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Autore: I_love_villains    06/11/2016    0 recensioni
Fic scritta rolando con AnnyWolf99.
Jareth ha bisogno di una regina e il destino gli darà una mano a trovarla, facendo passare a lui e alla sua amata momenti felici o tristi, sicuramente intensi.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jareth era comodamente acciambellato sul suo trono, incurante del baccano che facevano i goblin. Fissava con intensità una sfera. Al suo interno una ragazza con lunghi capelli castani e grandi occhi verdi passeggiava per un bosco, godendosi la pace che vi regnava.
Dodici anni” pensò il sidhe. “Ancora così giovane ... ma se aspetto ancora si scorderà di me. In fondo non devo essere uno sconosciuto per la mia regina. Gli sarò prima amico, così si innamorerà. Sono un genio!
Presa la sua decisione, Jareth si teletrasportò nel bosco.
Ruby procedeva con calma lungo il sentiero. Ad un tratto scorse qualcosa di brillante e si fermò. Una sfera rotolò fino ai suoi piedi, poi tornò indietro e saltò nella mano del re di Goblin.
“Ciao” la salutò Jareth.
“S- salve” fece lei, disorientata.
“Ti ricordi di me?”
“V- va- vagamente.”
“Ma come sei timida” osservò il sidhe con un sorriso.
Ruby si guardò la punta delle scarpe, senza replicare.
“Da piccola non lo eri” proseguì lui.
“Si cambia.”
“Mh … ma credi ancora nei goblin?”
“Certo; sono creature fantastiche oltre che vere!”
“Mi fa piacere che la pensi così.”
“Grazie … vostra maestà” gli sorrise la ragazza, alzando finalmente lo sguardo.
“Ora sì che ricordi” si compiaque Jareth.
“Come potrei dimenticare?”
“A molti succede …”
“Solo perché non capiscono quanto queste cose, seppur strane, siano straordinarie.”
“Vuoi visitare il mio regno?”
“Se mi prometti che potrò tornare a casa” esitò lei.
“Ma certo. Non hai detto la formula.”
Jareth le tese la mano. Ruby gliela prese timidamente e in un attimo si ritrovò nel castello dove otto anni prima era stata rapita.
“Non è cambiato” si stupì.
“È fatto per durare.”
Il re le fece da guida per il castello. Ruby osservava tutto incantata, soffermandosi ad ogni particolare.
“I goblin non fanno compagnia?” domandò quando Jareth espresse il suo piacere nell’avere ospiti.
“Non molta … e non ho ancora trovato una regina.”
“Davvero? E come mai?”
Il sidhe ripensò alle umane che aveva incontrato in quegli anni. O non piacevano a lui o lo consideravano un pazzo. Un paio di volte aveva persino rischiato di finire con donne di facili costumi.
“Nessuna era adatta a me” si limitò a rispondere.
“Peccato.”
“Tutto bene a casa?”
“Sì, nulla di strano.”
“Le stranezze non sono una brutta cosa.”
“Sempre che non cerchino di farti fuori.”
“Vero. Qualcosa da bere?”
“Un po’ d’acqua, grazie.”
Un goblin gliela portò.
“Esplora pure il resto del mio mondo, per alcuni aspetti è migliore del tuo.”
“Non rischio di perdermi?”
“Saprei come raggiungerti.”
Rassicurata, Ruby acconsentì all’idea di fare un giro nel labirinto. Lì c’erano un sacco di cose strane! Porte parlanti, creature mai viste prima e paesaggi esotici furono tuttò ciò che Ruby vide prima che fosse stanca di camminare. Non sapendo come tornare da Jareth, si rivolse ad un paio di goblin.
“Ehi, scusate.”
“Sì?”
“Sapete come raggiungere il castello?”
“Sì.”
“Allora potete dirmi dove andare?”
“No.”
“Cosa? Perché?”
“È un labirinto, devi perderti.”
“Vuoi già andare?” le domandò Jareth, materializzandosi accanto a lei.
La ragazzina fece un salto per lo spavento e si voltò verso di lui.
“Mi piacerebbe restare, ma mi staranno dando per dispersa a casa.”
Il sidhe annuì comprensivo. Le mise una mano sulla spalla e si teletrasportò nei pressi della sua casa.
“Il tuo mondo è fantastico! Grazie per avermici portato!”
“Torna quando vuoi, Ruby.”
“Come faccio?”
Il re le lanciò una sfera.
“Ecco, così restiamo in contatto.”
“La terrò come un tesoro” gli assicurò Ruby, raggiante.
Jareth ne fu contento. Era andato tutto bene.
“Beh, grazie ancora, ora vado” si congedò la ragazzina dandogli un bacio sulla guancia.
Era andato tutto ottimamente!
“Ci sentiamo presto! Vieni a ballare da me!” le raccomandò Jareth quando si fu ripreso.
“Ci proverò” promise lei. “Ciao.”
Anche il sidhe tornò a casa, soddisfatto da quella visita. Quella ragazzina gli era simpatica, per certi versi gli ricordava ...
“Tu!” ordinò puntando uno gnomo. “Nella Gora dell’Eterno Fetore! Subito!”

Qualche giorno dopo Ruby si apprestava ad uscire da scuola, sola, visto che Sebastien aveva gli allenamenti di baseball. Charlie, un compagno di classe, la affiancò.
“Ciao, Ruby. Ti va se ti accompagno?”
“Ciao, Charlie ... va bene.”
Il ragazzino fu contento di quella risposta. Cercò di avviare una conversazione: “Che tipa la prof di mate, eh?”
“Già.”
“Non piace a nessuno.”
“Forse se spiegava un’altra materia ...”
“Forse ...” concordò Charlie. Si buttò: “Stasera sei impegnata?”
“Non mi sembra, perché?”
“Verresti in pizzeria con me ed altri?” chiese lui, arrossendo.
Anche lei arrossì, presa in contropiede. Nessuno dei due badò allo schiocco di un ramo spezzato.
“Oh, non saprei ... chi sono gli altri?”
“Fred, Janet e Tom.”
“Va bene” accettò Ruby, con un leggero sorriso.
Prima che Charlie potesse felicitarsi appieno, un ramo gli cadde in testa. Per fortuna non si fece molto male, ma si formò un bel bernocolo. Rassicurò Ruby sulla sua salute, la ringraziò ancora per aver accettato e se ne andò. Non appena si fu allontanato, Ruby guardò in alto. Un barbagianni ricambiò il suo sguardo e sbatté le ali quando lei gli sorrise.
“Bello scherzetto” si congratulò la ragazza.
“Mh” fece Jareth, riassumendo la sua vera forma.
“Scherzavi, vero? Non volevi fargli male.”
“Una via di mezzo.”
“Come mai?”
“Non mi piace.” Il re scese con grazia dall’albero.
“È a posto” garantì Ruby.
“Forse, ma è meglio essere prudenti.”
“Questo sì.”
“Beh, non voglio trattenerti oltre. Ciao.”
“Ciao” salutò Ruby, un po’ turbata per il suo tono.
Una volta a casa, Jareth camminò avanti e indietro vicino al trono. Se voleva fargli male? Eccome! Quell’umano ci stava provando con la sua regina! Non gli importava che in pizzeria (cosa diavolo era una pizzeria, tra l’altro?) ci sarebbero stati anche altri ragazzi, voleva solo che quello in particolare non si azzardasse ad essere di più che un semplice amico. Naturalmente, avrebbe visto tutto attraverso la sfera.
Ignara di essere osservata, Ruby informò i genitori, promettendo di rientrare prima di mezzanotte. Dopodiché scelse con cura il suo vestito. Si lasciò convincere da quello nero con libellule bianche. Si esaminò allo specchio, emozionata. In fondo era la sua prima vera uscita da sola, ci teneva molto che fosse una bella serata.
Lo fu. I ragazzi mangiarono insieme, scherzarono sulla scuola e chiacchierarono riguardo i loro hobby. Il tempo volò in fretta, tanto che tutti furono sorpresi che fossero già le undici passate. Da buon cavaliere, Charlie si offrì di accompagnare Ruby fino a casa.
“Ehm, che ne diresti di fare i compiti insieme, qualche giorno?”
“Volentieri, ma sai, mio padre è iperprotettivo.”
“Davvero?”
“Sì. Magari però, se vieni a casa, mamma lo tiene a bada.”
“Allora vengo lunedì pomeriggio.”
“D’accordo. Io sono arrivata.”
“Oh, ok. A lunedì.”
Ruby lo salutò entusiasta. Il bosco a quell’ora era ancora più quieto di quanto lo fosse di giorno, solo che stavolta le sembrava troppo silenzioso. Affrettò il passo, a disagio. Improvvisamente qualcuno la strattono con violenza per un braccio.



***Angolo Autrice***
Eccoci tornate, come promesso.
Il primo passo è stato fatto, ma le complicazioni non tardano ad arrivare.
A presto!
   
 
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