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Autore: TheManiae    05/11/2016    6 recensioni
Sono passati Venti anni dall'ultima sfida affrontata dai pony di Equestria.
Venti anni in cui le principesse hanno governato in pace e armonia.
Venti anno nei quali ognuno è andato avanti con la propria vita, incontrando pony nuovi e dicendo addio a persone care.
Ma un destino amaro sta per abbattersi su Equestria.
E tutto gira attorno a un cristallo e a un piccolo unicorno.
[Spoiler sul finale della sesta stagione]
[Presenza Autori]
Genere: Azione, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Io, mia sorella e mia cugina stavamo camminando lungo il corridoio che portava alla sala d'allenamento, eccitati per lo scontro che sarebbe seguito tra pochi minuti.
"Sarà fantastico!" Urlò Roxy saltellando. 
"Già, non vedo l'ora di stracciare il mio cuginetto." Disse Giuly sorridendo, e la guardai divertito.
"Ti avverto che anch'io sono migliorato, quindi non aspettarti che sia facile come pensi." Risposi, e ci fissammo con aria di sfida. Che volete farci, ogni famiglia ha una rivalità.
Mentre passeggiavamo però, le due avanzarono di qualche passo davanti a me, e lo sguardo mi cadde sui simboli sui loro fianchi.
Quello di Giuly mostrava una pergamena sulla quale scriveva una penna arcobaleno. Era sempre stata una puledra amante della scrittura, e spesso mi sottoponeva alle letture delle sue cosiddette 'Fanfiction' su strane creature dette 'Umane'. Aveva una fantasia smisurata.
Quello di Roxy invece mostrava un paio di scarpette rosa da ballerina incrociate a formare una X. Ricordo che lo ottenne quando era ancora piccola: Spesso la trovavamo in piedi che danzava sul letto, e quando provò a imitare una famosa ballerina di Canterlot apparve il cutiemark.
Sospirai, fissando con la coda dell'occhio il mio fianco: Nero, come il resto del mio manto. Non ero ancora in possesso di un cutiemark, di un destino.
"Eccoci."
La voce di Giuly mi risollevò dai miei pensieri, e seguendo le due entrai nella sala d'allenamento. Rimasi stupito.
Era un'immenso salone diviso in 3 arcate di grosse colonne, col pavimento fatto di piastrelle bianche con venature color ghiaccio: L'Orlov, l'unico materiale immune a ogni tipo di magia. Alla nostra destra c'erano varie librerie piene di enormi volumi e pergamene, protetti da un vetro spesso per evitare incidenti, mentre a sinistra si stagliavano le perenni vetrate del castello che illuminavano la sala. Infine, la centrale aveva un area rialzata di un gradino, sui quali i combattenti si mettevano per lottare, con 4 pilastri di Arkanum, una pietra scura che assorbiva ogni magia.
"Wow...." Restammo tutti e tre a bocca aperta. Era un posto meraviglioso.
"Forza, andiamo." Disse Giuly, ed entrammo.

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Il sole non era nemmeno sorto, quando Applejack si svegliò. Aprì gli occhi in un secondo, e come un automa si alzò senza ombra di stanchezza. Stiracchiò gli zoccoli possenti e fece scrocchiare le ossa del collo.
"Mhhh..."
Un lamento sordo la fece voltare. 
Nel lato opposto del letto, giaceva una pegaso dal manto ciano nascosto dalla coperta bianca, con una criniera selvaggia multicolore semicoperta da un cappello da cowboy . Era poggiata su un fianco, con la testa rivolta verso la parete con un'aria serena. Applejack la trovò dolcissima e risalì sul letto, avvicinandosi e baciandola sulla guancia.
"Buongiorno..." Mormorò dolcemente la pony, mentre un sorriso si disegnava sul muso della pegaso.
"Buongiorno a te..." Mugugnò quest'ultima appena svegliatasi, voltandosi e baciando la bionda sulle labbra. Poi le mise gli zoccoli e la strinse a se.
"Non andartene, voglio tenerti vicina..." Si lamentò Rainbow Dash come una puledrina, facendo ridacchiare la pony.
"Lo sai che devo andare." Rispose lei a malavoglia, liberandosi dall'abbraccio e prendendo il cappello. 
"Uffa..." Mormorò triste la pegaso, e Applejack sorrise. Si avvicinò all'orecchio della compagna e sussurrò qualcosa, e Dash sorrise, mentre le guance diventavano rosse.
"A dopo." Disse infine la pony, alzandosi e uscendo dalla porta con in testa il fidato cappello.



La mandriana cercò di muoversi il più silenziosamente possibile lungo il corridoio della casa, evitando di far scricchiolare le vecchie assi di legno del pavimento. Applebloom probabilmente stava ancora dormendo nel suo letto, e non aveva intenzione di svegliarla. Anche dopo tanti anni era troppo gentile con sua sorella.
Avanzò lentamente verso la porta del bagno, e appena entrata si guardò allo specchio. 
La criniera era completamente disordinata, molto più del solito, mentre il manto arancione odorava ancora di sudore e di altri odori molto meno innocenti. Applejack divenne rossa ripensando alla notte precedente passata assieme alla sua pegaso.
"Mi serve una doccia." Pensò scuotendo la testa per scacciare quei pensieri, e la doccia era un modo perfetto per calmare mente e corpo.
Alzò il rubinetto, appoggiò il cappello sul cassetto e si sistemò sotto il getto caldo. La criniera si riempì d'acqua all'istante, cadendo verso il basso come i rami di un salice, facendo colare gocce trasparenti a terra. 
Lo scrosciare dell'acqua impedì alla pony di sentire il suono della porta che si apriva, e sussultò quando un corpo premette dietro la schiena e un paio di zoccoli ciano la cinsero in un abbraccio.
"Dashie? Da quando ti svegli così presto?" Domandò la pony arancio sorridendo.
"Da quando ho trovato la mia pony speciale." Rispose l'altra dandole un bacio sulla guancia, ed entrambe sorrisero. Fuori, davanti agli occhi di tutti, si comportavano come le rivali di sempre, lanciandosi battute, sfide e guerre di botta e risposta. Ma quando erano sole, con la sola compagnia dell'altra, diventavano estremamente tenere l'una con l'altra. 
La pegaso restò abbracciata all'altra, con la testa poggiata sulla spalla e cullandosi con la sua presenza. Sotto il pelo avvertiva i muscoli della compagna, che con la sua forza le dava un senso di sicurezza e protezione mai provati, anche se non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
"Dai Dashie, devo andare." Mormorò la mandriana cercando di uscire da quell'abbraccio, anche se le piaceva da matti.
La risposta dell'altra arrivò in pochi istanti. Passandole davanti, premette le labbra contro quelle della pony, e quest'ultima, dopo un breve istante di sorpresa si arrese, ricambiando con la stessa passione.



Dopo una quarantina di minuti di acqua e tenerezza, le due uscirono dalla stanza con un sorriso colpevole stampato sul volto. Scesero le scale ed entrarono in cucina, trovando la tavola apparecchiata e Big Mac che stava bevendo un boccale di sidro.
"Finalmente vi siete decise a scendere." Esclamò seccato il pony rosso. Probabilmente le aveva aspettate per un po'.
"Scusa fratello." Disse Applejack grattandosi il retro della criniera con lo zoccolo, che ora pendeva verso il basso in una lunga treccia, mentre un ciuffo ribelle ne copriva l'occhio destro.
"Non fa niente." Mormorò lo stallone dirigendosi verso la porta. "Ma per favore, adesso non usate anche il tavolo, ci mangiamo sopra." Aggiunse facendo l'occhiolino, e mentre usciva ridacchiò nel vedere le due col viso più rosso del suo manto.
"Tuo fratello a volte è peggio di me." Disse Rainbow Dash, ed entrambe ridacchiarono divertite.
"A volte. Ma ammettilo, ci stavi pensando." Disse Applejack sorridendo, e la pegaso guardò in alto per evitare quello sguardo.
"Chi io? Nah... Però sarebbe un idea interessante." Esclamò sorridendo, e la mandriana si diede uno zoccolo in faccia.
"Sei terribile lo sai?" 
"Cosa? Che ho detto?" 



Passarono alcune ore, e il sole arrivò nel punto più alto del cielo azzurro quasi nel momento stesso in cui le mele dell'ultimo albero caddero nel cesto sotto il colpo di zoccoli di Applejack. 
La mandriana si passò uno zoccolo nella criniera bagnata di sudore, e osservò il gruppo di alberi che aveva appena ripulito, pensando alle tre dozzine di casse riempite di succosi frutti rossi. In alto la sfera dorata illuminava la zona circostante, colorando l'intero meleto.
"Wow, che caldo." Mormorò passandosi lo zoccolo sulla fronte umida. "L'estate si avvicina."
Caricando l'ultima cassa della mattina sul carretto, iniziò a trainarlo verso casa, sperando di raggiungerla all'ora di pranzo. Osservando attorno a lei, vide le colline circostanti piene di alberi e di pony intenti anch'essi a raccogliere mele per la sua azienda.
Già. Quando la povera Granny Smith era passata a miglior vita, Applejack aveva preso le redini della fattoria di famiglia, ed aveva fondato un'azienda agricola in collaborazione a due vecchie conoscenze degli Apple: I gemelli Flim e Flam.
Assieme a loro, la coltivazione di mele e la produzione di sidro erano aumentate del quadruplo, e le importazioni giungevano a ogni angolo di Equestria e perfino nell'Impero di Cristallo. E, grazie alla sua influenza nel duo, aveva impedito che i gemelli cadessero nella brama di potere e denaro, e rendessero il frutteto una fabbrica.
"Applejack! Il pranzo è pronto!"
La giumenta sentì il fratello chiamarla, suonando la campana dei pasti, e aumentò la velocità, temendo la sorella bevesse tutto il latte.



Rainbow Dash passeggiava lungo la pista di volo a passo lento, osservando la lunga fila di cadetti sull'attenti davanti a lei.
Ricordava ancora il giorno in cui lei stessa era tra le fila di quei pegasi che agognavano per un posto nel corpo dei Wonderbolts, e adesso invece era la Stormwind, la comandante della squadra.
"ALLORA PICCOLI PEZZI DI STERCO, SIETE QUI PER UNIRVI AI WONDERBOLTS ESATTO?" Urlò con tono militare Rainbow. Se non fosse stato che doveva apparire seria avrebbe riso tenendosi la pancia. La divertiva troppo fare la parte della comandante stronza.
"Si signora!" Esclamaronò i pegaso all'unisono portando lo zoccolo alla fronte.
"Ah si? Lo vedremo subito." Disse avvicinandosi, poi con lo zoccolo indicò un pony. "Tu! perché vuoi essere un Wonderbolts?"
"Per essere un eroe!"
"Mh..." Mormorò la pegaso ciano. Tutti vedevano quella squadra come degli eroi, ma erano anni che non affrontavano una vera minaccia.
"Invece tu?"
"Essere famoso!"
Questo non lo commentò nemmeno, passando al prossimo. Ma ognuno diceva qualcosa di simile: Fama, successo, eroismo, prestigio e altre sciocchezze simili. E sospirando, indicò l'ultima della fila.
"E tu perché sei qui?"
"Per superare il limite signora!"
Questa risposta era del tutto inaspettata, e Rainbow non capì subito.
"Uh? Che intendi?"
"Fin da piccola ho voluto superare i miei limiti e raggiungere la perfezione aerea. Spero di raggiungerla allenandomi con i più grandi aviatori d'Equestria." Rispose il cadetto, e la comandante lo fissò.
Era una comune pegaso dal manto verde oliva, con una criniera corta a boccoli bianchi e rosa. Sul fianco portava quella che sembrava una fenice grigia dalle ali infiammate che formava una spirale, mentre gli occhi erano azzurro ghiaccio. Doveva avere all'incirca vent'anni.
"Come ti chiami ragazza?"
"Mirage, signora."
"Mirage..." Mormorò la pegaso avvicinandosi e fissandolo negli occhi. "Mi aspetto grandi cose da te." Sussurrò sorridendo, per poi riprendere il suo aspetto da comandante seria.
"Ogni scusa è buona vero? Fatemi 50 giri di campo! Scattare!"
L'aria venne spazzata dal vento prodotto dalle ali dei pegasi, mentre una figura si avvicinava a Rainbow Dash, che fissava i cadetti volare lungo il campo.
"Vedo che hai trovato un'allieva."
"Tu dici?"
"Mi ricorda me quando eravamo cadette. Sempre a mettersi alla prova."
"Già...." Mormorò Dash fissando la figura accanto a lei. Era una pegaso dal manto acquamarina, con la criniera e gli occhi dorati, con un fulmine bianco sul fianco circondato da piccole sfere gialle. "Anche se quella volta hai fatto un casino pazzesco Dust." Aggiunse ridacchiando.
"Ancora con quella storia? Non cambierai mai Dash."
"Dovrei?"
"Nah, poi nessuna starebbe alla mia altezza." Disse lei sorridendo sicura.
"Ah si? Facciamo a chi pulisce prima il cielo?"
"Ci sto."
In meno di un battito di ciglia, le due erano svanite, e l'unica traccia della loro presenza erano due scie, una arcobaleno e una dorata, che sparivano verso il cielo nuvoloso, che iniziò rapidamente a rischiararsi dalle nubi.








Angolo del Sangue Nero
La cosa divertente?
Dico: Alle 18 pubblico
Bum. Blackout
Va beh.
E, giusto per chiarire.
Questa storia avrà ancora storie tipo Dash/Aj nella doccia.
Ovviamente non mostrerò nulla, o la facevo rossa.
Ma se siete personcine impressionabili anche solo dalle battute, beh, leggete a vostro rischio :3

-La Follia mi scorre nelle vene


   
 
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