Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: Atra    20/11/2016    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Hai vinto, Strega - concedo, dando un leggero strattone a mio fratello perché mi lasci andare, ovviamente senza essere accontentata - Verrò con voi-.
-Verrò?! Atra, non penserai che ti lasci da sola!-.
Zell fa un passo avanti e stringe i pugni, lo sguardo che saetta aggressivo ovunque prima di fermarsi incerto contro il mio. Mio fratello soffia una risatina contro la mia nuca:
-Da sola?! Ma se ci sono io con lei!- esclama con tono fintamente offeso. Zell sbuffa impercettibilmente:
-Per l'appunto- borbotta, prima che io lo interrompa seccamente:
-Tu devi starne fuori: torna a casa o ti rimando indietro io a calci-.
Il gallinaccio sgrana gli occhi e le nocche scricchiolano quando lui stringe ancora di più i pugni:
-Stai scherzando, spero!- soffia sconvolto.
Intanto la Strega sospira leggermente e scuote la testa:
-Certo, Zell: tu non andrai da nessuna par...-.
-Lui non c'entra con questa storia- ribatto immediatamente, la voce piatta ma decisa. Edea si volta di scatto a fulminarmi con lo sguardo:
-Questo lo decido io Atra, se permetti-.
-No, non lo permetto. Lui non ti serve a niente- le tengo testa, sfidando il potere che sento subito montare in lei.
-Insomma Atra, perché ti impunti così tanto?- si intromette Zell.
Ma questo è scemo o cosa?!
-No, perché ti impunti tu, se mai. Mi pare di averti già chiesto perché diavolo sei venuto con noi, ma questo mi sembra davvero troppo - lo rimbecco duramente, facendolo impallidire di colpo - Vuoi dirmi cosa vuoi da noi da continuare a fare i capricci per seguirci?-.
Lo so: sto esagerando e devo ammettere che mi è stato d'aiuto qui sulla torre, ma perché non capisce che ho qualcuno di più importante a cui pensare, qualcuno per cui combattere?
Perché non esita un secondo a ficcarsi in guai da cui potrebbe tranquillamente stare fuori, mentre io rischio di perdere mio fratello e rimanere con il solo rimpianto di non essere stata abbastanza prudente, come invece lui avrebbe la possibilità di essere, se solo non la stesse buttando via proprio davanti ai miei occhi?
Alle mie parole Zell socchiude la bocca, le labbra che cominciano a tremare leggermente, prima di tornare a serrarla con forza e scuotere in contemporanea la testa, una vena pulsante sulla tempia sinistra coperta dal tatuaggio.
La Strega sorride divertita prima di voltarsi e dirigersi verso una trave metallica:
-Il ragazzo mi sembra un po' confuso: forse quando arriveremo a Timber avrà le idee più chiare- ironizza mentre i contorni di un portale si delineano sotto le sue dita, deformando il metallo.
In questo momento Zell esplode:
-Capricci?! Se seguirvi e aiutarvi è sembrato soltanto un capriccio, allora mi leverò dai piedi!- grida esasperato, sottolineando le sue parole con un ampio gesto del braccio.
Chissà perché, le sue parole mi colpiscono profondamente e mi indispettiscono, una di queste in particolare: "soltanto". Soltanto? Cos'altro pretende da me? Che capisca da sola il resto del suo discorso confuso solo perché non è in grado di spiegarmelo, per di più nel momento più sbagliato che avrebbe potuto scegliere?
-Bene - commento gelidamente, mentre Seifer mi sospinge in avanti per raggiungere il portale e la Strega, così che non posso più vedere il viso di Zell - Ma fattelo dire: il tuo capriccio più grande rimane quello di non essere mai in grado di spiegarti chiaramente; oppure sei semplicemente un gran codardo- concludo con tutto il veleno che sono in grado di sputare.
Intercetto brevemente lo sguardo impressionato di Edea, prima che Seifer mi afferri la mano buona e annulli la distanza fra il portale e la realtà della torre di Dollet.

***

Il viaggio nella realtà (se così si può definire) contorta e confusa del portale dura meno di una manciata di secondi, trascorsi i quali mi ritrovo a barcollare davanti alla porta di servizio di un enorme edificio dalle pareti lucide e illuminate da potenti fari, nonostante sia ancora pomeriggio e il sole splenda ancora.
Dietro di me si materializza subito Edea, che dedica uno sguardo distratto al suo riflesso sul metallo e poi attende impaziente l'arrivo di Seifer, il quale non tarda a uscire dal portale e riprendermi nella sua stretta moderatamente forte.
La Strega scruta ancora un po' il fondo del passaggio, ma non si intravede nessun altro tra le volute di nebbia color viola scuro, stemperate via via in un viola più chiaro che si allunga pigramente in riccioli sottili e sfilacciati.
-Avresti dovuto essere più garbata, sorellina - mi rimprovera bonariamente mio fratello - Sai che il gallinaccio è permaloso: se non è entrato nel portale dovremo tornare indietro a cercarlo- aggiunge, una nota di irritazione nella voce.
-Oh, scusa tanto - lo rimbecco con uno sbuffo - Mi assicurerò di non urtare più la sensibilità del prossimo stronzo con cui viaggeremo, promesso-.
Il sospiro risentito di Seifer mi sfiora la nuca nello stesso momento in cui Edea pone fine al nostro bisticcio:
-Zitti, eccolo-.
La figura di Zell compare improvvisamente all'ingresso del portale, prima che lui ne esca inciampando proprio ai miei piedi.
-Guardalo: ti chiede anche scusa in ginocchio!- ride mio fratello, fulminato da un'occhiata carica di rancore di Zell. Non ho nemmeno il tempo di esprimere la mia rispostaccia che la Strega interviene subito a interromperci:
-Qual era il piano di Rinoa, una volta rapito Deling?- domanda acida a Seifer, che si affretta a risponderle:
-Questo è un dettaglio di cui non sono sicuro, ma la cosa più ovvia è che lo costringano subito a proclamare l'indipendenza di Timber in diretta-.
Edea pondera per un secondo le parole di mio fratello, poi:
-Potresti aver ragione - sorride - Beh, questo faciliterebbe parecchio il suo recupero, dato che siamo già agli Studi Televisivi: se entrerete da questa porta di servizio potrete osservare la diretta da dietro le quinte e intervenire al momento opportuno. Dentro potrebbero esserci soldati galbadiani: quelli, Seifer, non costituiscono un problema perché obbediscono a me- spiega poi con aria svogliata e piuttosto affrettata.
-Perché, tu non vieni?- le domando stupita, beccandomi un'altra stilettata di dolore da parte sua:
-No, una Strega non fa il lavoro sporco, non credi?-.
-Ma se hai appena detto che non dobbiamo uccidere galbadiani...- comincio, prima che lei sollevi gli occhi al cielo:
-Ma tuo fratello non diceva che eri intelligente?! - si esaspera, al che io prendo fiato per esprimere tutta la mia "intelligenza", ma vengo subito interrotta da lei - Come credi che vi riprenderete Deling? Non certo chiedendolo gentilmente ai suoi rapitori-.
-Oh, maledizione- commento, chiedendomi effettivamente come abbia fatto a non arrivarci prima.
-Basta parlare: Edea vuole che ci muoviamo subito- si intromette Seifer, lasciando andare un mio braccio e aprendo la porta del retro, per poi darmi una spintarella e costringermi ad avanzare.
-Agli ordini, capo- borbotto, camminando docilmente a mani sollevate e con i nervi che riprendono dolorosamente a tendersi: arrivati a questo punto, non so proprio cosa succederà fra poco...e io odio sentirmi impreparata.
Ci facciamo largo fra vari corridoi dalle pareti completamente nere a cui sono appese, a distanze regolari, delle semplici lampade a luce fredda, fino a quando non arriviamo in una stanza piena di vecchie impalcature impolverate, scenari scoloriti, macchinari in disuso e fili elettrici neri disseminati ovunque.
-Dobbiamo davvero uccidere Rinoa e i SeeD?- domanda Zell quando ci fermiamo in cima a un palco rialzato di qualche gradino, lo scenario retrostante completamente coperto da un lungo drappo bianco che si allunga sul pavimento fino ai nostri piedi.
In questo momento Seifer mi lascia andare e la sua mano si chiude sull'elsa dell'Hyperion:
-Se non ci consegneranno immediatamente Deling, non avremo altra scelta-.
-Sì che l'abbiamo, Seifer - lo contraddico, puntando uno sguardo deciso nei suoi occhi dorati, anche se è ancora visibile il loro colore azzurro - E sai anche tu qual è-.
Mio fratello mi lancia una lunga e intensa occhiata, prima di...scoppiare a ridere, accecandomi con l'improvviso bagliore dorato delle sue iridi:
-Cosa credi, di convincermi con qualche parolina ben piazzata? Ah Atra, ti facevo più furba-.
-E io ti facevo meno malleabile, fratellone- lo rimbecco incrociando le braccia al petto, delusa e sconfitta ancora una volta.
-Seifer, non credi che tua sorella abbia ragione? - interviene Zell, con mia grande sorpresa - Non eri sempre il primo? Com'è che ora proprio tu sei diventato secondo, una semplice pedina?-.
Mio fratello lo fulmina istantaneamente con lo sguardo:
-Io diventerò Cavaliere, non una pedina. Alla Strega devo tutto, perciò seguo i suoi ordini-.
-Alla Strega! - esclamo sdegnata - Quindi chi ti è vissuto accanto per diciassette anni non conta più niente, Seifer?- gli chiedo, non riuscendo a non sentirmi ferita dalle sue parole, nonostante me lo fossi ripromesso.
Comunque, non avrei dovuto fargli questa domanda: la sua risposta non sarà affatto piacevole, lo so già.
D'altra parte, se non cerco di scuoterlo così come posso farlo? Come posso impedire il peggio se Seifer continua a chiudermi la sua mente?
Improvvisamente dalla stanza accanto alla nostra, che deve essere lo studio di registrazione, si sente un gran trambusto da cui emerge una voce squillante:
-Presidente, stia qui in piedi e non si muova!-.
Maledizione, questa è Rinoa: Seifer aveva visto giusto.
-E poi sono io il cane, eh?- ridacchia allegramente mio fratello, probabilmente compiaciuto della sua intuizione. La cosa più inquietante è il fatto che non sembra importargli il fatto che potrebbe dover far fuori gente che conosce.
-Bene, il piano è questo: entrerò prima io e gli intimerò di consegnarci il presidente - bisbiglia poi, l'Hyperion già nella mano - Se non riuscirò a convincerli con le buone, arriverete voi a darmi manforte. Se Deling sarà abbastanza intelligente, pronuncerà il suo discorso in diretta mentre i SeeD saranno distratti e a quel punto potrà anche crepare-.
Aggrotto le sopracciglia al tono fluido e pratico che mio fratello mantiene per tutta la durata del discorso, poi:
-Scusa, se entri con il Gunblade già in mano come puoi pretendere che ti accolgano a braccia aperte?- gli faccio notare, senza riuscire a reprimere una smorfia esasperata.
-Ma sorellina! - si difende lui - Il divertimento dove lo lasci?-.
-Hai ragione - gli concedo con un gesto della mano - Quando Edea ti prenderà a bastonate perché non hai seguito i suoi ordini alla lettera mi divertirò un mondo- termino freddamente.
Mio fratello sbuffa forte, prima di rinfoderare l'Hyperion e lanciarmi uno sguardo scocciato con le mani sollevate ben in vista, per poi scomparire nella stanza successiva.
Non ci credo! Non credevo che avrebbe funzionato davvero!
Sarà una grande stronzata, ma il fatto che mi ascolti ancora mi rincuora un po'. Non è tutto perduto, posso ancora recuperarlo...al momento opportuno però, che non so quando arriverà, ma sicuramente non è questo.
-Senti, Atra...- comincia (per l'appunto) Zell, ma io lo fermo subito sbottando:
-Zitto, tu. Ti pare il momento?-.
Come per sottolineare le mie parole, la voce sorpresa di Rinoa si leva ad esclamare:
-Seifer?!-.
-Rinoa - la saluta lui, prima di ridacchiare - Alla fine l'avete preso-.
-Sì e tra poco assisterai alla dichiarazione d'indipendenza di Timber in diretta!- risponde lei, il timbro reso ancora più squillante dall'orgoglio.
Povera Rinoa: possibile che non abbia ancora notato il colore degli occhi di mio fratello, la strana circostanza per cui lui si trova qui, l'assenza mia e di Zell...
-Non credo proprio- le dice infatti Seifer.
L'aria sembra congelarsi persino nella stanza in cui ci troviamo io e Zell e mi ritrovo a trattenermi dal battere i denti per la tensione, la stanchezza, l'impotenza.
-Cosa intendi dire, Seifer?-.
Adesso la voce di Rinoa è più tremante, incerta, meno entusiasta.
-Proprio quello che ho detto-.
Non avrei mai immaginato che saremmo giunti a questo punto. Se l'avessi saputo, io...
-Consegnatemi Deling e non vi torcerò un capello-.
...io...cosa avrei fatto io se l'avessi saputo? Abbiamo sbagliato sin dall'inizio, sin dall'esame...avremmo dovuto seguire...
-Seifer, cosa diavolo stai dicendo?-.
Squall. Questo è Squall.
-Insomma, non capite più la nostra lingua? - si spazientisce mio fratello - Consegnatemi. Deling. Ora- sillaba, proprio come si fa con un bambino che sta imparando a parlare.
-Stai con i galbadiani, adesso? - lo provoca Squall - Quanto ti ha dato la Strega per fare il lavoro sporco?-.
-Più di quanto immagini, Leonhart - sorride Seifer - E adesso, il presidente-.
Lo stridio del metallo mi fa trasalire: Squall deve aver sguainato il Gunblade.
-Non così facilmente-.
Non tardo a udire il rumore cristallino dell'Hyperion che sfrega sul fodero, poi lo scatto della semiautomatica.
-Ci siamo- sospiro sfilandomi il pugnale dallo stivale, per la prima volta non così entusiasta dell'idea di una battaglia.
In questo momento la mano di Zell si posa sulla mia spalla ferita e mi trattiene:
-Atra, vuoi davvero...-.
-E' mio fratello. Finché non troverò un modo per aiutarlo, devo fare il suo gioco - gli spiego semplicemente, prima di cercare di sottrarmi al contatto - La spalla mi fa ancora male: non toccarmi- sibilo, mentre provo a concentrarmi per trovare le ultime forze che mi sono rimaste, richiedendole più alla mia volontà che al mio corpo.
-Sei in grado di combattere? - mi chiede ancora lui, lasciandomi però andare - La tua mano è ancora...-.
Sbuffo irritata e lancio appena un'occhiata alle mie dita gonfie, storte e viola, prima di riportare lo sguardo davanti a me:
-Non ho scelta, ho detto. So combattere anche senza una mano, all'occorrenza-.
-Ma se non la raddrizzi subito...-.
-Senti, non ho una cavolo di alternativa e nemmeno un minuto in più, va bene? Adesso non mi fa male, quindi non vedo perché dovrei peggiorare la situazione- sbotto sgarbatamente, voltandogli in definitiva le spalle e mordendomi un labbro per sfogare la tremenda tensione che sento pulsarmi nei nervi.
Però è vero che non sento dolore: adesso ho urgenze ben più gravi a cui pensare del dolore alla mano.
Mi avvio a grandi passi nella stessa direzione in cui è scomparso mio fratello, scendo degli scalini e volto a destra...ah, eccomi nello studio di registrazione.
Degno appena di uno sguardo lo scenario coperto di drappi rossi e il leggio dotato di microfoni al centro di un vivo fascio di luce, per dedicare invece un'occhiata più interessata alla gente davanti a me.
Seifer è già in procinto a scattare, il Gunblade in una mano e proteso davanti a sé. Anche Squall è pronto all'azione, le mani salde sull'impugnatura, il volto tirato in una maschera impenetrabile.
Dietro di lui ci sono Rinoa e Selphie, che tengono forte le braccia del presidente.
-Atra?! Anche tu?- esclamano le due ragazze, sgranando gli occhi.
Affianco mio fratello senza dire una parola, rigirandomi nervosamente il pugnale in mano.
E adesso cosa dico? Devo giocare sul serio?
L'impercettibile gomitata di Seifer mi suggerisce la risposta e allora mi costringo a sollevare il mento, assumendo la mia solita aria spavalda:
-E' bello rivedersi, no?- li schernisco, deglutendo l'immediato sapore amaro che mi ha invaso la bocca.
Una serie di passi dietro a noi mi avvisa dell'arrivo di Zell, che si ferma accanto a me in silenzio, il volto basso e le guance appena imporporate.
-Dura la realtà, eh?- rincara la dose Seifer, agitando l'Hyperion in aria.
Squall fa un gesto e Rinoa e Selphie lasciano andare Deling per affiancare il loro caposquadra, poi i tre si chiudono a mezzaluna attorno al presidente per impedire che scappi.
-Squall, sei sicuro?- domanda Selphie, stringendo incerta le mani sui Nunchaku, mentre Rinoa inspira nervosamente caricando il boomerang.
-Volete anche voi unirvi a loro?- risponde seccamente lui, il dito posato sul grilletto del Gunblade.
-Spiacente, i posti sono finiti!- scherza ridendo Seifer.
Beh, io cederei volentieri il mio.
Li osservo tutti e tre, analizzo le loro espressioni nervose e comprendo che nemmeno loro sono contenti di combattere contro di noi, ma lo faranno per le loro buone motivazioni, perché quelle sono tutto ciò che ci rimane da giocare.
No, ormai non si può più tornare indietro e questo mi fa paura, perché ciò vuol dire che non posso fare altro che andare avanti. Ma fino a dove? Fino a dove dovrò spingermi?
-Atra, concentrati sulla portaordini. Gallinaccio, occupati di Rinoa. Io abbatterò Squall- mormora eccitato mio fratello, facendomi un segnale con il mento.
Mi volto leggermente verso il mio bersaglio, con cui ho fatto l'esame, combattuto, festeggiato, e scuoto lentamente la testa: lei non è più la portaordini, per me. Lei è Selphie e io, mio malgrado, la conosco quanto basta per capire che non riuscirò a ucciderla.
Sono un'orgogliosa, elitaria, sdegnosa Almasy, ma non sono inumana.
E non dovrebbe esserlo neanche...
-Da quando sei diventata così sentimentale?- mi chiede improvvisamente fra i denti Seifer, sorpreso.
-Da quando tu fai così schifo?- lo rimbecco sdegnata, sentendo il rancore montarmi nella bocca immerso in un amaro veleno. E questa volta non provo il minimo rimpianto per queste parole, sento solo un'enorme amarezza che mi fa venire voglia di scagliare il pugnale a terra e vederlo conficcarsi nel legno, per poi urlare fino a non avere più voce né fiato, fino a scorticarmi la gola.
Ma è tardi, maledizione; è troppo tardi e questo non si può più fare.
Non c'è più tempo per questo né per altro, solo per scegliere una strada a cui veramente non è concessa alternativa, non perché non sia possibile inventarla, semplicemente perché è troppo costosa, in tutti i sensi.
Ma guarda un po', tra una cosa e l'altra sono anche diventata una ragazza ragionevole.
Beh, per questo ho ancora meno tempo che per altro, anche perché in ciò che sto per fare non c'è proprio niente di giudizioso.
Infatti, quando Seifer si slancia in avanti con un ruggito di rabbia, io lo seguo subito dopo, molto ragionevolmente.


Eccomi a pubblicare anche questa settimana. Finalmente ce ne siamo andati dalla torre di Dollet e ci troviamo a Timber, negli Studi Televisivi, dove nel videogioco originale Seifer se ne va via con la Strega.
Qui Seifer è già con la Strega e con lui ci sono due recalcitranti Atra e Zell, che però non hanno molte alternative se non obbedire.
Zell potrebbe pure andare con Squall, ma sappiamo benissimo perché ha seguito Atra (&Co.), anche se non mi piace ricondurre tutte le sue motivazioni a questo. Effettivamente c'è il fatto che lui spera di poter essere d'aiuto nella posizione in cui si trova ora, a combattere contro Squall e gli altri e a non fargli del male (lo vedrete nel prossimo capitolo). Beh, da come l'ha trattato Atra all'inizio del capitolo, è difficile pensare che la segua come un cagnolino, ma alla fine ci ripensa. Vedrete più avanti il perché, la sua posizione è ancora tutta da chiarire.
Il prossimo capitolo è adrenalinico, quindi vi consiglio di allacciare le cinture e tenervi forte!
Ciao a tutti e alla prossima!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Atra