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Autore: RedFoxx    10/12/2016    4 recensioni
Il mondo di Naruto viene mescolato con elementi appartenenti a Blue exorcist, sullo sfondo di una moderna Tokyo. Naruto, mezzo demone e mezzo umano, dovrà prendere una decisione e Sasuke lo aiuterà. Forse.
Grazie a chiunque si fermerà a leggere questa ff, in caso contrario sciagura a voi! (cit.)
Pairing: NaruSasu.
RedFoxx
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Salve a tutti  :D Ecco il nuovo capitolo! Era già pronto da una settimana, ma non riuscivo mai a trovare due minuti per editarlo con calma e pubblicarlo! La storia prosegue e comincia a movimentarsi. Spero che vi piaccia e buona lettura:) Baci

RedFoxx


 

Fantasmi







Passarono due settimane. Le lezioni, sia della scuola normale che del corso per esorcisti, scorsero senza intoppi. Conobbero tutti gli insegnanti e cominciarono ad essere oberati di compiti. Naruto passava da una lezione all’altra e la sera Sasuke lo costringeva a studiare. Il biondo aveva cominciato a legare con i compagni, anche se il ricordo della loro conversazione era impresso nella sua mente.

 

Kiba era stato il primo ad avvicinarlo. Si trovarono subito bene, visto che caratterialmente erano molto simili. Quando ebbero la malsana idea di sedersi vicini a lezione, non ce ne fu per nessuno. Venivano continuamente ripresi dai professori e se uno dei due provava a stare attento, l’altro era subito pronto a rimediare, distraendolo. Il disastro continuò finché Sasuke, stanco dei rimproveri, li mise agli angoli opposti della classe.

 

Naruto cominciò a ingranare e ad abituarsi a quella nuova quotidianità. Solo un piccolo incidente gli diede da pensare. Era successo durante l’ora dell’addestramento pratico, anche se in realtà era semplicemente educazione fisica.

 

 

 

 

Flashback

 

 

Il professor Asuma li aveva portati nell’Arena coperta per allenarsi. La struttura aveva una forma ovale e il terreno era sabbioso. Come una vera arena, vi erano dei gradoni posti a qualche metro dal terreno, dove ci si poteva sedere. Vi si accedeva da delle scale di metallo poste a intervalli regolari lungo il perimetro.

 

«Molto bene ragazzi. Riscaldamento. Correte per 10 minuti lungo il perimetro dell’arena. Forza.»

 

Diede il via fischiando. Il gruppetto cominciò a correre. Naruto aveva messo a tracolla la custodia, per evitare che gli fosse d’intralcio. Quando vide Kiba che lo superò, partì una gara tra i due che alla fine del tempo, erano entrambi senza fiato, appoggiati al muro.

 

«Molto bene. Ora salite sulle gradinate e aspettate. Tra poco vi spiegherò la seconda parte dell’addestramento.»

 

Videro entrare quattro esorcisti a cui si affiancò prontamente il professor Asuma, che trascinavano per una catena un enorme rospo.

 

Dopo che lo assicurarono al pilastro centrale, l’insegnate raggiunse gli alunni.

 

«Quello è un Leapers. È un demone di livello basso, ma non sottovalutatelo. È un demone che come potete vedere, si impossessa delle rane e dei rospi. La loro grandezza varia da zona a zona e questo è particolarmente grande. È alto 3 metri e così grandi si possono trovare della foresta Amazzonica. Il più piccolo trovato per ora è stato in Russia. Comunque, qualcuno sa perché sono pericolosi?»

 

Inaspettatamente Kiba alzò la mano e quando ricevette il consenso di rispondere, disse

 

«La lettura delle emozioni.»

 

«Esatto, bravo. I leapers sono in grado di leggere le emozioni di chi si trovano davanti. Sono creature tranquille di solito, ma se leggono in voi un sentimento negativo come la rabbia, la paura, tristezza o agitazione, attaccano. Ora, visto che prima correvate come se steste facendo un’allegra passeggiata, a turno in coppia verrete inseguiti dal leapers. Senza farvi prendere, chiaro. Sakura, Gaara siete i primi.»

 

I due scesero la scaletta. Appena li vide, la grande rana cominciò ad inseguirli a balzi. Sakura correva, lanciando urletti spaventata ogni qualvolta sentiva la rana troppo vicina. Essendo legata al pilastro centrale, stavano correndo in tondo. Quando il professore fischiò, la catena si rimpicciolì e il demone fu sbalzato al centro dell’arena.

 

«Molto bene, prossima coppia.»

 

Dopo che corsero anche Shikamaru e Ino, il professore venne interrotto da una chiamata.

 

«Ragazzi devo andare, mia moglie sta per partorire. Non toccate nulla finché non arriverà un altro professore a prendervi.»

 

La moglie altri non era che la professore di Storia dell’Esorcismo, l’insegnante Kurenai. Una materia persino più noiosa della lettura delle sacre scritture, per quanto possibile.

 

I ragazzi stettero lì seduti, quelli che avevano appena finito di correre stavano ancora prendendo fiato.

 

Il leaper se ne stava seduto tranquillo, accanto al pilastro centrale. Naruto era stravaccato quando vide Neji avvicinarglisi. Si sedette dritto e lo guardò con un sopracciglio alzato, come a chiedergli che cosa volesse.

 

«Ti sfido, Uzumaki.»

 

Il biondo lo guardò intrigato, alzando leggermente la spalla per sistemare la tracolla, che gli stava scivolando. Lui adorava le sfide.

 

«Una sfida? Di che genere?»

 

Neji indicò il leapers con un dito.

 

«Quello che si avvicina di più al demone ha vinto. In fondo, vogliamo diventare esorcisti giusto? Non dovremmo avere paure.»

 

Naruto lo guardò e poi si spostò un po’ per guardare il demone, poi tornò a fissare il ragazzo.

 

«Ci stai? O sei un fifone?»

 

«Sei scemo? Col cazzo che faccio una cazzata del genere.»

 

Tutti lo guardarono allibiti, certi che avrebbe accettato. Kiba lo fissò come a chiedergli perché rifiutasse, mentre Hinata impercettibilmente tirò un sospiro di sollievo.

 

«Sei un fifone vero? Lo sapevo!! E tu vorresti essere un vero esorcista? Sei patetico.»

 

Naruto si alzò e gli si parò di fronte, parlandogli improvvisamente in tono molto serio.

 

«Non è questione di essere fifoni. È questione di buon senso. Potremmo farci seriamente male, oppure potrebbe fatalità entrare un insegnante mentre facciamo quest’inutile sfida, finendo in punizione o che so io. Quindi per diventare un buon esorcista, non devo mica dimostrare nulla a te.»

 

Si mise le mani in tasca e stette lì, serafico, aspettando la reazione dell’altro. Si era accorto che quello a cui stava più antipatico era Neji, anche se non sapeva il motivo. D’altronde non gli aveva dato scuse per inimicarselo.

 

Il ragazzo si sentì umiliato dalle parole del biondo. Strinse forte i pugni e la sua espressione si fece furiosa.

 

«Molto bene, vorrà dire che lo farò io.»

 

Prima che qualcuno potesse fermarlo, scese velocemente le scale e si incamminò verso il centro dell’arena. Ogni passo sollevava una leggera nuvoletta di polvere.

 

Si fermò a diversi metri dal demone e gli si posizionò davanti, immobile. Il leapers lo vide e sembrò interessato al nuovo intruso. Fece un piccolo balzo, dimezzando la distanza che li separava.

 

Naruto sapeva già come sarebbe andata a finire e si lanciò giù, senza usare la scaletta. Ammortizzò il salto piegando le ginocchia e subito si lanciò di corsa verso i due. Vide la scena al rallentatore, il leapers che dove aver letto chissà quale emozione in Neji, balzava con le fauci spalancate. Corse e con un salto si frappose tra il ragazzo e il demone a braccia spalancate. Appena in tempo, perché il leapers gli aveva afferrato tutto il braccio destro, che teneva ben serrate tra le mascelle.

 

Neji era caduto a terra e fissava il compagno sorpreso, il braccio dell’altro scomparso nella bocca della bestia.

 

Naruto, senza muovere il capo, girò lo sguardo verso il grande occhio del demone, che ora era alla sua altezza. Inchiodò il suo sguardo in quello del rospo gigante e sussurrò

 

«Lasciami subito.»

 

Il demone non parve assolutamente convinto dell’ordine ricevuto e non mollò la presa.

 

Il biondo s’infuriò. Senza accorgersene le sue pupille si strinsero, come quelle di un gatto e una scintilla rossa passò nel suo sguardo.

 

«Lasciami.»

 

L’occhio della rana ebbe un guizzò. Infuse tutta la rabbia che aveva in quel momento nella voce. Il suo tono si fece ancora più autoritario.

 

«Ora.»

 

Piano, il leapers aprì la bocca lasciando andare il ragazzo e indietreggiò.

 

Naruto scosse l’arto, cercando di liberarsi dalla bava del demone.

 

Si girò verso Neji. Gli porse la mano per aiutarlo ad alzare.

 

 

 

«Dai muoviti. Prima che arrivi un professore.»

 

Neji accettò l’aiuto e si tirò su in piedi.

 

«Peccato che il professore sia arrivato in tempo.»

 

Asuma stava correndo verso di loro.

 

«La chiamata era un falso allarme. Cosa volevate fare con quel demone? Neji, vieni qua. Naruto torna su con gli altri.»

 

Il biondo annuì e si avviò tranquillamente sulle gradinate. Intanto il professore stava facendo il terzo grado al ragazzo.

 

«Cosa ti è saltato in mente? Sei un così bravo studente e in più il tuo è un nome importante. Non puoi macchiare così il tuo curriculum scolastico.»

 

«Avete ragione, professore. Ma se posso chiedere, come mai state rimproverando solo me? Anche Uzumaki era coinvolto.»

 

Asuma si grattò la barba, con fare pensieroso.

 

«Uzumaki è un caso particolare. È qui grazie ad uno speciale permesso della preside.»

 

«Capisco.»

 

«Rimprovererò anche lui, non preoccuparti. Ora torna agli spogliatoi.»

 

Si rivolse anche agi altri studenti, urlando perché lo sentissero.

 

«Anche voi, andate a cambiarvi.»

 

 

 

Fine flashback.

 

 

 

A parte quel piccolo incidente, tutto il resto fu tranquillo. Neji, ora oltre all’antipatia, gli mostrava anche un po’ di sospetto.

 

In quel momento Naruto stava cercando di memorizzare dei versi, rigirandosi la matita tra le mani. Le lezioni erano finite da un’ora e entrambi erano nella loro camera.

 

Sasuke stava correggendo i test a sorpresa che aveva fatto fare il giorno prima. Il biondo ogni tanto spiava la scrivania dell’altro, cercando di vedere il proprio voto.

 

Quando l’esorcista si accorse delle occhiate, coprì i fogli con il proprio corpo, dando le spalle al biondo. Naruto sussurrò un «teme...» e tornò a concentrarsi sul libro.

 

Quando il telefono squillò, Sasuke rispose. Sentì una voce parlare e il moro risponde subito dopo.

 

«Naruto, devo andare. Riesci a restare qui da solo senza combinare danni.»

 

La nera coda del mezzo demone frustò l’aria.

 

«Cosa credi teme? Non sono mica un bambino!»

 

Sasuke si tolse gli occhiali e afferrò la giacca.

 

«Allora vado. Fai il bravo.»

 

Come fu uscito dalla stanza, Naruto si accorse che aveva lasciato i test sulla scrivania, incustoditi. Lanciò un’occhiata alla porta per sicurezza, ma non sentendo nulla, allungò avidamente una mano verso i fogli. Ne aveva appena sfiorato uno che la porta si spalancò.

 

«Lo sapevo che non potevo fidarmi, dobe.»

 

Sasuke prese i fogli e li infilò nella valigetta, che si portò appresso.

 

«E dai teme, l’avresti fatto anche tu.»

 

Gli venne lanciata un’occhiata così cattiva, prima che la porta si chiudesse, che gli vennero i brividi.

 

 

 

 

Sasuke uscì dall’edificio e si diresse verso l’ufficio della preside. Camminò per le vie fino all’Accademia. Vi era poca gente in giro ancora. Giunto davanti la porta giusta, bussò leggermente. Dall’interno giunse la voce della donna che gli diede il permesso di entrare.

 

«Ah Sasuke. Ti stavo aspettando.»

 

Uchiha abbassò leggermente il capo, mormorando «Kage.»

 

La donna gli sorrise e gli indicò la sedia vuota, invitandolo a sedersi.

 

«Allora?»

 

«Ha avuto un incredibile autocontrollo. In caso di pericolo non ha usato i suoi poteri. Nonostante ciò è riuscito a farsi ascoltare dal leapers.»

 

«So che l’ha preso per un braccio. Ha riportato ferite?»

 

Tsunade appoggiò i gomiti sulla scrivania e intrecciò le mani, interessata dalla conversazione.

 

«Come si è comportato il suo corpo ad un ferita demoniaca?»

 

«Per quanto ho potuto vedere, non ha subito danni permanenti. Quando la sera si è messo una maglietta a maniche corte, ho potuto notare che non avesse nemmeno un segno del morso.»

 

La donna sgranò gli occhi.

 

«Stupefacente. Rigenerazione velocizzata. Sicuramente dovuto alla sua metà demoniaca. Che sia immune agli altri demoni?»

 

Sasuke distolse lo sguardo, concentrandosi su una probabile teoria.

 

«Kage, quando due demoni si attaccano, riescono a ferirsi e ad uccidersi l’un l’altro. Non dimentichiamo inoltre che il leapers non è letale.»

 

Tsunade sembrava pensierosa. Scrisse su un blocchetto di carta degli appunti.

 

«Sarebbe estremamente interessante condurre degli studi su di lui. Scusa, è la mia parte doctor che si manifesta. Raccontami nel dettaglio, per favore.»

 

«Asuma mi aveva chiesto di andare a prendere i ragazzi. Quando sono giunto lì, ho sentito Neji che sfidava Naruto. Poi l’ho visto scendere verso il demone. Ero nascosto, in modo tale che non mi vedessero, ma avevo tutta la situazione sotto controllo. Avevo già estratto la pistola, pronto a fare fuoco per uccidere il leaper se ce ne fosse stato bisogno. Tuttavia Naruto in quel caso è stato più veloce di me. L’ho visto muovere la bocca, ma non so cos’abbia detto. Fatto sta che il demone l’ha lasciato e si è ritirato pacificamente.»

 

La Kage sorrise divertita.

 

«Sbalorditivo. Davvero, che bella situazione che ci è capitata tra le mani. Pensa Sasuke, potrebbe essere davvero l’arma più forte del Vaticano nella nostra guerra contro i demoni.»

 

Sasuke la guardò, impassibile. Non voleva dare voce ai suoi pensieri.

 

«Kage, ora come ora deve essere addestrato. Dobbiamo ancora accertare il suo livello di forza e padronanza dei poteri.»

 

La donna fece un gesto stizzito con la mano.

 

«Tranquillo Uchiha, verrà anche quell’occasione. Bene, puoi andare. Grazie per avermi informata. Quando Asuma mi ha raccontato di ciò che era successo, ero sicura che tu non fossi stato così negligente da lasciarli in balia di loro stessi per tutto quel tempo.»

 

Sasuke fece un lieve inchino col capo.

 

«Grazie della fiducia.»

 

«Più che meritata. Ora vai. Buonanotte.»

 

Sentendosi congedato, uscì dall’ufficio e fece tutta la strada a ritroso, ma quando giunse in prossimità del dormitorio vide un’esplosione rossa che non gli piacque per nulla.

 

 

 

 

 

Prima, mentre Sasuke era con Tsunade…

 

 

Naruto, dopo l’ennesimo tentativo fallito di memorizzazione, guardò annoiato fuori dalla finestra. Il sole stava tramontando, facendo filtrare nella stanza gli ultimi raggi. Il suo sguardo vagò in giro, perlustrando gli alberi e poi la strada di selciato che facevano ogni giorno. Una cosa però attirò la sua attenzione. Vide due brillanti occhi rossi fissarlo, nascosti tra le fronde. Come due rubini luccicanti tra il nero, scomparvero tutto un tratto.

 

Si fece subito attento. Se fosse uscito dal dormitorio, Sasuke l’avrebbe ucciso.

 

Ma se non esco, sarà la curiosità ad uccidermi.

 

Prese la custodia e la tolse, tenendo in mano bene stretto il fodero di Brisingr.

 

Si mise una felpa e uscì di corsa, rischiando l’osso del collo scivolando dalle scale. Aprì la porta del dormitorio e sbirciò fuori, cercando i due occhi dove li aveva visti prima. Uscì, accostando la porta in modo che non si chiudesse. Camminò e si fermò al limitare della strada, scrutando gli alberi. Non riusciva a scorgere nulla nel buio. Stava per andarsene quando sentì un fruscio. Tese le orecchie gli parve di sentire una voce.

 

«….Naruto….»

 

Rafforzò la presa e si inoltrò tra gli alberi. Un paio di volte rischiò di inciampare tra i cespugli e gli arbusti del sottobosco. Più camminava, più sentiva la voce chiaramente. Entrò in un prato, circondato dagli alberi. Avanzò. Vedeva poco niente, nella penombra della sera.

 

«Naruto...»

 

Vide che tra l’erba vi era qualcuno buttato. Si avvicinò, ma quando capii, cominciò a tremare. Aprì la bocca, non riuscendo a spiaccicare parola. Gli occhi gli si riempirono di lacrime.

 

A terra, vi era sua madre. La pelle esangue, in contrasto con gli occhi rossi, iniettati di sangue. Era sdraiata, gli aloni scuri di sangue rappreso dove era stata colpita dai proiettili.

 

«Naruto, aiutami...»

 

La voce era rotta dalla fatica e si protendeva con un braccio verso il figlio.

 

Naruto arretrò e subito si sentì in colpa. Non riusciva a capire cosa fare, le lacrime correva sulle guance.

 

«Mamma...»

 

«è colpa tua, Naruto. È colpa tua se siamo morti...»

 

Il biondo cominciò a scuotere il capo, incredulo. Tante volte si era interrogato sulla questione.

 

«Ha ragione tua madre, Naruto.»

 

Si voltò e vide suo padre. Come la moglie, aveva la pelle bianchissima e gli occhi rossi. Guardava il figlio con sguardo minaccioso.

 

«è colpa tua se siamo morti. Non ti volevamo neanche. Sei un mostro.»

 

Indietreggiò, le parole lo colpirono dritto al cuore. Brisingr gli cadde dalle mani.

 

«Non ti volevamo bene, Naruto.»

 

Ora anche la madre si era alzata e avanzava verso di lui. Il ragazzo incespicò e cadde, l’erba ad attutire l’impatto. Vedeva i suo genitori avanzare verso di lui, le braccia minacciose protese verso di lui, come artigli.

 

Non poteva crederci. La situazione era troppo assurda. Le lacrime gli annebbiavano la vista, ora i due adulti erano macchie scure che si avvicinavano inesorabilmente. Con la voce rotta dal pianto, cercò di dare ordine ai suoi pensieri.

 

«N-Non è possibile...»

 

«Voi si-siete mort-ti.»

 

«Esatto, figlio.»

 

«Per colpa tua.»

 

«Sei un mostro...»

 

«...Mostro...»

 

«N-no, io non...»

 

Non voleva più ascoltare quelle voci. Quelle voci che tanto aveva amato udire per tutta la sua vita e che fino a cinque minuti prima, avrebbe pagato oro per riascoltarle. Si portò le mani alle orecchie, cercando di tapparle, ma sentiva comunque le voci, come se fossero direttamente nella sua testa.

 

«...colpa tua...»

 

«mostro...»

 

«Morti… tua..»

 

Cominciò a scuotere la testa, nel tentativo invano di allontanarle da sé.

 

Quando sentì che lo avevano afferrato con le loro mani, la paura prese il sopravvento.

 

«NOOO!»

 

Le fiamme lo circondarono e circondarono anche Minato e Kushina, che cominciarono a contorcersi. Versi disumani di dolore si levarono nell’aria.

 

Potè sentire le fiamme consumare i suoi genitori, che si ridussero a polvere.

 

Due mani lo afferrarono per le spalle e colto dal panico, si ritrasse urlando, aumentando le fiamme che lo circondarono.

 

«Stupido dobe!»

 

Sasuke si ritrasse dal biondo, le mani tolte appena in tempo. Se avesse reagito messo secondo più tardi, si sarebbe trovato con delle belle ustioni.

 

Naruto aveva il respiro affannoso e gli occhi serrati. Poteva vedere le lacrime luccicare tra il fuoco che lo avvolgeva, protettivo.

 

Doveva calmarlo, così usò un tono più tranquillo.

 

«Naruto, calmati. Ascoltami. Respira profondamente.»

 

Il biondo cercò di rallentare il respiro, ma non vi fu miglioramento.

 

«Okay, bravo. Continua così. Inspira con me.»

 

Sasuke, in ginocchio per terra a un metro da lui, lo guidò nella respirazione, inspirando per dargli l’esempio.

 

«Espira.»

 

Buttò fuori l’aria dai polmoni e così fece Naruto, rallentando appena il respiro.

 

«Okay. Ancora. Inspira. Espira.»

 

Questa volta i loro respiri erano sincronizzati e continuarono finché le lacrime non si fermarono e le fiamme non si estinsero. Solo allora osò avvicinarglisi, posandogli una mano su una spalla.

 

Naruto fissò la polvere a terra.

 

«I miei genitori...»

 

Fissò l’esorcista, con gli occhi gonfi e rossi.

 

«Come è possibile? Loro sono… m-morti...»

 

«Non erano davvero i tuoi genitori. Erano demoni. A giudicare dal tipo, erano affiliati re demone tetracoda. Spiriti. Forza, alzati.»

 

Lo prese per un braccio e lo aiutò ad alzarsi. Recuperò Brisingr e gliela riconsegnò.

 

«Torniamo al dormitorio.»

 

Naruto annuì col capo. Il sale delle lacrime gli tirava la pelle del viso.

 

Tornati al dormitorio, Sasuke gli consigliò di farsi un bagno caldo, cosa che decise assolutamente di fare. Ora era lì, sommerso nell’acqua calda nella vasca fino al naso. La mente gli andò irrimediabilmente ai genitori. Fece un profondo respiro e guardò il fodero di Brisingr, appoggiata alla parete. Si concentrò sui suoi ricami per calmarsi e allontanare i pensieri malinconici.

 

Finito il bagno, si lavò i denti e poi tornò alla sua camera. Nel corridoio buio, la porta socchiusa lasciava uscire uno spiraglio di luce. Sentì Sasuke parlare e anche se non era sua intenzione origliare, lo sentì parlare la telefono.

 

«Si si, è come le ho detto. Ha riuscito ad usare le fiamme senza estrarre la spada.»

 

Seguì un momento di silenzio. Naruto si appoggiò alla parete e si passò una mano sul viso.

 

«Certo, va bene.»

 

Dopo che lo sentì chiudere la chiamata, il biondo contò fino a dieci e finalmente entrò. Si mise il pigiama e si coricò a letto, senza dire nulla.

 

Sasuke diede per scontato quel comportamento, per via della vista dei suoi defunti genitori.

 

Quella notte entrambi dormirono sonni agitati.

 

 

 

 

 

 

Fuori dal dormitorio…

 

 

 

Due figure erano accovacciate sul ramo di un albero poco lontano. Videro l’unica luce accesa dell’edificio spegnersi in quel momento.

 

«Dormono.»

 

Due paia di occhi verdi brillarono nell’oscurità.

 

«Già. Ottimo lavoro, per prima.»

 

L’ombra con gli occhi rossi rispose, senza distogliere lo sguardo dal dormitorio.

 

«Grazie. Ci è voluto un po’ a ricrearli uguali.»

 

«Già. Be andiamo, dobbiamo fare rapporto. Il fatto che sappia usare le fiamme di Kurama senza estrarre la spada, è preoccupante.»

 

Scomparvero dal nulla, senza lasciare traccia dietro di sé.





Ecco qua! Spero vi sia piaciuto! Povero Naruto, lo fatto un po' soffrire in questo capitolo ☹️ Le foto che ho messo nel capitolo precedente vi sono state d'aiuto?  Spero di si 😅 Tante volte alcune descrizioni le salto o sono poco apporfondite perchè le do per scontate. Mi impegnerò di più, e se qualcosa non vi è chiara, non esitate a chiedermi ☺️ Lasciate una recensione fatemi sapere cosa ne pensate. Al prossimo capitolo😘

 

  
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