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Autore: JeiBieber_Smile    29/11/2016    1 recensioni
Non tutti conoscono Justin Bieber, ma tutti conoscono The Storm. Riesce a padroneggiare l'aria, l'acqua e la natura con facilità, infondo è stato scelto per poter aiutare il mondo.
Ma cosa pensate farà quando incontra lei, una goffa ragazza dagli occhi verdi, da cui non riesce a stare lontano?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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04. Chapter Four
The Storm.
Chapter Four - "Ti va di fare un giro?"


Avete presente quel momento in cui hai un sonno pazzesco, tanto forte da addormentarti mentre stai svolgendo un qualcosa magari anche di importante, ma che appena ti metti a letto il sonno scompare? Ecco, io stavo affrontando un momento simile.
Mi girai e mi rigirai tra le lenzuola, ero ormai diventata come la carne avvolta in una piadina per fare i kebab. Non riuscivo a dormire, eppure avevo passato una giornata lunga e stressante. Erano le due di notte e i pensieri non facevo altro che affollare la mia mente. La frase di Jeremy, che aveva detto a Justin quasi sussurrando ma che io, avendo un super udito, avevo sentito mi stava tormentando. Che impegno aveva Justin? Aveva fatto un giuramento di castità? Aveva giurato di non toccare una ragazza?
O magari sei tu il problema, Becky.
Mi ripeteva la vocina idiota che spesso mi disturbava. Davvero, stavo cominciando a non sopportarla. "Prima mi piacevi, sai?" sussurrai tra me e me, stringendo il cuscino al petto. Le palpebre di stare chiuse non volevano saperne, così le chiusi con prepotenza e strizzai gli occhi, provocandomi solo dolore.
Sbuffai e mi alzai dal letto, cominciando a camminare per la stanza. Cosa potevo fare alle due di notte? Di certo, non potevo mettermi a cantare o a ballare. Così aprii la finestra e mi affacciai, guardando il cielo. Era di un blu molto, molto scuro. Il solito blu notte. Ciò che però faceva la differenza, erano le stelle. Quelle miriadi di stelle. E la luna, la luna era la protagonista indiscussa. Era piena quella notte, e lucente più che mai. Mi fermai ad osservarla e a contemplare la magnificenza della creazione. Era tutto così stupendo e perfetto per essere nato per caso, come insegnano a scuola. Come potevano le stelle e i pianeti essere allineati così perfettamente dopo un'esplosione? Come ha potuto un'esplosione aver creato l'intero universo? Come ha potuto un'esplosione creare così tante forme di vita autonome? La Terra stessa è un'eccellente esempio di come non sia stata un'esplosione a creare tutto: se ci trovassimo anche solo di poco più vicino al sole la Terra sarebbe inabitabile per il troppo caldo, se ci trovassimo più lontani dal sole ci sarebbe troppo freddo. Come può il caso aver creato tutto questo? Non può, ecco la risposta. E' tutto troppo perfetto per essere stato frutto del caso.
Spostai lo sguardo dal cielo alla casa di fronte a me, specialmente alla camera di Justin. Si riusciva a notare la luce di un'abat-jour accesa. Forse è sveglio, pensai.
Avevo voglia di scrivergli, avevamo scambiato un paio di messaggi da quando era andato via ma nulla di più. Avevo voglia di vederlo, ma era notte fonda.
Forse, però, nei miei sogni sarei riuscita a incontrarlo..

Click clock.

Aggrottai le sopracciglia e mi girai verso il mio cellulare, mi era appena arrivato un messaggio. Lentamente, per non svegliare tutti, aprii la chat di whatsapp per poi notare un messaggio da Charly. Sorrisi, guardando la sua immagine del profilo. Eravamo io e lei qualche giorno fa, mentre provavamo un nuovo vestito. Sia papà che Ryley erano a casa così ne avevo approfittato per passare un paio di ore con la mia migliore amica.

Da: Pazza.<3
'Dormi?'
Ridacchiai, guardando poi l'ora. Erano le due e mezza e lei aveva pure il coraggio di chiedermelo?

A:Pazza.<3
'Anche se ti avessi risposto di sì mi avresti svegliata, ma tanto non riesco a prendere sonno per cui ti sei salvata in calcio d'angolo. ;)'

Da:Pazza.<3
'Scusa patata! Domani mattina solito programma?'

A:Pazza.<3
'Se vuoi certo, poi se ti va possiamo andare a mangiare una pizza per pranzo, Ryley dovrebbe stare a casa per le due e ho già preparato il pranzo per domani.'

Da:Pazza.<3
'PIZZA. PIZZA. PIZZA.*-* Fatti venire più spesso queste idee! Notte patata.<3'

A:Pazza.<3
'Pizza=pazza proprio come te lol. Notte pazza.<3'

Sorrisi e mi sedetti di nuovo sulla finestra a osservare il cielo. L'indomani sarebbe stato sabato e il sabato era uno dei miei giorni della settimana preferiti. Oltre a non avere scuola, potevo anche pulire casa in grazia di Dio senza i bambini che sporcassero tutto. Inoltre, potevo andare all'ospedale a trovare la mamma. Il tutto con Charly, così potevamo stare insime almeno un giorno e divertirci come ai vecchi tempi.

Click clock.

Nuovamente la suoneria del mio cellulare mi fece tornare alla realtà. Ma chi poteva essere? Charly mi aveva appena salutato e Ryley sarebbe venuto in camera se aveva bisogno di qualcosa. Sbloccai subito la schermata, notando che era un messaggio normale. Lo aprii alla svelta e, non appena notai, il destinatario sorrisi subito.

Da: VicinoSexy.
'Non riesci a dormire?' mi girai immediatamente verso la sua finestra, notando che stava anche lui guardando fuori. Lo salutai con un gesto veloce della mano, mi sorrise di rimando.

A: VicinoSexy.
'I pensieri non vogliono abbandonarmi.' sorrisi sconfortata, sentendo un gran peso sul cuore. Gli avrei dovuto dire che era la frase di suo papà a rendermi così pensierosa?

Da: VicinoSexy.
'Ti va di fare un giro?' aggrottai le sopracciglia e mi girai a guardarlo. Semplicemente fece spallucce e mi indicò il cellulare. Voleva una risposta.

A: VicinoSexy.
'Alle due di notte? o.o' mi mordicchiai un unghia, ringraziando ancora Polly l'estetista, era un angelo quella donna e se non fosse stato per lei in quel momento mi sarei ritrovata le unghie più corte di una briciola di pane.

Da: VicinoSexy.
'Alle due di notte, sì. Allora, ti va di uscire con me?' arrossii immediatamente, perché doveva essere così schietto?

A: VicinoSexy.
'Solo se mi porti in spiaggia.' lo guardai aspettando una risposta, che non tardò ad arrivare.

Da:VicinoSexy.
'E che spiaggia sia, miledy.' sorrisi e scesi dal davanzale, lo guardai farmi un occhiolino e di rimando chiusi le tende, così non avrebbe potuto spiarmi.

Forse era una pazzia uscire alle due di notte con un ragazzo, ma poco mi interessava. Mi aveva espressamente chiesto di uscire e sinceramente non volevo farmi scappare l'invito. Così aprii l'armadio, presi un paio di jeans attillati, una maglia nera con la scritta REBEL in bianco e un giacchetto nero con delle borchie sulle spalle. Indossai le scarpe nere borchiate e pettinai i capelli, rendendoli abbastanza presentabili. In pochi secondi passai la matita all'interno dell'occhio e un po' di mascara per rendere le ciglia più lunghe. Mi guardai allo specchio abbastanza soddisfatta, ed erano passati meno di quindici minuti.
Notai l'orario e le tre erano appena scoccate. Così presi le chiavi, il cellulare e uscii piano di casa, senza svegliare nessuno. Justin era già pronto fuori casa sua, con un sorriso davvero bello e smagliante.
"Hei." gli picchiettai la spalla e gli sorrisi, ricevendo in cambio un suo sorriso.
"Hei." ricambiò il saluto, dandomi un bacio sulla guancia. E avevo ragione. Le sue labbra erano davvero morbide. "Pronta?" mi chiese, estraendo le chiavi dell'auto. Annuii semplicemente, per poi entrare nella sua Range Rover rigorosamente nera.
"Piuttosto, sai dove andare?" gli chiesi, ricordando che era appena arrivato dal Canada. Scosse la testa ridacchiando.
"Avevo pensato di andare a caso e di usare il mio super istinto, ma se lei, signorina, ha voglia di spiegarmi cortesemente la strada, sappia che lo gradirei molto." mi fece un'occhiolino, cominciando a guidare dalla parte opposta alla spiaggia.
"Come prima cosa, inverta subito la sua rotta che da quella parte si arriva in autostrada." ridacchiai e subito fece un inversione a U facendomi sballottolare a destra e a sinistra. Be', cominciamo benissimo.
In una quindicina di minuti arrivammo in spiaggia, sani e salvi per nostra fortuna. Tolsi scarpe e calzini, toccando con le dita nude dei miei piedi la sabbia. Era fresca e sembrava quasi bagnata, ma era una sensazione bellissima. Chiusi gli occhi e lasciai che il venticello fresco scompigliasse i miei capelli, l'odore salmastro proveniente dal mare si sentiva parecchio.
Deficiente, sei su una spiaggia.. sussurrò la mia voce. Pronta a rovinare ogni fottuto momento.
"E' bello qui." Justin ruppe il ghiaccio, cominciando a camminare verso la riva.
"Be', qui è diverso. Sia tu che io proveniamo da ambienti completamente diversi. Quasi mi sorprende il fatto che non ci sia una festa in questo momento." esordii avvicinando a lui, l'acqua del mare cominciò ad infrangersi contro i miei piedi provocandomi un brivido, un brivido piacevole però.
"D'estate dev'essere bellissimo.." chiuse gli occhi, mentre io mi girai verso il suo viso.
"Che immagini, già le ragazze in costume?" ridacchiai, sentendo però un bruciore allo stomaco.
"Forse." ridacchiò, per poi guardarmi negli occhi. "Ti va di fare un bagno?" mi chiese, di punto in bianco. Spalancai gli occhi e lo guardai ridacchiando.
"No, grazie." alzai le mani in segno di resa e arretrai. "Non sia mai uno squalo viene a sbranarci.." portai le mani davanti alla bocca e mi 'finsi' spaventata, perché in realtà avevo davvero paura degli squali.
"Hai paura di essere sbranata da uno squalo?" alzò un sopracciglio e si avvicinò a me. "Dai, solo un tuffo e poi saliamo." mi prese per i fianchi e mi avvicinò a sé con uno strattone.
"Ma non ci tengo proprio, passo grazie." cercai di girarmi, ma le sue mani erano ben piantate sui miei fianchi. Imbarazzata mi morsi il labbro e arrossii, meno male che era buoio.
"Fifona." incollò le labbra al mio orecchio e una scarica di adrenalina mi fece tremare. Sembrò accorgersene, tant'è che sorrise per poi staccarsi. "Camminiamo o restiamo qui?" mi chiese, guardando verso il mare.
"Camminiamo." strinsi le scarpe tra le mie mani e cominciai a camminare sulla riva. L'acqua del mare era fresca, ma mi piaceva. Era rilassante camminare e staccare la spina un po' da tutto, anche se erano le tre di notte in quel momento mi sentivo davvero bene. Non percepivo la stanchezza e non avevo voglia di tornare a casa. Tutto ciò che volevo, era camminare ancora e sentire la voce di quel ragazzo tanto armoniosa. Mi trasmetteva tranquillità ed era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento.
"Come mai non riuscivi a dormire?" mi chiese all'improvviso, guardandomi.
"Troppi pensieri." sussurrai, stringendomi nel giacchetto.
"Ti va di..parlarne?" si bloccò per un secondo e mi toccò il braccio, fermando di conseguenza anche me.
"E' che.. da quando mamma non c'è.. non mi sembra di fare la vita di una diciannovenne." ammisi, sedendomi sulla spiaggia.
"Dov'è tua mamma?" mi chiese, sedendosi al mio fianco.
"E' malata di leucemia." sospirai, per poi continuare. "Sono due anni, non si riprende più. Da quando si è ammalata papà ha dovuto fare i doppi turni a lavoro, Ryley pure ha dovuto cercarsi un lavoro mentre io mi occupo della casa e dei bambini. Sono sempre indaffarata e non ho mai del tempo per me." guardai il bellissimo spettacolo che mi si poneva davanti, il mare era diventato una tavola calma e il vento smise di soffiare. "Domani, ad esempio, la mattina devo preparare cinque bambini da sola, preparare loro la colazione, mettere a posto e lucidare l'intera casa. Tutto questo per le undici, perché alle undici e mezza devo trovarmi in ospedale per andare a salutare mamma. Non che questo mi dispiaccia, anzi. Andare a trovare mamma è la parte più bella della giornata. Però è stancante fare tutto da sola." portai le ginocchia al petto e continuai a guardare il mare, la luna risplendeva in esso. "Non esco mai con Charly e non ho un ragazzo dall'ultima era glaciale, sono sempre bloccata in casa e non riesco mai a riscattare un po' di tempo per me. Però, faccio sempre tutto, perché so di essere l'unica donna di casa adesso e con cinque fratelli ho davvero una grande responsabilità. Non voglio che crescano con una baby sitter, preferisco piuttosto sacrificarmi. Cosa che sto facendo, certe volte di malavoglia ma lo sto facendo. Per carità, non dico di malavoglia perché odio i miei fratelli, anzi. Li amo con tutto il mio cuore. Vorrei solo più tempo per me, ecco tutto." finii il mio discorso , poggiando la testa sulle ginocchia.
Justin non emise una parola, si limitò a circordare le mie spalle con un braccio e a poggiare la sua testa sulla mia spalla. Era ciò che mi ci voleva. Potermi sfogare con qualcuno e non sentirmi dire 'brava' o 'fai la cosa giusta, sei davvero una brava sorella' eccetera, eccetera, eccetera. Poco mi importava dei pensieri altrui, perché non potevano certamente cambiare la situazione. Non potevano sanare immediatamente mamma e non potevano allungare le giornate con altre ventiquattro ore.
"Sei forte." sussurrò Justin. "Vorrei avere un briciolo della tua forza." continuò, provocandomi un qualcosa nello stomaco. "Ti stimo molto." alzò la testa dalla mia spalla e mi prese il mento tra le mani, girandomi verso di sé. "E sappi, che d'ora in poi ci sarò io ad aiutarti ogni qual volta ne avrai bisogno."

Mi sorrise, un sorriso che non avevo mai visto. Non uno di quelli che si fanno così tanto per fare, non era programmato e non era nemmeno finto. Era un sorriso che ti trasmetteva calore e verità, uno di quei sorrisi che ti provengono dal cuore e che ti rassicurano e ti fanno sentire meglio.
Senza emettere parola, affondai sul suo petto e chiusi gli occhi, sentendo le lacrime cominciare a scendere sempre più. Erano un fiume in piena e si sa, chi può fermarlo? Così, senza neanche aspettarmelo, Justin poggiò le mani sulla mia nuca e cominciò ad accarezzarmi, erano delle carezze davvero leggere e date con amore.

'E sappi, che d'ora in poi ci sarò io ad aiutarti ogni qual volta ne avrai bisogno.' ecco finalmente qualcuno che aveva capito ciò che avevo bisogno di sentirmi dire.

L'unico quesito che mi ponevo era: ci sarebbe stato sul serio?
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Buonsalve!!
Come state patate mie? Come state, uhm,uhm,uhm?
Io sto morendo di sonno e sono stanchissima, ugualmente sono qui per voi.
Dopo una settimana mi sentivo in dovere di pubblicare e.. eccomi qui.

Del tipo, che non appena ho riletto le prime frasi ho detto 'cavolo, ma mi sono descritta!',
perché in questi giorni non sto dormendo molto la notte a causa dei pensieri.
Il punto è che sto capitolo l'ho scritto.. mesi fa?
Per cui è una la risposta: prevedo il futuro.

LOL.

Allora, che ve ne pare di questi due bei ragazzi?
A chi non paicerebbe uscire alle tre di notte e andare in spiaggia?
Abbiamo scoperto qualcosa in più sulla nostra lady, la nostra Rebecca: sua madre, ha la leucemia.
Ma Justin? Cosa ci nasconde? E come mai il vento si era fermato?


Mi aspetto un vostro parere, tesori miei. Mi mancavo tantissimo i vostri commenti, sapete?
Grazie infinitamente per avermi sopportata lol.
Al prossimo capitolo, bellezze.
Much love.
-Sharon.

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Se volete, qui c'è il mio Instagram (chiedete il follow back sotto una foto).
Se volete leggere la mia prima FF, ecco 'Do you believe in love?'
E per leggere la mia seconda FF, ecco a voi 'We Can Fly To Never Neverland'
Ah, sto scrivendo una nuova FF, passate anche qui 'Look in my eyes, what do you see?'
 
   
 
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