Come promesso rieccomi qui in tempi
decisamente più brevi rispetto al solito.
Buona lettura!!
Confessioni Notturne IV
Scoperte
di Mezzanotte
La
nobilissima e antichissima casa dei Black, nuovo quartier generale dell’ordine
della fenice, era immersa nell’oscurità e nel più totale silenzio.
Tutto
era immobile, fino a quando un grosso vaso del corridoio al terzo piano,
cominciò ad oscillare pericolosamente per poi fermarsi di colpo, seguito da un
sibilo e da due colpetti leggeri, come se una porta non fosse stata chiusa
correttamente. Un cigolio riecheggiò nel corridoio.
«Stupidissima
porta…. Remus, sei sveglio?» Bisbigliò Tonks, entrando in punta di piedi nella
stanza, evitando per un soffio di sbattere la testa contro il porta abiti.
«Certo
che sono veglio, ti aspettavo. Cominciavo a temere che volessi accamparti in
ufficio». Sorrise nella penombra della camera, prendendola i giro.
«Non
me ne parlare, la giornata sembrava non finire mai. E poi…»
«Poi?»
«Poi
continuavo a pensare che tu eri qui. Non vedevo l’ora di tornare a casa».
Sussurrò, ringraziando quella semi oscurità che mascherava benissimo il suo
imbarazzo.
Senza
che lei se ne accorgesse Remus le si avvicinò e la strinse a sé.
«Anche
tu mi sei mancata». Le sussurrò a sua volta in un orecchio per poi baciarla.
Lei
fece scorrere le mani sul suo petto fino a congiungerle dietro al suo collo,
approfondendo ancora di più il bacio.
●●●●●
Era passata circa una settimana dal loro primo bacio, e da
allora ogni scusa era buona per allontanarsi da tutti per starsene da soli.
Naturalmente nessuno, o quasi, sospettava della loro appena nata relazione,
quindi, entrambi stavano molto a tenti a non tradirsi in pubblico.
Quella sera, per esempio, dopo una seri di sguardi eloquenti,
Tonks si congedò dai membri dell’ordine seduti a tavola per uno spuntino post
riunione, facendo capire, con ampi sbadigli, di essere molto stanca.
«Ma come, non assaggi nemmeno il dolce?» Chiese Molly, a metà
tra il preoccupato e l’offeso per il rifiuto al suo prelibato dolce.
«Mi dispiace Molly, ma davvero, non riesco a tenere gli occhi
aperti. Se ne avanza una fetta la mangerò domani a colazione». Promise.
«Non contarci cugina…» S’intromise Sirius, assaporando gia la
doppia razione.
«Certo cara, ci penso io a “salvartene” un pezzetto».
Confermò Molly, mentre Tonks usciva dalla cucina.
Dal canto suo, raramente Remus aveva mangiato un dolce così
velocemente, senza assaporarne ogni singolo boccone, ma senza dimenticarsi di
nasconderne un po’ nel tovagliolo.
Quando ebbe finito, si alzò da tavola, cercando di non far
trasparire la sua fretta.
«Vogliate scusarmi, ma vado anche io a dormire. Domani dovrò
alzarmi presto».
«E come mai?» Chiese la solita Molly - Detective.
«Ecco io… Devo fare alcune commissioni per me e anche per…
Sirius».
«Cosa? Ah! Hem si visto che io non posso uscire da questa
adorabile e accogliente casa, ho incaricato lui di prendermi alcune cose, nel
mondo esterno». Confermò dopo, che Remus gli ebbe pestato un piede per tenergli
il gioco.
«Davvero? Bene, visto che già devi uscire, saresti così
gentile da comprarmi alcune cose? Se non ti dispiace, naturalmente».
Sirius rise sotto i baffi.
«Ma certo, lasciami pure la lista qui per domani mattina». E
così dicendo si congedò .
arrivato al secondo piano, si guardò più volte in torno per
assicurarsi che nessuno avesse avuto la sua stessa idea di andare a dormire e,
quando fu certo di essere solo, bussò due volte alla porta che aveva davanti ed
entrò.
«Ci hai messo un bel po’ ad arrivare». Esclamò Tonks seduta a
gambe incrociate sul letto, tenendosi la testa fra le mani mentre lo fissava
divertita.
«Molly mi ha incastrato per delle commissioni domani
mattina». Mormorò sedendosi vicino a lei.
«E come mai?»
«Semplice ho dovuto inventarmi una scusa per andarmene e lei
ha preso la pluffa al balzo». Ripose lasciandosi andare tra le sue braccia.
«Sei sempre stato un pessimo bugiardo». Rise.
«A sì? Senti chi parla, l’attrice nata!» La prese in giro,
imitandola nel suo modo di sbadigliare.
«Hey!» protestò cominciando a dargli dei pizzicotti.
«Ferma!»
Ma Tonks non si fermò anzi, in aggiunta cominciò a fargli
anche il solletico. Certo, Remus non rimase con le mani in mano, ma alla fine
decise di giocare il suo Jolly.
«Ferma! O questa la mangio io…». Ansimò, tirando fuori il
tovagliolo dove aveva nascosto dei pezzi di dolce, e sollevandolo in alto per
non farglielo prendere.
«Il dolce! Non sai che sacrificio rinunciarci…»
«Lo immaginavo ecco perché te ne ho portato metà del mio, ma
se non lo vuoi…»
«No, no! Farò la brava promesso».
«Mmm ok». Era più forte di lui, non era in grado di negargli
niente quando gli faceva gli occhi dolci.
Finito il dolce, Tonks si sdraiò sul letto soddisfatta,cercando
d’ignorare gli sguardi di Remus.
«Cosa c’è?» chiese infine, ricambiando lo sguardo,
incuriosita.
«Niente, ti stavo solo guardando».
«sì, l’avevo notato. Quello che volevo sapere è “perché mi
stai guardando” »
«Ti da fastidio?»
«No, è solo che… lasciamo stare, continua pure».
Improvvisamente Remus le si avvicinò e la baciò, compiaciuto
d’averla colta di sorpresa e, sentendola decisamente felice di ciò.
«Remus…» Sussurrò.
«Dimmi…»
Ma lei non rispose, e distolse lo sguardo imbarazzata.
«Tutto bene… se vuoi posso andare…» Mormorò, rimettendosi
seduto.
«No. Non te ne andare». Lo prese per mano, per poi attirarlo
nuovamente verso di sé per baciarlo.
«Remus, cosa ne diresti… Passare al livello successivo, nella
nostra relazione?» Riuscì finalmente a chiedere.
«Cosa? Quale?» Balbettò non riuscendo a capire di cosa stesse
parlando, ancora stordito dal suo ultimo bacio. Così Tonks passò dalle parole
ai fatti, e si sfilò la maglietta, rimanendo con un coloratissimo reggiseno
viola e rosso.
«Ah, quel livello successivo…» Constatò Remus senza riuscire
a toglierle gli occhi di dosso.
«Scusa ma quale pensavi tu?» Chiese incuriosita.
«Non saprei, una cena, una passeggiata fuori. Un appuntamento
come si deve».
«Remus, viviamo qui da mesi, e ceniamo spesso insieme, anche
da soli. Direi che quel livello lo abbiamo superato da un pezzo».
Remus non poté ribattere a quell’affermazione.
«Quindi…».
Remus sorrise.
«Già, quindi, potremmo passare…».
Tonks non finì la frase e ricominciò a baciarlo.
Questa volta fu lui a lasciarsi trascinare in quel vortice di
emozioni.
●●●●●
Lo
sport preferito di Molly Weasley è, come ben noto, preoccuparsi per tutte le
persone che la circondano. Ok, forse non tutte le persone.
Così,
quando durante la notte sentì degli strani rumori provenire dal corridoio non
ci pensò sopra due volte sgusciò fuori dal letto dove, invece, Arthur russava
della grossa, e uscì dalla stanza.
Non
trovando niente di sospetto stava quasi per tornare in camera quando
improvvisamente scricchiolii inconsueti per quell’ora tarda uscirono dalla
camera di Remus tre porte più giù.
«Devo
proprio dire a Remus di sistemare quel letto. Le molle cigolano troppo».
Mormorò tra sé e sé.
Qualcuno
rise, di una risata soffocata, ma non era la voce del mago.
Molly
si avvicinò tendendo l’orecchio, sentendo così un basso vociare.
Toc,
toc. Niente.
Toc,
toc. Leggeri fruscii di lenzuola.
Toc,
toc. Un tonfo riecheggiò nella stanza seguito da una risata soffocata.
«Remus?
Tutto bene? Cos’è successo?» Chiese Molly.
«N…
Niente, sto bene mi è solo caduto un… Libro, sì, un libro a terra. Come mai sei
qui?»
Molly
era perplessa.
«Volevo
solo vedere se c’era qualcosa che non andava, ho sentito degli strani rumori
nel corridoio». Continuò tenendo ben teso l’orecchio per captare altri strani
rumori.
Altre
risate soffocate e fruscii.
«Hem,
sì scusa, è che… Questo letto sai.. Ora sistemo le molle, Torna pure a…
Dormire».
«Aspetta,
ti do una m …» Esclamò Molly aprendo la porta, ma interrompendosi di colpo.
Le
parole le morirono in bocca soffocate dallo stupore che la scena che le si era
aperta davanti, le aveva provocato.
●●●●●
«Basta Remus, direi che la nostra convivenza finisce qui».
Esclamò Sirius rivolto all’amico.
Remus lo fissò incredulo.
«E per quale motivo? Se posso chiedere».
«Semplice, di notte il fruscio dei tuoi stupidi libri mi
irrita! E quando finalmente ti addormenti ti agiti in continuazione».
Remus inarcò il sopracciglio.
«Da che pulpito… Parla quello che si mette a ringhiare e
sbavare mentre dorme». Mormorò.
«Cos’hai detto?» Chiese Sirius indignato.
«La verità».
I due si guardarono in cagnesco.
«Bambini, ora basta fare i capricci. Remus, ti preparo subito
un’altra camera non ti preoccupare. In effetti non capivo perché voi due
dividevate la stessa stanza». S’intromise Molly.
«Non ti preoccupare, ci penso io. Prenderò quella più lontana
dalla sua».
«Non ci sono problemi, vado io. So già in quale metterti». E
così dicendo si diresse fuori dalla stanza.
*****
Strani mormorii provenivano dal salotto, ma non riuscendo a
capire di cosa si trattasse, Molly di ritorno dopo un pomeriggio di compere,
decise di andare a controllare che non ci fosse ancora qualche Doxy.
Quando entrò, con la coda dell’occhio vide uno strano
movimento sul divano.
«Remus? Tonks?» li chiamò intravedendo la chioma rosa della
ragazza.
«Molly! Hem
ciao… Sei tornata» Esclamò Tonks.
«Cosa state facendo?»
«Le è caduto un orecchino e stiamo cercando di ritrovarlo».
Rispose Remus.
«Perché non usate le bacchette?»
I due si guardarono imbarazzati.
«Non ci avevo pensato. Scusa Remus se ti ho coinvolto il
questa caccia al tesoro». Mormorò Tonks, incapace di trattenere un strano
sorrisetto.
«Non c’è problema, sono sempre disposto ad aiutarti a trovare
gli oggetti che perdi». Anche Remus le sorrise allo stesso modo, aiutandola ad
alzarti
Molly li guardò per un qualche istante poi se ne andò alzando
gli occhi al cielo.
«Questi ragazzi, non saprebbero nemmeno dove hanno la testa
se non ce l’avessero attaccata al collo». Mormorò tra sé e sé, tornando in
cucina per sistemare la spesa.
●●●●●
Improvvisamente
tutti quegli strani segnali ebbero un senso per Molly Weasley. Ora che si
trovava davanti a quella scena che, in altre circostanze le avrebbe fatto
particolarmente piacere, ma non lì, in quel preciso momento.
Remus
se ne stava seduto nel letto cercando di coprirsi alla belle meglio con li
lenzuolo che però veniva tirato verso il basso da Tonks, rannicchiata di fianco
al letto, per fare la stessa cosa.
«Hem
Molly, ti senti bene?» Chiese Tonks risbucando solo con la testa.
Nessuna
risposta.
«Molly,
forse dovresti sederti». Propose Remus, cercando di recuperare dei vestiti per
rendersi presentabile.
Nessuna
risposta verbale, solo un piccolo cenno di dissenso con la testa.
«Molly?»
La chiamò ancora Remus.
«Non…
Dire… Niente Remus. E io che mi preoccupavo per voi! Mentre stavate bellamente
qui a… “divertirvi”. In questa casa ci sono dei bambini. Come avete potuto!?».
Forse
era meglio se continuava a stare zitta, pensarono in contemporaneamente i due
amanti scoperti.
«Ma
veramente…» Cercò di trovare una giustificazione.
«Non
fiatare. Mi avete delusa».
«Mamma
tutto bene? Cos’è successo?» Chiese Ginny sbirciando dal fondo del corridoio
con un bicchiere di latte in mano.
Molly
si richiuse di scatto la porta alle spalle.
«Niente
cara, torna pure in camera tua. Buonanotte tesoro».
Ginny
annuì e salì l’ultima rampa di scale che portava alla sua camera.
Remus
e Tonks rimasero sconcertati dal comportamento di Molly ma, guardando com’erano
conciati, scoppiarono a ridere.
Molly
si diresse nell’unica stanza che le poteva dare la calma e la tranquillità
necessaria per tornare a dormire, la cucina.
Si
trovava li da circa dieci minuti quando la porta si aprì e Sirius entrò
salutandola con un grosso sbadiglio.
«Molly,
non mi aspettavo di vederti qui. A cosa devo l’onore?» Chiese sedendosi di
fronte a lei.
Silenzio.
«Molly?
Sei sveglia?»
Uno
sbuffo.
«Sei
sonnambula?»
Un
grugnito.
«Pensi
di riuscire a formulare una frase di senso compiuto?»
«Sì,
sono sveglia. No, non sono sonnambula. Se non ti dispiace vorrei restare un
poco da sola». Rispose infine, indicando la porta con un cenno del capo.
«Mi
dispiace infliggerti questo dolore, ma non ho intenzione di lasciarti da sola.
Si da il caso che abbia assistito in parte alla piccola e simpatica scenetta
successa di sopra». Molly sgranò gli occhi, osservandolo. «E dalla faccia che
hai in questo preciso istante, deduco che tu li abbia trovati, anzi, sorpresi
con le mani… Nel sacco». Continuò tranquillamente.
«Tu!
Tu lo sapevi!». Lo accusò, puntandogli il dito contro il naso.
«Certo
che lo sapevo. Deve ancora nascere il Remus che riesce a nascondermi le cose,
lo conosco da abbastanza tempo da capire quando mente. Anche se, diciamoci la
verità, le bugie non sono mai state il suo forte».
«E
non mi hai detto niente??» Urlò.
«Non
era compito mio, ti pare?» Sorrise beffardo.
«Sirius,
Dovevi dirmelo!»
«Molly,
ma cosa ti da più fastidio, che io non te l’abbia detto, o che loro te
l’abbiano fatta sotto il naso?» La provocò.
«No,
niente di tutto questo. È solo che..»
«
“E’ solo che”, cosa?» Insisté.
«Basta,
è impossibile parlare con te, vado a Dormire». E così dicendo uscì dalla cucina
sbattendo la porta, lasciandolo solo, mentre se la rideva bellamente.
Arrivata
nel corridoio incrociò i due “amanti clandestini”.
«Molly…»
Tentò di dire Tonks.
«No,
niente Molly. Ora sentitemi bene vuoi due. Niente condivisione delle camere
fino a quando non vedrò le fedi ai vostri anulari. Ci siamo capiti?» I due si
guardarono sconcertati, senza riuscire a parlare e limitandosi ad annuire. «Ma
se dovesse ricapitare, almeno chiudete la porta a chiave e con qualche
incantesimo». E così dicendo li superò sulle scale, sorridendo soddisfatta.
Ed eccovi arrivati alla
fine anche di Confessioni Notturne IV.
Piaciuto? Io come sempre ce l’ho messa tutta.
Domanda: vi piacerebbe
leggere anche il V? Sì? Bene, allora restate da queste
parti. Chissà che non troviate una sorpresa uno di questi giorni.
Come sempre grazie alle
persone che hanno commentato il prologo, o che lo hanno soltanto letto. E
grazie anche a quelli che leggeranno e commenteranno questo capitolo che si è
appena concluso.
Taotao alla prossima!
Smack!