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Autore: Yasha 26    19/12/2016    2 recensioni
(Cain/Setsu/Reino)
- Ma che t'importa con chi esco? Se anche andassi a letto con mezza città, a te che importa? -
- Non osare nemmeno pensarla una cosa del genere! – esclamò Cain, guardandola torvo. Lui ci provava a mantenere la calma, ma Setsu era abile nel fargliela perdere.
- Perché non dovrei? Adesso potrei anche uscire da questa stanza e andare a letto col primo che incontro! Non potresti impedirmelo! - lo sfidò, avvicinandosi all'ingresso, ormai stanca di quella lite.
Fu tutto troppo veloce per Setsu, che quasi non capì come avesse fatto a finire sul letto, con Cain su di lei a bloccarla con forza contro il materasso.
Era sorpresa da quella reazione, ma non impaurita. Le sembrava di assistere ad un attacco di gelosia e non al rimprovero di un normale fratello preoccupato. Poteva forse sperare che fossero la gelosia e la rabbia di un uomo innamorato?
- Perché ti stai comportando così? Che cosa vuoi da me? - gli chiese, sperando in una risposta diversa dal suo solito: "Sei troppo piccola e ingenua per avere un uomo”.
- Volevi andare a letto col primo che incontravi, no? Ti sto accontentando! – rispose lui, baciandola.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cain Heel, Reino, Setsuka Heel
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Seduto nel suo camerino, Cain osservava la rivista su cui troneggiava, in prima pagina, la foto di lui e Manaka che si tenevano per mano. Il suo primo istinto, quando la ragazza gliel’aveva mostrata, era stato quello di fare a pezzi la rivista e successivamente uccidere lei. Lentamente.
- Mi dispiace tantissimo! Non pensavo che qualche giornalista potesse seguirci. È tutta colpa mia! – si scusò mortificata la giovane, che era impallidita quando un’amica le aveva mostrato la rivista. Si sentiva davvero in colpa per quell’articolo e non sapeva come scusarsi con il suo collega.
- Chiamali e smentisci tutto! – ordinò Cain, guardandola con rabbia.
- Ok. Dirò al mio manager di organizzare un’intervista, ma potrebbero volere anche una tua dichiarazione. – lo informò Manaka.
- Fammi sapere cosa ti dicono allora. E vedi di fare veloce. Non amo si parli di me, soprattutto per cose non vere! – replicò, alzandosi e andando via, lasciando la ragazza da sola.
“Cose non vere ha detto. A me, invece, piacerebbe tanto che fossero vere…” pensò lei, accarezzando l'altra foto che la ritraeva addormentata tra le braccia del ragazzo.
Era stato così dolce e premuroso a occuparsi di lei, che proprio non capiva perché fosse così scontroso con tutti. Era convinta che si nascondesse dietro a una maschera che non gli apparteneva, sicuramente indossata per colpa della sorella. Quella ragazza lo plagiava con la sua opprimente presenza, spingendolo a isolarsi dagli altri, o almeno di questo era convinta Manaka. Quando poi aveva notato che Setsuka-san non si presentava più al seguito di suo fratello, aveva sperato di poter instaurare almeno un legame di amicizia con lui, ma Cain-san non voleva proprio saperne.
Aveva perso le speranze ormai. Se non voleva nemmeno parlarle, non avrebbe insistito oltre, anche perché sembrava combinare un guaio dietro l’altro nel tentativo di farlo.
Uscì dal camerino di Cain e si diresse verso il set.
- Ayumi-chan, si può sapere che combini con quello psicopatico? Ma dico, vuoi rovinarti la reputazione e la carriera? – la rimproverò Mitsui, che più che preoccupata per la collega, ne era invidiosa. Anche a lei piaceva Cain Heel, ma lui non la degnava nemmeno di uno sguardo.
- Mitsui-chan… io… -
- Concordo con lei, Manaka-chan. Quel tipo è pericoloso! – intervenne Murasame, informato anche lui sui pettegolezzi del giorno. Da una parte era un bene si parlasse di loro e, di conseguenza, del film, ma era sinceramente preoccupato per la giovane collega, decisamente inesperta ed ingenua.
- Non preoccupatevi. Non c’è niente tra me e Cain-san. – li rassicurò la ragazza, anche se non era d’accordo con loro. Preferiva comunque non obiettare, poiché non ne avrebbe ricavato nulla.
- Ma se vi hanno fotografati mentre ti portava in albergo in braccio, come se fossi la sua sposina! – contestò Mitsui.
- Ero addormentata perché… ecco… avevo bevuto troppo. – ammise imbarazzata, lasciando i suoi interlocutori stupiti, così raccontò loro cosa era realmente accaduto quella notte.
- Quindi un briciolo di compassione ce l’ha anche lui. – affermò Murasame.
- Già. È stato gentile oltre che coraggioso. Quei tre sembravano pericolosi, ma lui li ha stesi con un solo colpo e poi mi ha portato fuori. Avrebbe potuto lasciarmi al mio destino, invece non solo mi ha salvato, mi ha perfino portato in albergo per non lasciarmi per strada da sola. – lo lodò Manaka.
- Resta comunque una persona da evitare, non da premiare! Sei agli inizi della tua carriera Ayumi-chan. Non fartela rovinare dai pettegolezzi. Sei una ragazza rispettabile e non sta bene si dica di te che frequenti gli alberghi con i nuovi attori appena conosciuti. Chissà cosa potrebbe pensare di te il pubblico! – proferì maligna l'altra l’attrice.
- Mitsui-chan, credo tu stia un po’ esagerano. – sostenne Murasame, intuendo parlasse per rabbia e non per un interesse verso la collega.
- Sbaglio o quel ragazzo non piace neppure a te, Murasame-kun? –
- Non sbagli, ma dire queste cose a Manaka-chan di certo non l’aiuterà. Basterà chiarire tutto con un’intervista. –
- Fate come vi pare! – rispose stizzita l’attrice, andando via.
- Ma che le prende? – chiese Manaka, non comprendendo il comportamento stranamente ostile dell’amica.
“È davvero troppo ingenua.” pensò sconfortato Murasame.
 
Cain si gettò stancamente sul suo letto. Aveva girato numerose scene quel giorno, cercando di tenersi impegnato. Nonostante ciò, per tutto il tempo, i suoi pensieri erano andati a Setsu. Si chiedeva se avesse letto l’articolo e che reazione potesse avere avuto. Avrebbe voluto chiamarla e dirle che le cose non erano come la rivista sosteneva, ma a che pro farlo?
“Non ho nulla da giustificare. Non è la mia ragazza. E poi, lei vive in casa di quell’idiota! Loro faranno anche di peggio!“ si ripeté, cercando di bloccarsi dall’andare da lei.
Moriva dalla voglia di vederla, di sapere come stava, se soffriva per lui, oppure se lo aveva dimenticato. Aveva bisogno di abbracciarla, di sentire la sua voce, di addormentarsi con lei al suo fianco.
Aveva semplicemente bisogno di lei.
Si sentiva terribilmente solo. Nemmeno la morte dei loro genitori lo aveva reso tanto disperato e infelice. All’epoca, si era fatto forza pensando alla sorellina che aveva bisogno di qualcuno che la consolasse, quindi non aveva nemmeno avuto il tempo per deprimersi, ma adesso era rimasto completamente solo.
Per chi avrebbe guadagnato tutti quei soldi? Chi gli avrebbe fatto la ramanzina per aver lasciato del cibo nel piatto? Chi lo avrebbe accudito quando stava male? Chi sarebbe stato fiero di lui? Chi gli avrebbe detto che era talmente importante da venire primo su tutti? Chi avrebbe usato la scusa degli incubi per dormire stretta a lui? La risposta era semplice: Nessuno. Nessuna donna sarebbe stata simile a Setsu. Nessuna lo avrebbe amato così profondamente tanto quanto lei. Nessuna avrebbe dedicato la sua vita a lui, come faceva sua sorella.
E lui? Che cosa aveva fatto per la sua sorellina, oltre a garantirle una vita agiata? Nulla. Non aveva fatto nulla. Aveva assecondato ogni desiderio di Setsuka, desideri che comprendevano sempre lui, notò solo in quell’istante. Si faceva bella per lui, cucinava per lui, era sempre in viaggio per seguire lui, litigava con le sue ex ragazze per lui. Tutto quello che chiedeva, tutto quello che faceva, tutto quello che pensava, era sempre destinato a far stare bene lui alla fine.
Che idiota a non averlo notato prima, pensò triste. Troppo preso dai suoi stupidi pensieri, non si era accorto di cosa si agitasse nel cuore della sorella, scambiando quelle premure per amore fraterno, invece lo amava con tutta se stessa e lui l’aveva ripagata in quel modo.
Il dolore che le aveva inflitto quella notte, doveva essere enorme. Era stato duro, insensibile, stupido e idiota. Aveva ragione Setsu; i modi per stare insieme non mancavano, ma lui l'aveva capito troppo tardi. Si pentiva ogni giorno di più di ciò che aveva fatto, ma come poteva porvi rimedio? Andando da lei, dicendole di amarla e di rivolerla con sé? No, era impensabile. Non poteva farle una cosa simile. Setsu aveva fatto la sua scelta e non poteva andare da lei a distruggere tutto. Doveva resistere alla solitudine e al senso di vuoto, lavorando e tenendosi impegnato. Non poteva rovinarle la vita per il suo egoismo. E poi, forse, non lo amava nemmeno più dopo quello che le aveva fatto e non poteva darle torto.
Nonostante la stanchezza, si alzò e uscì a fare un giro. Come al solito, non aveva voglia di passare la serata da solo in camera. Si diresse in un club notturno e attese lì l’alba. Ormai, quella era diventata la sua vita negli ultimi tre mesi, in quel paese che non vedeva l’ora di lasciare. Probabilmente avrebbe finito col distruggersi prima di poterlo fare, ma non gli importava più.
Aveva perso la sua unica ragione di vita, ed era stato lui l’unico colpevole.
 
Il giorno dell’anniversario della fondazione dei Vie Ghoul era infine giunto. Setsu, per quell’occasione, aveva acquistato dei pantaloni in pelle nera e un top del medesimo colore, ma in tessuto trasparente che mostrava interamente il suo busto da sotto al seno fino all’ombelico. Le coppe del reggiseno integrato erano unite al centro da un grosso anello dorato, dal quale pendeva un ciondolo a forma di croce che attirava maggiormente l’attenzione al suo decolleté.
Stava rifinendo il trucco in bagno, quando alle sue spalle apparve Reino, che la guardò attraverso lo specchio.
- Sei troppo sexy per uscire così. – le disse, accarezzandole le spalle nude. – E anche troppo svestita per il freddo che fa. – le fece presente, sentendo la pelle fredda sotto le sue dita.
- L’ambiente sarà riscaldato. Non sentirò freddo. – replicò la ragazza, mettendo un gloss rosa.
- Non puoi mettere qualcosa addosso? – insistette il cantante.
- Reino, t’infastidisce che venga vestita così? – gli chiese Setsu, voltandosi a guardarlo.
- Se ti dicessi sì? Che faresti? –
- Ti chiederei perché. –
- Il perché non è ovvio? –
- Sei geloso? –
- Tu che dici? –
- Smettila di rispondere alle domande con delle domande! Non ha senso! – rispose Setsu, alzando gli occhi al cielo.
- Sì, sono geloso che altri uomini ti guardino mezza nuda, ma non posso pretendere nulla sia perché non sei la mia ragazza sia perché è il tuo stile, e non ti chiederei mai di cambiare. Però mi dà comunque fastidio. – precisò il ragazzo, che non riusciva a non guardarle la scollatura. Se lo faceva lui, che doveva essere abituato al suo abbigliamento, non osava immaginare gli altri uomini.
- Non sarò l’unica a quel party. Sai quante donne vestite in modo provocante ci saranno? La maggior parte delle quali, ci scommetto, cercherà di sedurre te e gli altri membri della band. So già come vanno queste cose. – spiegò innervosita, senza capirne il perché.
- Oh! – esclamò Reino, alquanto sorpreso.
- “Oh!” cosa? –
- Sei gelosa anche tu! – rise il ragazzo, stupito dall’astio che avvertiva nelle sue parole.
- Io? Gelosa? Affatto! Non ho motivo per esserlo! – negò la giovane.
- Quindi se stanotte andassi con una di quelle donne, a te non importerebbe nulla, giusto? – la provocò, osservando la smorfia seguita alla sua domanda.
- Sei libero di fare tutto quello che vuoi! - dichiarò Setsu, uscendo velocemente dal bagno e correndo in camera a mettere gli stivali. Non aveva voglia di continuare quella conversazione che, già sapeva, avrebbe portato a qualcosa che non le sarebbe piaciuto.
Dopo quel bacio, per suo volere, non si erano detti nulla. Non avevano discusso del perché ci fosse stato e tantomeno di ciò che sarebbe potuto accadere dopo. Lui aveva provato a parlarne, ma lei non si sentiva pronta. Gli aveva chiesto di dimenticarlo e non parlarne più. Reino aveva accettato, ma aveva notato quanto ci fosse rimasto male.
“Ho paura! Ho paura di ciò che provo, di ciò che potrei fare. Accettare dei sentimenti verso Reino significherebbe cancellare quelli per Cain? No, è impossibile che lo dimentichi così in fretta, però è anche vero che in breve tempo, Reino ha cambiato un bel po’ di cose in me. Non lo vedo più come un semplice amico dopo quel bacio. Sono così combattuta! Vorrei andare avanti, ma ho paura. Paura di cosa poi? Di dimenticare Cain? È ciò che dovrei fare invece, accidenti, ma non a spese di Reino! Che devo fare? Come devo comportarmi?” rifletté combattuta.
In quei giorni non aveva fatto altro che pensare, ma più comprendeva il suo cuore, più sentiva crescere la paura delle conseguenze. Tra le braccia di Reino aveva quasi perso il controllo di se stessa quel giorno. Non si era mai immaginata con nessun altro che il fratello, quindi, quella nuova situazione, la metteva in tremenda agitazione. Per questo aveva chiesto al ragazzo di dimenticare il bacio. Era terrorizzata da se stessa.
- Setsu, sei pronta? Si sta facendo tardi. – l’avvisò Reino, osservando l’orologio.
- Sì, eccomi. – rispose lei, raggiungendolo con il soprabito già addosso.
Arrivati al party, che si teneva in una delle sale dell’agenzia dei ragazzi, furono subito divisi dagli impegni del cantante, che veniva chiamato in continuazione dal manager per essere presentato ai vari illustri invitati. Di conseguenza, lei restava da sola.
- Scusi signorina, ci siamo già incontrati prima o sbaglio? – l’avvicinò un uomo di bell’aspetto, con due bicchieri di champagne in mano e che la guardava in modo inequivocabile.
“Che palle! Sempre la solita scusa dell’essersi già incontrati! Poveri disperati!” pensò la giovane, sbuffando.
- Lavora con i Vie Ghoul? – chiese sbrigativa.
- No. Sono un attore e lavoro per la LME. Mi chiamo Kij … -
- Bene, allora non ci conosciamo! Dubbio risolto. Buona serata. – lo interruppe annoiata Setsu, dandogli le spalle e andando via, lasciando l’uomo di stucco.
- Che noia, accidenti! Sto passando la serata a bere. A saperlo me ne stavo a casa. - mormorò irritata, prendendo l’ennesimo bicchiere di champagne e sedendosi a uno dei divani.
- Quest’anno c’è molta più gente rispetto allo scorso party. La fama dei ragazzi aumenta sempre di più. – osservò Midori, sedendole accanto.
- Anche Miroku è tenuto in ostaggio dal manager? –
- Già. Per questo motivo Aika-chan e Misa-chan hanno preferito non venire. Sapevano che si sarebbero annoiate a fare le belle statuine. – disse la giovane, riferendosi alle ragazze degli altri membri del gruppo.
- E come mai tu sei venuta se già sapevi a cosa saresti andata incontro? – domandò curiosa Setsuka.
- Sono venuta per controllare Miroku. Ogni volta che giro le spalle, viene assediato da gatte morte che provano a portarselo a letto. Quando qualcuno gli si avvicina troppo, io intervengo, mettendo in chiaro che sono la sua ragazza. – spiegò Midori, notando come proprio in quell’istante, due donne si fossero avvicinate al suo ragazzo e non certo per chiedergli l’autografo.
- Non ti fidi di lui quindi? –
- Mi fido ciecamente, ma è proprio Miroku a chiedermi di liberarlo da quelle sanguisughe. Anche se le rifiuti con garbo, loro non mollano la presa tanto facilmente, così arrivo io a toglierlo dagli impicci. Ed è ciò che mi sta chiedendo di fare adesso visto come mi guarda. – disse la ragazza, alzandosi e prendendo due flûte, sotto lo sguardo perplesso di Setsu. – Ti consiglierei di fare altrettanto con Reino comunque. Sembra in difficoltà. – le fece notare l’amica guardando nella direzione del cantante, accerchiato da tre donne piuttosto appariscenti e con parecchie parti del corpo evidentemente rifatte, e che sembravano prendersi un po’ troppe confidenze con lui.
- Io non sono la ragazza di Reino. – rispose freddamente Setsuka, cercando di nascondere il suo fastidio nel vedere una delle tre donne poggiare la mano sulla spalla di Reino, che gentilmente si era scostato.
“Brutta strega plastificata!” si ritrovò ad inveirle contro, innervosendosi.
- A Reino di certo non dispiacerebbe se ti spacciassi per tale. Anzi, credo vorrebbe che fosse piuttosto la realtà. – le sorrise la ragazza. - Io vado adesso. Tu pensaci a cosa fare Setsu-chan, perché se aspetti troppo, lui potrebbe allontanarsi con qualcun’altra. – le disse Midori prima di andare via, lasciando trasparire il vero senso di quel consiglio. Era evidente che non si riferisse all’aiutare Reino con quelle tre oche insignificanti. Le stava consigliando di scegliere se stare o no con lui prima che fosse troppo tardi.
“Ma cosa voglio io di preciso?” si chiese per l’ennesima volta, turbata  dai sentimenti contrastanti che provava.
Fu quando incrociò lo sguardo profondo del ragazzo che capì. Prese un lungo respiro prima di alzarsi, avviandosi poi a passo deciso verso di lui.
 
- Io trovo che i tuoi testi siano i più profondi Reino-san! – civettò una delle donne di cui cercava di liberarsi già da un po’, ma ogni volta che ci provava, veniva bloccato da stupide domande.
- È vero! Si sente tutta la passione che ci metti quando le scrivi! – concordò un’altra.
- Fortunata la donna che avrà il tuo cuore! Sono sicura che le dedicheresti molti testi! – dichiarò l’altra, rivolgendogli uno sguardo adorante.
Reino alzò gli occhi al cielo, irritato da quei complimenti stupidi e di cui poco gli importava. Si stava annoiando e oltretutto non era rimasto un istante con Setsu, la quale riceveva gli sguardi di buona parte dei presenti e di cui non gli era difficile intuirne il pensiero. In fondo, erano anche i suoi, seppur dettati anche da altro che semplice desiderio fisico.
- Tu che ne pensi Reino-san? – chiese una delle donne, richiamando la sua attenzione toccandolo.
- Eh? Che ne penso di cosa? – domandò lui, scostandosi di un paio di passi per allontanare da sé quella mano poco gradita. Nel farlo, notò Setsu annoiata e infastidita, forse anche irritata, ma quando i loro sguardi s’incrociarono, la vide osservarlo con una luce diversa negli occhi.
Era così bella che avrebbe tanto voluto mollare quella stupida festa e portarla via. Desiderava solamente poterla stringere a sé, sentire il calore del suo corpo contro al suo, così com’era accaduto la notte in cui l’aveva portata a casa sua. Ancora si chiedeva come avesse fatto a innamorarsi in quel modo in così breve tempo. Purtroppo, pensò, lei non lo avrebbe mai ricambiato.
- Stavamo dicendo che sarebbe magnifico se tu e i ragazzi veniste alla radio per cui lavoriamo e cantaste in diritta un paio di ritornelli. Gli ascolti salirebbero tantissimo! –
- Di questo dovete parlarne al nostro manager. Si occupa lui dei nostri impegni. Ora, se volete scusarmi, devo andare. – rispose il cantante, cecando di scollarsi quelle sanguisughe di dosso.
- Ma dai, resta per altre due chiacchiere! È così piacevole parlare con te e vorremm… -
- Reino, devo parlarti! – intervenne Setsu, interrompendo la donna e prendendo il ragazzo sottobraccio per portarlo via.
- Come? Ma stava parlando con noi! – protestarono in coro le tre.
- Direi che avete monopolizzato fin troppo il mio ragazzo! – replicò Setsu, trascinandolo via sotto lo sguardo stupito delle donne.
 
- Interessante. Da quando sarei il tuo ragazzo? – scherzò Reino, una volta rimasti soli.
Erano usciti dalla grande sala che ospitava la festa e si erano diretti in uno degli uffici lì vicino, che sapevano sarebbe stato libero, data l’ora.
- Da stasera… parrebbe. – rispose seriamente lei, dandogli le spalle, preda del nervosismo. Quello che avrebbe detto da lì in avanti avrebbe chiuso una porta col suo passato, aprendone una nuova, lontano da Cain.
- Aspetta, stai scherzando, vero? – chiese lui, facendola voltare. Pensava scherzasse e che lo avesse detto per liberarlo da quelle donne, ma la risposta che gli aveva appena dato era terribilmente seria.
Dopo il bacio di alcuni giorni prima, che lei gli aveva chiesto di dimenticare, non avevano più parlato di qualcosa che riguardasse loro due come coppia. Avrebbe voluto chiederle perché avesse ricambiato il suo bacio con quel trasporto, ma lei glielo aveva impedito, chiudendo la discussione in modo sbrigativo, come se su quel letto non fosse accaduto nulla. Di conseguenza, faticava a comprendere ciò che aveva detto e non capiva se fosse una battuta o dicesse sul serio.
- Non sto scherzando. Sempre che non sia troppo tardi. – rispose lei, guardandolo dritto negli occhi.
- Stai davvero dicendo… di voler essere la mia ragazza? – ripeté incredulo, temendo di aver travisato le sue parole.
- Sarò sincera, così potrai decidere se vuoi stare ugualmente con me o no. Io amo ancora Cain. Forse lo amerò per sempre. – chiarì con spietata sincerità, osservando lo sguardo del ragazzo incupirsi. – Ma credo di amare anche te. – aggiunse poi, notando lo stupore sul suo viso, così proseguì. – In questi mesi ho avuto modo di conoscerti e apprezzarti. Mi sei stato accanto come un amico, nonostante tutto. Sei una persona speciale alla quale ho iniziato a volere molto bene. Giorno dopo giorno, quell’affetto è diventato qualcosa di più, fino ad arrivare alla gelosia. – ammise infine, soprattutto a se stessa.
Amava ancora Cain e non poteva fingere il contrario, ma sentiva di iniziare ad amare anche Reino. Era questo che aveva capito. Non sarebbe stato una ruota di scorta nella sua vita. L’affetto e la gelosia che nutriva per lui erano sinceri, altrimenti non avrebbe mai preso la decisione di dargli una possibilità. Voleva andare avanti e voleva farlo con Reino.
- È per questo che sei venuta a portarmi via? Perché eri gelosa di quelle tre? – domandò talmente sorpreso da dubitare perfino di essere sveglio. Aveva davvero detto di essersi innamorata di lui? Proprio lei, che voleva dimenticare il loro bacio?
- Non era ovvio? –
- Non rispondermi con una domanda. – la imitò lui, ripetendo le stesse parole che la ragazza gli aveva rivolto poche ore prima.
- Sì! È per questo che ti ho portato via, perché sono gelosa! Contento? – rispose stizzita, intuendo l’implicito riferimento alle parole che gli aveva rivolto a casa.
- Sì, molto contento. Non immagini nemmeno quanto. Anche se dovrei andare a ringraziare quelle tre, se ti hanno fatto capire che vuoi stare con me. –
- Non sono state quelle tre. Sei stato tu. –
- Io? Perché, che ho fatto? – chiese stranito. In quei giorni non aveva fatto proprio nulla.
- Mi hai guardata mentre eri con quelle tre piovre. –
- Io ti guardo sempre. – rispose confuso.
- Avresti avuto di meglio da guardare, con quelle tettone che ti si strusciavano addosso, invece hai guardato me. Ti sei voltato a cercarmi, guardandomi con desiderio, nonostante avessi quelle tizie accanto. Questo mi ha fatto sentire incredibilmente amata. In quel momento ho desiderato essere guardata in quel modo ogni giorno. – spiegò Setsu, che aveva preso la sua decisione proprio grazie a quello sguardo carico di passione che le aveva dedicato.
Reino sorrise e si appoggiò contro una delle scrivanie, prendendo Setsu per mano e avvicinandola a sé.
- Sul fatto che avessi di meglio da guardare, ne dubito fortemente; per me, il meglio sei tu. Per quanto riguarda il resto, ti ho sempre guardato in quel modo, ma tu non lo hai mai notato. Comunque pensavo di dimostrarti il mio amore rispettando i tuoi tempi, e non… - s’interruppe, avvicinando il viso al suo, sfiorandole quasi la bocca. - … guardandoti col desiderio di baciarti e farti mia. – concluse in un sussurro che la fece fremere. Il respiro caldo del ragazzo si infranse sulle sue labbra, facendole venire un brivido lungo la schiena.
- Lo notavo, ma non conoscevo ancora l’effetto che avrebbe avuto su di me. – mormorò lei, non scostandosi dal cantante, che aveva portato una mano ad accarezzarle la nuca.
- Mi piacerebbe tanto vedere che effetto ti fa adesso il mio amore. – le disse Reino, prima di unire le labbra a quelle di Setsu, che ricambiò il bacio.
Il cantante la avvicinò maggiormente a sé, stringendola come se avesse paura che la ragazza tra le sue braccia potesse svanire da un momento all’altro. I suoi sforzi erano stati infine ripagati e poteva finalmente godersi i baci e le carezze della donna che amava. Col tempo, avrebbe del tutto cancellato dai suoi pensieri il fantasma che aleggiava tra di loro, occupandone in pieno ogni angolo. Doveva solo darle tempo.
Il bacio diventava via via più passionale e coinvolgente, tanto da far quasi dimenticare a entrambi il luogo in cui si trovavano. Reino invertì le posizioni, facendola sedere e poi sdraiare sulla parte libera della scrivania, mettendosi tra le gambe della ragazza, che lei strinse attorno alle sue. Il cantante abbandonò le morbide labbra per scendere sul collo, a cui dedicò le sue attenzioni, mentre le mani si occupavano di abbassare le spalline di quel provocante top, per permettere alla sua bocca di scendere ancora più giù, alla sua scollatura, su quelle rotondità invitanti rinchiuse dalle coppe rigide e che baciò prima di liberare.
Setsu si era del tutto lasciata andare mentre sentiva le labbra e la lingua di Reino giocare con i suoi seni. La sua mano stringeva con delicatezza, ma anche fermezza, i capelli del ragazzo, come a chiedergli di non smettere nel darle quelle meravigliose sensazioni. Si lasciò trasportare dal desiderio che piano iniziava a divamparle dentro, convinta più che mai a gettarsi tutto alle spalle, ma mentre sentì la mano del giovane insinuarsi all’interno dei suoi pantaloni e dei suoi slip, sgranò gli occhi allarmata.
- Re-Reino… aspetta! – lo fermò lei, bloccando l’avanzare delle sue dita.
Il ragazzo la guardò preoccupato, temendo di aver mal interpretato le sue reazioni, ma quando sentì delle voci avvicinarsi, ricordò di trovarsi in uno degli uffici della sua agenzia, mentre fuori si teneva una festa con centinaia di persone. E lui era uno dei festeggiati.
- Dannazione! – esclamò, arrabbiato con se stesso. Aveva completamente perso il controllo di sé, dimentico di trovarsi in uno stupido ufficio. Come aveva potuto farle questo?
- Meglio se usciamo. – disse Setsu, scendendo dalla scrivania e dandosi una sistemata.
Tornati alla festa, Reino era stato nuovamente “rapito” dal manager, mentre lei ne aveva approfittato per andare alla toilette. Aveva sistemato il trucco sbavato a causa dei baci e stava per uscire, quando l’occhio le cadde su una rivista simile a quella che aveva letto giorni prima e che parlava ancora di suo fratello e della sua presunta storia d’amore. Avevano proprio deciso di tormentarla?
Indecisa se leggerla o no, ricordò cosa fosse appena accaduto con Reino, così uscì dal bagno, decisa a non pensare più al passato. Avrebbe ignorato tutto ciò che riguardava Cain. Era giunto il momento di vivere per se stessa e non più per lui.
Se l’avesse letta, però, a differenza della volta precedente, avrebbe letto della smentita che i due attori aveva rilasciato riguardo la loro presunta relazione.
 
 



 
 
 
E buon salve ^_^ fatto un ritardo mostruoso con questo capitolo, ma non ero molto convinta di come stava venendo, così l’ho modificato diverse volte. E’ molto più lungo di quello che avete letto (già questo è da 10 pagine rispetto le 6 che solitamente pubblico XD), infatti l’ho troncato in due, quindi non dovrete aspettare molto per il prossimo capitolo ^_^
Ci rileggeremo comunque dopo le feste, quindi vi auguro Buon Natale e Felice Anno Nuovo :*
Se vi va, fatemi sapere se l’andamento della storia vi piace ^^’ perché inizio a dubitarne XD Setsu e Reino vi piacciono insieme? *^* E Cain povero cucciolo?
Potete farlo anche sulla mia pagina Facebook dedicata a Skip Beat (  Skip Beat Italia - Cain&Setsu  ) dove spesso pubblico qualche piccolo spoiler delle storie che scrivo ^_^ spero di concludere presto anche Il Ruscello delle Fate 2, più le nuove strambe storie che ho in mente ^_^
Grazie a chi leggerà/recensirà <3
Buone feste :*
   
 
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