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Autore: Herm97    10/12/2016    1 recensioni
Rose Weasley poteva definirsi una delle ragazze più popolari di Hogwarts. Non solo perché i suoi genitori si chiamassero Hermione Granger e Ronald Weasley, o perché fosse la nipote del famosissimo Harry Potter. No, Rose era diventata amica quasi di tutti in quella scuola semplicemente perché si era impegnata sempre in tutto e per tutto: era stata eletta Prefetto una settimana dopo l'inizio del suo quinto anno a Hogwarts, studiava sodo e ora era diventata persino Caposcuola. Inoltre era una formidabile giocatrice di quidditch, il che rendeva orgogliosi gran parte dei suoi parenti - sopratutto Ron -, nel ruolo di cacciatrice. La ragazza aveva aiutato parecchie volte la sua squadra, quella giallo-oro, a vincere le partite e il resto della squadra, come anche gli studenti che appartenevano alla sua stessa squadra, gliene erano rinoscenti.
Naturalmente c'era qualcosa che Rose non riusciva a controllare, era una persona ormai vicina alla sua famiglia da molto tempo, col quale aveva purtroppo condiviso un'intera estate alla Tana. Il suo nome era Scorpius Hyperion Malfoy ed era, a detta di Rose, il ragazzo più sbruffone e saccente che lei avesse mai conosciuto. Ma potrà tutto ciò cambiare nel loro ultimo anno a Hogwarts?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Hogsmeade

Rose era in dormiveglia, quello stato che c'è tra l'essere realmente addormentati e l'essere del tutto svegli. Si rilassava, ascoltando leggeri rumori di sottofondo che provenivano da fuori le mura del castello. Un'immagine le si parò di fronte: di sicuro stava piovendo. La ragazza era sdraiata su un lato, i capelli erano tutti arruffati e la pelle sembrava più pallida e fresca di sempre; gli occhi erano serrati, pronti ad immergersi in un sogno e ad osservarlo nei minimi dettagli. Non aveva ancora percepito la presenza di un ragazzo che, seduto sulla sedia accanto al letto, la osservava intensamente.

La ragazza si distese supina, lasciandosi andare in un sospiro rilassato. Si ricordò che era domenica e che, fortunatamente, poteva dormire fino a tardi. Stava cercando di immaginarsi a cavallo di una scopa, nel bel mezzo di una partita di quidditch, quando una mano le si posò delicatamente sull'avanbraccio, lasciato scoperto da lenzuolo e coperta. Rose aprì gli occhi lentamente, provocando un dolce movimento delle ciglia lunghe; le labbra si schiusero un poco e poi si tinsero di un meraviglioso sorriso.

«Hugo.» 

Quando sua sorella pronunciò il suo nome, il ragazzo seduto sulla sedia si lasciò andare in un sospiro di sollievo. Stava bene, la sua Rose si era ripresa. Quindi Hugo ricambiò il sorriso.

«Ciao sorellina.» fece subito il ragazzo, dando una mano alla rossa per mettersi comodamente a sedere sul letto. Le sistemò il cuscino dietro la schiena, perché non toccasse la fredda testata del letto, e poi Hugo si rimise sulla sedia.

«Sorellina?» rispose lei con una domanda, sbadigliando e stiracchiandosi. «Devo per caso ricordarti che questa,» e si indicò. «è quella che è nata prima tra noi due?»

Hugo si lasciò andare in una piccola risata, rendendosi conto che, sebbene lei fosse la più grande, per lui era la sua sorellina e doveva proteggerla ad ogni costo. Per questo in quel momento era lì, in infermeria, seduto accanto al suo letto: doveva assicurarsi che lei stesse bene. Rose si lanciò al seguito di quella risata tanto contagiosa e il colorito della sua pelle si fece più roseo. Si, ora la ragazza stava molto meglio. 

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli rossi, erano di un rosso più scuro che si mischiava al colore dei capelli di Hermione. Fortunatamente, lui riusciva a domare la sua chioma, al contrario della sorella che, in questo momento, cercava di non dare a vedere il suo nervosismo per via di qualche ciocca che le finiva sul viso. 

Per un lungo minuto i due rimasero in silenzio, guardandosi soltanto. Hugo stava ancora rivivendo quella caduta che la sorella aveva avuto il giorno precedente, mentre Rose cercava di non pensarci. Nelle mente di lei, infatti, c'era spazio ad un solo ricordo: la visita di Scorpius Hyperion Malfoy. Ancora non ci credeva che quel gargoyle platinato, il giorno prima, aveva preso posto proprio in quella sedia dove, ora, sedeva Hugo. Alla fine fu proprio quest'ultimo a rompere il silenzio: «Allora Rosie, oggi è domenica. Che ti va di fare? Non voglio farti sforzare troppo, però. La caduta di ieri è stata abbastanza--»

«Hugo, sto bene. Davvero.» disse immediatamente Rose, interrompendo il fratello. «Voglio uscire da qui, farmi una bella doccia, mangiare una buona colazione - e nel dire questo sorrise - e poi fare un giretto per Hogsmeade.»

«Io pensavo più a una partita agli scacchi dei maghi.» proprose Hugo, sapendo già la risposta che avrebbe ricevuto.

Infatti, Rose portò le braccia al petto e le incrociò sotto il seno, piegando di lato la testa e guardandolo male. Davvero credeva che lei avrebbe passato l'intera giornata a giocare agli scacchi dei maghi? Certo, le piacevano e suo padre aveva insegnato loro dei trucchetti molto furbi per vincere, mosse sensazionali e quant'altro, ma i suoi piani erano già stati fatti. Hugo, sentendosi quegli occhi azzurri addosso, stava guardandosi intorno, fingendo di non essersi accorto di nulla; ad un certo punto si mise addirittura a fischiettare.

«Hugo, su serio?» disse quindi Rose, richiamando su di se l'attenzione.

«Che c'è?» domandò lui, fingendo di non aver capito di cosa stesse parlando.


Nella Sala Comune dei Serpeverde, giù nei sotterranei del castello, Albus Severus Potter sedeva comodamente in una poltrona rivestita davanti ad un camino acceso. Rifletteva sulla partita del giorno prima, osservando il lento e affascinante ballo delle fiamme del fuoco. Sentiva che la caduta di Rose dalla scopa non fosse poi così tanto un incidente, aveva una strana sensazione - e una vocina che glielo urlava nelle orecchie - che lo spingeva a credere che tutto fosse parte di un piano ideato da qualcuno della squadra. Tutti lo sapevano, persino quell'orgoglioso di Malfoy ne era al corrente, che sua cugina era uno dei migliori giocatori che Hogwarts avesse mai visto: era nei suoi geni, le scorreva nel sangue. I suoi pensieri furono interrotti dal suo migliore amico che, buttandosi a peso morto su un divanetto accanto a dove stava lui, sospirando, iniziò a fissarlo.

«Potter, che ti passa per la mente?» domandò Malfoy, coprendosi gli occhi col braccio. 

«Nulla.» rispose velocemente Albus, allungando le mani verso il caminetto per riscaldarle. 

«Oh, andiamo!» esclamò l'amico, non muovendosi dalla sua posizione. «Sei il mio migliore amico, Al. Ti conosco da secoli e conosco la tua faccia riflessiva.»

Albus lo guardò un istante, pensando di potergli mentire per una volta. In fondo voleva solo tener nascosti i suoi pensieri, era così tanto sbagliato? Anche Scorpius lo stava facendo ultimamente, perché Albus non poteva decidere di agire in quel modo, nascondendo al suo migliore amico i suoi pensieri?

«Pensavo ad Alice Paciock.» mentì allora il corvino, buttando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi. «Non sono sicuro che mia cugina si sia ricordata che abbiamo un patto.»

Subito dopo aver detto quell'ultima parola, Albus si coprì la bocca con entrambe le mani e spalancò gli occhi. Il patto! Non doveva farne parola con nessuno e adesso gli era pure scappato di bocca. Subito il migliore amico, che era curioso tanto quanto sua cugina, lo riempiì di domande. Sembrava che gli stesse facendo il terzo grado.

«Che patto? Che c'entra tua cugina? Di che si tratta?» 

Malfoy si era messo a sedere adesso e continuava a guardare coi suoi occhi chiari il corvino, mentre questo continuava a scuotere il capo e a tenere le mani sulla bocca. No, non avrebbe detto altro; non si sarebbe fatto sfuggire più del dovuto ed era per questo che ad ogni domanda di Scorpius, Albus faceva no con la tesa.

«Al, non ti fidi del tuo migliore amico?» domandò allora Scorpius, sapendo benissimo che con quella frase Potter si sarebbe aperto e avrebbe raccontato tutto, nei minimi dettagli.

«Certo che mi fido!» esclamò quindi il corvino. «Solo che questo non posso proprio dirtelo: è una cosa che deve stare tra me e Rosie.»

 
«Santo Salazar, Al!» fece eco Malfoy, passandosi una mano tra i capelli. 

E metà della mattinata volò via così, con un Albus che tentava in tutti i modi di tener nascosto il patto con la cugina - o almeno la parte che riguardava proprio Scorpius - e con un Malfoy sempre più curioso e punzecchiatore che mai. All'ora di pranzo, infatti, mentre raggiungevano la Sala Grande per andare a mangiare, Albus continuava a dirsi che non ce la faceva più, che sarebbe scoppiato da un momento all'altro. Ma se lui avesse dovuto sputare il rospo, allora avrebbe voluto in cambio le risposte che Rose gli aveva chiesto - cioè il profumo della sua Amortentia. Ad un passo dalle enormi porte che davano l'accesso alla Sala Grande, il corvino si strinse i capelli e afferrò saldamente il braccio dell'amico, trascinandolo in un angolo lontanto dagli occhi e dalle orecchie di tutti.

«Vuoi sapere di che cosa tratta il patto che ho stretto con Rose? Bene, lo saprai.» disse tutto d'un fiato Albus, incontrando una luce negli occhi di Malfoy e un sorriso soddisfatto sullo stesso. «Però voglio in cambio una cosa.»

Scorpius incrociò le braccia al petto: «Cosa?»

«Una piccola e insignificante informazione.» mormorò subito Albus, passandosi una mano sotto il mento e guardandosi intorno. Di sicuro, se Rose avesse saputo che cosa stava facendo in quel momento, lo avrebbe ammazzato. D'altra parte, però, quello era l'unico modo per scoprire che cosa avesse sentito Scorpius quando aveva annusato l'Amortentia; era un occasione d'oro e irripetibile, non poteva farsela scappare.

«D'accordo.» l'altro Serpeverde accettò subito, pregustandosi il momento in cui sarebbe venuto a conoscenza del patto che Albus aveva fatto con la Weasley. 

«Bene.» fece il corvino, sistemandosi il maglione. Poi fissò i suoi occhi scuri in quelli chiari dell'amico e, senza riprendere aria tra una parola e l'altra, disse: «Volevo un appuntamento con Alice Paciock quindi ho chiesto una mano a mia cugina. Ma lei in cambio voleva sapere una cosa che ti riguarda. Quindi io le ho chiesto che cosa volesse sapere e lei mi ha parlato della lezione di Pozioni.»

«Per la barba di Merlino!» esclamò Malfoy, ricordandosi alla perfezione di quel momento. Osservò come le mani di Albus si mossero nella sua direzione, appoggiandosi poi sulle sue spalle. «Lei vuole sapere--»

«L'odore che hai sentito, Scorpius. Lei ha bisogno di sapere solo questo.» lo interruppe Potter, ora guardandolo con occhi speranzosi «Ed è questo che voglio io in cambio, per averti rivelato tutto questo.»

Scorpius spalancò gli occhi e aprì la bocca per parlare: glielo avrebbe rivelato? Non se la sentiva per niente, doveva inventarsi subito una scusa. Dall'altra parte, però, il suo migliore amico era stato sincero con lui, e questo gli fece capire che forse doveva esserlo anche lui. Si, forse gliene avrebbe parlato; forse Scorpius si sarebbe spinto, si sarebbe esposto e avrebbe rivelato che il profumo che aveva sentito era... Ma no! Se Scorpius avesse parlato, Albus sarebbe andato di corsa dalla Weasley e le avrebbe spifferato tutto, perché era questo che lei voleva. Gli venne improvvisamente un'idea: ricordò un profumo di shampoo al melone che aveva vagamente sentito quando, giorni prima, aveva chiesto a Trish Zabini di accompagnarlo ad Hogsmeade. Certo, Trish era appena diventata la sua copertura.

«Shampoo... al melone.» recitò la parte di un ragazzo timido. «E so anche chi lo ha.»

Negli occhi di Albus passò una scintilla di curiosità, quindi lasciò andare le spalle di Malfoy e gli chiese il nome di questa persona. 

«Hai... hai presente Trish Zabini?» Scorpius si rese conto che, dopo questa interpretazione, poteva solcare i palchi dei babbani e diventare il miglior attore di tutti i tempi. Infatti finse di guardarsi intorno, e il corvino fece lo stesso, e poi ricongiunse i loro sguardi. «Beh, di a Rose quello che devi dirle ma non farne parola con nessuno a proposito di... Trish. Intesi?»

Albus annuì e poi si girò verso la Sala Grande. Sul volto di Scorpius Malfoy si dipinse un sorriso soddisfatto: con quello che sapeva ora, sul fatto che la Weasley fosse così curiosa sul suo conto, aveva in pungo la rossa e poteva giocarsi questa carta come e quando voleva; magari, più avanti, le avrebbe addirittura rivelato che quel profumo che aveva confessato ad Albus era falso. Di un'altra cosa era sicuro al cento per cento: Albus Severus Potter non solo avrebbe riportato a Rose Weasley ciò che lui gli aveva detto, parola per parola, ma avrebbe anche fatto il nome di Trish. Lì sarebbe entrata in gioco la gelosia, Malfoy stava già ridendo.

Nel pomeriggio Rose Weasley era in giro con le cugine e Alice Paciock. Durante il pranzo, evitando il contatto visivo col gargoyle platinato, aveva fatto capire al cugino che il suo appuntamento con Alice ci sarebbe senz'altro stato. Quindi con la sua astuzia, aveva convinto le ragazze ad andare a prendere un po' di burrobirra, dove sapeva già che Albus le aspettava. I Tre Manici Di Scopa erano più pieni del solito: molti clienti se ne stavano seduti al bancone in legno, aspettando con ansia le loro bevande; altri erano seduti su tavoli di legno e chiaccheravano. Le risate si sentivano fino all'esterno e, quando Rose entrò sentì il calore di quel posto che le piaceva tanto che le riscardava il suo essere. Una mano si alzò e fece sengno alle ragazze di avvicinarsi, mentre una voce le chiamava.

«Rose, ragazze! Venite, vi ho tenuto il posto!» la chioma scura di Albus Severus Potter attirò l'attenzione del piccolo gruppo, e Alice Paciock non poté far altro che sentire il suo battito cardiaco accelerare. 

«Ammettilo, lo hai fatto apposta a portami qui.» sussurrò a denti stretti Alice, dietro un falso sorriso. 

«Lui ti piace, a lui piaci tu. Questo è il minimo che potessi fare per voi due: ringrazia il cupido dai capelli rossi e siediti accanto a lui.» rispose Rose nello stesso modo, alzando la mano per salutare il cugino. 

Al tavolo, però, Albus non era da solo e quando Dominique e Lily videro chi è che c'era a fargli compagnia i loro sguardi si incontrarono per un secondo. Rose se ne accorse solo dopo e quello che vide le fece spalancare occhi e bocca: Zabini e Malfoy sedevano l'uno accanto all'altro o meglio, erano appiccicati. Le mani della ragazza, scure e lisce, si muovevano sul torace di Scorpius, mentre lui rimaneva lì a fissarla con un sorriso beffardo. Rose scosse il capo e sbuffò svariate volte; appoggiò così delicatamente la borsa sul tavolo che la burrobirra di Albus rischiò di rovesciarsi. Dominique si girò verso Rose, afferrandole la mano sotto il tavolo e stringendola, poi osservò come Malfoy girò il capo nella loro direzione: «Qualcosa non va, Weasley?»

«Tutto a meraviglia, Malfoy.» rispose Rose, sfoggiando sul viso un sorriso falso e piegando la testa di lato. 

In realtà la rossa sapeva benissimo che qualcosa non andava, che c'era qualcosa di sbagliato in lei e in quella situazione. Cerco di non dar peso ai suoi pensieri e subito si alzò dal tavolo per poter andare a prendere la sua burrobirra, seguita da Lily e Dominique.

«Che cos'era quello?» le chiese la cugina più piccola, incrociando le braccia al petto.

«Si Rosie, sembravi quasi gelosa di quei due.» aggiunse Dominique, accarezzando la spalla di Rose.

«Gelosa, io?» la rossa trovò la cosa esilarante, tanto che scoppiò in una risata quasi agghiacciante. «Non sono gelosa di nessuno. Adesso mi bevo la mia dannata burrobirra e poi me ne vado a Mielandia per comprare qualche dolcetto.» e detto questo si girò per ordinare.

Dominique e Lily si guardarono nuovamente, leggendo l'una nella mente dell'altra. La situazione era chiara: o questo era una delle loro classiche situazioni che sarebbero sfociate in uno dei soliti battibecchi sarcastici, oppure Scorpius Malfoy stava giocando a far ingelosire Rose Weasley... e dalla reazione che lei aveva avuto, il piano stava funzionando a meraviglia. 

Rose Weasley lasciò in fretta I Tre Manici Di Scopa completamente da sola, non voleva passare un minuto di più con quel gargoyle platinato e la sua nuova conquista - quella Trish! Non si era nemmeno accorta di aver lasciato Dominique e Lily da sole tanto era infuriata; per quanto riguardava Alice, sapeva che la sua amica era in buone mani. Quindi la rossa camminò fino a Mielandia, ci entrò e subito andò a sbattere contro qualcuno. Quando il ragazzo si girò, Rose dischiuse le labbra e le guance si dipinsero di rosso.

«Lorcan.» mormorò.

«Rose!» esclamò il Corvonero in tutta risposta, e sulla sua bocca si dipinse un sincero sorriso che Rose non poté non ricambiare. 

«Scusami, non volevo venirti addosso! Avevo la testa da un'altra parte e--» disse velocemente la ragazza, ma le dita sottili e lunghe di Lorcan le si posarono sulla bocca perché interrompessero l'afflusso di pensieri che stavano uscendo.

«Non importa, davvero. E poi io ero in mezzo al passaggio!» 

Lorcan le fece l'occhiolino mentre il cuore di Rose fece una capriola, le guance ritornarono ad essere rosse e la sua mente si riempì di un unica frase che si ripeteva: Non azzardarti a dire qualcosa di stupido!
«Bene, io sto benissimo!» esclamò Rose, dandosi uno schiaffo mentale subito dopo essersi resa conto di quello che aveva appena detto. «Cioè...io...»

«Sicura di stare bene?» chiese Lorcan con aria sarcastica, posandole poi una mano sulla fronte. «No, non sono sicuro che tu stia bene.»

«E che cosa dovrei fare, dottore?» recitò lei, scoppiando subito dopo in una sonora e divertita risata. 

«Lei hai proprio bisogno di passare un po' di tempo con Lorcan Scamander!» disse con aria severa il Corvonero, aggregadosi poi alla risata della rossa. «Coraggio, prendiamo un po' di caramelle e andiamo a divorarle in un posto con più quiete!»

Rose annuì divertita e si avviò nel negozio alla ricerca delle sue caramelle preferite, seguita da un Lorcan altrettanto divertito. Mentre Rose e Lorcan parlavano dentro al negozio, però, fuori c'era una coppia che lo osservava. Trish li guardava con disprezzo, mentre Malfoy guardava solo Rose Weasley e nei suoi occhi c'era solo la delusione di chi non può stringere a se ciò che vuole.


NOTA AUTRICE

E niente, alla fine ho aggiornato, eh? 
Comunque sono molto fiera di questo capitolo e non vedo l'ora i scrivere il prossimo! Non vi dico nulla, se non che potrebbe esserci in ballo una festa. Altro? Spoilers *River Song mode on*
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Eli

 
   
 
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