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Autore: Ale a7x    08/11/2016    0 recensioni
Cosa succederebbe se i Mates dovessero affrontare un'apocalisse zombie?
Questa storia racconta della vita di Emily, una ragazza di 19 anni che ha perso tutto nel momento in cui i morti hanno iniziato a risvegliarsi e ha incontrato i suoi salvatori. I sopravvissuti. I Mates.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, GODz Anima, Nuovo personaggio, St3pNy, SurrealPower
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Credo di essermi addormentata ad un certo punto, perché mi ritrovai distesa su un divanetto bordeaux con addosso una coperta calda.
Quando aprii gli occhi vidi Salvatore ed Elisa rannicchiati in due sacchi a pelo e Marina su un altro divanetto.
Mi alzai a fatica, prendo un machete che i ragazzi avevano lasciato su un tavolo ed uscii a prendere una boccata d’aria. Il cielo era limpidissimo, ma c’era un filo di vento che scompigliava i miei lunghi capelli corvini. Mi sedetti per terra, portai le gambe al petto e le circondai con le braccia. Rimasi in quella posizione a guardare il panorama, a ripensare ai miei genitori e ad osservare uno zombie solitario che strisciava in lontananza per un’infinità, finché un urlo atroce spezzò il silenzio. Iniziai a correre verso quelle grida disumane. Corsi così tanto che mi mancò il fiato, ma non mi fermai. Appena entrai nel parco capisco cosa sta succedendo. Due zombie stavano attaccando Renata. In lontananza ne vidi molti altri, 40? 50 forse.
Non mi fermai a pensare, continuai a correre nella sua direzione e mi avventai su uno zombie. Lo colpii alla testa con il machete e quello cadde a terra esanime, poi feci lo stesso con l’altro zombie. Mi inginocchiai accanto a Renata.
-Andrà tutto bene, vedrai.- dissi prendendole una mano, ma sapevo che non è così. Era stata morsa.
Iniziai ad urlare il nome dei ragazzi, volevo che arrivassero presto. Non sapevo cosa fare.
Delle lacrime iniziarono a solcarmi il viso. Continuai a chiamare gli altri finché non vidi Salvatore e Stefano arrivare di corsa.
-Cosa è successo?- mi chiese Salvatore accostandosi a me.
-Due zombie l’hanno attaccata e…e l’hanno morsa. Ed altri ne stanno arrivando- dissi tra i singhiozzi, indicando il morso sulla gamba e l’orda di zombie in arrivo.
Vidi i ragazzi prenderla in braccio e portarla verso il nostro “piccolo” rifugio.
-Corri dentro e avvisa Giuseppe!- mi urlò Stefano disperato.
Feci come mi disse e corsi più che potei da Giuseppe. Appena lo vidi lo chiamai e gli andai incontro.
-Ehi, che succede?- mi chiese asciugandomi una lacrima.
-Renata…è stata morsa.- dissi continuando a piangere.Stefano e Salvatore la stanno portando dentro e un’orda di zombie sta arrivando!-
Proprio in quel momento i due ragazzi apparvero ed adagiarono Renata su un divanetto blu scuro.
-Dobbiamo avvertire Sascha…- sussurrò Marina. Tutti ci giriamo verso di lei, aveva perfettamente ragione.
-Lo faccio io.- si propose Stefano e, senza aspettare una risposta, si avviò verso una stanza al primo piano. Io mi avvicinai a Renata e le presi di nuovo la mano.
Forse sono l’ultima persona che vuoi sentire ed hai ragione...non mi conosci nemmeno. Ma…mi dispiace così tanto, Renata.- nuove lacrime si formarono ai bordi dei miei occhi. Sentii dei rumori di sopra,
*Sascha starà correndo qui.*  pensai.
Si fermò sull’ultimo gradino delle scale, ci osservò tutti e si avvicinò a sua madre.
Io mi allontanai, non volevo sentire quello che si stavano dicendo. Osservai fuori dalla finestra, gli zombie ormai erano alle porte del cancello e si avvicinavano sempre di più.
-Gli zombie!- dissi indicando in direzione dei non-morti.
Giuseppe e Salvatore imbracciarono due fucili ed uscirono fuori. Si sentirono degli spari e alcuni zombie caddero a terra.
-Dobbiamo andarcene, Sal! Immediatamente!- urlai per farmi sentire sopra il rumore degli spari.
Salvatore si girò, si limitò ad annuire e a correre verso la jeep seguito da Giuseppe. Io rientrai e mi inginocchiai accanto a Sascha. Toccai la fronte di Renata e notai che scottava.
-Ha la febbre.- dissi rivolta a nessuno in particolare.Ragazzi, dobbiamo andarcene. Giuseppe e Salvatore sono andati a prendere le macchine. Dobbiamo sbrigarci.-
-Non possiamo abbandonarla qui!- mi urlò Sascha.
-E non lo faremo.- dissi guardandolo negli occhi. Si alzò e, aiutato da Stefano, prese Renata in braccio. Io e le ragazze iniziammo a raccogliere le cose che ci sembravano più utili: cibo, acqua, coperte, vestiti e ovviamente tutte le armi. Gli zombie continuavano ad avanzare instancabili, ma fortunatamente Giuseppe e Salvatore arrivarono a grande velocità.
Saltammo a bordo e Stefano e Sascha adagiarono Renata su un sedile. Partimmo, ma mi accorsi con orrore che non si muoveva più. Mi avvicinai e le presi il polso per sentire il battito del suo cuore. Silenzio. Era morta.
Alzai lo sguardo verso Sascha e scossi lievemente la testa. Nuove lacrime. Sascha scoppiò a piangere e abbracciò fortissimo Stefano. Tutti piansero silenziosamente.
Dopo una o forse due ore ci fermammo su una strada di campagna. Sascha scese dal camioncino e, aiutato da tutti, tirò giù il corpo di sua madre. Si allontanò per scavare una buca abbastanza profonda. Quando tornò verso di noi aveva in mano un coltello. Sapevo quello che volveva fare, voleva impedire che si trasformasse in uno zombie. Mi girai, non volevo assistere a quella scena.
Mi allontanai per raccogliere dei rametti e trasformarli in una croce da mettere sulla tomba di Renata. Ne trovai due abbastanza grandi e li legai tra di loro con un lembo della mia camicia. Quando ritornai dagli altri vidi che stavano iniziando a seppellirla. Piantai la croce e ritornai sul camioncino.
Mi sedetti sul sedile e mi portai le gambe al petto e le circondai con le braccia. Alla fine tutti risalirono e ripartimmo. Nessuno osò dire una parola.
Passarono altre 2 ore quando qualcuno si decise a parlare. Era Giuseppe.
-Siamo arrivati in una nuova città. Ma non c’è nessun cartello.-
-Scopriamo dove siamo allora.-
dissi io guardando quella città fantasma.
  
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