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Autore: luckie_controlofwhatIdo    05/11/2016    1 recensioni
Quando Blaine Anderson soggiornò al "Kellerman's Mountain Home" con la sua famiglia nel 1963, non si aspettava altro che giorni al sole e partite a croquet, ma quando lui e sua cugina Rachel conobbero gli istruttori di danza , i loro piani furono scombussolati. Le vacanze di Blaine in famiglia potrebbero quindi diventare il più bel momento della sua vita.Klaine Dirty Dancing .AU
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Hiram Berry, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blaine non ci pensò quando si svegliò la mattina dopo… almeno per i primi secondi.

Quando ricordò fu graduale come entrare in  una piscina di acqua fredda per poi, tutto in una volta, arrendersi ed immergersi completamente.

Era steso perfettamente immobile sul letto, facendo un inventario del proprio corpo, cercando di capire se fosse lo stesso corpo che aveva fatto tutte quelle cose.

Non avrebbe mai pensato di essere così sfrenato.

Erano state davvero le sue mani ad aver toccato così freneticamente Kurt?

Era stata la sua bocca a fare quei suoni?

Ricordare così dettagliatamente tutti gli eventi della notte precedente, servì anche a risvegliare l’interesse di qualcosa tra le sue gambe, così Blaine , riluttante, si trascinò fuori dal bozzolo di coperte che erano già piuttosto bollenti nel crescente calore mattutino.

Fortunatamente, non incontrò nessuno della sua famiglia mentre schizzava verso il bagno e , una volta dentro, chiuse la porta a chiave.

Armeggiò col dentifricio, tenendo bassa la testa per evitare di guardarsi allo specchio fin quando non fu impossibile evitarlo.

Per una frazione di secondo, Blaine non era sicuro se voleva che il suo riflesso apparisse come aveva sempre fatto o che apparisse diverso.

A parte il fatto che i suoi capelli fossero spettinati per aver dormito, era tutto uguale questa volta.

Blaine lavò i denti ed entrò nella doccia regolando la temperatura dell’acqua sul freddo.

Dopo essersi preparato , si avventurò verso la stanza principale che trovò occupata solo da Rachel , seduta su una sedia con un giornale in mano, che però non stava realmente leggendo.

Fece un passo indietro quando Rachel lo guardò perché …nonostante quello che aveva appena visto allo specchio.. era sicuro che tutto quello che aveva fatto la notte prima era scritto sul viso.

Rachel gli lanciò un piccolo sorriso e disse :

“Buongiorno”.

“Giorno” rispose Blaine, scoprendo di doversi schiarire un po’ la gola prima di continuare:

“Dove sono Hiram e Shelby?”

“Sono fuori , sotto il portico” rispose Rachel.

Blaine impallidì.

Le cose dovevano essere messe davvero male se non lo stavano aspettando tutti insieme.

“Possiamo andare a fare colazione ora che sei pronto”.

Si alzò e posò la rivista.

Blaine si lanciò in avanti fermandola , prima che potesse voltarsi verso la porta.

“Rachel” disse, abbassando la voce, “ Stavo pensando a Quinn. Se riesco a liberarmi questo pomeriggio, vorrei andare da lei per essere sicuro che stia andando tutto bene. Vuoi venire con me?”

“Vuoi dire.. non darai ascolto a quello che ha detto papà?” disse inarcando le sopracciglia.

Blaine si agitò un po’.

“Voglio solo sapere se sta bene”.

Rachel lo guardò per un lungo momento.

“Sapevi che i soldi erano per questo?” sussurrò.

Le sue parole fecero arrossire Blaine, che distolse lo sguardo, per la vergogna.

“Non sapevo che sarebbe finita così. Credevo che sarebbe andata da un vero medico”.

“Capisco” disse Rachel , ma sembrò incerta.

Blaine la guardò.

“Lo giuro Rachel. Pensavamo tutti che sarebbe andata da un vero dottore. Volevo che fosse al sicuro ed ero solo preoccupato che se non avesse avuto la possibilità di trovarne uno sarebbe finita nelle mani di qualcuno come… beh.. come quello da cui comunque è finita”.

Il volto di Rachel era ancora teso, ma aveva gli occhi spalancati e lo sguardo serio.

“Ti credo” disse.

“Grazie” sospirò Blaine, la gratitudine evidente nella sua voce.

“Nessuno lo sapeva?” chiese Rachel.

“Nessuno di noi. Lo giuro “.

La strinse tra le braccia brevemente e tentò un sorriso, anche se fu più simile ad una smorfia.

“Andiamo, okay? Siamo già in ritardo per la colazione. Non pensavo dormissi così tanto”.

Non appena disse queste parole, Blaine si sentì a disagio.

“Beh… è stata una notte molto movimentata”.

“Lo è stata” concordò Rachel, voltandosi.

“Hai visto la mia borsa?”

La colazione fu anche peggio di quanto Blaine si aspettasse.

Hiram, solitamente caloroso e allegro con la sua famiglia, fu contenuto ed ogni parola scambiata sia con Blaine che con Rachel, fu formale.

Non sembrò che avesse detto a Shelby nulla di quello che era successo, cosa che era insolita.

Shelby chiese a ciascuno di loro se ci fosse qualcosa che non andava ricevendo una bugia in risposta, tipo il non aver dormito molto quella notte ed un riacutizzarsi di un’improvvisa allergia.

Erano caduti in un silenzio imbarazzante, quando Hiram parlò.

“Allora… stavo pensando che potremmo prendere in considerazione l’idea di andar via alla fine del weekend” annunciò.

Shelby si accigliò.

“Questo weekend? Perché lo stai suggerendo? Abbiamo pagato per almeno altre due settimane”.

Rachel sembrò ancora più afflitta.

“Ma papà… Ci sarà il talent show. Volevo cantare.. Mi sto già preparando le canzoni.”

Blaine , da parte sua, non disse una parola.

Non gli era proprio venuto in mente l’idea di non avere i prossimi tredici giorni per cercare di capire esattamente cosa stava succedendo con Kurt e perché, e per questo rimase in silenzio, stordito.

Era già venerdì.

Se se ne fossero andati tra tre giorni , non avrebbe avuto tempo per nulla.

Forse avrebbe potuto vedere Kurt due o tre volte…sempre se Kurt lo avesse voluto rivedere puntualizzò una voce nella sua mente.. o forse non avrebbe più potuto rivederlo di nuovo.

Una sensazione di vuoto crebbe all’altezza dello stomaco , quindi ripoggiò il pezzo di toast nel piatto , sforzandosi di masticare ed ingoiare il morso che aveva appena dato che improvvisamente aveva il sapore del cartone.

“So che Blaine e Rachel hanno entrambi molte cose da fare per prepararsi per il college quest’autunno” stava dicendo Hiram, “ Ho pensato che due settimane in più avrebbe reso le cose più semplici . Sono sicuro che Max sarebbe disposto a rimborsarci”.

“Ma… lo show?” insistette Rachel.

Blaine vide che torceva il tovagliolo che aveva in grembo.

“Hiram.. stiamo tutti passando delle belle vacanze” disse Shelby sembrando confusa, “ Vuoi davvero che ce ne andiamo?”

Guardando i volti afflitti della sua famiglia, Hiram fece un sorriso forzato e si arrese.

“Va bene, va bene. Era solo un’idea. Restiamo se è davvero quello che volete”.

Non appena dei sospiri di sollievo arrivarono dalle persone sedute attorno al tavolo, Hiram si schiarì la gola e si rivolse a Rachel.

“Cosa vuoi cantare allo show, tesoro?”

“Beh” iniziò Rachel, sedendosi più dritta sulla sedia.

“ Stavo pensando a “I feel pretty “ o a “What would the simple folk do”. Cosa ne pensi papa?”

L’espressione sul viso di Hiram iniziò a rilassarsi un pò quando vide l’entusiasmo delle figlia.

“Credo che sembrino entrambe belle. Non vedo l’ora di ascoltare quale delle due sceglierai”.

Blaine emise un lento e lungo sospiro.

C’era ancora tempo.




Fu molto più facile di quanto pensasse Blaine riuscire a sgattaiolare per andare a far visita a Quinn.

Si aspettava che Hiram li avrebbe controllati come un’aquila, cosa che era, ma lui e Shelby avevano già programmato una partita di tennis con un’altra coppia per quel pomeriggio presto.

Non appena andarono via, Blaine e Rachel aspettarono dieci minuti abbondanti prima di dirigersi velocemente e cautamente verso la stanza di Quinn.

La trovarono vestita con abiti puliti e stesa sul letto, che era stato rifatto con lenzuola pulite.

Li salutò con entusiasmo , nonostante non si fosse alzata.

“Quinn.. ti trovo molto meglio” disse Rachel , prendendole le mani e sorridendole.

Lo era davvero, notò Blaine con sollievo.

Anche se non aveva il suo solito colorito roseo, il suo pallore era molto meno spaventoso rispetto all’ultima volta che l’avevano vista ed i suoi occhi erano luminosi e attenti.

“Grazie a tuo padre” rispose Quinn, “ Era qui stamattina, sapete. E’ un uomo meraviglioso. Grazie per averlo portato da me, Blaine.”

“Di nulla” disse, “Come ti senti?”

“Sto bene” disse Quinn con un debole sorriso, “ Starò bene”.

Blaine sentì i suoi occhi pungere.

“Quinn mi dispiace tanto.. non avevo idea…”

“Fermati” intervenne lei, “ Certo che non lo potevi sapere. Non c’era modo di saperlo. Io..” fu interrotta da un colpo alla porta che venne aperta da un sorridente Finn Hudson, prima che Quinn potesse rispondere.

Blaine notò che il sorriso sul suo volto si affievolì leggermente quando notò Blaine e Rachel .

Diede ad entrambi un piccolo cenno , i suoi occhi fissarono per un momento Rachel, che all’improvviso di agitò.

“Hey” lo salutò calorosamente Quinn, “Come sono andate le lezioni?”

“Oh..uh.. bene” disse Finn voltandosi verso di lei, “mi dispiace solo di non aver potuto essere qui tutta la mattina”.

“Va bene” disse Quinn, “Max si sarebbe insospettito se le avessi cancellate tutte. Ma hai mancato il dottor Berry.. è stato qui poco dopo che te ne sei andato”.

“Cosa ha detto?” Finn focalizzò la sua attenzione unicamente su Quinn e , con la coda degli occhi, Blaine vide Rachel accigliarsi.

Quinn faticò un po’ per tirarsi su a sedere.

“Ha detto che starò bene”.

I suoi occhi si illuminarono quando aggiunse “ E che posso ancora avere bambini un giorno”.

“Questa è una bellissima notizia, grande” disse Finn con sincerità.

Si mosse per aiutarla a sistemare un cuscino in più dietro la testa e poi tornò a sedersi , prendendo una sedia dall’altro lato della stanza.

“Allora” disse Quinn, guardando ciascuno di loro.

“Com’è andata l’altra sera?”

“Davvero bene” disse velocemente Finn.

“Si” disse Rachel, “ Non ho fatto l’alzata, ma è andato tutto bene.”

Finn inclinò leggermente la testa quando Rachel parlò, ed i loro occhi si incatenarono fino a quando Rachel arrossì voltandosi.

Blaine socchiuse gli occhi e cercò di incontrare il suo sguardo , ma Rachel si rifiutò di guardarlo.
.
Il volto di Quinn assunse un’espressione sospettosa.

“Questo è.. va bene” disse ripetendo le parole lentamente, il suo sguardo vagava tra Finn e Rachel.

Era ovvio che avrebbe voluto dire di più.

Blaine decise di farle un favore visto che aveva l’urgenza di chiedere a Rachel almeno una o due cose.

“Penso che sia il caso che andiamo” disse con finto entusiasmo, “Non vogliamo far insospettire i nostri genitori. Quinn sono davvero felice che tu ti senta meglio. Spero che possiamo tornare di nuovo presto”.

“Grazie” disse Quinn prendendosi un momento per fargli un sorriso veloce mentre lanciava un’occhiata a Finn con la coda dell’occhio.

“Ci vedremo presto” disse, abbracciando Rachel per le spalle, iniziando a trascinarla fuori dalla stanza.

“Arrivederci Quinn” disse Rachel prima di aggiungere un dolce e piuttosto prolungato “ Finn”.

Blaine aveva intenzione di chiedere a Rachel non appena fossero stati ad una certa distanza dalla camera di Quinn, ma i suoi piani furono sviati quando si imbatterono in un frettoloso Kurt sui gradini del portico.

I loro occhi si incatenarono e Blaine sentì che tutto in lui.. non solo il suo cuore, il suo stomaco o i suoi polmoni… ma tutto sobbalzò e si contrasse.

“Ciao “ sussurrò , solo che le parole vennero fuori come un soffio d’aria.

Kurt aprì bocca per rispondergli quando fu interrotto da Rachel che alzò velocemente le mani , afferrando le loro braccia con una forte presa.

“Sssshh!” ordinò.

“Rachel..” iniziò Blaine , guardandola sorpreso.

“Zitti” sbottò, guardando davanti a se, considerandoli a malapena.

Lasciò le mani dov’erano , trattenendoli.

Blaine si scambiò un’occhiata con Kurt che non fece assolutamente nulla per fermare la sensazione di calore allo stomaco.

A poco a poco percepì la voce di Quinn venire fuori dalla finestra aperta dietro di loro.

“Ascoltami” stava dicendo “ non possiamo farci coinvolgere con loro. Devi darci un freno”.

“Non è come.. “

“Finn” lo interruppe lei con voce piatta, “ lo posso vedere anche io , okay? Ed ho preso tanti antidolorifici nelle ultime venti ore. Non mi inganni”.

Si sentirono dei rumori all’interno, come se Finn stesse facendo avanti ed indietro nella stanza e poi lui sospirò.

“So cosa sto facendo, Quinn”
.
“Davvero?”

“Non lo so“ mormorò Finn , dopo un attimo di pausa, così piano che fu difficile sentirlo.

Le dita di Rachel si strinsero sul braccio di Blaine così forte da fare quasi male.

Kurt distolse lo sguardo, puntato su Blaine, fissando la ringhiera come se li ci fosse qualcosa di affascinante.

“Max sta solo cercando un pretesto per licenziarci, Finn. Saremmo già molto fortunati se non scoprirà il casino di ieri sera. Non aggiungiamo benzina sul fuoco.”

Sembrò passata un’eternità prima che Finn rispondesse.

“Forse hai ragione” .

Rachel sbuffò forte, lasciò le braccia di Blaine e di Kurt, si avvolse tra le sue braccia e continuò a scendere le scale.

Blaine la chiamò, quasi inciampando su un gradino e lei si voltò.

Il suo viso era rosso e i suoi occhi bagnati.

“No, Blaine… solo.. ho bisogno di un po’ di tempo da sola, ok?”

Blaine aggrottò le sopracciglia , abbassando la mano che aveva alzato per fermarla e guardò Rachel andar via in fretta, con la testa china e le spalle curve, facendola sembrare ancora più piccola di quello che era.

“Non hai intenzione di seguirla?” chiese Kurt facendolo sobbalzare.

“No” disse Blaine, “ Non ora. Diceva sul serio, credimi so quello che dico. La vedrò più tardi”.

Restarono in silenzio, senza guardarsi.

Erano a disagio, o almeno così pensava Blaine.

Sentiva il suo cuore battere forte nel petto mentre cercava ansiosamente, qualcosa da dire.. o almeno qualcosa che non fosse un disperato interrogatorio, iniziando da “Cosa ha significato per te” a “ Ammetteremo che è successo”.

Aveva un disperato bisogno di saperlo e prima che potesse ragionarci troppo, deglutì e chiese.

“Sei d’accordo con lei?”

Quando rialzò lo sguardo su di lui, vide Kurt accigliato per la confusione.

“Con chi?” chiese.

“Quinn” disse Blaine , la voce poco più alta di un sussurro.

“Credi che sia una cattiva idea se lo staff.. uh.. si fa coinvolgere da uno degli ospiti?”

“Oh!”

Sembrò come se gli fosse venuto appena in mente.

Spostò il peso da un piede all’altro, pensando e Blaine fu quasi sicuro di aver smesso di respirare nell’attesa.

“Penso.. che potrebbe potenzialmente essere una pessima idea”.

Blaine sentì il proprio cuore sprofondare , ma Kurt non aveva finito di parlare.

“Ma penso anche sarebbe meglio giudicare ogni situazione separatamente. Quindi.. credo che potrebbe essere una buona cosa se le ragioni fossero quelle giuste”.

Si guardarono negli occhi e sembrò loro che con quelle parole volesse comunicare molto di più.

“Oh.. bene .. questo è .. giusto” disse Blaine stupidamente, “cioè .. è un buon modo di vedere le cose.. Concordo.. anche questo potrebbe essere una cosa buona”.

Kurt sorrise leggermente ed anche Blaine gli restituì un piccolo sorriso, lasciandosi sfuggire un sospiro tremante che sciolse un po’ della tensione del suo corpo.

Poté sentire, dietro di loro, Finn e Quinn continuare a parlare di altro.

“Allora… sai che puoi affittare delle canoe giù al lago?” chiese Kurt.

Blaine scosse la testa al repentino cambio di argomento.

“Cosa?”

“Canoe. Le tengono giù alla darsena vicino al lago. L’hai vista?”

“Uh.. penso di sapere dov’è, si..”

Blaine socchiuse gli occhi e si grattò la nuca.

Kurt gli stava chiedendo di andare in canoa?

Ma poi Kurt abbassò la voce, pur mantenendo un’espressione neutrale.

“Ci possiamo incontrare li? Più tardi?”

A queste parole il cuore di Blaine batté forte di nuovo.

“Si.. cioè .. deve essere piuttosto tardi . Io e Rachel siamo ai ferri corti con suo padre. Dobbiamo cercare di appianare le cose, quindi non posso sparire di nuovo. Ma posso sgattaiolare via più tardi. Dopo che sono andati a dormire”.

Kurt annuì.

“A che ora? Non ti preoccupare di far tardi”.

“Penso che probabilmente staremo insieme stasera per passare del tempo in famiglia, quindi  andremo a letto presto… 10:30?”

“Alle 10:30 va bene. Lascerò la porta socchiusa.. solo.. entra..”

“Okay” mormorò Blaine.

Si stavano guardando in modo piuttosto sospetto ora, così Kurt distolse lo sguardo per guardarsi intorno.

Non c’era nessuno nelle vicinanze, ma c’erano alcuni membri dello staff sul portico dell’edificio di fronte ed altri in giro sul sentiero di fronte a loro.

Kurt si schiarì la gola.

“Devo andare dentro per vedere Quinn. Quindi credo che ci vediamo più tardi".

“Ci vediamo più tardi” gli fece eco Blaine mentre si precipitava giù per le scale, passandogli accanto.

Sentì l’odore del fresco profumo di Kurt e percepì il dorso della mani di Kurt sfiorargli il polso, ma non aveva idea se fosse stato intenzionale o meno.

Voleva voltarsi , per guardare Kurt fin quando fosse sparito o vedere se lo stava guardando anche lui, ma sapeva per istinto che non fosse saggio.

Invece tenne lo sguardo fisso e un’andatura costante, anche se si sentiva come se avesse potuto correre fino alla sua stanza ed avere ancora energie da bruciare.



Mentre si dirigeva verso la darsena quella sera, sentiva le farfalle allo stomaco .

Anche se aveva accettato rapidamente e prontamente la proposta di incontrarsi con Kurt di nuovo… e non poteva nemmeno immaginare di dire di no… non sapeva cosa aspettarsi e quello lo confondeva.

Non era riuscito a pensare ad altro per tutto il giorno ed era abbastanza sicuro di aver considerato ogni possibilità di cui preoccuparsi .

Aveva immaginato che Kurt avesse cambiato idea cercando di sottrarsi a quello di cui avevano parlato quella mattina presto ed avrebbe usato questa opportunità per rifiutare i sentimenti di Blaine senza mezzi termini.

Era preoccupato che Kurt volesse vederlo di nuovo solo perché Blaine era disposto… a farlo.. con altri uomini.
.
Blaine non sapeva cosa avrebbe fatto se fosse stato questo il motivo.

Non era sicuro di essere pronto a fare solo questo con Kurt, ma aveva paura che avrebbe accettato se questo fosse stato quello che avrebbe potuto avere da lui.

Ma il peggiore di tutti era il pensiero di arrivare alla darsena e di non trovarci Kurt , e Blaine avrebbe dovuto vivere il resto della sua vita sapendo che per Kurt lui non significasse nulla.

Aveva passato molto tempo a cercare di scacciare questi pensieri, ma gli restarono attaccati come se fossero attaccati ad una ragnatela.

Invece quando Blaine arrivò alla darsena.. che era un nome un po’ pretenzioso per quella che era una grande e semplice baracca.. la porta era socchiusa, proprio come aveva promesso Kurt.

Blaine entrò e la richiuse .

L’interno era poco illuminato , ma la grande porta che dava sul lago era mezza aperta e la luce dall’unica lampada all’esterno dell’edificio fu sufficiente.

Blaine poté vedere il fascino di usare la darsena per un incontro clandestino… la riva del lago appena fuori dalla porta così la possibilità che qualcuno passasse era bassa.

Blaine sbatté le palpebre cercando di mettere a fuoco gli scaffali pieni di canoe.

C’erano mensole sul muro apposto, pieni di cose che Blaine non riusciva a vedere al buio.

Ce n’erano anche accanto alla lunga e stretta panca su cui era seduto Kurt.

“Ciao” sussurrò quando vide che Blaine lo aveva trovato.

“Ciao” rispose Blaine sussurrando .

“Siediti” disse Kurt, indicando lo spazio accanto a lui.

Blaine annuì, avvicinandosi lentamente.

Quanto vicino si sarebbe dovuto sedere?

Sentì che non fosse appropriato accoccolarsi accanto a Kurt.. nonostante quello che era successo la sera prima, così si assicurò di lasciare un po’ di spazio tra loro quando si sedette.

“Sono contenta che tu abbia accettato di vedermi “ disse Kurt.

Aveva lo sguardo basso , sulle mani in grembo, quindi Blaine fece lo stesso.

“Sono contento che tu me lo abbia chiesto”.

Blaine non poté negare la veridicità di queste parole, nonostante il nervosismo.

Si sentì come se non riuscisse a trovare le parole giuste.. dal fatto che ci fossero tante cose di cui parlare.

“Vuoi parlarne?” chiese Kurt con voce appena udibile.

Blaine fece un cenno.

“Io.. mi chiedevo.. Quando lo hai capito?” chiese esitante.

“Di me o di te?”.

La risposta fu una sorpresa per Blaine.

“Beh, io volevo sapere di te” disse Blaine, “ ma ora che ne parli, anche di me”

Kurt si lasciò scappare un sospiro che sembrò quasi una risata.

“Di te? La scorsa notte.”

“Davvero?”

“Io.. se devo essere onesto , me lo ero chiesto.. ma non pensavo che sarei stato…” Kurt si interruppe bruscamente, “ Voglio dire.. non ne ero sicuro fino .. alla scorsa notte”.

“Oh!”

C’erano così tante cose che avrebbe voluto chiedere.. tipo “Quando te lo sei chiesto?” e “Perché?” e “Avresti lasciato passare tutta l’estate senza esserne sicuro”… ma non era completamente sicuro di voler sapere tutte le risposta.

“Cosa mi dici di te?” chiese invece, “Quando lo hai capito?”

Kurt restò in silenzio per così tanto tempo che Blaine alzò lo sguardo per assicurarsi che si fosse arrabbiato .

Trovò Kurt con ancora lo sguardo fisso sulle sue mani, pensieroso.

“Credo di averlo sempre saputo” disse infine “ma ho capito cosa davvero significava solo quando ho iniziato il liceo”.

“Quindi cos’è che ti ha fatto capire…”

Blaine si interruppe, non sapendo come formulare la domanda.

Kurt prese un respiro per calmarsi .

“Avevo una cotta per un ragazzo”.

Blaine non poté fare a meno di sentirsi a disagio a quell’ammissione.

“Hai mai.. detto qualcosa? Fatto qualcosa?”

Kurt prese un respiro più profondo questa volta.

“Oh dio no.”

“Ha reso le cose più difficili?”

“Ha reso difficile cosa?”

“Essere.. quello che sei. Ha reso più difficile integrarti con gli altri?” chiese Blaine.

Percepì lo sguardo di Kurt su di se, ma restò a testa bassa.

“Sono stato preso di mira un bel po’ a scuola” disse Kurt, “Ci sono molte cose di me che mi rendono diverso. La mia voce per esempio. Ma le cose sono andate un po’ meglio quando sono entrato nella squadra di football”.

“Hai giocato a football?” lo interruppe Blaine alzando la testa.

Kurt sorrise.

“Non hai detto che non bisogna giudicare un libro dalla copertina?”

“Si! Subito dopo avermi incolpato per il fatto che amo il football, come fosse una cosa brutta!”

“Non ho mai detto che fosse una cosa brutta”.

“Lo hai sottinteso!”

“Non l’ho fatto. Ho solo pensato che fossi il tipo di persona che piace il football. Ed avevo ragione”.

“Mentre dimenticavi di dire che anche a te piace il football”.

“Beh.. non è proprio vero. Non amo il football, ma non lo odio nemmeno” disse Kurt scrollando le spalle.

“Il nocciolo della questione è che posso calciare una palla ad una distanza di 60 yards. O potevo comunque.

Non sono nemmeno un cattivo punter * all’occorrenza.

Ero il migliore di tutti a scuola e questo mi ha aiutato.

Saresti sorpreso di come le cose cambino quando sei capace di calciare dei colpi vincenti con uno o due calci piazzati .

Sono anche uscito con una cheerleader grazie a questo”.

“Una ragazza?” chiese Blaine, sentendosi ridicolo non appena queste parole uscirono dalla sua bocca”.

“Si una ragazza. Si chiamava Brittany ed era molto dolce. Non penso comunque di essere stato davvero il suo tipo. Lei di sicuro non era il mio.”

“Ma perché..?”

Kurt si piegò leggermente su se stesso , la spensieratezza svanita.

“Ha reso le cose più facili per un po’. Eravamo amici, più o meno.

Ci siamo divertiti insieme.”

“Capisco” disse Blaine.

Si chiese se avrebbe fatto qualche differenza se fosse uscito più di un paio di volte con le poche ragazze che gli aveva presentato Rachel durante gli anni.

Forse Mary Alice.. era stata la più carina, e se fosse uscito con lei, l’avrebbe accompagnata spesso in giro; non si sarebbe perso tante feste , tanti balli e tanti pomeriggi in gelateria.

“Blaine?” chiese Kurt, “ è stato… difficile per al liceo?”

“Di certo non sono triste che sia finito” rispose , odiando , immediatamente, il tono amaro nella sua voce.

“Mi dispiace” disse Kurt discretamente.

Blaine si pentì di aver dato una così superficiale risposta, visto che Kurt era stato così esplicito e che quindi meritasse delle migliori spiegazioni.

“Il liceo non è stata la cosa più facile per me” iniziò, “ Non mi sono mai sentito integrato, almeno non al McKinley.

Sai che i miei genitori sono morti. E’ successo poco prima degli esami finali del primo semestre del mio secondo anno .

Ero alla Dalton allora, a Westerville.

Non ho fatto i test e non ho avuto la possibilità di tornare per finire l’anno.

L’autunno dopo ho iniziato di nuovo l’anno al McKinley.

Quindi quando arrivai li ero lo studente appena trasferito, ed ero più grande di tutti in classe oltre ad essere il cugino di Rachel.”

Kurt ridacchiò .

“E questo sarebbe un punto a tuo sfavore?”

“Per molte persone, questo non era un punto a mio favore.

Poi lei non sapeva che alla fine mi sarei trasferito, quindi aveva parlato di me con molte persone.

Ha parlato di me per anni”.

“Di..” Kurt non finì la domanda, ma dal tono Blaine riuscì a capirne il significato.

“No! No.. lei non lo sa. Nemmeno io lo sapevo a dire il vero. No.. io..” Blaine deglutì.

Era già arrivato così lontano.

Quanto poteva diventare brutta la situazione se Kurt avesse saputo tutta la verità?

“Sono nato nelle Filippine. Io sono… mezzo bianco” concluse velocemente.

Non era le parole che usava di solito, perché erano troppo forti e spiacevoli quando le diceva.

“Rachel diceva questo agli altri?”

La voce di Kurt aveva un tono incredulo, quasi arrabbiato.

“Oh no! Cioè.. si ma non con cattiveria” disse subito Blaine.

Guardò Kurt che aveva un’espressione dura sul viso.

“Rachel è sempre stata davvero affascinata da quello che mio padre e suo padre avevano fatto durante la guerra.

E’ così orgogliosa di loro che quasi li venera.

Quindi raccontava a tutti le loro storie, come le conosceva, per così tanto tempo.

Non poteva in alcun modo sapere che questa cosa potesse crearmi problemi.

A lei non importa che io non sono .. di qui!”

Quando Blaine si azzardò a lanciare un’occhiata a Kurt vide che il suo volto era più rilassato e che non lo stava giudicando, vide solo …una curiosità crescente.

“Vuoi parlarne?” chiese Kurt.

“Non c’è molto di cui parlare, in realtà

Mio padre era nelle Filippine durante la guerra.

Si sono incontrati, sposati ed hanno avuto me.

Ma ai GI* che si erano sposati oltreoceano non era permesso portare le loro mogli con loro negli Stati uniti fin quando la guerra non fosse finita.

Sono arrivati qui quando ormai avevo tre anni e mezzo “.

“Ti ricordi qualcosa? Del vivere li intendo”.

Blaine non poté nascondere lo stupore… Kurt smetterà mai di sorprenderlo?

Non aveva reagito a questo aspetto della sua vita come si era aspettato.

“Solo vagamente. Frammenti .E quando siamo arrivati qui, tutto quello che mia madre voleva per noi era essere considerati americani, quindi non me ne parlava mai molto.

Non ha mai nemmeno cucinato qualcosa di filippino.

Comprava solo Wonder bread*, per la miseria.

Mi sento come.. come se avessi perso una gran parte di me e non posso nemmeno più chiederglielo”.

Con un sussulto si rese conto di aver divagato di nuovo, o meglio.. di essersi sfogato.

“Scusa”.

“Blaine non ti scusare” disse Kurt severamente, avvicinandosi a lui, “Ci deve essere un modo per saperne di più se vuoi. Forse su qualche libro puoi trovare qualcosa”.

“Un giorno” disse con calma Blaine, “Non sono ancora pronto, ma spero di esserlo un giorno”.

Il tocco caldo della mano di Kurt sulla sua spalla lo fece sussultare, ma Kurt gliela strinse leggermente in risposta.

Poi, sorprendendo Blaine, fece scorrere la mano giù per il braccio fino a prendergli la mano con una stretta leggera ma ferma.

“Lo spero anche io” disse, “ e mi dispiace che le persone ti abbiano fatto stare male solo perché eri leggermente diverso”.

Blaine riusciva a malapena a rispondere; sopraffatto , improvvisamente, dalle emozioni e da qualcos’altro.. una sensazione di calore che sentì nello stomaco quando Kurt aveva preso la sua mano che veniva attraversata da scosse di elettricità ogni volta che Kurt la accarezzava col pollice.

“Direi che sono molto diverso.. ma ..grazie” riuscì a dire.

“Beh” rispose Kurt con tono scherzoso, “ Essere diverso può essere molto bello.

Pensa quanto noioso sarebbe il mondo se tutti ascoltassero Jan e Dean * e nessuno ascoltasse Etta James.”

Nonostante il nervoso e tutte le emozioni che stava provando, Blaine ridacchiò.

“Stai cercando di dirmi che non ti piace “Surf city”?”

“Ti assicuro che non mi importa nulla se ci sono due ragazze per ogni ragazzo” disse altezzosamente Kurt.

Blaine spalancò la bocca prima di ridere sorpreso e Kurt gli strinse la mano.

Erano molto più vicini di quanto Blaine ricordasse.. di quanto lo erano stati quanto Blaine si era seduto.

“Inoltre non è “Surfin’ Usa”. Ma.. d’altronde cosa lo è?”

Blaine non poté fare a meno di sorridere, sentendosi quasi esplodere per la gratitudine perché si sentì rilassato.

Non aveva idea di come avesse fatto Kurt, e così velocemente poi… fu qualcosa di più di semplici battutine.

Il suo cuore era leggero, ed anche se stava già battendo forte per il sorriso di Kurt, riuscì a trovare il modo di accelerare ancora quando Kurt eliminò definitivamente la distanza tra loro , premendo le loro gambe tra loro, dalle anche al ginocchio, e lo baciò.

Il loro bacio fu dolce, lento e voluto, completamente diverso dai baci che avevano condiviso la sera prima e sembrò avere un significato diverso.

Si prese il suo tempo, succhiando leggermente il labbro superiore di Blaine poi quello inferiore, senza muoversi per toccarsi da altre parti solo dove già si toccavano.

Blaine strinse di più le loro mani unite , poggiate nel punto dove le loro gambe si toccavano.

Si sporse in avanti per inseguire tutte le sensazioni che quel bacio gli stava donando, quando Kurt si allontanò , separando le loro bocche con un dolce suono.

Col respiro affamato, Kurt appoggiò la fronte su quella di Blaine.

“Essere diversi può essere bello” ripeté, sussurrando questa volta.

“Davvero bello” mormorò Blaine.

Kurt poggiò la mano libera sulla guancia di Blaine e riunì le loro labbra di nuovo.

 
 

NOTE

Punter = Il punter (P) o Kicker nel football americano è il giocatore che calcia per allontanare la palla il più lontano possibili dalla propria end zone quando generalmente tre dei quattro tentativi per ottenere il down non sono andati a buon fine.
G.I. è un acronimo utilizzato per descrivere i soldati dell'Esercito degli Stati Uniti d'America e degli avieri dell'Aeronautica Militare Americana.
Wonder bread= è il pane che si usa per i toast, tipo il nostro pancarrè.
Jan & Dean è stato un duo rock and roll formato da William Jan Berry (3 aprile 1941 – 26 marzo 2004) e Dean Ormsby Torrence (10 marzo 1940).
Il loro stile musicale apparteneva alla "surf music", genere che fu ripreso e reso popolare in seguito dai Beach Boys.
https://www.youtube.com/watch?v=xjwFsS_vmnY ..qui potete ascoltare, se volete , Surf City.
Etta James, nome d'arte di Jamesetta Hawkins, soprannominata occasionalmente Miss Peaches (Los Angeles, 25 gennaio 1938Riverside, 20 gennaio 2012), è stata una cantante statunitense jazz, blues, rhythm and blues e gospel.
La sua canzone più famosa è “At last”.  https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DS-cbOl96RFM&h=qAQH3LaqB.. Qui se volete ascoltare ( il kledding.. OMG..)


http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1110651
   
 
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