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Autore: Atocheg    03/12/2016    2 recensioni
Una nuova pasticceria è stata aperta in città, e quando un ragazzo decide di provarla, gli viene ricordato che sulla superficie ora non ci sono solo gli umani...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Muffet, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La luce che filtrava attraverso le tende cadde sugli occhi chiusi di Aden, ancora prima che la sua sveglia suonasse. Il ragazzo emise un verso infastidito, per poi rigirarsi e mettersi il cuscino sulla testa, facendo il possibile per ignorare la luce ed il primo canto degli uccelli.

Poco dopo iniziò a squillare la sveglia, che venne immediatamente fermata dal ragazzo, il quale, una volta che la ebbe silenziata, prese il cellulare per guardare l'orario.

"Ma che diamine? Perché si è messa a suonare un'ora prima?" si domandò seccato il giovane, posando il cellulare e, nel farlo, notando il ragnetto che aveva preso residenza in un angolino della sua stanza. In un istante, gli occhi gli si spalancarono nel ricordare perché avesse deciso di svegliarsi a quell'ora.

Velocemente, si precipitò giù dal letto e di fronte all'armadio, iniziando a scegliere cosa mettersi. Alla fine, soddisfatto della sua decisione (una felpa blu scuro, dei pantaloni pesanti grigi e le stesse scarpe lucide della giornata prima), si preparò quanto più in fretta possibile, per poi andare nel soggiorno, mettersi la giacca ed uscire nell'atrio del condominio.

- Aden, dove stai andando così presto? - lo fermò sua madre, con ancora addosso un pigiamone rosa e una tazza di caffé in mano.

- Dove vuoi che vada, mamma? - le rispose Aden, sollevando per un istante gli occhi al cielo – Vado a scuola. -

- Ma non hai neanche fatto colazione... -

- Prendo qualcosa lungo il tragitto, tranquilla. - sua madre stava per rispondergli, ma Aden la precedette dandole un bacio sulla guancia e scappando fuori dall'entrata del condominio.

Il tempo si mostrava più clemente rispetto al giorno prima. Non nevicava più, faceva leggermente più caldo, e, almeno per il momento, non c'era una singola nuvola in cielo. Ciononostante, faceva ancora freddo a sufficienza da costringere il ragazzo a rifugiarsi nella pelliccia del suo cappotto, mentre con le mani in tasca, si muoveva tra la neve rimasta sui marciapiedi lungo il percorso che lo avrebbe portato alla sua scuola, compiendo solo una lieve deviazione per raggiungere la pasticceria. "Tanto la scuola apre solo tra un'ora e mezza, ho il tempo di passare da Muffet." pensò, e si meravigliò di come gli fosse stato facile ricordare il suo nome. A volte gli risultava ancora difficile riportare alla mente persino i nomi dei suoi compagni di classe, con cui ormai aveva passato cinque anni. Doveva essere per quei dolci che aveva provato, ne era sicuro. Sì, si ricordava così facilmente di lei perché la associava a qualcosa di così buono, era ovvio. Il fatto che fosse anche carina era solo una piacevole aggiunta.

Ancora preso dai suoi pensieri, Aden si ritrovò infine di fronte alla pasticceria, proprio mentre Muffet stava rigirando il cartellino appeso alla porta ad indicare che aveva aperto. Appena si accorse di lui, la ragazza gli rivolse un sorriso – Buongiorno, Aden. Non mi aspettavo di vederti così presto. - lo salutò, agitando una delle sue mani superiori – Anche i mostri più mattinieri vengono qui almeno mezz'ora dopo l'apertura. -

Il ragazzo semplicemente scrollò le spalle – Devo essere a scuola tra un'ora, quindi... - rispose, entrando nella pasticceria, e togliendosi la giacca – E comunque, così non rischio di venire e notare che è tutto esaurito. Quella sarebbe la vera tragedia. - concluse, mettendosi a ridacchiare, almeno finché non si rese conto di quello che aveva appena detto.

"Congratulazioni, genio..." si ammonì mentalmente il giovane, accorgendosi solo dopo qualche secondo che anche Muffet si era messa a ridacchiare – Beh, non pensavo che i miei dolci potessero piacere così tanto. - disse lei, sorridendo, e mostrando ancora una volta le due piccole zanne che, secondo Aden, la rendevano ancora più gradevole da guardare.

Solo dopo un po' si rese conto che non aveva detto niente, rimanendo invece a fissarla. Come risvegliandosi da una qualche trance, il ragazzo si schiarì la voce, sperando che il calore che sentiva sul volto fosse dovuto alla temperatura del locale e non ad un possibile rossore delle sue guance – Penso che ti sottovaluti. - le rispose, unendo le mani dietro la schiena e riportando almeno l'ombra di un sorriso sul suo volto – Sono certo che in poco tempo avrai molti clienti anche tra gli umani. Devi solo dare loro il tempo di scoprirti. - continuò, e, nel notare l'ampliarsi del sorriso sul volto di Muffet, non potè fare a meno di imitarla, sorridendo in maniera più genuina.

- Grazie. Sei molto gentile a dire questo a un mostro che conosci da solo un giorno. - gli disse la ragazza, suscitando un altro leggero ridacchiare da parte di Aden.

- Sto solo dicendo la verità. Anzi... - iniziò a dire, ma venne interrotto dallo squillare del campanello, segno che altri clienti erano arrivati.

- CIAO MUFFET! IO, IL GRANDE PAPYRUS, HO UNA RICHIESTA DA FARTI! - urlò lo scheletro più alto dei due che erano appena entrati, portandosi una delle due mani coperte da due guanti rossi sul petto e sollevano al cielo l'altra nel presentarsi come "il grande Papyrus", mentre un secondo scheletro, più basso, stava in piedi accanto a lui, con le mani in una felpa con cappuccio blu.

- come va? - disse a Aden e Muffet, concentrandosi poi sul ragazzo – mhh... non credo ci siamo già incontrati. - domandò, allungando poi una mano verso di lui – io sono sans. -

Una leggera risata scappò dalle labbra di Aden, sia per l'eccentricità di Papyrus sia per quella che sembrava essere la scarsa memoria di Sans – A dire il vero, ci siamo già incontrati, ma non credo di essermi presentato. Ero troppo impegnato a ridere delle tue battute. Comunque, io sono Ad... - iniziò a dire, stringendogli la mano, e fu allora che si sentì una pernacchia risuonare nella pasticceria, seguita dalla risate di Sans, mentre il volto di Aden iniziava a diventare sempre di più dello stesso colore dei fiocchi di Muffet.

 SANS! COME TI DEVO DIRE DI NON INFASTIDIRE GLI UMANI CON I TUOI STUPIDI SCHERZI? - sbottò Papyrus, per poi schiarirsi la voce e ricominciare a parlare come se stesse tenendo un discorso di fronte ad un gran pubblico – AD OGNI MODO, IO, IL GRANDIOSO PAPYRUS, SONO VENUTO A CHIEDERTI DI POTER LAVORARE IN QUESTO LUOGO. - esclamò, accomodandosi poi, su richiesta della ragazza-ragno, ad uno dei tavoli, presto raggiunti anche da Muffet, che aveva una cioccolata calda in quattro delle sue mani, e reggeva un vassoio di dolci con le ultime due. Quasi immediatamente, Aden si alzò, prendendo il vassoio da Muffet e posandolo sul tavolo, ricevendo un sorriso di ringraziamento che lo fece arrossire leggermente, sebbene, rosso com'era a causa dello scherzo di Sans, non fosse possibile notarlo.

- Molto bene, Papyrus, - iniziò a dire Muffet, con tutta l'aria di un manager di alta finanza – Cosa sai fare?-

- SONO ABILISSIMO IN CUCINA, UN MAESTRO SPAGHETTORE, MA POSSO PREPARARE TUTTO QUELLO CHE DESIDERI! - rispose lui, battendosi con orgoglio un pugno sul petto, per poi gettarsi in avanti, spalancando gli occhi (o meglio, le sue orbite, visto che non aveva occhi veri e propri) – DUNQUE CHE NE DICI? ASSUMERAI IL MAGNIFICO PAPYRUS? -

- A dire il vero, in cucina sono già a posto... - cominciò a rispondere Muffet, fermandosi di punto in bianco, ed Aden, che, per motivi che lui stesso non capiva, aveva continuato ad osservare la ragazza, notò una goccia di sudore iniziare a scivolare lungo la sua fronte. Spostando il suo sguardo per vedere cosa stesse causando quella reazione, vide Sans: la sua orbita destra era completamente vuota, senza più il punto bianco che sembrava essere la sua pupilla, mentre in quella sinistra sembrava essersi materializzato un occhio azzurro brillante. Bisognava ammetterlo, sembrava abbastanza minaccioso – M-ma posso assumerti come commesso, e se svolgerai bene il tuo lavoro, allora forse... - dall'occhio blu di Sans iniziò a sprigionarsi una fiamma dello stesso colore – Sicuramente sarai promosso a cuoco in poco tempo. - finì nervosamente Muffet – Ti va bene? - domandò infine, più a Sans che a Papyrus, ma quest'ultimo non sembrò farci caso, applaudendo rumorosamente.

- PERFETTO! IL GRANDE PAPYRUS SARA' IL COMMESSO MIGLIORE CHE TU ABBIA MAI AVUTO! SARO' COSI' BRAVO CHE NON POTRAI FARE A MENO DI RENDERMI CUOCO!- urlò lo scheletro, battendosi nuovamente un pugno sul petto. Sia Aden che Muffet non poterono fare a meno di sorridere, rallegrati dall'energia di Papyrus.

I quattro si misero per un po' a chiacchierare, discutendo principalmente delle differenze tra la vita nel Sottosuolo e quella in superficie. Nonostante le difficoltà iniziali, l'unione del mondo umano con quello dei mostri stava procedendo abbastanza spedita. C'erano ancora molte persone che si ribellavano alla novità, basandosi solo sui mostri che avevano visto nei film o in TV, ma anche persone che invece supportavano il cambio, mostrandosi amichevoli con i mostri, ed il loro numero sembrava aumentare di giorno in giorno. Aden, di conto suo, stava anche approfittando della situazione per conoscere gli altri tre, soprattutto Muffet.

La loro chiacchierata continuò finché lo sguardo di Aden non si posò per pura casualità sull'orologio appeso dietro al bancone, e i suoi occhi si spalancarono.

- Oh cavolo, sono in ritardo. Tra pochi minuti iniziano le lezioni. - esclamò scattando in piedi e rimettendosi di corsa la giacca.

Stava per correre fuori dalla pasticceria, quando si sentì tirare per l'orlo della manica, e si voltò: in qualche modo, Sans era riuscito ad alzarsi e fermarlo senza che nessuno se ne accorgesse – non ti preoccupare, amico. conosco una scorciatoia, arriverai alla tua meta in un istante. - gli disse, e Aden sembrò calmarsi. Non capiva perché, ma si fidava delle sue parole. Ciononostante, si diresse in fretta fuori del locale, ma non prima di aver pagato per la sua cioccolata, seguito, lentamente, dallo scheletro.

Appena furono all'aperto, Sans si diresse verso un vicolo isolato – Ehi, dove stai andando? La scuola è dall'altra parte. - gli urlò dietro Aden, ma lo scheletro gli fece semplicemente segno di seguirlo.

Nonostante la voce nella sua testa gli urlasse di correre il più velocemente possibile verso la scuola, il ragazzo lo seguì, e quando furono nel vicolo, Sans porgé la mano al giovane – ora dammi la mano e chiudi gli occhi. - gli disse, e quando, seppur titubante, Aden obbedì, il ragazzo ebbe la sensazione di stare fluttuando. Seppur incuriosito, non aprì gli occhi, e presto la sua impressione fu di cadere, impressione che si rivelò esatta quando i suoi piedi toccarono terra. Allora aprì gli occhi, e si ritrovò in uno dei corridoi della sua scuola. Gli studenti erano già nelle loro classi, e gli inservienti nel corridoio non sembravano aver notato la sua improvvisa apparizione.

Senza farsi troppe domande, Aden si diresse di corsa nella sua classe, preparandosi per un'altra giornata di lezione.


   Allora, ricordate che avevo detto che probabilmente non avrei potuto aggiornare prima di Lunedì?

Beh, a quanto pare mi sbagliavo. ^^'

Comunque, spero che la storia finora vi stia piacendo.

Ah, e un piccolo avviso: come ho detto rispondendo alle recensioni del primo capitolo, sono disposto ad accettare richieste per personaggi che vorreste vedere nella storia, siano essi Canon o OC (in entrambi i casi, comunque, ricordatevi che avranno un ruolo secondario. La storia ruota intorno a Muffet ed Aden, non agli altri ;)).

Bene, grazie dell'attenzione e a presto,
Atocheg

   
 
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