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Autore: DryJ    13/11/2016    1 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XII

Due smeraldi che brillavano di una luce famelica fissavano il portone del castello che imponente la sovrastava, pelle di ghiaccio come il suo temperamento, una fitta e voluminosa chioma indomabile di ricci rosso sangue identici alle sue labbra, impostate in un sorriso elegante ed invitante, fuoriuscivano di poco da sotto il cappuccio calato sul viso tondo e perfetto. Formosa e prosperosa attirava su di se le fantasie più intime e nascoste di ogni uomo, avanzava con passo sicuro e deciso seguendo il percorso che il soldato le stava indicando, dietro di lei il suo uomo più fidato coperto anch'esso da mantello e cappuccio.
Una volta all'interno, raggiunse il salone dove il famigerato Falco d'argento la stava attendendo.
<< Mio signore vi presento la contessa Katrina Milleure >> disse la guardia rivolgendosi a Ian, dopo un inchino in segno di rispetto.
La donna si tolse il mantello sprigionando il suo fascino letale e mistico e mostrando così tutta la sua figura, i capelli le giungevano fino all'osso sacro, indossava un sontuoso abito rosso con preziose rifiniture nere, il suo sorriso si espanse alla vista del conte e con nobile portamento si avvicinò a lui esibendosi in un profondo inchino. << È un onore per me conoscervi Monsieur, vi ringrazio per avermi ricevuto >> disse lei con voce suadente e profonda prima di puntargli addosso quegli occhi preziosi e di rara bellezza, come lei.
Ian rimane sorpreso da quella donna, sicuramente non passava inosservata e nonostante il sorriso che le rivolgeva non provò a giudicarla, men che meno a fidarsi di lei, anche solo per un istante. Era sempre stato attento ai visitatori e in generale a chi lo circondava, ma da quando erano arrivate Sèlene e Cassandra era ancor più guardingo e rigido. << Lo è anche per me, madame Milleure- le disse alzandosi in piedi, rispettoso- Prego, accomodatevi >> e si sedette nuovamente dopo che lo fece anche lei.
Accomodatasi con garbo sulla sedia, accavallò le gambe e posando gli avambracci sui braccioli della sedia lo fissò con attenzione, lo stava studiando e cercava di inquadrare la sua indole. << La vostra fama vi precede Falco, è giunta sino alla nostra modesta contea- avanzò lei con lo stesso tono con il quale si era presentata- Quando mi sposai abbandonai la Francia e ora che mio marito è venuto a mancare ho colto l'occasione al volo per farvi ritorno, almeno per qualche mese- continuò con un ghigno- Inoltre ho sentito che nel vostro castello in questo momento risiedono le balie della vostra piccolina e so che provengono dalla mia stessa terra, è fantastico! >> aggiunse con un ampio sorriso, candido come la sua pelle.
<< I suoi informatori son certamente abili, per caso si trovavano fuori dalle mura di Chatel-Argent? In ogni caso, posso offrirvi aiuto, mia signora? >> chiese pacatamente nonostante quella situazione gli puzzasse già di bruciato.
Lei si lasciò scappare una risata << Siete molto sfrontato monsieur ed è una cosa che apprezzo in un uomo ma no, i miei uomini stavano con me nel mio castello, sono voci che circolano piuttosto velocemente come quella dell'attentato alla dimora del re, della morte della moglie del leone di Dunchester o quella della morte prematura del secondogenito di De Bar. Una gran brutta batosta, per una madre perdere un figlio è una cosa assai dolorosa, non oso immaginare cosa debba provare adesso quella povera donna- fece una pausa e soppesando le parole e osservando il suo interlocutore- Sono giunta sino a voi per chiedervi un aiuto, sono partita per una vacanza nella mia vecchia dimora ma durante il viaggio siamo stati saccheggiati e molti dei miei famigli e servitori sono stati brutalmente trucidati da uomini in nero che si aggirano in queste terre seminando il panico. Perciò vi chiedo solo un po' di ospitalità per rimetterci in sesto e per far riparare la mia carrozza >> la donna lo guardò supplichevole facendo appello alla sua umanità.
<< Per me è un piacere e un dovere potervi aiutare in questo modo, mia signora. Vi farò preparare una stanza e del cibo caldo in modo da potervi rimettere in sesto, quando sarete riposata vi porrò alcune domande, col vostro permesso chiaramente >> le disse infine.
<< Con molto piacere, sarò lieta di rischiarare i vostri dubbi e pensieri sul mio conto e su quello del mio convoglio mio signore- rispose prontamente la contessa rivolgendogli un mezzo sorriso- Vedo che i Sancerre risiedono qui, i loro vessilli sono appesi accanto al vostro, fremo dalla curiosità di conoscerli >>.
<< Dovrei esserne geloso, madame. Non siete la prima interessata a loro e non ne comprendo il motivo, dovendo essere sincero >> le disse con una nota di curiosità sul volto.
Katrina rise di gusto << Non fraintendete mio signore, voi siete davvero molto interessate e mi rammarico per il fatto che siate sposato ma vorrei conoscere i Sancerre per via di madame Donna, so che è abile nell'arte medica e dato che lo sono anche io, mi piacerebbe interloquire con lei >> rispose continuando a sorridergli affabile.
<< Bene allora, a cena avrete modo di conversare con dama De Sancerre >> si alzò per ordinare a una serva di preparare una stanza e uno spuntino per la donna, dato che l'ora di cena sarebbe stata ancora piuttosto lontana, non ci volle molto prima che una seconda serva entrasse per avvertire che tutto era stato accuratamente preparato. << Madame Milleure, vogliate seguirmi >> le disse infatti la giovane dopo una riverenza.
Lei si alzò sinuosa, salutò il conte ringraziandolo ancora e si apprestò a seguire la servetta.
Ian rimase colpito da due cose in particolare: la prima fu la morte della moglie di Geoffrey Martewall, era da tanto ormai che non aveva più avuto sue notizie e riceverne una del genere sul suo conto lo rattristò. "Pace all'anima sua" pensò. La seconda fu il peso della notizia della presenza di Cassandra e Sèlene a casa sua in confronto a tutte le altre, gli parve strano infatti che un fatto del genere potesse avere la stessa importanza o, almeno, provocare tanto scalpore quanto ne avevano provocato le altre. In seguito il flusso dei suoi pensieri cadde sulla richiesta della donna davanti a se, un attentato del genere non lo sorprendeva tanto soprattutto dopo ciò che era accaduto alle ragazze. Pensò quindi agli uomini che le volevano morte e non poté fare a meno di realizzare che madame Milleure fosse anch'essa irlandese. "Non è certo un caso che abbiano attaccato lei è i suoi uomini" si disse cupo.
La spia di Karl intanto osservava la scena dai piani superiori con occhi critico.
La giovane portò madame Milleure alla sua stanza, simile a tutte le altre. Le imposte erano state chiuse per contenere il calore sprigionato dal camino appena acceso, davanti ad esso una grande tinozza piena d'acqua calda e sali profumati attendeva la donna.
<< Abbiamo pensato potesse farle piacere un bagno rilassante, mia signora. Vi lascio a voi stessa >> disse la serva per poi allontanarsi con il capo chino in segno di rispetto.
Katrina la congedò con un sorriso. Quando la serva si dileguò dietro la porta, si avvicinò al piccolo tavolo sotto la finestra, versò un po' di vino nel primo calice che trovò li accanto, tornò indietro, lo posò per terra e si spogliò per immergersi nel tepore di quell'acqua perfettamente temperata, posò la testa sul bordo chiudendo gli occhi per rilassarsi, concentrandosi sullo scoppiettio del fuoco sul legno. Si prospettava un soggiorno incantevole e lei non poteva chiedere di meglio.
Qualcuno però bussò alla porta poco dopo distogliendola dal suo momento.
<< Avanti >> bofonchiò pigramente aprendo gli occhi e stando sempre immersa nella vasca.
Un uomo in nero la raggiunse piazzandosi davanti a lei, si tolse il cappuccio mostrando un volto maturo illuminato da accesi occhi azzurri e contornato da una chioma di capelli corvini che poggiavano docili sulle spalle.
<< Ah, Evan sei tu- disse lei sorridendogli appena, non minimamente preoccupata per il fatto che fosse nuda davanti ad uomo- Ponthieu è stato così gentile da ospitarci per un po' e io conto su di te per tenere tutto sotto controllo e riferirmi ogni singolo piccolo particolare, voglio sapere tutto ciò che accade qui dentro. Nonostante io sia nata qui, per me questa è una terra straniera e anche se il conte si è dimostrato così cordiale e accomodante noi non possiamo fidarci di nessuno, sono stata chiara? >> afferrò la coppa di vino che aveva posato sul pavimento accanto alla vasca sorseggiandone il contenuto.
L'uomo annuí poi aggiunse << Il Falco ha già chiesto di far riparare la vostra carrozza, milady. Nel giro di un giorno o due sarà pronta. Pare si sia preso subito a cuore la vostra situazione >>.
<< Si, ho avuto modo di intuire un minimo la sua indole e sapevo avrebbe agito così, in ogni caso non possiamo lasciare tutto al caso o inosservato perciò conto su di te, sarai i miei occhi e le mie orecchie >> rispose guardandolo.
<< Agli ordini milady, ma non credo avrete troppi problemi. Un uomo del genere non farà altro che proteggervi stando alla sua corte >> dopo un inchino si diresse verso la porta ed uscì chiudendola alle sue spalle.

Poco prima dell'ora di cena, qualcuno bussò discretamente alla stanza della nuova ospite. Isabeau aveva deciso di scortare Katrina Milleure fino alla sala in cui si sarebbe tenuto il pasto.
Quando quest'ultima aprì la porta si trovò davanti la padrona di casa che non perse tempo ad esibirsi in una rispettosa riverenza. << Buonasera, madame. Il mio nome è Isabeau de Montmayeur, moglie del Falco d'Argento Jean Marc de Ponthieu. Volevo scortarvi personalmente per iniziare a fare la vostra conoscenza >> disse soave.
Katrina sorrise alla dama << Madame, le voci sulla vostra bellezza non sono lontanamente paragonabili a quello che realmente siete- chiuse la porta affiancandola- il Falco ha davvero sposato un angelo del Signore >> disse in risposta, seguendola con passo misurato.
<< Siete troppo lusinghiera madame, anche se pensate esattamente ciò che penso io della vostra persona- rispose sorridente Isabeau- Ho saputo della vostra disavventura, in terra francese, ultimamente capitano vicende pericolose, oserei dire quasi macabre >> aggiunse in ultimo, con espressione preoccupata.
<< Madonna non angustiate il vostro bel viso, sono certa che vostro marito sistemerà ogni cosa e tutto tornerà come prima nel più breve tempo possibile >> disse la donna facendo vagare lo sguardo intorno a se ammirando il castello.
<< Lo spero tanto. Ma per ora spero possiate passare un tranquillo soggiorno, mio marito ha già pensato alla riparazione della vostra carrozza, al rifornimento di viveri e ad un posto in cui ospitare il vostro seguito >>.
Imboccarono la scalinata per scendere al piano di sotto.
<< Il conte è davvero un uomo incredibile, la sua fama ha solcato i mari e raggiunto anche la nostra isola, il suo è un titolo più che meritato >> continuò lei affabile.
Una volta dentro il salone Katrina si presentò ai Sancerre, apprezzando la prestanza fisica e l'aspetto di Etienne.
<< È un piacere fare la vostra conoscenza, Jean mi ha parlato di voi, ha detto che siete esperta in campo curativo >> disse Donna dopo essersi presentata a lei.
<< Il Falco infatti ha detto bene e ci terrei a scambiare quattro chiacchiere in privato da medico a medico con voi, madame >> rispose Katrina scostandosi una ciocca di riccioli dalla fronte.
<< Con molto piacere milady, non capita tutti i giorni di poter incontrare un'altra donna con i miei stessi interessi >> fece eco Donna con un luminoso sorriso.
<< Non posso darvi torto, avremo tanto di cui parlare >> concluse Katrina prima di accomodarsi.
Le due conversarono amabilmente ascoltate di tanto in tanto dai commensali, Etienne in particolare non comprendeva molto del discorso ma guardava la nuova ospite incantato da quella bellezza prosperosa e provocante, ma quando Donna se ne accorgeva saettava occhiate maligne nella sua direzione fulminandolo all'istante. Era una moglie gelosa e ogni qualvolta Etienne si lasciava tentare dalla sua indole maschile lei non perdeva occasione per fargli delle scenate degne di quel nome.
Dal canto suo però, Katrina non rifiutava gli sguardi del conte e li ricambiava con altrettanti discreti e invitanti.
La cena passò tranquilla e dama Milleure venne ampiamente ascoltata grazie al suo affascinante modo di porsi e discutere, ma soprattutto osservata in quanto oggetto di curiosità da parte dei giovani Ponthieu e Sancerre e da parte di Cassandra e Sèlene.
Queste ultime si scambiarono più di un'occhiata significativa, quella donna non convinceva nessuna delle due, casualmente un'altra persona della loro terra era piombata fino a lì e, sempre casualmente, capitata alla corte del Falco. A incrementare i loro dubbi era anche l'uomo in nero che la seguiva come fosse la sua ombra.
Quando i ragazzi poterono stare in disparte Sèlene diede vita ai suoi pensieri << Non so voi ma a me quella contessa non dice nulla di buono, ho la sensazione che non sia chi dice di essere >> si appoggiò con le braccia conserte ad uno dei cornicioni dei bastioni, Cassandra annuì e guardò Michel poi Marc e i gemelli.
<< Pensi possa essere una strega venuta a cercarvi? >> chiese Noelle preoccupata, abbassando la voce.
<< Credo si riferisca proprio alla fattucchiera che ha provocato quella violenta bufera e che ha ordinato a quei giganteschi lupi di attaccarci >> le rispose Marc, guardando poi Sèlene in cerca di conferma.
<< Si è di lei che parlo, non possono esserne certa perché nessuno l'ha mai vista, ma la cosa mi puzza parecchio, purtroppo non sono veggente come Cassandra ma il mio sesto senso mi dice che dobbiamo guardarci le spalle >> concluse con un'espressione cupa fissando i presenti.
La sorella si agitava spostando il peso da un piede all’altro stando ferma sul posto, in ansia, cercando il suo amato con lo sguardo.
<< Non preoccuparti mio cielo stellato- esordì Michel, notando la sua agitazione- Nessuno ti farà del male finché ci sarò io >> le si avvicinò stringendola a sé.
Marc sgranò gli occhi, "Cielo stellato? È ubriaco?" pensò sconvolto, in quel momento Nicolas non poté trattenere un'espressione disgustata.
<< Sento che sto per vomitare la cena >>. Sèlene si portò una mano davanti agli occhi al limite della repulsione.
Cassandra invece lo strinse forte di rimando posando la testa sul suo petto, sorridendo timida a Noelle come per comunicarle indirettamente “Poi ti spiego”.
Questa annuí sorridendo discretamente, sapeva della cotta di Cassandra per Michel ma da quel che poteva vedere immaginò fosse successo qualcosa durante la loro avventura alla quale lei, purtroppo, non aveva potuto partecipare.

***

Madame Milleure venne scrupolosamente seguita e assistita dai servi di Chatel-Argent nei giorni a seguire, inoltre Donna e Isabeau non perdevano occasione per farle compagnia e farla sentire meno sola e più a proprio agio.
Tre giorni dopo, durante il pranzo, il servitore di Katrina, che rispondeva al nome di Evan, si avvicinò alla tavolata e nella loro lingua madre le disse << Mi duole disturbarvi mia signora ma devo riferirvi una notizia importante >>.
Sèlene e Cassandra, che avevano compreso la frase essendo anch'esse irlandesi e parlando la lingua gaelica, si scambiarono un'occhiata.
Katrina si voltò a guardarlo e dopo aver posato sul tavolo il suo calice si alzò in piedi e disse rivolta ai commensali << Vogliate scusarmi miei signori ma devo conferire urgentemente con il mio ufficiale >> e congedandosi con un inchino si allontanò per parlare in disparte.
I convitati rimasti seduti si scambiarono occhiate perplesse e preoccupate, la faccia con la quale si era presentato l'uomo non era delle migliori e, al ritorno di Katrina, si resero conto di aver avuto ragione a pensare al peggio.
Katrina tornò a sedersi scura in volto << Uno dei miei servitori è stato trovato morto vicino alle stalle, i miei uomini stanno indagando, consiglio monsieur Jean di mandare anche i vostri uomini in ricognizione, è possibile che l’assassino sia ancora nei paraggi >> disse lei prendendo il suo calice e bevendone tutto d'un fiato.
Ian scattò in piedi, uscendo dal suo posto a tavola, si scusò con i presenti e andò subito a dare disposizioni. L'omicida era più vicino di quanto potesse immaginare e occorreva trovarlo e ucciderlo subito per evitare ulteriori morti, ma soprattutto per non allarmare troppo la piccola popolazione e chi stava all'interno del castello stesso. La cosa che lo rendeva particolarmente rabbioso però fu la presenza stessa di un criminale di tale pericolosità in circolazione e l'evidente scarsa attenzione da parte degli uomini della sua sicurezza.
<< Sono mortificato, madame >> disse il Falco a Katrina una volta terminata la spartizione dei suoi ordini.
<< Non crucciatevi, la cosa importante è trovare il colpevole e impiccarlo prima che uccida ancora- rispose lei accostandosi a lui sempre con lo stesso turbamento di poco prima- Non appena Sir Evan tornerà con qualcosa di concreto sarete il primo a saperlo >> aggiunse con un lieve sorriso cercando di tranquillizzarlo.
Ian annuí poi si guardò intorno, accertandosi che nessuno potesse ascoltare << Mi pare strano che cerchino di arrecarvi danno due volte nel giro di pochi giorni. Sicura non vi stiano cercando per qualche motivo a me sconosciuto? >> le chiese a bassa voce.
<< Mio signore io sono un libro aperto e non ho segreti o quant'altro di losco da nascondere, sono basita quanto voi dato che stiamo parlando del mio seguito >> disse altrettanto a bassa voce esibendo tutta la sua indignazione per l'accusa del conte.
<< Avete dei nemici, madame? Non sarebbe strano se essi vi avessero seguita per attaccarvi lontano dalla vostra casa, sfruttando la debolezza del viaggio >> chiese nuovamente lui dando libero sfogo alle domande e alle teorie che gli ronzavano nella testa.
<< Assolutamente no mio signore, io e il mio defunto marito siamo sempre stati amati e rispettati, non abbiamo mai seminato rancori tali da far nascere anche solo il pensiero di malevoli azioni, di conseguenza ripeto, no, non abbiamo nemici, voi invece? >> disse a sua volta fissandolo intensamente con i suoi occhi di quel verde smeraldo unico al mondo.
<< Io sì, ho dei nemici mia signora. Chiunque ne ha almeno uno, anche la semplice benevolenza attira odio. Ma non credo sia chi crea problemi a me a crearne anche a voi dato che siete stati attaccati prima di giungere qui >>. Il suo pensiero andò subito a Sèlene e Cassandra, e se qualcuno volesse uccidere i nuovi ospiti in quanto irlandesi? Quello sarebbe stato un problema e soprattutto una gran sfortuna per lui dato che, quasi a farlo a posta, tutti quelli che provenivano dall'Irlanda finivano a Chatel-Argent. O forse era tutto studiato?
<< Allora guardatevi le spalle monsieur, io farò altrettanto, stiamo andando incontro a giorni bui e non possiamo farci trovare impreparati alle conseguenze che ne seguiranno >> fece lei e con un inchino si congedò andando via, seguita dal suo uomo.
Ian tornò nuovamente al suo posto tra i commensali, disse sospirando << Hanno assassinato uno dei servi di madame Milleure >>.
Quella notizia creò ovvia sorpresa e una nota di raccapriccio tra i presenti.
Marc, Michel e Nicolas si voltarono automaticamente verso Cassandra e Sèlene. Le streghe si guardarono a loro volta non meno turbate.
Quando terminarono il pranzo, Sèlene si avvicinò a Donna cogliendo un momento in cui ella era da sola, per parlarle in privato. Era da qualche settimana che non era al massimo della sua forma, si sentiva strana, perennemente nauseata e fiacca, Donna l'ascoltò e la condusse nella sua camera per visitarla.
Katrina osservava la situazione da lontano e poco prima che la porta si chiudesse del tutto entrò a sua volta << Sono un medico anche io, magari due pareri saranno meglio di uno non trovate madame? >> disse con un mieloso sorriso.
Dama Sancerre guardò Sèlene poco convinta e la ragazza contraccambiò il suo sguardo, si voltò verso la donna non potendo rifiutare la sua proposta << Assolutamente milady, potete restare >>.
La ragazza non rispose e contrasse la mascella, nervosa.
La visita durò una buona quindicina di minuti e il responso fu allarmante ma Katrina l'aveva capito e riferito alla ragazza prima ancora che Donna se ne accertasse creando non poca agitazione nella ragazza e nella dama.
Alla fine Sèlene uscì fuori dalla stanza bianca come un lenzuolo, con lo sguardo perso e gli occhi sbarrati raggiunse i suoi appartamenti chiudendosi dentro.
Donna invece raggiunse Ian ed esordì a bassa voce << Jean posso parlarti lontano da tutti? Si tratta di Sèlene, è urgente >>.
"Oh cielo, cosa è successo adesso?" pensò Ian annuendo col capo, la portò lontano preoccupato per ciò che avrebbe potuto riferirgli, vista l'espressione cupa dell'amica.
<< Sarò breve, anche perché i giri di parole sono inutili in questo caso, Sèlene sta male da qualche settimana, ero insieme a madame Katrina e lei con un solo sguardo ha capito quello che aveva senza neanche toccarla o visitarla, il che può voler dire due cose: o è talmente abile ed esperta da riuscire a comprendere i mali dei suoi pazienti da lontano o non è chi dice di essere, perché io ho impiegato quindici minuti se non di più per comprendere che Sèlene è gravida >> disse Donna tutto d'un fiato guardandosi intorno, nervosa per essere stata sorpassata da Katrina e turbata per quella scoperta.
Ian rimase scioccato da entrambe le rivelazioni. Con quelle abilità, per quanto poteva saperne e per quanto la sua esperienza gli aveva insegnato, Katrina Milleure poteva benissimo essere una strega come Cassandra e la sorella. Ma la cosa forse peggiore era il fatto che Sèlene fosse gravida. << Di quanto è incinta? >> le chiese allarmato.
<< Di un mese o poco più, non mi ha voluto dire chi sia il padre, ho provato in tutti i modi a farglielo confessare ma è stata irremovibile- sospirò mettendosi le mani sui fianchi- Questo è un bel problema Ian, come lo risolviamo? >> Donna era davvero inquieta, questa notizia non portava nulla di buono.
<< Le darò un po' di tempo per riprendersi dalla notizia dato che immagino non l'abbia presa bene nemmeno lei. In seguito andrò a parlarci di persona sperando di riuscire a farmelo dire. Farò leva sulla fiducia altrimenti chiederò alla sorella. Voglio sapere se il tutto è stato consenziente o meno, se è capitato qui o chissà dove >>. Sperò con tutto il cuore, in quel momento, non fosse stato uno dei suoi figli nonostante il suo pensiero andò automaticamente a Marc. Aveva visto qualcosa di strano tra loro in quel periodo, atteggiamenti, sguardi, addirittura frecciatine e conoscendo il desiderio e la curiosità giovanile nei confronti del sesso, nonostante fosse un grosso tabù, non poté fare a meno di averne paura.
<< Già, spero vivamente che sia stato consenziente e non frutto di una violenza, ci manca solo questo >> rispose l’amica lasciandosi andare ad un altro sospiro.
Cassandra non aveva idea di cosa stesse accadendo a sua sorella, era preoccupata perché la vedeva chiusa in un forzato silenzio e il fatto che fosse alimentato da questo suo malessere continuo peggiorava di gran lunga la situazione. Le stava vicino per quanto poteva, sperando non le stesse accadendo nulla di grave. Non poteva far altro e si sentiva terribilmente impotente a tutto ciò.

***

La mattina seguente Ian, carico d'angoscia, andò a far visita a Sèlene. Si presentò davanti alla stanza delle giovani, bussando con discrezione.
La ragazza si alzò per andare ad aprire, non rimase stupita nel trovarlo lì dinnanzi alla sua porta, lo fece accomodare senza dire nulla. Lo raggiunse dopo essersi assicurata che nessuno fosse nei dintorni, chiuse la porta e disse con voce grave << Se siete venuto qui per sapere chi è il padre del bambino che porto in grembo, siete fuori strada mio signore, non ho detto nulla a madame De Sancerre e, con tutto il rispetto, non dirò nulla nemmeno a voi >> si sedette sulla poltrona di fronte al camino.
<< Perché Sèlene? Vorrei sapere, ne ho tutto il diritto. È stata una cosa consenziente da parte tua? >> le chiese sedendosi sul letto.
<< Per quello potete stare tranquillo mio signore, è stato più che consenziente, ma se permettete non avete il diritto di sapere con chi vado a letto e tantomeno non avete il diritto di sapere una cosa che riguarda la mia persona così in intimità >> disse senza guardarlo ma continuando a fissare il fuoco. La sua voce non aveva nessuna sfumatura emotiva, non era arrabbiata, stizzita o irritata, ma semplicemente apatica e fredda.
<< Siete nel mio castello e pretendo che certe cose mi vengano dette, soprattutto se accadono qui a Chatel-Argent o se, nel caso, riguardano i miei famigliari o le mie protette. Tu e tua sorella sapete perfettamente quanto io sia riservato >> cercò di mantenere la calma ma il fatto che non volesse collaborare incrementava in lui i dubbi.
<< Mi dispiace conte, non voglio offendervi o mancarvi di rispetto ma non dirò una parola. Nemmeno la frusta mi farà parlare, quindi vi prego lasciatemi vivere questa cosa da sola, non arrecherò problemi a nessuno, voglio solo stare in pace >> sospirò di poco come se stesse cercando di trattenere le lacrime. Era chiaro però che questo suo segreto la facesse soffrire, forse era rimasta incinta di un uomo che non ricambiava i suoi sentimenti o chissà cos'altro, il fatto era che non avrebbe parlato.
Ian annuí sconfitto e dopo un cenno d'intesa col capo, salutò e tolse il disturbo. L'unica strada possibile sarebbe stata parlare con Cassandra e farle domande sulla sorella e le sue relazioni.
Sèlene si lasciò andare ad un pianto doloroso. Quella situazione non ci voleva, era incinta, il bambino era di Marc e non avrebbe mai potuto dirlo a nessuno di loro, avrebbe infangato la reputazione del giovane e gli avrebbe accollato un bastardo. Inoltre Marc non la amava, lei lo sapeva e perciò il pensiero di andare via il più velocemente possibile si impossessò di lei più vivido che mai.

Intanto però Cassandra passava tutto il tempo con Noelle o Michel, ma ogni notte aveva appuntamento con quest'ultimo. Nel primo periodo si alternavano, lui andava nella stanza di lei e viceversa, ma da quando Sèlene si era trovata in quella situazione negativa gli incontri amorosi si svolsero esclusivamente nella stanza del giovane Falco. Era bello per lei stare in sua compagnia, specialmente come due amanti innamorati l'uno dell'altra. Non era mai stata così felice e lui non era da meno.

***

I giorni procedettero tranquilli per la maggior parte dei presenti a Chatel-Argent.
In particolare, dama Milleure faceva la conoscenza del castello abituandosi agli usi e ai costumi francesi molto più velocemente di quanto gli altri si aspettassero. Amava intraprendere interessanti conversazioni ed era un'abile osservatrice, proprio grazie a questo da un po' aveva notato il malessere di Cassandra e l'atteggiamento assente di Sèlene. Quest'ultima e il figlio maggiore del Falco, di tanto in tanto, discutevano e non mancava l'occasione per lei di udire qualche singhiozzo della ragazza o vedere il giovane con sguardo cupo e atteggiamento scontroso. Marc infatti non comprendeva cosa potesse avere la giovane e non riuscendo ad estrapolare informazioni si alterava.
Una sera in particolare Katrina notò chiaramente la forte preoccupazione di Cassandra, essa camminava nel corridoio del terzo piano con le mani giunte al petto e lo sguardo basso, pensava. Era appena uscita dagli appartamenti di Noelle De Sancerre e camminava senza una meta precisa.
<< Che cosa ti turba piccola colomba? >> disse in gaelico con voce calda la donna, affiancandola.
La giovane sussultò << Perdonatemi milady ma non vi ho sentita arrivare. Comunque sono preoccupata per mia sorella, sta male e non vuole parlare con me >> rispose sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Le mani di Katrina le cinsero le spalle << Tua sorella sta affrontando un brutto momento, per una ragazza così giovane, soprattutto senza sicurezza alcuna sul futuro, scoprire di essere incinta non è mai una bella cosa- sospirò- Nonostante sia nostro compito procreare, farlo così, al di fuori del matrimonio e con chissà chi, è a dir poco sconveniente, ma sono sicura che riusciremo a risolvere tutto >> rispose la contessa con un sorriso ambizioso voltando il capo per guardare la sua interlocutrice.
<< È gravida? Lei è gravida e non me l'ha detto? >> Cassandra si fermò di botto, la guardava con gli occhi sgranati, era sconvolta, non riusciva a credere alle parole proferite da Katrina.
<< Oh cielo, chiedo perdono, pensavo ti avesse messo al corrente della sua situazione >> rispose lei con un'espressione colpevole.
La ragazzina si limitò a guardarla ancora. Sèlene le aveva tenuto un segreto così grande e pericoloso, si erano giurate sincerità e lei aveva infranto quel giuramento. Si congedò dalla contessa con una riverenza e un saluto e procedette spedita verso i suoi appartamenti, rossa in volta per la rabbia.
Katrina sorrise tra sé e si diresse verso i giardini.
"È soddisfatta di aver messo Cassandra contro Sèlene?" pensò la spia che, nascosta nel buio, osservava a sua volta quella donna misteriosa e per lei alquanto sospetta. "Non esiste luogo in questo castello nel quale io non possa raggiungerti- pensò ancora- Scoprirò chi sei, costi quel che costi" e dopo un ultimo sguardo sparì dietro una porta segreta nascosta dalle spesse lastre di pietra delle pareti del corridoio.

La porta si spalancò funesta creando non poco frastuono << Perché non me l'hai detto? >> Cassandra era fuori di se dalla collera.
Sèlene si voltò verso di lei basita << Che cosa stai farneticando? >> chiese cercando di mantenere il sangue freddo nonostante il tono della sorella le facesse salire il sangue alla testa.
<< Non fare la finta tonta Sèlene! Me l'ha detto lady Milleure, sei incinta e tu non mi hai detto nulla? Come hai potuto tenermelo nascosto? >> continuò la ragazzina alzando il tono di voce, ma la sorella si alzò di scatto tappandole la bocca e allontanandola in malo modo dalla porta. << Sei forse uscita di senno per caso?! Come ti permetti di piombare così urlando in questo modo?! >> ora Sèlene era altrettanto furiosa.
<< Perché non me l'hai detto? >> sibilò imperterrita Cassandra che la fissava con astio e risentimento.
<< Semplicemente perché volevo tenerlo per me, é una cosa mia e non sono tenuta a condividerla con nessuno anche se sei mia sorella, cosa credi che sia facile da realizzare? Pensi sia facile iniziare a convivere con l'idea che dovrò crescere un bastardo senza il becco di un quattrino, da sola per di più? Pensi sia facile per me non dirlo a Marc? Non tutti vivono spensierati e nel mondo delle fate come fai tu Cassandra! >> disse minacciosa.
La ragazzina la fissò con gli occhi lucidi di rabbia, serrando i pugni per il nervoso.
<< Mi sembrava anche di averti detto che di quella donna non mi fido e tu avevi concordato, perciò per quale motivo ti metti a parlare con lei? >> continuò Sèlene puntandole uno sguardo severo addosso e fissandola dall'alto in basso.
<< Per il semplice fatto che ti sbagli su tre cose fondamentali, la prima è che non lo cresceresti da sola perché sono con te anche se tu non fai altro che mandarmi via, la seconda è che Marc ti aiuterebbe a sua volta perché sei importante per lui e perché in grembo porti suo figlio, lui non è come gli altri dovresti saperlo meglio di me e per terzo, la contessa Milleure è una brava donna e tu sei maligna, pensi sempre male del prossimo! Non ti fidi di lei perché non la conosci e non ti fidi neanche di me nonostante io sia tua sorella, ma questa volta ti sbagli! >> rispose sostenendo il suo sguardo.
<< Bene allora va' da lei e non osare farti vedere da me, intesi? Sei una civetta frivola, piagnona ed ingenua, svegliati sorellina e cresci, la vita vera è molto diversa da quella che vivi dentro il letto del tuo amante e sparisci, non voglio vederti un secondo di più >> urlò l'altra nera di rabbia, la congedò con una spinta che quasi la fece cadere per terra per poi sbatterle con violenza la porta in faccia, lasciandola li con i suoi rancori.
<< Sei solo una stupida Sèlene e ti pentirai molto presto per quello che ci stai facendo! >> urlò Cassandra contro la porta restando fuori dal corridoio incurante degli sguardi stupiti di alcune serve nei paraggi. In seguito realizzò e si allontanò velocemente piena di vergogna.

<< Ti vedo particolarmente accigliata in questo periodo, cara >> avanzò Isabeau a Donna mentre entrambe imboccavano il corridoio per tornare ognuna nella propria stanza.
<< Non lo nego Isabeau, sono successe alcune cose ultimamente, da quando quella donna é arrivata al castello, che mi hanno turbata in modo particolare. Dice di essere un medico ma è molto più abile del normale, sa dare una diagnosi prima ancora di avvicinarsi al paziente, è una cosa incredibile. E poi lancia troppe occhiate ad Etienne e la cosa mi sta mandando in bestia >> rispose Donna camminando nervosamente accanto all'amica.
Isabeau rallentò il passo voltandosi a guardare la sua interlocutrice << Che possegga abilità... non propriamente umane?- chiese, abbassando anche il volume della voce- Forse vuole portare tuo marito a commettere adulterio >> aggiunse apprensiva.
<< Non lo so e non saprei nemmeno come poterlo scoprire, ma se Etienne dovesse fare una cosa del genere dovrà farsi il segno della croce perché incontrerà la furia di un'intera crociata e nulla lo potrà salvare in quel caso >> rispose stringendo i denti e assottigliando gli occhi, era seccata da quella situazione, il solo pensiero che Etienne potesse tradirla la ossessionava.
<< Oh beh, se ti può consolare, ho notato che comunque tuo marito ti venera. Immagino quindi non penserà ad una cosa del genere nemmeno lontanamente >>. Nonostante lo pensasse davvero il suo pensiero andò a Ian, temeva che quella donna potesse ammaliarlo con il suo fisico curvilineo, le sue belle parole e la sua spiccata intelligenza e chissà, forse anche con la sua magia. Sempre che Katrina ne possedesse.
<< Me lo auguro per lui >> fu la risposta che dama Sancerre le diede prima di prenderla a braccetto, continuando a camminare e riacquistando un poco di tranquillità, parlare con Isabeau la aiutava sempre, erano grandi amiche e lei sapeva sempre cosa dire per rasserenarla.
Raggiunsero la stanza di Donna nella quale Etienne era già pronto per passare una notte di fuoco con la sua amata.
Isabeau dopo essersi congedata proseguì dritta accelerando il passo fino a quando uno strano rumore attirò la sua attenzione, proveniva da una delle camere poco distanti.
Si avvicinò lentamente cercando di far meno rumore possibile con i suoi passi, la porta era socchiusa quindi prese a sbirciare tenendo una mano posata sulla parete, trattenne il respiro, quella era la stanza di Katrina Milleure.
Evan, il suo servitore, era dietro la dama e le baciava avidamente una spalla che aveva appena liberato dai rossi capelli. L'abito della donna era ormai del tutto calato e lui non ci mise molto a farlo scivolare completamente, portando entrambe le mani sui seni prosperosi di Katrina. << Oh mia signora >> le disse prima di mordicchiarle l'orecchio, bramoso di lei.
Katrina teneva un braccio sollevato accarezzando il collo del suo amante, la testa piegata di lato, gli occhi chiusi e un sorriso compiaciuto stampato sul viso. << In ginocchio Evan >> disse poi con voce calda, girando il capo di poco per poterlo guardare un istante prima di mettergli una mano sulla spalla intimandogli di inchinarsi davanti a lei.
E così lui fece, s'inginocchiò e sollevò nuovamente lo sguardo su di lei. La guardava ammirato, innamorato ed eccitato.
Il sorriso della donna si espanse rapido e maligno sul viso, gli afferrò i capelli con una mano tirandogli indietro la testa, proprio con l'intento di fargli male << Sai quello che devi fare non è vero? Da bravo dunque, fa ciò che devi >> disse lasciando la presa. Si abbassò di poco alla sua altezza parandogli il calice davanti e facendogli bere del vino che gli colò ai lati della bocca scendendo rapido sul busto e macchiandogli la camicia, prima di baciarlo con prepotenza.
Dopo aver risposto, Evan si avvicinò al bacino della sua signora mantenendo la posizione sulle ginocchia, poggiò le mani sulle sue natiche e con la lingua iniziò a regalarle un piacere caldo e intenso. Da come la baciava, da come la toccava sembrava la bramasse da una vita intera.
Katrina intrecciò una mano tra i capelli dell'uomo, l'altra sulla sua spalla stringendo con forza la presa, godendo di quel tocco esperto. Lui sapeva bene dove toccarla, era diventato abile con il tempo, erano amanti fin da quando lei era approdata in terra irlandese per unirsi con il suo sposo e ora che si ritrovava sola poteva assaporare appieno la sua fedeltà e i suoi servigi. Aprì la bocca portando la testa all'indietro e lasciandosi sfuggire qualche gemito che si affrettò a soffocare per non dargli piena soddisfazione.
Evan si alzò in piedi lentamente continuando a baciarla, prima sul ventre poi sempre più su fino al seno e al collo. L'afferrò per i fianchi facendola poi mettere a cavalcioni sulla propria vita, la fece stendere sul letto e in piedi davanti a lei si spogliò dando sfoggio della sua muscolatura perfetta segnata da segni profondi a cui vecchie ferite avevano lasciato il posto. Dava le spalle alla porta e Isabeau poté notare una possente schiena solcata da una grossa cicatrice che univa la scapola destra e parte della natica sinistra.
Svestendosi davanti a lei fu quasi come se volesse mostrarle un prodotto di cui solo la sua signora potesse usufruire. La guardava come unico oggetto del suo desiderio ma la odiava al contempo perché lo teneva distante sentimentalmente facendogli corrodere l’anima.
Katrina lo osservava critica dalla sua posizione, gli passò avidamente le mani sull'addome per poi soffermarsi a giocare perversamente con la sua intimità. Lo fissò negli occhi, sapeva quello che lui provava per lei, nonostante fosse sposato con una donna di nobili origini era rimasto incatenato alla sua persona in quel vortice di passione e amore malato, la medesima cosa la provava per lui. << Ti concedo di restare qui stanotte >> disse attirandolo a se, posando le labbra sul suo orecchio prima di leccarglielo con un movimento lento della lingua.
<< Grazie mia signora >> le rispose lui con voce bassa. La spinse per farla coricare e sovrastandola si insinuò dentro la sua femminilità con forza, con una mano le tenne i polsi bloccati sopra la testa e con l'altra le tappò la bocca, era un gioco perverso il suo. Nonostante quella notte potesse averla, voleva in un certo senso farle comprendere che, di lei, poteva fare ciò che voleva e come lo voleva.
La donna lo scrutava con occhi scintillanti di desiderio, amava il modo in cui loro due giocavano, era esclusivo, si capivano e riuscivano a soddisfare le loro più recondite perversioni. Gli morse la mano con forza ferendolo e leccando il sangue che fuoriusciva dalla ferita, gli legò le gambe in vita attaccandolo di più a se.
Isabeau non riuscì a distogliere lo sguardo da quella situazione strana quanto perversa, fino a quando Ian non la fece tornare presente a se stessa facendola sobbalzare, dicendole a bassa voce << Mio amore, cosa sta succedendo? >>.
<< Oh nulla, nulla- rispose col cuore in gola- Pensavo fossi già nella nostra stanza >> aggiunse, provando a sviare l'argomento e dando le spalle alla zona incriminata.
<< Stavo ultimando alcune cose, andiamo pure a dormire >>. L'affiancò lanciando un'occhiata nella fessura della porta e, scorgendo le due figure all'interno intente in un rapporto, sessuale rimase sorpreso, non tanto per la scena in se ma per l'atteggiamento ambiguo in cui era stata sorpresa la sua pudica moglie.
<< Forse in Irlanda non si usa chiudere la porta della stanza >> avanzò lei, conscia di essere stata scoperta nel peggiore dei comportamenti.
<< Evidentemente no, probabilmente non hanno nemmeno il pensiero di attirare sguardi curiosi >> rilanciò lui osservandola con la coda dell'occhio, l'aveva fatta arrossire e Isabeau si era limitata ad annuire, sentendosi una sciocca per aver osato spiare qualcuno in un modo tanto inappropriato.
Proseguirono per un breve tratto fino ad arrivare alla loro camera, Ian aprì la porta facendo entrare prima la moglie poi la seguì chiudendosela alle spalle. I servi avevano già organizzato l'occorrente per la notte e due di loro erano già nella stanza per aiutare i loro signori a prepararsi per affrontare quella notte particolarmente fredda.
Una volta terminato Ian e Isabeau si coricarono, uno accanto all'altra coccolandosi e unendosi fino a sprofondare in un sonno ristoratore.

   
 
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