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Autore: Elsinor    20/12/2016    3 recensioni
Cosa accade il primissimo giorno nella scuola di magia di Durmstrang? Nessuno Smistamento, nessun lauto banchetto. Solo sangue, freddo e disciplina. La selezione è spietata e non è sufficiente l'alto lignaggio. È più difficile essere ammessi o restare vivi?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Gellert Grindelwald, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Il ragazzino sbuffò e si strofinò le braccia con le mani guantate di pelle.
Il clima di Durmstrang era una vera tragedia.
La divisa di Durmstrang era una vera tragedia.
Aveva tolto il mantello di pelliccia perché lo impacciava, ma con quei colori in mezzo alla neve, come poteva passare inosservato?
Pestò la neve, imprecò a mezza voce, si fermò. Inspirò ed espirò profondamente e tolse la veste rossa. Gli rimase addosso il completo babbano color ardesia con cui era partito da casa, il suo primo abito da adulto: giacca, panciotto, camicia dal colletto corto, cravatta a fiocco e calzoni lunghi. Avrebbe dovuto indossare solo una blusa, brache aderenti e calze regolamentari, ma ci aveva messo sopra i suoi vecchi vestiti per avere meno freddo. Ironico.

Ricordava la direzione della radura, la neve rivoltata era pista facile. I ruggiti del troll e le urla dei compagni erano alle sue spalle. Corse, cercando di mandare in moto il sangue che gli batteva nelle orecchie.


Il professor Krass osservò il quadrante dell'orologio d'argento, dove insieme alle lancette viaggiavano corpi celesti in miniatura. La mano libera continuava a reggere la bacchetta.
Chiuse l'orologio con un piccolo scatto e lo lasciò andare, appeso alla sua catena.
«Altre tre ore.» commentò ad alta voce «Debbo spedire il mio Patronus a controllare che siano vivi? Nessuno è ancora tornato, foss'anche a implorare pietà.»
«Comincio a pensare che dovremmo ricorrere a un troll sia cieco che sordo, per venire incontro alle nuove generazioni.» replicò la Preside senz'ombra di divertimento. Estrasse la bacchetta e la puntò verso gli alberi «Expecto Patronum!» un orso di luce argentea atterrò sulla neve e vi trottò senza lasciarvi traccia, scomparendo oltre la radura.
«Date un altro incentivo, Krass. Anche il troll si starà stancando, a quest'ora.»
«Se vado piano col pungolo, potrebbero farcela più studenti.»
«Non esageriamo col venire incontro.»
Krass stirò le labbra e riuscì a produrre un vero sorriso.


Il ragazzino si accovacciò dietro al tronco di un grosso abete e trattenne il respiro. Il baluginio d'argento passò lontano. Non si fermò.
Espirò di colpo. Forse non aveva fatto un cattivo affare a togliere la divisa.
Fece scivolare la schiena contro il tronco fino a tirarsi in piedi. Si sporse fuori, serrò le dita, indurite anche sotto i guanti, attorno alla bacchetta e prese con calma la mira. Strinse i denti e tese i muscoli per cancellare il tremito, giusto per l'attimo che gli serviva.
Tutto bene. Non poteva fallire.

«Expelliarmus!»

Pronunciò a voce alta e chiara. Ruotò facendo perno sul piede destro per uscire dal riparo dell'albero e tese la mano libera.
Il professor Krass si sentì sfuggire la bacchetta dalle dita e si voltò di scatto in quella direzione.
Il ragazzino chiuse la mano rigida dal gelo con un istante di ritardo e la bacchetta dell'avversario ricadde sulla neve.
Il professore, il viso immobile dagli occhi spalancati, si mosse rapido verso di lui.
Il ragazzino fece una smorfia infastidita, non aveva ancora abbassato la propria bacchetta e non esitò: «Locomotor Mortis!»
Il professore aprì la bocca ed emise un respiro rauco, mentre le ginocchia sbattevano l'una contro l'altra e il corpo si sbilanciava.
«Ach so, nicht bewegen!» ringhiò il ragazzino.

Sembrò che il tempo si fermasse.

Il corpo del professore non cadde, rimase sospeso a un angolo impossibile.
Il ragazzino fu aggredito da una vampata improvvisa di gelo che lo intorpidì dal cervello alla punta dei piedi, e non sentì più niente finché non colpì il terreno. Il contraccolpo gli si arrampicò sulla schiena e gli morse la gola.
Annaspò in cerca d'aria, mentre il suo corpo veniva trascinato rudemente nella neve.
«Sonorus» borbottò Lyubomira Petkova, e un attimo dopo la sua voce attraversò la foresta.
«Gli studenti in grado di camminare facciano ritorno alla radura immediatamente!»
Il ragazzino riacquistò il respiro con un certo sollievo, e fissò battendo le palpebre il cielo di un azzurro così chiaro da sembrare bianco. Abbagliante.


Lyubomira Petkova alzò la bacchetta al cielo e lanciò una scia rosso sangue che esplose in aria come un fuoco d'artificio. In lontananza, dal castello, uno sboccio di scintille rispose.
La donna si voltò verso il professore.
«Tutte a posto le ossa, Krass?»
«Sì, grazie a voi, Madama Preside.» professore parlava con voce ansante. Si avvicinò e sferrò un calcio al ragazzino disteso a terra «Piccolo bastardo!»
«Riprendetevi la bacchetta, almeno potrete sfogarvi senza indulgere in metodi babbani.»
«Io...» cominciò il ragazzino, ma la Preside puntò la bacchetta e lui poté solo muovere le labbra.
«Parlerai quando te lo chiederò.» tagliò corto la Preside «Ora alzati.»
Il ragazzino scattò in piedi, più per l'azione della bacchetta di Lybomira Petkova che di sua iniziativa: tremava a tal punto che senza l'incantesimo difficilmente si sarebbe tenuto dritto.
Il professor Krass gli gettò un'occhiata sprezzante e si allontanò verso gli alberi.













Angolo dell'autrice: scusate la brevità del capitolo, il prossimo sarà più lungo. Spero non si sia capito, ma non so il tedesco, quindi se ho fatto qualche strafalcione (se per esempio "nicht bewegen" si traduce con "vuoi broccoli" invece che "non ti muovere"), non esitate a farmelo sapere! Sentitevi liberi anche di farmi sapere cosa ne pensate della storia. Per sapere invece quanto è grande l'indulgenza di Durmstrang, aspettate il prossimo capitolo!
   
 
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