Capitolo 63
Charlotte's Pov
La bara si trovava affianco alla statua di Maria, in una piccola radura. La terra era piana di piccole margherite e i cespugli di rose davano un tocco di luce a quel luogo buio.La lapide era di marmo bianco e nonostante gli anni, era ancora lucida e fredda. Con il dito tracciai il bordo, poi le parole scritte in corsivo che la ornavano.
Angel Tomlinson, 15 settembre 2012
Potranno passare anche degli anni, ma tu, angelo mio, non passerai mai.
Le lacrime scendevano lente sul mio viso.Potranno passare anche degli anni, ma tu, angelo mio, non passerai mai.
“Angel, sono tornata. Buon compleanno, tesoro” dissi tra i singhiozzi. “Ti ho portato una cosa, piccola”
Presi la mia borsa, ci frugai dentro finché non trovai una piccola bambola di pezza. Era grande quanto il palmo della mia mano. Aveva i capelli rossi, raccolti in codine, occhi azzurri e una salopette verde con una maglietta fucsia. La poggiai contro la lapide, affianco ai fiori.
“Quando ero piccola ci giocavo sempre. Era la mia bambola preferita. Si chiama Camilla” feci io. “prenditi cura di lei, tesoro mio”
I singhiozzi mi spezzavano il respiro e parlare diventava sempre più impossibile.
“Un giorno ci ritroveremo, amore mio. E resteremo insieme per sempre. Lo so. Ma per il momento, la tua bisnonna e il tuo bisnonno sono con te. Fidati di loro, piccola. Sono delle grandi persone e ti insegneranno tutto quello che io non ho potuto insegnarti”
Una piacevole brezza accarezzò il mio viso, trasportando delle lacrime lontano.
“Ti voglio bene, angelo mio. E questo non potrà mai cambiare”