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Autore: FairyCleo    29/11/2016    3 recensioni
“Vedo che la signora ha buon gusto…” – aveva detto il commerciante, avvicinandosi maggiormente a lei.
“Come?” – Bulma era trasalita, persa com’era nei suoi pensieri – “Ah, sì… Certo”.
Sollevando il capo, aveva avuto modo di osservare meglio l’uomo che aveva davanti. Era uno strano figuro, alto, dinoccolato ed estremamente magro, con la pelle color dell’ebano, la testa pelata e un singolare pizzetto azzurro che terminava in un ricciolo accuratamente acconciato che gli dava un’aria del tutto singolare. Persino la voce di quell'uomo era bizzarra, così come i suoi occhi gialli con le iridi allungate simili a quelle dei gatti. La cosa veramente strana, però, era che lei non lo avesse notato sin dall’inizio. Era come se fosse sbucato dal nulla, ma non era il caso di fare tanto la sospettosa e di farsi tutti quei problemi per un semplice mercante, no?
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18

La vittima sacrificale

 
“Il… Il principe dei saiyan?”.
Trunks non capiva cosa volesse dire lo strano figuro che andava e veniva a suo piacimento. Quello che aveva davanti agli occhi era solo il suo riflesso, non era l’immagine di suo padre. E che significato poteva avere la scena a cui aveva assistito prima di vedere solo la propria immagine specchiata su quella enorme superficie infernale?
“Io non capisco! Dov’è mio padre? Che cosa sta succedendo qui?”.
Stava davvero per perdere la pazienza. Avevano sbagliato a fidarsi di quell’uomo. Ormai ne aveva le prove tangibili: si stava solo prendendo gioco di loro. Non era minimamente intenzionato ad aiutarli. Voleva solo confonderli, disorientarli, e loro c’erano cascati come perfetti idioti.
“Adesso basta! Mi hai stancato!” – Goten aveva aumentato di colpo la propria forza spirituale, espandendo la sua aura come non mai. Sembrava come impazzito. Sin da quando erano entrati aveva cominciato a mostrare segni di insofferenza, ma reagire in quel modo non era da lui.
Trunks non aveva capito che lui si era solo stufato di quella situazione assurda. Avevano perso sin troppo tempo, erano solo stati ingannati e presi in giro da quell’uomo che era stato evidentemente inviato a loro da Vickas, e questo doveva finire una volta per tutte: Vegeta doveva essere trovato, e subito. Il momento di esitare era giunto alla fine: dovevano uscire da lì.
“Mio giovane saiyan, pensavo fossimo amici!” – aveva commentato l’uomo, per nulla preoccupato o in qualche modo impaurito.
“Amici? Ci stai solo raggirando! Noi non abbiamo tempo da perdere!”.
“Goten…” – Trunks si sentiva tra due fuochi: comprendeva la reazione dell’amico, ma non voleva commettere altre mosse sbagliate.
Potevano morire. E non voleva che ciò avvenisse prima che avessero almeno potuto vedere il suo papà.
Cosa aveva Goten? E cos’era questa storia del principe dei saiyan? Cos’era la scena che avevano visto nello specchio? Che significava quel gioco di parole?
Il principe dei saiyan. Il principe dei saiyan.
Trunks continuava a ripeterlo senza sosta, cercando una plausibile spiegazione.
Il principe dei saiyan.
Ed ecco che, improvvisamente, ogni tassello era andato al suo posto e tutta la scena a cui aveva assistito aveva avuto finalmente un senso.
“Sono io…” – aveva bisbigliato a se stesso – “Sono io il principe dei saiyan”.
Sì. Era lui il principe dei saiyan.
Tutto era chiaro: anche se incosciente, anche se non aveva avuto modo di rendersene conto, suo padre era stato incoronato re del popolo saiyan, e questo aveva fatto sì che il titolo di principe passasse a lui.
Lui era il figlio del re. Lui era il nuovo erede al trono. E poco importava se non esistevano più un trono o un pianeta su cui regnare. Vegeta era re e lui era principe. E questo voleva dire che suo padre avrebbe dovuto fare solo una cosa per fermare Vickas.
“Papà deve uccidermi”.

 
*

“Trunks! Goten! Dove siete?”.
“Bambini! Venite fuori! Non è il momento di scherzare!”.
No. Non lo era affatto. Per questo avevano cominciato a urlare come matti, nel disperato tentativo di fermare quelle due pesti o, nel peggiore dei casi, di andare in loro soccorso.
Ma tutto era stato vano.
Quel dannato castello sembrava deserto esattamente come la prima volta che lo avevano visitato. Di loro non c’era la minima traccia. Anzi, non c’era proprio traccia di nessuno.
L’unica cosa che continuavano a percepire era quella maledettissima aura opprimente che continuava, immutabile, a dargli fastidio persino durante la respirazione.
“Ma dove si sono cacciati? Dove?” – Gohan sembrava quasi impazzito. Era arrabbiato per aver dovuto lasciare Videl, era arrabbiato per aver lasciato Vegeta indietro ed era arrabbiato per quel gesto avventato messo in atto dai bambini. Ed era arrabbiato anche perché, ancora una volta, si erano mostrati incapaci di trovare sia lui che Vegeta.
“Possibile che qui non si senta niente se non quest’ingombrante presenza? Lo trovo assurdo!”.
“Gohan, reagire in questo modo non ci aiuterà a trovare una soluzione. Né a trovare i ragazzi. Non ti riconosco più, figliolo”.
Sapeva che non era il momento più adatto per rimproverarlo, ma non era neanche il momento di perdere le staffe o, peggio ancora, la speranza. Si sarebbe aspettato una reazione del genere da Vegeta, non da Gohan! A furia di frequentare quello zuccone borioso del principe dei saiyan, suo figlio stava evidentemente diventando come lui.  Assurdo!
“Sono arrabbiato, papà. Mi dispiace, ma non posso farci niente. Non capisco perché capiti sempre tutto a noi”.
“Le cose capitano a chi è in grado di affrontarle. Ci siamo mai tirati indietro o ci siamo mai abbattuti, forse? MAI. Perché farlo ora?” – si era formato proprio davanti a lui, poggiandogli entrambe le mani sulle spalle e guardandolo dritto in quegli occhi così simili ai suoi – “Pensa al momento in cui tu, appena adolescente, hai affrontato Cell in persona, battendolo con le tue sole forze. Hai sconfitto l’essere perfetto e hai tenuto testa a Majin-Bu qualche anno dopo. Puoi tutto, Gohan. Basta solo che tu lo voglia. Credi in te stesso. E torneremo da Videl prima di quanto tu possa immaginare”.
Era arrossito, vergognandosi dei suoi pensieri e delle sue parole. Suo padre aveva ragione. Era uno sciocco. Era solo uno sciocco.
“Fidati di me” – aveva proseguito Goku – “E fidati di te stesso, figliolo. E sono sicuro che riusciremo a…”.
Ma non aveva fatto in tempo a finire la frase, perché una violenta esplosione aveva lasciato in sospeso le sue parole, cogliendo entrambi di sorpresa.
Goku aveva fatto appena in tempo a fare da scudo con il proprio corpo a suo figlio, assumendosi la responsabilità di genitore preoccupato per la sua progenie. Gohan stesso era stato colto di sorpresa più di quel gesto che dell’esplosione, ma subito aveva catalizzato le sue attenzioni verso il punto di provenienza dello scoppio.
“Ma cosa è stato?”.
“Papà… Guarda!”.
Quello che avevano visto era stato un uomo, uno strano uomo che fluttuava a mezz’aria come se non fosse accaduto niente e, diradatisi il fumo e la polvere sollevata dai calcinacci, avevano visto anche Goten, seguito da un Trunks che gli urlava di non commettere altre sciocchezze.
“I ragazzi!”.
Forse, avevano avuto un colpo di fortuna, anche se non avevano la benché minima idea di quello che fosse realmente successo e chi diamine fosse quello strano individuo.
“Trunks! Goten!” – li aveva chiamati Gohan.
“Ehi! NO!”.
Il piccolo super saiyan non aveva fatto neanche in tempo a rendersi conto che lì ci fossero Gohan e Goku che aveva dovuto ripararsi dalle conseguenze provocate dall’ennesimo colpo di energia lanciato da Goten.
“FERMATI GOTEN! BASTA!”.
“FIGLIOLO! MA CHE STAI FACENDO? SMETTILA!”.
Di quel passo, avrebbe fatto crollare l’intera struttura! Cosa aveva Goten? Perché si stava comportando in modo talmente avventato? Cosa lo aveva accecato sino a quel punto?
“Dobbiamo fermarlo!”.
“Trunks, stai indietro!”.
La scena era diventata molto più movimentata di quanto avrebbero anche solo lontanamente potuto immaginare. Uno scontro apparentemente impari stava avendo luogo.
 “Adesso basta. Va da Trunks, Gohan. Subito”.
Goku si era teletrasportato esattamente dietro suo figlio minore, cercando di bloccare la sua ira, questo mentre Gohan aveva compiuto il compito affidatogli.
Era impressionante. Goten non sembrava neanche più lui. Era come agitato da un sentimento che non aveva mai conosciuto prima, era mosso da un odio così profondo da renderlo simile ai saiyan di cui parlavano le storie di Vegeta.
“LASCIAMI!”.
“BASTA FIGLIOLO! BASTA!” – tenerlo fermo stava diventando impossibile anche per lui.
“HO DETTO DI LASCIARMI!”.
“Lascialo pure, Kaharot. Lascia che si sfoghi. Ne ha tutto il diritto, se crede che questo sia giusto”.
Kaharot? Lo aveva chiamato Kaharot? Ancora una volta: chi era quell’individuo? E cosa stava capitando ai suoi figli?
“LASCIAMI PAPA’! LASCIAMI!”.
“Chi sei tu? E come fai a sapere il mio nome?”.
“Tutto a tempo debito, soldato. Tutto a tempo debito!”.
E, nello stesso instante in cui aveva smesso di parlare, Goten si era divincolato dalla stretta di suo padre, caricando una testata contro l’uomo che lo aveva provocato, uomo che, dal suo canto, era svanito nel nulla. Inutile sottolineare che l’unica cosa colpita, e per altro anche sfondata, dal giovane saiyan, era stata la parete che aveva davanti, ma quella conseguenza azzardata aveva fatto sì che potessero giungere nel luogo tanto agognato: finalmente, avevano trovato Vegeta.

Continua…
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Ragazze, scusate per il breve capitolo!
Oggi è stata una giornata movimentata! E lo saranno anche le prossime settimane!
Non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale, credetemi.
Dunque: hanno trovato Vegeta. Finalmente, direi. Trunks è abbastanza sconvolto dalla scoperta fatta e Goten e Gohan… Bè, su loro non mi esprimo. Lascio a voi ogni parere e/o commento.
Un bacino
Cleo
   
 
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