Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Lady Five    14/12/2016    5 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harlock accelerò il passo. Era sollevato perché erano riusciti a catturare l'intrusa senza colpo ferire, ma nello stesso tempo preoccupato per ciò che avrebbe scoperto, e per le decisioni che avrebbe dovuto prendere a riguardo. Poi il fatto che Yattaran avesse usato il femminile... non gli faceva presagire nulla di buono.
Gli venne incontro uno Yattaran gongolante, seguito subito da un gruppetto di pirati che conduceva, debitamente immobilizzata, una figura femminile, mentre a poco a poco tutti gli altri componenti dell'equipaggio che si trovavano nel magazzino si avvicinavano, incuriositi.
“Si era ben nascosta, ma non abbastanza. Non aveva scampo e non ha nemmeno sparato!”
La prigioniera non opponeva resistenza. Man mano che si avvicinava, il cuore di Harlock batteva furiosamente. Perché notò subito che era alta, esile, chiusa in una strana corazza, piuttosto robusta ma che non le intralciava i movimenti. La testa era protetta da un casco che ne nascondeva il volto.
“Abbiamo anche recuperato la refurtiva” esultò Yattaran, mostrandogli il codice, all'apparenza intatto.
“Ottimo lavoro, ragazzi!” si complimentò il capitano, cercando di tenere a bada l'inquietudine crescente.
Quando la donna fu a pochi passi da lui, recuperò il suo autocontrollo e la squadrò con aria severa.
“Chi sei? Chi ti manda?” l'apostrofò con voce fredda e dura.
Quella non proferì verbo.
Harlock fece un cenno e uno dei pirati le strappò il casco senza tanti complimenti. Una cascata di capelli scuri e lisci le piovve sulla schiena, mentre si svelava anche il suo volto, un volto molto attraente, come Harlock temeva.
“Cosa ne facciamo di lei?” chiese il primo ufficiale con un'occhiata eloquente. Ha scoperto il nostro segreto, forse anche più di uno....
“Portatela nella camera blindata e sorvegliatela a vista. Guai a voi se commette qualche sciocchezza. Più tardi mi occuperò personalmente di lei.”
Sapeva benissimo che, se l'aliena fosse davvero stata una Mazoniana e avesse voluto innescare il processo di autocombustione, loro non avrebbero potuto farci nulla, ma dovevano comunque almeno tentare di impedirglielo.
Mentre i pirati la trascinavano via, Yattaran gli si avvicinò.
“È una di quelle, vero?”
“Io... temo di sì... Ne ha tutta l'aria. Dobbiamo evitare a tutti i costi che si faccia fuori da sola, come hanno fatto parecchie sue socie prima di lei... Voglio scoprire perché a Mazone interessa tanto quel maledetto codice! Devo convincerla a collaborare.”
Yattaran si allontanò scuotendo la testa. Da quelle creature non erano venuti fuori altro che guai!
Invece Harlock era del parere che, eliminata lei, prima o poi si sarebbe fatto vivo qualcun altro, e sarebbero stati al punto di prima. Clarice si sarebbe trovata sempre in pericolo. E senza sapere perché.
Chiamò Kei e la aggiornò sull'esito della vicenda.
“Lascia comunque qualcuno di pattuglia - le disse - Non sappiamo se questa tizia fosse sola o meno”.
In realtà, dentro di sé era convinto che lo fosse. Se la sua missione era solo recuperare il codice, doveva muoversi agevolmente e cercare di passare il più inosservata possibile. E c'era quasi riuscita, accidenti a lei!
Quello che invece non capiva era cosa pensasse di fare, una volta entrata in possesso del Voynich. Come poteva credere che non se ne sarebbero accorti e di conseguenza messi in allarme? Che non le avrebbero dato la caccia?
Era sempre più convinto che la permanenza su Ombra di Morte avesse scombussolato i piani della ladra. Per agire aveva dovuto aspettare più a lungo del previsto, approfittando della prima occasione propizia, e in questo modo si era esposta a un maggiore rischio di essere scoperta. Adesso veniva il difficile: conoscendo il fanatismo e la dedizione dei soldati mazoniani, sarebbe stato molto arduo farla parlare... nemmeno con la promessa di risparmiarle la vita...
Intanto decise di dare la buona notizia a Clarice. Aveva chiesto a Yattaran di portare il codice nella sua cabina. Passò a prenderlo e poi raggiunse la stanza di Mayu. Meeme gli aprì.
“Pericolo cessato. Abbiamo recuperato il codice, Clarice. Mi sembra intatto, ma controlla anche tu.”
“Sia ringraziato il cielo!” esclamò la donna al colmo della felicità, prendendo delicatamente in mano il volume.
“Sì, mi sembra tutto a posto... Grazie, Harlock! Ma... chi l'aveva rubato? E perché?”
“Abbiamo catturato la ladra... ma non l'abbiamo ancora interrogata. Ti farò sapere. L'importante è che ci siamo ripresi il maltolto.”
Prima di uscire, Harlock lanciò un'occhiata a Mayu, che l'aveva deliberatamente ignorato, continuando a tenere gli occhi fissi sul suo portatile. Ma ormai la conosceva bene: ce l'aveva con lui per averla tenuta chiusa là dentro e per averla anche sospettata di “furto”. Pazienza, le sarebbe passata, prima o poi.
In sala comando incontrò Kei.
“Ho messo una squadra a fare la ronda sull'Arcadia e un'altra giù a terra...”
“Perfetto.”
La ragazza lo guardò preoccupata.
“Pensi davvero che sia una Mazoniana?”
“Non ne sono certo... fisicamente sembra una di loro... e poi ci sono tutti i collegamenti con il codice, i disegni, i caratteri mazoniani... Troppe coincidenze, non trovi? Dobbiamo cercare di saperne di più, ma non sarà affatto facile. L'ho fatta mettere nella camera blindata. Vieni con me, magari con un'altra donna sarà meno reticente.”
Si diressero nella zona dove si trovavano la camera blindata e le cabine adibite a “prigione”. Poche, per la verità. Non si ricordavano nemmeno più quando fossero state usate l'ultima volta. Due pirati erano di guardia davanti alla camera blindata. Harlock sbirciò dentro attraverso una specie di spioncino. La prigioniera era seduta su una branda, con mani e piedi immobilizzati. Sembrava tranquilla, quasi rassegnata.
“Forse non era necessario legarla così...” obiettò il capitano. Non gli piaceva trattare la gente in quel modo, chiunque fosse.
“Capitano, l'avevi detto tu di impedirle a tutti i costi di fare sciocchezze...”
“Sì, è vero. Beh, facci entrare.”
La donna al loro ingresso alzò su di loro due occhi strani... inespressivi e inquietanti. Non ricordava che le Mazoniane avessero occhi così... ma era passato tanto tempo.
“Prima non hai voluto rispondere alle mie domande. Ma ti sei introdotta clandestinamente sulla mia astronave e hai rubato qualcosa che non ti apparteneva. Potrei farti fucilare in questo preciso momento, ma in fondo non conviene a nessuno dei due. Dicci chi sei, chi ti manda e perché volevi quel volume e ti risparmierò la vita. Diversamente, abbiamo i sistemi per farti parlare, e poi toglierti comunque di mezzo. Pensaci! La mia è una proposta più che generosa. Ti do tempo fino a domattina.”
Harlock uscì a passo marziale. Kei rimase invece ancora un attimo.
“Ti consiglio di fare come ti dice il capitano... Hai solo da perderci, se non collabori. Intanto ti farò portare qualcosa da mangiare” disse semplicemente. Era per quello che Harlock l'aveva portata con sé. Poliziotto cattivo, poliziotto buono... funziona quasi sempre.
Lui invece era rimasto piuttosto turbato. Quello sguardo così freddo e vuoto... In quel momento Yattaran lo chiamò con il comlink.
“Capitano, vieni subito in plancia. Devo mostrarti una cosa!”
Che altro succede? Ma non doveva essere una vacanza questa?
Il primo ufficiale stava osservando la prigioniera attraverso la telecamera di sorveglianza. O almeno, così sembrava. Indicò lo schermo.
“Guarda, questo è l'interno della camera blindata, dove abbiamo messo la presunta Mazoniana.”
“Ci dev'essere un errore. Questa cella è vuota, non si vede nessuno...”
“E qui ti sbagli. La cella è quella giusta... ma la telecamera non rileva alcuna presenza. Esattamente quello che è accaduto in questi giorni.”
“Senti, Yattaran, è stata una giornata pesante, non sono in vena di indovinelli. Vieni al punto, per piacere.”
“Io credo che quella donna abbia addosso un sistema che le permette di sfuggire ai nostri sistemi di rilevamento, anche quelli del computer centrale. Forse per via di quella strana armatura...”
“Un momento, però noi l'abbiamo vista, qualche ora fa, in quella registrazione! È così che ci siamo accorti di lei.”
“È ciò che ho pensato subito anch'io. Ma c'è una possibile spiegazione. Mi sono ricordato che quella telecamera poco tempo fa si è rotta e quindi è stata sostituita con una di ultima generazione... l'avevo fatto io stesso. Le altre sono piuttosto vecchie e probabilmente superate... ma in fondo a noi servono a poco, quindi non ce ne siamo mai preoccupati più di tanto.”
Male! pensò il capitano.
“Forse è il caso di sostituirle tutte... Abbiamo avuto solo una gran botta di fortuna. Beh, cerchiamo di capire cosa ha permesso a quella di ingannarci per così tanto tempo... e vorrei anche tanto scoprire come ha fatto a salire indisturbata sull'Arcadia.”
Il mattino dopo Harlock tornò dalla prigioniera, questa volta da solo, per chiederle cosa avesse deciso di fare. Ma la donna rimase chiusa nel suo mutismo. Lui notò anche che non aveva toccato cibo, nonostante l'avessero legata in modo da potersi muovere a sufficienza. Vuoi il gioco duro? Tranquilla, lo avrai! pensò indispettito uscendo.

Ma il motivo di quel comportamento era ben altro, e fu il primo ufficiale, autorizzato il giorno dopo a entrare nella cella della prigioniera con le sue attrezzature per esaminarne l'armatura, a scoprirlo.
Arrivò in sala comando trafelato.
“Capitano! Come abbiamo fatto a non pensarci prima?”
Harlock, Kei e gli altri lo guardarono con aria interrogativa.
“Non è una Mazoniana! Non una vera, perlomeno!”
“E quindi?”
“È un robot... un replicante!”
Tutti sgranarono gli occhi. Questa poi... non se l'aspettavano proprio! Però in effetti ora i conti un po' tornavano... Probabilmente, anche se avesse voluto parlare... non era programmata per farlo. Doveva solo portare a termine la missione e, se avesse fallito, tacere. E poi, quegli occhi così strani... e il fatto che non avesse mangiato... anzi, che probabilmente non avesse mangiato e bevuto per giorni e giorni. Non avrebbero cavato nulla da lei.
Harlock era scoraggiato.
“Possiamo almeno sapere se è di provenienza mazoniana?”
Nessuno gli avrebbe tolto dalla testa che in quella contorta vicenda ci fossero di mezzo loro.
Yattaran si grattò la testa.
“Non abbiamo mai saputo molto della loro tecnologia... solo qualcosa di quella bellica. Posso provare a esaminarla... dovrò smontarla, però, e non so se poi sarò in grado di rimetterla insieme...”
“Certo che sarai in grado. Fallo subito, per favore! Avrai tutto il supporto di cui hai bisogno. Anche i macchinari del dottor Zero forse possono esserti utili. Vorrà dire che le ferie arretrate ve le pagherò, per questa volta!”

Harlock aveva deciso di restare comunque su Ombra di Morte, anche se l'atmosfera vacanziera era ormai compromessa. Lo doveva a Mayu, e poi lì avrebbero potuto svolgere le loro indagini con più tranquillità. Clarice era appagata dal fatto di aver recuperato il suo prezioso reperto e di poter riprendere le sue ricerche. Sapeva che di tutto il resto si sarebbero occupati Harlock e i suoi uomini, e lei non voleva essere d'intralcio con le sue domande.
Yattaran e il dottor Zero si stavano dedicando con molto impegno al loro compito. Riuscirono a disattivare la replicante e quindi poterono analizzarla a fondo. Era un robot molto sofisticato, in effetti, e non si stupirono del fatto che avesse potuto sfuggire tanto facilmente ai loro sistemi di sicurezza. Ma la sorpresa più sconvolgente la ebbe Yattaran dopo qualche giorno. Scoprì, in una minuscola scatola all'interno della testa, un oloregistratore!
Avrebbe dovuto avvertire subito il capitano, ma non resistette alla curiosità e lo attivò. Ciò che vide e udì lo lasciò senza parole.
Chiamò immediatamente Harlock.
“Capitano! Vieni subito da me. Da solo, preferibilmente. Ho scoperto qualcosa che non ti piacerà affatto!”

  
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