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Autore: Zoraya    02/11/2016    3 recensioni
"L'arte è la vita, ma su un altro ritmo" (Muriel Barbery).
Sei quadri, sei one-shot per raccontare l'evoluzione del rapporto tra Lily, James e i Malandrini, le loro speranze e il loro mondo.
_DAL TESTO_
-Potresti passarmi il sale?- . Una voce pacata lo riportò, delicatamente alla realtà e James sbatté le palpebre, sorridendo ancora rivolto verso il ragazzo che aveva parlato. Aveva un’aria malaticcia, era pallido e magrolino, con la veste da mago abbastanza lisa e lo sguardo basso di una persona che si sente fuori posto ovunque.
-Ciao! Io sono James. James Potter- disse, tendendogli la saliera da una parte e la sua mano dall’altra. Il ragazzo, che sembrava sempre più imbarazzato e incapace di guardarlo negli occhi, gli strinse la mano, cercando di sorridere.
-Io sono Remus Lupin- disse, prendendo poi la saliera e arrossendo. –E lui è Peter Minus, ci siamo conosciuti sul treno- continuò poi, presentando un altro ragazzo, grassoccio, ma altrettanto timido.
-Io in treno ho conosciuto lui! E’ Sirius Black!- esclamò James, quasi saltellando sulla panca, eccitatissimo.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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SOLE NASCENTE NELLA FOSCHIA.
 
-E’ per la Evans, vero?- chiese la ragazza, senza abbassare lo sguardo. Era incredibile come riuscisse a sembrare comunque orgogliosa e fiera, nonostante le lacrime che le correvano lungo le guance bianche e giù, verso il collo. Il ragazzo, davanti a lei, si sentì ancora peggio. E lo sapeva di non averne il diritto, sapeva che non era lui qui quello che doveva soffrire, ma stava male  stesso. Alla fine Remus aveva ragione, lui non poteva stare con nessun’altra donna che non fosse Lily Evans ed era stato troppo idiota per accorgersene. Per davvero alla fine dell’anno precedente aveva pensato di poterla dimenticare e poi si era dovuto ricredere. Lei non lo guardava neanche, ma lui non poteva fare a meno di innamorarsi di più ogni giorno che passava.
-La cosa riguarda solo me ed il fatto che non riesco a non amarla, nonostante io ci abbia provato.- rispose James, alla domanda di Alexis che sorrise amara, tra le lacrime.
-E’ sempre per lei alla fine che mi stai lasciando.- gli fece notare, sentendo comunque nel suo cuore un moto di dolcezza per il suo, ormai, ex ragazzo, che non sembrava in grado di spiegarle quello che gli passava per la testa.
-Quello che volevo dire è che lei non mi ha chiesto nulla. Sono solo io che… beh…-
-Sei innamorato di lei da quando l’hai vista sul treno al vostro primo anno.- concluse Alexis, avvicinandosi per obbligarlo a guardarla negli occhi.
-Lo sapevo già che non sarebbe durata. Non sono abbastanza forte da sopportare tutte le tue presunte fidanzate ed è una fortuna il fatto che non abbiamo mai detto in giro di stare insieme, no?- chiese lei, alludendo alle varie ragazze che credevano di avere un posto speciale nel cuore del grande James Potter.
-Quelle non sono le mie fidanzate, io…- iniziò James, arrossendo di botto e toccandosi i capelli scuri con una mano. Un gesto che Alexis aveva sempre amato.
-Lo so. Sei solo molto popolare.-
-Io avrei voluto dirlo a tutti che stavamo insieme.- le disse all’improvviso James, proprio quando lei aveva pensato che volesse chiudere in quel modo tutta la questione. Adesso le aveva puntato addosso il suo sguardo, quello che usava ogni volta che doveva dimostrare che quello che stava dicendo era vero sotto ogni punto di vista.
-James, non c’è bisogno che…-
-No! Ascoltami. Tu sei una ragazza meravigliosa e non voglio che tu pensi che ti ho solo usata perché ti giuro che non è così. Sei il contrario di Lily Evans e con te speravo che sarei riuscito a dimenticarla, perché il tuo modo di essere mi faceva stare bene, in pace. Con te tutto sembrava meno spaventoso e doloroso. Ma non è un laghetto tranquillo quello di cui ho bisogno, capisci?- chiese, guardandola con determinazione. Alexis annuì, cercando di asciugarsi le lacrime. Lo aveva sempre saputo, in fondo, e James aveva rinsaldato la sua teoria.
-Tu cerchi il fuoco, quello distruttivo. Tu e Lily Evans vi siete sempre cercati, come se foste attirati l’uno dall’altra. Quando siete insieme, riuscite a tirare fuori il vostro peggio ed il vostro meglio e riuscite a farli convivere, come se fosse normale, come se gli opposti fossero nati per amalgamarsi.- gli disse, muovendo le mani davanti a sé, mentre altre lacrime lasciavano i suoi occhi.
Sei solo una stupida, Alexis. Perché se ti sei resa conto di questa cosa hai voluto provarci lo stesso? Ti sei distrutta il cuore da sola, brava, complimenti.
-Si dice che gli opposti si attraggano, no?- chiese James, imbarazzato.
-Tu e Lily Evans non siete opposti, James. Non intendevo questo. Io parlavo del fatto che voi siete in grado di vedere e accettare il bene e il male che sono in voi.- cercò di spiegarsi Alexis, grata di non sentire più le lacrime scendere. Forse quel dolore che sentiva dentro sarebbe cessato prima o poi.
-A quanto pare io funziono solo con lei.- sussurrò James, accarezzandole il volto. Si sentiva dannatamente in colpa, ma non avrebbe mai voluto che finisse così. Lui era davvero certo di poter stare con Alexis, non avrebbe mai accettato di stare con lei se avesse capito prima quella semplice verità. La ragazza gli sorrise, gli occhi già pieni di nuove lacrime eppure ancora orgogliosa e fiera, nonostante tutto.
-Scusami.- le sussurrò il ragazzo, sentendo chiaramente che avrebbe ricordato quel momento per tutta la vita. Alexis sarebbe stata un punto fermo per lui, la prova di tutti i suoi errori e della sua stupidità.
-Non devi.- gli rispose lei, voltandogli le spalle con un ultimo timido sorriso.
 
-Tutto bene, Lily?- chiese James quella sera, camminando accanto alla ragazza. Erano impegnati nelle ronde dei Caposcuola da un’oretta e lei non aveva parlato da quando si erano incontrati.
-Sì, tutto bene.- rispose laconica, senza neanche guardarlo, la bacchetta tesa e la mano ferma. Fino a quel momento non c’era stato un motivo particolare per stare così all’erta, ma lei non si era rilassata neanche un istante.
-Sei strana.- le disse, allora lui, prendendola per un polso.
-Non è niente.- rispose Lily, stringendosi nelle spalle, ma non provò a scrollarsi di dosso la mano del ragazzo e non lo minacciò di morte. Quindi  James si sentì legittimato a parlare ancora.
-E’ successo qualcosa?- chiese ancora, passandosi una mano tra i capelli e arruffandoli di più.
-Niente di nuovo.- sospirò lei, muovendo il polso ancora intrappolato nella morbida presa del ragazzo. Quando lui la lasciò andare, Lily si sedette sulle scale e riprese a parlare, fissando un punto davanti a lei, senza aspettare che lui la imitasse.
-Hanno attaccato una nuova famiglia di Babbani. Più di una, in realtà.- disse, senza alcuna intonazione particolare.
-Oh. E i tuoi?- chiese lui, saltando su come colto da un’ispirazione improvvisa.
-Stanno bene, per ora. Ma stanno cercando tutti quelli che hanno almeno un mago in famiglia, James.- sussurrò lei a quel punto, spostando i suoi occhi verdi su di lui.
-Come lo sai?- chiese il ragazzo, in un sussurro, quasi spaventato dalla possibile risposta.
-Ho fatto dei collegamenti tra gli attacchi e l’albero genealogico delle vittime. Arriveranno anche a loro, è solo questione di tempo ed è colpa mia.- sussurrò in risposta lei, guardandolo quasi in cerca di aiuto.
-Lily… io… posso parlare con i miei genitori! Loro sono degli Auror, organizzeranno qualcosa per proteggerli!- esclamò James, alzandosi in piedi e trascinandola con lui. Era incredibile come riuscisse a cambiare così velocemente il suo umore.
-Dove andiamo?- chiese la ragazza, incespicando sui suoi stessi piedi, cercando di tenere il passo di lui.
-Alla Guferia! Gli scriverò adesso.- rispose il ragazzo senza neanche voltarsi. Lily si chiese distrattamente su cosa avrebbero scritto e con cosa, ma non ebbe la forza di dirlo a James, visto che o parlava o correva. Già le stava mancando il fiato, quando lui si fermò di colpo e lei gli andò a sbattere contro.
-Ahia!- si lamentò Lily, mentre James si voltava a guardarla.
-Non sono in casa questa sera.- le disse, senza neanche avere il fiatone.
Maledetto!
-Oh.-.
Gran bella risposta, Lily, complimenti. Ma ti stai rimbambendo? Dov’è è finita la tua vera te?
-Già, quindi direi di tornare in Dormitorio, visto che è anche finito il tempo delle ronde.- disse lui sorridendo.
-Non ancora.- rispose Lily, sedendosi in terra, in mezzo al corridoio del settimo piano, la schiena contro la statua di Barnaba il Babbeo. James la imitò subito, stendendo scompostamente le lunghe gambe.
-Ho lasciato Alexis.- disse ad un tratto. Non sapeva neanche lui  perché, ma voleva farle sapere quella piccola novità. Lily si voltò a guardarlo, sorpresa.
-Che c’è?- le chiese, imbarazzato da quello sguardo.
-Credevo che fossi innamorato di lei.- rispose Lily, poggiando la testa sulle proprie ginocchia, intimamente sollevata.
-Lo credevo anche io, ma non è così.- commentò James, guardandola negli occhi.
-Stavate bene, insieme.- disse Lily, tanto per riempire quel momento di silenzio imbarazzante che si era creato. James la guardava come se volesse dirle qualcosa o farle capire qualcosa solo tramite i suoi occhi. Lui scrollò le spalle, sorridendole leggermente.
-In questi momenti bui serve una luce nella propria vita.- continuò la ragazza, arrossendo leggermente, sotto quello sguardo.
-Già, lo penso anche io.- rispose lui, avvicinandosi leggermente.
-Ma non era Alexis la tua luce.- disse incerta Lily e sembrava più una domanda che l’affermazione che voleva essere.
-No, infatti.- annuì, concorde, James. Lily rimase in silenzio ad osservare il suo volto, nella penombra delle candele. Era bello, James, ma non di quella bellezza abbagliante, in grado di colpire al primo sguardo. La sua era quel tipo di bellezza che deriva dall’avere un’anima bella. Quella che resterà per sempre.
-Il mondo sta diventando davvero un posto oscuro.- disse James, senza staccare gli occhi da lei. Non era bella neanche la metà di Alexis e questo era un dato oggettivo, ma aveva qualcosa di diverso dalle altre. Poteva sembrare banale, anzi, era banale, ma Lily aveva una luce particolare nello sguardo che si poteva cogliere solo trovandosi a contatto con lei. Come in quel momento. James socchiuse gli occhi, guardandole le labbra appena schiuse e martoriate dai denti.
-Cosa è successo, James?- chiese, però, Lily, con una voce strana. Lui si toccò i capelli e la fissò, inclinando la testa di lato.
-Ehm… Voldemort ha preso il potere?- tentò, confuso dalla domanda della ragazza. Lily sorrise, scuotendo la testa.
-Cosa è successo al ragazzino che giocava con il Boccino, appendeva gli altri al soffitto e si comportava come il padrone del Castello?- riprovò lei. Il ragazzo sgranò gli occhi, stupito. Era certo che lei non si fosse accorta di nulla!
-Gioca ancora con il Boccino ed è il padrone del Castello, ma ha deciso che appendere la gente al soffitto non dà la stessa soddisfazione di una bella Fattura Orcovolante fatta di nascosto.- rispose, con un sorriso malandrino sul volto.
-Allora non sei cambiato poi così tanto!- esclamò Lily, lieta di essersi allontanata da discorsi pericolosi e di cui non sapeva la fine.
-No, sono cambiato molto, solo che sono rimasto anche quello di sempre. Quando nasci Malandrino muori Malandrino, c’è poco da fare.- si vantò lui, con fare pomposo, maledicendosi subito dopo. Lei odiava vederlo fare così. Inaspettatamente, però, Lily Evans iniziò a ridere, buttando la testa all’indietro e lasciando che i capelli la seguissero nel movimento, riversandosi sul collo bianco e addirittura sul maglione del ragazzo che non si era reso conto di essere così vicino.
-Perché ridi? Guarda che sono serio!- la richiamò, quando il desiderio di baciarla era salito alle stelle. Non poteva, non poteva, non poteva.
-Perché sono felice che alcune cose restino come sono sempre state. Non saresti tu se non facessi qualche stupidaggine ogni tanto.- rispose Lily, con ancora il sorriso sulle labbra. Aveva voglia di baciarlo, come la sera prima. Non doveva, non doveva, non doveva.
-Non ti sono mai piaciuto io, però.- sussurrò James, senza neanche volerlo. Avrebbe voluto uccidersi l’attimo dopo, ma lì per lì quelle gli erano sembrate le parole giuste.
-No, infatti. Ma forse ero solo cieca.- lo stupì, di nuovo, Lily, guardandolo furba.
-Cosa?- chiese confuso, passandosi di nuovo una mano tra i capelli. Lily tirò fuori la bacchetta che aveva rimesso nella tasca della gonna mentre veniva trascinata via e prese a rigirarsela tra le dita, assorta e imbarazzata.
-Forse non riuscivo a vedere altro che i difetti, James. Ho perso tutti i pregi, in questi anni.- rispose, senza guardarlo e arrossendo leggermente.
-Ah.- rispose lui, inarcando le sopracciglia, non del tutto convinto.
-Magari avrei dovuto cercare di conoscerti di più prima di giudicare. Insomma, è vero che sei un pallone gonfiato che crede di essere il migliore del mondo, ma è anche vero che sei qualcosa di più e non mi ero mai accorta della tua gentilezza e di quanto sia contagioso il tuo sorriso.- cercò di spiegarsi Lily, sempre evitando il suo sguardo.
-In pratica, non sono così male.- concluse lui, sorridendo amaramente. Lily sollevò la testa.
-Non intendevo dire propriamente questo.- disse, continuando a rigirarsi la bacchetta tra le dita. Doveva tenersi impegnata in qualche modo.
-Ah, no? Allora scusa, ma sono confuso.-
-Intendevo dire che tu…-. Lily sbuffò, incapace di continuare a parlare. Come poteva dirgli che lui era diventato importante per lei? Come poteva spiegargli che lui riusciva a regalarle delle emozioni, che non aveva mai provato prima, se neanche lei riusciva a capacitarsene?
-Io…?- chiese James, inarcando ancora le sopracciglia, nella migliore espressione di confusione del suo repertorio.
-Tu devi aiutarmi.- disse lei alzando la voce. Non poteva farle quell’espressione da cucciolo indifeso quando lei cercava di non cedere e non baciarlo. Non doveva… perché non avrebbe dovuto, pero? Lui non aveva più la ragazza e le aveva detto che non l’aveva mai amata davvero, quindi, razionalmente, non c’era alcun motivo che potesse frenarla. Poteva, poteva, poteva.
E così si avvicinò a lui, velocemente, senza dargli neanche il tempo di reagire, senza darsi la possibilità di pensare che effettivamente un motivo che potesse fermarla c’era eccome. Lui poteva rifiutarla. Ma Lily Evans non aveva mai capito nulla di James Potter e questo era assodato. Il ragazzo, dopo il primo momento di incertezza, infatti, rispose al bacio, accarezzandole gentilmente le labbra con la lingua, per chiederle di approfondire. Lily dischiuse la bocca, permettendogli l’accesso. James si chiese distrattamente se stesse sognando nel suo letto a baldacchino, nel Dormitorio, ma si diede mentalmente dello stupido, perché nessuna coperta poteva essere morbida come i capelli di Lily sotto le sue dita e niente poteva essere più fresco delle sue mani sulle sue guance bollenti. E non gli importava nulla nemmeno degli occhiali che si stavano appannando leggermente. Tutto ciò che sentiva era Lily, la sua pelle sotto le sue dita, i suoi capelli che gli sfioravano il volto, il suo sapore su di sé. Lily Evans lo stava baciando! Avrebbe dovuto dirlo a Sirius.
-Che…vuol…?- borbottò James, quando si separarono per prendere aria. Aveva ancora le mani su di lei, che non sembrava per nulla dispiaciuta della vicinanza.
-Non lo so. E’ per questo che ho bisogno del tuo aiuto.- sussurrò in risposta lei, ansimando sulle sue labbra.
-Mi piaci da una vita, Lily, quindi se non sei convinta… io non credo di farcela se tu…- iniziò James, mentre cercava di respirare, la gola chiusa dall’ansia.
-Credo che tu mi piaccia, ma non ho mai…- lo interruppe lei, lasciando volutamente la frase in sospeso.
-Ok.- rispose lui, mentre un leggero sorriso gli spuntava sul viso.
-Che razza di risposta è “ok”?- chiese Lily, già inviperita, cercando di allontanarsi. Ma James la tenne ferma, stringendola dolcemente.
-Che ti aiuterò ad innamorarti di me. Anche se credo che tu abbia già fatto tutto da sola.- le rispose, con un ghigno malizioso sul volto. Lily gli lanciò uno sguardo truce.
-Guarda che se sono solo un’altra sulla tua lista, allora io…-
-Quando ho detto che mi piaci da una vita tu non stavi proprio ascoltando davvero, no?- le chiese a bruciapelo lui.
-Ma certo che ho sentito quello che mi hai detto! Non mi chiamo James- il mio ego mi impedisce di sentire quello che vogliono gli altri- Potter!- esclamò lei, sempre più indignata. James rise, sempre senza lasciarla andare, sinceramente divertito.
-Se mi avessi ascoltato avresti capito che non sei una della lista.- disse, osservando il volto della ragazza addolcirsi leggermente. La verità era che era felice, davvero felice. Lui aveva lasciato la sua ragazza e adesso le diceva che provava qualcosa per lei. Il fatto era semplice: James non era più solo il ragazzino idiota che aveva conosciuto in quei sette anni; lui era molto di più e in quei pochi mesi che erano stati amici, in quei pochi mesi in cui aveva visto James e non solo Potter, era riuscito a eliminare i sette anni precedenti. E per una volta lei non aveva paura di risultare incoerente, perché per la prima volta era anche sicura di una cosa: lei e James si sarebbero sopportati per anni. Lui era l’unico che la facesse sentire perfetta nonostante i suoi difetti.
-Abbiamo fatto proprio un casino, vero?- chiese Lily, più calma, sorridendo leggermente.
-Oh, sì! Decisamente. Questi tempi non sono proprio i migliori per innamorarsi.- le rispose James, prima di avvicinarsi nuovamente alle sue labbra per dare il via ad un altro bacio sperato da entrambi.
 
-Allora che facciamo, Potter?- chiese lei, guardandolo dal basso. Erano appena entrati nella Sala Comune deserta, senza scambiarsi quasi parola per tutto il tragitto.
-Usciamo insieme?- le chiese lui, con un sorriso allegro sul volto.
-Domani dopo colazione?- chiese di rimando la ragazza. James si chinò su di lei a lasciarle un leggero bacio sulle labbra.
-Va bene.- le sussurrò piano, prima che lei si dirigesse verso il suo Dormitorio. Lasciò passare due secondi e poi si fiondò nella sua stanza, buttandosi di peso sul letto di Sirius.
-Prongs. Sei morto!- biascicò questo, dopo aver svegliato tutti gli occupanti della stanza con un gemito.
-Ho baciato Lily Evans.- rispose James, per nulla toccato dalle maledizioni che gli stavano mandando tutti.
-Cosa?- brontolò Remus, dal suo letto, sollevandosi a sedere.
-Ho baciato Lily Evans.- rispose James, con un sorriso enorme sul viso. Sirius lo guardò male e sbuffò.
-Meraviglioso! Ha fatto un altro sogno idiota!-
-Non era un sogno! Ho baciato davvero Lily e domani uscirò con lei!- urlò James, fiondandosi sul suo migliore amico.
-No!- gemette Peter, attirando l’attenzione degli altri, perfino quella di Frank che aveva pensato di Schiantare tutti e aveva già preso la bacchetta.
-Che succede?- chiese suddetto ragazzo.
-Abbiamo perso la scommessa, Pad.- si lamentò Codaliscia, scatenando una vera e propria guerra.
-Brutto cervide cornuto! Non potevi aspettare la fine dell’anno? Adesso devo dare i miei soldi a Moony e alla Prewett, ma ti pare normale?- urlò Sirius, provando a mordere James.
-Ma che razza di amici siete? Come avete potuto puntare sulla mia disfatta? Solo Remus crede in me!- aveva strillato James, contemporaneamente fiondandosi contro il suo migliore amico. Frank aveva fatto per alzare la bacchetta, già con l’incantesimo pronto, ma nessuno di loro si era accorto del tic nervoso all’occhio di Moony.
-Stupeficium!- urlò quest’ultimo, con la sua espressione da Lupo Mannaro preferita. Frank sospirò, osservando i due ragazzi crollare sul letto di Sirius, perfettamente immobili e silenziosi.
-Sono contento per Lily e James.- commentò, rimettendosi sotto le coperte.
-Beh, era ora!- commentò Remus, stendendosi sul letto.
-Almeno adesso sappiamo chi dovrà sopportare Sirius per almeno i prossimi sessant’anni.- commentò Peter, sicuro che il ragazzo sarebbe andato a vivere da James solo per dispetto e vendetta per quella stessa sera. Remus ridacchiò, felice.
Le nuvole sono arrivate come avevo previsto, James. Ma adesso lo vedi quel sole che splende? Siete tu e Lily e la vita bellissima e piena che vi aspetta.   
 
 
NOTE:
Allora, non so da dove iniziare. Direi che in realtà nella mia mente non doveva essere proprio così, ma non sono riuscita a scriverlo meglio. Mi spiego: mi sembra che sia abbastanza superficiale e non mi piace nemmeno la frase finale di Remus, ma non riesco a fare di meglio. Ma adesso passiamo ad altro. Dunque… diciamo che in questi due ultimi capitoli ho voluto accumunare Harry e Lily. Harry, infatti, si rende conto di amare Ginny solo quando la vede con altri ragazzi, così come Lily si rende conto di amare James solo quando lui si mette con un’altra (nella mia pseudo- storia, ovviamente). Ora, Alexis. Non so se sono riuscita davvero a spiegarmi, fatto sta che lei sapeva che in realtà James non avrebbe mai dimenticato Lily, ma era innamorata di lui e credeva che questo potesse bastare. Ovviamente non è così e quando lo capisce decide di rimanere ferma nei suoi propositi e di non pentirsi di nulla. Quello che aveva fatto lo aveva fatto per amore. James può sembrare molto incoerente, perché dice di essersi innamorato di Lily e poi si mette con un’altra. Ma secondo me lo ha fatto semplicemente perché nella sua ingenuità credeva che quel sentimento così spaventoso potesse sparire. E poi, in generale, quando decide di lasciare in pace Lily, decide anche di guardarsi intorno e Alexis gli piace, ma non quanto Lily. Non so cosa stia dicendo, al momento ahahaha
Comunque, questo è l’ultimo capitolo, quindi ringrazio davvero tanto tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite ( beatrice bea, GingerAle03, M a i, martabbb, piccola kurt e _Abyss_), le ricordate (Astoria_Felicis) e anche chi ha recensito (GingerAle03, Beckyforever e  Sara_hp_forever). Spero di non aver dimenticato nessuno.
Un bacio!
P.S. ovviamente il titolo si riferisce al fatto che ci sono dei tempi abbastanza bui e in tutto questo un amore nuovo è come un sole, una sorta di speranza che permette a Lily e James di andare avanti.  
  
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