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Autore: Manu75    19/10/2016    2 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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E come sempre grazie a tutte: a chi segue, preferisce o ricorda la mia storia ma, in particolare, a chi commenta facendomi capire cosa ne pensa: miss Gold_394, Morgana89Black e Occhioni Azzurri, adorabili creature dai nick impossibili :D Buona lettura!



 

“Un gelido destino”


Sessantesimo capitolo


(I miei occhi su di te, sempre - seconda parte)



 

(Gennaio)

 

Il bollitore fischiava, emettendo il suo suono acuto che spezzava il quieto silenzio del piccolo cottage, mentre un abbondante vapore addensava l’aria.
Con un colpo di bacchetta, Severus lo fece smettere e poi versò il liquido caldo in due tazze dall’aspetto datato.
- Per la Santa Madre Atai…- sospirò Bebhinn, soffiando sulla sua tazza - Non ho mai sopportato il vostro tè annacquato…-
Severus arricciò un angolo della sua bocca sottile ma non disse nulla.
Nulla, mai, dal clima all’ambiente, fino alla cultura, si era accostato meno a quella ragazza così calda, dall’animo e dall’aspetto variopinti, come la Gran Bretagna.
- Ci sono un paio di cose che mi interesserebbe capire - le disse, con la sua voce bassa e ferma - La prima è come mai ti sei spinta fino in Scozia, la seconda è come hai fatto ad entrare in questo cottage...la terza è come fai a conoscere la data del mio compleanno…-
Gli occhi scuri e vellutati di Beb lo occhieggiarono da sopra l’orlo della sua tazza.
- Allora sono tre, le cose che vuoi sapere…- gli sorrise e lui le sorrise di rimando - D’accordo Nguvu, pensavo tu fossi un Legilimens molto abile, quindi, tutte queste risposte, potresti trovarle da te!-
Severus fece volare la sua tazza fino al lavello e poi posò le sue mani eleganti sui braccioli della poltrona sul quale era seduto, picchiettando leggermente con l’indice sulla pelle consunta.
Come sempre, la sua posa rilassata nascondeva la stessa tensione di un elastico pronto a scattare.
- Non sono solito violare la mente dei miei amici…- il suo sorrisetto storto si aprì leggermente - Inoltre, le pietre che indossi, mi impediscono di spingermi in profondità senza risultare...come dire...invadente…-
Beb inclinò la testa e rise di gusto.
- Non so come interpretare questa cosa...hai detto che non violi gli amici ma hai tentato di entrare nella mia mente...quindi: o hai mentito o non mi reputi un’amica!-
Severus si portò una mano sul viso, con aria meditabonda.
- E’ difficile considerarti una nemica, anche se un bel sorriso confonde e cela più di un mantello dell’invisibilità. Tuttavia, mi riesce difficile pensare a noi due come a degli amici -
- Bene, perché non è l’amicizia che cerco da te…- gli sorrise ancora, in risposta al suo sopracciglio alzato con aria interrogativa - La mia Furaha Yangu, Narcissa…- un solo guizzo in fondo agli occhi bui di Severus - ...mi ha fatto sapere che presto si sposerà con il suo promesso, quell’uomo fastidioso e gelido...la data non è ancora decisa.-
Cadde un silenzio rotto dal crepitio delle fiamme e dal vento freddo che sferzava la notte scozzese.
- Lo so -
Gli occhi di ossidiana di Beb si fissarono in quelli del giovane, si alzò e si tolse la lunga collana che celava sotto il suo mantello pesante, facendola scivolare a terra.
- Ora guarda dentro di me e dimmi cosa vedi…- gli sussurrò.
Severus, pur restìo a prendere degli ordini, si lasciò attirare da quell’invito, anche perché capì che lei desiderava vedesse ciò che celava.
Fissò i suoi occhi in quelli della namibiana e si immerse in lei.
Vide immagini veloci che si susseguivano: il volto bello e virile di un uomo dalla pelle scurissima, una neonata tra le braccia di Beb, il volto preoccupato di una donna talmente vecchia da sembrare mummificata, il cielo africano solcato da stormi di uccelli, una fuga notturna...un’altra neonata...il viso di Narcissa, commosso e pieno di dolcezza, in un corridoio di Hogwarts, una notte di cinque anni prima. Quel volto, nella mente di Beb, risplendeva in modo accecante, irradiando amore e tenerezza, bellezza e desiderio...si bloccò, uscendo dalla sua mente in modo repentino.
- Cosa hai visto?- gli chiese la giovane donna, con il volto sofferente.
- Ho visto che devo cambiare il tipo di incantesimi che ho messo su questo cottage: la precedente proprietaria aveva posto dei limiti esterni di cui non avevo avvertito la presenza, - trafficò con l’attizzatoio. - Per questo sei potuta entrare: avevi un permesso rilasciato da lei. Inoltre, le vostre magie, quella Efik e quella cornica, sono avulse alla nostra. Direi che è interessante…-
Si voltò e trovò Beb in piedi, accanto a lui.
Era alta, lo superava di qualche centimetro e il viso era insolitamente serio e grave.
- Non è ancora sposata, - gli sussurrò lei, - nulla è perduto…-
Severus non disse niente e poi si aprì in un sorriso sarcastico.
- A me sembra che sia deciso proprio tutto, invece. Mi dispiace per te, Naghib, forse avresti fatto meglio a restare in Inghilterra e lottare per la tua Yangu.-
Fece per superarla ma lei glielo impedì con un solo, piccolo, gesto della mano posata con delicatezza sulla sua spalla.
- Siete talmente uguali, voi due, che sembrate due frutti nati sullo stesso ramo, - lo guardava con sincero affetto. - Io non credo davvero al destino ma credo che ci siano passi obbligatori da percorrere nella propria vita, per impedire che essi si ripropongano ai nostri figli, al sangue del nostro sangue, generazione dopo generazione...più passi muoviamo, più ostacoli superiamo, più dritta sarà la strada di chi camminerà dopo di noi-
Severus non disse nulla.
- La tua strada è così piena di curve, così occlusa da massi e impedimenti che, per andare avanti, devi muovere decine di passi, laddove un Lucius Malfoy ne muove un paio appena...nulla ti è stato risparmiato e niente vuoi risparmiarti, perché sai vivere solo così…-
Gli si avvicinò ancora di un passo e la mano dalla pelle scura risalì fino al volto dai tratti duri e scolpiti, scostando una ciocca dei lunghi capelli incolti, neri come la notte.
Nonostante tutto, era soggiogato dalla presenza di lei, dalla sua voce calda, dalla sue parole.
- Voglio darti il mio regalo di compleanno, Nguvu,- gli sussurrò e lui ebbe il netto ricordo di quella notte lontana in cui lei lo aveva baciato con dolcezza.
Beb sciolse il suo mantello e si liberò del suo pesante vestito bordato di pelliccia, restando nuda davanti a lui.
- Ma voglio qualcosa da te, in cambio, - ora i suoi occhi neri erano più saldi e fermi.
- Non mi dirai che sei arrivata fin qui per tradire tuo marito?- il tono era scettico e sarcastico, ma gli occhi bui di Severus si mantennero decisi sul viso determinato della ragazza.
- Sono qui per proporti un patto, se vogliamo chiamarlo così, - sembrava del tutto a proprio agio con la sua nudità. - Ogni generazione della mia tribù deve rinnovare il proprio sangue, c’è bisogno di sangue diverso, c’è bisogno di abilità avulse alle nostre…di magia potente.-
Questa volta il sorriso di Severus era sinceramente incredulo e ironico :- Mi stai proponendo di darti un figlio?!-
Beb gli sorrise con calore, per nulla smontata dall’atteggiamento del giovane.
- Quando sono giunta qui, nel vostro Paese, il mio scopo era quello di incontrare colui che veniva definito come il più grande mago vivente. La sua fama era giunta fino a noi e mia nonna desiderava che il mio erede maschio avesse quel sangue nelle sue vene…-
Severus rimase del tutto immobile, scrutando il viso affascinante della ragazza.
- Eri venuta qui per avere un figlio dal Signore Oscuro?- la voce era mortalmente calma.
- Si, - gli rispose con semplicità. - Ero venuta qui per proporgli un’alleanza, il nostro sostegno e per ottenere il suo seme. Ma, dopo aver tentato a lungo e averlo solo sfiorato nel suo cammino, ho capito che quella potenza, quella forza, erano alimentate solo dalla malvagità.-
Il silenzio era irreale, così come irreale era tutta quella storia, narrata la notte di un gelido inverno scozzese, da una splendida donna svestita.
Severus aveva sempre pensato che, le cose in grado di sorprenderlo, si fossero esaurite da tempo.
- E, quindi, devo dedurre che tu abbia desistito, - le disse con voce piana.
- Si, quell’essere di cui indossi il Marchio con tanto orgoglio avrebbe estirpato qualsiasi vita da me, piuttosto che donarmela, questo l’ho capito con assoluta certezza- lui tacque ma, dopotutto, non poteva che trovare calzante quell’idea. - Poi ho posato i miei occhi su di te…-
Lo scetticismo di Severus si innalzò dentro di lui.
- Quindi hai rinunciato al Signore Oscuro e hai pensato che fare un figlio con un dodicenne mezzosangue fosse una scelta migliore?- questa volta il sarcasmo era bruciante, come ghiaccio sulla pelle.
Beb ne sembrò del tutto immune, continuava a guardarlo in quel modo che aveva il potere di agitarlo.
- Si, è così...ricordo quella notte, eravamo nella Sala Comune e sfiorai la tua schiena con lo sguardo, fino a quel momento non ti avevo guardato davvero. E ti ho visto nel mio futuro, nel nostro futuro. Ti ho visto come una presenza predominante sia per me che per Cissy; da quel momento ti ho osservato con attenzione e non ho potuto che prendere atto della tua forza, del grande potere che hai in te...ma anche della tua capacità di amare. Non ho potuto che prendere atto di questa cosa e mi sono imposta di aspettare -
Gli afferrò una mano e se la posò tra i seni.
Nonostante tutto c’era fascino in quelle parole, calore in quei ricordi, ardore in quella prospettiva.
Severus fece scivolare gli occhi neri sulla propria mano, bianca e sottile, che contrastava sulla pelle scura e perfetta di Beb.
Il suo seno era femminilità pura, sensualità fatta carne.
- C’è una guerra in atto, - le disse con una voce calma ma che, in fondo, non capiva da dove gli arrivasse.
Sentiva il cuore di Beb battere in profondità, vibrare direttamente sotto le sue dita.
- C’è una guerra, - convenne lei, - c’è la morte dietro ogni angolo...oggi sei vivo, domani chissà...non vuoi lasciare un segno del tuo passaggio, qualcosa di tuo, su questa terra?-
L’idea era affascinante.
Severus non aveva mai nemmeno immaginato di diventare genitore, non dopo il disastro a cui aveva assistito da parte di suo padre e di sua madre.
Non immaginava se stesso alle prese con vita domestica, con bambini, con il calore di un focolare.
- Un figlio non è l’unico modo di lasciare qualcosa di noi stessi, un segno del nostro passaggio, - le disse, continuando a ignorare la sensazione tattile di lei sotto i polpastrelli, - mi sembra egoistico fare un figlio per vanagloria, per paura dell’oblio...specie con un conflitto in atto -
Beb mosse un passo, premendo con il corpo contro la mano di Severus, che restava là, calamitata dal dolce avvallamento tra i seni, vicino al diaframma, sopra al cuore.
- Di cosa hai paura? Dell’atto in sé?- inclinò la testa, senza perdere il suo sorriso. - Posso già dirti che sarà un maschio: bello come me, potente e forte come te. Arguto e intelligente come entrambi i suoi genitori e, sopra ogni cosa, posso assicurarti che crescerà lontano da Lord Voldemort, allevato con amore da un uomo buono e generoso che lo amerà come se fosse suo, - ormai i loro corpi erano vicinissimi. - Non soffrirà, non pagherà alcuna pena, sarà felice: sarà te e me, abile e sicuro, che passeggia per il mondo a testa alta. Sarai tu che vivrai in eterno -
Severus fece un sorrisetto storto.
- Sei brava, ma, tutto sommato, nessuno saprà che è mio, quindi quale gloria dovrei ricavarne?- il tono era fortemente ironico.
- Non sai che fartene della gloria, non sai che fartene della luce - gli spiegò, come se lui non capisse se stesso. - Però hai paura di morire senza aver lasciato anche solo un graffio di te, in questo meraviglioso e spaventoso mondo. Io voglio per me un figlio potente ma che non abbia l’anima decomposta, e lo voglio da te. Non voglio nessun altro, ti desidero Nguvu, perché io ti vedo per quello che sei, da sempre.-
C’era il fuoco nel camino, che donava calore.
C’era il freddo fuori, che invitava a restare al riparo e creava quel confortevole contrasto.
La mano di Severus scivolò lentamente lungo l’addome perfettamente piatto della giovane donna che aveva davanti, seguita dal suo sguardo scuro.
Le dita le accarezzarono una spessa cicatrice bianca, poco sopra il pube.
- La mia seconda figlia non voleva nascere…- gli raccontò Beb, avanzando ancora quel poco che le permise di sfiorare con il suo corpo quello di Severus.
La voce era un sussurro dolce e sensuale.
- L’hanno estirpata da me…- si chinò su di lui, sfiorandogli le labbra con le sue - E’ albina, in Africa il suo destino sarebbe stato segnato...quindi l’ho portata via con me, lontana da un mondo che l’avrebbe torturata e uccisa per delle colpe che non ha, - si fissarono negli occhi per un lungo momento. - Io so difendere i miei figli...e so amare. Se vuoi, puoi pensare a qualcun altro, ad un’altra donna…-
Fuori il vento era ormai una tormenta di neve.
- Penserò a te…- le sussurrò Severus, baciandola sulle labbra morbide.
Lentamente il fuoco nel camino si spense, mentre tra loro divampava quella passione covata sotto la cenere da tanto tempo, generando calore, non solo nei corpi ma anche nella mente, nel cuore e nell’anima.
Generando una vita.


(Febbraio)

 

 

Weirwater era ritornata agli antichi splendori e, seppur costretta in una sorta di ovattata prigionia, Narcissa si sentiva a casa propria.
Dopo tanto tempo, anche Malfoy Manor era diventata casa sua, non poteva che riconoscerlo, ma l’antica dimora dei Black, conservava in sé alcuni dei ricordi più dolci che la ragazza avesse nel cuore.
Li teneva fermi e accantonati, ma li sentiva emanare calore da qualche parte, dentro di lei.
Quel giorno se ne stava in piedi, davanti alla finestra, osservando il panorama così familiare e trattenendo tra le mani la pergamena che una candida civetta delle nevi le aveva recapitato un paio d’ore prima.
Galatea, la civetta nera di Cissy, ormai avanti con l’età, l’aveva guardata con spocchia e poi aveva nascosto il muso sotto l’ala, riprendendo a dormire.
La missiva era di Lucius, poche righe soltanto:

 

“Luce dei miei occhi” e Narcissa non aveva potuto fare a meno di visualizzare il volto sornione del suo fidanzato, mentre esordiva in quel modo “Credi che il primo giorno di primavera sia sufficientemente adeguato, romantico e speciale per legare a me, finalmente, la donna più bella e paziente di tutta l’Inghilterra?”

 

Cissy aveva sbuffato a metà tra il divertito e il rassegnato.
C’era uomo più esasperante sulla faccia della Terra? La risposta era, ovviamente, no.
Aveva preso penna e pergamena e aveva vergato solo poche parole di risposta:

 

“Il mio abito è adatto alla mezza stagione, mancato l’autunno, la primavera mi sembra la soluzione più idonea. Sempre che tu non intenda aspettare di nuovo settembre...Pazientemente tua.”

 

Narcissa si stiracchiò e poi andò a sedersi accanto al camino, sfogliando distrattamente un libro.
Un mese.
Soltanto un mese e lei e Lucius sarebbero diventati marito e moglie.
Appoggiò la testa allo schienale della poltrona e chiuse gli occhi.
Conosceva Lucius da quasi dieci anni, ormai. Ricordava ancora il disastroso pranzo di famiglia nel corso del quale Cygnus aveva annunciato il fidanzamento, poteva ancora sentire la voce di suo padre, l’indignazione di Andromeda, la rabbia di Bella, la disapprovazione di sua madre.
Ricordava ancora il senso di irrealtà con cui aveva accolto quella notizia, trovando conforto nella compagnia di Regulus.
Sorrise, ricordando il primo incontro avvenuto sull’Espresso di Hogwarts.
Lucius era un sedicenne talmente arrogante...Il loro rapporto era cresciuto poco alla volta, troncato troppe volte e per troppo tempo, ma sempre risorto dalle proprie ceneri, come una Fenice.
Senza rendersene conto, Narcissa scivolò nel sonno.
Il vento la disturbava, ma quel suono era solo nel suo sogno...e, con sgomento, per la prima volta da tanto tempo, il suo incubo ricorrente riemerse dal profondo della sua coscienza.
Un uomo dal volto scarno, con gli occhi che grondavano sangue, le stava davanti, quel vento furioso, così simile a una tempesta, agitava i suoi capelli scuri e si portava via le sue parole.
L’uomo parlava ma lei non riusciva a cogliere ciò che le stava dicendo.
E poi accadde: si sollevò la manica e le mostrò il Marchio Nero, quindi affondò le unghie nella pelle e tirò forte.
Narcissa urlò, ma non si svegliò, improvvisamente, la pioggia e la tempesta non c’erano più e lei stava correndo, cercando di inseguire una bella farfalla, mentre l’aria umida le incollava la leggera veste addosso.
Giunta su una collina, la Luna si palesò e rivelò una bianca figura che l’attendeva in silenzio, farfalla si era posata sulla stoffa candida.
Il volto di quella persona non era distinguibile, ma la diafana creatura sollevò il braccio e le mostrò ciò che reggeva: la testa mozzata di Lucius.
Questa volta il suo stesso urlo la svegliò e Narcissa si ritrovò in piedi, ansante, in mezzo alla stanza.
Si passò una mano tremante sul volto, coprendosi la bocca per non gemere.
Era da moltissimo tempo che non faceva più quegli incubi e mai, mai prima di allora, li aveva fatti nello stesso frangente.
Dorothy entrò reggendo un vassoio, aveva l’aria indaffarata e serena e, quando vide la sua adorata padroncina, le sorrise con calore.
Cissy cercò di ricambiare e accettò la tazza di tè con piacere, sorseggiandola per nascondere il pallore e per non essere costretta a parlare.
- Non ricordavo facesse così freddo, qui in Scozia! - la governante era allegra - Mi mancherà questa casa, ma dicono che Malfoy Manor sia una magione meravigliosa!-
- Ed è così, infatti…- per fortuna, la ragazza constatò di riuscire a parlare normalmente.
Stava quasi per aggiungere qualcosa, quando il campanello principale suonò.
Le due donne si fissarono stupite: quasi nessuno poteva superare le protezioni imposte da Lucius e mai nessuno arrivava senza avvisare.
- Vado io…- disse la brava donna.
- Aspetta, prendi la bacchetta e vengo anch’io - Narcissa fu decisa, estraendo a propria volta la sua bacchetta.
Un elfo era già all’ingresso in attesa di ordini.
Narcissa tolse l’ultima protezione e fece un cenno al domestico, che si avvicinò al pesante portone.
- Chi è? Non aspettiamo visite. - Cissy parlò sulla punta della bacchetta e la voce venne amplificata anche all’esterno.
- Cissy...sono io…-
Al suono di quella voce, la ragazza esclamò di sorpresa e si avvicinò alla porta, scansando l’elfo, poi aprì e si gettò tra le braccia del misterioso visitatore :- Regulus!-
Due braccia affettuose la strinsero con forza, trattenendola per pochi secondi, poi i due cugini si staccarono, sorridendosi.
Il volto del giovane, però, era molto pallido e tirato.
- Ho bisogno di parlarti -
Il tono era febbrile e c’era urgenza nelle sue parole.
Narcissa si inquietò e ordinò a Dorothy di ripristinare le protezioni e di ritirarsi tranquillamente, visto che ora era in buona compagnia.
Poi afferrò la mano di suo cugino e lo trascinò nel salotto, chiuse la porta e si voltò verso di lui, con il volto trasfigurato dalla gioia di rivederlo.
Regulus aveva quasi diciassette anni ormai, era alto e slanciato, il viso bello come tutti i Black, gli occhi grandi e luminosi.
In quel momento, con il volto smagrito e i capelli lunghi assomigliava in modo incredibile a suo fratello Sirius.
- Come hai fatto a sapere dove mi trovo? - gli si avvicinò con il volto commosso, scrutandolo attentamente - Sei diventato un uomo…-
Lui sembrava incapace di dire qualcosa, la guardava come si contempla un tesoro.
- Sei bellissima…- la voce era roca e incrinata dall’emozione.
Le afferrò una mano e se la portò alle labbra, chiudendo gli occhi e trattenendola a sé.
Narcissa sentì tutta l’inquietudine di lui raggiungerla e avvolgerla: c’era qualcosa di strano e diverso in suo cugino.
- C’è qualcosa che non va? La zia sta male? - gli accarezzò il volto con la mano libera - E’ stato Lucius a dirti come trovarmi?-
Lui aprì gli occhi, nel sentire nominare il suo rivale.
- Ti ho trovata io, Cissy...non c’è posto al mondo dove non saprei ritrovarti...anche se non ti vedo, anche se sei lontana, è come se i miei occhi fossero su di te, sempre...costantemente…- inspirò lentamente e le lasciò la mano, scostandosi di un passo.
- Così mi fai preoccupare…- gli sussurrò, colpita dall’intensità delle sue parole.
Regulus le voltò le spalle, appoggiando le mani contratte sul sedile di una vecchia poltrona.
- Perché, quando Bellatrix ti ha cacciata di casa, non sei venuta a cercare il mio aiuto? -
Il tono era così amaro che Narcissa avvertì un colpo al cuore.
- E come avresti potuto aiutarmi, tesoro? - cercò di restare calma, ma sentiva che l’atmosfera era strana e c’era qualcosa che non andava.
Regulus chinò leggermente la testa, stringendo la pelle consunta sotto le sue dita fino allo spasimo.
- Perché sei andata da lui..?-
La ragazza lo afferrò per il braccio, costringendolo a voltarsi, in modo che i loro occhi identici si incontrassero.
- Non l’ho cercato…- sussurrò con voce tranquilla - E’ lui che ha trovato me…-
Regulus scoppiò in una breve risata piena di amarezza e poi sospirò lentamente.
- Dopo tutti questi anni, ancora non capisci lui...e non capisci nemmeno me…- l’afferrò per le spalle, attirandola a sé - Cissy, sei la persona più cara e più importante che ho al mondo, la creatura più bella e dolce della Terra...dimmi che non è vero...dimmi che non stai per sposarti con Lucius Malfoy!-
Narcissa lo fissò, incredula.
- Questa cosa la sappiamo solo io e lui, come fai ad esserne a conoscenza?!-
- Allora è vero! - il ragazzo sembrò disperato e la scosse piano, come per ridestarla - Cissy! Come puoi sposare un uomo del genere! Come puoi non capire…- gli mancarono le parole, troppo affranto.
- Sono fidanzata con lui da anni, Reg! Eri presente quando papà lo annunciò, tu c’eri! Cos’è che ti stupisce tanto?!-
Cominciava a perdere la pazienza e sentiva quella tensione e quell’agitazione crescere in modo esponenziale, angosciandola profondamente.
Regulus chiuse un attimo gli occhi e poi l’attirò a sé, stringendola in modo spasmodico.
- Mi stupisce che tu non abbia ancora capito quanto ti amo, Cissy! Io ti amo, da sempre e per sempre, ancora fingi di non aver compreso i miei sentimenti?! Ormai sono un uomo, ti ho quasi raggiunta, non sposare Malfoy! Lascia che ti dimostri che non gli sono inferiore, che posso farti felice! -
Si chinò e la baciò con furore, con la forza della disperazione.
Narcissa rimase immobile tra le sue braccia, con gli occhi sgranati dalla sorpresa, mentre lui l’accarezzava e la baciava in modo sempre più profondo, con una passione che pareva ardergli dentro.
La ragazza non ebbe la forza di opporsi, travolta dall’irrealtà della situazione, dalla foga del giovane, che non sembrava mai sazio di baciarla e accarezzarla.
Regulus la costrinse a indietreggiare, schiacciandola contro il muro, senza darle la possibilità di replicare.
Le tempestò il volto di baci, affondò le mani nei capelli biondi di sua cugina, l’accarezzò sul seno, sui fianchi e poi la mano scese fino a insinuarsi sotto la gonna.
- No!-
Narcissa lo respinse con violenza e lo schiaffeggiò con forza, il suono risuonò secco nella stanza e Regulus, finalmente, parve ritornare in sé.
- Scusa…- la sua voce era ansante e il viso era arrossato dove lei l’aveva colpito.
La ragazza cercò di riprendere il controllo di sé, di placare la rabbia e la paura per quello che era appena successo, per quel confine valicato in modo irreparabile.
- Ora - mormorò, evitando di guardarlo - Tu mi farai la cortesia di lasciare questa casa. Faremo passare un lasso di tempo adeguato e poi fingeremo che nulla di ciò che hai detto o fatto sia mai accaduto.-
Regulus scosse la testa con un piccolo sorriso.
- No, basta fingere.- il tono era leggermente incredulo - Non ritiro nulla e non mi pento: io ti amo, da sempre. Così come un uomo ama una donna che vorrebbe al proprio fianco per tutta la vita, come marito e moglie. Io so che Malfoy non è la persona giusta per te, non ti merita -
Narcissa lo guardò con il volto pallido e addolorato.
- Io ho aspettato per anni - proseguì lui - Ti ho aspettata, per anni. Aspetterò ancora, finché non capirai che solo io ti amo e ti comprendo del tutto, che solo io posso farti felice, Cissy -
- Ormai è tutto deciso…- gli disse, troppo sconvolta per replicare in modo adeguato.
- Nulla è deciso, io sto lavorando per questo. Sono un uomo e sto agendo come tale, in questa guerra anch’io gioco un mio ruolo, ho fatto una scelta, mi sono schierato e la gloria arriverà...allora, e solo allora, io vorrò da te una risposta...sposati se devi, ma ciò non mi impedirà di percorrere la mia strada e prendermi l’unica cosa che io desideri davvero: tu, Cissy.-
Sua cugina gli si avvicinò di un passo, con la fronte corrugata in un’espressione interrogativa.
- Cosa intendi per…- deglutì e respirò a fondo - Cosa vuol dire che ti sei schierato?-
- Sono il responsabile dei Black di Grimmauld Place, se tu non avrai figli maschi, così come Bella, erediterò tutti i beni della famiglia Black e dovrò portarne avanti il cognome...tuo padre voleva così - le sorrise con sicurezza - E quindi ho agito come il capostipite di una famiglia purosangue!-
Sollevò il mento con aria orgogliosa.
Narcissa si mosse rapida verso suo cugino e, con le mani tremanti, gli sollevò la manica sinistra della camicia.
La testa le girò e sembrò risucchiata in una specie di vortice di dolore.
- No...Reg...che hai fatto? - gli lasciò il braccio come se il Marchio Nero inciso in esso l’avesse ustionata - Perché, perché?!-
Lui ricoprì quel lembo di pelle inciso col fuoco e poi si avviò alla porta.
- Ti dimostrerò che sono degno di te, ti farò capire che siamo fatti per stare insieme...sposa Malfoy, non è detto che lui sopravviva a questa guerra e, se anche ci riuscirà, sarà il vostro rapporto a non sopravvivere. Sposalo, se ti fa sentire meglio, ma so che aprirai gli occhi e allora ti aspetterò a braccia aperte. Aspetterò, come sempre - lo sguardo era pieno di passione - Scusami per prima…-
Le voltò le spalle e uscì.


Al Ministero la vita era frenetica, come sempre.
I controlli erano aumentati a dismisura, ormai la guerra era palese e gli scontri giornalieri.
I salotti dedicati ai rappresentanti delle famiglie purosangue più in vista, però, erano semideserti, visto che Londra si era svuotata e la maggior parte delle persone che potevano permetterselo era andate via, portandosi a distanza dalla capitale.
Lucius aveva appena terminato di spedire un messaggio all’Ufficio Misteri, era sempre solo in quella stanza, Cygnus era morto e Abraxas si era ritirato da tempo dagli affari del Ministero.
All’improvviso la porta del salotto si spalancò con forza e Narcissa entrò, con gli occhi fiammeggianti e il volto arrossato.
- Tu lo sapevi?!- la domanda le esplose dalla bocca.
Lui inarcò un sopracciglio e poi si alzò, andandole incontro e chiudendo la porta dietro di lei.
- Si può sapere cosa ci fai qui?! Chi ti ha dato il permesso di uscire da Weirwater?-
Lei si voltò e gli diede una leggera spinta, cogliendolo di sorpresa e facendolo vacillare.
- Permesso? Non ho bisogno di permessi, io! Sono adulta e quella è casa mia!-
Lucius dovette appoggiarsi alla scrivania, perché la gamba, quella mattina, gli doleva in modo insopportabile.
- Muffliato!- sussurrò con voce dura, estraendo la sua bacchetta - Qui hanno orecchie muri e anche pavimenti…-
La ragazza sembrava incapace di tranquillizzarsi.
- Posso sapere di cosa mi si accusa, oggi? - Lucius era sarcastico ma la voce aveva un sottofondo freddo e duro.
Lo sguardo pieno di risentimento di Narcissa gli giunse attraverso la stanza, perforandolo.
- Regulus…- gli sibilò, avvicinandosi di un passo.
Un guizzo, un attimo, qualcosa sul viso di Lucius.
- E quindi? - le chiese lentamente, preparandosi alla tempesta.
- Se tu vuoi morire per...se tu ami mettere la tua vita in gioco, disporla nelle mani di un’altra persona, sei libero di farlo - non c’era nient’altro che biasimo in quel momento, in lei - Ma mio cugino doveva restarne fuori! Non è che un ragazzo! Tu lo sapevi vero? Da quanto tempo, dimmelo?! Da quanto ne eri a conoscenza e non mi hai detto nulla di nulla!-
Lo sguardo chiaro del giovane era cupo e presagiva tempesta.
- Severus era troppo giovane, Regulus è troppo giovane...cosa ti spinge a fare da madre chioccia a persone che non ne hanno bisogno? - si raddrizzò e mosse un paio di passi verso di lei, erano vicinissimi adesso - Ero più giovane di loro quando ci siamo conosciuti e avevo già deciso la mia strada, cosa pensi di ottenere accusandomi di tutti i mali del mondo?-
Narcissa rimase interdetta, indecisa e confusa.
- Ti fa così piacere incolparmi di tutto quello che non va? Credi che io sia un vigliacco, vero? Ti piace ritenermi una persona inaffidabile e subdola, no? - l’afferrò per un polso e l’attirò a sé, portando i loro visi vicinissimi - Rispondi!-
Narcissa sentiva quel risentimento pulsare dentro di lei, ogni sentimento positivo spazzato via dalla rabbia, dalla delusione, dalla sfiducia che lui le suscitava.
- Non mi fido di te…- le parole uscirono prima che potesse trattenerle e se ne pentì all’istante.
Lui la mollò, come se si fosse scottato.
- Ti ho osservata in tutti questi anni, ti ho guardata mentre elargivi sorrisi, amore, benevolenza e comprensione a tutti. Ti preoccupavi per la sorte di Severus - sembrava furioso, le fiamme della rabbia divampavano in lui, in fondo ai suoi occhi - Perdonavi tua sorella, accettavi ogni cosa venisse da tuo padre e biasimavi sempre e solo il sottoscritto! Ora vuoi rovesciare su di me le scelte di tuo cugino…-
Narcissa non aveva mai avuto realmente paura di lui, lo aveva temuto da bambina, in quel modo infantile dettato dalla soggezione, lo aveva aspettato con ansia, da ragazza, senza mai perdere del tutto la speranza di ritrovarsi.
Lo aveva desiderato e amato.
Ma ora lo temeva davvero, in quel momento lo odiava e lo temeva, perché lui era inganno, era sotterfugio, era interesse personale.
Lucius cercava gloria e non si preoccupava di calpestare gli altri né se ne era mai davvero preoccupato.
In quel momento, in lei, ogni sentimento d’amore nei suoi confronti, era sommerso da una marea di risentimento.
- Vediamo di essere chiari una volta per tutte - proseguì Lucius - Vuoi sposarmi, sì o no?!-
La voce si alzò di un tono.
Narcissa lo fissò con gli occhi sgranati, spiazzata.
Non aveva nemmeno considerato di rinunciare alle nozze.
- E’ ora che tu decida! Niente più accuse e niente più nascondersi dietro a delle scuse...se non vuoi più sposarmi sei liberissima di non farlo, ti lascio andare!-
La ragazza sentì le orecchie ronzare, incredula che fossero giunti a questo bivio così doloroso.
- Ma...se decidi di andare avanti...se mi sposi…- Lucius perse del tutto la calma e batté un pugno poderoso contro il muro ricoperto dalla carta da parati elegante, facendo sussultare Cissy, il braccio gli tremava - Se diventerai mia moglie, lo sarai a tutti gli effetti, chiaro?! Starai al mio fianco, condividerai le mie scelte, porterai il mio cognome e dividerai il mio letto! Farai l’amore con me, mi darai dei figli, hai capito?!-
Si guardarono a lungo negli occhi: li separavano solo pochi centimetri ma c’era un abisso tra di loro.
- Se non sei disposta a questo, allora non abbiamo altro da dirci! Il ventuno di marzo io sarò a Malfoy Manor, come concordato e, a mezzogiorno, mi troverò nel salone delle feste, vestito e pronto per diventare tuo marito...sei libera di non presentarti ma, se lo farai, se verrai e diverremo una famiglia, sarà per sempre e alle condizioni che ti ho detto -
Cadde il silenzio, lui studiò ancora per un attimo il volto mortalmente pallido della ragazza e poi la superò e lasciò la stanza, senza più rivolgerle la parola.
Narcissa fu scossa da brividi di freddo, rimase a lungo in quel luogo e poi fece ritorno a casa, camminò e parlò, si comportò come sempre ma avrebbe voluto solamente lasciarsi scivolare da qualche parte e non pensare più a nulla.


(Marzo)

 

Il sole pallido di Marzo illuminava la stanza, Narcissa si specchiava mentre Kraffy le acconciava con perizia i capelli, interrompendo ogni tanto il lavoro per soffiarsi il naso rumorosamente, sotto lo sguardo scettico di Dorothy.
Era giunta a Malfoy Manor la mattina presto, accolta con calore e commozione da Abraxas.
La stanza che aveva occupato nelle sue visite in quella casa era stata allestita per permetterle di prepararsi, il vestito era già stato consegnato, quando lei era giunta.
Era una splendida nuvola azzurro pallido, un abito sfarzoso ma elegante, fine come lo era la giovane donna che lo indossava.
Quando fu pronta si specchiò e stentò a riconoscersi, i suoi pensieri andarono a suo padre, Cygnus, che aveva auspicato quell’unione, a sua madre, che avrebbe voluto che fosse Bellatrix a sposasse l’erede dei Malfoy, ad Andromeda che le aveva chiesto di non lasciarsi guidare solo dai doveri e dall’orgoglio.
- E’ ora…- le sussurrò Dorothy, asciugandosi le lacrime.
Cissy annuì poi, guidata da un impulso, afferrò nella sua borsa un delicato scialle azzurro, leggermente sbiadito dal tempo, e finemente ricamato con piccole rose e gelsomini, e se lo legò in vita, armonizzandolo con il resto dell’abito.
Poi scese al piano di sotto, dove, nel grande salone, si trovavano solo Abraxas, Lucius, l’officiante e un fotografo della Gazzetta del Profeta.
Narcissa avanzò a testa alta, altera e orgogliosa, splendida come lo era il più vivido dei cieli di primavera.
Mille sentimenti si palesarono negli occhi di Lucius, che l’attendeva immobile, elegantissimo con un giacca nera dal colletto orientale, ricamata nei toni del verde, i pantaloni scuri, gli stivali al ginocchio, il suo portamento regale.
I capelli chiarissimi risplendevano nella luce delicata che filtrava dalle grandi finestre.
Era serio e non un sorriso vibrò su quelle labbra sottili, niente gioia repressa, niente emozione o calore.
Era teso e rigido.
Narcissa capì che lui aveva creduto, fino all’ultimo secondo, che lei non si sarebbe mai presentata.
Nonostante questo lui era lì ad aspettarla, rischiando l’umiliazione.
E, nonostante la rabbia, nonostante tutto quello che era stato detto o fatto in quei lunghi dieci anni, lei sentì il prepotente desiderio di correre da lui, abbracciarlo, lasciarsi avvolgere dal suo profumo.
Invece l’orgoglio le impedì anche solo di rivolgergli un sorriso.
Quando gli giunse davanti, infine, si guardarono negli occhi per un lungo momento, così come avevano fatto tanti anni prima alle nozze di Bellatrix e Rodolphus.
Quel primo giorno di primavera, Lucius e Narcissa divennero marito e moglie e, qualcosa, nella ruota del destino, prese a girare.

 

Fine sessantesimo capitolo.



 

Angolino simpatico (ossia le note dell’autrice): Eh..già! Solo sessanta capitoli e si sono sposati...i miei ragazzi sono cresciuti! Per quanto mi riguarda sono passati dieci anni per davvero, per voi solo qualche mese d’attesa, dai...Ma qualcuna di voi si ricordava com’era iniziata questa storia?! Se no, siete perdonate...comunque, si sono sposati, yuppie! Il Signor e la Signora Malfoy! Reg ha fatto la sua proposta, per la serie: ‘speriamo che Lucius schiatti e sappi che, nel felice caso, io sono qui bello caldo…’ e poi vogliamo parlare del mio azzardo più grande?? Beb, oh Beb...mica scema la ragazza, si, lo so, ho esagerato, ma ho sempre avuto quest’idea fin dal principio (lei ha sempre detto che voleva un padre forte per suo figlio, e ha sempre chiamato Severus: Nguvu (forza, potere), gli ha sempre detto che non poteva fare a meno di interessarsi a lui e aveva detto a sua nonna che aveva già scelto l’uomo con cui generare un figlio maschio, ma stava solo aspettando che il suo prescelto crescesse...ricordate?) e sapete perchè ho fatto questa cosa? Non ho mai avuto dubbi che Severus, alla fine della saga, sarebbe morto...e ho sempre pensato che fosse uno spreco immane di DNA, voglio dire, lui muore e con lui muoiono la sua voce vellutata, il suo sarcasmo, la sua intelligenza, le sue mani bellissime e abili...ma scherziamo? Bene, nella mia saga ho voluto regalargli una sorta di immortalità, una gioia, una consapevolezza...Brava Beb, mi sei piaciuta. E, ditemi, riuscite a indovinare chi sarà il frutto nato da questi due? L’idea mi nacque proprio dopo aver letto i primi capitoli del Principe Mezzosangue. Bene, due capitoli importanti, no? “I miei occhi su di te, sempre” : quelli di Barty su Ruby, quelli di Regulus su Cissy, quelli di Beb su Sev, quelli di Lucius su Cissy...e di lei su di lui...ora chiudo con questo delirio e scusate i ritmi blandi di pubblicazione, ma è un periodo davvero impegnato.

 

Vi copio qui il momento in cui Beb, nel capitolo 23 “Future consuetudini” incolla i suoi occhi su Severus ;) :

 

Improvvisamente un suono secco lo colse di sorpresa.

Un lento e, inequivocabilmente ironico, applauso.

Si voltò stupito, e vide Bebhinn appollaiata su di una sedia, molto defilata e lontana rispetto alla luce del caminetto.

- Bravo, davvero!- gli sussurrò Beb, continuando ad applaudirlo per un po’.

Lui strinse gli occhi, mostrando un volto indifferente.

- Hai salvato i due promessi, i due teneri innamorati, da una situazione davvero imbarazzante! - lei si alzò con movenze feline, svolgendo le lunghissime gambe e si avvicinò a Severus, scrutandolo con i suoi scintillanti occhi scuri – Però hai tolto a me tutto il divertimento…- sussurrò, fermandosi a pochi passi da lui.

Lei era più alta e indossava una leggera camicia da notte, che lasciava intuire il suo fisico atletico.

- Credo di essermi sbagliata. E' strano, io di solito non sbaglio mai!- affermò convinta, sorpresa da questo ipotetico errore.

- Scusa ma è ora che io vada a dormire…- le rispose Severus, facendo intendere dal tono della voce che non gli interessava minimamente approfondire lo sbaglio di lei.

In realtà aveva già intuito dove la bella ed esotica ragazza voleva andare a parare.

- Su di te, ovvio! – continuò Beb, sorridendogli e schiudendo le sue sensuali labbra carnose – Pensavo fossi insignificante, invece sei un tipo piuttosto interessante, per essere un bimbetto piccolo e dall’aria malaticcia…-

Severus si limitò a sollevare un sopracciglio, senza scomporsi più di tanto.

...

Beb rimase in piedi ancora per un po’, osservando la schiena di Severus che spariva e continuando a guardare in quella direzione.

- Io non capisco…- mormorò folgorata, fissando il punto in cui era sparito – Proprio non capisco…cosa c’entra lui…perché anche lui?!-”



Non ditemi che non vi avevo avvisate XD...grazie a tutte e a presto!
  
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