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Autore: Blue Heads    10/11/2016    1 recensioni
Tom Orvoloson Riddle aveva dovuto attendere a lungo per poter attuare il suo piano: erano trascorsi undici anni prima che qualcuno trovasse il diario, e quasi altri cinque si erano resi necessari perché il legame tra le due anime diventasse sufficientemente profondo.
Il quinto anno ad Hogwarts... Curioso che anche lui avesse avuto proprio quell'età quando a sua volta aveva aperto la Camera dei Segreti.
La sua vittima col tempo si era rivelata meno sciocca del previsto, rendendo l'attesa meno tediosa, ma ciò non influenzava minimamente le sue intenzioni, né intaccava la sua determinazione: Ginevra Weasley non aveva scampo.
Certo, l'intelligenza della giovane superava le sue aspettative, e lo forzava a muoversi in fretta; ma ormai ogni cosa era predisposta. Dopo tanta attesa, il momento era giunto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
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PARTE II   



Capitolo XI
 
 

Sfrecciava per i corridoi, diretta alla Stanza delle Infinite Realtà: aveva bisogno di pensare. La sua mente era tempestata da scorci di idee che chiedevano di essere sviluppate, inseguite, in uno spazio e una calma che lei ancora non aveva; spunti di ragionamento che si erano accatastati uno sull’altro nel corso della lezione di Alchimia. Non incrociò nessuno nei corridoi: essendo già passate le nove di sera, gli altri erano tutti in dormitorio o in Sala Comune. Quando raggiunse la parete aveva il fiatone; turbinò tre volte avanti e indietro chiedendo un luogo in cui pensare ed entrò di slancio.
Con un respiro di sollievo chiuse il mondo fuori. Aprì gli occhi e per un attimo non riuscì a pensare a niente.
                                                                                                                      E’ così strano che quasi non sembra neanche strano...

Aveva dimenticato che la Stanza delle Infinite Realtà fosse anche l’ingresso della Camera dei Segreti - e lei ora si trovava nell’... antiCamera. Gli occhi vagarono per la stanza, meravigliati: i ricordi dell’ultima volta in cui c’era stata erano fumosi, eppure il luogo le sembrava profondamente diverso, anche se non avrebbe saputo dire cosa fosse cambiato di preciso. I due portoni si fronteggiavano ai lati di quello stesso morbido tappeto smeraldo, ma qualcosa nell’ambiente, nel calore di quelle pareti ocra, nella curva ampia e rilassata della volta, le dava una sensazione molto diversa - e molto meno serpentesca. Ginevra sedette a gambe incrociate sul tappeto e riprese fiato; era particolare che, di tutti i luoghi possibili, la Stanza le avesse proposto proprio quello, eppure era appropriato: si trovava nel luogo che aveva ispirato quei pensieri, si trovava all’origine di tutto.
Ginevra si stese sulla schiena e i suoi occhi scivolarono sulla volta liscia, mentre i suoi pensieri si dilatavano nel silenzio.
Il cerchio alchemico giaceva lì accanto, solo una porta li separava. Forse era solo suggestione, ma le sembrava di poterne percepire il magnetismo, una vibrazione che arrivava fino a lei, in risonanza con il suo turbamento. La vicinanza con quel luogo evocava in lei uno strano senso di nostalgia per qualcosa che aveva perso, un vuoto formicolante che la chiamava. Metà della sua essenza vitale le era stata sottratta; tolta a lei per fluire in Tom, per ridargli forma. Ginevra non aveva mai visto l’alchimia applicata al ciclo di vita e morte, ma un processo così impostato, lo sapeva, avrebbe avuto la sua conclusione naturale solo quando di lei non fosse rimasto più nulla. Eppure, a causa della sua reazione, la trasmutazione si era interrotta, rimanendo come sospesa a metà, come la luna che aveva vegliato sul rito: calante, ma ancora non esaurita, per una metà assorbita dall’oscurità, viva per l’altra. (Quella mezza vita rubata era stata abbastanza per rigenerare del tutto Tom?)
Questo equilibrio instabile inevitabilmente creava un vincolo, un’influenza reciproca (per quanto Ginevra non potesse sapere di che natura): il cerchio alchemico ne era come il sigillo.
Lo sguardo di Ginevra era puntato sulla porta, la mente ora sgombra. Una nuova e acuta sensazione di mancanza, quasi una vertigine - seguendo quell’istinto Ginevra si rimise in piedi, attraversò la stanza e aprì verso di sé le porte della Camera.
Respirò a fondo l’aria luminosa e avanzò nell’atrio, lasciando che il suo corpo la guidasse, mentre ogni residuo di tensione abbandonava i suoi arti. Seguì il ritmo dei suoi passi: una melodia rilassata che la condusse sicura attraverso quello spazio, facendosi più cauta e sondatrice nell’avvicinarsi al limitare del cerchio, cessando del tutto ad un suo capo. Ginevra si chinò, riconoscendo istintivamente, tra le centinaia di incisioni che si dipanavano di fronte a lei, alcune Fondamentali; chiudendo gli occhi, vi fece scorrere le dita: il solco era profondo, dai bordi frastagliati e irregolari - indagando più a fondo, Ginevra vi scoprì dei solchi minori. Ne scelse uno e lo seguì, andando a perdersi in volute e disegni più superficiali, allontanandosi dall’arteria. Linee dinamiche si alternavano a tratti spinosi, zigrinati da un susseguirsi di simboli alchemici - rune ignote intrecciate a zolfo, acqua, Saturno, fenice, di nuovo acqua… Ma Ginevra abbandonò quella traccia tortuosa.
Tornando a percorrere la Fondamentale, percepì l’impronta della magia che l’aveva attraversata - ne era come partecipe. Giunse a un punto di snodo da cui si diramavano due nuove Fondamentali di diversa natura e lasciò che la sua forza magica scorresse in entrambe: mentre nel percorso alla sua destra questa si inerpicava contro corrente, stentando a procedere, lungo la via alla sua sinistra fluiva rapida, esplorando una porzione di cerchio che sentiva appartenerle, avvolgendone i meandri rosso scuro e comprendendone ogni tratto. Nel punto in cui la forza era maggiore si originava un Ponte Unidirezionale da cui l’energia fluiva in quello che Ginevra riconobbe come l’arrivo di quel primo percorso impervio, con cui, all’origine, non aveva ancora fatto progressi.
Ginevra rotolò sul fianco, cercando un contatto più diretto con il fulcro di quell’area così difficile da indagare; ne respirò l’atmosfera e il ritmo, e lasciò andare ciò che lei era per accogliere ciò che era altro. La magia sciabordava dal cerchio a lei, da lei al cerchio, che opponeva sempre meno resistenza, accogliendola tra i suoi bagliori verdi. Si distese sulla schiena e il sonno le chiuse gli occhi, mentre la sua mente continuava a pulsare nelle vene del cerchio.

 
 



Buongiorno a tutti! Come promesso, siamo tornate.  Di nuovo, purtroppo, la data di pubblicazione del prossimo capitolo è incerta, ma dovrebbe aggirarsi intorno alla fine di Gennaio (perdonateci per questa tortura, speriamo che dopo il prossimo le tempistiche tornino accettabili).
 
Con questo capitolo compatto ma importante entriamo in una nuova fase della storia: non vedevamo l'ora di pubblicarlo per conoscere la vostra opinione, quindi fateci sapere! Siamo curiose ;)
Grazie a tutti per il vostro sostegno e per essere partecipi di quella che consideriamo la nostra più grande avventura!

A presto e un abbraccio,
Blue Heads
   
 
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