
Ad un tratto qualcosa le bloccò il respiro. La vista le si annebbiò per almeno due secondi, senza motivo, la testa le girò terribilmente e sentì la bocca arsa e secca. Cercò di riprendersi, ma non era semplice.
Per fortuna c'era Heiji, alle sue spalle, a cui appoggiarsi.
Anzi, NO, assolutamente no! Scosse la testa e scrollò tutto il corpo, per indurre Hattori a togliersi di mezzo, ma non ci riusciva: un po' perché lui era appiccicato, e un po' perché... perché a lei stava piacendo.
Sì, esatto: le stava piacendo. Ma non aveva alcun senso!
La vista si appannò di nuovo, stavolta con insistenza. Chiuse gli occhi per non farsi influenzare da quel malessere, ma questo gesto intasò la sua psiche. Alla sua mente iniziò ad affacciarsi un mucchio di immagini, ricordi, fotografie, tutti riportanti lei e... e Heiji. Ma quando li aveva mai creati, quei momenti con lui?
Eppure c'erano. Ed erano belli, maledettamente magici.
Già, quella foto fatta al Tropical Land. Quella volta che lui le aveva posato la lattina di CocaCola sulla guancia. O quando erano andati assieme a New York. Bei ricordi, Heiji, vero?
Ran riaprì gli occhi estasiata, occhi opachi e spenti come quelli dei suoi compagni. Con la schiena si appoggiò ad Heiji, sentendosi un po' debole, ma per fortuna lui la sorreggeva e le aggrediva nuovamente l'orecchio a piccoli morsi, dandole incoraggiamento. In realtà iniziò anche ad allungare le mani sul suo alternativamente piccolo seno, e lei ridacchiò.
Tutto questo era ciò che aveva sempre voluto! Ed era così felice che, finalmente, anche Kazuha stesse per realizzare il suo sogno assieme a Shinichi.
Ran si staccò dolcemente da Heiji e gli afferrò una mano, aspettandosi un nuovo input da lui, che non tardò ad arrivare: il ragazzo le sorrise malizioso, mentre iniziava a camminare verso le vasche termali trascinandola con sé. Lei non si fece pregare.
Lo stesso fecero Shinichi e Kazuha, dirigendosi all'altra vasca.
Maschi e femmine nelle stesse vasche erano dunque consentiti dai due vecchini, ma solo in questo caso: il caso in cui, cioè, venivano costruite nuove coppie per scatafasciare quelle vere. La punizione dei trasgressori aveva dunque inizio.
Arrivati alle vasche, Ran si portò le mani alla cintura dell'accappatoio per slacciarsela, senza un filo di vergogna. Heiji, da dietro di lei, allungò lentamente le mani per aiutarla.
- E' un po' duro, questo nodo... - azzardò lui.
- Eh, sì, lo è un bel po'... - ridacchiò lei.
Quando ce la fecero e si tolsero entrambi gli accappatoi, entrarono in vasca. Lo stesso accadde a Shinichi e Kazuha, anche se al contrario: fu il portasfiga a non riuscire a slegarsi il nodo, e quindi Kazuha, resa sgarzolina dall'incantesimo, si offrì di aiutarlo.
- Oooh, accidenti, come è stretto questo nodino nodino... -
- Mmm, castorina... perché non usi i tuoi dentini per levarmelo di dosso...? - provò Shinichi con voce suadente, anche se il contenuto della sua frase era proprio tutto fuorché suadente. Ma parve comunque riscuotere un certo successo su Kazuha.
- Mmm... perché no, sporcaccione? - rise di gusto lei, ma non dovette fare altro poiché il nodo dell'accappatoio di lui si sciolse da solo, esso quindi si aprì rivelando ciò che c'era sotto. E Kazuha annuì allargando gli occhi, soddisfatta.
- Ma bene, bene... -
- Pronta, castorina? -
- Nata pronta! - esultò Kazuha, che si lanciò addosso a Shinichi facendo finire entrambi in acqua.

I due vecchini, con estrema soddisfazione, guardarono i quattro oggetti dei ragazzi a terra: tutti avvolti da una decisa luce azzurra, tutti giunti alla terza e finale fase. Nonché la più fatale. Soprattutto perché, una volta finito l'effetto dell'incantesimo, avrebbero ricordato tutto quanto, senza scordare un solo dettaglio. Era sempre questo aspetto a distruggere le relazioni sottoposte all'Atto.
Il cielo stellato brillava sopra Ran, seduta nell'acqua calda accanto ad Heiji e adagiata proprio sul suo petto, e sopra Kazuha, direttamente incollata con ogni suo arto al noto detective dell'est.





NOTA AUTRICE:
Evviva, per me è tempo di forconi da parte dei fan sia di una coppia che dell'altra! D: Ovviamente parlo delle originali e su cui, come vedete, sto praticando abuso!
Ragazzi scusate l'abissale ritardo, qualcuno mi ha fatto giustamente notare che l'ultimo capitolo risale a qualche mese fa (mesi? Ma scherziamo? Ma perché passa così veloce?) e quindi che dire, boh. Cioè, non sapendolo non dico niente che faccio prima.
Ah, giusto, le domande di rito a fine capitolo!!! Lo scambio fatale è ormai giunto alla sua completezza: quale destino attende ora i nostri quattro giovani? Ormai vittime di questo torpore magico di scambio coppia, destinato a durare ancora un bel po', ricorderanno davvero tutto quando si risveglieranno? E a quel punto, quante sberle si daranno? Qualcuno resisterà più degli altri? Kazuha troverà un tronco tutto per sé?
Tutto questo, e spero poi basta, nel prossimo capitolo! E SI' NO CIOE' basta far passare dei mesi, spero di farcela!
Grazie a tutti I PAZZI SCLERATI (è un complimento!) che stanno seguendo questa cosa che io maschero da fanfiction, siete fantastici e mi fate spaccare con le vostre review, apprezzo tantissimo il vostro spirito! *____* Tanti baciotti pieni di saliva avariata, sperando mi ricambiate!

 

  
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