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Autore: TheCube    04/12/2016    1 recensioni
Tutti sono bravi a dare dei giudizi quando non sono loro a trovarsi al centro di tutte le tempeste del mondo.
Tutti, fin dalla sua nascita, non avevano fatto altro che giudicare Draco Malfoy, come la mela marcia di tutti gli alberi, la pecora nera di tutte le famiglie.
Tutti, fin dalla nascita, avevano etichettato Hermione Granger come la ragazza più intelligente, la migliore strega della sua generazione, seppur mezzosangue.
Quindi, partendo da queste premesse, chi mai avrebbe potuto dire che due persone tanto diverse, che si erano odiate per così tanto tempo, avrebbero potuto trovare in qualche modo qualcosa in comune?
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Neville, Ron/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 3.


POV HERMIONE.

 
I giorni successivi alla guerra passarono molto velocemente, e in maniera “strana”.
Il trio che fino a quel momento era rimasto unito, aveva cominciato a dividersi, non so bene in quale modo, ma era quasi una settimana che non sentivo più nessuno di loro.
Dopo aver finito di sgomberare il castello dalla sue macerie più grandi, Harry aveva abbandonato Hogwarts per recarsi alla casa della madre di Tonks.
Il prescelto si sentiva in debito con i due sposi che l’avevano fatto diventare padrino del loro figlio, il quale era oramai diventato sua responsabilità e unica parte della sua famiglia.
Ron, invece, se n’era andato ancora prima rispetto ad Harry, in quanto la sua famiglia era coinvolta nei preparativi del funerale di Fred e oltre a ciò il ragazzo sembrava essere diventato leggermente instabile, non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Sembrava che la guerra lo avesse scosso più di quanto avrebbe preferito dimostrare.
Io, invece, decisi di restare nel castello di Hogwarts.
Dopo aver eliminato dalla memoria della mia famiglia la mia esistenza, non avevo più nessun posto da chiamare casa, nessun posto dove ritornare e, ancora, dovevo terminare il percorso di studi all’interno della suola. Utilizzai queste come giustificazione alla mia permanenza all’interno della scuola.
La versione originale era che non ero ancora sicura di voler rientrare nella vita dei miei genitori. Quella guerra mia aveva fatto capire quanto fosse difficile, per i babbani, essere coinvolti nella vita magica.
Quanti pericoli io avessi potuto portare a loro.
Era vero che la guerra magica era finita, ma coloro che erano stati dalla parte di Voldemort, e credevano davvero nei suoi ideali, non erano stati ancora tutti catturati, e i pericoli presenti erano ancora troppi.
Mentre facevo queste riflessioni i miei piedi mi avevano condotto verso il lago nero, il posto che sapevo essere più isolato di tutti.
In quella giornata soleggiata andai a cercare riparo sotto l’ombra di un faggio e, non appena mi sedetti sul terreno, portai gli occhi sulla superficie del lago.
L’acqua non sembrava subire alcun movimento se non quello prodotto dal vento. Sembrava che le creature che abitavano il lago erano scomparse.
La scena mi metteva estrema tristezza e per questo decisi di chiudere gli occhi per isolarmi del tutto da questa situazione, da questo mondo.
Rivolsi il viso verso il sole per ricevere il suo calore e cercai di liberare la mente da ogni pensiero, ma non ci riuscì.
Non era facile dimenticare gli avvenimenti che erano avvenuti durante la guerra.
Se qualcuno, al mio primo anno scolastico, mi avesse detto quello a cui sarei andata incontro non ci avere mai creduto, e molto probabilmente non avrei fatto la maggior parte delle scelte che avevo fatto.
Chi mai avrebbe voluto affezionarsi a delle persone per poi perderle tutte? Lupin, Tonks, Silente, Sirius, Dobby, Fred, persino alla sua fine, il professor Piton.
La lista era lunga chilometri, e ad una così giovane età non era certo un vanto avere così tanti amici morti.
A questo pensiero le lacrime iniziarono a scendere dalle mie guance, ma non mi curai nemmeno di asciugarle, sapevo che presto ne sarebbero giunte delle altre.
Non potevo nemmeno evitare di pensare ad Harry e Ron.
In un certo senso i sentivo tradita da loro. 
Se n’erano andati così, senza dire niente, senza nemmeno preoccuparsi del fatto che sarei rimasta sola, senza nemmeno inviarmi una semplice lettera ogni tanto, giusto per vedere come me la stavo cavando.
Mi mancava Harry, il mio migliore amico. Colui al quale ero rimasta vicino per così tanto tempo che oramai ero diventato come un fratello e nel cui abbraccio potevo trovare un consolazione.
Mi mancava Ron, al quale mi ero sentita così vicina in quegli ultimi momenti, ma che poi mi aveva allontanato altrettanto bruscamente da quello che avremmo potuto creare, facendomi chiedere cosa avesse voluto significare quel bacio, se fosse stato guidato da quello che sarebbe potuto essere amore, o dalla semplice euforia del momento.
Oh, non c’è la facevo più ad avere tutti quei pensieri per la testa e allora cercai di bloccare tutto.
Mi accovacciai su me stessa, prendendomi la testa con le mani.
Cercando di scacciare quell’oppressione che sentivo crescermi dentro annullando la mia stessa esistenza.



 

 
POV DRACO.

Mi ero accorto che da una settimana a questa parte la scuola aveva iniziato a svuotarsi. Tutti coloro che avevano subito delle perdite si erano ritirati dalla scuola per riunirsi alle proprie famiglie.
Persino il fantastico trio sembrava aver perso la sua compattezza.
Il prescelto e il rosso malpelo avevano abbandonato la scuola, mentre la Granger era rintanata all’interno di questa e io non la vedevo dal nostro ultimo incontro, avvenuto poche ore prima della guerra.
Proprio per questo stavo girovagando per il castello nella sua ricerca.
Ero andato nella biblioteca, convinto che una “so tutto io” come lei potesse ovviamente trovarsi in quel posto, ma la stanza era completamente spoglia e la grifondoro non si trovava lì.
Andai a cercarla nella sala grande, ma fra quella piccola folla di teste non riuscì a intravedere la sua.
Non si trovava nell’atrio, nel campo di quidditch, nella capanna di Hagrid, ovviamente non era nei sotterranei, perché li poteva trovare solo i dormitori di noi serpeverde e inoltre non potevo sapere se si trovava nel suo dormitorio in quanto non avevo i requisiti per entrare lì dentro.
Restava solo un posto dove andare a controllare la presenza della ragazza e mentre mi recavo lì mi chiesi mentalmente se c’era qualcos’altro che mi spingeva a cercarla oltre il fatto di voler parlare finalmente con qualcuno.
Nonostante tutto, in un qualche strano modo, indifferentemente dal fatto che ci fosse solo lei come alternativa alla solitudine, non avrei preferito davvero nessun altro con cui conferire parola.
Quando arrivai sulle sponde del lago nero, i miei occhi, come per magia, si posarono immediatamente sopra la sua figura.
La ragazza sembrava volersi isolare dal resto del mondo e rannicchiata così com’era su se stessa, sembrava davvero una bambina e non più la ragazza forte che avevo visto lottare a Villa Malfoy.
In quel momento mi sentì così inadeguato in quel posto.
Un intruso che stava andando a violare la tranquillità di una persona, ecco come mi sentivo, ma non ripensai a quello che stavo facendo, ansi preso ancor di più coraggio e, con il rispetto che mi era sempre mancato nei suoi confronti, andai a sedermi con molta tranquillità vicino a lei, cercando di non distoglierla da quello stato di dormiveglia in cui era caduta.
 
 
Stetti qualche minuto, o forse qualche ora, vicino a lei, ad osservarla.
Non potevo sapere se la Granger fosse stizzita dalla mia presenza o se anche solo si fosse accorta di me. Qualsiasi sua espressione era invisibile ai miei occhi in quanto il suo viso era ancora nascosto dal resto del suo corpo.
Trascorse ancora qualche secondo di silenzio prima che uno dei due avesse preso l’iniziativa di parlare.
 
-Guarda che puoi anche smetterla di fissarmi. –
 
Fu quello che disse la ragazza.
Per qualche strano motivo mi sentivo rimproverato per qualcosa che avevo fatto.
Probabilmente limitarmi ad osservare la ragazza per così molto tempo sarebbe potuto essere maleducato ed io presi quel rimprovero molto peggio di quanto mi aspettassi.
Mi alzai dal mio posto con aria seccata, per andarmene, ma dopo nemmeno due passi venni nuovamente interrotto dalla voce della ragazza.
 
-Non c’è bisogno che tu te ne vada. - mi disse.

 
-Non volevo disturbarti-.
 
Fu tutto quello che invece riuscì a dire io.
 
-Se non volevi disturbarmi potevi anche evitare di venire qui. –
 
Sembrava che a tenere in piedi quel discorso fossero due lunatici.
La ragazza in un primo momento aveva fatto capire che forse dovevo andarmene, per farla restare nuovamente da sola, poi mi aveva detto che non era un problema per lei se io fossi restato lì e ora, nuovamente, sembrava volesse che io me ne andassi, mentre io, invece, ero colto da repentini mutamenti del mio stato d’animo.
Prima annoiato, poi sereno, poi intollerante e poi di nuovo sereno.
Ribattere alle parole della ragazza sarebbe stato a dir poco inutile.
Io mi ero recato da lei con l’intenzione di parlarle, cosa che in quel momento sembrava darle fastidio, o le dava ancora più fastidio la mia semplice presenza.
 
-Scusa se ti rispondo così, ma stavo riflettendo su delle cose. – Irruppe di nuovo la grifondoro.
 
-Se hai bisogno di stare da sola, posso anche andarmene. –
 
-No, no. In fin dei conti non mi dispiace così tanto la compagnia. –

-Nemmeno a me. –
 
La solitudine iniziava a farsi sentire da entrambi.
Tutti e due, ognuno per i suoi motivi, eravamo costretti a restar nel castello senza avere la possibilità di parlare con qualcun altro se non con noi stessi, e questo, a lungo andare ci avrebbe condotti alla pazzia.
 
-Come mai sei ancora nel castello? –
 
La ragazza ovviamente voleva intavolare una conversazione, ma aveva scelto proprio l’argomento sbagliato dal quale iniziare.
Mi vergognavo a dirle qual era il vero perché della mia permanenza all’interno del castello.
Il ministero della magia, gli auror e gli stessi professor.
Nessuno sapeva come trattare bene la mia situazione proprio perché mai prima d’ora era accaduto che qualcuno diventato mangiamorte, quando era ancora minorenne e contro la sua totale volontà, aveva dato una mano ai “buoni”, durante una guerra.
Un caso del genere era accaduto con il professor Piton, il mangiamorte che per amore verso una mezzosangue aveva denunciato la sue gesta a Silente ed era stato perdonato, almeno in parte per tutto quello che era accaduto; perché questo non poteva accadere anche a me?
Ma la condanna che dovevo ricevere non aveva importanza rispetto ai casi dei veri mangiamorte che avevano contribuito alla congiura di Voldemort e alla cui morte erano scappati e finiti chi sa dove, mantenendo la minaccia viva. E proprio per questo, in attesa della mia condanna, ero costretta a passare dei giorni senza data di scadenza all’interno del castello.
 
-Non me la sentivo di abbandonare la scuola. –
 
-Nemmeno io. –
 
Lei lo sapeva, sapeva che non stavo dicendo la verità, l’aveva intuito.
Come io avevo intuito che anche lei stava mentendo, ma nessuno dei due fece ulteriori domande sulle condizioni dell’altro.
Ci gustammo semplicemente la silenziosa presenza dell’uno e dell’altro per un breve periodo di tempo, ma dopo un po’ forse perché oramai eravamo a nostro agio, ricominciammo a parlare.
 
-Comunque, è strano vedere la scuola così vuota non credi? Spero davvero che quando le lezioni ricominceranno gli studenti avranno abbastanza coraggio per ritornare. –
 
-Ti dispiace così tanto restare da sola con me? - iniziai cercando di sdrammatizzare. – Comunque credo proprio che arriverà qualcuno, d’altronde quello che si cerca di fare dopo un’esperienza brutta e ricominciare no? –
 
-Sarà strano non credi? Ricominciare tutto da capo, come hai detto tu. Nessuno di noi due ha finito gli studi, e se tu hai intensione di riprendere la scuola, come voglio fare io, ci ritroveremmo ad essere gli studenti più grandi di tutta Hogwarts. –
 
-Già, ma la cosa non mi dispiace, potrò incutere ancora più timore a tutti quei novellini. -
 
-Riusciresti a spaventarli comunque! -
 
-Già.-
 
Dissi la mia ultima frase per sdrammatizzare sulla situazione, in effetti poteva essere deprimente il fatto di essere gli studenti più grandi all’interno della scuola, anche se tecnicamente io ero relegato all’interno della scuola come “prigioniero”, per essere tenuto sotto controllo e non per studiare, ma la risposta che mi diede la ragazza arrivò comunque a segno. 
 
 

 


POV HERMIONE.

 
Non appena pronunciai quella frase mi maledissi mentalmente.
L’avevo pronunciata senza pensarci su.
L’avevo pronunciata pensando al timore che mi incuteva quando ero ancora una bambina, e non a quello che poteva incutere con la sua nomina da mangiamorte.
E cercai di farli capire ciò assumendo inevitabilmente un tono più serio.
 
-Non posso negarti quanto timore mi incutevi quando eravamo solo dei ragazzini. A volte credevo davvero che avresti preferito vedermi morta –
 
-A volte lo credevo anche io sai? Fino a poco tempo fa ero così convinto degli ideali in cui credeva la mia famiglia che ogni altra cosa mi sembrava sbagliata e poi non credevo di spaventarti così tanto, sembrai davvero coraggiosa quando mi hai dato quel pugno. –
 
-Sono stata molto fiera di quel pugno!-
 
-Ci credo, mi hai quasi rotto il naso!
 
A quello scambio di battute non riuscì a trattenere le risate.
Ricordo che a quei tempi volevo davvero romperli il naso e se qualcuno mi avesse mai detto che in un futuro mi sarei ritrovata a ridere con Malfoy di queste scene, non ci avrei mai creduto.
 
-Sai quel è il primo ricordo che ho di te in questa scuola? Ricordo che tutti noi del primo anno eravamo riuniti sulle scale principali del castello per fare il nostro trionfoso ingresso all’interno della sala grande.
In un primo momento io ero alla base delle scale con Harry e Ron, mentre tu eri in cima, da solo. In quel momento, per quanto mi fosse possibile non conoscendoti, ho provato pena, gelosia e tristezza nei tuoi confronti. Perché eri solo, senza nessun amico, eppure eri così sicuro di te, mentre io avevo bisogno di Harry e Ron per potere combinare qualcosa in tutti quegli anni. –
 
-Strano- fu quello che disse il ragazzo. – non ho mai dubitato del fatto che tu avessi molta autostima nei tuoi confronti.
Hai ricevuto talmente tanti commenti negativi, soprattutto da me stesso e non mi hai mai dato la soddisfazione di farti vedere ferita, ansi, ti ho vista diventare sempre più forte, indifferentemente dal fatto che tu fossi sola o con degli amici come lo sfregiato e il malpelo.
E per quanto riguarda me? 
Per me non è cambiato niente, tranne il fatto che ho perso la mia sicurezza e sono ancora solo. –
 
Dopo quelle ultime battute Draco mi guardò negli occhi per ricevere un qualche tipo di risposta, ma io non trovai le parole adatte per dire alcunché, ma ricambiai il suo sguardo.
Solo allora mi resi conto di quanto eravamo vicini e di quanto i nostri visi si stessero avvicinando ancora di più.
I miei occhi erano fissati nei suoi.
i sembravano così familiari e così sereni, a differenza di come lo erano quel giorno a Villa Malfoy, e poi i miei occhi si spostarono sulle sue labbra, che si erano avvicinate al mio visto più di quanto credessi.
Non sapevo cosa stava succedendo, forse qualcosa di sbagliato, forse qualcosa di giusto, ma non potei mai scoprirlo perché prima di poter fare qualcosa di cui mi sarei pentita scappai.
Lasciai Draco da solo, il quale aveva lasciato a sua volta la mia mente piena di dubbi e incertezze.










Salve gente! 
Ecco a voi il nuovo capitolo!
Spero che vi possa piacere. CFome vedete il rapporto fra i due personaggi è in evoluzione, chissà coa succederà del prossimo capitolo!


P-S. Il prossimo capitolo sarà pubblicato Giovedì.

-Marta.
  
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