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Autore: Midori05    20/11/2016    1 recensioni
Per gli amanti della Twilight saga che non si sono stancati ancora di immergersi nei romanzi di S. Meyer.
Vi propongo il V libro della saga basato e strutturato su i romanzi precedenti.
I capitoli saranno pubblicati ogni settimana (tra venerdì e domenica)
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry, Gender Bender | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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II
Il giorno dopo andai di buona mattina a cacciare con Edward, stare con Renesmee voleva anche dire, alle volte, rinunciare a nutrirsi.  Correvo veloce nella fitta foresta di Forks , senza pensare, non quella mattina. La mia nuova vita era appena iniziata e già percepivo dei problemi in arrivo. Corsi e basta, con la testa svuotata, non volevo pensare ma solo placare la  sete. Correvo così veloce che riuscì a seminare Edward, mi fermai di scatto per aspettarlo ma non percepivo più la sua presenza. Mi guardai intorno in cerca di un odore, un rumore qualcosa … ma niente, lo avevo seminato. Mi sedetti su un ramo aspettandolo, mi avrebbe trovata molto presto. Rimasi qualche secondo a guardare la distesa di alberi verdi, questo sarebbe stato uno dei tanti bei momenti che mi sarei ricordata di Forks. Ancora il sole non era sorto e il bosco era avvolto da un cielo violetto opaco decorato con tanti piccoli pallini arancioni, le luci dei lampioni che provenivano dalla città. Avrei voluto congelare quel momento per qualche minuto per avere il tempo di pensare, anche se pensare non serviva a niente. Dovevo solo prepararmi e subire le conseguenze della mia scelta. Sarei tornata proprio qui qualche decennio dopo, ma per il momento dovevo abituarmi all’idea di spezzare il cuore di Charlie. Sentì immediatamente il suo odore e lui sentì il mio, mi arrivò alle spalle, “Eccoti” rise socchiudendo gli occhi, “Mi hai lasciato molto indietro”.
“Scusa”, sorrisi leggermente, “ Non so che mi è preso”. Scese velocemente dall’albero, “Non importa. Hai già mangiato qualcosa?”, “No, non ancora” balbettai schiarendomi la voce, dovevo riprendermi, dovevo essere lucida, non mi piaceva rimuginare sulle cose, “Aspettavo te” gli sorrisi e lui mi sorrise. Cominciammo a correre, ma stavolta insieme, uno di fianco all’altro. Ogni tanto gli lanciavo qualche occhiata complice e lui le ricambiava, come sempre. Non era cambiato niente dal primo giorno in cui l’avevo visto, era l’unica ragione della mia esistenza.

Jacob si svegliò davanti alla porta di casa Cullen, si stiracchiò per qualche secondo un po’ intontito dal sonno. Emmet uscì di casa, “Buongiorno cagnolone” gli disse con il suo solito sorriso, “Si va a fare colazione! Per te se vuoi c’è la colazione dentro con Renesmee”, strizzò l’occhio e partì correndo scomparendo in mezzo alla boscaglia. Ormai erano tutti gentili con lui, e lui, a parte la loro fetida puzza, ci andava abbastanza d’accordo. Andò nel bosco e tornò umano, si mise dei vestiti asciutti e si sistemò i capelli. Andò in camera di Edward, dove aveva messo a dormire Renesmee la sera prima. La vide ancora addormentata aggrappata al cuscino. Si appoggiò sorridendo allo stipite della porta guardandola per un secondo, era bellissima, con quei capelli ramati e grandi occhi castani, non riusciva a starle lontano. “Sta ancora dormendo?” Alice fece sobbalzare Jacob, “Oddio Alice, non essere così silenziosa. Non ti avevo sentita arrivare”, “Scusa” ridacchiò Alice.
“Abbiamo fatto tardi ieri sera” sorrise “Non mi mollava”. Alice si mise con Jacob a guardare Renesmee dormire  “E’ proprio bella eh?” disse guardandola. “No, ma che dici, beh certo che lo è, insomma, è figlia di Bella, e quindi … è anche figlia di Edward. Molto carina, sì direi carina. No ansi no, direi normale” strascicò un po’ l’ultima parola contorcendo la faccia, Alice lo aveva messo a disagio, Nessie non era più una bambina e per Jacob diventava sempre più difficile nascondere i propri sentimenti. Ma era pur sempre figlia della sua migliore amica e.. anche del suo peggior nemico.  Avrebbe aspettato i sette anni prima di pensare ad un’eventuale relazione con Renesmee, non prima, adesso per lui era come se fosse una sorellina da proteggere. “Hey, Jacob …” gli sorrise Alice, “Non era mia intenzione farti agitare, rilassati. Siamo molto contenti che tu le stia accanto”. Jacob guardò un attimo il pavimento sospirando, “Grazie Alice …”, “Dai sarai affamato, Esme ha preparato la colazione per voi due”. Jacob indugiò un secondo, “Aspetto che si svegli Renesmee se non ti spiace, le farò compagnia”, le disse tutto d’un fiato. “Fai come preferisci” Alice gli sorrise un’ultima volta allontanandosi silenziosamente dalla stanza.
Jacob si andò a sedere sul grosso letto d’orato, accarezzò dolcemente il viso della piccola, “Ti proteggerò per sempre”.
Renesmee sbatté pian piano gli occhi, il calore di Jacob doveva averla svegliata. “Ssh … dormi pure, sono io, volevo vedere come stavi. Abbiamo fatto tardi ieri sera eh?”, Renesmee mugugnò un po’ aprendo leggermente gli occhi, “ Mi sono divertita, grazie … non riuscivo a dormire”, Jacob rise “ Puoi chiamarmi tutte le volte che vuoi figurati”, “Anche io mi sono divertito”. Jacob fece per alzarsi, “No, dove vai?”, “Ti lascio dormire Nessie, sarai stanca”, “No, no stai con me”, questo fece sorridere Jacob, era contento di piacerle. La tirò su e se la mise sulle spalle come una scimmietta scendendo le scale fino alla cucina. “Buongiorno Esme, guarda chi si è svegliata?” disse entusiasta Jacob, adagiò delicatamente Nessie sul bancone della cucina ancora un po’ intontita, “Ciao Esme” disse dolcemente Renesmee stropicciandosi leggermente l’occhio destro. “Ciao piccola mia” la salutò Esme con quel suo sorriso così delicato, “Vi ho preparato le frittelle, so che vi piacciono tanto”. Esme voleva molto bene alla piccola Nessie, e da quando era nata le aveva dato un bel da farsi. Entrambi si buttarono a capofitto sul proprio piatto senza parlare per qualche minuto.
“Esme … potrei parlarti un momento?” All’improvviso comparse Carlisle, aveva un’aria cupa, preoccupata, che non sfuggì a Jacob. Esme lo seguì ubbidiente fuori dalla cucina, e velocemente scomparsero, senza far rumore.
Renesmee rimase per un momento interdetta, “Che succede a Carlisle?”, guardava fuori dalla cucina come per trovare una risposta. Jacob decise  che non era il caso di allarmarla e preferì distrarla, erano affari in cui probabilmente non c’entrava niente, eppure aveva captato la gravità della situazione. Carlisle aveva chiamato Esme con un’aria molto preoccupata, era insolito. “Niente Nessie! Niente di importante ti assicuro”, le sorrise, “Piuttosto, andiamo a trovare Charlie nel pomeriggio? E’ tanto che me lo chiede …”, Renesmee capì il tentativo di Jacke di distrarla, ma cedette, pensò che se fosse stata una cosa davvero importante lo sarebbe venuta a sapere. “Dal nonno? Sì, ma stavolta vorrei fare i biscotti e non andare a pescare” ;
“Potrai fare quello che vuoi” Le scompigliò i capelli ridendo, “Hai finito? Sciacquo i piatti”, Renesmee gli passò il piatto dubbiosa, “Prima forse dovrei dirlo alla mamma”, scese dallo sgabello andò giù in cerca di Edward e Bella, ma non li trovò. S’imbatté  Rosalie con in mano una valigia. “Perché quella valigia?” Renesmee era sempre più confusa, “Vai in vacanza?”, Rosalie rise leggermente, “No, non vado in vacanza”; “E dove vai allora?”, Rosalie sospirò ampiamente, “Ne … ne parliamo dopo, ti va? Adesso sono indaffarata”, che volesse lasciare la famiglia? Forse era per quello che Carlisle era così agitato … “Va bene, però prometti che me lo dirai” ; “Promesso” Rise Rosalie.
“Hai visto la mamma? Sono ancora a casa?” ; “ No tesoro, sono usciti fuori mi ha detto Emmet ..” Rosalie parlava mentre armeggiava con vestiti e oggetti che riponeva in modo repentino e ordinato nella valige. “Vedrai che passeranno presto di qui a prenderti” le sorrise per rassicurarla.  Stava succedendo qualcosa, e tutti stavano cercando di rimandare quella conversazione con lei, come mai? Nessuno le dava spiegazioni, era davvero una strana mattinata. Risalendo le scale venne acchiappata da Jacob, “Dove pensavi di andare tu?” rideva e il suo viso era radioso, “Hey, lasciami andare” la faceva divertire essere acchiappata così. “Portami in camera di papà” Scuoteva leggermente le gambe, cercando invano di liberarsi. “Voglio ascoltare la sua musica” ; “Agli ordini!” E subito Jacke la trasportò nella stanza di Edward. La fece scivolare giù per le spalle fino a farla toccare per terra. Renesmee corse fino alla pila di dischi colorati nella mensola accanto al letto, ne prese uno e lo fece partire. La musica classica le piaceva da impazzire la riusciva ad astrarre dalla realtà. Jacob era un po’ perplesso, non era certo il suo genere preferito, ma stare con lei gli bastava. Si stese sul letto senza dire una parola. Renesmee si sedette vicino a lui canticchiando a bocca chiusa la melodia che usciva dal registratore.
“Sarai sempre il mio migliore amico, vero?”, in una mattinata così strana Nessie aveva bisogno di qualche certezza. Jacob s’impietrì per un secondo a quella domanda, guardò il soffitto e sorridendo le disse “ Sempre”.

Edward non aveva più fatto riferimento al trasferimento, magari se ne era dimenticato, e magari era solo un’eventualità, non era una cosa ormai decisa. Ma no, conoscendo Edward sapevo che non aveva tirato fuori quell’argomento a caso. Ero un po’ nervosa, ma reprimevo queste emozioni aspettando che fosse lui a ritirare in ballo la faccenda. Io piuttosto avrei preferito dimenticarla e continuare la mia vita, ma questo non mi era concesso.
Dopo la caccia andammo da Carlisle e gli altri, mi sarebbe piaciuto fare due chiacchiere con Alice, ma non fu così.
Appena arrivata davanti alla porta a vetri vidi Edward gelarsi, “cosa hai sentito?” gli chiesi allarmata, rimase fermo qualche secondo con le narici dilatate e lo sguardo fisso, “So cosa hanno in mente” disse con gli occhi iniettati di sangue. “Non ci hanno detto niente” digrignò i denti sospirando, “Bella ..” continuò, “Puoi restare qualche minuto qui? Vorrei parlare con Carlisle … da solo”. Non capivo cosa potesse essere successo, avevo di nuovo la testa offuscata, non sapevo che rispondergli, aprì leggermente la bocca provando a far uscire un suono, “Edward … devo sapere anche io”, dissi con tutta la convinzione che ero riuscita a racimolare. Lo vidi passarsi una mano sugli occhi, “Hai ragione Bella, non ha senso che tu rimanga allo scuro di questa faccenda … Ma non ti piacerà” , Mi anticipò cupo. Dovevo capire, ma non era semplice leggere nel suo viso cosa gli passasse per la testa. Entrammo insieme in casa, tirando dritto fino allo studio di Carlisle, erano già tutti lì, “Oh, bene ci siete anche voi … Edward, Bella entrate” disse cortesemente Carlisle il quale sembrava aver ripreso il suo solito autocontrollo. “Che succede Carlisle? Perché ce ne dobbiamo andare così di corsa?” Sbottò Edward.
Carlisle mi sembrò un po’ scocciato, non aveva fatto in tempo a entrare che Edward sapeva già tutto e traeva di già le sue conclusioni, non gli dava il tempo di spiegarsi. “Edward calmati …” iniziò, “Devo mettervi a conoscenza, come gli altri, di quanto è successo stanotte. Qualcuno ha ucciso tre persone stanotte … e i Quileute accusano noi, il patto è saltato” Si passò la mano bianca tra i capelli, “Non possiamo restare un giorno di più o verranno a prenderci.  Sono sicuri di quello che hanno visto e non vogliono parlare con noi, abbiamo uno scontro aperto.” ; “ E perché noi dovremmo essere i responsabili?” sibilò Edward con un ghigno. “Mi hanno riconosciuto” disse piano Jasper che fin’ora era rimasto in silenzio, “Credono di aver visto me”, “Te? E come …?” provai ad aprir bocca, ma ero sempre più sconvolta, decisi di aspettare che la storia si concludesse. “E’ arrivato qualcuno di nuovo in città, qualcuno che deve assomigliare moltissimo a Jasper” Alice si alzò mettendo una mano intorno alle spalle di Jasper, aveva lo sguardo malinconico, non era felice. “Io …” Borbottò di nuovo, “ Lo avevo visto …” ;
“Quando lo avresti visto Alice?” Le chiese Edward nervoso, “Perché non ci hai detto niente?”;
“Non sapevo chi fosse né dove fosse, pensavo che non fosse niente d’importante …” ;
“Niente d’importante?” Rispose secco Edward. “Basta Edward calmati, non è la fine del mondo, cambieremo città. E quando le cose si saranno rappacificate tenteremo di parlare con i Quileute” tentò di spiegare Carlisle,
“Carlisle, ci sarà una soluzione … Deve esserci. Loro ci ascolteranno, il patto è sempre stato rispettato, loro sanno che non abbiamo interesse nell’esporci. Se non ascolteranno noi ascolteranno Jacob” ; “Bella, sono state uccise tre persone nella loro riserva, ci credono una minaccia. Sono stati creati per questo, capisci?”. Io rimanevo dell’idea che avrei dovuto parlare con Jacob, lui ci avrebbe aiutati, ne ero certa. Rimasi un attimo impietrita, solo in quel momento capì che la discussione con Edward del giorno prima non aveva alcuna importanza. Cercava di prepararmi gradualmente, ma invece … Quella era una situazione di pericolo ed io non avevo tempo di prepararmi. Non c’era il tempo di simulare la mia morte, e quello era un bene, ma avrei rimandato solo il problema. “Andiamo in Alaska belli!” Sdrammatizzò Emmet, sembrava felice, mi fece ridere, “Emmet per favore ..” Edward mi sembrava scocciato, ma non capivo perché, “Perché fai così?” gli domandai,
“Perché faccio così? Non me ne volevo andare in questo modo …  So che ci tieni, e non avrei voluto che tu e Renesmee diceste addio a Charlie così su due piedi. Dovremo mettere su un funerale, oggi stesso, come facciamo? Non abbiamo il tempo!”, Mi sembrava agitato, così come lo ero io … “A questo ci penseremo dopo Edward.  Bella …” Mi disse Carlisle, “Oggi pomeriggio va da Charlie con Renesmee, noi prepareremo i bagagli. Raccontagli che andrai all’università in Alaska, intesi?  Salutalo … per l’ultima volta” Carlisle era molto serio, avevo l’impressione che non credesse che ce l’avrei fatta, “Okey Carlisle” Dissi balbettando un po’ … “Vado a prendere Renesmee” Cercavo di mascherare il mio nervosismo, ma non era semplice, uscì lentamente dalla stanza e sentì lo sguardo di Edward seguirmi. Salì le scale in cerca di Renesmee quando sentì la sua voce. Seguendola arrivai alla stanza di Edward, era insieme a Jacob, ridevano e parlottavano. “Ciao mamma!” Nessie si alzò venendomi in contro contenta, “Ciao piccola” le risposi dolcemente, “Ti ha trattata bene Jacke?” Risi, “Stai tranquilla Bella …” Vidi alzarsi anche Jacob, mi sembravano felici.
“Emh, dunque … Renesmee devo parlarti, Jacke resta anche tu, è importante” Cercai di essere convinta, di non lasciarmi prendere dal panico, ma mi sentivo stringermi lo stomaco, non sapevo come dirlo a Renesmee. “Che succede Bella?” Jacob era visibilmente perplesso, agitato. Mi piegai sulle ginocchia facendo sedere Renesmee sul letto, “Bene allora ...” Mi presi un secondo per pensare, “Renesmee, sono successe delle cose terribili ieri notte. E gli amici di Jacob non ci vogliono più a Forks …” Mi girai un secondo per guardare l’espressione di Jacob, “ quindi dovremo andare via, capisci?” , Cercai di sorriderle. “Andare dove mamma?” Mi chiese, non era triste, ma percepivo che le mie parole non le erano molto chiare.
“Si esatto, andare dove Bella?! Non ci credo che i Queileute non vi vogliano più il patto …” ; “ Il patto è saltato Jacob” Gli sibilai, “Io e te ne parliamo con calma tra poco, fammi finire …” Lo guardai con uno sguardo penetrante, doveva farmi finire di parlare con Nessie, volevo che le fosse tutto chiaro. “Andremo per un po’ in Alaska tutti insieme, sarà questione di qualche anno, poi torneremo qui” Nessie mi sembrava tranquilla, le accarezzai i capelli, “Va bene” Mi rispose con un sorrisetto. Mi alzai lentamente, adesso dovevo spiegare come stavano le cose a Jacob, avevo paura della sua reazione. Dovevo portargli via Renesmee ed io non l’avrei più potuto vedere, questo non sarebbe stato facile. “Jacob, tu non hai ancora parlato con Sam?” ; “No, sono stato qui con Nessie, cosa è successo? Il patto è stato infranto?” Lo vedevo agitato, “Voi non potete andarvene …” Lo sguardo di Jacob si svuotò di colpo, forse stava iniziando a capire. “Jacke, sono morte tre persone stanotte …” mormorai, “Sam dà la colpa a noi. C’è qualcuno in città che assomiglia a Jasper e che ha deciso di dare nell’occhio. Se non ce ne andiamo seduta stante ci uccideranno, dovremo combattere …” Cercavo di non farmi sentire da Renesmee ma Jacob parlava sempre più ad alta voce, “No, non andrà così. Se voi non c’entrate niente il patto è ancora valido. Ne vado a parlare subito con Sam. Lo prenderemo quel succhiasangue …” ; “Jacob …”, Lo rimproverai mi offendeva quando diceva così, “Scusami Bella, hai ragione. Ma non lo permetterò. Combatteremo se necessario” ; “I lupi sono molti più di noi, non abbiamo possibilità di vittoria, così deve andare …” Gli risposi piano, “Vado a parlare con Sam, non partite, tornerò questo pomeriggio”. Vidi entrare Edward nella stanza, ma non si scambiarono una parola, Jacob rimase fermo solo per qualche secondo prima di partire verso la riserva. Edward stava ascoltando i suoi pensieri, lo capivo dalla sua espressione. Una volta uscito Jacob, lo vidi riprendersi, mi diede un bacio leggero sulle labbra prima di avvicinarsi a Renesmee. “Oggi pomeriggio andiamo a trovare Charlie” le sorrise socchiudendo gli occhi, “Così lo puoi salutare prima di partire. Ti ha detto tutto la mamma?” Si girò per guardarmi, restai immobile sulla porta, gli sorrisi. Pensai che era vero, sarebbe stata una cosa che avremmo fatto insieme, era quello l’importante.
   
 
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