Amico?
-Allora…
dov’è Taguchi?- ripeté deglutendo la
ragazza.
-Non so… pensavo fosse
dietro di me, fino a pochi istanti
fa…- rispose con tono disinteressato il ragazzo, Mitsuki
reagì sbuffando. -Vuoi
andare a cercarlo? È un uomo adulto e su questo luogo
dovrebbe saperne più di
noi.- continuò il ragazzo senza lasciar trasparire alcuna
preoccupazione.
Mitsuki cominciò a pensarci.
-In realtà non mi sembrava
molto più a suo agio di noi...-
fece notare Kurosaki. -In fondo che ci costa tornare a controllare dove
si è
cacciato?- propose il ragazzo. Mitsuki sembrava un po' titubante mentre
Morishige inizialmente sospirò, poi assunse un'aria
allarmata, gli altri due
inizialmente non capivano cosa stesse osservando, poi il ragazzo indico
un
punto alle loro spalle e i due si girarono... C'era una silhouette
molto alta
in fondo al corridoio che inizialmente li osservava immobile poi fece
un passo
verso di loro.
-Yamamoto?- domandò la
figura. -Ah, finalmente ti ho
trovata...- ridacchiò soddisfatta. Kurosaki fece un passo in
avanti.
-K-Kizami... è bello
rivederti! Ora mancano solo Tohko e
Shimada e... e
potremo tornare a casa!-
disse il ragazzo cercando di assumere un tono allegro e amichevole che
però
risultava piuttosto insicuro... Tentò di fare qualche altro
passo verso
l'amico, ma venne tirato all'indietro per il polso da Mitsuki.
-Kurosaki... ci sei anche tu
quindi...- disse Kizami con
tono annoiato. -Per Shimada non preoccuparti, è
già morto. Per quanto riguarda
Kirisaki, sarà rintanata da qualche parte... Ma
c'è un'altra persona con voi?-
Kizami avanzò ulteriormente per vedere meglio chi
accompagnava i suoi compagni
di scuola. Sorrise osservando Morishige. -Penso che dovresti scappare
anche da Yamamoto
oltre che da me. Potrebbe sembrarti piuttosto indifesa e spaventata in
questo
momento, ma sai... se lei scoprisse cosa hai fatto a quella ragazzina
potrebbe
rivelarsi molto più manesca e pericolosa di me...-
suggerì il ragazzo
mantenendosi a una certa distanza.
-Di cosa sta parlando?- chiese
arrabbiata la ragazza.
-È tutto un malinteso.-
rispose secco Morishige nonostante
non riuscisse a fermare il proprio tremore.
-Beh, a giudicare dalla tua reazione,
una parte di te sa già
di cosa è capace quella stronza... Immagino che i lividi
dell'altra volta te li
avesse causati lei.- Mitsuki smise di minacciare Morishige e si rivolse
a
Kizami.
-Ma di cosa diavolo stai parlando?!
Lividi?! Non l'ho
toccato neanche come un dito!- disse la ragazza confusa. Kurosaki
cercando di
capire cosa stesse succedendo osservò Morishige, ma anche
lui sembrava
terribilmente confuso. Ah! Non ci sto capendo più niente! Cosa
sta
dicendo Kizami? Non sembra più lui. In effetti
quello era molto diverso dal
Kizami che aveva conosciuto, o più che altro era molto
diverso dal Kizami che
aveva conosciuto negli ultimi anni. Somigliava molto più
invece al Kizami
bambino, sgarbato, dalla lingua lunga, capriccioso e aggressivo a cui
aveva
finito per affezionarsi quando erano piccoli.
-Non mi stupisce che non ricordi
niente ancora... Comunque
credimi, non sono pazzo e quel ragazzo accanto a te, forse non
più di una
mezzoretta fa, ha tagliato la gola ad una ragazzina.- disse
sghignazzando.
Forse non gli era mai capitato di vedere Mitsuki così
furibonda. Anche se sono armato, loro sono
comunque in
tre. È meglio essere prudenti e osservare cosa succede...
per il momento.
-L'ha uccisa lui! Io... Io mi stavo
semplicemente
difendendo, poi ho... poi lei è svenuta! È che
l'ho spaventata... E lui ne ha
approfittato per spezzarle il collo.- Morishige provò a
difendersi, in quel
momento sperava solo di trovare un modo per uscire da quella situazione.
-Ah, sì?-
domandò lei ridendo amaramente. -Si tratta della
stessa ragazzina, armata di tagliacarte che avrebbe ucciso Ohkawa e una
compagna? Una ragazzina delle medie! Immagino che problema difendersi
da una
tredicenne, dodicenne o quello che era, armata di tagliacarte! Ma
disarmarla e
basta? Cosa hai fatto? L'hai minacciata di tagliarle la gola o altro?!-
cominciò
a urlargli contro.
-In realtà gliel'ha
proprio tagliata, ma si è trattato più
che altro di un taglietto, non è riuscito a sgozzarla sul
serio.- rispose
soddisfatto Kizami. Sarei quasi tentato
di lanciarle il coltello e vedere cosa succede.
Pensò mentre giocherellava
con la lama fantasticando sui possibili scenari. Peccato
che sia l’unica arma che ho...Avrei dovuto portarmi dietro il
tagliacarte della bambina, anche con quello Yamamoto potrebbe farci un
bel
lavoro, e già... Era un pensiero quasi doloroso,
il ragazzo si toccò
l'occhio infastidito. Me la pagherai...
Anche se ho riavuto il mio occhio sta pur
certa che mi prenderò pure il tuo, Yamamoto. -Hai
mai visto la galleria del
suo cellulare? Il ragazzo ha talento. O almeno credo, di arte non ne so
niente,
ma mi piacciono molto i suoi soggetti. Ci sono quasi tutti i cadaveri
che ho
visto fino ad ora in questa struttura.- aggiunse soddisfatto. Mitsuki
ringhiò
contro il ragazzo con gli occhiali ormai con le spalle al muro. Sulle
ultime
informazioni di Kizami non aveva praticamente dubbi. L'idea che quel
ragazzo
fosse in qualche modo, effettivamente attratto dai cadaveri non gli
risultava
strana dopo averlo visto interagire con alcuni di essi in qualche
occasione. Si
trattava semplicemente della conferma ad alcuni dubbi che alla ragazza
erano
venuti in mente non troppo tempo prima.
-Puoi anche non credermi, tanto poco
importa...- Morishige
iniziò ridacchiando sommessamente. -Non sono un perverso,
cercavo semplicemente
qualcosa per alleviare lo stress! Non ho altra scelta se voglio
riuscire a
rivedere Mayu! In una situazione simile si deve mettere da parte il
disgusto se
serve... Te l'avevo detto, no? In questo posto siamo tutti messi sotto
tensione, lo sono io quanto lo sei tu! E purtroppo in situazioni
simili, a
volte, vengono fuori lati di noi che non vorremmo mai conoscere...-
concluse
amaramente.
-Oh… Povera vittima degli
eventi... immagino che tu sia
stato costretto a cercare di uccidere una bambina indifesa!- rispose
aspramente
Mitsuki.
-Non l'ho uccisa! Non sono un
assassino... Non ho fatto
nulla di anti etico, ho solo fotografato oggetti inanimati!- la sua
voce era
piuttosto vacillante.
-Beh, lo so, per il momento non sei
un assassino... Ma
umiliare dei cadaveri non è come uccidere l'anima che
dimorava a in quei corpi
fino a poco prima...?- sorrise maligno Kizami, non credeva neanche lui
in
quello che diceva però era un vero piacere vederlo
arrampicarsi sugli specchi. Umiliare...
qualcosa che non respira più...?
Gli esseri umani a volte hanno preconcetti così vuoti e
privi di senso... La
vita di un uomo non vale poi molto, perché dovrei
preoccuparmi del suo corpo?
Uhm, sembra che lei non abbia abboccato alla mia ultima
frase… Da come mi
guarda credo che le sia chiaro quanto poco credo in ciò che
ho detto. Peccato,
suppongo che non otterrò molto, non sono fatto per il
dialogo dopotutto. -Comunque...
Mayu? Chi sarebbe?- chiese con una curiosità quasi infantile
e il ragazzo gli
ringhiò contro incuriosendolo ancora di più. Anche se lei cercasse di aggredirmi mi basterebbe
scappare dalle parti
in cui abbiamo perso Taguchi, tanto Kizami si fermerà per
ucciderla e forse
perderà tempo anche con Kurosaki... Cercò
di tranquillizzarsi. Uhm...
cos'è...? Senso di colpa per questi
due? Uhm? A proposito… Dov'è finito l'altro...?
-Ora basta Kizami!- disse deciso
Kurosaki che nel frattempo
si era avvicinato molto all’amico.
-Kurosaki! Allontanati, presto!- gli
urlò disperata la
ragazza.
-Ha-hai sbattuto la testa? Se vuoi
c'è un'infermeria... Ti
possiamo accompagnare...- era titubante, ma cercava di essere cordiale.
Kizami
lo osservava indifferente mentre attraversava il corridoio.
-Cos'è che stai facendo...
esattamente?- chiese Kizami
confuso.
-Eh? In che senso... Siamo amici, no?
Sto cercando di
aiutarti. Penso di comprendere quanto possa essere difficile per te
affrontare
questa situazione. Sembri un tipo così freddo, ma in
realtà sei solo molto
chiuso e probabilmente hai difficolta a mostrare ciò che
provi veramente,
quindi nessuno sa cosa ti passa per la testa... nemmeno ad essere
sincero...
Capisco che deve essere fastidioso. Ma sai, se hai bisogno di parlarmi,
io sono
qui.- disse sorridendo il ragazzo.
-No, non riesco proprio a capire...
Non capisco quello che
stai dicendo e non capisco neanche un'altra cosa... Ho mai fatto
qualcosa che
possa averti fatto pensare che noi due siamo amici?- chiese atono il
ragazzo.
-Cosa? Beh, siamo amici fin da quando
eravamo bambini...
come? Non ricordi?- disse il ragazzo preoccupato.
-No, ricordo che ci conosciamo da
molto tempo, quello sì...
ma a giudicare dal tuo comportamento sembra proprio che tra tutti qui
tu sia
proprio quello che mi conosce meno.- rise divertito. -Non ti ho mai
trovato
interessante e non mi risulta nemmeno di averti mai chiamato amico.-
spiegò
tornato annoiato.
-Cosa stai dicendo?! Io…
Io ero l'unico con cui parlavi, ti
invitavo a casa mia qualche volta, sono anche venuto a casa tua,
tornavamo a
casa insieme e andavamo in giro insieme!- disse gesticolando
nervosamente.
-No, tu eri l'unico a parlare, a
causa del tuo atteggiamento
i miei fratelli mi costringevano a mangiare da te e a stare a casa tua,
mi
seguivi fino a casa e un po' ovunque e a volte ci entravi pure dentro
casa...
L'unico tuo pregio era fare quello che ti dicevo, ma lo facevi
raramente, eri
sempre dalla parte dei miei fratelli.- disse con odio. -Ma in
realtà non ti
odio, mi sei completamente indifferente. La vita di voi tutti vale come
quella
di un animaletto ai miei occhi, ma tu... non avevo nemmeno intenzione
di
cercarti per ucciderti. Yamamoto mi interessa più di te, ma
in pratica tutti mi
interessano più di te. Anche inseguire uno sconosciuto, che
non era neanche un
mio compagno, mi interessa più che inseguire te.- disse
voltandosi verso
Morishige che reagì con un’occhiataccia. Perché
sono ancora qua? Potrei lasciarli stare e andare in cerca di Mayu per
conto
mio... Yamamoto si lascia troppo prendere dalle emozioni, invece
potrebbe
andarsene anche lei… Perché rimane ad assistere
come se fosse in posizione per
scattare verso Kizami al minimo segnale di allarme? Kurosaki se la sta
cercando
in fin dei conti! Ma è scemo?! Se a Kizami non interessa
ucciderlo dovrebbe
approfittarne per fuggire invece di fare l’offeso! Uhm?
Kizami non sembra aver
fatto qualcosa di minaccioso, ma Yamamoto sta comunque correndo verso
di
Kurosaki...
-Non parlare di uccidere le persone
come se fosse
l'equivalente di semplice interesse nei loro confronti! E poi, come
potevo
essere sempre dalla tua parte?! Da bambino a volte sembravi una specie
di
sadico... poi col tempo sei maturato e...- Mitsuki afferrò
il ragazzo da dietro
e cercò di trascinarlo il più lontano possibile
da Kizami. Anche Morishige
cominciò ad aiutarla a trascinarlo indietro, anche se
Mitsuki inizialmente gli
lanciò un’occhiata disgustata.
-Grazie...- sussurrò
sospirando alla fine.
-Voglio solo sbloccare questa
situazione ed andarmene, col
mio aiuto dovremmo fare più in fretta...- rispose. Ringrazia il fatto che se voglio uscire di qui con
la mente intatta mi
conviene non commettere altre azioni che possano farmi sentire in
colpa...
Tanto, finché siamo in tre, Kizami sembra voler evitare di
attaccarci...
Dannazione, ho sbagliato! Kizami afferrò Kurosaki
e spinse via Mitsuki.
-Quindi, se ho capito bene, non hai
intenzione di reagire e
attaccarmi, giusto? Vuoi solo parlare?- gli chiese afferrandolo per la
camicia
tenendolo sollevato qualche centimetro da terra. Poi osservò
anche il ragazzo
rimasto in piedi e immobile, sembrò riflettere un po', poi
posò un attimo
Kurosaki e diede un calcio nello stomaco all'altro ragazzo facendolo
cadere
vicino a Mitsuki.
-Ti tengo per dopo...- rise e riprese
Kurosaki. Mayu ha detto... chi è?
Se si tratta di
qualcuno a cui tiene potrebbe essere interessante trovarla e torturarli
l’una
di fronte all'altro... Sarebbe divertente se legati o no, uno dei due
mi
pregasse di uccidere l'altro e di essere risparmiato, di certo la
vittima si
sentirebbe tradita. Sì, sarebbe davvero interessante da
guardare... A volte ho
sentito dire che alcune persone soffrono di più nell'essere
costretti a vedere torturata
una persona a cui tengono piuttosto che ad essere torturati. Mi sembra
molto
improbabile, ma se potesse succedere non mi dispiacerebbe assistere ad
una
scena del genere... Potrei fare qualcosa di simile con Yamamoto? Lei
sembra
molto attaccata ai compagni di scuola.
Chissà se lo è veramente
e fino a che
punto? Osservò per qualche attimo il ragazzo che
teneva bloccato, ma fece
un sopirò annoiato. No... di farlo
soffrire non ne ho voglia, non riesce proprio a catturare il mio
interesse...
Meglio sbarazzarsene e basta.
-K-Kizami, fermati, guarda che se ci
uccidi non potrai più
tornare a casa.- disse serio il ragazzo con un’espressione
cupa. Non so cosa gli sia successo, se si sia
solo
vantato di aver ucciso Fukuroi davanti a Mitsuki o se l'abbia fatto sul
serio,
ma non voglio lasciarlo qui a morire. Gli afferrò
la mano che impugnava il
coltello per tenerla ferma, Kizami cominciò a muoverla
comunque sforzandosi
poco dimostrandogli che era inutile. -Ma non ti interessa tornare a
casa?!-
esclamò Kurosaki innervosendosi.
-Beh, anche se fossi certo che non si
trattasse di un bluff
non potrei tornare comunque. Ho ucciso delle persone, non posso
più redimermi
per questo e in ogni caso tornare a quella realtà noiosa non
mi interessa.-
Kurosaki lo guardava con un'espressione scettica. -Non mi credi? Ho
ucciso sul
serio, sono sempre stato capace di uccidere e quella che tu hai
scambiato per
maturazione dovuta alla crescita era solo un lungo periodo in cui mi
sono
trattenuto... Non ricordi proprio di tutte le volte in cui mi hai
trovato a
sotterrare, bruciare o aprire animaletti morti? - spiegò
perplesso..
-E allora? Molti bambini punzecchiano
le meduse e i pesci
morti trovati sulla spiaggia.- rispose dubbioso Kurosaki. Kizami
cominciò a
ridere.
-Dici sul serio? Kurosaki, io quegli
animaletti li uccidevo!
Non mi limitavo ad infierire sui cadaveri! Non puoi essere veramente
così
ottuso... Non ricordi di quando ho quasi ucciso un criceto davanti a
te?- Perché mi sento come un
bambino che cerca
di dimostrare qualcosa? Cazzo, quanto è frustrante?! Mi
sembra di essere
tornato a quei tempi! Pensò con rabbia mentre
digrignava i denti.
-Anche se fosse vero, uccidere un
essere umano è diverso da
uccidere degli animali quindi finiscila con questa storia!- rispose
secco il
ragazzo.
-Uffa. No, non c'è niente
di diverso! Cosa devo fare per
convincerti?- un sorriso si formò sulle sue labbra,
avvicinò il coltello
all'occhio di Kurosaki, mentre lui lo fissava con
un’espressione fra
l'incredulità e il terrore, poi lo allontanò
prendendo la rincorsa con il
braccio e...
-Fermo!- Mitsuki gli corse incontro
un po' barcollando
tentando di fermarlo, ma Kizami se ne liberò facilmente con
un altro calcio.
-Dopo vengo da te, sta' tranquilla.-
rispose con calma,
Kurosaki gli diede un calcio sulla gamba e cercò di
bloccargli le braccia.
-Finiscila! Forse non ti conosco
così bene nonostante tutto,
ma siamo stati a contatto per tanto tempo e non hai mai provato a
torcermi un
capello! Qualunque cosa stia succedendo è chiaro che la
colpa è di questo posto!
P-perché... Perché non possiamo tornare a casa
tutti insieme?!- urlò il ragazzo
facendolo ridere.
-Stai cercando di impietosirmi? Tra
poco ti metterai anche a
piangere? Se non funzionava quando eravamo piccoli perché
dovrebbe funzionare
ora?- il ragazzo smise di ridere e cominciò a tenersi la
testa infastidito.
-Solo una persona è riuscita a farmi provare
pietà fino ad ora... Si tratta
della mia sorellina, una bambina che ho conosciuto qui, qualche oretta
fa...-
cominciò a spiegare.
-Qual… qualche oretta
fa?!- ripeté allibito il ragazzo.
-Già...
un’estranea è riuscita ad impietosirmi mentre tu,
che mi conosci da anni, non mi smuovi neanche un po'... Sai, per un
attimo ho
creduto di potermi redimere... di poter vivere serenamente con lei nel
mondo
esterno. Se l'avessi incontrata prima... se lei fosse stata veramente
la mia
sorellina, forse...- nel suo tono calmo cominciava ad emergere una
leggera nota
di dispiacere.
-Una sorellina?! Dopo tutte le
schifezze che dici di aver
fatto o che hai fatto?! Ti basterebbe qualcosa di simile per
redimerti?! Potevi
considerare me come un fratellino a questo punto! Io del resto ti
consideravo
come tale... Se ti contradicevo era solo per il tuo bene! Facevi cose
assurde,
non potevo darti corda, ma è questo quello che avrebbe
cercato di fare un vero
fratello!- gli disse aspramente facendogli assumere una strana smorfia
di
disgusto.
-Mi stai facendo rimpiangere proprio
quel coglione del mio
vero fratello!- rispose inferocito.
-Che idiota... dato che con le sue
chiacchiere riesce a
distrarlo perché non ne approfitta per scappare invece di
cercare di provocarlo
in tutti i modi...?- sussurrò Morishige.
-P-perché non te ne vai
tu?- rispose con fatica Mitsuki,
distesa pochi centimetri più avanti.
-N-non riesco a muovermi.- disse il
ragazzo, anche lui
disteso, mentre cercava di indirizzare la testa verso di lei.
Sentì Mitsuki
ridacchiare e singhiozzare contemporaneamente.
-N-non solo è un
assassino... no, non solo... è anche una
specie pedofilo con una specie di complesso della sorella.-
singhiozzò
infastidita. -Com'è possibile? Abbiamo avuto un soggetto
simile come amico e
nessuno di noi se n'è accorto?!- si distese su un fianco e
cercò di guardare
Morishige con un’espressione arrabbiata.
-Guarda che io ero una persona
normalissima fuori di qua.-
ribatté il ragazzo senza troppa convinzione mentre lei
sembrava piuttosto
scettica. -Comunque, se può consolarti, anche se mi fossi
comportato in modo
strano neanche i miei compagni se ne sarebbero accorti. Spesso non si
comprendono veramente le persone che consideriamo nostre
amiche…- la ragazza
ora guardava dritta davanti a se con lo sguardo vuoto, respirando
lentamente. No, non ti è stato
d'aiuto a quanto pare...
-A non avere giustificazioni più che altro è
Kurosaki... Insomma, dopo vari animali
morti e un tentato omicidio a danno di un criceto...-
rifletté ad alta voce
infastidito.
-Bugiardo... mi aveva detto di non
aver notato mai nulla di
strano in Kizami... B-bugiardo…- sussurrò stanca.
-C-ch-che fff-fai...?-
cercò di dire Kurosaki, Kizami gli
stava stringendo la gola tentando di soffocarlo.
-No! fermo!- Mitsuki cercò
di alzarsi, ma perse l'equilibrio
e cadde di nuovo. Le mie gambe?! Che
siano veramente rotte? La ragazza cercò di farci
dei piccoli movimenti.
Kizami sopirò annoiato, lo mollò e gli
perforò sbrigativamente l’addome col
coltello, poi buttò a terra il corpo.
-N-n... no... Nooo!- Morishige
sembrava sentire due urli,
uno era di Mitsuki, ma l'altro sembrava provenire da dentro le sue
orecchie. No! Cosa posso fare? Cosa faccio?!
S-se, se
solo potessi avere un corpo solido! Se potessi assumere una forma
solida come
quella di Sachiko, forse potrei intervenire! Morishige si
afferrò delle
ciocche di capelli e cominciò a tirarle. Ma...
cosa c'è che non va nella mia testa?! Gli veniva
quasi da sghignazzare
esasperato... Kizami stava andando verso Mitsuki, ma Kurosaki gli
afferrò le
gambe e lo bloccò.
-Ti p-prego... non farlo... se ci
tieni tanto possiamo
cercare la tua sorellina e portarla con noi, basta che non uccidi
Mitsuki, per
andartene di qua hai bisogno di noi...- mormorò a fatica
Kurosaki.
-Lei mi ha abbandonato... e comunque,
non lo hai ancora
capito?- il ragazzo sorrise, si toccò la ferita sulla testa
e scuotendo la mano
sporca fece cadere il proprio sangue su Kurosaki, poi
ricominciò a toccarsi la
testa. -Fuori di qua non sopravvivrò a lungo, mi muovo
ancora, ma non so per
quanto potrò farlo.- scavò nella ferita e
cominciò a tastarne l'interno. -Sto
toccando qualcosa di molliccio, oltre le ossa del cranio... secondo te
cos'è...?-
sorrise, poi cominciò a pestare il corpo del ragazzo.
-Non mi importa se diventerai o no
come Kizami, se mi aiuti
a sbarazzarmi di lui prometto che troverò la tua amica.-
disse seria Mitsuki
tenendo la voce bassa.
-E come dovremmo fermarlo, scusa?-
mormorò dubbioso il
ragazzo.
-Io gli blocco il braccio destro e
cerco di prendergli il
coltello mentre tu cerchi di bloccargli il lato sinistro del corpo... o
viceversa se preferisci.- spiegò la ragazza. Morishige non
smise di avere
dubbi.
-Scusa, ma considerando quanto
è stretto il corridoio...
cosa gli impedisce di sbattere o il lato destro o il lato sinistro del
corpo
contro una parete schiacciando anche la persona che cerca di
tenerglielo
sbloccato finché non molla la presa, per poi finire la
persona rimanente col
coltello? O più semplicemente, anche se tieni bloccato il
braccio con il
coltello, lui dimenandosi potrebbe comunque riuscire a ferirti.-
spiegò il
ragazzo, lei sbuffò. -Inoltre né tu né
io in questo momento riusciamo a stare
in piedi.-
-Non importa quanto le mie gambe
facciano male, non morirò
in questo modo! Inoltre Kurosaki potrebbe ancora sopravvivere. Fra poco
l'adrenalina potrebbe entrare in circolo e aiutarmi a muovermi, dopo
tutto chi
lo sa?- disse decisa e cominciò a muoversi facendo dei
tentativi per mettersi
in piedi. -Lo attaccherò anche da sola se
servirà...- riuscì ad alzarsi e cercò
di fare qualche passo, poi si bloccò improvvisamente
sentendosi toccare la
caviglia.
-Aspetta...- disse arrendevole
Morishige mentre le teneva
una gamba. Tanto fra un po' mi
ucciderà
comunque... Ti prego Mayu, almeno tu... cerca di sopravvivere...
Pensò il
ragazzo ignorando lo strillo familiare nella sua testa, ormai era certo
di
essere impazzito.
-Ma sei pazzo?! Dopo tutta la fatica
fatta per alzarmi
volevi farmi cadere?!- gli disse arrabbiata.
-Cosa?! Aiutami ad alzarmi piuttosto!-
-Ma... si può sapere cosa
state confabulando?- chiese
incuriosito Kizami osservandoli con le braccia conserte... Da quanto
tempo li
stava ascoltando? Con molta facilità buttò a
terra Mitsuki, poi afferrò il
ragazzo per il polso e lo trascinò qualche metro
più indietro mentre si
lamentava per il dolore. -Te l'ho già detto, mi servi dopo.
Ora pensiamo a te,
Yamamoto.- si chinò sul corpo della ragazza. Lei cercava di
guardarlo negli occhi
con disprezzo. -Non guardarmi così... Sono altre le reazioni
che voglio!- disse
con rabbia. -Non ti ho ancora perdonato per esserti trattenuta l'ultima
volta
che ti ho uccisa...- lei ridacchiò.
-Sei impazzito sul serio, allora.-
disse aspramente. -In
ogni caso, se mi hai già uccisa una volta e la mia reazione
ti ha deluso, non
sperare di ottenere di meglio adesso!- la ragazza cercò di
urlare con tutta la
voce rimasta. Il ragazzo le diede un calcio in testa, poi le
avvicinò il
coltello all'occhiò e si preparò a scavare. Devo
fare qualcosa! M-ma... senza un corpo come faccio?!
-Ti prego, smettila di urlare...-
supplicò stanco Morishige
tenendosi le orecchie. Che?! Scusa non mi
ero resa conto che potessi sentirmi! Si scusò la
vocina tremolante. Tranquillo, ora ti salvo
io! Il piano di
sopra cominciò a tremare, poi una specie di fiammella
azzurra spinse Kizami
all'indietro prima che arrivasse a toccare l'occhio di Mitsuki,
Morishige sentì
solo il rumore del corpo che cadeva, poi era caduto qualcos'altro, ma a
giudicare dal rumore le dimensioni dovevano essere maggiori. Si
sollevò una
densa nuvola di polvere e Mitsuki emise un urlo acuto.
-Y-Yamamoto...? Cos'è
successo?!- il ragazzo cercò di
alzarsi, c'era un grosso buco nel soffitto e un pezzo di pavimento del
piano
superiore era sopra il corpo di Kizami... e alle gambe di Mitsuki. Il
ragazzo
si avvicinò per controllare. Sul viso della ragazza si era
formata una smorfia
di dolore, ma per lo meno era ancora viva... -Stai bene...?- chiese,
anche se
non era affatto sicuro dell'utilità di quella frase di
circostanza in quel
momento...
-Kurosaki... credi che
Kurosaki… che sia ancora vivo...?-
domandò la ragazza con un filo di voce, poi
continuò a lamentarsi e
singhiozzare per il dolore nonostante cercasse di trattenersi. Dovrei cercare di tirarla fuori... Il
soffitto non aveva smesso di tremare e un altro pezzo venne
giù... proprio
addosso a Morishige e Mitsuki...
-Ma, ma… cos’ho
fatto?!- l’urlo proveniva da una fiammella
azzurra posata sopra le macerie. -Scusa, scusa, scusa!- la fiammella
tremava ed
emetteva dei suoni acuti simili a singhiozzi.
-Bella domanda…
Cos’hai combinato?- domandò ridacchiando una
figura bassa dai lunghi capelli neri che si era avvicinata. -Dimmi la
verità,
eri seccata perché Shige-nii non tornava a farti compagnia
perciò ti sei
arrabbiata e lo hai ucciso.- disse annuendo soddisfatta.
-Cosa?! Non è vero!
Io… non potrei mai fargli una cosa
simile!- singhiozzò ulteriormente la fiammella.
-Ah si? Nemmeno dopo che ha tentato
di uccidere una ragazzina
indifesa?- le domandò con un sorriso sadico.
-Ho detto di no!- protestò
con decisione. -Nemmeno dopo
qualcosa di simile potrei fargli del
male…-continuò imbarazzata.
-Bene… Allora chi sarebbe
stato, piccolina?- il suo tono si
era fatto gentile… La prese fra le mani, la fiammella si
fece più piccola e
tremò ancora di più, mentre lei la accarezzava.
-N-non lo so… volevo solo
far cadere qualcosa addosso a quel
Kizami per fermarlo! Non so se effettivamente è caduto il
soffitto perché lo
volevo, ma di certo non volevo che cadesse sulle gambe di quella
ragazza! E-e
nemmeno che ne cadesse un secondo pezzo!- rispose angosciata.
-Sì, è caduto
perché lo volevi, ma non montarti la testa… in
questa dimensione il potere spirituale dei defunti è molto,
ma molto più forte
di quanto potrebbe essere normalmente. Comunque, anche il secondo pezzo
è
caduto perché qualcuno lo voleva… Quindi
ammettilo. Volevi che morisse!-
Sachiko sorrise e con una mano cominciò a solleticare la
fiammella.
-No dai, smettila!-
protestò non riuscendo a non ridere.
-Mitsuki!- urlò una voce
maschile, un'altra fiammella si era
formata al posto di Mayu. -M-Mitsuki… Kensuke…
Perdonatemi, vi prego!- anche
questa aveva un tono patetico.
-Sei stato tu a far cadere questo su
Shige-nii?- domandò la
fiammella in braccio alla bambina.
-Volevo solo fermare Kizami! Ho
pensato che se gli cadeva
qualcosa in testa forse… E comunque chi è
Shige-nii?!- rispose agitato lo
spirito.
-Ma anch’io volevo solo
fargli cadere qualcosa in testa!
Solo che l’unica cosa che poteva cadere così dal
nulla era il tetto…- ribatté
agitata.
-Aspettate un attimo…
quindi entrambi volevate che il
soffitto schiacciasse Kizami…- le fiammelle annuirono. -Per
curiosità, chi l’ha
spinto all’indietro per allontanarlo da Mitsuki?-
-Io.- dissero entrambe.
-Ah, che sincronia.-
ridacchiò Sachiko.
-Q-quindi… agendo
contemporaneamente abbiamo fatto cadere
due porzioni di pavimento del piano di sopra anziché una!-
realizzò angosciato
lo spirito. -P-per… per colpa nostra…-
-Incredibile, non credevo che due
persone noiose e inutili
come voi potessero fare qualcosa del genere!- disse Sachiko con tanta
soddisfazione.
-L’hai fatto a posta
vero…- disse la voce maschile.. -Sei
una specie di divinità in questo luogo, perché
permettere che i poteri
spirituali degli altri morti siano potenziati e lasciargli controllare
i
terremoti? Speravi che accadessero cose simili?- chiese infuriato.
-Beh… i miei piani erano
altri, in realtà… Comunque,
divinità hai detto? Molto lusingata!- sorrise mostrando i
denti. La fiamma ormai
furiosa si ingrandì e divenne rossa, ma lei la
afferrò. -Non fare tanto lo
spavaldo… mi basterebbe soffiare per spegnerti o forse
potrei mangiarti… perché
no?- asprì la bocca e lo avvicinò.
-Che?!- esclamò spaventato
e tornò piccolo.
-No! Poveretto!- urlò
spaventata la fiammella azzurra.
Sachiko cominciò a ridere.
-Ok, Fukuroi, sarà meglio
che tu vada… Quando gli spiriti di
Kizami e Mitsuki si sveglieranno potrebbero non prenderla tanto bene...
Mayu,
suppongo che tu saresti abbastanza imbarazzata invece
all’idea di spiegare a
Morishige cos’hai combinato. Chissà magari vi
odieranno…- i due spiriti
rimasero comunque ad aspettare i loro amici. -Va beh, fate come
volete…- Uffa… speravo
che Kizami potesse
influenzarlo positivamente, invece… Uhm… ora cosa
dovrei fare? Sospirò
grattandosi il capo.
Taguchi si ritrovò davanti
ai piedi un cadavere disteso a
terra. In un primo momento distolse lo sguardo agitato, poi si rese
conto di
averlo già visto prima da qualche parte, così
tornò a guardarlo cercando di
capire a chi appartenesse e sperando di essersi sbagliato.
L’uomo indietreggiò,
le gambe cominciarono a tremargli e cadde a terra…
-K-Kibiki…-
balbettò con voce rotta. -Non è possibile! No,
no…- si avvicinò al corpo e cominciò a
piangere. I singhiozzi aumentarono
quando allo sconforto, già così grande, di aver
trovato l’amico e datore di
lavoro in quelle condizioni, si aggiunse una triste consapevolezza.
-N-non
usciremo mai di qui… M-morirò anche io!-
-Patetico…-
sussurrò una voce al suo orecchio.
-Naho?!- urlò voltandosi.
La ragazza con una forza che in
vita non gli apparteneva lo sollevò da terra tenendogli il
collo con una mano e
cominciò a strozzarlo mentre il malcapitato urlava e si
dimenava.
-Un uomo adulto che
piange…? Sei proprio un essere
patetico!- esclamò la seconda parte con rabbia e lo uccise
buttandolo
brutalmente contro il muro…
Un gruppetto di bambini fra i sei e i
dieci anni si stava
incamminando, canticchiando, per la via che conduceva al boschetto.
All’improvviso uno dei bimbi si fermò e si sedette
a terra, anche tutti gli
altri si fermarono per chiedergli il motivo… tutti tranne
uno fra i sette e gli
otto anni che si voltò verso di loro un attimo, poi
proseguì.
-Aspetta!- lo chiamò il
bambino più grande del gruppo.
-Akito ha fame, ed anche altri bambini vorrebbero mangiare quindi
potremmo
continuare l’escursione un altro giorno, ok?- gli
spiegò sorridendo. Il piccolo
con gli occhiali e i capelli scuri scosse la testa piuttosto
contrariato.
-No, voglio andare nel bosco.- si
voltò. -Ciao.- fece un
cenno con la mano e riprese a camminare.
-Cosa?! Dai, torna qui!- il bambino
continuò a chiamarlo, ma
l’altro non volle sentire ragioni. Questa
sarà la quarta o la quinta volta quest’autunno che
cerchiamo di fare una
passeggiata nel bosco? Posso capire che i miei non vogliano farmi
andare da
solo e mi costringano ad andare con gli altri bambini del vicinato, ma
fino ad
ora non siamo mai arrivati a destinazione! C’era sempre
qualcuno che era
stanco, o uno che doveva andare in bagno, uno che doveva bere e adesso
uno che
ha fame! Le cose non sono divertenti se non le condividi e non le fai
in
compagnia…? Chi ha inventato un simile bugia?! Se sei con
altre persone non
puoi fare quello che vuoi quando vuoi, devi adattarti ai bisogni degli
altri
che fanno di tutto per farti perdere tempo! Ma ho deciso che oggi sarei
andato
nel bosco e lo farò! Non mi importa di andarci da
solo… Buffo inizialmente non
mi interessava minimamente andarci, è mia madre che voleva
che facessi qualcosa
con gli altri bambini per socializzare… Il bambino
cominciò a vedere i
primi alberi. Ad un certo punto una folata di vento portò
con sé uno strano
odore… in un primo momento il bambino cercò di
annusarlo, poi disgustato si
coprì in naso. È
terribile!... Uhm, però…
chissà di cosa si tratta… Incuriosito
cercò di scoprirsi il naso, poi se ne
pentì, cominciò a coprirselo anche con la sciarpa
e si addentrò ulteriormente
in mezzo agli alberi.
Note:
-Ovviamente un uomo può
piangere a qualunque età e sfogarsi
se ne ha bisogno… Ma Naho, già normalmente, non
è esattamente un pezzo di pane,
in particolare col povero cameraman…
-La ferita sulla testa di Kizami, a
cui mi riferisco più
volte, è quella procurata da Yoshikazu quando lo colpisce
nel capitolo “Mire”
in book of shadows. In quel punto del gioco, Kizami ci lascia le penne,
ma io
ho preferito tenerlo in vita(più o meno…) in
questa fanfiction…
Bene, con questo capitolo chiudo
questa parte. Questa volta
i personaggi ci hanno messo un po’ a morire. Spero che il
capitolo sia venuto
bene, che non sia troppo pesante e che possa piacere, spero…
Comunque se siete
riusciti a leggerlo mi fa molto piacere, spero che in qualche modo vi
sia
piaciuto.
P.S:
E già, Kira-chan, sulla
fine di Taguchi avevi ragione.