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Autore: Signorina Granger    09/12/2016    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
I Vincitori hanno votato: dopo la terza Edizione della Memoria ce ne sarà un'ultima... solo che a sfidarsi non saranno i ragazzi dei Distretti, bensì quelli di Capitol City.
Dicono che la vendetta vada servita fredda... e gli abitanti dei Distretti hanno aspettato per più di settant'anni; perciò che gli ultimi Hunger Games abbiano inizio, possa la fortuna essere sempre a vostro favore.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12: Sesto giorno



“Siamo rimasti noi tre, il gruppetto di Kalem, Cyrus, Black e Caius... Tonya è morta, ma probabilmente Africa e Faye sono ancora insieme... quanto a Rubinia, suppongo che sia sola ora.” 

“Potrebbe. O potrebbe essersi alleata con qualcuno, non lo possiamo sapere.” 

Astrid si strinse nelle spalle mentre continuava a camminare accanto a Wilhelm, con Sean che li precedeva di un paio di metri. La ragazza continuava a pensare a Rubinia, grata di non essere nei suoi panni: non avrebbe mai voluto trovarsi sola nell’Arena... era già orribile con la compagnia di Sean e Wilhelm, figuriamoci da sola contro tutti gli altri.

“È vero, non lo possiamo sapere... Ma credo che dovremmo fare qualcosa.” 

“Riguardo a...?” 

“Noi abbiamo perso Erica, David... e mia sorella. Rubinia ha perso le sue alleate, e anche Tonya è morta. Abbiamo tutti perso degli elementi, ma loro no... quei quattro sono rimasti così dal Bagno di Sangue, non possiamo stare con le mani in mano ad aspettare che ci trovino.” 

Wilhelm piegò le labbra in una smorfia, pensando a Caius, Black, Cyrus e Kalem... sapeva per certo che andavano quotidianamente in giro per l’Arena per trovarli, e non potevano certo nascondersi per sempre... andavano affrontati, prima o poi. 

“Lo so, prima o poi dovremmo fare qualcosa.” 

Astrid annuì quasi con aria sconsolata, come se l'idea non le piacesse per niente... e in effetti era così, ma era consapevole della situazione in cui si trovava e del non poter giocare in eterno a nascondino.

“In effetti ci stavo pensando anche io.” Sean si fermò di colpo, voltandosi verso i due tenendo ancora la lancia stretta in mano, come sempre da dopo il Bagno di Sangue. 
Si avvicinò ai due di un paio di passi e annuì, parlando con tono pacato:

“Credo che dovremmo andare a cercarli noi... non dovrebbe sere difficile, sono alla Cornucopia. E ogni giorno due di loro vengono a cercarci, con ogni probabilità... se alla Cornucopia sono in due, potremmo riuscire a colpirli.” 

“Il problema è che loro hanno le armi da fuoco Sean... con quelle possono benissimo colpirci a distanza. Non possiamo assolutamente farci vedere.” 

“Ovviamente no. Dobbiamo solo starcene buoni e in silenzio sul limitare degli alberi, aspettando che due di loro se ne vadano a passeggio... e a quel punto, gli faremo una visitina.” 

Sean sorrise quasi con leggera soddisfazione e Wilhelm annuì, rigirandosi tra le dita il coltello che gli avevano mandato un paio di sere prima. Astrid invece non disse nulla, restando in silenzio mentre analizzava l'idea del compagno: aveva la sensazione che molto probabilmente non sarebbe finita bene, ma sapeva che non avevano molta scelta.

Scorgendo la sua espressione quasi cupa Sean le sorrise, mettendole in braccio intorno alle spalle quasi come a volerla incoraggiare:

“Non fare quel muso lungo, Astrid... andrà tutto bene, vedrai. Loro hanno le armi certo, ma non sono come i Favoriti... esattamente come noi, non sono mai stati addestrati. Ergo, possiamo perfettamente cavarcela, se giochiamo bene le nostre carte.” 

“Allora usiamole egregiamente Sean... altrimenti, non finirà bene per noi.”  


                                                                             *


Rubinia continuava a camminare, masticando con leggero nervosissimo un pezzo di corteccia. L'aveva visto fare nei Giochi milioni di volte, e spesso si era chiesta che razza di sapore dovesse avere... non molto buono in effetti, ma era comunque meglio di niente. 

Erano anche riuscite a risolvere il problema dell'acqua visto che il mattino precedente un paracadute era planato accanto a lei, Faye ed Africa: avevano ricevuto una spillatrice, e con quella potevano facilmente procurarsi dell’acqua in ogni momento.

“Ma come fanno a mangiarla... è orribile.” 

“Si beh, di sicuro non somiglia a quello che mangiamo di solito a Capitol.” 

Faye sfoggiò un lieve sorriso, quasi divertita dal disgusto di Africa mentre camminavano una accanto all'altra, un passo dietro a Rubinia che avanzava in silenzio, con la pistola in mano mentre rifletteva sul da farsi. 

“No, non ci somiglia neanche un po’... Vorrei proprio vedere le mie sorelle alle prese con questa roba.”  Africa quasi sorrise, pensando alle sorelle e alla madre nella sua stessa situazione... di certo sua madre si sarebbe adattata molto difficilmente, non ce la vedeva proprio a mangiare corteccia per sfamarsi. 

“Immagino che l’obbiettivo fosse anche questo... mi sembra quasi di sentire le risate dei Distretti nel vedere noi di Capitol a mangiare questa roba... per loro dev’essere una goduria, sapendo come abbiamo sempre vissuto.” 

Rubinia sfoggiò una smorfia, immaginandosi chiaramente gli abitati dei Distretti che se la ridevano di fronte alle sue parole... ma potevano star certi che non glie l'avrebbe data vinta, né a loro né ai Vincitori. 


                                                                                   *


Cyrus si stava sistemando una discreta fila di coltelli da lancio nella fodera allacciata alla cintura, mentre accanto a lui Caius era occupato a sistemare la carica di una pistola. 

Quel giorno toccava a loro, avrebbero dovuto trascorrere qualche ora in giro per l’Arena, cercando qualcuno tra i loro compagni/avversari. 

Nessuno dei due moriva dalla voglia di farlo, men che meno Cyrus... ma il ragazzo era pienamente consapevole di non avere scelta: quella situazione non gli piaceva, ma era l'unico modo che aveva per sopravvivere, uccidere i suoi compagni... e poi rifiutandosi si sarebbe messo di certo contro Kalem e Black, e non ne aveva alcuna voglia. 

Il ragazzo si sistemò i guanti foderati con leggero nervosismo, quasi sperando di non incontrare nessuno: non aveva ancora ucciso nessuno da quando era entrato nell’Arena... e non gli sarebbe dispiaciuto continuare così ancora per un po’. Forse non era coraggioso, ma preferiva lasciare che fossero i suoi amabili alleati a spargere sangue... non era un assassino, e non lo sarebbe mai stato. 

"Io sono pronto... possiamo andare.”  La voce di Caius lo riportò improvvisamente alla realtà, facendolo annuire con scarsa convinzione mentre Kalem e Black parlottavano fuori dalla Cornucopia, mettendosi d'accordo su come fare la guardia alla struttura d'oro durante l'assenza dei due compagni. 

Caius e Cyrus uscirono dalla Cornucopia con ben poca allegria, facendo voltare i due nella loro direzione:

“State andando? Bene... mi raccomando, se incontrate qualcuno nessuna esitazione...
 Di chiunque si tratti.” 

“Lo sappiamo.”  Caius sfoggiò una lieve smorfia, ricordando quando aveva sparato a Tonya... non ne andava molto fiero, ma sapeva che in caso di necessità l'avrebbe rifatto. 
Nessuna esitazione, quelle due parole erano perfettamente chiare nella sua testa. 

Black annuì, dandogli una leggera pacca sulla spalla quasi a volerlo incoraggiare, mentre Kalem restava in silenzio, osservando i due con cipiglio pensieroso, come se stesse riflettendo.

Cyrus se ne accorse e ricambiò il suo sguardo, inarcando un sopracciglio come a volergli chiedere che cosa ci fosse... ma Kalem non disse niente, facendo un breve cenno ai due, invitandoli a muoversi:

“Beh, inutile dire che spero che troviate qualcuno... noi ieri non abbiamo avuto molta fortuna, magari oggi le cose andranno diversamente.” 

“Lo spero, ieri non è morto nessuno... e anche se siamo qui da nemmeno una settimana, il tempo sembra fermarsi nell’Arena.” 

Black sfoggiò una smorfia, manifestando tutta la sua irritazione: il giorno prima lui e Kalem avevano passato ore nel bosco, ma non si erano imbattuti in anima viva, eccetto qualche lepre... e non avevano sentito alcun colpo di cannone, quindi anche i loro avversari non si erano scontrati. 

“Ci vediamo dopo, allora... Cercate di non farci perdere le provviste.” 

“Rilassati Gold, sono in buone mani... guardatevi le spalle, invece di pensare a noi.” Black sorrise appena, rivolgendo ai due compagni un cenno mentre Caius e Cyrus si allontanavano, camminando sulla neve verso il bosco. 

Kalem e Black restarono in silenzio per qualche minuto, osservando i due finché non uscirono dal loro campo visivo, sparendo tra gli alberi. 

Nessuno tra i quattro poteva immaginare che non si sarebbero affatto ritrovati alla Cornucopia tutti insieme... 


                                                                                          *


“Non voglio fare la rompiscatole o la guastafeste Rubinia... ma sei davvero sicura che sia una buona idea?” 

Africa inarcò un sopracciglio, guardando la ragazza camminare davanti a lei con una punta di scetticismo nel tono di voce: non le andava di tirare su polemiche, ma non era certa che fosse una buona idea.

“Non mi va di aspettare che quei quattro ci trovino, sinceramente... loro non sanno dove siamo, ma NOI si. Possiamo andare a fare una bella visitina a quei simpaticoni quando meno se lo aspettano, è impossibile che si siano spostati dalla Cornucopia. Immagino che sia uno degli svantaggi di avere moltissime provviste: spostarsi diventa molto difficile.” 

Rubinia parlò senza nemmeno voltarsi o smettere di camminare, procedendo tra gli alberi a passo deciso: la Cornucopia era perfettamente al centro dell’Arena, ergo non era difficile raggiungerla... bastava semplicemente camminare nella direzione opposta che aveva seguito fino a quel momento, tornando al centro dell’Arena invece che starne alla larga. 

“Si, ma loro hanno un mucchio di armi... di certo non si faranno trovare impreparati.” 

“Innegabile, ma anche io ho una pistola... e il bello delle armi da fuoco è che si può colpire perfettamente un bersaglio a distanza, se si ha una buona mira... con un po’ di fortuna, riuscirò a prenderne uno. Basterà aspettare che due di loro girino al largo.” 

Rubinia si strinse nelle spalle, parlando con una tale disinvoltura e un tono così rilassato che Faye e Africa non obiettarono: se Rubinia era tanto convinta, forse aveva ragione... del resto avrebbero potuto benissimo nascondersi tra gli alberi ad aspettare.

“Come mai sei così scettica?” 

“Non è per l'idea in sé... sono d'accordo sul fatto che non possiamo aspettare che ci trovino, sarebbe una pessima idea... ma c'è qualcosa che non mi torna. Non lo so, non ho una sensazione positiva.”  Africa sbuffò appena, stringendosi nelle spalle mentre camminava tenendo lo sgaurdo basso, cercando di rilassarsi. 

Faye le sorrise leggermente, quasi a volerla tirare su di morale mentre continuavano a camminare, dirette verso la Cornucopia:

“Pensa positivo... Rubinia sa quello che fa, è una ragazza sveglia.” 

“Speriamo che quei ragazzi non lo siano di più, allora.”            


                                                                                 *


“Ok... ci siamo, siamo arrivati.” 

Sean si fermò, in piedi accanto ad un albero con la lancia stretta in mano. La Cornucopia era lì, scintillante sotto il sole ad una trentina di metri da loro.

“Ok... ora dobbiamo assicurarci che due di loro non ci siano.”  Wilhelm si mise una mano sulla fronte, cercando di vedere bene nonostante la luce: per qualche minuto rimasero in perfetto silenzio, in attesa senza vedere nessuno... ma poi videro Black Hole fare il giro della Cornucopia, assicurandosi che non ci fosse nessuno dei paraggi. 

“Quello è Kalem, è inconfondibile con quei capelli.” Il mormorio di Astrid attiro l'attenzione dei due ragazzi, che si voltarono subito verso la direzione indicata dalla ragazza: in effetti Kalem era impossibile da non riconoscere, con i capelli chiarissimi che quasi brillavano sotto il sole. Era in piedi fuori dalla Cornucopia, tenendo qualcosa in mano di non riconoscibile, a quella distanza.

“Ok... aspettiamo un po’, dobbiamo assicurarci che non ci siano Gold e Dennim. Poi decideremo su come comportarci.” 

Sean annuì alle parole di Wilhelm, stringendo la lancia sporca di sangue in mano: non gli piaceva l'idea, ma era pronto ad usarla un’altra volta.


Astrid rimase in silenzio, spostando lo sgaurdo da Kalem a Black: era abbastanza sicura che fossero soli, a meno che Caius e Cyrus non si fossero nascosti dentro la struttura della Cornucopia... ma sapeva che Black e Kalem bastavano e avanzavano per rappresentare una minaccia. 


                                                                          *


“Bingo... ecco Schweinson.” Un sorriso quasi trionfante fece capolino sul volto di Rubinia, che quasi senza esitare strinse la pistola in mano, sollevando il braccio nella sua direzione.

“Rubinia, aspetta! Non dovremmo prima...” 

Ma Faye non fece in tempo a finire la frase: lo sparo fece sussultare sia lei che Africa, esattamente come Sean, Wilhelm e Astrid, che erano fermi nella loro stessa posizione ad una ventina di metri di distanza.

“Sembra che Rubinia abbia avuto la nostra stessa idea...” Sean inarcò un sopracciglio, sporgendosi per riuscire a vedere qualcosa... ma sia Kalem che Black erano dall'altra parte della Cornucopia, fuori dalla loro visuale.

“Credete che abbiano colpito qualcuno?” 

“Non lo so Astrid, anche se lo spero... chissà CHI dei due, però.” 

Le parole di Wilhelm vennero seguite da un altro rumore, altrettanto familiare: ma non era uno sparo... era un colpo di cannone.


                                                                              *

Sentendo lo sparo, gli si gelò il sangue nelle vene... e quasi senza riflettere corse, uscendo dalla Cornucopia per ritrovarsi davanti a Kalem, steso sulla neve a pancia in su... e con il petto sanguinante. 

“Merda... Kalem!”   Black gli si avvicinò in fretta, prendendogli la pistola dalle mani e sollevando lo sgaurdo: era stato colpito.... ma da chi?

Il ragazzo sanguinava e aveva gli occhi chiarissimi aperti, puntati sul cielo artificiale e limpido che lo sovrastava. 

Possibile che dovesse andarsene in quel modo? Se non altro conosceva il nome della persona che l'aveva colpito... Rubinia era riuscita a fregarlo, alla fine. 

Quasi non sentì Black prendergli l'arma dalle mani e dire qualcosa... lo vide inginocchiati accanto a lui, puntando lo sguardo sul bosco prima di alzarsi e allontanarsi da lui. Ma non gli importò e rimase immobile, non cercando neanche di muoversi o di parlare... infondo non era uno stupido, sapeva come sarebbe finita. 

Dopo qualche secondo, mentre stava per perdere coscienza, sentì un rumore forte e vicino... familiare: un secondo sparo. 

Ma Kalem non seppe mai se Black venne colpito, o se fu proprio il suo alleato a sparare con la sua stessa arma... chiuse gli occhi, smettendo di preoccuparsene o di sentire dolore: infondo, non gli doveva più interessare. 

L’ultima cosa a cui pensò fu la ragazzina che aveva ucciso anni prima... e per un attimo si chiese se l'avrebbe rivista, quando sarebbe morto a sua volta. 

Kalem Schweinson sorrise appena, sfoggiando per l'ultima volta il ghigno sbilenco che aveva sempre spaventato tutti... certo che no, non l'avrebbe mai rivista. Del resto, sarebbero finiti in posti molto diversi.

Ed era giusto così. 


                                                                            *


“Rubinia, hai colpito Kalem e molto probabilmente morirà... dobbiamo andare, prima che Black ci veda!” 

“Lo so Faye, ma non posso sprecare quest’occasione... posso uccidere anche Hole!” 

“Rubinia, ascoltala... dobbiamo andare!” 

Africa sospirò, parlando con impazienza mentre guardava Rubinia prestare ancora attenzione alla Cornucopia, gli occhi puntati su Black. Il ragazzo si era alzato, allontanandosi leggermente dal corpo di Kalem per avvicinarsi al bosco di qualche passo, la pistola stretta in mano... e prima che Rubinia riuscisse a prendere la mira aveva sollevato il braccio, sparando a sua volta senza neanche esitare, colpendo la prima persona che aveva visto e che gli capitò sotto tiro. 

Africa aveva mosso un paio di passi vero l'interno del bosco quando si fermò di scatto, voltandosi quasi istintivamente verso una delle sue compagne:

“No!” 


                                                                                *


“Black non si è accorto di noi... lo possiamo colpire!” 

 “Sean, probabilmente Caius e Cyrus stanno già tornando qui... dovremmo andarcene, prima che spuntino come funghi!” 

Astrid prese il ragazzo per un braccio, cercando di fermarlo mentre un secondo colpo di cannone li faceva sussultare, segno che era morto anche se un secondo Tributo. 

Black intanto si era allontanato dalla Cornucopia e dal cadavere sanguinante di Kalem, correndo verso gli alberi... ma non nella loro direzione. 

Senza pensarci due volte Sean si divincolò dalla presa di Astrid, correndo verso la struttura d'oro: 

“SEAN!”  

“Ferma... tranquilla, sa quello che fa.” 

Astrid fece per seguirlo ma Wilhelm l’afferrò, trattenendola mentre Sean si muoveva velocissimo verso la Cornucopia, approfittando che fosse momentaneamente rimasta incustodita per prendere qualcosa: Black aveva ucciso qualcuno e poi aveva cercato di inseguire le altre... forse Astrid aveva ragione e Caius e Cyrus stavano tornando di corsa al centro dell’Arena, ma non poteva lasciarsi sfuggire quell’occasione. 


                                                                                   *


Perché?

Continuava a correre, abbassandosi per schivare dei rami bassi o saltando delle radici particolarmente sporgenti per non finire per terra... cadere in quel momento avrebbe significato perdere la vita, molto probabilmente. 

Perché piangi, stupida? 

Senza smettere di correre come probabilmente non aveva mai fatto in vita sua Africa si asciugò gli occhi, sbuffando e ordinandosi mentalmente di smetterla, di non pensarci... 

Non sapeva perché, ma aveva gli occhi lucidi... e continuava a rivederla. 

Avevano cercato entrambe di avvertirla... ma forse Rubinia aveva voluto osare troppo, esitando un minuto di più rispetto al dovuto... e a rimetterci non era stata lei, ma Faye.

“Non lo sento più...” Rubinia imprecò, fermandosi di colpo e appoggiandosi ad un albero, con il fiato e: quando Black aveva colpito Faye non si era fermata ad obbiettare, prendendo un’Africa quasi sotto shock e trascinandosela dietro in mezzo agli alberi, sapendo che Black non si sarebbe allontano troppo dalla Cornucopia, lasciandola incustodita. 

In effetti ormai dovevano averlo seminato... o almeno la rossa lo sperava. 

Africa si fermò accanto a lei, respirando a sua volta a fatica mentre deglutiva, metabolizzando quanto era appena successo... talmente in fretta che quasi non se n'era resa conto. 

“Dovevamo andare. Non sarebbe morta.” Dopo qualche istante Africa parlò, fulminando la compagna con lo sgaurdo e parlando quasi con una nota di rabbia nella voce.

“Lo so.” Rubinia annuì, lasciandosi scivolare lungo il tronco dell’albero fino a ritrovarsi seduta sulla neve, sospirando e non sapendo che cosa dire davanti allo sgaurdo quasi accusatorio di Africa:

“Mi dispiace.” 

“Anche a me.” 


                                                                                     *


Black sbuffò, prendendo una spada e lanciandola quasi con rabbia contro una delle pareti della Cornucopia, continuando a misurarne l'interno a grandi passi. 

Stava aspettando che Caius e Cyrus tornassero... e continuava a pensare a Kalem, a come fosse morto e al modo stupido con cui si era fatto sfuggire due Tributi da sotto al naso. Se non altro, ne aveva uccisa una... 

Il ragazzo sospirò, sedendosi all'entrata della struttura dorata e puntando gli occhi sul bosco, in attesa... di certo Caius e Cyrus si stavano chiedendo se i due colpi non avessero significato la morte sua e di Kalem... e anche se quest'ultimo era effettivamente morto, lui almeno aveva colpito Faye.

Gli occhi del ragazzo si posarono sul punto dove Kalem era morto... la neve era sporca di sangue, marchiandola visibilmente. 

Che cosa avrebbe detto Kalem in quel momento? Non gli risultava affatto difficile immaginarlo... 

“Sono comunque due ostacoli in meno che ci separano dalla vittoria... ogni morto, ogni colpo di cannone è un passo in avanti verso la vita.” 


Tristemente, era consapevole che Kalem aveva ragione. 


                                                                                *


“So che non dovrei... ma è sbagliato essere quasi felici che Kalem sia morto?” 

“No, non credo. Insomma, era una considerevole minaccia... il fatto che sia morto ci giova. Tieni.” 

Sean spezzò una galletta a metà, porgendola ad Astrid. Quando era entrato nella Cornucopia aveva arraffato uno zaino e anche un'altra lancia, che aveva poi ceduto a Wilhelm... e con loro somma gioia, nello zaino avevano trovato un sacco a pelo, una borraccia d'acqua e delle gallette e anche un secondo paio di guanti che Wilhelm aveva indossato con somma gioia.

“Grazie.” Astrid prese la galletta, mangiandola lentamente mentre era seduta sulla neve, appoggiata al tronco di una betulla accanto a Sean, che le aveva appoggiato un braccio intorno alle spalle. 

“Quando sono tornato indietro eri più pallida del corpo di Kalem, Astrid... avevi paura che non tornassi?”  Sean sorrise, dandole una leggera gomitata e facendola annuire, senza però rispondere al sorriso e guardandolo con aria serissima:

“In effetti sì... insomma, Black sarebbe potuto tornare da un momento all'altro, sei stato avventato.” 

“Io credo che a volte bisogna esserlo... insomma, non c'è sempre il tempo di fermarsi a riflettere, giusto?” 

Sean sorrise, spostandole una ciocca di capelli castani che era uscita dalla coda della ragazza, sistemandogliela dietro l'orecchio.

A quel gesto il volto di Astrid mutò colore, diventando improvvisamente di un acceso rosso che lo fece ridacchiare:

“Arrossisci? Che carina...” 

“Non essere sciocco... è per il freddo!” 

“Giusto... vieni qui, allora.”  Sean sorrise, stringendole il sacco a pelo addosso a mo’ di coperta prima di abbracciarla, appoggiando il capo su quello della ragazza. 
Astrid fece per ritrarsi ma poi cambiò idea, sospirando quasi di sollievo per il calore improvviso: non sapeva come, ma quel ragazzo era una specie di termosifone umano. 


“Volete che vi lasci soli, per caso?” 

“NO!”  Sia Wilhelm che Sean risero di fronte alla risposta decisa e affrettata di Astrid, che sbuffò e nascose il viso sulla spalla di Sean, borbottando quanto fossero imbecilli proprio mentre un lieve rumore attirava improvvisamente l'attenzione dei due: non era l'inno, era ancora troppo presto... bensì un paracadute. 

“Grandioso... sembra che piacciamo al pubblico!”  Wilhelm sfoggiò un sorriso allegro, affrettandosi ad alzarsi per tirare giù quello che avevano appena ricevuto.

Quando vide cosa conteneva il cestino il suo sorriso si allargò, voltandosi verso i due compagni con aria allegra:

“Sapete che vi dico? Continuate pure a fare i piccioncini... tanto meglio per noi!” 

Sean e Astrid strabuzzarono gli occhi di fronte al cestino, che conteneva dei panini, qualche mela e anche un piatto di stufato. 

“Wilhelm, non facciamo i piccioncini, piantala! Ma dammi una mela, non ci vedo dalla fame!” 


“Agli ordini signorina!”


                                                                               *


Meno altri due... ormai erano rimasti in otto. 

Cyrus sospirò, quasi sollevato che quel giorno qualche Tributo fosse morto: almeno la fine si stava avvicinando sempre di più, fortunatamente... cominciava ad esasperarsi davvero, e non voleva pensare agli altri, che di sicuro se la stavano passando peggio visto che non avevano le loro provviste.

“Credo che da domani non dovremmo più stare qui... siamo in tre, ed è meglio che nessuno di noi resti solo. Dopo quello che è successo oggi, non credo che restare qui sia sicuro.”

“Quindi cosa proponi di fare?” 

“Portiamoci dietro il più possibile, o almeno le cose più importanti... e poi ce ne andremo, così se dovessero tornare non ci troverebbero più. Non ho alcuna intenzione di farmi giocare uno scherzo come quello di oggi.” 

Black sbuffò, spezzando nervosamente un rametto mentre Caius annuiva, scaldandosi accanto al fuoco che avevano acceso un paio d'ore prime, avevano invece sentito l'inno poco prima, insieme ovviamente ai volti di Kalem e Faye.

“Non sarebbe il caso, decisamente... d'accordo, domani ci sposteremo nel bosco, insieme agli altri. Chissà di non trovarli più facilmente, una volta lì.” 

Caius sbuffò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli: per loro quel giorno era stato un fiasco totale, avevano perso Kalem e non avevano trovato nessuno nel bosco... lui e Cyrus avevano camminato per ore per niente, ma almeno Black aveva avuto più fortuna e aveva ucciso un Tributo, scampando a sua volta alla morte per un soffio. 

“Rilassati Caius... domani andrà meglio. Stanne certo.” 

















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Angolo Autrice:

Buonasera! Sto diventando più veloce, contenti? 
Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per le recensioni e a chi mi ha mandato i cinque nomi dei Tributi preferiti... invito chi non l'ha ancora fatto a mandarli, per favore! 

OC morti in questo capitolo:

-    Kalem Schweinson
-    Faye Dashwood

Altri due in meno... Restiamo a quota 8, ancora complimenti a chi è ancora in gioco! u.u
Ci sentiamo agli inizi della prossima settimana con il seguito! 

Signorina Granger 



                                                 


   
 
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