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Autore: ___Page    03/12/2016    2 recensioni
-So che è difficile ma Usopp ha preso la decisione che lui ha reputato migliore per se stesso. È giusto e normale che ti manchi ma devi anche essere felice per lui. Ha deciso di intraprendere una strada diversa dalla nostra e noi dobbiamo credere in lui e forse un giorno lo incontreremo di nuovo- spiegò, sorridendo materna.
Chopper tirò su con il naso.
-E se non dovessimo vederlo mai più-
-In quel caso avrai sempre il suo ricordo nel tuo cuore-
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Usop
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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19 Giugno.
La Noche de la Rena Roja.
La festa sacra di Nirvana. Così sacra che qualunque abitante dell’isola era, secondo la tradizione, tenuto a festeggiarla ovunque si trovasse.
Da due anni Usopp viaggiava con i suoi nuovi Nakama e quella era la terza volta che aveva la fortuna di poter assistere e partecipare a quella festa.
Si appoggiò alla balaustra di legno del ponte della Sunny e lanciò una rapida occhiata al proprio abbigliamento. Lo straniva sempre vestirsi con quell’abbigliamento gitano ma quella era la tradizione e lui, che tanto amava vivere nuove esperienze – purché fossero sicure – con cui arricchire i propri racconti, lo faceva più che volentieri. Senza contare che era curioso di vedere anche il resto dei suoi ex Nakama vestiti con gli abiti tradizionali dei Chagall, soprattutto Sanji che era sempre impeccabile e perfetto.
Il pensiero del cuoco gli provocò una strana sensazione di disagio alla bocca dello stomaco, che non ebbe comunque il tempo di identificare quando Nami uscì dal sottocoperta, chiamandolo e avvicinandosi con un radioso sorriso.
-Nami, stai benissimo!- esclamò il cecchino, osservando la rossa navigatrice che indossava una camicia con le maniche morbide infilata in una gonna fantasia alta in vita, a metà polpaccio e con un profondo spacco sulla gamba destra. I capelli erano sciolti sulle spalle nude e ornati da una fascia annodata tra le ciocche rosse, come un cerchietto.
Nami sorrise con orgoglio, fermandosi solo un attimo per fare un giro su se stessa e farsi ammirare dall’amico, prima di riprendere a camminare verso di lui, ancheggiando appena. -Vero?! Zoro non sembra pensarla molto come te. L’ho incontrato nel corridoio, mi ha squadrata, ha grugnito e fine.- aggiunse con una noncurante alzata di spalle e un’espressione che voleva dire “quell’idiota non capisce niente”.
Si posizionò accanto a lui, anche lei con le braccia posate sulle balaustra e per un po’ rimasero in silenzio a fissare il mare, finché Nami non si girò verso Usopp e lo studiò più attentamente, rimanendo colpita da quanto bene gli calzasse quel look. Non poteva negare che nei due anni trascorsi da quando lo aveva visto per l’ultima volta, Usopp fosse cambiato, diventando più alto, più virile e più attraente. Ma non lo aveva mai realizzato pienamente come in quel preciso momento.
-Anche tu non sei niente male.- commentò e Usopp si girò a guardarla stupito mentre Nami metteva su un sorriso furbo. -Non che tu non abbia già fatto colpo su chi ti interessa.-
Gli occhi di Usopp si fecero tondi come due fondi di bottiglia e naso e guance assunsero una lieve sfumatura bordeaux, smorzata dalla penombra e dal tono scuro della sua pelle ma che non sfuggì comunque agli occhi esperti e felini della navigatrice.
-M-m-m-m-ma che d-dici N-Nami? Io non… n-non…-
-Oh andiamo Usopp! Con me non serve che cerchi di tenere nascosta la cosa. Siamo amici, lo sai! E per questo ti chiederò solo due milioni di Berry per mantenere il tuo piccolo segreto.- disse, dandogli di gomito e facendogli un complice occhiolino.
Usopp si strozzò quasi con la saliva e cominciò a tossicchiare e sputacchiare. Alla faccia dell’amicizia!
Impegnato com’era a non soffocare, il cecchino non riuscì a ribattere nulla prima che Nami riprendesse a parlare, dandogli qualche distratta pacca sulla schiena per aiutarlo. -Sai, io capisco che non vuoi creare problemi all’interno della ciurma. Una relazione tra nakama è già destabilizzante di per sé, figuriamoci se uno dei due coinvolti è il capitano della nave. Ma è evidente che Lilith prova qualcosa per te, Usopp, e non dovresti reprimere così i tuoi sentimenti. Sei il capitano è vero ma sei anche un uomo e sai una cosa? Io credo che se Bibi fosse rimasta, Rufy non si sarebbe fatto così tanti scrupoli. Certo, Rufy è Rufy ma comunque quello che intendo è che è stupido non viversi il momento quando tutto quello che abbiamo di certo è solo il presente nella vita che ci siamo scelti.- concluse, così coinvolta che, non fosse stato troppo impegnato a tenere gli occhi sgranati e la bocca aperta, Usopp sarebbe riuscito a farsi venire il dubbio che quel discorso era stato preparato e provato più volte per essere fatto a qualcun altro, forse con qualche modifica qua e là.
Ma Usopp era invece molto impegnato a tenere gli occhi sgranati e la bocca aperta e Nami si girò verso di lui un po’ stranita dalla totale mancanza di risposte da parte del cecchino. E rimase ancora più stranita quando vide la sua espressione, assolutamente indecifrabile, impossibile da descrivere o da interpretare.
-Ho… ho detto qualcosa che non va?- s’informò, preoccupandosi un poco.
-Ah? Oh no! No, no, no, no, no!- negò energicamente con il capo Usopp, rischiando di accecarla con il naso. -È che non capisco come hai fatto a… a… a farti quest’idea e…-
-Ti difende sempre.- rispose subito la rossa, senza dargli il tempo di finire il suo tartagliamento. -Ogni volta che qualcuno mette in dubbio la tua autorità o cerca di prendere decisioni che spetterebbero a te in quanto Capitano si altera moltissimo e non è semplice lealtà, credimi. E poi è come se ti tenesse sempre d’occhio, come se volesse sapere sempre dove sei anche se lo fa discretamente. E tu d’altra parte non fai che cercare il suo sostegno ogni volta che devi fare una scelta. Mi sono accorta dei vostri scambi di sguardi quando c’è da prendere una decisione, come l’altra sera quando Rufy ti ha proposto l’alleanza. Ma perché, mi sbaglio forse?- chiese, socchiudendo gli occhi indagatrice e posando le mani sulla vita snella.
-Uh?! B-beh, è che…- tentennò Usopp portando una mano alla nuca, su cui i capelli erano raccolti in uno chignon e una volta tanto liberi dal cappello. -È più complicato di così.-
-Usoooooooooooop!!!-
Diversamente da quello che si sarebbe potuto sperare, l’urlo di Rufy non arrivò come un avvertimento ma in contemporanea con lui e quando Usopp si girò verso la voce che lo chiamava tutto ciò che fece in tempo a mettere a fuoco fu una cicatrice a forma di X circondata da lembi di stoffa svolazzante. Dopodiché, tutto divenne nero. Provò a urlare mentre precipitava fuoribordo insieme al suo irruento ex Capitano ma il suo sfogo fu soffocato dalla camicia di Rufy, che rideva giulivo, come al solito ignaro del pericolo che stava correndo nel tuffarsi involontariamente in mare.
Il cervello di Usopp macinò rapido, considerando il più probabile svolgersi degli eventi che di lì a poco avrebbero avuto luogo. Considerata la potenza con cui Rufy gli si era schiantato addosso era altamente probabile che sarebbero andati giù un bel pezzo una volta in acqua. Rufy avrebbe perso istantaneamente conoscenza, cominciando subito ad affondare a peso morto e Usopp avrebbe dovuto probabilmente nuotare in giù un pezzo per recuperarlo prima di iniziare la risalita che sarebbe stata resa ancor più difficoltosa dalla scia creata dalle chiglie della Sunny e della Fenix. Una volta tornati su, dopo aver ripreso ossigeno, avrebbe dovuto lottare contro la risacca e preoccuparsi di tenere la testa di Rufy fuori dall’acqua, senza contare ovviamente il cappello di paglia da recuperare, che si sarebbe potuto allontanare in qualsiasi direzione. A conti fatti, una volta raggiunto il copricapo, le due navi sarebbero state troppo distanti per farsi issare direttamente a bordo e se anche avessero deciso di usare la Mini Merry era improbabile che Usopp sarebbe riuscito a tenere a galla se stesso e Rufy per così tanto tempo. Ergo, sarebbero morti annegati.
Sempre che non perdesse contro la risacca. O non riuscisse proprio a tornare a galla dopo il primo tuffo.
In ogni caso sarebbero morti annegati per colpa di quel deficiente del suo migliore amico.
Era così, non si scampava, non c’era altro modo in cui potesse andare ma non per questo non ci avrebbe nemmeno provato.
L’unica cosa, non capiva perché, anziché cadere verso il basso avesse la singolare sensazione di stare cadendo verso l’alto. O, più precisamente, di stare venendo trascinato verso l’alto.
Tossicchiando per la momentanea mancanza d’aria, Usopp riuscì a staccare la faccia dal petto di Rufy per indagare ma prima ancora di riuscire a focalizzarsi su alcunché la sua visuale cambiò di nuovo mentre rotolava su qualcosa di duro ma fresco, che somigliava molto al ponte della Sunny. Si sollevò sugli avambracci, sputacchiando qualche filo d’erba che gli si era appiccicato alla lingua e si guardò intorno.
Tutti i Mugiwara e tutti i Naga Hana erano riuniti intorno a loro e, mentre Nami stava sbraitando contro Rufy per la sua incoscienza che avrebbe finito per ammazzarli tutti o quanto meno Zoro che era troppo cretino e leale per lasciarlo affogare come si sarebbe meritato ogni volta che finiva fuori bordo per qualche sua geniale trovata, Lilith era invece accovacciata accanto a lui. Usopp si girò di scatto, quasi scottato dalla sua vicinanza e ci mise alcuni secondi ad accorgersi che la frusta della sua botanica era avvolta intorno alla propria vita e che la ragazza lo voleva solo liberare e riappropriarsi della propria arma.
-Recuperati appena in tempo.- mormorò Lilith, con un guizzo negli occhi.
Usopp si affrettò a rotolare di lato e rimettersi in piedi, incespicando appena. -G-grazie.-
-Non c’è di che Capitano!- gli fece l’occhiolino la gitana, portando le mani sui fianchi. -Di che stavi parlando con Nami?- domandò, tra il curioso e l’indagatore, avvicinandosi di più.
Le guance, le orecchie e la punta del naso del cecchino presero fuoco mentre cercava di balbettare una risposta. -O, b-b-b-beh n-niente di c-che. G-g-giusto due c-chiacchiere in-in-in amicizia.-
Lilith lo fissò in silenzio qualche secondo prima di annuire con un poco convinto -A-ah- che sottintendeva un “come no”.
Usopp deglutì a vuoto.
Non gli piaceva la piega che stava prendendo la conversazione. Avrebbe tanto voluto dirle di cosa aveva parlato con Nami prima di venire scaraventato in acqua ma non poteva. Sarebbe stato molto più semplice ammettere la verità, farle notare ciò di cui da sola non si rendeva conto ma non sapeva se avrebbe saputo gestirne le conseguenze.
Le mani delicate e morbide di Lilith che gli circondavano il viso e i suoi enormi occhi viola screziati di marrone che brillavano anche nel buio della notte interruppero il treno dei suoi pensieri.
-Usopp stai bene? Improvvisamente hai una cera orrenda!- esclamò la ragazza guardandolo da vicino. Troppo vicino.
-A-ehm!!-
Usopp balzò via dalla presa della botanica, riconoscendo immediatamente chi si era schiarito la gola in modo così minaccioso.
-Qualcosa non va?- domandò Saku, truce.
Lilith lo fulminò con un’occhiata. -Rilassati. Gli stavo solo chiedendo se stesse bene.-
Saku inarcò entrambe le sopracciglia e accarezzò sovrappensiero la lama di uno dei suoi coltelli. -Perché, gli serve una visita?-
-No!- urlò quasi Usopp con voce stridula.
-Ah.- commentò atono il medico. -Beh meglio così visto che siamo pronti per iniziare.- la avvisò e un’ondata di panico mista a eccitazione attraversò Lilith da capo a piedi.
Si passò una mano tra i capelli, nervosa mentre Saku si allontanava per accordare il proprio strumento. Dex era già in posizione con il tamburo tra le gambe e la flashò con un sorriso quando Lilith posò gli occhi su di lui. Un po’ della tensione svanì grazie al tacito incoraggiamento del suo migliore amico.
Prese un profondo respiro e si avvicinò alla piccola anfora che Pascal era andato a recuperare sulla Fenix e vi immerse il braccio fino al gomito. I Mugiwara erano riuniti a piccoli gruppi  ai margini del ponte, in attesa mentre i Naga Hana erano tutti concentrati nello stesso punto, a parte Usopp.
Si sedette a gambe incrociate, permettendo a Chopper di prendere posto in braccio a lui, gli occhi puntati su Lilith, impaziente di godersi lo spettacolo una volta ancora. Un arpeggio delicato risuonò nell’aria, saturandola di una musica che sapeva di viaggi e malinconia. Una canzone gitana, intonata dall’angelica voce di Neena sulle cui note Lilith cominciò a danzare, leggera come l’aria, tenendo il ritmo grazie alle percussioni gentili di Dex.
-Cosa c’è in quell’anfora?-
Usopp sobbalzò suo malgrado nel sentire quella voce così vicina. Non si era accorto che si era seduto accanto a lui, preso com’era ad assistere al rituale, almeno quanto Chopper che, per la stessa ragione, non sembrava essersi accorto del suo sobbalzo. Una nuvoletta di fumo passò davanti ai suoi occhi mentre si girava verso Sanji, che lo fissava di rimando.
Dove mai il cuoco stesse trovando l’autocontrollo necessario a non sbavare né sanguinare dietro la figura flessibile e armoniosa di Lilith, Usopp non lo sapeva. Ma ancora meno si spiegava perché mai, di fronte a cotanta angelica e divina bellezza, Sanji stesse fissando lui.
Lo stomaco gli si strinse in uno spasmo e fu costretto a distogliere gli occhi e tornare a guardare di fronte a sé.
-Sabbia.- rispose. -Sabbia della spiaggia di Nirvana.- precisò proprio nel momento in cui Lilith allentò appena il pugno per lasciar cadere la sabbia nell’erba, disegnando strani simboli sul ponte. -Tutti gli abitanti di Nirvana quando lasciano l’isola devono portare con sé una o più anfore contenenti tante manciate di sabbia quanti sono gli anni che pensano di stare lontani. Se la sabbia finisce, devono tornare a prenderne altra perché tutti devono partecipare alla Noche de la Rena Roja. È la festa sacra di Nirvana.- proseguì Usopp, certo, per un qualche inspiegabile motivo, che Sanji lo stesse ascoltando attentamente, per niente distratto dal corpo formoso che si muoveva di fronte a loro, ballando ora in mezzo ai simboli di rena. -La musica e il canto sono solo un di più, un modo per rendere tutto più suggestivo. Ciò che sta facendo Lilith è quello che conta davvero. Quella danza serve per entrare in contatto con l’isola e la sabbia è ciò che permette a tutti gli abitanti di Nirvana di collegarsi ad essa durante quest’importante notte. E se il rituale viene eseguito correttamente e l’anima del danzatore entra si unisce a quella dell’isola ecco che…- s’interruppe e sorrise quando i granelli di sabbia che Lilith aveva versato secondo una ben precisa logica diventarono rossi e palpitanti, come minuscoli lapilli, e levitarono nell’aria. -Ecco perché “Noche de la Rena Roja”.- La notte si accese di rosso per la Sunny, il ponte sembrava invaso da mille lucciole che ora si muovevano seguendo i passi di Lilith.
Usopp sorrise. Era stata perfetta anche quell’anno.
-Allora è così.- mormorò Sanji dopo alcuni istanti di silenzio.
Usopp si girò di scatto verso di lui, il panico negli occhi. -Di  che stai parlando?!- ma Sanji si prese tutto il tempo di fare un lungo tiro dalla propria sigaretta e liberare una nuvoletta di tabacco, facendo friggere il cecchino nell’attesa. -Guarda che io e Lilith…- riprese la parola Usopp, troppo teso per riuscire a pazientare.
-Mi sono sempre chiesto che effetto facesse sentirti raccontare una storia senza tutti quei creativi dettagli.- gli parlò sopra il cuoco, guardandolo fisso e serio. -Meno divertente ma decisamente molto più suggestivo. Sei davvero un grande oratore Usopp.- aggiunse in un sussurro appena udibile che fece tremare il cecchino.
Una recondita parte del suo cervello si accorse che la musica era finita, che qualcuno stava applaudendo e che Chopper si stava muovendo sull’incrocio delle sue gambe, probabilmente per girarsi a guardarlo, e sapeva Usopp che, no, non andava assolutamente bene che lo vedesse fissare Sanji così intensamente. Non andava bene che nessuno lo vedesse fissare Sanji così intensamente ma, in tutta onestà, non era come se avesse davvero scelta. Il corpo semplicemente non rispondeva.
Deglutì a vuoto e fece appello a tutto il proprio autocontrollo per tornare in sé ma prima che lui potesse distogliere lo sguardo di sua spontanea volontà, prima che Chopper potesse finire di girarsi e chiamarlo entusiasta, prima che Robin potesse scivolare via dall’abbraccio in cui Franky l’aveva stretta travolto dalla commozione che lo spettacolo gli aveva suscitato, che Rufy infilasse la testa nell’anfora curioso di vederne in contenuto, che Dex si avvicinasse a Lilith per complimentarsi con lei sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, prima di tutto questo un fischio acuto e prolungato risuonò nell’aria, seguito da un micidiale tonfo. E la notte si accese di nuovo di rosso per la Sunny, ma non come se mille lucciole simili a lapilli avessero invaso il ponte, bensì come se un gigantesco incendio fosse improvvisamente divampato. E fu con orrore che Usopp, scattato in piedi e in allerta, si accorse che davvero un gigantesco incendio, divampato dal nulla e senza avvisaglie, stava divorando la Fenix. In un attimo la nave gitana non era che una sagoma avvolta dalle fiamme.  
Il sangue gli si gelò nelle vene mentre qualcuno gridava un ordine incomprensibile.
-Ma cosa diavolo è successo?!- ringhiò Zoro, portando istintivamente la mano all’elsa della Wado.
-Come facciamo a sedarlo?- domandò Franky ad alta voce sebbene parlasse con se stesso. E dal momento che non se l’aspettava, rimase ancora più sorpreso per il fatto di aver ricevuto risposta che non per la risposta in sé.
-Non si può.- mormorò Pascal, mentre Dex si affiancava ad Usopp, osservando impotente le fiamme crescere ed espandersi, lambendo l’albero maestro. Un’esplosione risuonò sul fianco destro della Fenix.
-Dobbiamo staccare le navi.-
Usopp si voltò incredulo verso Lilith, imitato da tutti i presenti. La botanica era ferma al centro del ponte, i pugni stretti lungo i fianchi e lo sguardo determinato, nonostante il suo bel volto fosse rigato di lacrime. Con uno sforzo immane, sorrise al suo capitano, tremando impercettibilmente.
-L’anfora è qui sulla Sunny, non c’è altro per cui valga la pena rischiare al vita e la Fenix… è perduta…-.
Una seconda esplosione sottolineò quell’innegabile e atroce verità e Usopp sentì il cuore scivolargli nello stomaco.
-Lil!- esclamò Dex, scattando verso di lei. -Le tue scorte di Penstemon…-
Lilith lo fermò, posandogli una mano sul pettorale. -Sono qui sulla Sunny.- lo rassicurò per poi tornare a guardare Usopp, senza staccarsi da Dex. -Capitano, dobbiamo staccare le navi.-
Una terza esplosione e alcuni pezzi di legno incandescente atterrarono tra l’erba del ponte, prontamente spediti in acqua da Sanji con un calcio ben assestato.   
-Capitano.-
-No! Possiamo ancora fare qualcosa!- protestò Rufy, allungando le braccia fino alla superficie del mare per riempire d’acqua un secchio che aveva recuperato chissà dove.
Usopp si guardò intorno spaesato, senza sapere cosa fare. Per un attimo i suoi Nakama vecchi e nuovi scomparvero da davanti i suoi occhi e la sua visuale fu riempita dall’immagine di una nave che bruciava, una nave grande quanto la Fenix ma con la polena di una forma differente. Il cuore gli balzò nel petto e un nodo gli si formò in gola.
-Capitano!-
Tornò bruscamente in sé.
Qualcuno aveva iniziato a tossicchiare ma Usopp si sentiva come se gli avessero tagliato le corde vocali. Fece vagare lo sguardo sui propri compagni, incurante dei Mugiwara che si affannavano, cercando disperatamente un modo per salvare la nave amica. Lilith aveva cominciato a singhiozzare sommessamente e anche Neena piangeva in silenzio. Saku osservava stoico la scena di fronte a sé e Dex soffriva per se stesso e per Lilith, ancora addossata al suo petto. Persino il viso di Pascal tradiva il dolore che il carpentiere stava provando nel vedere la nave, in cui aveva messo sempre tanto impegno da che era diventata la sua casa per mantenerla al meglio e guarirla da ogni ferita, sgretolarsi di fronte ai suoi occhi.
Usopp non credeva di essersi mai sentito così empatico con nessuno. Lui più di tutti sapeva cosa stava provando Pascal.
-Usopp!- gridò Lilith e di nuovo la voce della ragazza lo riportò alla realtà. -Per l’amor del cielo, ti prego… dai tu l’ordine…-
Usopp sgranò gli occhi e un misto di determinazione, sofferenza, coraggio e dolore lo pervasero mentre scuoteva la testa, stringeva i pugni e si girava verso i Mugiwara.
-Ragazzi basta!- alzò la voce, per farsi sentire sopra le grida e il crepitare del fuoco. Si girarono a guardarlo e Usopp ebbe bisogno di tutte le proprie energie per non distogliere lo sguardo mentre aggiungeva. -Staccate la  Fenix.-    
Nami sgranò gli occhi incredula. -Usopp ma cosa dici?-
-Non c’è un minuto da perdere! Staccate la Fenix!- insistette il cecchino.
Furente di rabbia, Rufy si avvicinò a lui, fermandosi a pochi passi per fronteggiarlo. -Non puoi arrenderti così! Quella è la tua nave!-
Gli occhi di Usopp lampeggiarono. -Appunto! È la mia nave e sono io che decido! Dì a Zoro di tagliare la catena!-
-No! Devi lottare! Non puoi lasciarla andare senza aver tentato tutto per lei!-
-Rufy sta bruciando!!! Non c’è niente che si possa fare ormai!!!-
-Possiamo cercare di spegnere l’incendio!!!-
-No!!! Staccatela!!!-
-Perché no?!?!-
Zoro e Sanji si scambiarono un’occhiata d’intesa quando i due capitani iniziarono ad alzare la voce, pronti a intervenire se necessario.
-Il legno di Nirvana brucia anche sotto la pioggia! Non bastano due secchi d’acqua per salvarla! Dobbiamo lasciarla andare!!!-
-Non lascerò che tu debba viverlo di nuovo, Usopp!!!-
-NEMMENO IO!!!-
Nami e Chopper trattennero rumorosamente il fiato quando Usopp afferrò Rufy per i polsi e gli urlò in faccia.
-Quel legno non si spegnerà tanto presto e se non le separiamo ora tra poco anche la Sunny prenderà fuoco! Non vuoi che io lo viva di nuovo?! Allora di a Zoro di tagliare quella maledetta catena! Sono IO il Capitano, è la MIA nave e stavolta sono IO che decido! È arrivato il momento di lasciarla andare, Rufy. Non posso fare più niente per lei.-
Si guardarono negli occhi per un lungo istante e poi fu Rufy a distogliere lo sguardo per primo, girando il capo verso i suoi Nakama.
-Franky, prepara il Coup de Burst. Zoro… taglia la catena.-
Per un attimo solo il crepitare del fuoco risuonò nell’aria che si stava saturando sempre più di fumo nero e denso. Usopp lasciò andare Rufy e si girò verso i propri compagni. Dei passi pesanti alle sue spalle, il rumore di una spada che veniva sguainata con maestria poi un lieve clangore, tutto riecheggiò assordante nella testa di Usopp, sovrastando anche i rumori del violento incendio.
Quando la Sunny schizzò via grazie alla forza propulsiva del geniale congegno alla cola, solo allora Usopp si avvicinò, insieme al resto dei Naga Hana, al parapetto del ponte. Nonostante la distanza a cui si trovavano in quel momento, vedevano bene la Fenix che continuava a bruciare e, lo sapevano tutti, avrebbe continuato fino all’alba.
Ma Usopp sapeva che, per quanto quel legno ci avrebbe messo a tramutarsi in cenere, i cuori dei suoi compagni avrebbero continuato a bruciare molto più a lungo.
 
 
 
 
  
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