Allora tanto per
essere chiari da subito. Io sono pro Michael e Maria, e questo si era capito
credo. Allo stesso modo sono contro Max e Liz che mi stanno decisamente
sull’anima,quindi non stupitevi se non ne verranno fuori molto bene in questa
ff. Lo stesso si può dire per altri personaggi dei vari telefilm che uso come
avrete modo di scoprire man mano che andremo avanti.
Poi volevo
precisare che sebbene questa sia una crossover l’ho messa sotto Roswell perché
in realtà è quello il telefilm a cui faccio maggiormente riferimento. Dagli
altri ho preso per lo più i personaggi.
Buona lettura,
baci Sole.
Questa volta quando tornai a
casa ero così su di giri che non feci minimamente caso al caos che avevano
aggiunto al preesistente.
-Michael!!-lo cercai nel
momento stesso in cui entrai in casa. -Ehi Spaceboy dove sei?
-Cucina.-mi urlò di rimando.
-Non hai idea di quello che
mi è successo oggi. Non ci crederesti mai..nemmeno io lo farei se non mi fosse
successo di persona..-buttai le buste ai piedi delle scale e lo raggiunsi.
Stavo per fargli un resoconto
dettagliato ma quando entrai in cucina restai senza parole.
Seduta al tavolo, al NOSTRO
tavolo, c’era quella gatta morta di Joey Potter.
Pacey, visibilmente teso, era
in piedi poggiato al lavandino, mentre un furioso Michael le stava seduto di
fronte palesemente sul piede di guerra.
-Ciao Maria.
Che faccia tosta!! Aveva
anche il coraggio di salutarmi????
-Che ci fai tu qui?
ADESSO faceva tutta la
mortificata.-Allora?-incalzai.
-Joey deve parlarmi di
qualcosa di serio.-disse Pacey evidentemente facendole il verso. –Ma a me non
va proprio di ascoltarla.
-Bene, allora perché è ancora
nella mia cucina?
Lei continuò a stare zitta ma
i suoi occhi avevano iniziato a mandare lampi, ma non avrebbe mai detto
qualcosa contro di me, non davanti a Pacey e di certo non davanti a Michael,
specie mentre era di quell’umore.
-Perché –rispose sempre Pacey
–non vuole accettare un no come risposta.
Sembrava davvero stanco e non
potevo certo dargli torto.
Joey si era dimostrata
davvero una stronza.
Erano anni che obbligava
Pacey a vivere questo triangolo amoroso, in cui il terzo vertice era occupato
dall’ex migliore amico di Pacey, Dawson Leery. Un emerito cretino, a mio
modesto parere.
-Dove hai lasciato Dawson?
–mi fulminò con gli occhi.
Recitando come un’attrice
provetta mi finsi mortificata per quell’evidente gaff.-Ops.-sussurrai.
Mi piazzai di fianco a
Michael, cioè di fronte a lei e incrociai le braccia con tutt’altra espressione
ora sul viso. –O forse la tua visita vuol dire che è già tornato il turno di
Pacey?
Lei stavolta si alzò in piedi
pronta al confronto.
Bene, erano anni che
aspettavo quel momento.
-Che c’è Joey..ti senti
toccata dalle mie parole?
Pacey mi mise una mano sulla
spalla però parlò a Joey. –E’ proprio ora che tu vada Joey.
-Non senza averti parlato.
–grrr la gatta morta era risorta!!!
-Lui non deve fare proprio
niente che non vuole.-anche Michael tentò di calmarmi. Mi abbracciò per la
vita.
-‘Ria.-tentò.
-Non starò zitta!-urlai
cercando di divincolarmi. –Non puoi prendere e tornare dopo tutto quello che
gli hai fatto.
-Maria, lascia che me la
sbrighi io ,ok?
Lo guardai scettica.-Ti farai
convincere da questa..-Michael mi coprì la bocca con una delle sue manone.
-Ok Pace, vai tranquillo, a
lei ci penso io. -Mi alzò di peso facendo leva sul braccio che mi teneva per la
vita e mi portò via.
Uscendo però, senza nemmeno
voltarsi, salutò a modo suo Joey.- Spero che sia un addio Joey.
Mi lasciò andare solo una
volta arrivati in camera nostra. –Perché non hai lasciato che gliene dicessi
quattro a quella sgualdrina?
Mi sbarrò l’uscita, per
impedirmi di tornare giù. –Non hai sentito Pacey?
-Lo convincerà!-dissi a metà
tra il piagnucolio e l’irritazione.
-E pensi che picchiandola
cambierai le cose?
-No, ma mi sentirei meglio.
–mi buttai sconfortata sul letto.
Lui mi raggiunse.-Non avevi
grandi notizie?
-Mmm.-mugugnai. –Mi ha
rovinato tutto!!
-Non ci credo che questa cosa
possa fermarti dal raccontarmi tutto per filo e per segno.
Dio,come mi conosceva bene.
Mi tirai a sedere e mi sistemai un cuscino dietro la schiena poggiandomi alla
spalliera.
-Trovato lavoro?
Improvvisamente ritrovai il
sorriso. –Più o meno.
-Dai parla. –si mise comodo
sapendo che i miei racconti di solito andavano per le lunghe.
-Ho girato a vano tutta la
mattina ed è stato un fallimento totale. Stavo per mollare tutto ma poi ho
pensato che già che c’ero tanto valeva restare fino al pomeriggio e finire il
giro dei nomi della mia lista.
Lui annuì incoraggiandomi a
proseguire. Aspettava la parte della buona notizia. –Mi sono fermata per una
pausa consolazione da Starbucks e pensa
un po’?Un gruppo di ragazzini mi ha rovesciato la tazza che avevo in mano sul
vestito. PIENA.-aggiunsi per dare enfasi al disastro.
Gli mostrai il vestito. –E’
stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ero a tanto così dalle
lacrime. –mostrandosi adeguatamente inorridito dalla cosa ..anche se sapevo bene
che lui non capiva davvero il perché del mio dramma..poi passò una mano sulla
macchia e alienamente la fece sparire. –Oh grazie amore.
Per fortuna che Brooke non
aveva insistito troppo per darmene uno uguale, ma si era accontentata che ne
prendessi un paio della nuova collezione.
-Comunque..che stavo dicendo?
-Le lacrime.
-Oh sì..stavo per scoppiare a
piangere quando qualcuno mi si è avvicinato.
La sua faccia subì
all’istante un cambiamento da bassamente interessato a marcatamente sospettoso.
–Chi ti ha rimorchiato? Ti hanno importunata?
-Calma Spaceboy fammici
arrivare.
-Dimmi solo che è e io..
-Non era un lui, Michael, era
una lei.-dissi spazientita. Dannato alieno geloso che mi rovinava il racconto.
-Ti ha rimorchiata una
donna?-ora sembrava interessato.
Lo colpii con uno dei cuscini
del letto. –Sei un maiale Michael!!!
-Ehi..l’hai rimorchiata
tu mica io!!
-Non mi hanno rimorchiata!!Posso
raccontare o no?
-Sì, ma se non vuoi che io
fraintenda cerca di essere più precisa.
Dio a volte poteva essere
davvero fastidioso questo spaceboy!!!!
-Mi si è avvicinata questa
ragazza,ok?
-Carina?-mi stava provocando,
ma decisi di ignorarlo. Quella era l’unica possibilità con lui.
-E vuoi sapere chi era?
–lasciai passare un paio di secondi per creare la giusta suspance. –La stilista
che aveva disegnato il vestito!!Il mio vestito capito? Questo !!
Aspettai che mostrasse la
giusta dose di entusiasmo, ma a quanto pareva la dose giornaliera si era già
esaurita.
-Hai capito che ho detto?
-Sì..hai incontrato la tua
sarta.
Uomini!!!!! –Stilista Michael,
non sarta.
Lui scrollò le spalle. Non
c’erano differenze tra le due case per il suo cervellino.
-Ha una casa di moda che
fattura miliardi. Ha un palazzo tutto suo in pieno centro. –questo sembrò
colpirlo di più.
-Ma se rende tanto perché non
fai la sarta anche tu.
-Oh Michael ma come devo fare
con te?
-Che ho detto..mi sembra la
cosa sensata da fare.
-Mi lasci finire o no? –mi
fece segno di continuare. –Bene..allora..mi ha portato nella sede della sua
società e mi ha regalato un sacco di vestiti..e sai che detto? Che era naturale
che lo facesse perché i suoi vestiti mi stanno così bene che le faccio solo pubblicità
portandoli. Ci credi?
Il suo sopracciglio si era
inarcato di nuovo.-Non è una lesbica.-dissi al limite della pazienza.
Da quando non c’era più Liz
sentivo davvero tanto la mancanza di un’amica con cui parlare. Di una donna
insomma. Forse per quello mi era sembrato così naturale parlare con Brooke.
-Insomma hai beccato roba
gratis. –concluse lui da quel troglodita che era.
-Già “roba” che costa
centinaia di dollari..e..-suspance di nuovo -..e mi ha
detto che lei e una sua amica sono socie in
una etichetta discografica nuova..una piccola cosa..però mi ha promesso che mi
fisserà un colloquio!!Capisci?
-Fico. –mi aspettavo qualcosa
in più di un misero “fico”.
-Tutto qui? Hai capito che ti
ho detto?
-Senti piccola..non vorrei
che ti affezionassi troppo a questa idea..magari è una di quelle ricche svitate
che si diverte a prendere in giro le persone..
-No, sono sicura che era
sincera..abbiamo parlato tutto il pomeriggio. –quell’idea mi sembrava
assurda..ma era anche vero che in queste cose non ero certo la più furba.
-Ok piccola, se lo dici tu ci
credo. –poi si alzò e si diresse verso il bagno. –Mi faccio una doccia al volo
e poi ceniamo, ok?
-Mmmm?
-Doccia e cena.- ripetè
mentre si toglieva la maglietta.
-Oh sì..che c’è in frigo?
Fece capolino dal bagno. –
Ecco..veramente credo che oggi i ragazzi si siano spazzolati tutto.
-E allora? –mi venne incontro
e mi porse le mani. Io le presi e lui mi tirò su. –Che ne dici di una doccia e
una pizza?
-Mmm..facciamo una doccia ,
un massaggio e DUE pizze?
-Viziosa. –poi senza che me
ne accorgessi si chinò e mi si caricò in spalla correndo sotto la doccia.
-Michael!!! Sono vestita!!!!
–ma le mie proteste non lo fermarono e così ci ritrovammo entrambi sotto il
getto d’acqua calda.
Arrabbiata? Proprio no!
Devo proprio ammettere che il
ragazzo sapeva come far diventare insignificanti certi tipi di dettagli.