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Autore: DryJ    23/11/2016    3 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XV


<< A quanto pare a Chatel-Argent c'è trambusto ogni giorno di più >> una voce strascicata e irritante colse Karl alle spalle facendolo trasalire, l'uomo era intento a controllare le innumerevoli carte riguardanti gli omicidi che si susseguivano ormai da settimane al castello. Si voltò alla ricerca della fonte e sospirò pesantemente.
<< A quanto pare si, qui qualcuno sta mettendo in serio pericolo la mia posizione e nonostante abbia controllato personalmente ogni singolo documento, ogni singolo cadavere e abbia aumentato la sorveglianza non riesco ad acciuffare questo assassino >>.
<< E la cosa ti corrodendo il fegato, ribollire il sangue nelle vene e facendo sfigurare davanti agli occhi del nostro nobile e giusto Falco d'Argento >> continuò per lui la serva che lo guardava divertita addentando una mela. Questa prese una sedia e la portò davanti al tavolo dove sedeva Karl, la girò al contrario e si sedette a cavalcioni facendo penzolare le braccia da sopra lo schienale, sorrise << Sai bene come funziona moro, devi solo chiedere e ti sarà dato >> addentò nuovamente il frutto con un ampio sorriso strafottente.
Karl la fissò serio, si abbandonò sullo schienale della poltrona, si passò una mano sotto il mento, pensieroso. << Molto bene, credo sia giunto il momento per te di tirarmi fuori dai guai in cui mi hanno malauguratamente coinvolto, fallo e ti ripagherò come meriti >> rispose corrucciato.
<< Voglio 13 mila denari, non un centesimo in meno >> avanzò la serva battendo le mani in segno d’intesa, prima di alzarsi e incamminarsi per la sua strada, lasciando Karl attonito e sbigottito per quella notevole richiesta.
"13.000 denari, e dove li trovo? La mia paga non arriva a certe somme, dannata ragazzina insolente" non poté fare a meno di pensare guardandola andare via.
La ragazza tornò nelle cucine a sbrigare i suoi doveri insieme ad altre compagne. Aveva tenuto d'occhio la situazione dal momento in cui la donna rossa era giunta al cospetto del Falco e più aveva osservato più si era convinta che qualcosa in quella contessa e nel suo ufficiale non andasse. Riuscì a liberarsi nel pomeriggio inoltrato e ne approfittò per uscire dal maniero e cominciare il suo lavoro, l'unico che le piacesse per davvero. Era sempre stata la migliore spia in circolazione, in tanti avevano chiesto i suoi servigi come tale o come sicario e aveva passato un periodo florido, prima di rimanere nuovamente senza il becco di un quattrino a causa dei debiti che si moltiplicavano con il passare dei giorni. Molti mercenari e malfattori di tutta la regione la volevano morta ma nessuno era mai riuscito in quell'intento. Tranne una volta che se l'era vista davvero brutta, se non fosse stato per Karl lei non avrebbe potuto lavorare al cospetto del conte Jean Marc. “Quelli si che erano bei tempi" pensò, ridacchiando tra se.
Aveva aspettato acquattata nell'ombra l'arrivo di Sir Evan e l'aveva seguito per molte ore fino a quando l'uomo non tornò dalla sua signora. "Quei due si divertono parecchio a quanto pare ed ora che la sua figlia bastarda è qui staranno bollendo entrambi in un brodo di giuggiole, soprattutto al pensiero che la loro illegale famiglia si sia nuovamente riunita" si disse osservando la schiena del nobile inglese intento a rientrare dentro il portone. Lei si guardò intorno e rimanendo avvolta nel suo mantello rientrò all'interno del castello attraverso le cucine, ignorando i rimproveri della capocuoca che puntualmente non mancavano mai. Riprese il suo lavoro da serva, non aveva trovato nulla di utile per Karl ma sapeva che quel genere di atroci avvenimenti erano spesso condotti da persone vicine, sapeva anche che qualcuno, prima o poi, avrebbe inavvertitamente lasciato qualche traccia anche apparentemente invisibile a chi non sapeva come guardare. Lei le avrebbe trovate, doveva solo attendere.
Quando tutta la nobiltà del castello si fu rinchiusa dentro i numerosi appartenenti, lei poté uscire per la ronda notturna che ogni notte teneva dentro il maniero. Passò in rassegna ogni stanza controllando che tutto fosse come sarebbe dovuto essere attraverso i passaggi segreti che solo lei conosceva, li aveva scoperti il giorno dopo essere entrata nella servitù del conte. Era giunta ormai alla fine del terzo piano quando un vociare sommesso, proveniente dalla camera della contessa Milleure, attirò la sua attenzione. Lentamente si avvicinò curandosi di non farsi udire.
<< Stai commettendo gravi errori Evan, non possiamo permetterci che qualcuno ti veda ed è già la seconda volta che rischiamo così tanto >>. Katrina si aggirava nella stanza come una bestia in attesa di attaccare la sua preda. Fissava Evan con furore e le sue labbra erano strette in una morsa convulsa.
<< Mia signora, sono mortificato, mi rincresce. Cercherò di prestare più attenzione al tutto e a non commettere più errori >> rispose lui, cercando di mantenere un contegno. Teso come una corda di violino seguiva con lo sguardo la sua signora, il suo timore pareva andare oltre la semplice consapevolezza di venir sollevato dal proprio incarico.
<< Non posso tollerare un'altra mancanza Evan! D'ora in poi sarò io ad occuparmi di tutto >> disse soffocando la voce, pericolosamente vicina a lui. Lo squadrò stando a quella distanza << Sei una delusione- sibilò con disprezzo- Ora vattene prima che possa mettere fine alla tua miserabile vita in questa stanza >> disse ancora prima di dargli le spalle furiosa.
L'uomo annuí quasi trattenendo il fiato. La guardò abbassando gli occhi rispettoso e rabbioso al contempo, l'avrebbe voluta spingere nel letto e appropriarsi del suo corpo anche contro la sua volontà, solo per farle comprendere la sua posizione di donna. Ma essendo un suo sottoposto, in quel caso, non l'avrebbe certo passata liscia. Dopo un cenno del capo la superò e si avviò verso la porta a denti stretti.
La serva si appiattì contro il muro usando a suo favore gli angoli bui dell’invisibile corridoio, non si fidava e il timore che potessero udire un qualsiasi rumore emesso erroneamente era forte.
Quando Evan si fu allontanato abbastanza lei tornò ad osservare la donna con più tranquillità.
Katrina si trovava davanti al fuoco che scoppiettava vivace dentro al camino, allungò la mano verso di esso e le fiamme le salirono rapide sulla mano come attratte da un richiamo muto, come aventi una coscienza propria. La ragazza sgranò gli occhi sconvolta da quella vista.
La dama guardò le fiamme che lentamente presero la forma di due ragazze che felici iniziarono a danzare sul suo palmo. La donna le fissò con disgusto, chiuse la mano soffocando quella creazione. "Vi ucciderò con le mie stesse mani e nessuno vi aiuterà" pensò prima di spegnere le candele per andare a dormire.
"Ora ho quello che mi serve, Karl dovrebbe essere ancora sveglio" si disse la serva allontanandosi rapida, precipitosamente percorse tutte le scale e i corridoi che portavano all'ufficio del capitano delle guardie.
<< Karl! Puoi ritenere salvo il tuo prezioso deretano, so chi ha commesso quegli omicidi! >> disse la ragazza spalancando la porta dello studio e rimanendo di sasso alla vista di Ian che in quel momento discuteva con Karl della faccenda, lasciando quest’ultimo colmo di vergogna. Il moro si passò una mano sulla faccia, mortificato.
La serva si riprese quasi subito, si inchinò davanti al suo signore. << Buonasera Falco, vedo che siete sempre bellissimo, ehm, cioè, nella vostra forma migliore >> disse mordendosi la lingua per aver agito da sola.
Ian squadrò la ragazza da testa a piedi totalmente attonito, si voltò verso Karl, stranito dal modo con il quale si era rivolta a lui. Tornò lentamente verso di lei << Buonasera, tu saresti...? >> chiese con un sopracciglio sollevato.
<< Io mi chiamo Borea mio sommo signore, qui al vostro servizio, lavoro nelle cucine da meno di un anno >> disse lei alzando la testa e fissandolo con spavalderia, non notando volutamente le occhiatacce che Karl le lanciava dall’altro capo del tavolo.
<< E come può una serva, sempre occupata nelle cucine, essere al corrente di affari così delicati ed avere un tono tanto irrispettoso nei confronti di un uomo di rango più alto? >> chiese lui riferendosi in ultimo a Karl.
<< È una storia molto lunga mio signore, è come se fosse una figlia per me >> rispose prontamente questo cercando di rimediare in qualche modo quella situazione imbarazzante.
<< Oh Karl, ti ringrazio, sei così dolce che potrei vomitare sui bellissimi stivali del nostro amato conte, io vi amo, ehm, cioè voglio dire vi ammiro tantissimo >> s'intromise lei prima di essere fulminata nuovamente da Karl esasperato, che riprese << Lei non è propriamente una serva a tempo pieno, lavora per me, è la spia di cui vi ho parlato quella volta e che ha seguito i vostri figli >>.
<< E gli ho salvato la vita non una volta, aggiungerei >> continuò Borea, avvicinandosi ai due uomini con nonchalance prima di sedersi a cavalcioni su una sedia.
"appena esce il Falco, io la uccido" si disse il capo della guardia evitando di guardarla.
<< Dunque come hai fatto a scoprire ciò che hai affermato poco fa? E come lo puoi provare? >> chiese Ian stizzito dalla maleducazione di quella strana ragazza. Un viso del genere non sarebbe passato inosservato eppure proprio per questo dovette convincersi della sua capacità di spia.
La ragazza prese a giocherellare con la piuma che Karl usava per scrivere. << Posso assicurarvi mio signore che il mio occhio buono ha visto molte cose che farebbero accapponare la pelle anche ad uno come voi, ma mai come in questo periodo- fece una pausa soppesando la suspense che stava creando, poi riprese- Da quando le streghe sono arrivate al castello accadono cose curiose- guardò Ian furbescamente- Ma sono irrimediabilmente peggiorate da quando è arrivata la dama rossa. Ho assistito ad un litigio, la contessa sgridava il suo sottoposto dicendo che per ben due volte aveva rischiato di mandare tutto a monte e che da adesso ci avrebbe pensato lei. Fin qui sembra tutto normale, certo, non contando che dopo ha fatto danzare una fiamma presa dal camino sulla mano e questa aveva le sembianze di due ragazze- batté le mani sul tavolo- E da qui deduco che si tratti di quella lurida battona stregata che cerca di uccidere le colombelle indifese >> e soddisfatta del suo racconto si accomodò meglio sulla sedia, posando il mento sugli avambracci incrociati e fissando Ian senza pudore, mangiandoselo con gli occhi << Cosa non darei per entrare nel vostro letto anche solo per meno di un'ora >> aggiunse a bassa voce mordendosi un labbro.
Ian s'irrigidì. << Spero punirai questa sua mancanza nei miei confronti e in quelli di mia moglie, Karl. Anche un bimbo impedito mentalmente comprenderebbe a chi portare rispetto e come rivolgersi alle persone >> si voltò verso il suo sottoposto, indignato.
<< Assolutamente mio signore, la punirò severamente non appena saremo soli, un po' di frusta non le farà male >> disse questo sempre più mortificato.
<< Karl ricorda con chi stai parlando- rispose lei maliziosa- Cosa vuoi che sia un po' di frusta per me? >> lo canzonò divertita la ragazza, per poi tornare sul conte con un'espressione birichina << Qui per servirvi mio signore, farò qualsiasi cosa desideriate- lo squadrò da capo a piedi- Proprio qualsiasi >> sorrise alzando lo sguardo sul suo viso.
<< Borea! Vedi di finirla non accetto che tu vada oltre offendendo il conte con i tuoi modi squallidi >> le disse Karl più che irritato.
Sul volto della serva comparve un’espressione offesa e avvilita. << Ma che hai capito?! Pensi sempre male di me >> gli rispose con un finto tono accusatorio per poi fare l’occhiolino a Ian, che rimase a guardarla serio, infastidito e con un sopracciglio sollevato che faceva intuire ciò che poteva pensare di lei. << Tornando a cose più importanti- disse poi questo- Non abbiamo le prove che ciò sia accaduto e non me la sento di incriminare di stregoneria una nobile irlandese, così su due piedi >>.
Lei alzò le mani in segno di resa << Allora appena qualcun altro morirà sarà solo colpa vostra, io vi ho avvertito >> disse per poi alzarsi svogliatamente e dirigersi verso la porta, si fermò sulla soglia, si voltò verso i due uomini, si esibì in un pessimo inchino. << Vostra maestà, Karl, vi auguro una buona notte- si voltò per andare via ma aggiunse- Ah Paparino, non dimenticare i 13 mila denari che mi devi, li voglio pronti fra una settimana, non tardare come tuo solito >> e detto questo si dileguò.
<< Sono mortificato per il suo atteggiamento mio signore, le ha portato una quantità infinita di guai ma sembra che a lei piaccia >> si affrettò a dire l'uomo ad Ian.
<< 13 mila danari?- chiese questo sconvolto, ignorando totalmente tutto il resto- Dove diavolo hai trovato quella ragazza Karl?! È un grande aiuto da ciò che mi hai detto ma ti prosciuga totalmente, nemmeno una sanguisuga sarebbe tanto attaccata a ciò che la fa sopravvivere! >> esclamò ancora sorpreso.
<< L'ho trovata nel retro di una taverna a sud di Bouvines, dei creditori la stavano frustando perché non aveva pagato i suoi debiti e lei rideva di ciò. È strana, sembra che l'inferno stesso l’abbia sputata fuori, ma è leale e credetemi se vi dico che questa volta è stata clemente, ma è brava come nessun altro in tutta la Francia, non ha scrupoli e per soldi è arrivata a fare cose davvero abominevoli, soffocare bambini dentro le culle era una cosa da poco per lei- sospirò- Non ha mai fallito un omicidio o una missione e 13 mila denari mi sembra una cifra alta ma necessaria per tenerla buona e legata qui >> disse lui abbandonandosi esausto.
Ian guardò automaticamente la porta da cui era appena uscita la ragazza. << La disperazione era più forte di qualsiasi altra cosa allora- rispose poi alzandosi lentamente, incupito da quella descrizione- Bene Karl, fammi avere altre notizie, che esse vengano dal tuo sacco o da quello della tua spia non importa >>.
Uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Si diresse verso la sua stanza a grandi passi, ragionando sulla possibilità ormai vicina che la donna irlandese potesse essere una strega. Donna già l'aveva avvertito su questa possibilità e il fatto che anche l'arrivo di Perle potesse essere stato studiato non gli parve poi così strano.
<< Fidatevi di quello che ho visto Falco e agite prima che qualcuno, magari vicino a voi, possa morire. So quello che ho visto e avevo ragione sin dall'inizio >> la voce di Borea giunse alle orecchie di Ian inaspettata, era seduta fuori in un cornicione e stava affacciata dentro la finestra, fissando Ian con un mezzo sorriso sghembo.
Lui si voltò verso di lei. << Non è così semplice mia cara, bisogna avere delle prove concrete, ho le mani legate. Con un nobile la questione si fa più complicata- rispose- Bisogna che uno di noi la colga in flagranza di reato >>.
Lei piegò leggermente la testa di lato mordendosi il labbro e ammirandolo in tutta la sua figura, poggiò la tempia sullo stipite cercando di essere sensuale << Come vi ho detto poco fa, per voi farei qualsiasi cosa, dovete solo chiedere nel giusto modo >> disse sorridendo e facendo vagare lo sguardo su ogni parte del corpo di Ian.
<< Da come parli sembra tu possa forzare gli eventi, cosa avresti intenzione di fare? >> chiese incuriosito e quasi divertito dal suo atteggiamento.
La ragazza sorrise apertamente evidenziando le cicatrici sul viso, in particolare una che lo percorreva poco sopra il sopracciglio sinistro e scendeva fin sotto l'occhio completamente bianco e vitreo. << Tutti commettono errori mio signore, a parte me- alzò gli occhi al cielo come segno di ovvietà- Non ci vorrà molto prima che entrambi facciano nuovamente un passo falso >> gli intimò di avvicinarsi a lei come per confidargli un segreto e riprese sussurrando << Sono entrambi molto nervosi e il nervosismo porta ad errare facilmente, permettetemi di venirvi a chiamare a qualsiasi ora del giorno o della notte per farvelo vedere con i vostri bellissimi occhi azzurro cielo- lo guardò ancora maliziosa- Avete un profumo eccezionale sapete? Rimarrei ad annusarvi per tutta la notte >> aggiunse toccandogli appena il gilet di pelle.
Ian divenne serio, le afferrò la mano solo per fargliela togliere e rispose duro << Se hai tutte queste cicatrici alcuni errori li hai fatti anche tu- si allontanò tornando per la sua strada, aggiunse ironicamente procedendo- Vieni a chiamarmi appena scopri qualcosa, ovviamente bussa alla porta prima di entrare >>.
Lui la sentì ridere di gusto << Non dovete mai giudicare una persona dalle proprie cicatrici Falco, voi meglio di me dovreste saperlo- si accomodò meglio nel suo giaciglio- Io non sbaglio mai, sono i debiti che richiedono un prezzo diverso >> aggiunse sporgendosi dalla finestra per ammirare il suo portamento, la sua schiena e i suoi glutei, sorrise divertita.
<< Anche i debiti sono un errore e anche io a mio tempo errai. Buona notte! >> rispose agitando la mano conscio di avere il suo sguardo puntato addosso, percependosi osservato. "Evidentemente spia anche fuori dagli impegni lavorativi la ragazzina, non mi spiego come possa sapere delle mie cicatrici" si disse non sapendo se esserne divertito o contrariato.
Lei sospirò trasognante, quante cose avrebbe voluto fare con quell'uomo bello come nessun altro. Si alzò di malavoglia e si diresse verso le cucine, avrebbe mangiato qualcosa prima di uscire a fare un giro in qualche taverna.

***

Passò una settimana da quando Borea aveva visto le facoltà di Katrina nella sua camera quella fatidica notte, sapeva che doveva pazientare e che presto o tardi si sarebbe mostrata ancora. Come al solito una volta che tutti si furono ritirati, lei uscì dalla cucine con i suoi vestiti neri come la notte.
Detestava indossare gonne e abiti, sopratutto se ingombranti, pesanti pantaloni di cuoio succinto sostenuti da numerose cinture e fibbie, guanti alti fino al gomito e un corsetto corto e comodo adatto per i movimenti veloci e ampi, tutto del medesimo tessuto e colore. Erano l'ideale per lei. Portava con orgoglio ogni singola cicatrice impressa sul corpo, ormai aveva perso il conto da quante ne aveva, era impossibile trovare una parte di lei priva di segni, era però questa caratteristica che la rendeva unica e, nel suo strano modo, bellissima e letale.
Passò in rassegna tutte le camere come ogni giorno attraverso i passaggi segreti che solo lei conosceva e che le permettevano di guardare all'interno delle stanze senza disturbare o essere notata. Arrivò alla fine del terzo piano quando lo vide. Il sangue le si gelò nelle vene, la camera di Milleure era invasa da una luce oscura e rossastra, lei stava coricata nel letto con le braccia aperte e gli occhi bianchi spalancati sul soffitto. Accanto vi era una creatura inumana, nera e informe, stava attenta e la osservava. Qualcosa stava prendendo vita e fuoriusciva dalle mani di Katrina rapido e impalpabile come fumo.
Non perse tempo e al buio percorse i corridoi angusti e intricati che l'avrebbero portata da lui.
Entrò senza indugio alcuno ritrovandosi dentro la camera da letto del conte Ponthieu. << Jean- esordì lei- Devi venire a vedere. Ora! >> precisò affannata prima di rendersi conto della situazione in cui era capitata.
Ian stava sopra Isabeau ed entrambi erano completamente nudi. La contessa gridò per poi afferrare una coperta e tirarla fino a coprirsi totalmente, lui si voltò di scatto per coprirsi con le mani i genitali ed afferrare i pantaloni per indossarli velocemente.
<< Chi è costei, Jean?! >> chiese la bella castellana cercando di darsi un contegno.
<< È la spia di Karl, è successo qualcosa e devo andare, tu stai pronta a tutto >> rispose l'uomo cercando di rendere quella situazione terribilmente imbarazzante il più normale possibile. Aveva detto alla moglie nei giorni precedenti cosa quella ragazza avesse visto e quindi anche la vicina possibilità che anche madame Milleure fosse una strega. L'aveva preparata a tutto e ora anche Isabeau aveva iniziato a vestirsi tenendo le coperte davanti a sé e guardando torva la serva che stava in piedi davanti a loro con un sorriso compiaciuto stampato sul viso.
Ian prese poi Borea per un orecchio trascinandola fuori dalla stanza.
Lei mantenne la stessa espressione nonostante Ian la stesse portando via, si sciolse dalla presa e disse superandolo << Seguimi, è meglio passare di qua- posò una mano sulla parete che si aprì sotto la pressione- Attento a dove metti i piedi, io non ho luci con me ma volendo puoi tenermi per mano >> continuò sorridendogli. Una volta dentro quei disagevoli corridoi, Borea lo condusse davanti alla seconda porta della camera di Katrina. << Adesso preparati perché quello che vedrai ti farà bagnare le brache >> sussurrò ad un soffio dal suo viso per il poco spazio, lo fissò intensamente << Se ti senti palpeggiare non temere, sono io che mi assicuro che sia tutto intatto e al proprio posto >> sorrise ancora.
Ian le lanciò un'occhiata di fuoco facendole anche intendere che doveva assolutamente tacere. Più tardi le avrebbe fatto un bel discorsetto sperando le entrasse in testa una volta per tutte.
Si concentrò e mise a fuoco all'interno della stanza della donna irlandese. Vide quella scena osservando a bocca aperta per lo shock. Non aveva mai visto una cosa del genere e non immaginava potesse nemmeno accadere, quella figura informe accanto a Katrina incupiva l'anima e automaticamente Ian venne scosso da mille brividi che gli percorsero la schiena, l'unica cosa che riuscì a fare fu il segno della croce.
<< Non credo che quello ti aiuterà a risolvere qualcosa- sussurrò lei al suo orecchio- Dovremmo agire prima che uccida qualcun altro, anche se devo ammettere che quella creaturona lì mi fa tremare le gambe >> disse ancora a bassissima voce con lo stesso tono divertito di sempre, a guardarla sembrava che nulla potesse farle avere paura o che lei stessa non riuscisse a prendere qualcosa seriamente.
Ian rimase a guardare ancora quando un lampo gli attraversò la mente: Cassandra e Sèlene avevano parlato di una donna che aveva tentato di uccidere loro e i ragazzi con la sua magia durante il viaggio di ritorno per Parigi. Poi, guarda caso, poco tempo dopo aveva fatto capolino Katrina Milleure. E se quelle ragazze ora si stessero trovando in pericolo??
Si alzò di scatto afferrando per il braccio la ragazza accanto a se, aveva intenzione di raggiungere le giovani nella loro stanza.
Borea rimase a guardarlo per poi osservare la mano di lui intorno al proprio avambraccio << Hai delle mani meravigliose, Ian >> disse lei calcando l'ultima parola e guardandolo con furbizia.
<< Come mi hai chiamato? >> le chiese scioccato, arrestando il passo. Solo tre persone conoscevano il suo nome in quel mondo e lei non era una di quelle, fino ad allora. << Come conosci il mio nome? >> domandò duro.
<< Io so tutto sul tuo conto, so che non sei chi dici di essere e so che tuo fratello e tua moglie lo sanno, ma puoi stare tranquillo- avvicinò il suo volto a quello di Ian e sfiorò il naso di lui con il proprio- Porterò questo segreto nella tomba, non temere, ma voglio una cosa in cambio però- continuo lei ad un centimetro dalle sue labbra- Prendimi a lavorare come tua spia ufficiale, Karl non ha più l’età, fallo e i miei servigi saranno per te gratuiti, qualsiasi servigio ovviamente >> concluse prima di rubargli un bacio a stampo.
Ian rimase a guardarla sconvolto, con gli occhi sgranati. L'afferrò per le spalle << Non osare più fare una cosa del genere, impara a stare al tuo posto ragazzina o ne pagherai le conseguenze >> sibilò a denti stretti trattenendosi da darle un ceffone.
La bestia si accorse della presenza dei due e con un ruggito demoniaco squarciò il silenzio della notte facendo svegliare tutti, compresa Katrina che balzò seduta sul letto, si voltò verso la porta segreta, le bastò guardarla per farla esplodere in mille pezzi. << Fa il tuo dovere >> disse rivolta alla creatura prima di alzarsi ed uscire dalla camera, rapida.
Il demone si parò davanti ai due a terra, Borea aveva spinto Ian al suolo e si era messa sopra di lui facendogli da scudo. Si voltò sguainando i suoi pugnali << Credo che scappare sia la cosa più intelligente da fare >> disse guardando la creatura davanti a lei. Questa spalancò la bocca e un getto di fuoco si scagliò nella loro direzione. Borea ebbe i riflessi pronti, afferrò Ian con forza facendolo alzare e lo spinse intimandogli di correre.
Percorsero l'angusto passaggio di corsa, uscirono ed Ian le ordinò di andare, senza farsi vedere, nella stanza di Cassandra e Sèlene, lui deviò invece per farsi inseguire andando verso l'uscita del castello sperando di attirare verso di se la creatura. Il cuore gli martellava nel petto che si alzava e abbassava velocemente più per la tensione e la paura che per la corsa, sudava freddo. Non sapeva esattamente cosa fare ma momentaneamente andava bene portarlo lontano da tutti.
La bestia però lo seguì per pochi tratti, poi deviò per andare a inseguire Borea che ormai era arrivata nella camera delle ragazze.
Borea sfondò la porta con un calcio sorprendendo Cassandra tra le braccia di Michel.
La ragazzina urlò spaventata staccandosi dal ragazzo, facendo così sbuffare spazientita l'assassina << Ma è mai possibile che tutti quanti debbano gridare appena mi vedono? Non sono così brutta >> disse fintamente offesa. Raccolse i vestiti del ragazzo e della fanciulla da sopra la poltrona e li gettò addosso ad entrambi. << Vestitevi immediatamente, la gran battona irlandese ha portato i demoni qui dentro e voi siete in grave pericolo >>.
Cassandra la fissò sconvolta e rispose vestendosi velocemente << Come...come sarebbe? I demoni? Vuoi dire che lei è... >> la frase le morì in gola dopo aver sentito il ruggito della creatura che si parò davanti alla porta fissando i presenti con inquietanti occhi rossi.
Cassandra prontamente evocò una barriera.
<< Dove diavolo si trova tua sorella? >> chiese la spia ora alterata.
<< Da Marc sicuramente >> rispose la ragazzina che cercava di non svenire per la paura.
<< Bene allora passate attraverso quell'apertura e procedete spediti fino a quando non incontrerete un bivio, li girate a destra, io sarò dietro voi >> disse guardando la creatura con i brividi d’eccitazione lungo la schiena, voleva affrontarla.
Michel era bianco come un lenzuolo dalla paura ma disse prontamente rivolgendosi a Borea e ordinando a Cassandra con un gesto della mano di scappare << Donzella, arretrate subito, io affronterò la creatura infernale dinnanzi a voi! >> sguainò la spada avanzando, il suo grande coraggio uscì fuori anche in quel momento, non aveva mai visto nulla del genere, per lui era l'inferno sceso in terra ma per proteggere qualcuno, soprattutto Cassandra, avrebbe fatto questo e altro.
Borea si voltò verso il giovane Falco << Sei davvero dolcissimo Michel ma credo che tuo padre mi appenderebbe a due ganci come un maiale pronto al macello se ti facessi affrontare questo bestione, quindi segui la tua bella e vai via di qui, tuo fratello e sua sorella possono essere in guai seri ora >> aggiunse seria prima di volgere nuovamente la sua attenzione alla creatura che urlando ed emettendo suoni striduli e infernali cercava di abbattere la barriera di Cassandra, che stava già iniziando a creparsi sotto la sua furia cieca.
<< Madame non posso lasciarvi qui! >> infatti Michel corse verso la sconosciuta e la prese sulla spalla per poi correre dietro a Cassandra << Dato che ci avete indicato questo passaggio segreto immagino ne conosciate altri, io non ne sapevo nulla! >> aggiunse poi mettendola giù proprio all'entrata della piccola galleria.
Borea rimase a guardarlo colpita con una mano sul petto << Ti darei un bacio sulla fronte per la tua galanteria ma potremmo morire tutti se ci fermiamo. Comunque, certo che si conosco tutti quelli presenti nel castello e adesso seguitemi se volete vivere >> disse prima di procedere spedita.
Cassandra strinse la mano di Michel e dopo averlo baciato con passione s'incamminò dietro la spia tenendolo saldamente per paura di perderlo.
Arrivarono al bivio, girarono a destra e si diressero verso la seconda apertura della camera di Marc. La ragazza sfondò quell'ennesima porta facendo irruzione nella stanza del ragazzo, si avvicinò al letto, fece per dire qualcosa quando un boato ed un'ennesimo ruggito la precedettero, Sèlene balzò in piedi con gli occhi sgranati. Guardò Cassandra che con un cenno del capo confermò ogni suo incubo.
<< Credo sia il caso che tu agisca Sèly >> disse la sorella.
Quest'ultima rimase in silenzio, guardò Marc con il cuore pieno di terrore e consapevolezza << Non ho altra scelta >> gli disse cupa.
Il giovane Falco la guardava con perplessità unita ad una notevole aria di preoccupazione << Non capisco, che sta accadendo? Cosa era quel rumore? >> chiese saltando giù dal letto.
<< Cosa vuoi fare Sèlene? >> domandò invece Michel apprensivo.
<< L'unica cosa che posso fare per evitare che le persone che amo vengano uccise >> rispose lei senza staccare lo sguardo da Marc come a volerne fare scorta.
La risposta alla domanda di questo arrivò presto, la creatura era riuscita a sfondare la barriera e correndo era giunta sino a loro, con le sue lunghe ed innaturali braccia afferrò i bordi della porta della stanza del giovane Falco e ruggì contro i presenti.
Borea gli tirò un pugnale che lo trapassò non causandogli il minimo dolore.
Cassandra evocò un’altra barriera cercando di renderla più spessa per dare il tempo alla sorella di prepararsi all’evocazione di Gerka.
Marc automaticamente portò una mano alla spada che fino ad allora stava poggiata al muro, facendosi il segno della croce avanzò col cuore in gola. Le gambe agirono da sole mosse dal senso del dovere, anche di fronte a una creatura tanto mostruosa. << Cosa è questa creatura? >> chiese con rabbia alle ragazze, compresa Borea, anche se non aveva idea di chi fosse.
<< Mi pare ovvio sia il demonio! >> rispose Michel terrorizzato.
<< Era insieme alla contessa Milleure, lei stava facendo qualcosa di losco penso sia la gran... qualcosa insomma, che per farla breve vuole uccidervi >> puntualizzò a modo suo la spia grattandosi il mento, noncurante della situazione.
Sèlene si avvicinò a Marc intimandogli di stare lontano insieme a Michel << Portate chi più potete fuori dal castello e metteteli al sicuro. Io, Gerka e Cassandra ci occuperemo di lui, per voi stare qui è troppo pericoloso >>.
<< No! >> dissero all'unisono i due fratelli.
<< Io non ti lascio qui >> aggiunse poi Marc fulminando con lo sguardo Sèlene, lei era incinta di suo figlio e probabilmente avrebbe rischiato parecchio durante quella battaglia.
Borea aveva sgranato gli occhi stupita e divertita al tempo stesso, stava assistendo a scene incredibilmente divertenti.
<< E invece si che lo farai, e lo farete! Siete inutili in questo momento, questo abominio non si uccide con le armi, avete visto prima no? Vi prego, andate e salvate quanta più gente potete >> insisté Sèlene guardando i fratelli e poi il suo amato, lasciando che gli occhi e le vene le si tingessero di nero.
Marc strinse i denti, si voltò entrando nel passaggio segreto ed esortando Michel a seguirlo.
Quest'ultimo aveva baciato con passione Cassandra dicendole << Tornerò, te lo giuro >>. Il cuore gli si riempì di senso di colpa e dolore ma dovette farsi forza, anche lui come il fratello aveva realizzato, un pugnale non aveva nemmeno scalfito quella creatura e loro li non avrebbero fatto altro che essere d'intralcio. Michel prese Borea di peso seguendo Marc << Madame, ci dovreste aiutare a dare l'allarme >> le disse facendola passare galantemente per prima.
Sèlene, o meglio Gerka, rimase a guardare la schiena di Marc scomparire attraverso il passaggio segreto, si voltò verso la sorella e con un cenno del capo le fece segno di lasciarle via libera e così l'altra fece. Annullò la barriera e la bestia con un ruggito si scagliò addosso alla strega che lo attaccò di conseguenza.
Borea e i ragazzi percepirono dietro di loro i versi infernali del demone seguiti da quelli gutturali di Gerka. << Se le stanno suonando di santa ragione >> disse lei procedendo davanti ai ragazzi. Aprì un'ennesimo passaggio conducendoli nel salone principale, dove Katrina era intenta ad evocare altre creature come quella che combatteva ai piani superiori.
Stava al centro della stanza e posava i piedi sopra un grande sigillo scarlatto. Aveva gli occhi bianchi e urlava parole incomprensibili.
<< Andate a salvare le persone e raggiungete vostro padre, a lei ci penso io >> disse allontanandosi, sguainò le sue armi e si avvicinò a Katrina pronta a colpirla.
<< Ragazzina fatti da parte >> esclamò Evan, l'uomo era sbucato fuori all'improvviso, nascosto fino ad allora per tenere sotto controllo la situazione e quindi proteggere la sua signora da minacce come quella di Borea. Alle sue spalle una mezza decina di cadaveri con i colori dei Ponthieu stavano quasi ammassati, ignari in vita di ciò che sarebbe potuto capitare loro.
L’assassina lo guardò con un ghigno << Bene bene cosa abbiamo qui? Un lurido cane irlandese, fatti da parte tesoro e ti risparmio la vita >> disse lei ridacchiando, iniziò a far roteare pericolosamente le sue spade, prima con movimenti lenti e tranquilli fino ad arrivare poi ad un turbine di lame che si scagliò contro l'uomo.
Questo aveva fischiato in segno di approvazione per la buona tecnica che la giovane stava dimostrando di avere, si chinò prima che fosse troppo tardi e facendo perno sul braccio sinistro le diede un calcio a spazzata dritto sulle gambe, mantenendo la spada alta in vista utilizzandola come diversivo.
La ragazza saltò evitando il calcio e sferrandone uno di rimando colpendolo in pieno zigomo con il collo del piede. Si tenne a distanza, gli sorrise e successivamente gli mandò un bacio << Ci divertiremo un mondo insieme, Sir >> disse esibendosi in un inchino pomposo con l'intento di deriderlo.
Lui rise con voce profonda e roca staccando una parte dell'elsa della spada e infilandola nelle dita rivelando così un tirapugni con tanto di lama all'estremità. << Concordo madame, ci divertiremo parecchio >> tornò alla carica scattando alla propria destra ad un pelo da lei per affondare il suo attacco lateralmente.
Borea gli fece l’occhiolino e senza mancare di prontezza si abbassò evitando il pugno ed entrando dentro la sua difesa, caricò il colpo e sferrò una ginocchiata in direzione del suo stomaco per poi sferrargli un colpo sotto al mento con l'elsa della sua spada. Con una capriola si allontanò nuovamente stando fuori dalla sua portata con l'immancabile sorriso strafottente sul volto.
Lui imitò la sua risata poi divenne subito serio e come un fulmine le lanciò un pugnale che le si conficcò nella spalla destra. << Humpty Dumpty sat on a wall... >> disse prima di lanciarne un secondo che non si conficcò nella carne di Borea ma le squarciò la manica e la pelle del braccio apposto.
La ragazza strinse i denti e si guardò le ferite. Afferrò il pugnale estraendolo dalla spalla per rilanciarglielo in pieno addome. Gettò a terra le spade e sfoderò i pugnali. Si riprese subito dalla sorpresa e scagliò le sue armi con precisione, si muoveva con fluidità come se le ferite non esistessero.
Evan rispondeva bene ai suoi attacchi iniziando a mettere più serietà in quel combattimento che aveva preso troppo sotto gamba fin dall'inizio. << Humpty Dumpty had a great fall... >> disse ancora canzonandola dopo esser riuscito a darle un violento calcio nel collo.
Lei cadde a terra apparentemente stordita, scosse la testa per riacquistare lucidità. Si alzò e a denti stretti e iniziò una lotta serrata e furiosa. Aveva aumentato forza e velocità, adoperando numerose tecniche di combattimento e creando confusione nel suo avversario cambiando direzione d’attacco all’ultimo secondo, ferendolo in svariati punti che una volta passata la lotta lo avrebbero penalizzato parecchio. Il collo le doleva così come la spalla e il braccio ma tirava avanti come una vera macchina da guerra senza emozioni.

<< Padre! >> esordì Michel alle spalle di Ian che in quel momento preparava le guardie dando loro direttive su come muoversi e agire. Questo si voltò visibilmente preoccupato.
<< Padre, dobbiamo evacuare il castello!- si guardò intorno e abbassò la voce rendendo Ian ancor più nervoso- Cassandra, Sèlene e la sua parte oscura stanno combattendo contro un'entità demoniaca! Dobbiamo far in modo che tutti escano da qui! >>.
Il Falco cercò di mantenere il sangue freddo ma un ruggito gutturale proveniente dai piani superiori lo fece agitare ulteriormente e spaventò i soldati. << La priorità va alle persone dentro Chatel-Argent, recuperate tutti e metteteli in salvo fuori da qui- ordinò loro- Dirigetevi nell'ala est. Michel e Marc venite con me nell'ala ovest >>.
I soldati obbedirono e si mossero subito.
<< Che diamine succede qui Jean?!- chiese Sancerre- Perché l'atmosfera è così tesa? >>.
Un secondo e un terzo ruggito gli vennero in risposta facendogli sgranare gli occhi e voltare il capo verso il soffitto.
<< Ancora non lo so- si giustificò Ian non sapendo quale scusa inventare li su due piedi- Ma devi aiutarci a far uscire tutti da qui, vai nell'ala sud e porta fuori più persone che puoi >> Sancerre annuí e si voltò per andare ad avvertire le sue guardie e suo figlio.
I Ponthieu invece si diressero subito nell'ala ovest quando una forte scossa fece tremare il pavimento. Le pareti e i soffitti si creparono profondamente e la prima polvere cadde in terra segno che probabilmente la struttura non avrebbe retto sotto la minaccia di scosse.
<< Dobbiamo sbrigarci o rischieremo di morire schiacciati >> avanzò Ian esortando i figli ad aumentare la velocità.
Il pensiero di Marc era rivolto alla sua Sèlene. Aveva notato che la sua parte oscura era uscita fuori senza troppi problemi, come se lei avesse imparato a controllarla o come fosse giunta alla consapevolezza che da lei non poteva sottrarsi. Sperava solo non perdesse il controllo evitando di far finire il tutto in tragedia, d'un tratto si sentì egoista. Non gli importava di Cassandra, sperava che almeno lei sopravvivesse, era solo quello ciò che gli interessava davvero. Si sentì più viscido di un verme, quando vide il fratello preoccupato almeno quanto lui, era davvero innamorato di Cassandra e il suo volto assai contratto dai pensieri negativi mostrava quanto fosse impensierito.
Giunsero al piano superiore e fortunatamente il lavoro si presentò loro più semplice di quanto potessero pensare.
La servitù e i pochi nobili presenti già abbandonavano l'intera zona, aiutati da guardie già presenti sul luogo, la scossa aveva provocato profonde crepe anche lì e aveva spaventato tutti portandoli a decidere autonomamente di uscire dal castello.
<< Continuiamo a salire per controllare >> avanzò Marc, ma il pensiero aveva già raggiunto anche il fratello e il padre che avevano annuito contemporaneamente con sicurezza.
“Dio, fa che nessuno perda la vita” pensò Ian col cuore in gola, il fiato corto e la coscienza che qualcosa sarebbe andato storto.

   
 
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