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Autore: fede_rica19    04/12/2016    0 recensioni
Lily Luna Potter ormai è diventata una bellissima donna, un pò lunatica, prossima alla specializzazione in Magichirurgia...potrebbe sembrare tutto perfetto adesso che i drammi adolescenziali sono lontani e che sta giungendo la realizzazione professionale eppure qualche fantasma del passato busserà nuovamente alla sua porta e lei dovrà finalmente decidere se chiudere con il passato per sempre o lasciarlo entrare ancora una volta e rimescolare le carte;
Albus Severus Potter è fiero della sua sfilza di successi in campo scolastico ma per lui è arrivato il momento di una nuova sfida che forse stavolta non riuscirà a superare con lo charme e l'ambizione che lo hanno contraddistinto da buon serpeverde, forse stavolta la scuola di Auror lo metterà a dura prova ed a complicargli le cose giungerà una testolina mora che serba per lui un profondo rancore;
Aurora Gomez è una strega dal passato difficile nonché migliore amica e coinquilina della piccola dei Potter. La sua lingua lunga ed il suo corpo sinuoso nascondono un'anima fragile ed un cuore scheggiato dalla vita che è stata troppa ingiusta con lei sin da bambina.
Coppie: Lily luna/Teddy; Albus Potter/AlicePaciock; Lily luna/nuovo personaggio
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Teddy Lupin | Coppie: Lily Luna/Lysander
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Orgoglio&Pregiudizio'
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La Storia
 
Era sempre un’emozione tornare a casa, se fosse positiva o negativa non sapeva ancora definirlo bene al momento. Ricordava ancora quando aveva deciso di partire con Aurora per la Spagna. Non poteva dimenticare come erano diventate amiche. Lily Potter fino a qualche anno fa non aveva amiche. C’era Lysander, solo lui. E poi durante una festa universitaria, alla quale come al solito si era imbucata mentre frequentava l’ultimo anno ad Hogwarts, l’aveva conosciuta. Aurora era una Serpeverde spocchiosa, o almeno così Lily l’aveva giudicata per molti anni di scuola. In realtà si, era spocchiosa, perché era tremendamente e invidiabilmente ricca da far schifo. Eppure Lily pian piano conoscendola aveva imparato che non è sempre tutto oro quello che luccica, e che in realtà non erano poi così diverse come aveva sempre pensato. Come si definiva Lily Potter? Apatica e cinica, il più delle volte. In realtà c’erano mille sfaccettature. A volte si sentiva lunatica, non a caso Aurora adorava chiamarla Luna, a volte irreparabilmente romantica, altre ironica e a volte fredda. Purtroppo il suo carattere si era temprato in occasioni che la sua amica continuava a definire da melodramma, quindi doveva convivere con se stessa. E sopportarsi. Aurora era un pò come lei, anche se per ben altri motivi. Forse per questo quattro anni prima, a quella festa, si erano trovate. Entrambe ubriache, entrambe con qualcosa da dimenticare ed entrambe con il bisogno urgente di avere un’amica. Si Lysander c’era sempre stato ma si arriva al punto che l’amicizia con un ragazzino si trasforma in un’amicizia con un uomo e Lily non poteva più ignorare come le cose cambiano. E lei lo sapeva bene: le cose cambiano. Ed ora era ritornata dopo un anno esatto a Londra. Non era stata stavolta così lontana come quando era partita per tre mesi ed era stata in Catalunia, ma non vedeva i suoi genitori né la casa dove era cresciuta ed i suoi fratelli da ben trecentosessantacinque giorni. Aurora le ripeteva sempre che per lei era più facile così: dimenticare. Dimenticare che il passato esisteva. Era diventata una filosofia di vita: se dimenticavi ciò che era stato, ciò che aveva fatto male e chi ne era stato la causa potevi sopravvivere. Per questo più tempo passava lontano da casa, e da loro, meglio si sentiva. Che l’università avesse degli alloggi per gli studenti era stata una manna dal cielo. Finalmente aveva potuto fare le valigie e andarsene. E con la magimedicina aveva trovato la sua musa ispiratrice. Lily si era dedicata a pieno ad essa, con cuore e mente, mentre Luna si dedicava corpo e mente alle notti e alle feste universitarie. Aveva trovato il giusto equilibrio, ma questa volta tornare era d’obbligo. Era il compleanno di suo padre dopotutto e il compleanno del Salvatore del Mondomagico non può essere trascurato. Specialmente il cinquantesimo compleanno. Aveva salutato Aurora quella mattina, appena sorto il sole, beccandosi qualche parolaccia indefinita, vista la bocca impastata dal sonno della ragazza, ed un cuscino in faccia. Ma ehi, non si sarebbe mica svegliata all’alba solo lei, doveva penare la sua compagna di stanza anche. Poi prima di lasciare la camera scrisse un biglietto e lo appese alla bacheca che entrambe condividevano per ricordarsi magari che era finita la carta igienica oppure il dentifricio.
Prega per me in questi giorni… sarà difficile tornare! Mi mancherai stronzetta!!
Dai corridoi dei dormitori femminili si materializzò alla stazione e prese quel mezzo babbano che tanto la rilassava e le permetteva di riflettere, cuffie alle orecchie. Adorava viaggiare in treno. Osservare il paesaggio grigio e sterile della città pian piano trasformarsi in rurale e verdeggiante mentre andava verso casa. Ciò le scaldava il cuore. Era vero, sarebbe stato difficile tornare, come lo era ogni volta, eppure c’era qualcosa che l’attirava lì come una calamita. In fondo essere riabbracciata da mamma, papà, rivedere Jamie e Albus era rassicurante. Scese i gradini in ferro del treno e rimise piede alla stazione di Godric’s Hollow. In quel momento pensò che le cose lasciate in sospeso in qualche modo ti richiamano come un sussurro che ad un certo punto smetti di ignorare.
-LILY!!- la voce di suo fratello Albus la accolse. Era in piedi, qualche metro più in là che sventolava la mano salutandola. Il sorriso di suo fratello e quegli occhi verdi smeraldo, vivaci e furbi proprio come quelli suoi. Gli corse incontro, trascinandosi il trolley color fango dietro e dopo gli saltò al collo. –Bentornata!- gli sussurrò all’orecchio il fratello.
-Grazie!- rispose lei sciogliendo l’abbraccio e sorridendogli. –Allora sono già tutti lì oppure la festa non è ancora cominciata?- gli domandò riafferrando il suo trolley e sistemandosi il vestito color senape, abbinato ad un paio di sandali in cuoio.
-In realtà la festa sarà stasera! Mamma vuole darti il tempo di sistemare le tue cose e farti una doccia!- la informò facendole cenno di incamminarsi verso la sua utilitaria. Lily roteò gli occhi al cielo.
-Mamma sa bene che mi fermerò solo per questo week end Albie, perché pensa che disfarò i bagagli?-
-Beh, le sei mancata tanto e magari spera di convincerti a fermarti un pò di più!-
-Le lezioni inizieranno a breve, è il mio ultimo anno e non ho intenzione di lasciarmi distrarre!- gli disse già leggermente innervosita, mentre entrambi salivano in macchina.
-Oh dai rilassati! Anche se resterai tre giorni mamma sarà comunque contenta!- la rassicurò chiudendo il discorso prima che la parte scorbutica di sua sorella uscisse fuori. Pochi minuti dopo raggiunsero il parcheggio del giardino verdeggiante di Chester Road. Scese dalla macchina in tutta fretta intimando suo fratello di prenderle la valigia e corse verso casa. Tutto era come lo ricordava. Persino il profumo di ciambelle proveniente dalla cucina e di gigli del viottolo.
-Tesoro sei arrivata!- le disse suo padre che si trovava sugli ultimi gradini della scala che portava al piano di sopra. La raggiunse e l’abbracciò.
-Auguri papà!- cinguettò lei.
 –Grazie tesoro! Ginny, Lily è arrivata!!-
-Eccoti finalmente piccola mia!!- la accolse sua madre sbucando dalla porta della cucina, con il solito grembiule rosa confetto addosso, quando era ai fornelli.
-Mi siete mancati!- disse ad entrambi, avvolta dalle loro braccia affettuose. Quando l’abbraccio si spense, sorrise ad entrambi. –Jamie?-
-Verrà stasera con Calliope e James Jr.!- la informò suo padre sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Oh bene, mi manca quella piccola peste! Non lo vedo…-
-Dal giorno del suo primo compleanno!- le suggerì sua madre con tono quasi di rimprovero. Sapeva che la voleva più spesso a casa, ma lei non voleva tornarci, almeno non spesso come tutti si aspettavano. Salì le scale dritta nella sua vecchia stanza. Nessuno aveva toccato nulla, nemmeno un libro, una cornice o un peluche o i suoi amati cd. Inspirò l’aria, l’aria di casa. Chiuse gli occhi. Una fitta alla testa le fece venire le vertigini e si mise a letto. Decisamente le ci voleva una doccia bollente. Lasciò il trolley aperto sopra il letto, dopo aver tirato fuori un comodo jeans scuro e un top color rosso senza spalline, si infilò nella doccia. L’acqua la rigenerava, la rilassava e doveva rilassarsi il più possibile se voleva sopravvivere a quella giornata. Se riusciva a liberare la mente e se fosse riuscita a non ricordare nulla, tutto sarebbe filato liscio.
DRIIIIIIIIIIIIN
Avvolta nel suo asciugamano di spugna giallo canarino, corse a piedi nudi e bagnati fino al comodino.
-Pronto?- adorava il cellulare dei babbani.
-Razza di stronza perché diavolo non mi hai svegliato stamattina, avrei voluto salutarti e farti il mio in bocca al lupo!-
-Oh beh ma io ci ho provato e tu hai farfugliato qualcosa su come mi avresti cruciata a morte se non mi fossi stata zitta, alché ho preferito smettere di provarci!!-
-Porco Salazar! Davvero? Oh mi spiace ma sai che per me la giornata inizia dopo mezzogiorno, prima d’allora non connetto il cervello al resto del corpo!-
-Purtroppo per me, ne sono consapevole e ahimé ancora per un anno dovrò convivere con una squilibrata!- ironizzò Lily tentando di vestirsi con una sola mano da almeno cinque minuti. Ormai erano quasi le sei e presto il resto degli invitati sarebbe arrivato.
-E quindi? È già lì?-
-No…- biascicò incupendosi.
-Oh dai su con la vita, mia piccola Luna! Ricordati che dovrai mostrarti solare, felice e splendidamente e fottutamente sexy!- fece una pausa –hai messo la minigonna nuova? Quella nera?-
-Oh dai ti avevo detto subito che non lo avrei fatto! È già tanto che io sia qui! Non ho intenzione di avere alcun contatto con lui, figuriamoci sedurlo…-
-Si come no! Beh buona fortuna piccola Lils!- tu tu tu. “Stronza” pensò Lily. Tipico di quella perfida di Aurora chiudere la conversazione chiamandola con il nomignolo che usava lui. Sospirò e guardò la valigia ancora aperta. Prese la minigonna, la squadrò e poi la gettò in un angolo. Non aveva senso. Non aveva più alcun senso…
TOC TOC
Suo fratello Albus fece capolino nella sua camera. –Ehi!-
-Come ti senti quando torni qui dall’accademia?- incalzò lei.
-Strano, sento come se tornassi bambino!- le rispose di getto sedendosi ai piedi del letto, lo stesso in cui lei era seduta a gambe incrociate. –Tu?-
-Sento come se retrocedessi ed io non voglio tornare indietro!-
-Non ci si può dimenticare della propria casa, di ciò che è stato!-
-E se io volessi farlo?- sussurrò lei
-Fin’ora non ci sei riuscita Lily! Non hai fatto altro che scappare, cambiando città, amici, ragazzi ma eccoti qui, hai ancora le stesse paure!- le sorrise. –E non è un male, significa che le tue radici contano ancora qualcosa, che in fondo ci vuoi bene!- ironizzò Al. Lily sbuffò divertita e di slancio lo abbracciò.
-Uffa è la giornata degli abbracci! Che cavolo…- piagnucolò Lily.
-Se tu non aspettassi un anno prima di riapparire… io torno quasi ogni week end, a meno che non abbia una festa tra colleghi o un appuntamento!- precisò malizioso. Lily gli diede un buffetto sulla spalla.
-Piantala play boy!- gli rispose. Ed insieme poi scesero al piano di sotto.
-Oh bene Lily, piccola, aiutami ad apparecchiare in Salone, saremo circa una trentina se verranno tutti!- trillò sua madre. Lily annuì rassegnata e in pochi minuti tutto fu pronto per la festa. Poi presa dalla fifa che guardare l’orologio le aveva messo, si rifugiò in cucina, sola.
Dlin Dlon
Panico. “Ok Lily respira!”, pensò sistemandosi i capelli. Chiuse gli occhi quasi strizzandoli. Non doveva ricordare, non doveva lasciarsi portare via dai ricordi. Quelli facevano soffrire. Lei ora era felice, spensierata. Pensò alle feste, ad Aurora, a quel morettino che le aveva lasciato il suo numero fuori dalla porta. Ora andava tutto bene. La porta si spalancò.
-ZIA LILY!- quella peste di James Junior era appena entrato in braccio a suo fratello. Corse ad abbracciare entrambi.
-Morgana quanto sei fatto grande!- cinguettò in direzione del nipote. A lei non piacevano i bambini ma da quando era nato James Jr. qualcosa l’aveva addolcita dentro.
-Hai visto che zia bella che hai?- scherzò suo fratello maggiore. Nello stesso istante sua cognata, Calliope, entrò in cucina e corse ad abbracciare anche lei. Quando finirono di chiacchierare del più e del meno, suo fratello le chiese di raggiungerli nel salone.
-Oh si, finisco di preparare questi…pasticcini, e arrivo!- inventò una scusa dandogli le spalle, fingendo di armeggiare ai fornelli. Così restò nuovamente sola. “Sii forte Lily!” le parole di Lysander risuonarono come un eco e allora chiuse gli occhi, prese un profondo respiro ed entrò in salone. In quello stesso istante anche sua cugina Vic e Teddy Lupin lo fecero ed i suoi occhi verdi si ancorarono a quelli color miele del ragazzo. Sorrise. Forte, ecco come si doveva sentire. Erano arrivati tutti ed iniziava la recita che ogni volta comportava essere lì. Abbracciò i nonni, i cugini, i nipoti e poi anche lui. Cercò di ignorare i brividi che le sue braccia sul suo corpo le causarono. Il suo profumo di pagine di libri, d’inchiostro e acqua di rose. La strinse forte, forse le sembrò di sentire il suo cuore accelerare e che trattenesse il fiato, ma come se si fosse scottata, sciolse subito l’abbracciò e passò al resto della famiglia. Non doveva importarle, non più. Si accomodarono al tavolo e chiacchierando di lavoro, università e quidditch trascorsero due ore, fino al caffè per le donne e al whisky incendiario per gli uomini. Era stato semplice, aveva chiacchierato con Lucy e suo marito, medico ormai da anni al San Felice, un ospedale di Manchester. Poi era stato il turno delle chiacchierare più leggere e frivole con sua cugina Dominique e infine si era fumata una sigaretta nel portico di casa insieme a Scorpius mentre sua cugina Rose le raccontava dei turni stressanti al ministero come magiavvocato. Avrebbe sbattuto in faccia ad Aurora la tranquillità che l’aveva contraddistinta quella sera, appena avrebbe avuto modo di chiamarla. E lei che dubitava ancora del suo autocontrollo. Forse la tecnica di ignorare l’esistenza di qualcuno era un tantino drastica e infantile ma stava funzionando e una volta finita la festa chissà quando l’avrebbe rivisto. Sarebbe passato sicuramente un altro anno, e forse sarebbe stato quello decisivo. Quello in cui né guardarlo né sfiorarlo le avrebbe fatto più effetto. Sorrise, mentre Scorpius e Rose battibeccavano come sempre rientrando in casa, su qualcosa che non aveva nemmeno ascoltato, ma prima che la porta si richiudesse un’altra persona uscì, bloccandole il passaggio. Teddy l’aveva appena raggiunta sul portico di proposito?
-Vorrei rientrare, sta iniziando a fare freschetto…- mormorò lei senza guardarlo, concentrandosi invece sul pomello della porta.
-Lils!- sussurrò lui con tono di supplica. Le stava chiedendo di guardarlo. Lei lo sapeva, non avevano bisogno di parole loro due. Chiuse gli occhi invece e trattenne il respiro. Ricordare faceva male ma averlo davanti nel presente ancora di più.
-Non è così che immaginavo sarebbero andate le cose…non riesci nemmeno più a guardarmi?- incalzò lui.
-Ti prego lasciami entrare in casa…- mormorò lei ancora ad occhi chiusi. Poi sentì le sue mani sul suo viso. Le sue mani calde, grandi, morbide che ancora la facevano tremare e sentire piccola. Aprì gli occhi e si specchiò in quelli di Teddy.
-Mi sei mancata! Sei bellissima…- gli soffiò sulle labbra.
-Ti prego lasciami!- rispose lei togliendo le mani del ragazzo dal suo viso. Le lacrime pungevano per uscire e il groppo in gola le faceva male, ma si sentiva forte. Non avrebbe pianto, né urlato né fatto sempre le stesse domande. Non più.
-Sono un idiota lo so, non credevo neanche che tu fossi qui stasera! Non hai risposto ai miei gufi, ai miei messaggi ne alle mie chiamate…io…io volevo chiederti scusa!-
-Non credi sia tardi ormai per le scuse?- ruggì lei, mentre la parte di lei più simile a Luna usciva fuori.
-Sai che non volevo rinunciare a…-
-Basta! Sono tornata nella speranza che nulla di questo accadesse! Goditi la tua vita Teddy, è quello che sto cercando di fare con la mia!- tagliò corto lei e lo oltrepassò con una spallata, rientrando in casa e richiudendosi dietro la porta. Quando tutti furono andati via lei era già salita in camera sua, e si era chiusa dentro a chiave. A luci spente, coperta sino alla testa e rannicchiata su sé stessa. Purtroppo i ricordi la raggiunsero e come lame affilate la attraversarono da parte a parte. Stava piangendo ed erano anni che non accadeva…
 
Hogwarts, aula di Difesa contro le Arti Oscure, cinque anni prima…

-Voleva vedermi professor Lupin?-
-Oh dai Lils chiamami Teddy quando siamo solo io e te! A lezione però ricordati che sono il professor Lupin!- la rimbrottò divertito mentre i suoi capelli color azzurro le mostravano quanto fosse felice. Lily era al suo ultimo anno di scuola e Teddy al suo primo anno di insegnante ad Hogwarts. Forse era stato il fatto che Victorie non si era ancora trasferita in Inghilterra, in attesa di finire il suo stage di magigiornalismo, forse era che senza di lui non poteva stare, ma avevano fatto pace da mesi ormai. Le aveva fatto uno strano effetto averlo a scuola, nel suo rifugio dai problemi, ma si era abituata e comunque le vacanze di Natale si stavano avvicinando e sarebbero tornati insieme a casa Potter quell’anno. Lui avrebbe passato il Natale da loro, insieme alla nonna Andromeda. Il ricordo del litigio dovuto al fatto che non le avesse rivelato nulla sul fatto che si sarebbe trasferito da Parigi nuovamente a Londra per insegnare, era ormai sbiadito.
-Smettila di gongolare! Non sei un granché come insegnante sai?!- lo punzecchiò sedendosi su un banco e cominciando a dondolare le gambe ritmicamente, coperte a malapena dalla gonna che con un incantesimo ogni mattina accorciava di qualche centimetro, mentre lui sistemava la sua scrivania minuziosamente. –Allora…perché hai voluto che saltassi la cena? Cos’è che volevi dirmi di così urgente?- poi gli chiese curiosa.
-Oh si…ascolta, tienitelo per te, ma domani vorrei fare un compito a sorpresa, per testare le vostre conoscenze sino a questo punto!-
-Ma non starai per caso facendo dei favoritismi professorino avvisandomi prima del compito in classe?- motteggiò lei con un sorriso malandrino. Teddy ridacchiò e la raggiunse.
-Beh sei sempre la mia piccola Lils, come potrei non avere un occhio di riguardo per te?!- rispose ammiccando ad un palmo di naso da lei. Lily cercò di non dar a vedere il suo imbarazzo ma quello che la destabilizzò fu che alcune ciocche turchesi di Teddy stavano sfumando sul tenue rosa. Era imbarazzato? Decise di non indagare ma cambiare discorso.
-Quindi le domande saranno su mollicci, dissennatori e maledizioni senza perdono?- il ragazzo annuì sorridente. –Sei proprio un bastardo però, fare un compito prima della vigilia di Natale! Ormai i miei compagni pensano già a quali regali scarteranno, non di certo a studiare!- lo accusò divertita.
-Peggio per loro…avrete i M.A.G.O. quest’anno, siete tutti maggiorenni e dovreste essere più responsabili! E a proposito di Natale, Harry mi ha detto che potrai viaggiare con me dal camino per raggiungere casa, per quest’anno! Niente Espresso!- la informò.
-Uhm…ok! Quindi dormirai da noi? Tua nonna è già dai miei?-
-No andrò a prenderla il giorno dopo! E ci raggiungeranno anche Bill, Fleur e Victorie con sua sorella, per Natale!- SLAM! Ecco lo schiaffo morale che ogni tanto Teddy le riservava.
-Oh ok…credevo che ti avremmo avuto solo per noi, come ai vecchi tempi! Allora hai poco tempo per ritornare il futuro sposino perfetto!-
-Che intendi?-
-Dovrai tagliarti barba, capelli, comprare qualche maglioncino nuovo e un bel regalo sfarzoso e costosissimo per la tua principessa bionda!- spiegò con tono acido. Teddy roteò gli occhi al cielo.
-Proprio non la sopporti tua cugina Vic, vero?-
-No, non sopporto come diventi tu quando c’è lei nei paraggi… Non sei più te stesso perché ti sta rendendo una banale e comune uomo insipido e rigido come se ogni volta che lei viene ti si conficcasse una nimbus3000 su per il buco del culo!- gli vomitò addosso quelle accuse e si sentì più leggera. Soddisfatta. Teddy la fissò in silenzio.

-> https://www.youtube.com/watch?v=Fm5yuhx7Nac
*Tutti questi segni sul mio viso raccontano la storia di chi sono,
Cosi tante storie di dove sono stata e come sono arrivata dove sono.
Ma queste storie non significano niente quando non hai nessuno a cui raccontarle…*


-Non sono così plasmabile!- biascicò lui offeso.
-Ah davvero e allora dimmi…- scese dal banco con un balzo, gli prese il colletto della camicia e lo tirò giù e si ritrovarono faccia a faccia, -…da quant’è che non ti fai un tatuaggio? Questo cuoricino ti ha fatto giurare essere l’ultimo, l’ultimo in suo onore!- dopo averlo strattonato lasciò la sua camicia e con occhi ardenti lo sfidò. –E da quanto non ti fai crescere un bel codino o una cresta oppure il pizzetto che ti piaceva tanto? Oh si, da quando ti ha detto che non sei un barbone ma un uomo rispettabile in età da matrimonio ormai!- lo canzonò ancora mentre lui cominciava a respirare più pesantemente, forse innervosito. I suoi capelli stavano sfumando tutti sul rosso con qualche ciocca rosa. Il tutto faceva a pugni con le sue sopracciglia nere. –Per non parlare del fatto che non vai più ai concerti metal che ti…-
-Smettila Lily!- le disse a denti stretti stringendo anche i pugni. –io…io non sono cambiato!-
-Ah davvero? Beh allora da quanto tempo è che non ci facciamo una partita a quidditch? Ah si già da quando lei ti ha sbraitato contro che non sei più un ragazzino che deve sporcarsi di fango inseguendo una pallina dorata!- disse lei puntellando con un dito sul suo petto ora ansante di rabbia. Teddy stava perdendo il controllo e Lily non aveva paura. Lui le afferrò il dito e spinse l’intera mano di Lily all’altezza del suo cuore. La ragazza lo sentì martellare nel petto all’impazzata. Arrossì. Lui invece era serissimo e aveva gli occhi color oro fuso ancorati ai suoi come a cercare un appiglio. Cosa voleva da lei? Era calato il silenzio nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure, spezzato solo dal respiro affannato di Teddy Lupin.

*Ho scalato le cime delle montagne, Nuotato per l’oceano blu,
Ma, piccolo, io li ho superati per te perché anche quando ero distrutta.
Tu mi facevi sentire bene, Si lo fai , e io ero fatta per te.*


-Lils…- le soffiò sulle labbra.
-Teddy mi dispiace, io non volevo ferirti…è che mi manca il ragazzo che eri…ti sta portando via da me!- si lasciò scappare.
-Nessuno può portarmi via da te- la afferrò per le cosce coperte dai collant neri e la fece sedere di prepotenza sul banco dietro di lei. Le scoprì il tatuaggio tra la spalla e il seno, un piccolo giglio che anni prima le aveva mostrato con orgoglio, solo a lui. Lo baciò e Lily sentì la pelle avvampare. Gemette e inarcò il capo all’indietro. Lui continuò a baciarle il collo e poi si fermò. –Lils…adesso io ti bacerò, se tu non vuoi…fermami ora!- Lily si leccò le labbra e cercò negli occhi del ragazzo un’ombra di pentimento o paura e non ne trovò.
-Baciami!- miagolò lei e Teddy premette le sue labbra su quelle rosso fuoco e carnose di Lily. Il loro primo bacio. Le mani di Teddy si insinuarono sotto la gonna della divisa e le palpò le natiche con lascivia, senza mai interrompere quel bacio umido e prepotente. Era stato forse da troppo tempo intrappolato e desiderato quel bacio da entrambi che porgli fine sembrava un sacrilegio. Lei gli gettò le braccia al collo e se lo spinse contro per sentire la sua erezione contro le sue mutandine. Lo sentì gemere di piacere. Un rumore nei corridoi li fece trasalire e tornare alla realtà. Lui si staccò da lei, come se avesse preso la scossa, lasciandola seduta sola sul banco con la gonna e la camicetta stropicciate. Lily riprese il controllo di sé stessa e si sistemò i vestiti e poi i capelli, scendendo dal banco.

*Vedi il sorriso che è sulla mia bocca sta nascondendo le parole che non escono.
E tutti i miei amici pensano che io sia felice, loro non sanno che la mia testa è in confusione…*


-Ti prego perdonami Lils… io ho perso il controllo e tu sei…-
-Teddy è tutto ok, se non avessi voluto ti avrei respinto!- precisò lei con tono duro. Non doveva avere ripensamenti altrimenti l’avrebbe uccisa. –Non è una cosa che hai fatto tu, l’hai voluta tu quanto l’ho voluta io…- aggiunse raggiungendolo. Era scosso, era spaesato ma a Lily stava bene. Si era lasciato andare ed ora doveva avere il tempo di elaborare cosa gli era preso. Doveva solo capire che c’era qualcosa che li legava e non si trattava di amore fraterno, bensì… Lo sentì deglutire spaventato mentre i suoi capelli dal rosa sfumavano in un misuglio di colori: ciocche nere, rosse, verdi, rosa e azzurre si alternavano sulla sua chioma. Doveva lasciargli il suo tempo. Non disse più nulla ed uscì dall’aula.

*No, loro non sanno chi realmente sono e loro non sanno in che situazione ero
ma tu si ed io ero fatta per te. (The Story; Brandi Carlile)*

 
Buona sera a tutti lettori!!
Spero che il prologo vi sia piaciuto...come promesso ecco anche il primo capitolo! Qualcosa comincia ad aver senso?
spero di si!! Intanto se avete qualcosa da chiedermi io sono qui, potete lasciarmi una recensione, mi fareste felice ;)
Nei prossimi capitoli conoscerete meglio anche gli altri personaggi: Albus, Aurora, Lysander etc...
vi auguro una buona serata! un bacione e a presto, rory.

 
  
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