Lady
Lannister aveva deciso di raggiungere la figlia dopo che questa
l’aveva supplicata di farlo in una lettera. Sentiva, forse
per
istinto di madre, che qualcosa non quadrava, quindi era partita per
Approdo del Re. Ormai suo marito stava meglio, perciò poteva
benissimo tornare a occuparsi del maniero e degli affari della loro
famiglia in sua assenza.
La
voce della gravidanza di Anna era giunta alla madre. A quanto
sembrava, Aegon aveva ingravidato la moglie in seguito all'ultima
notte che erano riusciti a passare in quel campo di battaglia.
Peccato che il suo quarto figlio suo genero non sarebbe mai riuscito
a vederlo. La donna si chiedeva a chi avrebbe assomigliato il suo
quarto nipote.
I
suoi fratelli erano stati un mix di Targaryen e Lannister. Il suo
viaggio verso la capitale dei Sette Regni, durato otto giorni invece
dei sette previsti, non era stato proprio il massimo per la donna.
Era stato alquanto burrascoso ed erano pure stati aggrediti da dei
briganti. Fortunatamente le sue guardie personali erano riuscite a
difenderla senza troppi problemi e a metterli in fuga, tuttavia era
rimasta profondamente scossa dall'accaduto e ciò aveva
contribuito a
rallentare il loro viaggio.
Arrivò
al castello in una giornata di sole e faceva un gran caldo.
L’estate
pareva proprio incominciata, sebbene le temperature non avrebbero
potuto raggiungere quelle di Dorne. La donna, cresciuta in mezzo alla
sabbia del deserto, era abituata a ben peggio. Lo stesso non poteva
dire dei suoi figli, naturalmente.
Quando
entrò nella Sala del trono, venne accolta da Rhaegar e dalla
principessa Visenya. Fu alquanto sorpresa e dispiaciuta di non vedere
sua figlia Lyanna. Tuttavia girava voce che negli ultimi tempi la
regina si fosse distanziata dalla vita di corte e appariva strana, in
un certo senso triste e distaccata da quello che le succedeva
attorno.
Nella
sala c’era poca gente oltre a loro. La donna fece un inchino
dinanzi al re e alla sua secondogenita. La principessa indossava un
bel vestito di colore arancione e pareva più bella del
solito. La
sua somiglianza con la madre era sempre più evidente,
però anche
quella con la nonna paterna, la regina Rhaella, era
indiscutibile.
Il
re congedò i pochi presenti e si avvicinò alla
donna.
«
Lady Myranda, vi do il benvenuto qui a palazzo. » disse
gentilmente.
« Non mi pare di essere stato informato di una vostra visita.
»
osservò perplesso. La donna si raddrizzò.
«
Mia figlia mi ha chiesto di venire. » spiegò,
preferendo
tralasciare l’urgenza palpabile, nascosta nelle parole della
lettera della sua secondogenita. Sentiva che c’era qualcosa
che non
quadrava e una madre quelle cose le intuisce facilmente, o almeno
così diceva la gente.
«
Mi spiace deludervi, ma sfortunatamente Anna non è stata
molto bene
negli ultimi giorni. Questa gravidanza la sta distruggendo. Sospetto
sia a causa del lutto per la morte di mio figlio seguito dalla
scoperta della gravidanza poco tempo dopo. »
ipotizzò. « Quindi
ritengo sia meglio che non vediate vostra figlia, non vorrei che
l’affaticasse troppo. » aggiunse.
La
donna lo guardò confusa, cercando di nascondere la sua
disapprovazione.
«
Volete per caso impedirmi di vedere mia figlia? »
strillò cercando
di non sembrare adirata.
«
No, lady Myranda. Mi preoccupo solo per la salute del mio futuro
nipote e di quella di vostra figlia, le quali dovrebbero preoccupare
anche voi. » la donna tirò un sospiro per evitare
di urlare tutta
la sua disapprovazione.
«
State forse insinuando che non mi importa di mia figlia e di mio
nipote? » chiese stizzita. Fortunatamente intervenne Vysenia
che li
raggiunse e parlò con voce calma.
«
Assolutamente no lady Myranda, vi prego abbiate pazienza. Vi assicuro
che appena vostra figlia starà meglio la potrete vedere.
» le
promise sorridendo. La donna fulminò con lo sguardo il
sovrano, tirò
un altro sospiro e annuì con aria rassegnata.
«
Va bene, così sia, però non intendo abbandonare
la capitale fino a
quel momento. » li avvertì con voce ferma e
decisa. « Ora
perdonatemi, devo andare a sistemare le mie cose e a disfare i miei
bagagli. » era sottinteso che non si sarebbero sbarazzati
molto
facilmente di lei e che intendeva restare fino a quando non le
avrebbero permesso di vedere Anna.
Subito
dopo essersi congedata, la donna non si diresse nelle sue stanze,
preferendo invece andare da Pycelle. Se c’era un uomo di cui
potersi fidare, in quanto fedele alla sua casata, o meglio a quella
di suo marito, era proprio lui e intendeva sfruttarlo per ottenere
qualche informazione. Temeva che non volessero farle vedere sua
figlia e intendeva scoprirne il motivo.
Si
precipitò il più velocemente possibile verso
l’ufficio del
maester; fortunatamente non aveva problemi a ricordarsi dove fosse
dal momento che il posto non era mai cambiato, per quanto lei
sapesse. Arrivò in pochi minuti e bussò forte
alla porta. In breve
tempo questa si aprì e apparve dinanzi a lei Pycelle con
aria
alquanto trafelata.
«
Oh lady Lannister, cosa posso fare per voi? » chiese sorpreso.
«
Vorrei parlarvi, o meglio desidero che mi togliate un dubbio.
»
rispose e detto questo tentò di entrare nell'ufficio del
uomo,
tuttavia venne fermata da lui che le si parò davanti.
«
Mia signora potreste attendere un momento fuori? » lo
guardò
confusa e poi annuì.
«
Va bene, però non fatemi attendere troppo. »
esclamò minacciosa.
Non le piaceva aspettare. Poco dopo fu alquanto contrariata quando
vide una donna mezza nuda uscire in gran fretta dalla stanza.
Preferì
non commentare e si limitò a lanciare
un’occhiataccia al maester
che la fece entra, per poi chiudere la porta.
Si
voltò verso di lui e l’uomo le indicò
una sedia accanto alla sua
scrivania: questa era in gran disordine, piena di pergamene, boccette
ed erbe tutte ammucchiate sul tavolo. Alla bruna le si
sollevò un
sopracciglio, tuttavia preferì non commentare come poco
prima e si
limitò a sedersi nella sedia di legno accanto al tavolino
che lui le
aveva precedentemente indicato.
«
Allora, cosa posso fare per voi? » domandò
sedendosi sulla sedia
dietro alla scrivania, davanti alla donna. Questa si mosse nella
sedia prima di parlare.
«
Mia figlia sta così male che non può ricevere
visite? » subito
vide confusione negli occhi dell'uomo, poi questi annuì.
«
Sì, la gravidanza la sta massacrando, per così
dire, ed è meglio
non affaticarla troppo. » rispose immediatamente.
«
Non mi state prendendo in giro, vero? » chiese sospettosa
socchiudendo gli occhi. « Non vi conviene prendermi in giro,
potrebbe finire male. Mia cognata Cersei non è
l’unica in grado di
fare del male alla gente e a cavarsela. » lo
minacciò facendogli
intendere cosa sarebbe capitato nel caso le avesse mentito e lei se
ne fosse accorta, o in alternativa avesse scoperto che lo aveva fatto
deliberatamente.
«
Va bene, lady Anna. Non sta molto bene la mia signora, ve lo giuro.
»
affermò con aria preoccupata iniziando a sudare freddo. La
Lannister
parve rilassarsi un po’ e tirò un sospiro.
« Da un certo periodo
di tempo ha iniziato a comportarsi in modo strano: non vuole essere
lasciata sola e vuole sempre avere con sé le sue dame di
compagnia,
quelle di cui si fida di più. » ammise.
«
A cosa pensate sia dovuto questo suo comportamento? »
domandò
perplessa. L’uomo alzò e abbassò le
spalle.
«
Non ne ho idea, so solo che sembra essere diventata come paranoica.
Credo si senta minacciata da qualcosa, però non saprei dirvi
di cosa
si tratta. » rispose confuso. Cosa stava succedendo e cosa
spaventava la bionda? Stava davvero male, oppure erano tutte
fandonie? Di certo c’era qualcosa di strano lì a
corte e si
respirava come un’aria malsana in quel palazzo.
Nei
tre mesi seguenti le cose continuarono normalmente e alla fine a
Myranda era stato consentito di vedere la figlia, però solo
in
presenza di qualcuno in modo che non la potesse affaticare
più del
dovuto. La donna sospettava in realtà che la vedova
dell'erede al
trono non dovesse invece poterle rivelare qualcosa che le era
proibito sapere.
Lo
scandalo colpì il palazzo quando la regina consorte Lyanna
venne
accusata di adulterio. Secondo la legge sarebbe stata, probabilmente,
condannata a morte in seguito a un processo che difficilmente ne
avrebbe proclamato l’innocenza. Il popolo era in subbuglio
dalla
notizia. Chiedevano a gran voce che venisse giustiziata.
Non
avevano dimenticato quanto accaduto anni prima e ce l’avevano
ancora a morte con lei. Sarebbero stati ben felici di sbarazzarsi
della Stark che non avevano mai considerato per davvero la loro
legittima regina. Consideravano persino, in un certo senso,
illegittimi il principe Jon e la principessa Vysenia. Per i sudditi i
loro principi erano Aegon, ora morto, e i suoi tre
figli.
Attendevano
in trepidazione due eventi. Il primo era la conclusione del processo,
che speravano avrebbe dichiarato Lyanna colpevole, e la sua condanna
a morte, di conseguenza, per tradimento. Il secondo, invece, era la
nascita del quarto figlio della principessa Anna. Naturalmente non
sapevano cosa si nascondesse dietro allo strano comportamento della
giovane nell'ultimo periodo.
Eddard
Stark arrivò a palazzo per tentare di aiutare la sorella e
la prima
cosa che fece fu proprio andare da lei per parlare. La donna si
trovava imprigionata nelle fredde e umide prigioni di Approdo del Re,
decisamente inospitali. Una guardia lo accompagnò lungo i
corridoi
della prigione e notò altre persone all'interno delle celle,
ma non
ci fece caso.
In
breve tempo raggiunse quella della sorella. La sua era una stanza
dietro a delle pareti rocciose, non proprio una cella. Aprirono la
porta ed entrò. Lyanna si drizzò in piedi appena
sentì il rumore
della porta che si apriva e lo fissò sorpresa quando lo
vide. Gli
sorrise debolmente, per poi andargli incontro di corsa,
abbracciandolo con forza.
«
Eddard, io non ho fatto nulla. » esclamò disperata.
«
Ti credo Lyanna, ma mi devi dire esattamente cos'è successo.
»
disse prendendole le mani e stringendole tra le sue. La bruna
annuì
e si diresse verso un tavolino, prendendo posto su una sedia. Sopra
al piccolo tavolo di legno c’era un piatto quasi vuoto,
contenente
solo i rimasugli di un misero pasto, e un bicchiere vuoto accanto.
«
Innanzitutto, grazie per essere arrivato cosi in fretta. »
ringraziò
guardandolo con gratitudine. L’uomo annuì.
«
Era il minimo che potessi fare, sei mia sorella. »
osservò. L’altra
annuì di rimando.
«
Due settimane fa mi trovavo nella mia stanza intenta a chiacchierare
con lady Myranda, la madre di Anna. Stavamo bevendo il tè
quando
all'improvviso sono entrate di colpo due guardie e mi hanno
dichiarato in arresto per tradimento. Ti lascio immaginare lo shok di
Myranda. Prima che potessi capire cosa stesse accadendo, mi hanno
trascinato nella sala del trono, sotto gli occhi stupefatti di
Vysenia, e lì Rhaegar mi ha fatto quella terribile accusa.
»
raccontò e scoppiò in lacrime.
Il
fratello le si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio.
La
donna lo abbracciò immergendo la sua testa nel suo petto,
continuando a singhiozzare.
«
Non è vero, io non ho fatto nulla di male. La mia unica
colpa è di
essere andata via con Rhaegar e aver iniziato una relazione con lui
che ha poi portato alla guerra. » mormorò
disperata tra i
singhiozzi.
«
Molte volte ho sognato Elia e Rhaenys che mi fissavano contrariate e
leggevo il disprezzo nei loro occhi. » aggiunse.
«
Tu hai idea di cosa possa aver dato l’impressione a Rhaegar
che lo
tradivi? » la Stark scosse la testa.
«
Non ne ho idea. Da tempo mi trattava freddamente e credo che abbia
un’amante qui a palazzo. » confessò.
« Lui è il traditore, non
io! » strillò sconvolta.
«
Purtroppo gli uomini non vengono puniti se tradiscono le mogli.
»
notò Eddard. Quella era una delle tante ingiustizie che le
dame e le
donne comune erano costrette a subire: accettare in silenzio e con
rassegnazione i tradimenti del coniuge. « Tu hai idea di chi
sia
l’amante del re? » continuò sperando che
questo dettaglio potesse
aiutarli, ma lei scosse nuovamente la testa.
«
Non lo so. » ammise disperata. Ned iniziò a
indagare, a cominciare
con le donne che vivevano a corte famose per avere una reputazione
alquanto volubile. Andò a parlare persino con la moglie di
Jaime e
questo lo sbatté fuori dalla sua stanza molto offesa dalle
sue
insinuazioni. L’unica donna da cui non andò, anche
perché non
volevano fargliela vedere, era la vedova del principe.