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Autore: DryJ    20/11/2016    2 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIV


<< Mia signora, vostra figlia è finalmente giunta a Chatel-Argent >> disse Evan una volta raggiunta Katrina Milleure nella sua stanza.
<< Ah benissimo! Non vedevo l'ora >> rispose la donna alzandosi dalla poltrona con un ampio sorriso, dirigendosi poi a grandi passi verso il salone.
Una ragazzina minuta e dalla folta chioma tabacco, che poco prima era stata accolta da Ian in persona e ora parlava con quest'ultimo, si guardava intorno incuriosita da quel castello francese così diverso strutturalmente da quelli irlandesi.
I servi di Chatel-Argent avevano già provveduto a slacciarle il mantello e prendere i suoi bagagli per portarli nella stanza a lei assegnata.
<< Máthair* >> esordì lei correndo verso alla madre che la raggiungeva a braccia aperte.
Katrina la strinse forte a se baciandole la testa << Mo Perle milis*- rispose lei commossa nel vederla sana e salva- Tá súil agam leat go raibh turas maith* >> disse ancora.
<< Amháin! Fiú má bhí sé leadránach* >> rispose la ragazzina sorridendo felice.
Katrina non poteva esserlo di più, ora la sua preziosa bambina era al sicuro con lei, la condusse personalmente nella sua stanza per farla riposare, a cena l'avrebbe introdotta meglio al Falco, alla sua grande famiglia e ai suoi ospiti.

La sera i Sancerre, i Ponthieu e le due sorelle irlandesi attendevano attorno al tavolo l'arrivo di madame Katrina e della figlia. Erano tutti in piedi, sparsi, parlando tra loro riuniti in piccoli gruppi quando fecero il loro ingresso la dama e Perle, seguite dall’immancabile presenza nera di sir Evan.
Sèlene ignorò del tutto la cosa, fosse stato per lei sarebbe rimasta nelle sue stanze.
Cassandra era intenta a parlare con Noelle e si voltò incuriosita, la ragazzina era incredibilmente somigliante a sua madre, se non fosse stato per i capelli più scuri e mossi. Enormi occhi verdi si spostavano su ogni persona presente nella sala, a occhio e croce non avrebbe dovuto avere più di 15 anni. Stava poco dietro la madre, timida ma curiosa di conoscere quelle nuove persone, il suo francese non era dei migliori ma se la sarebbe cavata.
Donna e Isabeau si avvicinarono alle due per dare il loro per iniziare una conversazione basata sui convenevoli.
Ian disse a quel punto << Diamo il nostro benvenuto alla giovane Perle, figlia di dama Milleure >>.
Nicolas, Michel e Marc si esibirono in un elegante inchino mentre Noelle, dopo una riverenza, raggiunse istantaneamente la nuova arrivata per conversare e cercare di farla abituare a quell'ambiente straniero.
Ma sin dal primo momento passato in quella sala, Perle si era sentita osservata, Nicolas De Sancerre era rimasto letteralmente folgorato dalla bellezza della giovane tanto da non riuscire a staccarle gli occhi di dosso nemmeno per un attimo, addirittura nell'inchino era risultato goffo e impacciato.
Perle aveva conversato di buon grado con Noelle, il suo francese era duro come il suo accento. Con Cassandra invece aveva potuto interloquire più tranquillamente parlando nella loro lingua madre.
Katrina era radiosa e i suoi occhi brillavano di felicità.
Durante la cena Perle si voltò verso Nicolas << Monsieur, avete bisogno di qualcosa? >> disse alzando di poco le sopracciglia, sentendosi costantemente osservata.
Lui, colto impreparato, imitò la sua espressione facciale per poi esordire con un semplice << No madame >> accompagnato da un buffo tentativo di recuperare il poco orgoglio rimasto.
<< Che faccia da allocco >> sussurrò Marc al fratello che cercò invano di trattenere un risata.
Perle sorrise appena tornando a rivolgere la sua attenzione al cibo così doppiamente gustoso dovuto dalla fame e dalla stanchezza del viaggio.
Cassandra si sporse di poco verso Noelle per sussurrarle all'orecchio << Credo che a tuo fratello interessi la figlia della contessa Katrina >> sorrise complice guardando l'amica.
<< Lo penso anche io, ma di questo passo si renderà pressoché ridicolo >> rispose con una mano a coprire la bocca per nascondere una risatina.
Cassandra asserì con un'altra risata appena accennata << Povero Nicolas, pensavo che con il suo carattere esuberante riuscisse a conversare con spavalderia con qualsiasi persona e invece si emoziona come un bambino >> si voltò per guardarlo prima di posare il suo sguardo su Michel, gli sorrise dolcemente e lui le sorrise a sua volta.
Nicolas lanciò subito un'occhiata torva alle ragazzine e sentendosi colto sul fatto, afferrò la brocca di vino versandone il contenuto nel bicchiere di Perle, volendo così dimostrare di essere più audace di quanto loro in realtà credessero.
La ragazzina si voltò a guardare il calice che veniva riempito dal giovane Sancerre << Grazie >> mormorò volgendo l’attenzione ora su di lui, perplessa e curiosa al tempo stesso.
Cassandra soffocò un'ennesima risata incredibilmente divertita.
Lui cercò di ignorare gli atteggiamenti della sorella e dell'amica che in quel momento gli parvero due vere e proprie oche giulive. << Nella nostra tradizione, il cavaliere deve versare il vino alla dama >> le disse con un sorriso da splendido che però avrebbe rovinato, molto probabilmente, qualsiasi tentativo di approccio dall'altra parte.
<< E la cosa dovrebbe sorprendermi in qualche modo? >> disse in risposta la ragazzina, con un'apatia disarmante mentre guardava il ragazzo senza battere ciglio.
Nicolas ci rimase di sasso, annuí afferrando al volo la figura da fesso, quindi tornò al suo cibo senza nemmeno guardare Cassandra e la sorella conscio di come quella risposta avrebbe potuto scatenare la loro prossima reazione.
Perle fece spallucce non comprendendo quello strano ragazzo e tornò a dedicarsi al cibo che tanto la faceva impazzire dalla bontà.
La cena procedette tranquilla, la ragazzina parlava molto con Noelle e Cassandra trovandosi a proprio agio con entrambe. << Il ragazzo che avevo accanto è il tuo gemello? >> disse rivolta a Noelle.
Lei sorrise mortificata << A quanto pare si- rispose ironicamente- Mi spiace ti abbia disturbata durante il pasto >>.
<< Non mi ha disturbata, trovo che sia strano ed incredibilmente buffo. Evidentemente le dame con cui ha avuto a che fare si comportano come agnellini indifesi dagli occhi dolci che pendono dalle labbra di ogni uomo, ma da noi le cose sono diverse, le donne sono forti e indipendenti, come mia madre >> disse alzando il mento con orgoglio.
<< Oh ma noi non ci comportiamo come agnellini, cara Perle. Semplicemente gli uomini comprendono che in fondo è nostra la scelta ultima del cavaliere che vorremmo ci corteggiasse e per ingraziare fanno questo e altro. Alcuni errano comportandosi come perfetti idioti, altri eccedono di bontà. In ogni caso non ho ancora avuto l'onore di incontrare un cavaliere che porti con orgoglio questo titolo, Nicolas stenta a portarne alto l'onore >> ridacchiò.
<< Voi francesi siete strani, tuo fratello li batte tutti però, è un peccato che si comporti come un'idiota- si voltò a guardarlo prima di aggiungere con un mezzo sorriso- E' anche carino >>.
<< Prima o poi troverà qualcuno che lo amerà per il suo carattere da idiota, me lo sento- rispose, voltandosi anche lei nella direzione di Nicolas per guardarlo- Fino ad allora temo si farà una fama da fesso. Povero fratello, quasi provo pena per lui >>.
<< Dovrebbe rivedere il suo piano d'attacco >> sorrise Perle. Era incredibile la somiglianza con la madre, nonostante qualcosa nei suoi lineamenti riportasse a qualcuno che già avevano avuto modo di vedere in quei giorni. Continuò a conversare con le due ragazze fino a quando sua madre non le intimò di andare a riposare. << Mia madre ha ragione, devo andare a riposare è stata una giornata pesante, vi auguro una buona notte mie signore >> disse con simpatico sorriso prima di chinare il capo in segno di saluto. Fece lo stesso con i presenti e scortata da Evan andò nella sua camera.
Cassandra ne approfittò per lanciarsi accanto a Nicolas << Hai fatto una figuraccia dietro l'altra ma lei ha detto che sei carino! >> ridacchiò guardando l'amico.
Lui cercò di mantenere un contegno nonostante quella notizia avesse fatto ribollire l'adrenalina dentro il suo corpo, rapida gli stava salendo alla testa. << Bene, ha detto altro? >> chiese.
<< Ha detto che sei strano e buffo allo stesso tempo >> lo guardò estremamente divertita per poi guardare sia Marc che il suo amato Michel, quest'ultimo sorrise << Un nuovo amore sta per nascere a Chatel-Argent >> affermò.
<< Ha semplicemente detto in maniera gentile che è un indecente buffone. Tu vedi amore dappertutto >> gli rispose Marc.
<< Io vedo amore solo dove c'è Cassandra >> ribatté l'altro prendendo le mani della sua amata.
Questa sorrise con il cuore gonfio d'emozione avvicinandosi di più al suo adorato.
<< Voi due mi fate venire voglia di vomitare. Nicolas se devi comportarti così con la tua futura consorte ti prego di cancellarmi dalle tue amicizie >> disse Sèlene riemergendo dal suo silenzio.
Rimasero tutti sorpresi per l'uscita della ragazza, non tanto per il contenuto di quell'affermazione ma per il fatto di aver finalmente ripreso a parlare.
<< Riemergi dalla tomba per dirmi implicitamente che siamo amici? >> le chiese Nicolas canzonandola.
<< No, per dirti semplicemente che dovrai cancellarmi per sempre perché di nausea e schifo in questo periodo ne sto facendo abbondante raccolta >> rispose lei mettendosi a braccia conserte e guardandolo con un sopracciglio alzato.
Marc sorrise alla battuta di Sèlene guardandola però carico di malinconia.
<< Non per colpa mia di certo se Michel e Cassandra sputano miele ogni qualvolta aprono bocca! >> rispose Nicolas sollevando un sopracciglio, offeso.
<< Nemmeno mia e non azzardarti a farlo anche tu!- precisò lei, guardò i presenti e aggiunse- Io vado a letto vi auguro una buona notte >> e dopo aver guardato Marc con dolore andò via dirigendosi nella sua camera.
Marc la seguì a ruota dopo aver salutato gli altri con un inchino. << Ti accompagno >> le disse accostandosi a lei e sperando non reagisse male, lei si voltò a guardarlo senza dire nulla.
Camminarono in silenzio, quante cose lei avrebbe voluto dirgli, quante cose avrebbe voluto fargli sapere, ma la paura del rifiuto e del fatto di non essere ricambiata sentimentalmente le impedivano qualsiasi futura azione. Sapeva che lui era diverso dagli altri ma nonostante tutto qualcosa le diceva di non farlo. Aprì la porta della camera << Ti ringrazio per avermi accompagnata, buona notte >> disse entrando appena oltre la porta. Prima che lei potesse chiudere, Marc mise la punta del piede in modo da impedirle la chiusura. << Parlami, ti prego Sèlene. Parlami >> le disse duramente nonostante quella fosse una vera e propria supplica.
<< Marc ti prego, non rendermi le cose più difficili di quanto già non lo siano >> disse lei posando una mano sullo stipite, i suoi occhi trasmettevano tante cose, dolore, paura, insicurezza e tanto altro che a parole non avrebbe mai potuto comunicare.
<< Tu le stai rendendo difficili tacendo ogni cosa! Fammi entrare >> spinse la porta sovrastandola con la sua forza tanto che lei non poté far nulla per impedirglielo, poi la chiuse alle sue spalle rabbioso << Non mi tocchi più e mi eviti, cosa sta accadendo Sèlene? >> chiese avvicinandosi quasi minaccioso, i suoi occhi spalancati ricordavano quasi quelli di un folle.
<< Ti prego Marc non cominciare- rispose lei esasperata allontanandosi dal suo raggio d'azione- E' una cosa troppo grande per entrambi e io non sono pronta a condividerla con me stessa, figuriamoci con te che per me non provi nulla >> continuò dandogli le spalle per poi voltarsi a guardarlo, era esausta e il suo viso era attraversato da una miriade di preoccupazioni.
<< Cosa? Io non provo niente per te? Se non provassi niente non proverei a strapparti le parole dalla lingua, non litigherei con te se non mi stessi a cuore, dannazione! >> le andò davanti furioso e paonazzo, piantò lo sguardo sugli occhi di lei attendendo risposta ma poi sbottò ancora << Ti hanno fatto del male? Dimmi chi è così gli faccio pentire anche solo di averci pensato >>.
<< Sono incinta Marc! Maledizione! >> sbottò urlando dall'esasperazione ma subito sgranò gli occhi rimanendo a fissarlo sconvolta, non avrebbe mai voluto dirlo e ora che lo aveva fatto non poteva più tornare indietro. Indietreggiò ancora timorosa per la sua reazione.
Tutta la rabbia di Marc scemò in un istante, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, probabilmente quel bambino non avrebbe mai potuto avere una vita normale, probabilmente suo padre non avrebbe mai permesso loro di sposarsi ma non poteva lasciare a loro stessi Sèlene e quel pargolo, Sèlene e suo figlio. In quel momento sentì un nodo alla gola, la guardò, fragile e sola. Le si avvicinò mettendo automaticamente una mano sul ventre della ragazza per poi stringerla a se con l'altro braccio.
Sèlene lo strinse con impeto, affondando le mani nella stoffa e posando la fronte sul suo petto. Le era mancato quel contatto, le era mancato sentirlo vicino, sentirne il profumo ed il calore che emetteva, sentiva la mancanza di tutte le cose che in lui la aiutavano a tranquillizzare gli incubi costanti e i tormenti di una vita intera. << Io non sapevo come dirtelo, non volevo crearti problemi portando disonore sulla tua famiglia per aver avuto un figlio bastardo >> disse tenendo il viso premuto con forza contro di lui, la voce roca e sull'orlo del pianto, tremava visibilmente.
<< Era mio diritto saperlo, dovevi dirmelo. In ogni caso troveremo un modo... >> rispose duramente col cuore pesante. Non sapeva come avrebbero potuto risolvere la situazione, il matrimonio era una possibilità piuttosto lontana e il bambino sarebbe quasi sicuramente nato bastardo, ma non poteva arrendersi. La strinse forte a se perché era l'unica cosa che poteva e doveva fare in quel momento.
Aveva paura, non poteva negarlo, una cosa del genere non se la sarebbe mai aspettata e un figlio sarebbe stato un fardello davvero troppo grande. Doveva prendersi le sue responsabilità da uomo, da cavaliere, da Falco.
<< Come potevo dirtelo? È una cosa di cui ancora non riesco a capacitarmi, hai una vaga idea di cosa voglia dire questo per me? >> disse lei alzando la testa per guardarlo. La disperazione era vivida e scintillante nei suoi occhi argentei che rapidi si spostavano in quelli di lui.
<< Sarà dura per entrambi ed è scioccante anche per me però era mio diritto sapere la verità, avremmo potuto evitare questo periodo di sofferenza per entrambi- rispose mettendole le mani nelle spalle e guardandola- Quindi son l'unico a saperlo? >> chiese infine.
<< Tu, madame Donna e purtroppo per me lo sa anche lady Milleure che l'ha riferito a Cassandra- abbassò lo sguardo- Io posso crescerlo da sola, sono forte abbastanza da poterlo fare, avevi il diritto di saperlo certo ma avevo paura di come avresti potuto reagire, tra noi le cose non vanno bene e non solo per causa mia >> concluse allontanandosi da lui.
<< Mi stai dicendo che è anche per causa mia? Quella che si è chiusa nel silenzio sei tu, io ho sempre provato a farti parlare >> il suo tono divenne nuovamente nervoso e si avvicinò ulteriormente.
<< Davvero Marc? E prima del mio silenzio allora? Le cose andavano diversamente? Non contando il fatto che ci vedevamo per andare a letto insieme- si avvicinò a sua volta rabbiosa- Mi hai mai detto qualcosa di veramente importante? Hai mai pensato che io volessi dirti che ti amo ma che qualcosa me lo impedisse solo perché da te non vedevo lo stesso? >>.
<< Prima del tuo silenzio ho provato a riaggiustare le cose ma forse eri troppo impegnata a pensare a te stessa e a quello che provi tu. Cosa vuoi che sia? Un Michel in versione cresciuta? Beh signorina, nemmeno tu mi hai dimostrato altro oltre al sesso, a parte i tuoi comportamenti infantili ovviamente. Quindi cosa vuoi fare adesso? Cercare di "risolvere" la situazione dicendomi che non ti ho dimostrato abbastanza, facendo l'ipocrita? È di questo che abbiamo bisogno adesso? È di questo che hai bisogno tu adesso? >>
<< Ho bisogno di sentirti dire che mi ami!- strillò lei dandogli una mezza spinta sul petto- Ho bisogno di udire da te quelle parole per sentirmi un po' meno la tua sgualdrina ma qualcosa di più umano! >> lo guardò prima di camminare nervosamente per la stanza.
Marc l'afferrò malamente per il braccio stringendolo per la rabbia, la trascinò davanti a sé e lei si ritrovò, senza quasi accorgersene, attaccata alle labbra di lui con un bacio da brivido. L'aveva messa con le spalle al muro tenendola ferma saldamente, l'altra mano sul volto, il busto sul suo << Io ti amo Sèlene, dannazione, ti amo! >> le disse nella pausa tra un bacio e l'altro.
Lei rispose gettandogli le braccia al collo, detestava piangere e specialmente farlo davanti alle persone, più che mai davanti a lui, ma non poté resistere oltre, troppe volte aveva pianto da sola, troppe volte aveva desiderato che qualcuno la consolasse e ora senza rendersene conto lo stava facendo mentre rispondeva ai baci di quell'uomo che tanto desiderava solo per se, bagnandogli le guance e le labbra.
E più lei piangeva più lui la baciava.
<< Io ti amo ma tu smettila di fare la sciocca- le sussurrò sorridente per poi stringerla forte al petto in modo da soffocare le sue lacrime- Troveremo un modo per risolvere la situazione, vedrai >> aggiunse.
Lei lo strinse più forte. << Come? >> fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di guardarlo in viso e prima di accarezzarlo con una dolcezza disarmante.
Lui sorrise ancora intenerito da ciò che vedeva, si lasciò accarezzare per poi rispondere << Ce la faremo piccola, mi hai fatto un bel regalo di compleanno anticipato >>.

***

Tre giorni dopo Chatel-Argent era un traffico di servi, cibo, vino e nobili.
Ian e Isabeau avevano organizzato una grande festa in onore del loro adorato primogenito.
Nicolas si guardava intorno alla ricerca di Perle, pensava a come potersi approcciare senza sembrare ridicolo.
<< Fratello, ti vedo piuttosto concentrato >> esordì Noelle alle sue spalle.
Lui, non troppo sorpreso di aver scelto un abito abbinato a quello della sorella, blu e bianco, senza nemmeno mettersi d'accordo con lei, le rispose << Ragiono su come sfruttare al meglio le mie facoltà da seduttore >>.
Lei non poté trattenere una risata, annuí allontanandosi e dandogli la ragione del povero illuso.
Perle fece capolino nel salone, dietro sua madre. Katrina era immancabilmente attraente, aveva deciso di indossare un'abito bordeaux e nero abbandonando per una sera il suo adorato rosso scarlatto, sua figlia invece era vestita con un acceso abito verde e oro, amava indossare abiti dai colori vistosi e sgargianti, al loro seguito, immancabile, si trovava Sir Evan alla quale Katrina aveva concesso di abbinarsi a lei per l'occasione, visti così sembravano una vera e propria famiglia.
Perle si voltò incrociando lo sguardo di Nicolas, si avvicinò << Dia dhaoibh um thráthnóna* >> disse lei sorridendo furbescamente, sapeva che non avrebbe compreso le sue parole e non poteva perdere l'occasione di vederlo mettersi in ridicolo con le sue mani, quel ragazzo le suscitava divertimento e tanta curiosità.
Lui infatti rimase a guardarla perplesso per qualche istante poi sfoggiò il suo sorriso migliore << Buonasera madame, stasera siete bellissima >> disse, ignorando totalmente quella frase incomprensibile.
Perle sorrise di rimando arricciando le labbra << Altrettanto per voi milord, siete solo? Non vi accompagna nessuna dama? >> rispose la ragazza guardando lui e poi intorno a loro.
<< Assolutamente mia signora e nessun cavaliere accompagna voi, immagino. Quindi perché non approfittarne e stare in coppia? >> chiese affiancandosi a lei e porgendole il braccio.
<< Credevo che viste le circostanze accompagnaste vostra sorella, vedo che vi siete vestiti abbinati >> rispose la ragazzina prendendolo sotto braccio, si voltò verso di lui e ne ammirò i lineamenti del viso, il colorito mediterraneo ereditato dal padre e una notevole prestanza fisica. Distolse lo sguardo prima che lui potesse notarla.
<< Non ci siamo messi d'accordo, a volte capita di fare le stesse cose che fai lei e viceversa, al solo pensiero rabbrividisco. Pensavo a voi e di accompagnare la vostra raggiante bellezza >> si voltò a guardarla col suo sorriso da vero seduttore.
<< Allora se pensavate a me, come mai non avete mandato una serva o un paggio per domandarmi di che colore mi sarei vestita per l'occasione in modo tale da essere abbinati? >> rispose prontamente alzando un sopracciglio e girando lo sguardo verso di lui, restando però con il viso di poco rivolto davanti a se.
"Stupido, imbecille! Come hai potuto non pensarci?!" si chiese mentre ingoiava quell'ennesima figuraccia. << Quindi voi avreste accettato? >> domandò, cercando di sotterrare la sua vergogna con quella richiesta accompagnata da un tono lievemente malizioso.
<< Non avrei avuto nulla in contrario, non mi sembra una proposta indecente, anzi, trovo che sia molto romantico se le persone interessate provano qualcosa l'una per l'altro, ma essendo questo un caso differente trovo sia semplice galanteria >> rispose scostandosi alcuni ciuffi dalla fronte.
"Bene, penserà che io non sia nemmeno lontanamente un uomo galante. Bella mossa Sancerre" pensò. << Avrò l'onore di avervi accanto a me durante il pasto? >> chiese cambiando totalmente discorso.
<< Perché no?! Sarei onorata di farmi riempire il calice da voi milord >> disse lei lanciandogli quell'allusione maliziosa con uno sguardo da vera volpe sul viso rotondo.
Lui rimase a guardarla con una vera espressione da pesce lesso avendo colto al volo il doppio senso della frase, poi scosse lievemente il capo facendo tornare quel sorriso ammiccante.
Perle gli sorrise senza aggiungere altro e dopo essersi congedata da lui con un inchino lieve tornò accanto a sua madre che la guardava compiaciuta.
Erano tutti nella grande sala da pranzo quando fece capolino Marc, elegante come non mai. Portava un completo totalmente nero che metteva in risalto la sua perfetta corporatura, le rifiniture argentate davano luce ai suoi occhi che brillavano nell'avere accanto a sé Sèlene.
La ragazza stava stretta attorno al braccio del cavaliere e fremeva dal nervosismo, non era mai stata al centro di una tale attenzione e immaginava che tutti, vedendoli così, iniziassero a farsi qualche pensiero su quello che aleggiava tra loro due. Si voltò a guardarlo, era bello, forte ed elegante come il nobile animale simbolo della sua casa. Sèlene dal canto suo però toglieva il fiato, indossava un abito altrettanto nero e aderente con preziosi gioielli e trame di fili argentati come i suoi capelli.
Gli invitati mormorarono alla vista della coppia e al loro passaggio si inchinarono soprattutto in segno di rispetto verso Marc.
Si sedettero tutti una volta che lo fecero loro due e a seguire la famiglia del festeggiato, ciò diede il via alla cena ricca e allegra.
<< Sei bellissima stasera >> mormorò Marc a Sèlene accanto a se nell'atto di versarle il vino.
<< Grazie, anche tu sei bellissimo e sono convinta che tutti i presenti siano del mio stesso parere >> rispose guardandolo, dopo la loro conversazione di tre giorni prima si era sentita sollevata da un peso enorme. Amava Marc ed era felice che anche lui ora ricambiasse i suoi sentimenti. Gli passò una mano sotto il tavolo facendolo passare sulla coscia e facendola salire fino alla sua mano, per stringerla con vigore.
Lui ricambiò la stretta, per quella sera voleva scordare i problemi e le avversità, voleva divertirsi e stare bene con Sèlene.
Nicolas non perse tempo a versare il vino nel calice di Perle e non appena arrivò la carne lui la tagliò col proprio pugnale, fiero di avere una dama così bella al suo fianco, ignorando gli sguardi ora sorpresi ora divertiti della sorella e di Cassandra che ormai in quelle occasioni, per lui, formavano una coppia tanto unita quanto fastidiosa.
Perle gli sorrideva affabile << Vi ringrazio milord, avete avuto molta cura nel tagliare il mio cervo, così tanta oserei dire che sembra stato fatto appositamente per un bambino >> ridacchiò lei portandosi alla bocca un pezzo di carne, arrostita con salse di more
<< Ma perché voi avete delle labbra tanto fini e delicate che sembra impossibile possa entrare qualcosa di più grande... >>. "Cosa?" pensò scioccato da sé stesso. Riprese a mangiare facendo finta di nulla.
Perle lo fissò con le sopracciglia alzate e un leggero rossore fece rapida comparsa sulle sue guance, anche lei riprese a mangiare senza osare controbattere e indirizzando la sua attenzione alla tavolata e all'arredamento circostante.
"Di qualcosa, asino che non sei altro!". << Spero di poter godere della vostra compagnia durante i balli che si terranno dopo il pasto, madame >> chiese lui simulando la calma più totale.
<< Dipende da voi milord, se sarete così bravo da farmi ballare come si conviene godrete appieno della mia compagnia >> precisò la contessina, lanciandogli un'occhiata di sfida riacquistando pieno controllo delle sue emozioni.
<< Vi mostrerò l'arte di un vero Sancerre madame, tanto che non potrete più farne a meno >> le rispose col petto gonfio d'orgoglio.
Noelle diede l'ennesima gomitata complice a Cassandra che sedeva tra questa e Michel. << Credo che mio fratello sia riuscito ad intraprendere mezzo discorso, ha fatto progressi! >> esclamò ironicamente.
Ma Cassandra in quel momento venne attratta da una giovane che dall'alto capo del tavolo li osservava, Célèste De Grandprè era presente alla festa e guardava Michel con uno sguardo strano.
Cassandra deglutì non potendo fare a meno di osservarla dopo aver notato quella pesante e intensa occhiata che stava riservando esclusivamente a lui. "Chissà a cosa starà pensando, se solo mi fossi allenata un po' di più avrei potuto apprendere l'arte della lettura del pensiero, anche se questo sarebbe una violazione della sua intimità" penso lei continuando a fissarla, era bella, normale ed elegante, tutto quello che anche lei avrebbe desiderato essere. Pochi secondi dopo, come una mazzata in pieno petto, colse Ian conversare amabilmente con Henri De Grandprè, di tanto in tanto il Falco lanciava occhiate a Michel e Célèste e lo stesso faceva il padre di quest'ultima, stavano certamente parlando del loro matrimonio e quella fu l'ennesima conferma che Ian non avesse intenzione di annullarlo.
Cassandra strinse convulsamente la mano intorno alla coppa del calice, tanto da far sbiancare le nocche, se lo portò alle labbra bevendone il contenuto tutto d'un fiato. Riemerse con il viso rosso dovuto al forte effetto di quel vino mediterraneo che Etienne aveva fatto importare da Firenze. Guardò Michel per controllare se anche lui, come lei, aveva fatto caso a quella situazione, ma notando la sua tranquillità suppose non avesse notato nulla, forse aveva già visto Célèste e aveva taciuto per evitare di rovinare quella serata fantastica, il ragazzo intanto conversava amabilmente con un nobile accanto a se.
Célèste distolse lo sguardo poco dopo per poi osservare velocemente Cassandra e portare definitivamente l'attenzione sulla nuova portata in arrivo.
La piccola ninfa continuò a guardarla fino a quando anche dalla sua parte non fu posato, da alcune serve, un gigantesco vassoio su cui posava un maestoso pavone alla quale avevano lasciato tutta la coda aperta, in salsa di albicocche. Cassandra rimase esterrefatta da cotanta meraviglia e bravura. "I cuochi di questo castello sanno essere davvero formidabili" non poté fare a meno di pensare, vista la grandiosità di quello che stava a pochi centimetri da lei.
Terminarono la lunga cena e il grande tavolo venne liberato da vassoi e cibo per lasciar spazio al vino, in seguito i musicanti attaccarono con un pezzo allegro che risvegliò dame e cavalieri, soprattutto i Sancerre, Etienne infatti si era già gettato nella mischia con Donna.
Nicolas non aveva perso di vista un secondo Perle che in quel momento conversava con la madre.
<< Mia signora, è giunto il momento di mostrarvi le mie abilità >> le disse voltandosi poi verso Katrina per porgere i suoi omaggi anche a lei con un inchino.
La nobildonna sorrise apertamente a Nicolas spronando la sua bambina ad accettare l’invito. Questa infatti si inchinò a sua volta verso il ragazzo << Vi osserverò con attenzione milord, vediamo se sarete davvero in grado di far divertire una donna irlandese >> disse per poi prendere la sua mano invece del braccio che lui le porgeva.
Il giovane Sancerre rimase a guardare la sua mano con sorpresa e subito avvampò, non era abituato a un certo tipo di approccio così intimo, soprattutto con una donna che non fosse la madre o la sorella. Poteva risultare sconveniente ai più, tanto che chi aveva notato quel particolare era rimasto di stucco, ciò però diede a Nicolas una carica unica tanto da dargli alla testa sotto l’effetto dell’euforia. Strinse la presa e con uno slancio si posizionò davanti a lei iniziando a ballare, mostrandole i passi e tenendola saldamente. Ora non si preoccupava di fare orrende figure ma solo di divertirsi e farla divertire.
Perle rideva di cuore, il giovane era bravo e audace e dal canto suo la ragazza era altrettanto energica e imparava alquanto in fretta nonostante, di tanto in tanto, le capitasse di pestargli più volte un piede.
Dopo un tempo che parve interminabile, Perle lo trascinò fuori dalla pista da ballo dove ora anche Katrina si era unita insieme ad Evan. Si sedette esausta respirando a fatica. << Milord vi faccio i miei complimenti, siete davvero un ballerino provetto >> disse posando il braccio sul tavolo esausta ma con un grande sorriso ad incorniciarle il viso.
Lui ringraziò con un cenno del capo << E voi imparate molto velocemente, avete superato ogni aspettativa madame e son fiero di avervi come mia dama questa sera. Spero possiate trattenervi a lungo >> disse infine più tranquillamente nonostante il fiato corto.
<< Dipende da quanto impiegheranno i fabbri del conte di Ponthieu a riparare la carrozza di mia madre, ma spero di potermi trattenere almeno una settimana- rispose ancora ansimante per poi alzarsi- Vi andrebbe di andare a prendere un po' d'aria? Si muore di caldo qui >>.
<< Assolutamente mia signora >> rispose lui alzandosi e porgendole il braccio.
Uscirono dopo aver recuperato due mantelli, ormai non nevicava più e la distesa bianca che circondava tutta la zona si scioglieva lentamente, per loro fortuna in quella notte il cielo invernale risplendeva limpido e carico di stelle.
<< Adoro il clima di questa terra, non è freddo come da noi ed è piacevole stare all'aperto anche durante mesi così rigidi >> disse lei avvolgendosi nel mantello, si voltò a guardarlo appena, un mezzo sorriso le si allargò sulle labbra << Parlatemi di voi monsieur De Sancerre >> aggiunse camminando al suo fianco.
<< Ho ricevuto l’investitura a cavaliere alla fine dell’estate e da poco ho affrontato un'avventura che prevedeva fuoco, fiumi in piena, lupi e la vita sul filo di una lama. Per il resto, nulla di particolarmente interessante per poter intrattenere una bella fanciulla come voi- rispose con un sorriso sciocco un po' convinto- Voi invece? >> chiese poi.
<< Io sono la primogenita ed unica figlia di mio padre Feus Dál Fiatac conte maggiore di Ulster, ma da quando lui è morto mia madre ha preso in mano le redini del casato e così ora porto il suo cognome e ne vado più che fiera- fece una piccola pausa avvicinandosi a lui per tenere il passo e portando il braccio intorno al bicipite del ragazzo, riprese- Io non posso raccontarvi molte cose della mia vita perché non sono sicuramente interessanti o avvincenti come la vostra avventura milord >> gli sorrise divertita.
Lui sorrise di rimando << Mi piacciono le donne forti ed autoritarie- disse guardandola con la coda dell'occhio, poi aggiunse con finta modestia- Se vi va posso raccontarvi della mia avventura, anche se umile >>.
<< Mi farebbe piacere ascoltare il vostro racconto- lo guardò dopo una piccola pausa- Tenete spesso questo genere di approccio con una dama? >>.
<< Quale tipo di approccio, madame? >> chiese perplesso. "Sto facendo nuovamente la figura del pollo".
Lei ridacchiò divertita << Mi riferisco al vostro modo di porvi, il fatto di essere così audace e sfrontato, lo fate con molte altre dame? Non pensate male monsieur ma voi mi incuriosite tanto >> rispose dandogli una leggera pacca sul braccio.
<< Lo stesso vale per me e comunque sono così naturalmente, questo è il sangue dei Sancerre >> rispose, poi prese a raccontare dell'avventura con i fratelli Ponthieu e le due sorelle irlandesi. Non si risparmiò nei particolari descrivendo ogni cosa con la giusta enfasi, omettendo ovviamente la componente magica che ancora, infondo, lo faceva rabbrividire.
Perle lo ascoltava affascinata << Voi non siete certo un uomo dalle mezze misure Sancerre, siete valoroso come vostro padre, e credetemi se vi dico che si vede >> rispose una volta che il ragazzo ebbe terminato il suo racconto.
Erano soli immersi in quei giardini bianchi come la luna e lei lo guardava con gli occhi che brillavano di emozione pura.
Nicolas però non era da meno, era felice come un bambino e quella ragazza che lo ascoltava così attentamente e che si emozionava con le sue parole era come se lo completasse, nonostante la conoscesse da veramente poco.
Perle rimase a guardarlo con un ampio sorriso stampato su quelle labbra piccole e invitanti. << Credo che sia meglio rientrare non vorrei che mia madre si impensierisse >> disse a bassa voce restandogli molto vicina, Nicolas annuí deluso, non si era accorto del tempo che passava veloce tanto stava bene in quella circostanza.
I due tornarono dentro e lui la trascinò a parlare e conversare con i suoi amici che accettarono di buon grado la nuova arrivata, sorpresi comunque dal fatto che Nicolas fosse riuscito a tenersela stretta durante tutta la serata.
I festeggiamenti proseguirono fino a tardi, qualcuno resistette fino alla fine, altri invece decisero di congedarsi prima, ma per la notte ognuno fu nel proprio letto.

***

Ian, nuovamente, venne svegliato da una brutta notizia. A quanto pare l'omicida che girava nella piccola corte aveva colpito ancora ma questa volta con più brutalità. Cinque cadaveri vennero rinvenuti nella zona in cui risiedevano momentaneamente i servi di madame Milleure e anche quella volta una persona venne portata al castello per conferire con il suo signore.
Una donna paffuta e di una certa età attendeva Jean Marc De Ponthieu all'ingresso. Questo si preparò più velocemente possibile, doveva assolutamente sapere cosa quella donna avesse da riferirgli. Scese quindi al pian terreno raggiungendo a grandi passi la popolana che dopo vari convenevoli prese a raccontare la sua. << Sentii un gran fracasso che mi svegliò- disse torturandosi le mani per l'ansia- Non mi sono azzardata ad uscire nonostante provenisse dalla casa accanto alla nostra. Dopo quei rumori che parevano esser prodotti da una lotta, la donna che viveva li chiese pietà a qualcuno di cui però non ricordo il nome. So solo fosse inglese, mi colpì molto questo fatto >>.
Ian rimase in ascolto, quella notizia non era poi così utile perché i sospettati rimanevano comunque sir Evan e Karl che aveva ugualmente un nome scambiabile senza problemi per uno straniero.
<< Ricordi altro? Ti sei affacciata alla finestra per vedere cosa stesse accadendo? >> chiese Ian.
<< No mio signore, mi spiace >> rispose la donna.
Il Falco annuí e dopo averla ringraziata diede l'ordine di scortarla nuovamente fino alla piccola corte.
"Siamo punto e a capo, nessuna novità" si disse spazientito. Questo stupido gioco lo stava probabilmente mettendo in ridicolo davanti al suo popolo e la ronda notturna pareva essere totalmente inefficace dato che questa volta erano state uccise addirittura cinque persone in una volta sola.
All'ora di colazione Katrina scese più cupa che mai rendendo il suo bellissimo viso una maschera di morte certa per chiunque avesse solo osato proferire verbo sbagliato. << Falco- disse entrando nella sala- vorrete spiegarmi dopo colazione che cosa è dannatamente accaduto questa notte alla mia servitù? >> si parò dinnanzi a lui puntandogli addosso uno sguardo feroce.
<< Sarò lieto di spiegarvi ciò che so, mia signora >> disse Ian una volta che tutti si furono seduti.
Isabeau era mortificata e il dispiacere che provava nel vedere il suo adorato marito in quella situazione era grande. << Son certa che il colpevole verrà trovato presto e voi avrete la giustizia che meritate, mia signora >> aggiunse la donna dando manforte a Ian.
Dopo il pasto, il Falco si allontanò in disparte con la dama spiegandole ciò che sapeva dell'accaduto, mandando giù quell'ennesima sconfitta.
Qualcuno voleva buttare giù Katrina Milleure e aveva intenzione di fare lo stesso con il Falco.
Ma lui non gliel'avrebbe mai permesso.

 

 

1*Madre
2*Mia dolce Perle
3*Spero che tu abbia fatto un buon viaggio
4*Si! Anche se è stato noioso
5*Buon pomeriggio

   
 
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