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Autore: Annoiata    16/05/2009    4 recensioni
Kazuya si girò, come gli aveva detto il padre. Davanti a lui c'era un vetro trasparente, che dava su una stanza dalle pareti completamente bianche. C'era poca luce. -Guarda bene, Kazuya...- disse sottovoce Heihachi. -Guarda e stupisciti- Kazuya si appoggiò al vetro, cercando di intravedere quello che c'era dentro. Nella stanza si accesero delle potentissime luci al neon, che costrinsero Kazuya a chiudere per un attimo gli occhi. Quando però li riaprì, ciò che vide nella camera, lo lasciò sconcertato.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heihachi Mishima, Jun Kazama, Kazuya Mishima
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Il nome della sua donna vagava nella mente di Kazuya da tempo. Non aveva mai smesso di pensare a lei in tutti questi anni. Come stesse, che cosa facesse mentre lui governava alla Mishima… Non aveva saputo più nulla riguardo la sua Jun. Era arrivato addirittura a credere che fosse morta. Invece eccola lì.

Viva.

O no?

Kazuya sussultò. Effettivamente, ora che la guardava bene Jun sembrava un corpo senza vita. Immobile come una statua, eterea, o più che altro bianca… bianca come un cadavere. E per di più sembrava ferita. Tutte quelle bende implicavano qualcosa. Un combattimento finito male, magari. Kazuya fissava la figura inanimata della donna, pieno d’interrogativi. Ma il più ricorrente era:

che diavolo ci faceva Jun lì dentro?

Mentre Kazuya guardava sconcertato attraverso il vetro, Heihachi gli si avvicinò.

-Bella vero?- disse. Kazuya strinse i pugni e si voltò arrabbiato verso suo padre. Rispose ad Heihachi con un ringhio.

-Ehi, calmati figliolo! Ho solo detto la verità. La tua Jun è senza dubbio una delle più belle donne che io abbia mai visto in vita mia-

-Allora lei è davvero…-

-Jun Kazama. Sì, è lei. a dire la verità  neanche io ci credevo. La sua identità è rimasta dubbia fino all’esame del DNA. Satoshi è stato molto bravo in questo…-

Kazuya guardò oltre le spalle di suo padre e si accorse che il ragazzino era sparito. Heihachi notò la sorpresa del figlio.

 –L’ho mandato via. Non volevo che ci disturbasse, questa è una questione di famiglia. Tu non hai notato nulla, imbambolato com’eri- gli disse ridacchiando. Kazuya ringhiò e si rivolse al padre.

-Che ci fa lei qui?- disse indicando la stanza dove si trovava la donna. Heihachi gignò.

-Preparati ad una lunga storia Kazuya. Devi sapere che nel livello cinque si conducono da sempre esperimenti che vanno al di là di ogni immaginazione. Ho fatto costruire questi laboratori sotterranei quando ancora eri poco più che un bimbetto. Avevi cinque anni, se non sbaglio. Ed eri solito ficcare il naso dappertutto, mettendomi i bastoni fra le ruote nonostante l’età. Che ragazzino impertinente- Kazuya sospirò e incitò il padre a continuare. Non gli importava nulla delle marachelle della sua infanzia.

-Ebbene, qualche giorno fa, io ed i miei tecnici stavamo conducendo esperimenti sul gene Devil. No, non devi essere sorpreso Kazuya, molti dei tuoi sottoposti lavorano segretamente per me. Mi passano tutti i dati degli esperimenti su di te, sai? Sono proprio dei tecnici fedeli…- continuò ridacchiando –era già da un paio di giorni che gli esperimenti erano fermi sullo stesso punto. Per quanto ci provassimo, non riuscivamo ad andare avanti. Nessuno riusciva a cavare un ragno dal buco, non c’era dottore o scienziato che sapeva darmi una risposta. Fino a quando scoprii quel ragazzino. Satoshi ha un bel talento, te ne sei accorto tu e me ne ero accorto anch’io. Inoltre era pieno di idee innovative, rivoluzionarie. I miei, anzi i tuoi scienziati non erano nulla in confronto a lui. Il genio di quel ragazzo sovrastava completamente le idee obsolete di quel branco di idioti. Era perfetto… ma cosa credi, l’ho sfruttato e lo sto sfruttando ancora- Kazuya provò un momentaneo dispiacere per quel ragazzino. L’ennesima persona sfruttata dal malvagio padre.

-Comunque…- disse Heihachi schiarendosi la voce –Con lui ero riuscito a trovare qualcosa. Avevamo condotto un esperimento sulla strana energia emanata dal gene. E, grazie ad un marchingegno messo a punto da Miyamoto, eravamo riusciti ad identificarne una simile. Un’energia negativa, ma che mi affascinava moltissimo. L’unico problema era che l’energia non proveniva dalla nostra dimensione. Ti sto meravigliando, vero? Ma aspetta di conoscere il seguito…- Kazuya era rapito dalle parole del padre. Un’energia negativa simile a quella di Devil? Ma esisteva al mondo una cosa del genere? Ormai, da quando Kazuya aveva rivisto la sua Jun, era disposto a credere a tutto. A proposito di Jun, da lei ancora nessun segno di vita.

-Bene- disse Heihachi –noi non riuscivamo a credere all’esistenza di questa dimensione parallela, tuttavia facemmo un tentativo. Satoshi, grazie alle sue capacità, riuscì ad inventare una macchina per creare uno squarcio dimensionale, che ci avrebbe messo in comunicazione con la dimensione X, così la chiamammo. Si, so che sembra impossibile, ma noi ci riuscimmo. Non so dire con precisione se era ambizione o pazzia, fatto sta che io dovevo attingere quell’energia. Ti rendi conto di quello che avrei potuto fare? Sarei riuscito anch’io a diventare potentissimo, proprio come te e quel bastardo di tuo figlio Jin!- c’erano sadismo e follia pura nelle parole di Heihachi. Tuttavia Kazuya decise di rimanere ad ascoltare, intento a scoprire il segreto che si celava nella perversa mente del padre.

-Ad ogni modo, noi ci riuscimmo. Aprimmo un varco nella parete dello spazio tempo. Non so bene come descriverti quello che esattamente vedemmo, sappi solo che dal buco ne uscì quella donna. Era avvolta da un misterioso alone nero, nuda, ferita e priva di sensi. Rimanemmo a bocca aperta quando scoprimmo che l’energia negativa proveniva da lei. La tenemmo qui per un paio di giorni, anche se era inavvicinabile. Perché quell’oscura nebbia che la ricopriva faceva fuori ogni cosa si avvicinasse più di qualche centimetro a lei. il primo a pagarne le conseguenze fu un dottore venuto a medicarla. Ere ridotta proprio male, anche se non oso dirti che fine ha fatto il medico. Per alcuni fu orribile. Io invece come ben sai, sono abituato alla vista del sangue. Nessuno si avvicinò alla ragazza per più di una settimana. Quando finalmente decidemmo di riprovare, perdemmo un altro dottore e ben due scienziati. Miyamoto cominciava a pensare che fosse meglio rispedire la creatura da dove era venuta. Io no. A me interessava tantissimo quell’incredibile potere. Se solo avessi visto cosa sapeva fare… sarei stato invincibile se solo fossi riuscito ad appropriarmi dell’energia della ragazza…-

-Ma…?- intimò Kazuya. Sapeva che le cose non erano andate come voleva il padre, l’aveva capito dal suo tono rassegnato. Ed era davvero compiaciuto di tutto ciò. Il vecchio aveva fallito. Tutto merito di Jun.

-Un giorno, l’energia oscura sparì. Abbandonò il corpo di quella donna improvvisamente. Sentimmo delle urla provenire dal livello cinque. La ragazza era in piedi, in preda a quello che doveva essere un dolore straziante.  L’alone nero si espandeva a dismisura, provocando molteplici sovraccarichi di energia. Esplosero quasi tutte le luci. Poi l’energia oscura si levò in alto e si disperse nell’aria. La donna si accasciò a terra, come morta. Da quel giorno non ci fu più alcun segnale dell’energia negativa. Potevamo avvicinarci alla ragazza però. Non appena la vidi ravvisai i tratti di una partecipante al secondo Tekken. Non c’erano dubbi, era proprio lei. Jun Kazama, la madre di tuo figlio. La tua donna. La credevi morta, eh? Invece eccola qui. Non te lo aspettavi Kazuya… E poi stranamente la ragazza è rimasta giovane come un tempo. Abbiamo attribuito questo fenomeno all’energia oscura. Probabilmente se me ne fossi appropriato avrei potuto godere di una grande longevità, se non vivere per sempre. Ma ormai è troppo tardi…-

-Perché la tenete ancora qui allora? Lasciala subito andare Heihachi, lei non ha nulla a che fare con te!-

-Vedi, il fatto è che i risultati del DNA sono molto interessanti. In lei si cela una strana forza che è capace di eliminare il gene Devil. Ma una cosa che mi soddisfa pienamente è che ho preso ancora una volta ciò che era tuo- disse Heihachi ghignando compiaciuto. Kazuya sussultò, irato, pronto a colpire il padre.

-Non l’avrai mica…-

-Non l’ho toccata nemmeno con un dito. Almeno finora… L’ho lasciata ai miei uomini però. Qualcuno di loro voleva vendicarsi della morte dei propri colleghi, altri avevano verso di lei un desiderio… non è facile per loro resistere ai piaceri della carne… Non so cosa le abbiano fatto, ma posso immaginarlo…- concluse sadico. Kazuya si lanciò furiosamente contro il padre, pronto ad ucciderlo.

-Kazuya! Fermo, non farlo!- gridò una voce. Heihachi e Kazuya si voltarono verso quel suono. Era stata Jun a parlare,  appoggiata al vetro e malferma sulle gambe, guardava i due con le lacrime agli occhi.

Allora? che ve ne pare? Forse l'idea dell'altra dimensione è troppo scontata? O troppo stupida? Che faccio, continuo o lascio stare?
  
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