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Autore: Yugi95    25/10/2016    3 recensioni
Immaginate di scoprire che la realtà, in cui avete da sempre vissuto e conosciuto, non sia altro che una parte di un qualche cosa di più grande. Immaginate di scoprire un nuovo mondo di cui ignoravate persino l'esistenza e che adesso è lì, dinanzi a voi, pronto a rivelare i propri segreti. La Dimensione Magica nasconde un terribile segreto, una storia così scellerata che si è addirittura voluta dimenticare. Per Bloom e le sue amiche sarà quasi impossibile risolvere il mistero. Nuovi e vecchi nemici, provenienti dalle tenebre più profonde dell'universo magico, sono pronti a colpire e, questa volta, non ne risentirà solo il corpo ma anche l'anima. Tuttavia una luce, fioca e debole, brilla nell'oscurità. La luce racchiude l'unica speranza di salvezza, ma, per poter ardere, ha bisogno di essere alimentata dai venti dell'amicizia, della fiducia e dell'amore. La battaglia finale è alle porte e l'esito dello scontro deciderà non solo le sorti di Magix ma di tutti i mondi conosciuti.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Winx
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Winx Club - Cassiopea's Chronicles'
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Capitolo IX – Le due Terre

Le Winx rimasero a bocca aperta, lo stupore e l’incredulità si erano dipinte sui loro volti. I ragazzi, allo stesso modo, si lanciarono occhiate indagatorie, volte a capire se almeno uno di loro avesse la benché minima idea di quello che stava accadendo. Elizabeth e Max, tenendosi per mano, stavano immobili e, spostando continuamente lo sguardo dal gruppo di Alfea all’anziana, aspettavano che qualcuno riprendesse a parlare in modo tale da poter avere qualche spiegazione. Camille, infine, continuava a dondolarsi pigramente sulla sua sedia, i suoi occhi erano puntati su Bloom, mentre sul suo viso si era stampato un sorrisetto di compiacimento. D’un tratto qualche cosa, posta alle spalle del gruppo, ruppe il silenzio, per la precisione fu un rumore di rametti calpestati e suole di scarpe come se qualcuno avesse iniziato a correre. Tutti si girarono di scatto per poter capire chi o cosa fosse la causa di quel rumore. L’imbarazzo e la vergogna, che provò Bloom in quel momento, furono indescrivibili: Daphne era appena passata dalla fase di delirio a quella dei conati. Di conseguenza la futura Regina di Domino si era allontanata dagli altri ed era corsa dietro ad un albero a “smaltire” tutto l’alcol che aveva in corpo. Thoren, una volta capito cosa stava accadendo, le corse dietro e da bravo marito qual era, come gli aveva suggerito Elizabeth, iniziò a mantenerle la fronte.
«Che cosa le prende?» chiese, divertita, Camille.
«Troppa torta al Whisky» fu la secca risposta di Stella.
«Capisco» replicò la donna - «Bene, dal momento che abbiamo rotto il ghiaccio: comincio io a raccontare la mia storia o mi raccontate prima la vostra?».
«Da ciò che hai detto prima, sembra superfluo raccontarti la nostra storia» rispose Musa con tono sarcastico.
«AH… non fateci caso: percepire l’essenza magica delle persone, compresa la sua provenienza, è una mia vecchia specialità» replicò Camille con una certa superficialità.
«Anche tu sei una fata?» esclamò Flora.
«Si, mia cara, o meglio lo ero molti anni fa. Il tempo delle fate e più in generale delle creature magiche in questo mondo si è ormai concluso» rispose, amareggiata, la donna.
«Camille, perché non ci hai mai detto nulla?» chiese, all’improvviso, Elizabeth.
La ragazza si sentiva tradita, aveva conosciuto Camille quando era ancora una bambina e da quel momento l’anziana era stata per lei una sorta di nonna acquisita. Le aveva sempre parlato di tutto, l’aveva resa partecipe dei suoi momenti di felicità e le aveva confidato le proprie paure più profonde. Camille fu la prima a sapere del suo fidanzamento con Max e fu la prima a conoscerlo. Elizabeth, sebbene i suoi due amici non lo avessero mai saputo, le aveva perfino raccontato dell’aggressione subita tredici anni prima nel bosco. Tuttavia, al fine di non essere presa per pazza e di non mettere in pericolo la donna, non le aveva mai detto tutta la verità. Di conseguenza l’anziana non aveva mai conosciuto Brendon, né era mai stata messa al corrente di ciò che, grazie al valido aiuto dei suoi due amici, il ragazzo facesse nella vita.
«Tesoro, non ti ho mai detto nulla per non affibbiarti ulteriori preoccupazioni. Ti prego di perdonarmi, ma lo ho fatto per il tuo bene» replicò Camille con dolcezza, per poi rivolgersi direttamente a Bloom.
«Tu sei la Custode della Fiamma del Drago, non è vero?».
«…Si… mi chiamo Bloom» rispose, timidamente, la rossa.
«Bene Bloom, se siete venute in questo posto devono esserci sicuramente dei problemi nell’altra metà di Cassiopea. Dico bene?» disse la donna con tono serio.
La Principessa di Domino rimase pietrificata. Camille non solo conosceva i pianeti che formavano la Dimensione Magica e le loro essenze magiche; ma era al corrente della storia di Cassiopea, una storia che nessuno, eccetto pochi “eletti”, avrebbe dovuto conoscere.
«Come fai a sapere di Cassiopea? Chi sei realmente?» balbettò la rossa.
«Io… Io sono una semplice anziana, che ha speso la propria vita a mantenere una solenne promessa» rispose, serena, la donna.
«Che tipo di promessa?» esclamò Aisha.
«La custodia e la salvaguardia di questo posto» replicò Camille.
«Il bosco… il bosco contiene quella piccola parte di Fiamma del Drago, che fu scambiata all’atto della divisione di Cassiopea. È corretto?» esordì, all’improvviso, Tecna.
«Corretto! Il Bosco dei Cento Petali custodisce l’unica fonte d’energia in grado di bilanciare quella della Fenice, la quale costituisce a sua volta il fulcro stesso di questa metà di Cassiopea» replicò Camille smettendo di dondolarsi.
«Eppure stando ai livelli registrati dai nostri scanner, l’energia della Fiamma della Fenice è pressoché inesistente in questa dimensione. Com’è possibile?» chiese Timmy mostrando all’anziana il proprio palmare, sul quale erano riportati tutti i dati raccolti.
Camille sorrise, tuttavia il suo era un sorriso amaro, quasi triste. La donna, a quel punto, si alzò dalla propria sedia ed invitò il gruppo ad entrare nel cottage. I ragazzi, eccetto Thoren e sua moglie ancora alle prese con i conati della ragazza, accettarono la gentilezza dell’anziana. Il gruppo si accomodò nel piccolo ma accogliente salottino del cottage. Camille si sedette sulla sua poltrona di lino rossa, mentre le ragazze presero posto su un divano a tre posti, coperto da una leggera trapunta bordeaux, dietro al quale stavano in piedi i loro fidanzati. Dopo che tutti si furono sistemati, la padrona di casa riprese a parlare rivolgendosi alle Winx:
«Prima di raccontarvi la mia storia e il motivo per cui la magia negativa è quasi inesistente in questa dimensione; desidero sapere la ragione della vostra venuta in questo mondo e da chi avete appreso dell’esistenza di Cassiopea».
Bloom incrociò lo sguardo con le sue amiche in cerca di una sorta d’approvazione, proprio come aveva fatto poco prima nel bosco. Le ragazze, seppur titubanti, acconsentirono e lo stesso fecero i ragazzi. Sky, al contrario, ripetendo una scena già vista, distolse lo sguardo dalla sua futura moglie e, senza dire nulla, si andò a sistemare in un angolino del soggiorno lontano dal resto del gruppo. Il Principe di Eraklyon era furioso sia con Bloom che con i suoi amici, non riusciva a comprendere come potessero riporre una così tanta ed incondizionata fiducia nei confronti di tutti quegli sconosciuti in una situazione così anomala e soprattutto pericolosa. La Principessa di Domino, raccolto il beneplacito dei suo amici, si rivolse a Camille e raccontò lei tutto ciò che Arcadia le aveva detto: la nascita di Cassiopea, la storia dei due custodi, Ksendras, la divisione della piccola parte della Fiamma della Fenice e il danno causato dalle azioni delle Winx. Per un istante il volto dell’anziana sembrò assumere un’espressione di compiacimento, come se tutti i problemi che Bloom e le sue amiche avevano causato alla Dimensione Magica, le facessero provare piacere e divertimento. Tuttavia nessuno dei presenti ci fece caso e in religioso silenzio tutti aspettarono che la donna si pronunciasse su quanto aveva appena sentito.
«Quindi è stata Arcadia a raccontarvi tutta la storia» esclamò Camille con tono di superficialità.
«Si, proprio lei. Per caso la conosci?» replicò Bloom.
«Un tempo… prima della divisone di Cassiopea» rispose, amareggiata, Camille.
«Aspetta, prima della divisione? Vuol dire che hai quasi…» esordì, stupita, Tecna, cercando di calcolare quanti anni avesse l’anziana.
«…quasi 698 anni» concluse, divertita, la donna.
I presenti rimasero a bocca aperta, Camille era certamente una donna sulla “via del tramonto”, ma che avesse addirittura poco meno di 700 anni sembrava un po’ esagerato.
«Se li porta bene!» sussurrò Stella per poi ridacchiare con Elizabeth.
«Come hai fatto a vivere per così tanto tempo?» chiese Musa.
«Fu per merito di mio fratello: il Custode della Fiamma della Fenice ai tempi in cui Cassiopea fu divisa» rispose Camille.
«Tu… tu sei la sorella del Custode» balbettò Flora.
«Ero la sorella del Custode. Mio fratello morì tanto tempo fa» replicò l’anziana, mentre una lacrima le scendeva sulla guancia.
«Scusami Camille, ma credo proprio che tu ci debba qualche spiegazione» esclamò, dolcemente, Elizabeth, mentre le si sedeva accanto sul bracciolo della poltrona per stringerle la mano.
«Hai ragione mia cara, allora da dove posso iniziare…» disse Camille per poi essere interrotta da Max.
«Parlaci del perché diventasti custode del Bosco dei Cento Petali e di come tutto questo si ricolleghi con la divisione di Cassiopea».
A quel punto la donna serrò la stretta sulla mano di Elizabeth e, dopo aver preso un bel respiro, iniziò a raccontare la sua storia:
«Quando Cassiopea fu divisa in due, come voi bene sapete, i Custodi, su consiglio del Drago e della Fenice, si scambiarono una piccola parte delle loro Fiamme in modo tale da bilanciare le due energie primordiali in entrambi gli universi appena creati. I custodi, a quel punto, confinarono quelle piccole parti delle due Fiamme in appositi “contenitori”. Mio fratello scelse questo bosco, mentre la Custode della Fiamma del Drago, da ciò che mi avete detto, decise di dividere ulteriormente quella piccola porzione di Fiamma della Fenice e di relegarla in quattro sub-dimensioni. Tuttavia, poiché i Custodi non erano in grado di controllare appieno il potere di una Fiamma opposta alla loro, decisero di nominare dei “supervisori”: i più potenti utilizzatori di magia positiva e di magia negativa esistenti a quei tempi. I primi avrebbero vegliato sulla parte della Fiamma del Drago presente nella dimensione della Fiamma della Fenice; mentre i secondi avrebbero controllato la parte della Fiamma della Fenice presente in quella che voi chiamate Dimensione Magica».
«Quando fu deciso tutto questo?» chiese, all’improvviso, Helia, interrompendo la donna.
«Dal momento che subito dopo l’imprigionamento di Ksendras Cassiopea iniziò a collassare, tutte le decisioni furono prese nel giro di poche ore» rispose Camille.
«Tu eri presente quando Ksendras fu imprigionato?» aggiunse Flora.
L’anziana, a quella domanda, assunse un’espressione fiera, ma allo stesso tempo velata da una profonda tristezza. I presenti erano ansiosi di conoscere il continuo di quel racconto, così senza farselo ripetere due volte, Camille riprese a parlare.
«Io, quel maledetto giorno di tanti anni fa, insieme ad altri nostri alleati, combattei al fianco dei due Custodi. Assistetti personalmente alla sconfitta di Ksendras e subito dopo alla devastazione che le nostre azioni avevano causato. Mio fratello, prossimo alla morte, mi chiese in lacrime di compiere un ultimo sacrificio, il più estremo e doloroso per il bene delle due dimensioni in cui era stata appena divisa Cassiopea. Essendo la fata più abile e potente del nostro universo seconda forse soltanto alla Custode della Fiamma del Drago, mi fu affidato il compito di vegliare sulla parte della Fiamma del Drago, che mio fratello aveva infuso in questo bosco. Quel giorno, oltre a dover dire addio al mio adorato fratellino, fui costretta ad abbandonare per sempre i miei amici, la mia famiglia, Andros… il mio pianeta natale: la vita, la mia vita così come l’avevo conosciuta ed amata cessò di esistere».
Il volto di Camille era contorto in una smorfia di dolore, dagli occhi sgorgavano copiose lacrime che le rigavano il viso. Elizabeth, visibilmente commossa, l’abbracciava forte, mentre tutti gli altri rimasero in silenzio ed immobili come statue. All’improvviso Aisha, dopo essersi alzata dal divano e aver preso dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto di seta ricamato, si avvicinò alla donna e, mettendosi in ginocchio davanti alla poltrona, glielo porse con gentilezza. Camille la ringraziò e, dopo essersi asciugata il volto e gli occhi, continuò:
«Allo stesso modo doveva essere scelta una persona abile nell’uso della magia negativa, che controllasse la parte della Fiamma della Fenice presente nell’altra dimensione. Tuttavia i Custodi non ebbero difficoltà a scegliere un supervisore, anzi ne trovarono addirittura tre. Erano tre streghe, tra loro sorelle, molto potenti, provenienti da Whisperia. Le streghe si offrirono volontarie, a patto che a tutte loro fosse concessa la possibilità si sorvegliare la parte di Fiamma…»
«Come si chiamavano le tre streghe?!» la interruppe Bloom con tono preoccupato.
«Aspetta… se non ricordo male… i loro nomi erano: Belladonna, Tharma e Liliss» rispose, con un po’ di titubanza, Camille.
«Non posso crederci! Le Tre Streghe Antenate avevano il compito di proteggere e custodire la parte della Fiamma della Fenice presente nella Dimensione Magica» esclamò, incredula, Musa.
«Le conoscete anche voi?» replicò Camille.
«Si e nel corso degli anni non hanno fatto altro che causare problemi» sbottò Stella.
«Bloom, Arcadia non ti aveva detto nulla a riguardo?» chiese Brandon.
«Niente di niente. Non sapevo neanche che esistessero dei “supervisori”» fu la sconsolata risposta della rossa.
«Tipico di Arcadia… tenersi per sé le cose più “divertenti”. Se volete vi spiego io come va a finire. Basta che non m’interrompiate più» esclamò, divertita, Camille.
«Ti prego, continua» disse Flora.
La donna, ancora con un bellissimo sorriso stampato sul volto, riprese a parlare:
«I Custodi accettarono di buon grado la proposta delle tre streghe. A quel punto sia io che loro beneficiammo di un dono, elargitoci dalle due entità stesse: l’immortalità. Ciò era necessario, affinché la nostra supervisione durasse in eterno. Il tempo ormai era agli sgoccioli, Cassiopea stava collassando. I Custodi, una volta assicurato tutto il necessario affinché le due nuove dimensioni potessero continuare a vivere in autonomia, separarono definitivamente Cassiopea a livello del pianeta Andros, ponendo come barriera tra i due universi la dimensione dov’era stato sigillato Ksendras»
«Che cosa?! La Dimensione Omega è una barriera che separa la Dimensione Magica da questo universo?» starnazzò Stella in preda al panico.
«Ne deduco che Arcadia non vi aveva detto neanche questo» esclamò Camille ridendo di gusto.
«Camille, ci sono altre cose che dobbiamo sapere?» chiese, demoralizzata, Bloom.
«Non lo so! Vediamo… ah ecco… se vi dico “Isola di Tir Nan Og”; voi cosa mi rispondete?» disse l’anziana con tono malizioso.
Tecna, a quelle parole, si ridestò dai suoi mille pensieri. La ragazza, avendo capito bene a cosa alludesse Camille e sperando di avere finalmente le tanto agognate risposte, decise di non intervenire.
«È l’isola delle fate terrestri: posto carino, ideale per una vacanza. Si trova sulla Terra, uno dei pianeti più remoti della Dimensione Magica» rispose Stella.
Elizabeth e Max si girarono di scatto verso la Principessa di Solaria ed in coro esclamarono:
«Come l’”isola delle fate terrestri”?!».
«Ci avrei scommesso! Ragazze ditemi la verità: non sapete il nome del pianeta sul quale ci troviamo. Vero?» replicò Camille sempre più euforica e divertita.
«Noi… non lo sappiamo. Non abbiamo ancora avuto modo di chiederlo ad Elizabeth e Max…» cercò di giustificarsi Musa provando un po’ di vergogna, ma Tecna la interruppe.
«Si chiama Terra. Anche questo pianeta si chiama Terra ed è molto simile a quello presente nella nostra dimensione».
I presenti, eccetto Camille, guardarono con stupore la fata della tecnologia, non riuscendo a capire come fosse possibile che esistessero due Terre e che Tecna fosse a conoscenza di questa cosa.
«Molto brava! Si vede che provieni da Zenith: tutte le migliori menti nascono su quel pianeta. Tuttavia sono convinta che tu non conosca il motivo dell’esistenza di entrambi i pianeti» disse Camille.
«Ci ho provato in tutti i modi, ma non sono riuscita a capirci niente. L’unica ipotesi che mi è venuta in mente, anche se poco plausibile, è quella della “dimensione specchio”» rispose Tecna con rassegnazione, era la prima volta che non riusciva a trovare una soluzione valida e certa ad un problema.
«No mia cara, sei completamente fuori strada. Cassiopea non fu sdoppiata ma divisa; per intenderci in questo universo non esisto copie similari di Domino, Andros o Solaria» replicò la donna con dolcezza.
«Allora perché esistono due Terre?» chiese, impaziente, Max.
Camille, a quel punto, si rivolse alle Winx:
«Voi mi avete detto che la Custode del Drago dovette dividere la piccola parte della Fiamma della Fenice, poiché insufficiente, in quattro scintille ed amplificarne il potere, in modo tale da garantire agli utilizzatori di magia negativa abbastanza energia. Dico bene?».
«Esatto» risposero in coro le ragazze.
L’anziana riprese a spiegare:
«Mio fratello intuì questa problematica ancor prima che Cassiopea fosse divisa del tutto. Tuttavia, essendo prossimo alla morte e consapevole di non poter risolvere in prima persona la situazione, decise di compiere una piccola follia. Sebbene la Custode della Fiamma del Drago fosse del tutto contraria, poiché tale azione avrebbe potuto minare la stabilità stessa della dimensione della Fiamma del Drago, mio fratello, non curandosi minimamente degli avvertimenti e delle minacce della sua controparte, con le ultime energie scagliò l’incantesimo più potente che si fosse mai visto. Sdoppiò in due la Terra: una copia rimase nella dimensione della Fiamma della Fenice ed un’altra fu spostata nella vostra Dimensione Magica. Il Custode della Fiamma della Fenice non voleva che per i suoi errori pagassero anche degli innocenti. Se non avesse agito in questo modo, le fate terrestri sarebbero rimaste senza poteri. Gli utilizzatori di magia positiva, al di fuori di questo bosco, non hanno alcuna energia e non possono usare i propri incantesimi».
«Cavolo, non sapevo esistessero magie così potenti» esclamò Aisha.
«Ciò però non spiega il perché la magia negativa sia praticamente inesistente in questa dimensione» puntualizzò Helia.
«La risposta è semplice mio caro ragazzo: per compiere l’incantesimo mio fratello non sacrificò solo sé stesso ma anche l’entità stessa. Consumò fino all’ultima scintilla della Fiamma di cui era custode; in questo modo, poiché custode ed entità sono uniti da un legame “bidirezionale”, la Fenice rimase senza forze e scomparve da questo universo, o meglio la sua presenza si ridusse al punto tale da non garantire sufficiente energia» puntualizzò Camille.
«Quindi la dimensione, in cui ci troviamo, è priva di qualsiasi energia magica» chiese Nex stupendo i suoi compagni, poiché era rimasto fino ad allora in silenzio.
«Si è così. Sono rimaste solo poche e deboli tracce di magia negativa sparse per l’universo, mentre la magia positiva è tutta concentrata in questo bosco. Tuttavia il problema più grave non è l’assenza della Fenice da questa dimensione» replicò l’anziana.
«Che cosa vuoi dire?» la incalzò Max.
La donna si fece scura in volto e, stringendo più che poteva i braccioli della poltrona, riprese a parlare:
«Mio fratello morì subito dopo aver sdoppiato la Terra. Nel momento in cui quella che voi chiamate Dimensione Omega si stava erigendo a barriera tra i due universi, la Custode della Fiamma del Drago compì un atto di tradimento nei confronti della sua controparte».
Camille s’interruppe, la sua rabbia e il suo disprezzo nei confronti della Custode
erano ai massimi livelli. Fu necessario l’intervento di Elizabeth e di Aisha, che le stavano accanto, per calmare la donna e, considerata la sua età, evitare il peggio. Una volta rasserenatasi, l’anziana fata riprese da dove si era interrotta.
«I due si erano precedentemente accordati di dividersi i “prigionieri di guerra”. Ksendras aveva infatti un esercito composto da demoni, vampiri, lupi mannari, orchi, troll e ogni genere di creatura oscura. La Custode però, approfittando della scomparsa di mio fratello, decise di trasportare tutti questi mostri nella dimensione della Fiamma della Fenice, in modo tale da non avere preoccupazioni nella vostra Dimensione Magica. Io, purtroppo, ero già stata spedita in questo luogo e non potei far nulla per evitare quell’ingiustizia. Nessuno dei nostri amici, se così si possono chiamare, intervenne e di conseguenza avendo perso il proprio Custode, questa dimensione fu condannata a vivere nella disperazione e nella solitudine»
La donna s’ interruppe nuovamente, questa volta però rimase tranquilla, mentre Aisha e Elizabeth le si stringevano dolcemente ai fianchi.
«Mi… mi dispiace Camille. Non ne sapevamo nulla» balbettò Bloom sentendosi in colpa.
«Non ti preoccupare Bloom. Ormai è acqua passata. Adesso pensiamo piuttosto ad un modo per poter salvare la Dimensione Magica» replicò l’anziana con un sorriso.
La rossa rimase colpita dall’atteggiamento della donna. Nonostante fosse stata “condannata” ad un esilio di solitudine e sofferenza in una dimensione dominata dall’oscurità, nonostante i suoi amici l’avessero tradita ed abbandonata a se stessa, Camille era pronta ad aiutare quelle stesse persone al fine di garantire la salvezza di intere popolazioni. Al fine di evitare il ritorno di Ksendras.
«È tutto inutile! Come faremo a trovare l’attuale Custode della Fenice, se nell’unico luogo dov’era possibile cercarlo quasi sicuramente non esiste?» piagnucolò Stella ripensando a tutta la fatica inutile, che lei e le sue amiche avevano compiuto.
«Non disperarti Principessa di Solaria! La Fenice perse tutte le proprie forze, ma in settecento anni sono sicura che le abbia quasi del tutto recuperate» disse Camille con tono rassicurante.
«Quindi c’è una possibilità di trovare il Custode?» esclamò, euforica, Bloom.
«Piccola… ma pur sempre una possibilità. Tuttavia, qualora esistesse un Custode, lui o lei non sarebbe per nulla consapevole dei propri poteri. La Fenice, infatti, essendo stata quiescente per tanti anni, non dovrebbe essere in grado “d’interloquire” con il proprio Custode. Di conseguenza deve essere quest’ultimo a prendere coscienza dei propri poteri e, una volta fatto ciò, a mettersi in contatto con l’entità. Solo in questo modo il Custode potrà avere pieno accesso a tutte le abilità della Fenice» spiegò l’anziana.
«Camille non è che potresti aiutarci a trovare questo fantomatico Custode? Ha per caso una traccia magica particolare? È un abitante della Terra? Se s’illumina al buio?» chiese, ripetutamente, Elizabeth sperando che la donna avesse qualche informazione utile per la loro ricerca.
«Mi dispiace Elizabeth! La Fenice incarna il caos dell’universo, quindi non esiste alcun criterio fisso per poterne rintracciare il custode. L’unica cosa, che avrebbe potuto aiutarvi, è scomparsa ormai da anni» rispose, amareggiata, Camille.
«Cos’è che avrebbe potuto aiutarci?» replicò Tecna.
«Il primo Custode della Fenice forgiò con la sua stessa fiamma un medaglione d’argento. Quest’oggetto veniva tramandato da custode a custode e, poiché era nato dalle fiamme della Fenice, soltanto loro potevano indossarlo. Il medaglione, inoltre, aveva la capacità di riconoscere anche a centinaia di chilometri di distanza il proprio proprietario e di “raggiungerlo” in automatico» spiegò la donna.
«Dove possiamo trovare questo medaglione?» esclamò Aisha rimettendosi seduta.
«Purtroppo non lo so. Mio fratello regalò il medaglione ad un suo ex-allievo, come segno di riconoscenza per avergli fornito il modo d’imprigionare Ksendras. Se solo avesse saputo, quanto fosse malvagio quello stregone» rispose Camille mordendosi il labbro per la rabbia.
«Camille… anche Arcadia mi ha parlato di quest’uomo, ma non mi ha detto nulla di concreto neanche il suo nome. Io sono sicura che tu sei in grado di darci maggiori informazioni su quest’individuo» la supplicò Bloom.
«Non capisco a cosa possano servirti queste “maggiori informazioni”. Quel vigliacco, una volta creata la dimensione-prigione per Ksendras e ottenuto il medaglione, sparì per sempre dalla circolazione» rispose, ancora piena di collera, la donna.
«Almeno il suo nome» insistette la Principessa di Domino.
Camille, seppur convinta dell’inutilità di quella richiesta, accontentò la rossa e le rispose con voce sicura:
«Il suo nome era… Acheron».
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Note dell’autore: Ben trovati a tutti!!! Lo so, lo so, molti di voi staranno pensando: «ma come, ha da poco reintrodotto Brendon, il personaggio sul quale dovrebbe puntare maggiormente, per poi non farlo comparire per ben due capitoli di seguito?? Ma è impazzito?!». Forse giusto un po’ ahahahahahahahahah. Comunque non dovete preoccuparvi Brendon tornerà presto e rimarrà in “scena” per un bel po’ di capitoli ;). Tornando invece al nono capitolo possiamo subito notare che si tratta nuovamente di un capitolo più che altro esplicativo. Camille, infatti, racconta alle Winx il vero motivo della sua presenza nel Bosco dei Cento Petali e, diversamente da quella di Arcadia, fornisce una nuova e più complessa descrizione della nascita non soltanto della Dimensione Magica, ma anche della dimensione Della Fiamma della Fenice. L’odio che Camille prova nei confronti della Custode della Fiamma del Drago ai tempi della divisione di Cassiopea è quasi tangibile. La Custode, infatti, non solo era contraria alla decisione del fratello di sdoppiare le Terre, ma aveva approfittato della morte di quest’ultimo per poter “scaricare” tutti i mali ancora presenti dopo l’imprigionamento di Ksendras sulla dimensione della Fiamma della Fenice. L’atteggiamento nei confronti di Arcadia è invece più pacato e beffardo; la donna, infatti, si diverte a sottolineare tutte le mancanze della Fata Guardiana del Regno Dorato. Le Winx, d’altro canto, durante il prosieguo del racconto, si sentono sempre più demoralizzate e sfiduciate soprattutto nei confronti di Arcadia; ma grazie alla gentilezza e alla dolcezza di Camille si riprendono e riescono a trovare qualcuno in cui riporre di nuovo tutta la loro fiducia. Il capitolo, infine, si conclude con una nuova rivelazione ed un nuovo “ponte”, concedetemi il termine, rappresentato da Acheron, che lega il passato con il futuro, o se volete la trama di questa storia con la trama del cartone XD. Un’ultima cosa e poi vi saluto; è più che altro un consiglio quello che voglio darvi. Prestate attenzione a tutti i particolari, anche quelli più insignificanti. Ciò vi sarà utile per avere sempre chiaro e ben definito nella vostra mente una sorta di filo conduttore, che vi guiderà attraverso la storia. Adesso ho proprio finito XD, vi aspetto per i prossimi capitoli.

Yugi95
   
 
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