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Autore: Eristhestrange    21/11/2016    0 recensioni
Una figura misteriosa fa la sua comparsa nella città di Alubarna. Che cosa starà cercando?
...
"Perderla significa perdere memoria del nostro passato, e se non abbiamo passato non avremo futuro"
Poggiò una mano sulla pietra color sabbia, rivolgendo gli occhi verdi verso la punta dorata dell'obelisco.
Un velo di malinconia scese sul suo volto.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciurma di Shanks, Nefertari Bibi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

Una figura solitaria avanzava con passo leggero attraverso la piana desertica.

In mezzo al cielo terso e azzurro, il sole illuminava la sabbia dorata che si estendeva a perdita d'occhio per chilometri e chilometri, producendo un caldo afoso che in pochi avrebbero potuto sopportare facilmente.

Lontano dal fiume principale che divide in due parti l'isola, il deserto di Sandora risultava ad ogni viaggiatore come un percorso ostile e difficoltoso che richiedeva giorni di cammino, grandi scorte d'acqua e una buona bussola.

Tutto ciò che il forestiero sembrava portare con sé sembrava tuttavia essere solo ed unicamente la sua persona, coperta da una tipica tunica bianca con un cappuccio che ne celava le sembianze.

All'apparenza non dava l'impressione di essere affaticata o sofferente, ma procedeva ritta e con tranquillità verso la sua meta.

Si trovava infatti a pochi chilometri dalla capitale, Alubarna, la quale svettava in posizione soprelevata al deserto, su un altopiano roccioso.

Le alte mura bianche che la circondavano pullulavano di sentinelle, così come i cancelli principali.

A quell'ora certamente la figura doveva essere stata individuata da un pezzo, rimaneva solo da scoprire se volesse o no entrare in città.

In poco tempo il forestiero ammantato di bianco cominciò a salire una delle lunghe gradinate che portavano ad Alubarna, rendendo così palesi le sue intenzioni.

Due guardie colossali abbassarono le loro alabarde non appena la figura si avvicinò alla porta, questa non ne risultò sorpresa, si limitò semplicemente a fermarsi davanti alle armi incrociate davanti a sé.

"Fermo, straniero! Abbiamo l'ordine di perquisirti prima che tu possa entrare in città, sono ordini del re." disse uno di loro in tono ferreo, seguito dal compagno "Togli la tunica e mostraci il volto!".

Il forestiero alzò con calma il braccio sinistro, scostandosi le maniche della tunica per mostrare la sua mano ai due guardiani.

Sul dito medio brillava un enorme anello verde a forma di scarabeo, sul cui dorso era incisa una serie di geroglifici dorati.

"Lasciatemi passare" la voce, anche se cammuffata dal cappuccio e dalla sciarpa che le coprivano il volto, era chiaramente quella di una donna "Sono l'Oracolo di Thot!".

I due uomini chinarono immediatamente il capo e disgiunsero le armi, portandole al loro fianco.

"Perdonaci, Oracolo" dissero all'unisono, mentre la donna proseguiva oltre la soglia senza dire nulla.

Le strade lastricate della grande città erano, a differenza del grande deserto, particolarmente affollate e chiassose, ma l'oracolo non ci diede troppo peso.

Passava inosservata attraverso la folla, diretta verso il palazzo reale.

Una costruzione molto imponente e soprelevata rispetto a tutto il resto della cittadina. Le sue cupole dorate rilucevano al sole ed erano visibili anche a grande distanza. Un secondo complesso di mura lo proteggeva da eventuali incursioni, rendendolo l'ultima difesa della cittadina.

Erano passati pochissimi anni dalla grande battaglia che aveva visto coinvolta tutta l'isola, ma il peggio sembrava definitivamente essere passato.

Il ricco paese che un tempo era stato Alabasta stava ritornando al suo antico splendore.

Di nuovo imboccò una delle rampe che delimitavano l'accesso alle porte del palazzo reale e, nuovamente, si ritrovò di fronte alle guardie.

Mostrò una seconda volta l'anello "Desidero essere ricevuta da Sua Maestà" "Attualmente non è in udienza. Sarebbe un onore per me potervi scortare fino alla sala del trono e annunciarvi".

Dopo un cenno di assenso col capo da parte della donna, la guardia si voltò per scortarla attraverso i corridoi dalle pareti damascate fino ai grandi battenti della sala del trono.

Alla vista di un simile luogo, chiunque si fosse trovato lì sarebbe rimasto abbagliato da tanta maestosità.

La stanza aveva delle dimensioni colossali ed era quasi considerabile come un edificio a sé stante.

Il pavimento, composto da mattonelle vitree e lucenti a motivi geometrici e colorati, era in gran parte coperto da preziosi e pesanti tappeti dal disegno floreale.

I lati lunghi presentavano arcate ogivali di marmo aranciato, su cui poggiava un finto ballatoio dal quale ricadevano grossi cespi verdi di piante e fiori colorati.

Il soffitto si sviluppava in una lunga volta a padiglione decorata per tutta la sua considerevole lunghezza da arabeschi dorati, sorretta da quattro grosse statue d'oro di elefanti per ognuno dei quattro angoli principali della sala.

Ciò che lasciava più a bocca aperta era tuttavia il lato corto esattamente frontale all'entrata.

Una piccola rampa portava ad una gigantesca arcata lobata che ricordava la forma di un fiore. Dietro ad essa un basso soffitto a volte coperto da innumerevoli tende dai colori caldi ospitava un meraviglioso trono di marmo e oro, coperto da cuscini di seta.

L'alcova che ospitava lo scranno era aperta e lasciava entrare in tutta la sala la luce proveniente dall'esterno, regalando anche una visione mozzafiato della città di Alubarna, di cui si poteva godere meglio tramite un balcone a mezzaluna.

L'odore pungente dell'incenso superava persino quello delle piante e dei fiori presenti nella sala in gran quantità.

Arrivato alle gradinate adiacenti al trono la guardia si fermò, mentre la donna gli stava tranquillamente accanto "Vostra Maestà, l'Oracolo è tornato.".

Girato verso il panorama della città, il re si voltò immediatamente con aria stupita, facendo svolazzare la sua sopravveste viola.

La donna, inaspettatamente, si inginocchiò al suo cospetto.

"Vostra Maestà" disse in tono greve "Fate chiudere le porte e uscire le guardie, dobbiamo conferire in privato. E' una questione che richiede la massima attenzione e la massima segretezza".

L'espressione del re si fece subito preoccupata.

Con un cenno della mano, tutte le decine di sentinelle presenti nel grande salone si diressero verso il portone principale, per poi serrarlo alle loro spalle senza porre domande.

Quando i battenti vennero chiusi, la donna si alzò, togliendosi finalmente il cappuccio e la tunica.

“Cobra Nefertari, quanto tempo.”

 

Angolo dell'autrice

Rieccomi dopo tanto tempo. Ammetto che non vedevo l'ora di ricominciare a scrivere e sono contenta di aver finalmente imbastito questa nuova storia. Spero che troverete il prologo allettante e che la seguirete con interesse. La vicenda è strettamente collegata al mio precedente racconto “Scacco matto al Re di Cuori”, la cui lettura non è indispensabile ma consigliata. Vi aspetto al primo capitolo e grazie a tutti per aver letto!

   
 
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