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Autore: Gwen Chan    01/11/2016    1 recensioni
Un fandom e tre settimane per scrivere quante più storie possibili per celebrare la notte dei fantasmi. Vediamo dove arriviamo, shall we?
Presenza di AU.
Questa raccolta partecipa al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Generale, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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• Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Halloween Party - La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it!
• Numero Parole: 749
• Prompt/Traccia: “C’è un cavaliere senza testa nel tuo giardino, lo sapevi?”

If life gives you lemon ...

A Paesi Bassi Portogallo tutto sommato stava simpatico. Erano stati spesso alleati e anche nel ventunesimo secolo avevano mantenuto buoni rapporti. Sufficientemente buoni, almeno, perché Ian perdonasse ad Alfonso l'essersi presentato alla sua porta senza invito o preavviso.
"Festeggiare Halloween da soli non è divertente" aveva detto Portogallo, sulla soglia di casa sua nei suoi vecchi abiti da esploratore.
Lussemburgo avrebbe partecipato a una festa esclusiva con costumi il cui prezzo avrebbe di certo causato un attacco cardiaco ad Olanda. Belgio era stata invitata a festeggiare con Spagna e Romano.
Paesi Bassi aveva preferito declinare l’invito, adducendo impegni improvvisi, nonostante Amber l’avesse quasi supplicato e cercato di corromperlo con la sua migliore cioccolata. Invece Portogallo aveva deciso di scombussolare i suoi piani di quiete casalina. Lo aveva persino convinto a travestirsi da vampiro.
"Anche se non succhi sangue ma soldi" rise Alfonso, poggiando le dita sul vetro della finestra che dava sul giardino. La aprì, si aggiustò il cappello piumato sulla testa e si accese una sigaretta, attento a non far cadere la cenere sul prato. La passione per il giardinaggio di Paesi Bassi era nota, tanto quanto le terribili storie di chi era incorso nella sua ira per aver rotto un fiore o calpestato un prato perfettamente curato.
Perciò, vedendo qualcosa - qualcuno- muoversi nel cortile, il primo istinto di Portogallo fu di urlargli di andarsene prima che il padrone di casa si accorgesse della sua presenza. Le parole gli morirono in gola quando le luci del vialetto illuminarono il misterioso visitatore. Fermo vicino alla piccola fontanella in pietra, un uomo attendeva in sella a un destriero così scuro da essere quasi invisibile. Lo sconosciuto era alto, dal portamento fiero, avvolto in un mantello scuro, e se avesse avuto la testa questa sarebbe stata dritta è sicura. Già. Se. Perché dove sarebbe dovuto esserci il capo dello sconosciuto, c’era solo l’oscurità e il vuoto. Il cavaliere teneva le briglie strette nel pugno guantato. Il suo cavallo di pece sbuffava e pestava gli zoccoli nervosi sul terreno. Ogni tanto sollevava il muso con le froge allargate ad annusare l’aria notturna.
Portogallo si allontanò con calma dal davanzale. Non era il genere di persona che si spaventava facilmente – in tutta la sua vita aveva visto numerose cose anche più terribili – ma un cavaliere senza testa era qualcosa che non si vedeva tutti i giorni.
“C’è un cavaliere senza testa nel tuo giardino, lo sapevi?”
“È uno scherzo?”
Olanda sollevò le sopracciglia con aria dubbiosa, mordicchiando il bocchino della propria pipa lunga e sottile. “Sicuro di non aver fumato qualche allucinogeno prima di venire qui?” aggiunse, conscio dell’ambigua fama di cui godeva la propria capitale.
“Ti assicuro che sono lucidissimo. Vieni a vedere!”
Paesi Bassi sbuffò un anello di fumo perfettamente circolare, di nuovo guardò Portogallo e, vedendo che egli non desisteva, si decise ad attraversare la stanza.
“Se vuoi chiamo Arthur, il cavaliere senza testa è una delle sue leggende. Cioè, credevo che fosse una leggenda. Per sapere come mandarlo via” continuò Alfonso. Ian tuttavia gli intimò di tacere, senza voltarsi. Si sporse fuori percorrendo visualmente il proprio cortile, immacolato se non fosse stato per l’uomo a cavallo che scalpitava tra i nanetti regalo di Amber. “Cosa facciamo?” ripeté Portogallo. Nella sua voce ora si udiva una nota di paura che prima non era riuscito a nascondere. Olanda attese qualche minuto, prendendosi il proprio tempo per studiare la situazione.
“Davvero, i cavalieri senza testa sono pericolosi!”
“Non direi.”
Non c’era preoccupazione sul viso di Paesi Bassi quando si girò di nuovo verso l’amico. Al contrario nei suoi occhi brillava una luce che Alfonso aveva imparato a conoscere.
“Dimmi che non stai pensando quello che credo” lo pregò Portogallo. Gettò un’altra occhiata al giardino e al suo ospite inatteso, per poi seguire l’altra nazione nel suo studio privato. Ian prese da un cassetto un grosso foglio. “Il cavaliere non è una minaccia. Anzi, mi è sembrato spaesato.”
Poi stappò una stilografica, sordo ormai alle proteste dell’altra nazione. Nulla infatti riusciva a far tornare Ian sul pianeta Terra quando partiva per l’universo del denaro. Né un amico di vecchia data, né un essere soprannaturale di sconosciuta provenienza. Portogallo mise con discrezione Arthur sulla chiamata veloce, giusto nel caso in cui le cose si fossero messe male.

“Venite a vedere il Cavaliere senza Testa. Solo tre euro!”
   
 
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