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Autore: Lory221B    23/10/2016    6 recensioni
C'era un tempo in cui draghi e stregoni abitavano le terre del Nord. In quell'epoca di magia, ogni cosa era in perfetto equilibrio, grazie al bilanciamento dei quattro elementi. Gli stregoni erano divisi in quattro ordini, ognuno corrispondente all'elemento che controllavano.
Ma un giorno qualcosa si ruppe e i quattro ordini, non furono più in grado di controllare i loro poteri; dissidi interni e lotte per il dominio finirono per distruggere il concetto stesso di ordine e il Re decise di mettere al bando ogni tipo di magia, relegando le pratiche della stregoneria ai peggiori crimini contro lo stato.
In quell'epoca incerta, nuovi stregoni e nuove streghe avevano rinunciato a tutto per vivere in mezzo al resto del popolo, nascondendo i loro straordinari poteri.
Qui inizia la nostra storia.
(Johnlock!AU)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Victor Trevor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tutti contro tutti


La Principessa avanzò fiera, a passi regali, fino a raggiungere il trono. Due soldati vigilavano al suo fianco a spade sguainate, per scortarla davanti al finto Re. Gli uomini credevano che Mary si fosse alleata con degli stregoni, o almeno così era stato riferito dal Principe, e nessuno aveva osato chiedere chiarimenti.

La ragazza mantenne lo sguardo fisso verso Victor, non aveva paura e non sarebbe ritornata sui suoi passi; era lì per tentare di far ragionare suo fratello, per fargli capire quanto fosse assurdo quello che stava portando avanti.

Abbozzò un leggero sorriso, col proposito di ricordare a Victor tutti gli anni che avevano vissuto assieme. Non era sua nemica, era sua sorella, l’unica persona che era sempre stata dalla sua parte.

« Potete andare » intimò il Principe alle guardie, che subito si voltarono e lasciarono la Principessa al centro della sala.

« Corri un bel rischio ragazza » commentò il finto Re, che aveva ripreso le sembianza meno regali di Moriarty, non appena la scorta si era congedata.

« Non è la mia guerra questa, voglio solo parlare con Victor » ribatté prontamente, scandendo ogni parola.

Moriarty abbozzò un sorriso « Prima vorrei sapere che fine ha fatto il Consigliere Reale, poi potrai portare avanti il tuo patetico tentativo di convertire Victor »

«L’ho abbandonato appena uscito dal palazzo. Come ho detto, questa non è la mia guerra »

« Davvero? » chiese Victor duro, facendo ricredere Mary sul poter convincere quell’uomo, così diverso dal fratello con cui era cresciuta, a tornare dalla sua parte. Si ritrovò a chiedersi se fosse mai stato dalla parte giusta. « Irene, potresti venire qui e dare un’occhiata alla mente della Principessa? » chiese lui, voltandosi verso l’angolo dove erano nascosti Sherlock e la strega.

Il moro mantenne la calma, non aveva idea di quanto fosse brava Irene a sentire i pensieri altrui e quanto potesse essere capace Mary di evitare le intrusioni magiche, ma se era in moto un qualche piano, non poteva rischiare che tutto venisse rovinato. Prese Irene per il polso, un tocco leggero che la fece sussultare. La strega si voltò verso Sherlock, giusto il tempo di sentire rimbombare nella sua testa “Volevi un’occasione per redimerti? Eccola qui, non capita a tutti una seconda possibilità”.

La strega boccheggiò per un attimo e poi abbandonò il luogo dove erano nascosti e si avviò al fianco del Principe.

Mary mantenne la calma, non era debole e poteva vedere quanto Irene fosse spaventata, anche da quella distanza. Si fissarono negli occhi, l’una sfidando l’altra, in un confronto che poteva rivelarsi fatale per la Principessa o per la buona riuscita del piano.

Sherlock osservava in silenzio la scena, nell’ombra della sua postazione. Era tutto un gioco di sguardi: Victor che osservava cauto la sorella, Moriarty che vigilava attento, Irene e Mary che si studiavano a vicenda.

Irene fu tentata di voltarsi verso lo stregone dell’aria, non del tutto sicura di cosa avesse voluto significare l’ultima frase che gli aveva rivolto. Le stava davvero chiedendo di mentire? Di boicottare il piano di Jim? Poteva essere l’unica occasione che aveva per liberarsi da quel gioco diventato troppo grande di lei.

Sorprendentemente non dovette del tutto mentire, la mente della principessa sembrava vuota, probabilmente aveva preso qualche infuso di artemisia e assenzio che impediva di rivelare quello che stava pensando.

« Dice la verità » sentenziò la strega dell’acqua « E’ qui solo per suo fratello »

Moriarty non apparve stupito, anzi un leggero lampo di trionfo attraversò l’iride scura dello stregone e con un gesto acconsentì che Mary e Victor si ritirassero a parlare in privato. I due si allontanarono dalla sala, seguiti dallo sguardo indagatore di Sherlock e quello nervoso di Irene.

« Bene » fece Moriarty, alzandosi di scatto dal trono « Sarà meglio che iniziamo a prepararci e che ognuno prenda posto sulla  propria torre »


***** *****


Tutto taceva per i corridoi del Palazzo, un silenzio quasi irreale, come se anche le mura fossero in attesa degli eventi che avrebbero per sempre cambiato il mondo conosciuto.

Le guardie erano nervose, sentivano che c’era qualcosa che non capivano, qualcosa che stonava nel Re e nel Principe. Ancora più folle era sembrato che la Principessa si fosse alleata con degli stregoni per complottare contro il proprio padre, ma nessuno dei soldati aveva avuto il coraggio di ribellarsi a quanto stava accadendo o quantomeno aveva avuto l’ardire di chiedere spiegazioni.

Le segrete erano ben presidiate, sapevano che vi era l’accesso nascosto, che era già stato usato dai presunti cospiratori, ed era l’unica via per entrare nel Palazzo, escludendo, ovviamente, la porta principale.

Due delle guardie stavano parlottando tra loro, quando la porta d’accesso alle segrete di aprì, rivelando il Principe Victor, che scese le scale un gradino alla volta fino a raggiungere i due uomini. Entrambi deglutirono e portarono le mani alle spade e al sacchetto di polvere magica: gli era stato intimato di diffidare di chiunque, c’era una strega capace di trasformarsi in giro e aveva già impersonato il Principe poche ore prima.

« Vostra Altezza » iniziò l’uomo, balbettando « Dobbiamo chiedervi la parola d’ordine »

« In realtà » rispose con sdegno «Dovreste dirmi una frase in codice e io dovrei completarla, altrimenti come faccio a sapere che voi siete davvero le mie guardie? » concluse, con evidente fastidio per la stupidità dei sue soldati. I due si fissarono tra loro prima di porre il quesito, un secondo di distrazione che costò alla prima guardia una botta in testa e all’altra un incantesimo che lo spedì a sbattere contro il muro.

« Anthea! » gridò la figura del principe Victor, che magicamente si stava abbassando e smussando i lineamenti,  riprendendo le sembianza  femminili della strega Molly « Il tuo piano ha funzionato, le informazioni che ci hai dato sono state preziose, sono entrata assieme a Mary come guardia e… »

La consigliera scosse il capo, poggiando una mano sulla bocca della damigella per zittirla « Prima che tu dica qualcosa di allegro, ti avviso che è stato tutto troppo facile. Non va bene. Il fatto che tu sia riuscita a mimetizzarti tra le guardie ed entrare con Mary era una cosa, il fatto che ci fossero soltanto due sodati idioti a presidio delle segrete e che non si siano accorti che ero nascosta qui, è ben più strano »

« Quindi? » rispose la strega, guardandosi alle spalle preoccupata.

« Non lo so. Diamo il segnale di via libera, lasciamo che ci pensi Mycroft »


***** *****


Non molto lontano dal Palazzo e dagli eventi che stavano accadendo in rapida successione, lo sceriffo Lestrade stava salutando un carro che si stava avviando lungo il sentiero che dal Borgo portava al villaggio più vicino; aveva da poco messo la sua famiglia su quel carro ed era pronto a tornare al nascondiglio sicuro, dove Mycroft gli aveva detto che avrebbe ritrovato tutti.

Aveva visto nello sguardo dello stregone, che Mycroft gli stava nascondendo qualcosa, ed era abbastanza sicuro che ad attenderlo avrebbe trovato soltanto una stanza vuota, ma confidava di sbagliarsi e che lo avrebbero atteso per mettere in atto il piano. Era certo che Anthea avrebbe trovato il modo di farli entrare e le capacità trasformiste di Molly gli avrebbero permesso di ingannare le difese nemiche, e lui voleva essere con loro, combattere, aiutarli, fino alla fine.

Ogni speranza fu distrutta dal constatare che la stanza dove poco prima i suoi compagni erano nascosti, era, appunto, vuota. Non poteva i correre a Palazzo, non conosceva il piano e rischiava di rischiava di mandare tutto all’aria. Trattenne un verso di fastidio e biasimo nei confronti di Mycroft, per averlo lasciato indietro ma capì che anche se era bloccato al di là dell’azione, poteva comunque essere utile.

C’era il popolo, gli onesti uomini del Borgo, che da troppo tempo vivevano una realtà ovattata, costretti a perdere valorosi figli in giro per la contea a caccia di stregoni che non avevano alcuna intenzione di nuocere alle loro esistenze. Vivevano da sempre nel timore del Re, ma era giunto il momento che anche loro facessero la loro parte e aiutassero chi li voleva proteggere e difendere: gli stregoni che  nonostante le cose atroci che le persone non magiche avevano fatto nei loro confronti, erano pronti a combattere per loro.

Radunò alcuni degli uomini più fidati che aveva e gli disse di chiamare tutti a raccolta alla Locanda della Signora Hudson; prima del tramonto avrebbero dato battaglia.


***** *****


Mary e Victor da alcuni minuti si stavano studiano, in silenzio, nella stanza del Principe. La ragazza sperava che il fratello avrebbe dato qualche segno di cedimento, qualcosa che rendesse evidente che aveva imboccato una strada sbagliata per colpa di quel Moriarty, che fosse ancora il ragazzino con cui era cresciuta.

« Victor » iniziò cauta « Perché non me lo hai mai detto che sei uno stregone? Credevi che non ti avrei capito? » chiese lei, con una leggera disperazione che trapelava dagli occhi e dal labbro inferiore, tremante di aspettative.

« Nostro padre uccideva gli stregoni » rispose il Principe, senza battere ciglio.

« Nostra madre… »

« Tua madre » la interruppe con fastidio e sdegno, perché lui non era il figlio della Regina ma di una scappatella del Re.

La Principessa sembrò ferita. Mycroft gli aveva raccontato la verità sulle origini del fratello, ma non credeva che lui potesse essere così ingrato da rinnegare la donna che lo aveva accudito «Ti ha cresciuto come fossi suo figlio, ed è stata uccisa da una strega » ribatté lei, più concitata.

« Mia madre. Quella strega era mia madre »

La verità colpì Mary come una spada « Oh, ora è tutto chiaro » affermò, parlando più a se stessa che con Victor. Il fratello che credeva di avere non era mai esistito, era solo una finzione, il loro legame di sangue contava poco o niente per lui. Aveva sperato, aveva creduto che per lui ci fosse ancora una possibilità, ma ogni secondo che passava in quella stanza con lui, capiva che la fiducia che aveva riposto nel fratellino andava sgretolandosi  « Sei già andato molto oltre, ma sei ancora in tempo per fermarti » tentò Mary, un’ultima volta.

« Perché dovrei farlo? »

« Perché se non lo fai da solo, verrai fermato »

« Riponi troppa fiducia in quello stregone, Mary » ribatté lui, leggermente più nervoso.

« Non è da solo, e sono molto più uniti e motivati di voi »

Victor scrutò negli occhi chiari di Mary, ma lo sguardo non era quello di chi stava mentendo o stava per crollare  « Se tu fossi potente come Mycroft, avresti previsto quello che sta per accadere » continuò lei, gettando lo sguardo verso la finestra.

Victor rivolse l’attenzione verso l’unica apertura sulla vita del Borgo che aveva avuto durante la sua vita. Per un attimo le sue sicurezze vacillarono e la principessa pensò davvero che sarebbe bastata quella distrazione per poterlo colpire e mettere a riposo,  ma Victor era comunque uno stregone potente, vissuto per anni nel rancore e nella diffidenza. Un gesto della mano e Mary si ritrovò a terra stordita. « Non ti credevo così stupida »

La Principessa si toccò il capo, temendo di aver sbattuto da qualche parte, ma non c’era sangue sulle sua mano. Victor non indugiò oltre, lasciò la sorella a terra e si diresse filato alla porta, per avvisare Moriarty che Mycroft stava per attaccare in qualche modo, la aprì ma fece in tempo soltanto a vedere una strana luce e cadde all'indietro.


***** *****


Sherlock e Irene si divisero, ognuno diretto verso la propria torre. La strega dell’acqua appoggiò una mano sullo stipite della porta che l’avrebbe portata verso il suo destino. Lanciò un ultimo sguardo alla sala del Trono e lasciò andare un profondo respiro, mentre osservava quello che credeva aver sempre voluto. Cercò con lo sguardo Sherlock dall’altra parte della sala e per un attimo pensò di gridare qualcosa, voleva che le dicesse esattamente cosa fare, perché lei non sapeva come comportarsi, lei che aveva sempre avuto la situazione sotto controllo.

Lo stregone non ricambiò lo sguardo, perché Jim li stava guardando e non voleva tradirsi in alcun modo, mostrando anche una piccola emozione che non avrebbe dovuto avere. Anche lui non aveva la situazione sotto controllo, non era così chiaro il piano di Mycroft, da permettergli di capire come comportarsi, per cui si limitò a seguire le direttive di Moriarty, confidando negli altri, cosa davvero difficile per lui, che per tanto tempo era stato solo, affidandosi soltanto a se stesso.

Quando giunse nel corridoio che lo avrebbe portato alla scala a chiocciola, sentì il rumore di passi felpati, qualcuno si stava dirigendo nella sua direzione. Erano passi leggeri e veloci, che sembravano essere proprio quelli di John, del suo John che non vedeva da quella che gli sembrava essere stata un’eternità. L’ultima volta si erano baciati in sogno e da allora aveva contato le ore che mancavano all'equinozio, soltanto perchè sapeva che lo avrebbe rivisto. Voltò l’angolo allegro e nervoso e accolse con un sorriso la vista dello stregone dell’acqua.

« John » esclamò abbracciandolo d’istinto « Dove sono gli altri? » chiese, leggermente stranito. C’era qualcosa di diverso nello stregone dell’acqua.

« Sherlock, ti stavo cercando » rispose il biondo, con una curiosa espressione che per un attimo destabilizzò lo stregone.

“Sta mentendo” pensò il moro tra sé, la felicità di un attimo prima lo travolse per quanto era stato ingenuo.

« Oh, Sherlock, dovresti vedere la tua faccia delusa » commentò John, un attimo prima che i capelli cambiassero colore, diventando più scuri come gli occhi, e prendesse le vere sembianze di Moriarty.

Lo stregone della terra non riusiciva a trattenersi dal ridere « Sei stato lento, Sherlock. Così lento. Credevi davvero che io potessi essere così stupido e manovrabile? »

Il moro si allontanò dallo stregone della terra, che in risposta si mise a passeggiare teatralmente in cerchio.

« Ho dovuto fare un po' di teatro. Non avevo una parte della profezia, quella che viene tramandata di Holmes in Holmes. Dal tuo sguardo, vedo che non ne sapevi niente » aggiunse ridendo.

Sherlock indugiò un attimo di troppo su quel pensiero. Tanto per cambiare, Mycroft gli aveva tenuto nascosto qualcosa di importante.

Moriarty notò l'espressione confusa dipinta sul volto del suo interlocutore e non poté che gioire nel sapere che ancora una volta era stato il più intelligente di tutti « Victor non aspettava altro che un fratello che lo capisse e che gli potesse promettere il potere; Irene era solo una pedina, una donna disillusa che puntava alla posizione sociale. E’ stato facile manovrarli e lo è stato anche con te e Mycroft; avete fatto tutto quello che mi aspettavo, ho dovuto soltanto guardarvi danzare » aggiunse con un sorrisetto e simulando una piroetta «Quasi tutto, a dire la verità. Speravo davvero di portarti dalla mia parte, ma a quanto pare ti sei accorto che il tuo cucciolo non era morto per davvero »

« Cosa credi di fare, adesso? » chiese lo stregone, preparandosi a caricare una sfera d'aria per la battaglia che si aspettava sarebe seguita a quella rivelazione.

« Questo » rispose pigramente Jim, lanciando un incantesimo che lo fece evaporare in una nuvola di fumo.


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Angolo autrice
Il mio ritardo è ancora una volta imperdonabile, ma questa parte si sta rivelando un po’ difficile da scrivere. Spero di essere stata chiara e con il ritmo giusto. Ho deciso di fare qui il taglio del capitolo perché mi sembra di aver già messo troppa carne al fuoco (e altrimenti rischiavo di non aggiornare nemmeno oggi).
Grazie a chi continua a seguire, un grande abbraccio!
   
 
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