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Autore: Fluke    30/10/2016    1 recensioni
Di fronte alla prospettiva dell'esistenza di infiniti universi, ne immagino uno, più gentile, dove i personaggi la cui precoce departita mi ha strappato un pezzetto di cuore, sono destinati a vivere per molto, molto tempo. Ma cosa succede quando questi personaggi sfiorano l'universo originale, quello che li ha visti vittime di un destino non meritato?
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Uccidi l'altro.

Il tipo basso e tarchiato alza lo sguardo dal fagotto che tiene tra le mani.

Guarda Cedric negli occhi, per un solo istante.

In quell'istante, Cedric si dimentica di tutto quello che gli sta succedendo attrono.

Del fatto che la Coppa fosse una Passaporta.

Del fatto che ora si trovi in un cimitero che sembra lontanissimo da Hogwarts.

Del fatto che Harry è a un paio di metri da lui, in ginocchio, e che sta strillando come se qualcuno lo stesse torturando.

Si limita a fissare l'uomo di rimando, vacuo, come ipnotizzato.

C'è qualcosa nel suo sguardo che gli fa effetto: è la faccia di una persona che è a metà tra il riluttante e l'orripilato, qualcuno totalmente arreso all'evidenza che la vita non gli offrirà mai più alcuna prospettiva di felicità .

Si tratta di un millesimo di secondo, perché subito dopo il senso di quelle parole colpisce Cedric come uno schiaffo.

Non ha comunque il tempo di reagire, perché l'uomo gli ha già puntato addosso la bacchetta.

Nel momento in cui Cedric si rende conto di quanto sia terrorizzato, l'uomo sta gridando due parole.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Boston, 2014

Cedric nasconde l'ennesimo sbadiglio nella sciarpa enorme avvolta intorno al collo. 

In lontananza, riesce a distinguere il treno per Riverside. Il che significa che il suo arriverà tra circa cinque minuti.

Che palle.

Dire che è esausto è dire poco.
Il tirocino in ospedale è molto più stancante di quanto avesse pensato: sveglia alle 5.30, alle 7.30 deve aver già timbrato il cartellino e la pausa pranzo per ora sembra un lusso che si potrà guadagnare solo tra qualche mese. E poi, fuori alle 19.30.

Cedric fissa vacuo i passeggeri del treno, che sta chiudendo le porte dopo aver raccolto nuovi pendolari, e inizia a organizzare mentalmente le cose che farà una volta arrivato a casa.

È una sua maniera per liberarsi momentaneamente dallo stress e dalla stanchezza, a cui contribuisce l'aria gelida che gli pizzica la faccia: pensare al suo minuscolo appartamentino, tanto piccolo che a stento ci stanno lui e il gatto, riesce sempre a sollevargli il morale.

Doccia, prima di tutto. Poi devo dare da mangiare a Chuck. Poi cena, ma non se ne parla di cucinare. Dev'essere rimasto qualcosa della pasta al forno di Mamma....poi The Walking Dead. Poi devo stendere la bian-

-PERMESSO, PERMESSO, PERMESSO!

La sua lista mentale si interrompe di colpo quando si sente sbalzare in avanti.

Si gira appena in tempo per vedere un uomo, piccolo e tarchiato, inciampare in una corsa disperata nel tentativo di prendere il treno, che ormai è partito. Nella caduta, un enorme plico di fogli che teneva in mano si sparge per la banchina

-Cazzo..

L'uomo si spolvera le ginocchia del pantalone e si rimette in piedi, continuando ad imprecare rabbioso sottovoce.
Cedric non può fare a meno di sentire un moto di solidarietà per l'uomo e la sua rabbia così priva di filtri. Gli si avvicina, gli accenna un sorriso e inizia a darsi da fare per raccogliere i fogli a terra.

-No, ragazzo, lascia stare, fa niente...

-Si figuri, è il minimo.

Cedric raduna a casaccio le carte, tentando di organizzarle in un mazzo ordinato, e le porge all'uomo. Coglie l'occasione per dargli un'occhiata.

Non può avere molto più di quarant'anni, ma è già quasi praticamente calvo.
Ha un viso appuntito e una pancia molto tesa, che Cedric associa automaticamente a una grande devozione per il bere.

L'uomo accenna un sorrisetto, allungando il braccio per prendere i fogli.

-Mi spiace, credo siano in disordine...

-Figurati, ragazzo! Grazie mille, davvero.

L'uomo prende dalle mani di Cedric i propri documenti. Nel farlo, gli sfiora la mano.

Si tratta di un momento, solo di un istante, ma Cedric sente di ricevere una sorta di scarica elettrica lungo la schiena: nella sua mente scatta automaticamente una sensazione intensa di disagio, del tutto inspiegabile.

È angoscia...quasi paura.

Cedric si sente all'improvviso  vagamente stordito, nauseato. Sente, come da molto lontano, il rumore di un treno in avvicinamento.

Ma che diamine...?

-Ehi...ragazzo? Tutto bene?

La vocetta acuta dell'uomo lo riporta alla realtà.

Di colpo, Cedric si accorge di essere esattamente dov'era prima: sulla banchina della metropolitana, l'uomo davanti a sé. Il suo treno sta arrivando.

-C-cosa..?

L'uomo lo guarda vagamente turbato. Cedric vorrebbe solo chiedergli di allontanarsi, gli stanno venendo le vertigini. Dev'essere un calo di pressione, niente di più.

-Sei un po' pallido...sicuro di stare bene?

C'è un qualcosa di inquietante nella sua faccia. Inquietante e patetico.

-S-sì...è solo stanchezza...

L'uomo lo guarda, corrucciato. È sinceramente preoccupato.

-Sicuro?

Cedric si sforza di accennare un sorriso, guardando distrattamente il treno, che sta rallentando. Si sente vagamente in colpa nel non voler altro che scrollarsi quest'individuo di dosso.

-Sì, sì...è solo stata una giornata pesante al lavoro. Niente di che.

L'uomo ridacchia, rivolgendogli un sorriso solidale.

-Come non capirti, eh?

Cade per un secondo un silenzio strano: l'uomo continua ad accennare un sorriso, Cedric sente il proprio scivolare dalla faccia.

Dopo un momento, torna a pensare con un attimo di lucidità. Le porte del treno si stanno aprendo, la folla inizia a radunarcisi attorno.

-Ah...devo...il treno, sa...

-Sì, sì...scommetto che non vedi l'ora di tornare a casa.

Cedric annuisce e sale rapidamente sul treno.

Si assicura di dare le spalle al finestrino per evitare un ulteriore contatto visivo.

  
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