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Autore: Marian Yagami    21/05/2009    2 recensioni
Eccomi di nuovo qui, con una nuova storia. In realtà questo è il primo racconto che ho inventato, ma lo posto solo ora... Meglio tardi che mai, come si suol dire... Le protagoniste, due sorelle tanto diverse quanto affiatate, vengono trasportate in una dimensione parallela, il magico Regno di Eternal. Non sanno ancora cosa il futuro ha in serbo per loro, ma lo scopriranno presto, vivendo tante avventure in un universo medievale che non smetterà di stupirle. Cosa attenderà le due? Magie? Incantesimi? Amore? Chissà...
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1 
Le due principesse
 
Il corridoio buio era illuminato solo da una flebile luce, che pian piano si faceva sempre più intensa.
Lungo le pareti di pietra si stendevano due prolungate ombre scure, definite e tremolanti.
Un improvviso lampo squarciò il cielo, e attraverso una finestra illuminò a giorno il corridoio. Le due figure che lo percorrevano trasalirono, stringendosi tra loro, ma continuando imperterriti a camminare.
- Julie, tutto bene? – fece la figura più alta, un uomo.
Lei annuì con il capo, stringendo forte al petto un fagotto di stoffa bianca.
- E tu, Marian, come stai? – mormorò la donna, spostando un lembo della stoffa.
Da sotto, spuntò fuori un dolce visino di neonata, dalle guanciotte rosse e paffute, e un paio di splendenti occhi verdi.
La bimba sorrise, sbavando un po’, e facendo dei versi di approvazione.
- Almeno lei è tranquilla! Non capisce quello che sta accadendo... – sospirò Julie, sorridendo.
L’uomo si avvicinò ad una porta, chiusa con un grosso lucchetto arrugginito.
Toccò il lucchetto con un dito, e questo, all’istante si illuminò e si aprì.
- Vieni, Julie, tra poco saremo liberi! – disse l’uomo, spalancando la porta.
Una calda luce li avvolse...
 
 
- Miyuki! Miyuki sbrigati! – esclamarono Tomoe e Harumi.
Una ragazza bionda, dai brillanti occhi verdi, corse verso le due amiche, che la aspettavano impazienti.
- Scusate, ma davanti a questa meraviglia sono rimasta a bocca aperta! – si giustificò lei, sorridendo. 
Miyuki aveva quindici anni, e frequentava la prima superiore al liceo Kameyama di Tokyo.
Quel giorno, con la sua classe,  era andata a fare una visita educativa al vecchio castello posto su una collina fuori dalla metropoli. Era decadente e ricoperto di muschio verde sulla maggior parte della superficie, e addirittura una parte era crollata anni addietro, ma la parte rimasta, rispecchiava la vecchia bellezza medievale, quasi magica.
Era strano vedere una costruzione in stile europeo proprio li in Giappone, tra tutti quei templi orientaleggianti e le antiche dimore degli shogun.
Tuttavia, quella vista faceva battere forte il cuore di Miyuki, facendole immaginare storie di maghi e cavalieri, principesse e sortilegi.
- Ragazzi, da questa parte. – disse la professoressa, guidando gli alunni all’interno.
I ragazzi la seguirono fino all’ingresso, dove si fermarono.
- Hiro non è ancora arrivato? – disse una voce squillante a Miyuki.
La ragazza trasalì e si voltò, trovandosi faccia a faccia con un’altra ragazza, dai capelli bruni lunghi fino alle spalle e con gli occhi azzurro cielo.
- Hikari, non devi urlarmi nelle orecchie, sai che mi spaventi ogni volta! – esclamò Miyuki, traendo un sospiro di sollievo.
- Scusa tanto, sorellina, la prossima volta ti avviso, quando voglio spaventarti! – rise Hikari, spettinando Miyuki con una mano.
In effetti però, era vero, di Hiroyuki, il migliore amico di Miyuki e Hikari, non c’era neanche l’ombra.
- Ehi, sono qui! – esclamò una figura, che si avvicinava al castello di fretta e furia.
Finalmente era arrivato anche lui. Hiro era un ragazzo carino, simpatico, sempre allegro e...
- Sempre in ritardo!- disse la Miyuki sorridendogli. Hiro arrossì un poco.
 
 
Ad accogliere la classe arrivò una giovane donna, che indossava una divisa rossa da guida turistica.
- Benvenuti a tutti! Io sono la guida del castello, chiamatemi Nellie. Durante il nostro giro vi mostrerò antichi oggetti risalenti al XIII secolo, appartenuti agli abitanti di questa fortezza. –
I ragazzi seguirono diligentemente Nellie, che li conduceva per le varie ali del castello.
 
 
Miyuki si guardò intorno meravigliata.
Quei soffitti voltati... quelle pareti decorate con mosaici colorati, che rappresentavano scene non appartenenti alla tradizione nipponica... quegli archi a sesto acuto raffiguranti motivi di tralci e fiori... 
Era come se Miyuki avesse già visto tutto quello, sembrava un ricordo perso nella notte...
Eppure lei sapeva di non essere mai andata a visitare quel maniero, nemmeno con i suoi genitori...
Scosse la testa, smettendo di pensarci, seguendo il suo gruppo che si allontanava.
 
 
La guida portò i ragazzi in un grande salone rettangolare, dalle pareti intonacate di bianco, e l’alto soffitto affrescato.
- Che meraviglia! – mormorò Miyuki, sospirando.
- Ma fammi il piacere... – brontolò Hikari, ma anche lei dovette ammettere che quella sala toglieva davvero il fiato!
Le altissime finestre ad arco acuto erano ornate con vetrate colorate, e i colori si riflettevano sul pavimento creando bellissimo giochi di luce.
Sul fondo della stanza si trovava un palchetto, più alto rispetto alla pavimentazione, su cui si ergevano maestosi quattro troni.
Erano in legno bianco, decorati con motivi floreali dorati, e i morbidi cuscini di velluto erano rossi, con le nappe dorate.
- Quelli... – disse la guida, - sono i troni dei sovrani che un tempo regnavano su queste terre. Era una stirpe molto antica e prestigiosa, che dalla lontana Europa compì un lunghissimo viaggio fino a qui. I documenti che siamo riusciti a tradurre non ci spiegano il motivo di questo spostamento, ci dicono solo che i due sovrani, la regina Thalia e il re Diaspron, costruirono questo castello e il borgo che lo circondava in brevissimo tempo. Purtroppo con il passare del tempo il borgo è andato perduto, ma si può vedere ancora il suo antico perimetro... –
Miyuki ascoltava la guida, affascinata da tutta quella storia.
In realtà lei aveva già sentito il nome “Thalia” ma non ricordava ne dove ne quando. 
- Ma... Nellie... – chiese Hikari. – Questi sovrani che ha nominato erano solo due, no? Perché i troni sono quattro? –
La guida sorrise, lanciando uno sguardo un po’ misterioso nella direzione della ragazza.
- Beh, il re e la regina generarono due gemelle, e divenute adulte ereditarono il titolo di regine. Gli altri due troni erano destinati ai loro rispettivi sposi. Da allora i sovrani mantennero la tradizione di far salire al trono due donne, possibilmente sorelle. –
- Oooh! – fece Miyuki, sempre più conquistata da ciò che raccontava la guida.
 
 
Nellie mostrò ai ragazzi una teca di vetro, che conteneva quattro manufatti in oro. Erano quattro cerchietti in filigrana molto fini, cesellati con motivi di edera, e due di essi presentavano un piccolo cristallo colorato, uno di rosa e l’altro di azzurro.
La guida spiegò che erano le corone degli antichi sovrani.
Proseguirono la visita, e Nellie mostrò alla classe due manichini che reggevano dei bellissimi abiti in broccato, ricamati elegantemente ma non eccessivi nei particolari. Erano entrambi bianchi, con particolari rosa e azzurri, nel tipico stile medievale europeo.
Fecero un giro per i sotterranei del castello, dove si trovavano le prigioni e i magazzini per il cibo, visitarono le antiche botteghe, dove erano esposti gli attrezzi da artigiano e da fabbro.
 
 
- Nellie, qui cosa c’è? – chiese Hikari ad un certo punto. 
I ragazzi procedevano lungo un largo corridoio in pietra, su cui si aprivano molte porte in legno, rinforzate in ferro.
Una in particolare attirò l’attenzione di Hikari, perché era chiusa da un grande lucchetto d’ottone arrugginito.
- Oh, li... non c’è niente di interessante... è meglio che ti allontani... – fece la guida, vaga.
- Avanti, Nellie, ci dica cosa c’è qui, siamo tutti molto curiosi... – disse Hiro, con tono zuccheroso.
La ragazza si avvicinò alla grande porta, e vi poggiò una mano sopra.
- Va bene, ve lo dirò, ma è molto importate che voi non vi avviciniate più qui dopo di adesso. –
Trasse un sospiro e riprese a parlare.
- Vedete, ragazzi, si dice che in questa stanza, dimori... uno spirito. –
A quelle parole Miyuki sbiancò come un lenzuolo, mentre Hikari finalmente trovava qualcosa di emozionante in quella visita d’istruzione.
- Sapete, da quando io lavoro qui... – continuò Nellie, - mi è capitato varie volte di assistere a strani fenomeni... Per esempio... un giorno, dopo la chiusura, dovetti svolgere la ronda quotidiana per vedere se qualcuno si era attardato troppo ed era rimasto chiuso dentro il castello. Quando passai qui davanti sentii un rumore davvero molto strano. Allora aprii la porta e notai che la finestra era aperta. Corsi a chiuderla immediatamente, assicurandomi che fosse ben serrata, e mi accorsi che per spostare le pesanti ante ci volevano due mani. Mi chiesi allora come aveva fatto la finestra ad aprirsi da sola... La mattina dopo non potei resistere dall’entrare di nuovo in questa stanza. Quello che vidi mi tolse il fiato: la finestra era di nuovo aperta! –
I ragazzi si fissarono increduli l’un l’altro, chi terrorizzato, chi infervorato.
- Delle altre guide, c’è chi giura che abbia sentito dei passi provenire proprio da qui, e addirittura una voce, una melodiosa voce di ragazza... – concluse Nellie.
Hikari si avvicinò di soppiatto alla sorella...
- Miyukiiii... sono venuta a cercartiiii... – sussurrò, soffiandole nell’orecchio. 
La ragazza trattene uno strillo acuto, mentre i capelli le si drizzavano sulla nuca.
- Oh, per favore, Hikari, non mettertici anche tu adesso! Mi è già venuta abbastanza fifa ascoltando le storie della guida! –
- Non dirmi che hai paura dei fantasmi! Stavo scherzando! – rise Hikari, dando un colpetto sulla spalla della sorella.
 
 
- Ragazzi, dovete promettere una cosa. Dimenticate questa storia del fantasma e tutto il resto, e non avvicinatevi per alcun motivo a questa porta. Anzi, dimenticate anche questa! –
Dopo aver detto questo, Nellie condusse i ragazzi in un’altra ala del castello, dove un’altra guida si sostituì a lei.
Nellie salutò il gruppo, spiegando che doveva accogliere un’altra classe.
- Ora saliremo sulla torre maggiore, in cui sono conservati dei manoscritti risalenti all’epoca della regina Thalia... – spiegò la nuova guida.
Hikari fece un piccolo passo indietro, poi un altro e un altro ancora.
- Psss! – bisbigliò Miyuki, lanciando uno sguardo alla sorella.
- Torna qui! Dobbiamo salire sulla torre! –
Hikari scosse la testa, e, ghignando, fece ancora qualche passo indietro.
- Ma dove vai? –
La classe ormai era salita sulla torre, e non si era minimamente accorta dell’assenza delle due ragazze.
- Vado a sbirciare un po’ nella stanza del fantasma! –
- Cosa? Ma sei impazzita? Non ricordi più quello che  ci ha detto Nellie? – esclamò Miyuki, già terrorizzata.
- E da quando in qua io faccio quello che mi si dice? – rise Hikari, dirigendosi alla porta.
 
 
Hikari esaminò accuratamente il pesante lucchetto.
- Mhmh... questo lucchetto sarà una grana... – mormorò.
- Ma che peccato!- disse Miyuki con falso dispiacere. – Beh... mi dispiace molto...( bugia!) ma visto che è chiuso non possiamo farci niente... e... e poi se gli altri non ci vedono più si preoccuperanno... –
- Non tutto è perduto!- fece Hikari, togliendo una forcellina dai suoi capelli. Un lungo ciuffo le ricadde davanti agli occhi, e lei lo spostò con un soffio.
Inserì la forcina nella serratura e cominciò a girarla in tutti i sensi, fino a che non sentì scattare il meccanismo.
Si girò trionfante dalla sorella: il lucchetto si era aperto!
- A... aspetta, non vorrai mica... – mormorò Miyuki, intimorita, ma Hikari non la ascoltò nemmeno.
Con un piccolo sforzo tirò la maniglia di ottone, e la porta si schiuse.
 
 
Hikari rimase un po’ delusa.
Quella dove erano entrate era una semplice stanza per gli ospiti. Sulla destra si trovava un letto a baldacchino dalle coperte di velluto verde, mentre nella parete di fondo c’era un’ampia finestra alta fino al soffitto.
Infine, alla parete sinistra era poggiata una scrivania, alla quale era seduta una ragazza dai capelli neri.
- Ma tu... – fece per dire Hikari, quando sentì un tonfo alle sue spalle.
Si voltò e vide che Miyuki era sdraiata per terra, bianca come un cencio, con un’espressione di puro terrore sul volto.
- Ma tu sei Nellie, la guida! – concluse la frase Hikari. 
- Santo cielo! La principessa è svenuta!- esclamò la guida andando a soccorrere Miyuki.
- Probabilmente ti ha scambiata per un fant... come l’hai chiamata?- Hikari si voltò di scatto verso Nellie, e stranamente notò solo in quel momento come era vestita: portava un ampio vestito blu chiaro, con le maniche che arrivavano fin sopra il dorso della mano. L’abito terminava con una gonna con lo strascico.
- L’ho chiamata principessa! Perché, non sapete che voi...- la guida mise una mano davanti alla bocca. – I vostri genitori non vi hanno detto niente?- disse la ragazza stupita.
- Che cosa avrebbero dovuto dirci?- chiese Hikari con voce acida. – E comunque non credo che tu conosca i miei genitori... - disse rabbuiandosi.
La guida si schiarì la voce: - Bentornate, future regine di questo castello!-
 
 
- Che cosa? – esclamò Hikari.
Non poteva credere a quello che sentiva. Nel frattempo era riuscita a far sdraiare Miyuki su letto, e le faceva aria con una mano.
- Senti, se vuoi prendermi in giro fai pure, ma non puoi uscirtene fuori con una cavolata del genere! –
- Non è affatto uno scherzo! Non mi prendi sul serio?- disse la guida.
- E come potrei farlo? Secondo te una persona sana di mente crederebbe ad una storia del genere? Sei davvero svitata! –
Nellie si avvicinò alla porta, a con uno scatto la chiuse.
In quel momento Miyuki si riprese, e cercò di mettersi seduta.
- Stai meglio sorellina? Prova ad alzarti, ce ne andiamo da qui, questa tipa ha qualche rotella fuori posto... –
Miyuki si aggrappò ad Hikari, e riuscì a mettersi in piedi.
- Non potete più andarvene... – mormorò Nellie, con uno strano tono. – È troppo tardi  ormai... 
Hikari ebbe un brivido, mentre Miyuki, che non aveva capito niente, rimase a fissarla con un’espressione da ebete.
- Mi sono stufata di tutte queste stupidaggini!- disse Hikari, che prese per un braccio sua sorella e aprì la porta, ma...
 
 
Davanti ai loro occhi increduli, sfilarono un corteo di cameriere indaffarate. Portavano pile di abiti, alcune anche il piumino per spolverare, e alcune si fermarono davanti a loro.
- Siete tornate principesse! Finalmente!- disse una.
- Come siete vestita strana, principessa...- fece un’altra.
- Ma come? Questo castello non era un museo? Pensavo fosse disabitato!- esclamò Miyuki tutta animata. Hikari invece andò su tutte le furie: - Voglio andare viaaaa! Fammi tornare subito dai miei compagni!!!-
- Non si può, bambine. - disse una voce alle loro spalle. Le ragazze si voltarono e videro...
- Mamma!- dissero in coro. – Che ci fai tu qui?-
- Io, modestamente, sono la regina di questa catapecch... voglio dire, di questo meraviglioso castello! Uahahaha!- disse la mamma, con la risata da maniaca.
Le due sorelle si guardarono sconcertate.
- Non dirmi che anche tu fai parte dello scherzo!- disse Hikari sgomenta. Infatti anche la madre aveva un vestito in stile medievale, e portava una strana pettinatura.
- Non è uno scherzo! Come te lo devo dire? Ora te lo dimostrerò.- la mamma chiuse le mani a coppa davanti a se, all’altezza del viso.
Improvvisamente le sue mani si illuminarono, formando una piccola sfera luminosa, che mandava scintille tutto attorno.
Miyuki e Hikari fissarono quel prodigio con gli occhi spalancati, incredule ma anche affascinate. 
Poi, in quell’istante, alcune scintille magiche colpirono un arazzo appeso alla parete, che prese fuoco in un attimo.
Le ragazze si ritrassero, mentre la mamma, con un altro incantesimo estinse le fiamme.
- Umpf, tanto quell’arazzo non mi era mai piaciuto! – affermò, lasciando le figlie di stucco.
- M... mamma... da quando in qua tu riesci a... – balbettò Miyuki, ma Hikari la interruppe.
- È ovvio che sono trucchi da prestigiatore! Non prenderci in giro anche tu, mamma! –
La donna scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli castani.
- Non mi credete ancora? – sospirò. – Allora questo fugherà ugni dubbio... –
Giunse di nuovo le mani davanti a se, questa volta a forma di corolla di un fiore.
Nell’incontro tra le dita cominciò a convergere un turbine di aria, poi Miyuki e Hikari iniziarono a fluttuare e vennero avvolte dal turbinio. I loro abiti cominciarono ad allargarsi e a prendere una nuova forma.
Lentamente il turbine le posò per terra, e quando finalmente si dissolse, le due ragazze indossavano degli eleganti abiti medievali.
- Hikari! Hai visto? Questa è una magia! Nostra madre fa le magie!- esclamò Miyuki incredula.
- Già, già, ho notato, ma... PERCHÉ MAI DEVO AVERE UNA GONNA?- gridò la sorella, facendo ondeggiare le pieghe del suo abito color cielo.
- Perché è quello che si conviene ad una principessa, ovvio, no?- disse la mamma con un sorriso!
Miyuki si guardava intorno, e non credeva ai suoi occhi. – Mi sembra un sogno!-
- Vorrai dire un incubo...- mormorò Hikari.
- Bene, visto che io non servo più vado a finire la mia partita con la PS2! Ciao!- fece Nellie, poi rientrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Le due sorelle si lanciarono uno sguardo, poi fissarono la madre.
- Credo che tu ci debba delle spiegazioni. – disse Miyuki. 
La mamma annuì con il capo. – Allora seguitemi... da questa parte... –
 
 
La mamma portò le due ragazze in una stanza ampia e spaziosa.
- Questa è la sala del parlamento.- spiegò.
Al centro della stanza c’era un lungo tavolo ovale, circondato da numerose sedie. Nell’ultima sedia in fondo, era seduta una figura.
Era una ragazza, dai capelli e gli occhi rossi. Portava un velo verde sopra la testa, che però non copriva il viso. Indossava un abito con le maniche larghe, la gonna lunga, e tra le mani teneva una sfera. Questa sfera era poco più piccola di un pallone da calcio, e galleggiava nell’aria.
La ragazza all’improvviso alzò lo sguardo, e fece per dirigersi verso le principesse con un sorriso stampato in faccia, ma inciampò sull’orlo dell’abito e si spiaccicò per terra.
Miyuki e Hikari si mossero per aiutarla, ma lei alzò veloce la testa e si rimise in piedi. Due rivoli di sangue scorrevano dalle sue narici, ma lei sorrideva come se niente fosse.
- Tutto bene?- fece Miyuki, avvicinandosi sconcertata.
- Non c’è problema!- disse la ragazza. Si passò una mano davanti al naso, e senza neanche sfiorarlo, quando la tolse tutto tornò normale, senza neanche una macchiolina.
- Io sono Ylia! Tanto piacere!-
- Piacere! Io sono Miyuki!-
- E io Hikari!-
- In realtà...- disse la mamma, – I vostri veri nomi sono Marian per Miyuki e Luce per Hikari...- 
- Che cosa? E non potevi dircelo da quando siamo nate?- esclamò Luce.
- Vedete, è una faccenda complicata... - fece la mamma con aria grave.
- Sedetevi, vi racconteremo la storia.- disse Ylia.
 
 
“ Tanti secoli fa, i regni della magia si trovavano sulla Terra, e umani ed esseri magici coabitavano e interagivano tra loro.
Questa convivenza pacifica durava da tanti anni, finché accade un evento irreparabile.
A quel tempo, il regno degli elfi era governato dalla regina Thalia. La regina Thalia era amata e benvoluta da tutti, e non c’era principe, re o imperatore sia umano che non, che non desiderasse averla come sposa. Un giorno, la regina accettò la proposta di matrimonio di un bellissimo principe delle terre del nord. Una settimana prima delle nozze, però, conobbe un giovane uomo, Diaspron, che di mestiere faceva il medico. I due, purtroppo si innamorarono e Thalia decise di annullare il matrimonio. Il principe, infuriato e pieno di gelosia, mandò dei sicari al villaggio per cercare di uccidere il medico, invano. La regina lo protesse grazie alla sua magia, e insieme scapparono in un posto lontano, proprio in Giappone.
I mortali, nel frattempo vollero vendetta, e scatenarono una feroce guerra contro il popolo degli elfi. Questi ultimi, dal canto loro si scagliarono contro la regina e il suo compagno, ritenendoli responsabili del conflitto.
La guerra coinvolse soprattutto i mezz’elfi, nati dall’unione di umani ed elfi. Considerati mezzosangue, non vennero accolti ne da una fazione ne dall’altra, e anzi, vennero perseguitati. La loro unica speranza fu di raggiungere la regina Thalia e Diaspron, che nel frattempo avevano costruito un castello nei pressi dell’antica Edo, l’attuale Tokyo.
Uno sfortunato giorno le due fazioni scoprirono il rifugio di Thalia e cercarono di distruggerlo. La regina fece allora un’azione che ancora oggi condiziona la vita di ognuno di noi. Trasportò il suo borgo in un’altra dimensione e la sigillò grazie ad un oggetto tanto potente quanto pericoloso che creò lei stessa: il “Drago di Cristallo”! ”
Il Drago di Cristallo è un diadema di cristallo, che è conservato nei sotterranei di questo castello. Al suo interno è contenuto il potente spirito di un drago, che permise alla regina Thalia di sigillare questa dimensione e a proteggerla. Ancora oggi, per permettere gli spostamenti tra le varie dimensioni, si utilizza questo enorme potere. La stanza attraverso cui siete passate è appunto una sorta di ascensore tra il nostro mondo e la Terra. È necessario entrarvi e chiudere le porta, per essere condotti qui.
E adesso si comincia a parlare di voi...
Dopo questa divisione, è accaduto un fatto molto drammatico per noi. Gli umani hanno iniziato a dimenticare la magia. Tutti i loro problemi non potevano più essere risolti con i nostri incantesimi, e si sviluppò un malcontento generale. La gente si affidava alla scienza, e l’ insoddisfazione cresceva. Quello che non potevano sapere era che questo malcontento, nella nostra dimensione prendeva forma e diventava un essere pensante.
Fu così che nacquero le Forze Oscure.
Queste Forze riversarono su di noi tutto l’odio degli umani, che in tanti anni trascorsi era aumentato notevolmente, tanto che sedici anni fa tentarono di distruggere questo regno. Era proprio quando nascesti tu, Marian.
Quando però io e Will fuggimmo, le Forze Oscure non si rassegnarono, e aspettarono il momento buono per attaccare. Da quel momento, in questo regno ci furono molti attacchi, tutti respinti, fortunatamente, ma ultimamente si stavano facendo più intensi... 
 
 
Miyuki e Hikari, anzi, Marian e Luce, fissarono la madre con un misto di sconcerto e incredulità.
- Quindi... vorreste dirci che se tutta questa storia è vera, noi siamo in pericolo di vita? – chiese Marian.
- Non dire sciocchezze! Secondo te avrei fatto in modo di ricondurvi qui se sapevo che eravate in pericolo di vita? Sarei una madre degenere! – esclamò la mamma, indignata.
- Veramente quello lo sei già! – mormorò Luce. 
- Ti ho sentita, sai? – sibilò la madre.
Marian non capiva. – Ma allora perché ci hai riportate qui? Secondo quello che ci hai detto eravamo più al sicuro sulla Terra, no? –
- Ylia è una veggente. Ha avuto una premonizione su voi due... – disse la mamma.
Marian e Luce si voltarono verso la ragazza, che sorrideva allegramente.
- Ha visto nel futuro. – continuò la madre. – Ha visto che voi riuscirete a portare la pace nel nostro mondo! –
 
 
Le ragazze rimuginarono un po’ su tutto quello che era stato loro rivelato.
- Però è ancora incredibile! Fin da piccola il mio sogno era quello di diventare una principessa... - ammise Marian. – Ma ora che lo sono c’è qualcosa che non quadra... mi sembra che non sia reale, mi sembra un sogno... -
- Però ti piace?- chiese Luce ammiccando.
Marian ci pensò un po’ su.
- Si!- rispose alla fine.
In quel momento, Luce si bloccò.
- Che hai tesoro? – chiese la mamma.
La ragazza fissò lo sguardo azzurro in quello della donna.
- Mi è venuto in mente un pensiero improvviso... – mormorò. – Io non posso essere la seconda principessa... –
- Perché mai? – fece la mamma.
Luce abbassò lo sguardo, rattristandosi.
- Lo sai benissimo... non sono tua figlia... – disse.
La mamma le si avvicinò e le poggiò le mani sulle spalle.
- Anche se non sei mia figlia biologica, io e papà ti abbiamo adottata perché ti volevamo bene come fossi sangue del nostro sangue. Tu sei la nostra polpettina, e nulla cambierà questo fatto, nemmeno la successione al trono. –
Luce cercò di trattenere le lacrime, mentre anche Marian le si avvicinava.
- Se tu non diventi principessa con me, ti immagini che noia? Non ci sarebbe nessuno che mi fa spaventare, o che mangia dal mio piatto, oppure che mi fa tanto ridere! - esclamò la ragazza, circondando con un braccio le spalle della sorella.
La mamma si alzò e all’improvviso disse: - Bene, smettiamola con tutte queste svenevolezze! Dobbiamo fare i preparativi per il banchetto!-
Marian e Luce si guardarono negli occhi.
- Di che banchetto stai parlando? – chiese Marian.
- Ma è ovvio, no? Di quello per il festeggiamento del ritorno delle principesse! –
Le due sorelle si guardarono negli occhi.
- Che cosa? – esclamarono all’unisono.
La madre rise, con fare civettuolo.
- Ylia vuoi venire con noi?- chiese Luce.
Ma Ylia si era bloccata. Era in piedi con gli occhi vuoti e le mani che penzolavano. La sua sfera fluttuava davanti a lei, e si illuminava dei colori dell’arcobaleno.
- Due ragazzi... - disse Ylia con voce posseduta. – Dai capelli colore del fuoco e color... melanzana, due fratelli... proteggeranno le principesse a costo della vita... -
Poi la ragazza si accasciò su una sedia e riprese coscienza.
- Cosa mi è accaduto?-
- Hai avuto una premonizione Ylia. - disse la regina.
 
 
 
 
Che ne dite? Movimentato, come primo capitolo!
Sono sempre io, Marian! Non la Marian di cui avete letto, è ovvio, lei è tanto diversa da me (ma forse non troppo)... sarà meglio presentarvela, non credete?
 
Breve intervista a Marian
 
Puoi dirmi il tuo nome completo?
Mi chiamo Marian Yagami, anche se sulla Terra il mio nome era Miyuki.
Quanti anni hai? Quand’è il tuo compleanno?
Ho quindici anni, quasi sedici... il mio compleanno è il 14 febbraio, il giorno di San Valentino.
Oh, che carino! Quindi il tuo segno zodiacale è l’acquario, giusto?
Esattamente!
Quanto sei alta? 
Accidenti, non me lo ricordo esattamente... circa un metro e sessanta, credo...
E quanto pesi? 
Ma che domande mi fai(arrossisce)? Uff, te lo dico... cinquantaquattro chili...
Come hai gli occhi? E i capelli?
I miei occhi sono verde scuro, con qualche tono smeraldo, e i capelli sono biondi, lunghi fino alla schiena.
Colore preferito?
Uhm... rosa. Ma mi piacciono anche tutti gli altri colori...
A che cibo non potresti mai rinunciare?
E me lo chiedi? Al cioccolato, soprattutto quello bianco!
Puoi dirci qualcosa di te?
Dunque... sono molto affettuosa, cerco sempre di dare un aiuto a chi me lo chiede, anche se a volte è molto difficile...
Mi piace cucinare, ma molto meno mettere a posto! Adoro anche fare lunghe passeggiate, soprattutto quando pioviggina.
Ho una paura matta di ragni e fantasmi, anche se molti (compresa mia sorella) trovano queste fobie assolutamente da mocciosi! Povera me!  ç__________ç
Grazie per questa breve intervista, puoi lasciarci una tua foto?
C... che cosa? Oddio, che vergogna! Mhmh... va bene, eccola!



  
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