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Autore: Elsinor    28/10/2016    7 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Guzzle che sentendo gridare la sfera la smollava subito nella prima borsa che gli capitava.

Ecco cosa mi venne in mente. A voi no?

Diedi uno strattone alla tuta come se stessi dando un colpo di scopa a un ragno gigante (similitudine presa dalla realtà, facendo le pulizie avevo incontrato non dico acromantule ma quasi).
«Ah, finalmente vedo qualcosa!» commentò soddisfatto e lievemente esasperato Alec.
Lo Specchio Gemello funzionava alla grande: la sua faccia nella cornice rotonda era chiara come lo sarebbe stato il mio riflesso.
Mi sentii molto stupido. Avevo rimosso la presenza nello zaino di quell'affare, un po' perché mi vergognavo a essermelo portato. In teoria non mi aspettavo più di vedere la brutta faccia di Alec, né tantomeno avevo intenzione di chiamarlo. Lui invece, a quanto pare, l'aveva fatto.
Mi accoccolai sulla panchina, chinandomi verso la superficie dello Specchio in modo che -mi pareva- il riflesso della mia faccia ci cadesse dentro.
«Ciao, Alec.»
«Ciao, Silas» rispose lui, sereno, guardandomi di rimando dall'altra parte dello Specchio. A giudicare dall'inquadratura non se lo stava sorreggendo vicino al viso con la mano, forse l'aveva appoggiato a una pila di libri o attaccato con un incantesimo a qualcosa, o da vero esibizionista lo faceva levitare a mezz'aria. Vedevo il suo mezzobusto dietro una scrivania che non pareva quella di casa sua, con sopra diverse pergamene e una piuma che si agitava intenta a scarabocchiare da sola. Alle sue spalle si intravedeva una sorta di bacheca coperta di foglietti e il poster di una squadra di Quidditch.
«Ti è piaciuto l'ombrello?» mi chiese, continuando a sorridere candido ma lanciandomi un'occhiata maliziosa da sotto in su. Gli avrei smontato la faccia pezzo per pezzo, ma lo preferivo così rispetto a che facesse finta di niente.
«Pensiero carino» risposi «spero di ricambiarti il favore appena ti incontro.»
«Che sollievo, temevo non volessi più incontrarmi!» esclamò, disintrecciando le mani posate sulla scrivania e afferrando una copia della Gazzetta del Profeta. Me la mostrò «Hai letto il Profeta di oggi?»
«No, ho letto Il Settimanale delle Streghe.» era vero. Me l'ero fatto prestare da Janet con la scusa dell'indirizzo di Kingsman's e tra un autobus e l'altro me l'ero letto da cima a fondo.
Alec piegò un angolo della bocca in un mezzo sorriso scettico, come se sospettasse che lo prendessi in giro.
«Be', per una volta sul Profeta ci sono cose più interessanti» svoltò il giornale per mostrarmi una pagina, quella delle inserzioni «per esempio questo annuncio su "Oggetti smarriti e ritrovati"...»
«Non ci credo.» mormorai attonito.
«...che recita "sfera del diametro di sei centimetri, in vetro, ritrovata a Diagon Alley, sul selciato di fronte alla Gelateria di Florian Fortebraccio. Lievemente scheggiata, non vi è stato praticato l'Incantesimo Riparatore per favorire eventualmente il riconoscimento. Non ha manifestato nessun potere magico. Il proprietario può reclamarla presso il seguente indirizzo...si prega di mandare un gufo, eccetera..."» borbottò le ultime parole, più che leggerle, e ributtò il giornale sul tavolo «dalla descrizione ho pensato che ricordasse la tua sfera, ma posso sbagliarmi. La tua sfera è in un posto sicuro, no?» concluse in tono falsamente conciliante. Incassai.
«D'accordo, anch'io penso che sia la mia sfera.» raccontai in poche penose parole la faccenda di Guzzle e di come avesse abbandonato la sfera in una borsa da shopping. Quando nominai Kingsman's Maghi di Classe Alec corrugò la fronte. Alle sue spalle vidi delle sagome colorate passare.
«Ehi, ma c'è gente intorno a te?»
«Per forza, sono in redazione. Tranquillo, ho i soliti Incantesimi Imperturbabili sui separé.»
«Tieni davvero per le Holyhead Harpies?»
«Non seguo il Quidditch» rispose immensamente annoiato «non sono io che attacco scempiaggini sulla bacheca.»
«Come non lo segui?!»
«Ma per piacere, è da plebei. È tutta una scusa per vendere scope, come se fossimo ai tempi di Barnaba il Babbeo e avessimo ancora bisogno di usarle...hanno inventato la Metropolvere...» agitò mollemente una mano, sospirando «...lascia perdere. Non mi va di farmi insultare di nuovo da te.»
«Non volevo farlo» ribattei a bassa voce, anche se dentro di me avevo malignamente (magari a ragione) pensato che non fosse proprio capace di volare, e per questo lo odiasse. E mi tornò in mente la battuta sul Quidditch della sorella di Alec, ma quello era un altro discorso «senti, credo di esserci andato troppo pesante, l'altra volta. Penso che tutto sommato tu sia a posto, anche se mi fai incazzare parecchio.»
«Be', grazie» ribatté Alec con un sorriso poco sincero.
«No, davvero. Senti, l'ho letto sul serio Il Settimanale e i tuoi articoli fanno un sacco ridere...in senso positivo, intendo. Si capisce che sei un tipo brillante. Fai bene a pensare di valere, anche se delle teste di cazzo come me cercano di tirarti giù.»
«Sei andato alla sartoria.» concluse Alec giocherellando con la piuma che aveva smesso di scrivere da sola.
'Fanculo.
«Ecco, vedi? Sei brillante e anche perspicace.»
«Diciamo che sei tu ad avere la capacità di dissimulazione di un troll zoppo. Sì, non ho un buon rapporto con i miei, ma un uomo della mia età credo se ne possa ampiamente fregare. Non c'è bisogno che mi commiseri.»
«Non lo stavo facendo» protestai, ricominciando ad arrabbiarmi «anzi, le tue disgrazie mi sono proprio uscite di mente quando tua sorella ha tentato di darmi fuoco.»
«Quella stronza» commentò soavemente Alec senza sorprendersi «sinceramente, non mi importa se prende fuoco la sartoria, ma se prende fuoco lei porto le salamandre da buttarci dentro.»
«Le hai davvero rubato il ragazzo?»
«"Rubare" presuppone che mi importasse di cosa fosse suo e cosa no. Lei crede che l'abbia fatto solo per farle dispetto -perché è un'egocentrica troia- ma realtà è capitato e basta» sbuffò e alzò brevemente gli occhi al cielo «Te l'è persino venuto a raccontare! La dice lunga su quanto eccitante sia stata la sua vita dai tempi dei fidanzatini a Hogwarts.»
Non commentai, così quando calò il silenzio Alec ebbe tempo per studiare la mia faccia (che in realtà non esprimeva niente di particolare). Sorrise.
«Sei geloso?» mi punzecchiò.
«Non proiettarmi addosso quello che ti piacerebbe.»
«Hai ragione. Mi piacerebbe» ribatté a sorpresa lui, abbassando gli occhi, sempre col sorriso sulle labbra «Ti devo delle scuse.»
Adesso sì che valeva la pena di osservare la mia faccia.
«Sì, sono abbastanza brillante da capire di essermi comportato male, con te. Ci ho pensato parecchio, in effetti. Si può dire che è tutto il giorno che ti penso!»
«Non c'è bisogno che mi fai la serenata, adesso» sbuffai, magnanimo «disinnesca l'ombrello e stacca quel cartello ridicolo dalla mia porta, piuttosto, così siamo pari.»
«Non posso.» Alec allargò il sorriso, divertito.
«Perché ci hai fatto incantesimi permanenti, bastardo?»
«Perché non servono a darti addosso, idiota. Sono sistemi di difesa. Magari ho tralasciato il riconoscimento del padrone di casa per l'ombrello, ok, ero arrabbiato. Ma per il resto ti dovrebbero proteggere.»
Rimasi in silenzio.
«Guarda il lato positivo» aggiunse Alec, allegro «se il tuo nemico usasse la Pozione Polisucco per camuffarsi da te, l'ombrello non si lascerebbe ingannare!»
«Davvero nessuno ci sta ascoltando, lì da te? Sono davvero imperturbabili, i tuoi Incantesimi Imperturbabili?»
«Certo, sono i miei.»
«Anch'io ti ho pensato,» sbottai «penso che non vedo l'ora che finisca questa storia, così potremo farci una scopata come si deve.»
Alec sorrise con dolcezza: «Cristallino.»
«Già, e a proposito di cristallo, quella sfera...»












Angolo dell'autrice: Bonjour finesse! Mi spiace per Silas e Alec, ma questa storia non è ancora finita. Continuate dunque a seguire e...46 recensioni? 46?! Due meno dell'anno scorso! (questa cit. la dovevo fare dieci recensioni fa, ma pazienza. Che Dudley mi perdoni!)
Visto che vi voglio molto bene, ho una sorpresa: scommetto che morivate dalla voglia di uno special di Halloween (fate sì con la testa), quindi la zia Elsinor lo ha scritto. Si intitola
Riddikulus trick ed è un'avventura scema di Silas & Guzzle, lunga cinque capitoli in tutto, ambientata prima degli eventi di questa storia. Posterò un capitolo al giorno fino ad Halloween e...potete iniziare a leggerla fin da subito!
   
 
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