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Autore: Manu75    24/11/2016    3 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Come sempre grazie a chi segue e legge questa storia, in particolare a miss Gold394 per avermi lasciato un commento nel capitolo scorso. Buona lettura!




“Un gelido destino”


Sessantaduesimo capitolo

 

(Presa di coscienza - ultima parte)
 
 
 

(Aprile)

 
 
 

La pioggia la faceva da padrona in quell’inizio primavera, Londra era sferzata da un vento denso d’acqua, le strade erano costantemente bagnate, costellate di pozzanghere di tutte le dimensioni, e l’aria era umida e fredda.
Brigid indossava un inusuale mantello nero quel giorno, un semplice incantesimo impediva alla pioggia di inzuppare la lana leggera e il vento non penetrava tra le pieghe della veste bianca che faceva capolino sotto la stoffa scura.
La figuretta fragile della ragazza si confondeva tra i vicoli scuri di Notturn Alley, se ne stava immobile, incurante del freddo che riusciva a sfiorarle il volto pallido.
Un rumore di passi umidi la mise in allerta e, con uno leggero senso di aspettativa, strinse gli occhi per distinguere la persona che si stava dirigendo verso di lei.
- Eccomi...sono corso prima che ho potuto...meno male che ci sono le vacanze di Pasqua, altrimenti non avrei saputo come raggiungerti così velocemente…-
I capelli neri di Regulus erano incollati al suo bel volto pallido e nobile, gli occhi grigi avevano una luce febbrile e preoccupata.
- Scusami...i toni del mio messaggio erano troppo concitati, forse…-
Mormorò la ragazza, con una vocina sottile piena di dubbio.
Il giovane le si avvicinò, come a ripararla dal vento che si incuneava con violenza nel vicolo.
- Così mi fai davvero preoccupare…- la fissò in volto con attenzione - Non è da te mandarmi a chiamare e non è da te essere così sconvolta…-
Le labbra sottili di Brigid tremarono appena.
- Lo so...non vorrei mai e poi mai causarti altra sofferenza, non dopo il duro colpo del matrimonio di colei che ami…-
Regulus chiuse un attimo gli occhi, pieno di dolore, e gli occhi della giovane veggente ebbero un guizzo.
- Narcissa si è sposata, è vero, ma, come mi hai detto tu, nulla è perduto...io sono certo che, una volta compreso a fondo l’animo di suo marito, il loro legame finirà con lo spezzarsi…-
Brigid annuì e gli posò una mano sul braccio, un gesto raro da parte sua.
- Ed è per questo che io sono qui, oggi.-
Gli occhi del ragazzo si accesero di aspettativa.
- Come ti ho sempre detto il Breo mostra uno scenario in continuo mutamento e, come ben sai, il destino varia in base alla strada che noi decidiamo di percorrere,- Regulus annuì, molto concentrato - ciò che tu hai fatto fino ad oggi, con enorme dedizione e coraggio, non ha fatto altro che prepararti a quello che, in una rara luce sul lato del destino, io ho potuto vedere pochi giorni fa…-
- Sei riuscita a vedere un evento futuro con chiarezza?-
Regulus era sorpreso e anche eccitato.
- E’ così…-  la voce della ragazza si permeò di ansia e preoccupazione - Ho visto l’uomo potente che tu servi, Regulus, e ho visto anche te…-
Il ragazzo rimase in silenzio: gli ultimi mesi erano stati pesanti e, per certi versi, terrorizzanti. Aveva dovuto collaborare con Lucius, una persona che detestava nel profondo, e il suo legame con Sirius si era disintegrato del tutto.
Incubi orribili lo assalivano di notte e, sebbene non fosse ammesso sempre al cospetto dell’Oscuro Signore, ogni volta che il marchio bruciava sentiva le viscere contorcersi per l’ansia e il senso di panico.
Dubbi e incertezze lo schiacciavano facendolo vivere in una sorta di sofferenza costante.
- Essere potente, diventare un uomo forte è una delle tue priorità - la ragazza gli si avvicinò di un passo - E lo stai diventando, giorno dopo giorno, eppure ho avvertito una specie di esitazione in te...così ho consultato il Breo costantemente, solo per te, Regulus…-
Lui cercò di sorriderle e posò la propria mano su quella della ragazza, grato di tutte quelle attenzioni.
- Ho voluto forzare il lato del destino per capire come aiutarti, e per comprendere fino in fondo ciò che ho visto in questi anni, e ho avuto una risposta.-
- Significa che hai potuto davvero guardare nel mio futuro?-
Lei gli sorrise con calore.
- Diciamo che ho potuto interpretare meglio il passato, Regulus e, sulla base di questo, ho avuto l’illuminazione che attendevo su ciò che ti porterà a  realizzare il tuo desiderio più grande.-
Sospirò lievemente, il volto serio e concentrato fisso in quello di lui.
- Comincio a preoccuparmi…- il ragazzo impallidì ancora di più, sentendo il cuore fare una capriola.
- Ne hai tutti i motivi - la mano di Brigid tremò sotto la sua - Perché la tua esitazione, il tuo istinto, tutto ciò che provi davanti all’uomo che hai scelto di servire ti dice bene: l’Oscuro Signore è il male assoluto, Regulus!-
Lui rimase senza fiato, gettando un’occhiata attorno nel terrore che qualcuno avesse udito questa esternazione.
- Cosa dici..egli è potente e persegue una causa del tutto giusta!-
- Non è per la causa, Regulus...è per se stesso...ciò a cui egli ambisce è la propria immortalità, preservare la sua vita e, per fare ciò, è disposto a tutto, ogni cosa...la cosa più malvagia e oscura…-
Una lacrima scese dagli occhi pallidi di Brigid.
- Ma, ponendomi al suo servizio, io ero certo di raggiungere la vetta! Molti uomini potenti lo seguono, le sue idee sono giuste e sacrosante! Persino Lucius Malfoy si fa muovere dal Signore Oscuro come se fosse un burattino!-
La voce era angosciata e concitata.
- E questo dovrebbe farti comprendere fino in fondo che i tuoi dubbi sono leciti!-
Lo scosse leggermente.
- Io lo so, lo vedo che il tuo cuore è agitato ed è per questo che ho forzato la mia arte per avere delle risposte...sto osando e rischiando, spingendoti a fare una scelta che ti porterà sulla vetta, sì! Ma distruggendo il Signore Oscuro, non servendolo!-
Regulus sgranò gli occhi e le posò una mano sulle labbra, vacillando leggermente al peso di quelle parole.
- Cosa dici Brigid! Cosa dici! - aveva gli occhi grigi pieni di terrorizzato stupore - Solo restando al suo fianco diverrò potente!-
Lei scosse la testa, e gli abbassò delicatamente la mano.
- La tua scelta di diventare potente, ti ha portato da lui...ma la tua coscienza pulita ti impedisce di accettare del tutto questa realtà! Se non avessi mosso questi passi non avresti colto quanto di sbagliato c’è in quel mago oscuro e, se io non avessi avvertito questo tuo dubbio, non avrei forzato la mia arte, disobbedendo al mio credo, scoprendo ciò che ho scoperto, Regulus…-
Nonostante tutto, a dispetto della paura, il giovane era soggiogato da quelle parole.
- C-cosa hai visto, Brigid?-
Poté vedere il turbamento in lei.
- La più nera delle anime...macchiata dalla magia più oscura e proibita - i suoi occhi erano insolitamente vividi, mentre catturava lo sguardo del ragazzo - Il Signore Oscuro ha spezzato la propria anima, l’ha lacerata in più parti e poi ha disperso questi frammenti nel mondo, contaminandolo. Finché questi pezzi di lui vivranno, lui non potrà morire...e tutta la lotta che lui sostiene di combattere per salvaguardare la magia e la purezza, non è altro che una copertura per salvare se stesso dalla morte. Per creare un mondo oscuro dove ogni cosa gli sarà lecita e dove ogni sua azione non sarà perseguibile...-
- Anima lacerata?...- Regulus cercò di comprendere quel concetto - C-come ha fatto a spezzare la propria anima? Come si può fare una cosa del genere?!-
- Uccidendo egli stesso delle persone: togliendo loro la vita, strappa la propria anima, quel velo luminoso che dovrebbe mantenere l’essenza di ogni essere umano e, complice un antico rito oscuro, ne conserva i frammenti in alcuni oggetti...dove potrà preservarli e usarli per scampare alla morte...nessuno potrà ucciderlo mai, finché quei pezzi di lui saranno salvi…-
- Immortale? E’ questo che mi stai dicendo?-
Il ragazzo non riusciva a capacitarsi.
-Immortale, invincibile...impunibile. Tutto deperirà ma lui resterà sano e conservato per l’eternità…-
Era una visione spaventosa.
- Ti rendi conto che non potrò mai distruggerlo? Non ci riesce Albus Silente, come potrei io?-
Brigid scosse la testa con forza.
- Albus Silente non sa quello che sappiamo noi...tu puoi agire dall’interno, nessuno crederà mai che stai tradendo il tuo Signore e poi hai un’arma in più: me. Insieme alla benevolenza del Dio Bucca.-
- Se lo scopre, se scopre anche solo che ho sfiorato quest’idea sono morto, lo sai, si, Brigid? Te ne rendi conto?-
Lei gli si avvicinò di un passo, la veste nera che ondeggiava a causa del vento.
- Se scopre che nel tuo cuore covi dubbi e paure, che ti sei reso conto che la sua causa non ti appartiene e che ogni singola ora di ogni singolo giorno sogni di cancellare quel marchio che porti sul braccio e di scappare...allora si che sei un uomo morto…- Brigid sospirò e si levò la collana dalla pietra nera che portava al collo, posandola nel palmo della mano di Regulus - Indossala e i tuoi pensieri saranno velati e protetti, almeno nei limiti...dimmi, ti fidi di me?-
Lui annuì con il volto disperato, gli occhi fissi sulla pietra liscia e scura che spiccava sulla sua pelle chiarissima.
- Allora continua a fidarti, io voglio solo il tuo bene, voglio che realizzi i tuoi desideri - lo costrinse ad incontrare il proprio sguardo deciso - La persona che ami detesta questo Marchio, ha imparato ad odiarlo in questi anni, ho visto le vostre strade incrociarsi mentre rifuggono quella dell’Oscuro Signore...la persona che ami odia suo marito, lo respinge, lo disprezza...ora che ha capito e sa. Nulla è perduto.-
Il giovane strinse nel palmo la pietra, traendo conforto dal contatto con quella superficie liscia e fredda.
- Cosa devo fare?-
Brigid sorrise e annuì, stringendosi nel proprio mantello scuro.
- Per ora attendi e trattieni la tua ansia, seguita a fidarti di me e aspetta mie notizie. Molto presto scoprirò dove sono nascosti quei frammenti e, insieme, io e te, distruggeremo quell’essere oscuro: tu otterrai la libertà, la gloria e l’amore, mentre io compiacerò il mio Dio...ora và!-
Lo sospinse lontano con delicatezza.
Regulus la fissò mordendosi le labbra, gli occhi mobili e impauriti.
- Mi fido, Brigid...abbi cura di te…-
Lei annuì e scomparve sotto i suoi occhi, lui dovette trovare tutta la forza che possedeva per muovere ogni singolo passo sulla strada del ritorno.

 
 

- Ma Signora, siete sicura che Vostro marito non si infurierà? Uscire con questo tempo…-
Narcissa si voltò con impazienza verso Dorothy.
- Non devo chiedere a mio marito il permesso per recarmi a Diagon Alley, ne per fare alcunché, chiaro?-
Non voleva essere dura con la governante, ma era seccante vedere quanto la donna avesse sviluppato un attaccamento nei confronti di Lucius.
Lo venerava e lo adorava, da quando lui l’aveva strappata dalle grinfie di Bella era il suo eroe.
Quel sentimento di ammirazione era così puro e visibile da essere paragonabile a quello che Kraffy provava per Narcissa.
- C-certo…- Dorothy era mortificata e anche parecchio infreddolita.
Cissy sentì muoversi la propria coscienza sotto strati di fastidio e risentimento, tutti quei sentimenti che si inalberavano ogni qual volta pensava a suo marito.
- So che c’è un tempaccio, ma porta pazienza, mi serve quel testo per completare la mia traduzione, dubito che a Lord Malfoy importi se ci muoviamo da casa per pochi minuti…-
Si incamminarono per Diagon Alley, cercando di ignorare le raffiche di vento gelato.
“Se questa è una primavera, io sono una sanguesporco!” sbuffò Cissy, cercando di sistemarsi il foulard blu e argento che le copriva i capelli biondi.
Nonostante il vento contro, riusciva a camminare a passo spedito, la bacchetta infilata in tasca per ogni evenienza, la schiena dritta e lo sguardo vigile.
In realtà non amava affatto muoversi in quel periodo, la tensione era palpabile ovunque e c’era il concreto pericolo di fare brutti incontri.
Dorothy faceva molta più fatica a camminare e sospirava ad ogni sferzata del vento, protetta comunque dall’incantesimo della sua padrona.
Ad un certo punto uno strattone più violento dell’aria stappò il foulard dalla testa di Narcissa che, senza capire bene perché e sentendosi una bambina, prese a rincorrerlo verso un vicolo secondario :- Resta dove sei, al riparo! Ritorno subito!- urlò a Dorothy, le cui grida vennero portate via dal vento.
Resistendo alla tentazione di ridere come una bimba felice, Cissy seguitò a rincorrere la stoffa dispettosa che andava svolazzando, posandosi a tratti e poi riprendendo la sua corsa.
- Accio!- provò la ragazza, ma il leggero foulard era troppo svelto e non riusciva a centrarlo.
Ad un certo punto sembrò concludere la sua corsa e lei riuscì a scattare verso il bel tessuto blu ma, prima che potesse sfiorarlo, una mano lo afferrò, sollevandolo da terra.
In allerta, Narcissa sollevò lo sguardo e, subito dopo, sentì un misto di gioia e preoccupazione nascere in lei.
- Regulus!-
Suo cugino la fissava con il suo bel viso stravolto, i capelli scuri incollati al volto dalla pioggia che non si era curato di evitare, gli occhi grigi febbrili e lucenti come non mai.
- Cissy…-
La sua voce aveva un tono infantile, incrinato dall’emozione e da qualcosa che assomigliava al pianto.
Il cuore di Narcissa perse un battito.
- Reg...stai bene?-
Si avvicinò di un passo e lui rimase immobile, guardandola come avrebbe potuto contemplare una visione celestiale ma del tutto irreale.
Sembrava così affranto che lei dimenticò il loro ultimo incontro e spiccò una piccola corsa per avvicinarglisi, temendo che lui potesse andarsene.
Gli afferrò la mano che ancora stringeva il foulard e l’altra la posò sul suo volto pallido e gelido, cercando di ridestarlo da quella specie di trance nella quale era caduto.
- Cissy…- ripeté lui, posando lo sguardo sulla ragazza.
Narcissa sentì le viscere contorcersi.
- S-sono qui...cosa succede? Ti hanno fatto del male? Lui ti ha fatto qualcosa??-
Regulus, sentendo quella frase, quel tono pieno di disprezzo e di rabbia, sembrò riprendersi.
Fissò con attenzione il viso della ragazza che amava disperatamente da tutta la vita: sua cugina, il suo affetto più caro.
Si chinò su di lei e la baciò con dolcezza sulla bocca, catturandole le labbra come un uomo disperso nel deserto avrebbe potuto posarle su una fonte di acqua fresca a limpida.
L’aria attorno a loro, in quel vicolo scuro e umido, ululava.
Narcissa non riuscì a respingerlo, trattenuta dalla disperazione che lui emanava, dalla consapevolezza che scacciarlo avrebbe voluto dire perderlo per sempre.
Non rispose al bacio, mentre lui le sfiorava le labbra senza violenza, assaporandola con una passione e una tenerezza che le fecero venire le lacrime agli occhi.
Vacillarono e lei si appoggiò al muro ruvido di un edificio, mentre il corpo di Regulus la stringeva delicatamente , lei intrecciò le dita a quelle del ragazzo, senza muoversi, seguitando a non rispondere a quell’assalto tenero e, al tempo stesso, sensuale.
Lui sembrava non stancarsi di quel contatto, di accarezzarle i capelli, di lasciare i loro corpi  incollati.
Il suo Reg, il suo compagno di giochi.
Ad un certo punto il giovane posò la fronte su quella di Narcissa, staccando leggermente le labbra dalle sue.
Un singhiozzo gli sfuggì, un lamento di disperazione pura.
Lei sentì il sapore delle lacrime amare e salate del ragazzo incunearsi tra le proprie labbra.
- Reg...cosa succede?! Come posso aiutarti?!-
Sentiva quel tormento invaderla, lui le si strinse convulsamente, poi le tempestò il volto di baci, scendendo a baciarle il seno, la vita, crollando in ginocchio davanti a lei e nascondendo il viso nelle pieghe del mantello di sua cugina.
- C-Cissy...ho paura Cissy…-
Singhiozzava con tutta l’anima, le spalle scosse da quei tremiti convulsi.
- Chi vuole farti del male? Ti posso aiutare, Reg, non disperarti! Sono certa di poterti aiutare!-
Cercò di muoversi ma la stretta di lui era troppo forte, affondò la mano tra i capelli folti del giovane, sperando di fargli alzare la testa.
- ...ho paura di perderti...non voglio andare in un posto dove non potrò più guardarti, toccarti...potrei tollerare la morte...ma è il separarmi da te che mi distrugge...la morte vuol dire questo, Cissy! Separazione...è di questo che ho paura, di finire in un luogo oscuro dove la mia luce non esisterà più…- i singhiozzi divennero una tempesta - Eppure non posso fare altrimenti! Non posso lasciar correre...Non posso sopportare che quell’essere cammini sulla stessa terra che calpesti tu!-
Si alzò in modo così repentino che Narcissa non riuscì a trattenerlo.
Lui si portò a distanza di qualche passo, mentre il vento bagnato di pioggia continuava a colpirlo, mentre quell’ululato diventava tormenta.
E allora il cuore di Narcissa rallentò il suo corso, osservando la figura scura di suo cugino, il volto bianco con i capelli neri incollati ad esso.
“Nooo!” urlò dentro di sé, mentre la pioggia gelida le sferzava il viso.
Regulus la fissò con gli occhi privi di luce ma colmi di lacrime.
- E’ la mia condanna...e la devo pagare, devo scontare questa pena…- lui chiuse un attimo gli occhi e poi le mostrò il Marchio Nero inciso sul suo braccio sinistro - Ecco qui le mie catene! Non so se posso liberarmi, Cissy! Ma devo tentare...ti amo Cissy...da sempre, per sempre…-
- Reg, nooo…!-
Narcissa scivolò sul selciato umido e infangato, rovinando a terra mentre lui scompariva sotto i suoi occhi.
- Noooo! Nooo! - continuò a urlare, stringendosi l’addome con le braccia, i capelli biondi che sfioravano quel terreno sporco.
Pianse convulsamente per lunghissimi minuti, mentre l’agghiacciante scoperta le penetrava nelle mente: era Regulus l’uomo che tormentava i suoi sogni da dieci anni, era lui che le parlava nei suoi incubi, cercando di comunicarle qualcosa, di strapparsi il Marchio Nero dal braccio.
Provò a rialzarsi, troppo sconvolta anche solo per reggersi in piedi.
Doveva trovarlo, doveva trovare suo cugino, forse poteva salvarlo.

 
 

- Come sarebbe a dire che non lo sai?!-
Lucius era fuori di sé e gli occhi chiari lampeggiavano pericolosamente.
Kebby e Dobby si appiattirono contro la parete ma Kraffy non sembrò spaventata.
- Padrona non dice a Kraffy dove va!- scosse la testa facendo sbatacchiare le orecchie - Lei va e basta! Con quella elfa umana che la segue!-
Lucius stava per replicare duramente quando la porta del suo studio si spalancò e Narcissa si precipitò verso di lui, ignorando tutti e anche la buona educazione, e si aggrappò alle sue braccia, senza curarsi di bagnare tutto e dell’aspetto che aveva.
- Devi aiutarmi!-
Suo marito la guardò con gli occhi sbarrati, gettando uno sguardo anche a Dorothy, ferma sulla soglia stravolta e del tutto esausta.
- Lasciateci! Tutti! - ordinò allora e i tre elfi e la donna mormorano qualcosa e poi uscirono.
Lucius fissò il volto sconvolto di sua moglie, i capelli bagnati e sporchi, gli abiti inzuppati.
- Per Salazar...andiamo nella nostra suite, ti prenderai un accidenti…-
Lei lo scosse con forza :- Chissene importa! Devi aiutarmi, tu devi, solo tu puoi…-
Lui strinse gli occhi e poi le afferrò le braccia con le mani, per impedirle di continuare.
- Prima ti metterai qualcosa di asciutto addosso, poi parleremo...andiamo nei nostri appartamenti…-
Tutto sommato gli fu grata per quella calma e quella risolutezza e si lasciò condurre senza più protestare.
Una volta giunti alla suite, Lucius la guardò un attimo e poi le disse :- Vado a chiamarti Dorothy…-
- No! - lo bloccò subito, temendo che lui sparisse - Aiutami tu…-
Lucius la fissò perplesso e poi si lasciò andare a un sorrisetto ironico.
- Vuoi che ti aiuti a spogliarti?-
La gratitudine si dissolse in un istante.
- No…- sibilò, guardandolo male - Voglio che tu resti qui mentre mi cambio e mi asciugo…-
- Peccato! - Lucius si strinse nelle spalle e si accomodò sul sofà, mentre lei scompariva in quella che avrebbe dovuto essere la loro camera da letto ma dove, di fatto, lei dormiva da sola da quasi un mese.

 

Quando Narcissa riapparve aveva indossato un caldo vestito di lana e aveva ripulito i capelli, senza asciugarli.
Lucius la guardò senza dire nulla, in attesa.
Era difficile iniziare, ora che il vicolo di Diagon Alley sembrava solo una visione, una specie di sogno ad occhi aperti.
Eppure la disperazione di Regulus era reale, così come i suoi baci, la sua voce.
- Innanzitutto ti chiedo scusa per poco fa - fu difficile ma dovette farlo, perdere il controllo la metteva a disagio.
Lucius inarcò un biondo sopracciglio ma non disse nulla.
- Si tratta...si tratta di un favore - deglutì, odiandosi per la propria incapacità comunicativa - Ho bisogno che tu controlli Regulus, mi serve sapere se sta bene, se è tutto a posto.-
L’espressione di suo marito era un mix micidiale: sarcasmo, derisione, fastidio...delusione.
“Forse io e lui non saremo mai una vera coppia…” si disse Narcissa, sentendo montare in lei la disperazione.
Lucius si alzò e la guardò negli occhi, come faceva di rado.
- Ti serve altro?-
Cissy avrebbe voluto schiaffeggiarlo, graffiargli quel volto impertinente.
- No.-
- Ottimo, tuttavia io sono un uomo d’affari, più che favori eseguo scambi, commerci, concludo contratti...stipulo accordi. -
Narcissa sbatté gli occhi, leggermente spiazzata.
- Cosa ci guadagno, io?- le spiegò con un tono paziente ed esasperato insieme.
“Disgraziato!”
- La mia riconoscenza?- tentò, sapendo di fallire.
Lucius rise di cuore.
- Per fortuna sei bellissima, perché come donna d’affari saresti un disastro…-
L’afferrò per il braccio e la baciò con forza, le mordicchiò le labbra, la stuzzicò con la punta della lingua.
Narcissa fu sconvolta dall’immediata reazione del proprio corpo, dal sospiro che non seppe trattenere.
Lui la lasciò andare di colpo, così come l’aveva afferrata.
- Per ora può andare, diciamo che è un anticipo! - la schernì con arroganza, dirigendosi verso l’uscita - Ma dovresti capire da sola che tu, da me, puoi avere tutto quello che vuoi…- le fece l’occhiolino - Basta pagare!-
Se ne andò chiudendo con grazia la porta, lasciandole il suo sapore sulle labbra e la sensazione che fosse sempre lui, alla fine, a condurre il gioco.
 

(Settembre)

 
Erano passati quasi cinque mesi da quando aveva visto Regulus a Diagon Alley, sei da quando era sposata con Lucius.
Narcissa sospirò: i sei mesi cadevano quel giorno, per esattezza.
Sei mesi in cui nulla, in fondo, era cambiato tra di loro, la sua permanenza a Malfoy Manor non aveva niente di diverso da quelle avute precedentemente.
Lei e Lucius sembravano due bravi compagni di scuola che condividevano un dormitorio.
Con l’andare delle settimane si era resa conto di quanto fosse difficile averlo così vicino e non poterlo baciare, abbracciare e vivere con lui come una moglie.
L’orgoglio era una barriera enorme, per tutti e due.
Lucius aveva mantenuto la promessa, dormendo vicino ma senza tentare mai di entrare nella sua camera da letto.
Le aveva anche dato notizie di Regulus, senza approfondire su cosa avesse spinto sua moglie a preoccuparsi a quel modo, le aveva riferito più volte di aver visto suo cugino, di averlo trovato in perfetta salute e di non aver notato nulla di strano, anzi.
Le aveva fatto velatamente capire che Regulus stava svolgendo un buon lavoro e quindi che non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Narcissa aveva cercato di dominare quell’inquietudine, di rintracciare suo cugino, era anche andata a trovare la zia Walburga ma nulla le aveva dato segno che ci fosse qualcosa di strano nell’aria.
Con un sospiro si alzò dalla poltrona del suo “salotto della collana” e guardò fuori dalla porta finestra, dove gli alberi di castagno stavano tingendosi di giallo e di rosso.
- Hai voglia di fare una passeggiata?-
Narcissa si voltò e vide Lucius sulla soglia, vestito in modo insolitamente informale, i capelli biondi sciolti.
Lui sembrava di buon umore e Cissy ce la mise tutta per non rovinare quel momento di tranquillità.
- Certo volentieri…- trovò persino un sorriso da indirizzargli.
Lui si scostò per lasciarle libero lo specchio della porta :- Vieni, la passeggiata non sarà nei giardini di Malfoy Manor.-
Stupita e incuriosita, lo seguì fuori dalla stanza e poi lungo le scale e i corridoi.
Con un pizzico di delusione, si ritrovò nella galleria che ospitava i ritratti degli avi di Lucius.
Lui le lanciò uno sguardo di sottecchi e sorrise nel cogliere la sua espressione delusa.
- E’ un po’ che non vieni a trovare Draco, vero?-
Gli scoccò un’occhiata, chiedendosi a che gioco stesse giocando.
- In effetti non sono venuta qui ultimamente.- gli concesse, fermandosi davanti al quadro del fascinoso mago ammazza draghi.
Lo fissarono in silenzio per pochi istanti e lui fece loro un cenno con la testa.
Ad un certo punto, Lucius, cogliendola del tutto di sorpresa, l’afferrò per la vita e la pose a fianco del quadro, nella nicchia coperta dai pesanti tendaggi neri che circondavano la cornice del ritratto.
- Cosa fai?!- gli chiese, stupita.
Per tutta risposta Lucius si issò anche lui nella nicchia, stringendosi a Cissy e sorridendole.
- Comodo no?-
Narcissa cercò di calmarsi, ma lui era così vicino che non poteva non emozionarsi.
- Abbastanza, è qui che mi sono nascosta quando ho sorpreso Kebby andare...lo sai...in quella stanza…-
Non aveva voglia di nominare Druella.
- No, io parlavo della funzione di questa nicchia e di queste tende...sono incredibilmente ingegnose, lo sai? Ci vediamo di là!-
Lucius si strinse ancora di più a Narcissa e, prevenendo le sue proteste, la spinse di lato facendola scivolare letteralmente dietro il quadro.
- Ah! -
Cissy esclamò per la sorpresa e si sentì perdere l’equilibrio, cadendo all’indietro.
Solo che, invece di trovare un muro, scivolò tra altre tende nere e si ritrovò a terra in una stanza semibuia e polverosa, piena di ciarpame.
Un attimo dopo anche Lucius apparve nella stanza, atterrando con eleganza e agilità.
L’aiutò ad alzarsi, sorridendo della sua espressione sconcertata.
- Ma che posto è mai questo? Una specie di stanza segreta? - gli chiese, guardandosi attorno e togliendosi la polvere dal vestito.
Il sorriso di suo marito si fece più ampio.
- Non proprio…- allargò le braccia - Benvenuta nella soffitta della residenza della famiglia Arundel...Benvenuta in Cornovaglia!-
 
 
Fine sessantaduesimo capitolo
  
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