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Autore: Yasha 26    15/10/2016    3 recensioni
(Cain/Setsu/Reino)
- Ma che t'importa con chi esco? Se anche andassi a letto con mezza città, a te che importa? -
- Non osare nemmeno pensarla una cosa del genere! – esclamò Cain, guardandola torvo. Lui ci provava a mantenere la calma, ma Setsu era abile nel fargliela perdere.
- Perché non dovrei? Adesso potrei anche uscire da questa stanza e andare a letto col primo che incontro! Non potresti impedirmelo! - lo sfidò, avvicinandosi all'ingresso, ormai stanca di quella lite.
Fu tutto troppo veloce per Setsu, che quasi non capì come avesse fatto a finire sul letto, con Cain su di lei a bloccarla con forza contro il materasso.
Era sorpresa da quella reazione, ma non impaurita. Le sembrava di assistere ad un attacco di gelosia e non al rimprovero di un normale fratello preoccupato. Poteva forse sperare che fossero la gelosia e la rabbia di un uomo innamorato?
- Perché ti stai comportando così? Che cosa vuoi da me? - gli chiese, sperando in una risposta diversa dal suo solito: "Sei troppo piccola e ingenua per avere un uomo”.
- Volevi andare a letto col primo che incontravi, no? Ti sto accontentando! – rispose lui, baciandola.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cain Heel, Reino, Setsuka Heel
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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- Ha detto che non vuole venire con voi. Sparite! – intimò loro Cain, stringendo la ragazza a sé.
- Cain-san… - mormorò sorpresa Manaka, che non si aspettava di incontrarlo e non in quelle circostanze.
- Mettiti in fila! C’eravamo prima noi, bastardo! – replicò uno dei tre, facendosi avanti minaccioso.
- Altrimenti? –
- Ti faccio a pezzi! Quindi sparisci e ridacci la ragazza! –
- Sono più interessato a vedere come vorresti farmi a pezzi. – lo provocò Cain, per nulla intimorito, spingendo dietro di sé Manaka, che lo guardò preoccupata.
Di certo, non si aspettava che la folle scelta di andare a bere per dimenticare l’umiliazione delle offese di Cain-san, portasse simili conseguenze. E la cosa ancora più assurda era che, a difenderla, fosse intervenuto proprio la causa dell’umiliazione da cui voleva scappare.
A preoccuparla, comunque, era il numero degli avversari di Cain. Come avrebbe fatto da solo contro tre tipacci del genere? Però, non fece nemmeno in tempo a pensarlo che vide i tre stesi a terra a toccarsi chi la faccia, chi lo stomaco. Si sentì poi trascinare via dal locale e vide la figura di Cain Heel davanti a sé, tenerla per mano.
“Ok, forse ho bevuto talmente tanto da finire in coma etilico e adesso sto sognando! Non c’è altra spiegazione.” si disse incredula.
- Sapevo che eri stupida, ma non pensavo fino al punto da andare a ubriacarti in luoghi del genere. – parlò lui, fermandosi e lasciandola bruscamente una volta lontani dal locale.
- Che? Smettila di insultarmi! Ci sono finita per colpa tua! – ribatté la ragazza, portandosi poi una mano alla bocca. Non era da lei rispondere in quel modo, ma l’alcol che aveva in corpo non le permetteva di controllarsi come avrebbe voluto. Era già un miracolo che non perdesse i sensi visto che, ai suoi occhi, tutto stava iniziando a muoversi in modo distorto.
- Perché sarebbe colpa mia? – domando Cain, accigliandosi.
- Perché oggi mi hai umiliata davanti a tutti! Ti ho aperto il mio cuore e tu mi hai deriso. Ho solamente cercato di esserti amica, perché ti vedevo giù di morale da un po’ e mi sembrava soffrissi. In cambio mi hai solamente ferita. – disse la giovane, iniziando a piangere.
Cain la guardò un istante. Non si spiegò il perché, ma in lei, nella sua espressione addolorata e ferita, rivide quella di Setsu. Seppur trovasse quella ragazzina fastidiosa sotto ogni punto di vista, doveva ammettere di avere esagerato.
- Senti, mi dispiace. Forse ho esagerato, ma devi capire che mi hai fatto davvero esasperare. Non sono il tipo da avere amici e non m’interessa averne. Tra l’altro, mancano poche settimane alla fine delle riprese del film ed io tornerò a casa, quindi non è proprio il caso ti affezioni a me. Lo capisci? – le spiegò, sperando smettesse di piangere e soprattutto di stargli dietro.
- Ok. – rispose mogia, ma consapevole che, in fondo, aveva ragione. Lui non la voleva tra i piedi, ma lei lo infastidiva ogni giorno, cercando di entrare nella sua vita con prepotenza. Aveva ragione ad arrabbiarsi.
- Ti chiamo un taxi, così torni a casa. E in futuro cerca di evitare di fare cose tanto stupide. Se non ti avessi visto, sai cosa sarebbe successo, vero? –
- Sì, lo so e ti ringrazio per il tuo aiuto. Scusami per il disturbo Heel-sama. – s’inchinò Manaka, ringraziandolo formalmente. Se lui non voleva averla nemmeno come amica, allora si sarebbe comportata come una semplice collega di lavoro, riducendo al minimo le interazioni con lui. Le dispiaceva, ma se lui voleva così, lo avrebbe rispettato.
Cain la osservò perplesso. Non era mai stata tanto formale con lui. Che avesse finalmente capito di non rompergli più le scatole? Lo sperò.
Chiamò il taxi e lo aspettarono seduti su una panchina, restando in silenzio e persi ognuno nei propri pensieri. Quando arrivò, Cain notò che Manaka si era addormentata.
- Ehi, svegliati. C’è il taxi. – la chiamò, ma lei mugugnò qualche frase sconnessa e si riaddormentò. – Dannazione a te, stupida mocciosa! Svegliati! Non so dove abiti! – imprecò, incavolato nero.
- Se non dovete salire, me ne vado. – brontolò il tassista, stanco di aspettare.
Che avrebbe dovuto fare? Dove accidenti avrebbe dovuto portarla, si chiese furioso. Per un attimo, ebbe l’impulso di svegliarla a ceffoni, ma si trattenne. La caricò di peso sul taxi ed entrò anche lui.
- Ci porti al Kamata Hotel. – riferì Cain, decidendo di portarla all’albergo dove alloggiava. Gettarla giù dall’auto in corsa era decisamente più allettante in quel momento, ma provò a frenarsi. Non ci teneva a finire in carcere per colpa sua.
- Così imparo a farmi i cazzi miei la prossima volta! - sbottò, mentre la trascinava fuori dal taxi. Fino a pochi minuti prima sembrava abbastanza sveglia, invece, gli effetti dell’alcol erano arrivati di colpo, facendola crollare del tutto.
Entrato in albergo, il receptionist lo osservò incuriosito mentre trasportava la ragazza priva di sensi tra le braccia, ma non fece domande, notando forse il suo viso nero. Arrivato in camera, la depositò su uno dei due letti che aveva diviso quando Setsuka era andata via. Tenerli uniti non avrebbe avuto alcun senso.
- Maledetta mocciosa. – mormorò a denti stretti, togliendo il cappotto e dirigendosi verso il frigo a prendere una birra. Per colpa sua, la serata era rovinata.
Passò buona parte della notte a sbuffare irritato. Le prime luci dell’alba furono per lui la salvezza da quella situazione davvero ridicola. Sperò che la ragazza si svegliasse e se ne andasse il prima possibile dalla sua stanza. Gli bastava sopportarla a lavoro; anche in privato era troppo.
Il risveglio per Manaka non fu dei migliori. Tra nausea e mal di testa, l’espressione truce di Cain le aveva dato il colpo di grazia. Era furibondo.
Dopo un primo momento di smarrimento, aveva capito di trovarsi nella stanza d’albergo dell’attore. Addormentarsi per strada era stata una delle cose più imbarazzanti che avesse mai fatto. Si vergognò talmente tanto di se stessa da desiderare di sparire. Comprendeva perfettamente perché Cain-san non la sopportasse e non la volesse tra i piedi.
- Ti chiedo ancora perdono. Scusami davvero per averti costretto a portarmi qui. Sono mortificata. – si scusò nuovamente, dopo aver finito di rinfrescarsi il viso.
- Più che mortificata, dovresti sentirti una completa stupida. Impara ad essere meno incosciente, perché questa volta hai avuto fortuna. –
- Hai ragione. Scusami ancora. Ci vediamo sul set. Grazie di tutto. – lo salutò la ragazza, andando finalmente via, per la gioia di Cain.
Portare una donna nella sua stanza non era previsto e la cosa lo aveva infastidito oltremodo. L’unica donna con cui aveva sempre dormito era sua sorella, per questo non vedeva l’ora che Manaka andasse via. Non che avesse dormito con lei, ma il solo averla a pochi centimetri dal suo letto era stato irritante.
 Tirato un sospiro di sollievo, andò a fare una doccia per rilassarsi, ignaro di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
 
Setsuka discuteva insieme a Midori, la ragazza di Miroku, su cosa indossare al party per l'anniversario del debutto dei Vie Ghoul. I ragazzi avrebbero partecipato in mattinata ad un programma televisivo per celebrare il loro terzo anno di attività, poi, in serata, avrebbero preso parte ad una festa privata organizzata dalla loro agenzia. Avevano pochi giorni per decidere cosa sarebbe stato più adatto, quindi avevano deciso di girare per negozi in cerca di qualcosa di carino.
In realtà, Setsu non aveva molta voglia di prendervi parte, ma Reino l’aveva pregata di esserci, perché voleva averla al suo fianco quel giorno. Non le aveva mai chiesto nulla in quei mesi in cui era ospite a casa sua, quindi, quell’unica richiesta, non poteva assolutamente rifiutarla, così aveva chiamato la ragazza per andare a fare shopping.
Proprio mentre parlava con l’amica, scorse casualmente un’immagine sulla copertina di una rivista esposta in un’edicola e che ritraeva qualcuno che lei conosceva molto bene. Si avvicinò alla rivista e guardò sconcertata l’immagine di suo fratello che teneva per mano una delle attrici di quel maledetto film che le aveva rovinato la vita.
Sfogliò la rivista e lesse l’articolo con occhi sgranati, sentendo un nodo in gola bloccarle il respiro.

 
“Sembra sia nato l’amore sul set dell’attesissimo film Tragic Marker, diretto dal regista Konoe!
Sembrerebbe, infatti, che tra Ayumi Manaka, protagonista del famoso drama “Love Me Love Me”, e l’attore statunitense Cain Heel, giunto fin qui su richiesta del regista, sia nato un rapporto che va oltre la conoscenza lavorativa.

I due attori, sono stati fotografati due sere fa mentre si scambiavano tenerezze nei pressi di un parco pubblico. Ma non solo! Parrebbe certo che i due si siano diretti all’albergo dove l’attore soggiorna, per uscirne poi la mattina successiva.
In alcuni scatti, infatti, troviamo Heel portare in braccio la dolce Manaka fino all'ingresso dell'hotel.
Che sia davvero sbocciato l’amore tra un ciak e l’altro?
Ma chi è il bellissimo e misterioso Cain Heel, ancora sconosciuto a molti?
Ebbene, è un figlio d’arte! Suo padre era il cantante americano Ryan Heel e la madre l’attrice Koharu Tsukishima, ricordata da tutti noi per la sua grande interpretazione in… “
 

Setsu non proseguì oltre, troppo sconvolta per terminare l’articolo.
Cain e quella ragazzina avevano passato la notte insieme? Nella stessa stanza e nello stesso letto in cui era stato con lei? In quel momento, sentì il mondo crollarle addosso e non poté impedire alle lacrime di ritornare prepotenti ad appannarle la vista.
Era dunque vero che non la amava, come invece lei sperava?
- Setsu-chan, che succede? Che hai? – domandò Midori, preoccupata per la reazione dell’amica.
- Lui ha… ha… - tentò di parlare, ma senza riuscirci.
- Setsu, così mi spaventi! –
- Io… scu-scusa Midori… devo andare! – si congedò, correndo via in lacrime.
Era troppo sconvolta per dare spiegazioni. Lo era perfino per pensare. L’unica cosa che riusciva a fare era piangere.
Tornò subito a casa di Reino, unico posto in cui si sentiva al sicuro. Si gettò sul letto e pianse per la rabbia e la delusione. La prima era maggiore della seconda, notò.
Come poteva avere così poco tatto nei suoi confronti? Spiattellarle crudelmente in faccia la sua relazione, quando sapeva perfettamente che lei soffriva?
Accecata dall’ira, tirò con violenza il piercing dal labbro, procurandosi una lieve ferita, ma non se ne curò. Infastidita anche dagli altri oggetti, lanciò in giro per la stanza anelli, orecchini, bracciali, collare e cintura, immaginando di poterli lanciare in faccia al fratello e, magari, ferirlo almeno esternamente, poiché l’unica ad essere ferita, dentro e fuori, era solamente lei.
Prese il cuscino e lo abbracciò per darsi conforto. Da quando era diventata così debole da aver bisogno di abbracciare uno stupido cuscino come una stupida ragazzina? Aveva pena per se stessa.
- È tutta colpa tua! Ti odio Cain! Ti odio! Ti odio! Ti odiooooo! – urlò furiosa col viso premuto contro il cuscino, e fu così che Reino la trovò, fermandosi davanti alla porta della camera di Setsu col fiatone. Quando Midori lo aveva chiamato, raccontandogli cosa era successo, si era precipitato a casa, sicuro di trovarla lì.
- Setsu… - la chiamò, vedendola sussultare e sollevare sorpresa il viso dal cuscino.
- Reino? Che ci fai qui? – gli chiese, credendolo alle prove con gli altri membri del gruppo.
- Mi ha chiamato Midori. Era preoccupata perché sei scappata via. Che cosa è successo? – domandò, avvicinandosi al letto e mettendo il piede sopra un orecchino. Solo in quel momento notò la ferita al suo labbro. – Che hai combinato? – continuò, sedendosi accanto a lei e passandovi delicatamente il dito sopra, asciugando la piccola goccia di sangue che si stava riformando. Le altre erano state assorbite dal cuscino, insieme alle lacrime.
- Non è niente, non preoccuparti. – rispose lei, lasciandosi accarezzare senza scostarsi.
- Cosa ti ha ridotto così? – chiese, sentendo tutta la sua rabbia.
- Suppongo tu lo sappia. –
- So chi ti ha fatto arrabbiare, ma non so il perché. –
- Se la fa con una delle attricette con cui lavora. Li hanno fotografati mentre se la portava in albergo. Nella stessa camera in cui stava con me! Inizio a pensare di aver interpretato male i suoi gesti. Lui non prova assolutamente nulla per me, o non mi avrebbe umiliata fino a questo punto! – spiegò amareggiata.
Come la povera stupida che era, sperava ancora in una riappacificazione con Cain. Magari, in quei mesi, avrebbe capito di non poter vivere senza di lei e sarebbe venuto a cercarla, o l’avrebbe almeno chiamata, invece nulla. Mai una chiamata, mai un messaggio. Poteva anche trovarsi nelle mani di uno psicopatico e lui nemmeno se ne preoccupava. Suo fratello pensava solo a scoparsi quella di turno, così come aveva fatto con lei.
- Avrà deciso di andare avanti. Cosa che dovresti fare anche tu. – sostenne Reino, stringendo la mano della ragazza, che era diventata terribilmente fredda.
- Sto andando avanti. – replicò lei, abbassando lo sguardo.
- Non come dovresti. Speravi ancora di tornare tra le sue braccia, ammettilo. –
Setsu non si sorprese più di tanto che Reino lo sapesse. Ormai aveva capito di non poter avere nessun segreto con lui. Rimaneva comunque una cosa un po’ frustrante essere un libro aperto per il cantante.
- Sì, è vero. Adesso suppongo dovrò mettermi del tutto l’anima in pace. – ammise triste, sentendosi ridicola.
- Ed io sarò qui ad aiutarti a farlo. Non ti lascerò da sola. – le ricordò, sorridendole.
Si sporse in avanti e fece l’unica cosa che poteva fare in quel momento per darle il suo conforto, cioè baciarle la fronte. Lo faceva spesso e a lei sembrava non dispiacere, anche se l’impulso di scendere più giù lo divorava ogni volta.
Quando si allontanò, la trovò con gli occhi chiusi, che riaprì lentamente, guardandolo con un’espressione diversa dal solito. Non era arrossita come faceva sempre, sviando poi lo sguardo dal suo. Lo stava fissando dritto negli occhi. Perché? Che gli stava chiedendo? Cercò di capire cosa stesse provando il suo cuore, ma per la prima volta non ci riuscì. Era troppo coinvolto per percepire le vibrazioni del suo animo.
Indeciso su cosa fare, tentò con l’unica cosa che gli pareva la più sensata in quel momento. Portò una mano sul suo viso, per poi spostarla dietro alla nuca ad accarezzarle i capelli. Lei non si scostò ma continuò a guardarlo, quindi si decise ad avvicinarsi alle sue labbra e darle finalmente quel bacio che desiderava da mesi. Lo fece lentamente, così da darle modo di allontanarsi se avesse voluto, ma lei non lo rifiutò.
Setsu aveva una gran confusione in testa. Il bacio di Reino sulla fronte, insieme alle sue parole, l’avevano colpita più del solito. Le era rimasto accanto, senza mai giudicarla e senza mai pretendere nulla da lei. Ancora una volta, le aveva promesso che le sarebbe rimasto accanto per aiutarla a dimenticare. Cain, invece, continuava a ferirla. Decisamente, aveva sbagliato uomo da amare. Guardando gli occhi di Reino, si ritrovò a pensare che le sarebbe piaciuto innamorarsi di lui. Di certo, non l’avrebbe mai trattata come un oggetto. Desiderò gettarsi tutto alle spalle e, forse, le stava venendo data l’occasione.
Sentì la mano del ragazzo, calda e grande, a contatto col suo viso ancora umido di lacrime e continuò a perdersi nel suo sguardo, finché non fu così vicino da sentire il suo respiro. Stava per baciarla, ma le stava anche dando la possibilità di rifiutarlo.
Ma lei voleva rifiutarlo? No, non voleva.
Accolse le sue labbra, ricambiando quel bacio dal tocco dolce e delicato, che piano piano diventava sempre più profondo e intenso. Reino la prese tra le braccia, avvicinandola maggiormente  a sé, e lei si abbandonò a quella stretta in grado di trasmetterle l’intensità dei suoi sentimenti; stava sentendo l’amore del ragazzo in quel semplice ma travolgente bacio. Sapeva che l’amava, non ne faceva un mistero, ma sentirsi amata anche con quel gesto, le scaldò il cuore. Quel bacio era per lei; il suo tocco era per lei; il suo amore era solamente per lei. Si lasciò andare senza pensare più a nulla, liberando la mente dai pensieri che l’affliggevano fino a pochi minuti prima.
Reino, dal canto suo, non riusciva ancora a credere di stare baciando Setsu. Stava ricambiando i suoi baci e sembrava assecondarlo mentre la spingeva delicatamente a stendersi. Possibile stesse sognando? Eppure, il corpo caldo della ragazza, sotto al suo, sembrava reale e lo divenne maggiormente quando lei portò le braccia dietro alla sua schiena, per stringerlo a sé. Davvero non riusciva a credere a ciò che stava accadendo.
Incoraggiato da quei gesti, l’istinto lo portò ad accarezzarle i fianchi e a risalire lentamente verso i seni, stringendone uno e immaginando come potesse essere farlo senza l’impedimento dei vestiti. Quando però spostò la mano sotto il suo top aderente ed entrò in contatto con la pelle calda e setosa del ventre, qualcosa lo bloccò, fermando quella carezza che rischiava di diventare troppo spinta.
“Non così.” si disse Reino, ripensando allo stato emotivo di Setsu pochi minuti prima. Era scossa da ciò che aveva saputo su Cain e probabilmente lo assecondava per quello. Gli avrebbe permesso di fare qualunque cosa in quel momento di vulnerabilità, cosa che lui non voleva. Se doveva accadere qualcosa tra loro, lei doveva averne ben chiaro il significato. Non avrebbe approfittato di una sua momentanea debolezza; doveva desiderarlo anche lei. Si allontanò con fatica dalle labbra della ragazza e poggiò la fronte alla sua per riprendere fiato e lucidità.
- È meglio che torni dai ragazzi adesso. – mormorò, sospirando affranto. Era eccitato e la cosa era abbastanza frustrante. Non avrebbe voluto lasciare quel letto, quella posizione e, soprattutto, quella situazione, per nulla al mondo, ma era giusto farlo. E poi, temeva che potesse farlo per una sorta di vendetta nei confronti del fratello, ed era ciò che più lo bloccava. Doveva stare con lui perché lo amava, non per ripicca verso altri.
Setsu, stordita dalle sensazioni appena provate, annuì solamente, senza dire nulla. Non sapeva come comportarsi dopo quel bacio che, in verità, le era piaciuto anche molto. Forse troppo. Si sentiva imbarazzata ma allo stesso tempo serena. Sì, era quella la parola perfetta che meglio la descriveva. Si sentiva stranamente serena nonostante, fino a mezz’ora prima, piangesse di rabbia e disperazione. Per un attimo, aveva pensato che Reino si sarebbe spinto oltre ai baci ma, premuroso come sempre, si era fermato, forse per non costringerla a scegliere cosa fare. Aveva sentito chiaramente la sua erezione a contatto con la sua gamba, ma nonostante ciò si era allontanato.
“Ma cosa avrei fatto se avesse continuato e fossimo andati fino in fondo? Che cosa avrebbe rappresentato per me?” si chiese turbata, mettendosi a sedere quando il ragazzo si era sollevato.
- Ti va di venire con me? – le domandò, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi. Magari distrarsi avrebbe giovato ad entrambi.
- Ok. Mi do una sistemata e arrivo. – gli sorrise, lasciandosi aiutare ad alzarsi, per poi andare in bagno a lavarsi la faccia.
Si osservò allo specchio e notò le labbra arrossate, che sfiorò con la punta dell’indice, ignorando del tutto il graffio che si era procurata poco prima. Cain, quella volta, non l’aveva baciata in quel modo nemmeno una volta. Era stato rude e poco romantico, anzi, per nulla romantico, era lei a volerci trovare qualcosa di positivo, perché lo amava più di se stessa. Reino, invece, aveva giocato con le sue labbra, sfiorandole, mordicchiandole, leccandole, senza forza e pressione. Aveva sfiorato la sua lingua con delicatezza, invogliandola a ricambiare quel bacio con una tale naturalezza da sorprenderla. Poi, il ritmo era cambiato in qualcosa di più profondo e… eccitante. Sì, lo aveva trovato eccitante.
I baci di Reino erano stati decisamente diversi da quelli che le aveva rubato il fratello quella dannata notte.
 “Aspetta… li sto paragonando? Perché? Com’è possibile? Non è che… “ interruppe i suoi stessi pensieri, troppo spaventata per proseguire il resto della frase. Arrossì, cercando di zittire quella vocina che premeva per dirle che, forse, si era affezionata a Reino più di quanto lei stessa immaginasse. Poteva essere possibile una cosa simile? Oppure era una reazione normale per le piacevoli attenzioni ricevute? In fondo, pensò, a quale donna dispiace ricevere un certo tipo di attenzioni da un ragazzo come Reino? E lui gliene riservava molte.
Più confusa di prima, sciacquò il viso con acqua rigorosamente fredda, sperando che il rossore delle guance passasse. Mise un velo di trucco e uscì dal bagno, trovandolo seduto sul divano a guardare pensieroso la tv spenta, ma non fece domande.
Reino la aspettava da diversi minuti, ma sapeva di non doverle fare fretta. Con probabilità, stava analizzando ciò era appena accaduto tra di loro, cosa che stava tentando di fare anche lui. Il suo dono non era sempre utile ad aiutarlo a capire tutto. Per esempio, non lo aiutava quando si trattava di lui. Se era emotivamente coinvolto, non riusciva ad usarlo. Solo restando distaccato ci riusciva, cosa che in quell’istante non era. Magari avrebbe provato più avanti ad interpretare i sentimenti di Setsuka per lui.
- Sono pronta. – lo informò lei, avvicinandoglisi e distogliendolo dai suoi pensieri.
Quando i loro sguardi si incrociarono, lui le sorrise intenerito, notandola in imbarazzo.
- Andiamo allora. – rispose Reino, prendendo le chiavi.
 
 
 
 


Buon sabato fan di Skip Beat ^.^ oggi capitolo un po' più lungo ^_^
Come già in molti avevano indovinato, era proprio Manaka la ragazza che Cain ha salvato. Ma ora chi salverà Cain dopo quello che è successo? XD
Setsu si sta avvicinando a Reino anche grazie ai comportamenti di Cain. Che accadrà adesso secondo voi?
Che farà il povero nii-san quando leggerà quello stesso articolo? XD
Al solito, vi ricordo la pagina di Skip Beat su Facebook, dove troverete non solo tante informazioni (spoiler soprattutto!) sui capitoli in contemporanea col Giappone, quelli in italiano e spoiler anche di questa storia e delle altre che sto scrivendo ^_^    Skip Beat Italia - Cain&Setsu
 
Ma poiché la pubblicità è l’animo del commercio XD vi lascio anche le altre  mie paginette su Facebook ^_^

Qin's Moon Italia - The Legend of Qin 
Una serie in 3D cinese di cui è stata tradotta la prima serie e alcune canzoni bellissime <3
 
A Tutto Oriente
Pagina in cui posto immagini e curiosità principalmente su Giappone, Cina e Corea ^_^
 
White&Platinum Hairs
Questa parla da sola *-* la pagina è dedicata a tutti i personaggi (anime/manga/game) con i capelli bianchi, come Inuyasha, Tomoe, Miketsukami e ovviamente Reino XD più tanti tantissimi altri <3
Vi aspetto se vorrete farci un salto ;)

Grazie per aver letto e al prossimo capitolo :*
Baci Faby <3 <3 <3 <3
P.S. Da adesso, nell'elenco dei personaggi, abbiamo anche Setsuka, Cain, Julie e Kuon *-* li ho inseriti io e ho chiesto l'aiuto delle mie amiche per votarli, così da essere inseriti nell'elenco. Grazie Fluffers :* Kuon soprattutto mi servirà prossimamente ;)
   
 
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