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Autore: EvrenAll    16/11/2016    1 recensioni
Risi.
Risi forte quando seppi che Lui aveva chiesto di me.
Soddisfatta, ma non incredula: non avrebbe potuto non precipitare anche Lui e non desiderarmi.
Lui...
Sarebbe stato capace di riempire la mia vita di Rosso?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appetite for Destruction
(Rocket Queen - Guns N' Roses)









3 marzo 1987

00.03







 

Le parole di Think about you rimbalzavano tra le pareti del mio appartamento.

Seduta in braccio ad Axl ascoltavo per la prima volta quella che sarebbe stato finalmente il loro primo album. Eravamo vicini, ma sembrava come se un sottile strato di pellicola trasparente ci stesse separando.

Mi faceva paura, sentirlo accondiscendente, costruito, innaturalmente sorridente ed apatico.

-Mi è sempre piaciuta un sacco-

Lui canticchiava tra sè facendo da coro a se stesso.

-Ci siamo sentiti così poco… che non siamo neanche riusciti a parlare come si deve-

-Recupereremo-

Appoggiò le labbra alla mia fronte.

-Sembra quasi che tu non mi voglia toccare oggi-  

Risi, cercando di sconfiggere il senso di panico.

-Sciocchina, sto aspettando…-

-Io ho bisogno di sentirti adesso, sei troppo lontano...-

Non rispose.

Continuava a non rispondere.

Soffocai i miei stessi pensieri appoggiando la fronte sulla sua e poi baciandolo come non avevo ancora fatto da quando era tornato, con un ardore che aveva in sè più disperazione che vero e proprio desiderio.

-Non starai mica piangendo?-

Non aprii gli occhi e scossi la testa mentre le mie lacrime gli bagnavano le guance.

-Mi sei mancato tanto-

-Ti amo- aggiunsi sottovoce.

Ero riuscita a dirlo, ci ero riuscita davvero.

-Vieni qui- mi strinse a sè e nascosi un singhiozzo contro la sua spalla

Mi accarezzò la schiena, ma ancora, mi sembrava di non sentirlo.

Cosa ci stava succedendo?

 





 


-Ultima traccia?-

-Ultima traccia- confermò, stampandosi in faccia uno strano sorriso, mentre la batteria suonata da Steven riempiva l’aria.

Rocket Queen.

Mi avvicinai a lui piegando la testa dopo aver appoggiato la tisana rilassante con cui ero riuscita a calmarmi al tavolo del salotto.

-Canti bene, Axl- mormorai, sedendomi piano a cavalcioni addosso a lui.

-Io sono il migliore, tesoro- mi accarezzò la schiena.

-Questa canzone fa male- sussurrai ad un centimetro dal suo orecchio, ruotando appena il bacino in avanti, in modo da aderire di più a lui e sentirlo contro di me.

-Non immagini nemmeno quanto, Elizabeth-

Non mi toglieva gli occhi di dosso.

Avevo paura, ma volevo essere capace di far sparire la tensione che torreggiava su di noi.

Iniziai a baciarlo, sul viso, sul collo e gli slacciai la camicia in modo da avere ancora più pelle a mia disposizione. Il panico, sordo, mi faceva agire senza riuscire a pensare davvero.

-Già con Welcome to the jungle mi sono trattenuta abbastanza, adesso ho voglia di te- sussurrai accarezzandogli il viso.

Era vero, anche se il peso della distanza mi stava tenendo a guinzaglio anche in quel momento.

-Babe..?- aggiunsi, non percependo in lui il minimo turbamento.

-È tutta la giornata che sei strano…-

-Anche tu-

Venni improvvisamente distratta dal brano e mi sfuggii una risata iniziando a sentire dei gemiti di una donna sotto l’assolo di Slash.

-L’avete fatto davvero?- Lo guardai, per un attimo distratta dai miei pensieri.

-Chi ha avuto l’onore?- aggiunsi, divertita.

-Io-

Mi si spense il sorriso sulle labbra quando, l’attimo dopo sentii proprio lui sospirare dal piacere.

-Axl?-

-Dimmi, tesoro?-

Voce distante, come prima, come da quando era sceso dall’aereo.

Strinsi una mano sul suo braccio, piantandogli le unghie addosso fino a quasi sentire la pelle cedere sotto di esse.

-Che cosa hai fatto?-

Non potevo essermi sbagliata, l’avevo sentito troppo volte.

-Chiedilo alla tua migliore amica-

Concluse, sfidandomi.

Mosse il braccio bruscamente per scioglierlo dalla morsa della mia mano e, presa una cicca dal pacchetto sulla mia scrivania, la accese.

Mi alzai, cercando di inghiottire in nodo che mi si era formato in gola.

Ballava il tip tap sulle mie viscere dopo avermi sventrata con un machete.

-Esci-

Inspirò.

-Esci da casa mia adesso-

Urlai. Non riuscivo a piangere ancora: troppo sorpresa per credere davvero a quello che avevo sentito.

-Lo sai come sono, Elizabeth-

Rimaneva seduto, guardandomi.

-William, perchè?-

Non riuscivo a capire.

-Non c’eri. Paletti, muri, lavoro.. mi dispiace ma non sei credibile-

Avrei dovuto dirgli di Annah.

-Scusa…-

Strinse le labbra stringendo le dita sul filtro della cicca, incassando la mia ammissione.

-Da quando Neil ha la precedenza su di me?-

-Cosa diavolo centra?-

Sbigottita, da arrendevole ritirai su la guardia e mi avvicinai a lui.

Che cazzo centravano i Crue ora?

-Il concerto-

-Non l’ho più visto dall’anno scorso!-

-Sì, grazie- si alzò, ironico.

-Grazie un cazzo, Axl…- mi tirai indietro i capelli raggiungendolo, ed iniziando a collegare i pezzi.

Quindi è per quello che sei stato irraggiungibile, allo studio, anzi, irraggiungibile nell’ultimo mese!-

Lo strattonai ed afferrai un lembo della sua maglia piazzandomi di fronte a lui.

-Ero arrabbiato, sono arrabbiato e la tua scenata di pianto non sembra altro che manifestazione di senso di colpa per quello che hai fatto- inasprì il tono evitandomi e dirigendosi verso la porta.

-Apri bene le orecchie, William perchè non lo ripeterò altre volte-

Gli afferrai il polso obbligandolo a fermarsi e a guardarmi.

-Ero con Annah, a salvarle il culo e la faccia di bronzo. È rimasta incinta di uno stronzo della magistrale e tra tutte le persone che ci sono al mondo ha chiamato me, per sostenerla con l’aborto. Perchè un assassinio in più sulla coscienza, dopotutto che male può farmi?

E giustamente, convincere quella cocciuta a tenere un bambino è troppo...-

Avevo fallito anche su quello.

-I miei…- sospirai -papà non sa niente, ripeto, le ho salvato il culo e lei rimarrà per sempre la sua amata e perfetta figliastra. Mi aveva fatto giurare di non dirlo. Sei libero di crederci come no-

Colpì il mio braccio per allontanarmi. Svicolatosi così dalla mia presa uscì, sbattendo la porta.

La riaprii alzando il tono.

-Sì! Vattene! Fai l’incazzato Rose! E io? Io che dovrei essere?!-

-Era la mia canzone preferita, cazzo!- aggiunsi, e richiusi, rifiutando di sentire l’eco della mia stessa voce deformato dalla rabbia e dalla delusione risalire le scale.








 
 
....Don't ever leave me, say you'll always be there,
All I ever wanted was for you to know that I care...








 
  
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