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Autore: Hobieroller    21/12/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo "Quel bacio.
Jungkook non si rese conto che, mentre era tornato con la mente a quel fatidico giorno, aveva riempito il disegno di lacrime. Erano lacrime di frustrazione, non di tristezza. Da quella sera non aveva fatto altro che pensare alle labbra di Yoongi sulle sue, al modo in cui, avvicinandosi, i loro corpi per un attimo si erano toccati".
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il giorno dell’esibizione era finalmente arrivato. I due gruppi s’incontrarono nel backstage, pronti per esibirsi. Mancavano due gruppi e sarebbe arrivato il loro turno, l’adrenalina e l’ansia cominciavano a farsi sentire. C’era tensione nell’aria, e non era dovuta completamente all’esibizione.
Anche se Mark e Yoongi avevano deciso che non sarebbe cambiato nulla, e che non ci sarebbe stato imbarazzo fra loro si poteva comunque percepire un’aura di distacco che stava influenzando anche gli altri. I gruppi non riuscivano a stare bene e scherzare come il solito. Ma forse era troppo presto per sperare di far finta che nulla fosse successo, Speravano che il tempo avrebbe aggiustato tutto.
 
Ovviamente tutti erano venuti a conoscenza dell’accaduto. Dalla parte di Mark non poteva essere altrimenti visto che era entrato in casa piangendo mentre tutti erano in salone. Si era chiuso in camera sua e non era uscito più, gli altri avevano capito senza nemmeno aver bisogno di parlare.
Per quanto riguardava i Bangtan, Yoongi la mattina aveva raccontato a Hoseok quello che era successo, poi era entrato Jimin e la voce non ci mise tanto a spargersi. Jungkook e Taehyung furono gli ultimi a svegliarsi e quindi a sapere della notizia. Jungkook si era limitato ad abbassare lo sguardo continuando a bere il suo caffè, non sicuro di come si sentisse davvero a riguardo.
 
Una voce li chiamò dal backstage. Era arrivato il momento di salire sul palco. Jungkook prese un respiro profondo, pronto per esibirsi. Guardò automaticamente nella direzione di Yoongi. Stava andando da Mark, prendendo posizione sul palco, il loro imbarazzo era evidente. Non riusciva a distogliere lo sguardo da loro, da lui mentre pensava ancora al giorno precedente. Continuavano a passargli davanti agli occhi momenti di lui e Yoongi sul tetto, Mark che lo insultava, Taehyung che lo abbracciava, era come se fosse una pellicola che non aveva fine.
Chiuse gli occhi nel momento in cui sentì la musica dell’introduzione partire, cercò di concentrarsi il più possibile sull’esibizione sperando di non fare errori. Il lavoro doveva sempre essere al di sopra di qualsiasi problema.
La musica partì, e Jungkook iniziò a ballare riuscendo a svuotare la mente.
 
Era andato tutto bene, l’esibizione aveva fatto impazzire il pubblico ed erano tutti soddisfatti del loro lavoro. Erano tutti nel salotto del backstage, l’adrenalina stava cominciando a fare spazio alla stanchezza, nessuno parlava molto.
Jungkook e Yoongi erano casualmente finiti vicini sul divano ma Jungkook fece di tutto per evitare il contatto visivo. Non sapeva minimamente come comportarsi dopo quello che avevano passato, dopo quello che si erano detti. Aveva paura di rovinare tutto, anche se probabilmente non parlandogli ed evitandolo l’avrebbe sicuramente fatto. In fondo lo sapeva di non essere bravo nelle relazioni sociali, figurarsi con una persona così importante come Yoongi per lui.
Però aveva notato una cosa. Anche Yoongi lo guardava, non sempre, ma ogni tanto percepiva il suo sguardo su di lui. Non riusciva ancora a capire se la cosa gli facesse piacere o se lo mettesse a disagio, soprattutto perché non conosceva il motivo di quegli sguardi.
 
Dopo aver salutato tutti alla fine di quella lunghissima giornata, Tornarono a casa non vedendo l’ora di poggiare la testa sul cuscino.
Entrarono ancora silenziosi. Hoseok, Jimin e Taehyung andarono direttamente nella loro stanza dando la buonanotte a tutti; Namjoon, Jin e Jungkook si diressero verso la cucina per fare uno spuntino notturno. Yoongi mormorò quasi parlando con se stesso che sarebbe andato nel suo studio e sparì subito dopo.
Dopo aver mangiato Jungkook salutò gli altri e salì in camera. Non aveva veramente sonno, voleva solo stare da solo, riposarsi. Si sdraiò sul letto guardando il soffitto.
Stare da soli al buio di notte non era stata una buonissima idea. La pellicola ricominciò a scorrere, ma si focalizzava sempre di più su Yoongi.
 
Yoongi che lo chiamava mentre stava per fare l’ultimo passo;
 
Yoongi che lo trascinava via, gli parlava…
 
Lo baciava.
 
Scosse la testa cercando invano di smettere di pensare continuamente a lui, era frustrante.
Perché? Perché l’ha fatto? Continuava a chiedersi questo. All’inizio l’aveva subito etichettata come pietà, come circostanza.
Poi lentamente nella sua testa iniziarono a sorgere nuove scelte, continuava a pensare alle sue parole, a come l’aveva difeso davanti alle menzogne di Mark. Che a Yoongi hyung importi davvero di me?
Le scelte si erano fatte ancora più realistiche nel momento in cui Yoongi aveva lasciato Mark. Jungkook sapeva perché lo aveva fatto, gliel’aveva detto lui stesso, ma comunque dentro di sé sentiva che fosse anche a causa sua.
Si odiava per questo, si odiava per aver creato una storia falsa dentro la sua testa, e si odiava ancora di più per crederci. Odiava l’opprimente sensazione di quella piccola scintilla di speranza che s’insinuava tra la rassegnazione che era riuscito a costruire.
 
Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva poggiato la testa sul cuscino, ma i pensieri non lo volevano liberare. Più pensava, più analizzava il comportamento di Yoongi, e più sorgeva in lui la malsana convinzione che dovesse riprovarci.
 
Passò altro tempo, forse addirittura ore intere. Jungkook era in piedi, davanti alla porta chiusa della sua stanza. Devo andare.
Era riuscito a capire che se non avesse risolto la questione definitivamente, non sarebbe mai riuscito ad andare veramente avanti. Preferiva sbatterci la testa un’ultima volta, soffrire per un’ultima volta, piuttosto che tornare a strisciare nel fango della sua stupida depressione semplicemente per non aver chiarito le cose, per essere rimasto appeso al filo di speranza che era cresciuto in lui.
Ne ho bisogno. Jungkook, esci da questa porta e vai. Sei pronto, sei pronto a soffrire di nuovo. E ne hai bisogno, per andare avanti. Deglutì e con un gesto deciso aprì la porta.
 
 
L’appartamento era tutto buio ormai, un’unica debole luce usciva dalla porta dello studio di Yoongi. Sapeva che l’avrebbe trovato ancora sveglio. Passò per il salone e per il corridoio camminando lentissimo, un lato di sé sperava di non arrivare mai alla porta, ma anzi, sperava di poter correre e tornare nella sua stanza. Ma il suo lato forte e decisivo riuscì a sovrastarlo.
La porta dello studio di Yoongi era davanti a lui. Si sentiva come se una forza respingesse il suo pugno dal legno, gli stava impedendo di bussare. Andiamo Jungkook, non fare il fifone proprio adesso.
Chiuse gli occhi e bussò debolmente. Aspettò una ventina di secondi ma non rispondeva nessuno.
Hai bussato troppo piano, stupido.
Bussò di nuovo, con più decisione. Sentì dei rumori provenire dall’interno e poi una voce.
 
“Chi è?” Chiese, aveva la voce raschiante come se fosse la prima volta che parlava da ore. Jungkook si paralizzò, ma riuscì comunque a rispondere con voce flebile.

 “Jungkook”

 Silenzio

 “Entra”
 
Prese un respiro profondo e aprì la porta.
Yoongi era sommerso di fogli scarabocchiati, il computer acceso aveva finestre su finestre aperte. Lui lo stava guardando. Aveva i capelli che andavano da ogni parte, con le cuffie che li rendevano ancora più spettinati. Gli occhiali erano scesi sul naso, mentre lo fissava, se li mise apposto tirando su con il naso.
Jungkook si rese conto troppo tardi che era rimasto sulla porta immobile, e che il più grande stava aspettando un suo movimento, una sua parola… Qualsiasi cosa.
Chiuse la porta dietro di sé e si sedette sul piccolo divano affianco la scrivania, non riusciva a far uscire una parola dalla sua bocca.
 
Yoongi era chiaramente a disagio, preso alla sprovvista dalla visita di Jungkook.
“Allora?” Chiese, forse un po’ troppo bruscamente.
“Ecco io – abbassò lo sguardo – Volevo parlarti, ma diciamo che sono venuto qua senza un piano preciso” Cercò di sorridere per alleviare la tensione ma gli uscì solo un ghigno inquietante.
Yoongi sorrise a sua volta e si voltò completamente con la sedia verso il divano.
“Beh, io non mi muovo da qui”
Jungkook non riusciva più a pensare a nulla di sensato, e stava per urlare dalla frustrazione. Quando in mente gli venne una domanda, una sola.
“Hyung, Perché hai lasciato Mark?”
Era una domanda cui aveva già risposto, e perciò sapeva cosa avrebbe detto. Ma gli serviva come trampolino di lancio per quello che voleva dirgli. Che poi in quel momento non avesse idea di cosa fosse era un altro conto.
Notò l’espressione di Yoongi cambiare, si tolse le cuffie dal collo e guardò Jungkook negli occhi, facendo un respiro profondo.
“Per te”
Jungkook sentì il suo cuore saltare un battito. Per te. Per me?
Non poteva aver detto sul serio.
“Come scusa?” Chiese completamente spaesato.
“Per te, Jeon Jungkook”
Okay, ora non poteva aver sentito male. Yoongi davanti a lui stava sorridendo, come se per lui fosse tutto chiaro. Mentre il più piccolo non riusciva nemmeno a pensare di poter rispondere. Si sentiva le guance e le orecchie in fiamme.
“Perché?”
Yoongi si alzò dalla sedia per mettersi vicino a lui, Jungkook sentì il battito del suo cuore aumentare sempre di più. Lo guardò, ma lui non stava ricambiando lo sguardo, si stava fissando le mani. Era nervoso.
“Dopo quello che è successo ieri – fece una pausa – non sono riuscito a pensare ad altro che a quello che ci siamo detti sul tetto. Continuavano a passarmi davanti agli occhi le scene, e più le guardavo più riflettevo” Si passò una mano fra i capelli, guardò per un istante Jungkook ma tornò subito con lo sguardo basso.
“Ti avevo detto che volevo lasciare Mark perché volevamo cose diverse, perché non provavamo gli stessi sentimenti. E in parte è vero, ma non avevo riflettuto su una cosa, non avevo pensato: Se è una cosa diversa da lui che voglio, allora cos’è che voglio?” Aveva alzato gli occhi, ora lo stava guardando e Jungkook completamente preso dalle sue parole incrociò il suo sguardo.
“L’unica cosa che mi veniva in mente eri tu, Jungkook. Continuavo a pensare al bacio, ai baci. E non riuscivo a capire perché mi sentissi così. Era come se volessi negare quello che stavo provando.
Anche se in realtà tuttora non so cosa provo”.
Gli sorrise, insolitamente timido. Jungkook riuscì a sorridergli di risposta spontaneamente, non sapeva da quanto tempo non succedesse.
Dieci minuti fa era entrato in quella stanza sicuro quasi al cento per cento che quella conversazione gli sarebbe servita a chiudere definitivamente il capitolo Yoongi dalla sua vita. Ma lui aveva appena sconvolto tutto. Non riusciva a credere che quello stupido barlume di speranza che gli era rimasto avesse ragione.
Il sorriso gli sparì dal volto velocemente. Non posso crederci, è impossibile.
“Hyung, io… non ci credo” disse semplicemente, distolse lo sguardo “Non è possibile” continuò parlando più con se stesso che con Yoongi.
“Cosa non è possibile? Secondo te non è possibile che io possa provare qualcosa per te?” Rispose quasi offeso.
“Vorrei crederci, davvero. Ma non ci riesco. Sai? Mi sono talmente abituato all’idea di un sentimento a senso unico che se penso alla possibilità dei sentimenti ricambiati, non lo so, mi sento preso in giro” i suoi occhi iniziano a bruciare. No, non ora.
Yoongi lo prese per le spalle, costringendolo a voltarsi verso di lui e a guardarlo “Mi dispiace Jungkook. Mi dispiace di dover essere arrivato fino a questo punto per rendermene conto, mi sono accorto di quanto davvero tenessi a te nel momento in cui stavo per perderti. E so che non è una cosa bella da dire, perché può essere scambiata per pietà, ma è successo davvero. E’ come se quel gesto estremo mi avesse aperto la mente, da quel momento in poi i miei pensieri hanno iniziato a vorticare confusi nella mia testa, ma solo uno era chiaro, cristallino. Ed eri tu”.
Jungkook continuava a fissarlo incredulo, ma lentamente stava iniziando ad assimilare quello che gli stava dicendo.
Yoongi continuò “Jungkook io, mi odio per essere stato cieco, per non aver capito che non stavi bene. Sono sempre stato accanto a te in questi anni, ma nel momento in cui avevi più bisogno di me, io non ci sono stato” gli prese le mani nella sue stringendole.
“Non ti incolpo per questo hyung, ho fatto tutto da solo” abbassò lo sguardo sulle loro mani, strinse ancora di più la presa involontariamente.
“No invece, è anche colpa mia. Non mi perdonerò mai per averti lasciato solo, e questo non puoi cambiarlo, mi dispiace” Gli rivolse un sorriso accennato.
 
Guardando nei suoi occhi Jungkook sentì che poteva credergli, doveva provare a lasciarsi andare, almeno quella volta. Anche se la paura di cadere non se ne andava.
Non sopportava sentire Yoongi odiarsi per quello che aveva passato, lui non aveva nessuna colpa se per una volta aveva deciso di vivere la sua vita.
“Tu non puoi odiarti, tu… Tu mi hai salvato la vita. – Un altro sorriso spontaneo gli appare sul viso – Non mi importa se non ci sei stato prima, non importa se sei stato assente. Hai fatto la cosa più importante, mi hai salvato. Questo vale più di qualsiasi motivo che ti sei dato per odiarti”.
I loro sguardi erano legati gli uni negli altri. Jungkook si sentiva tranquillo, a suo agio. Non era così a suo agio con Yoongi da quando si erano baciati la prima volta.
“Lasciamoci il passato alle spalle hyung, io ho toccato il fondo e sento già di poter riuscire a stare bene un giorno, se continuo a salire senza cadere. Voglio un nuovo inizio”
“Non ti lascerò solo, non di nuovo. Inizieremo insieme, cammineremo insieme. Ti va bene Jungkookie?” I loro volti si erano avvicinati quasi impercettibilmente.
“Va bene hyung” Jungkook sentì un brivido percorrergli tutto il corpo, si avvicinò ancora di più, non credendo fino in fondo a quello che stava accadendo.
“Te lo prometto” Yoongi fece il primo passo prendendo delicatamente la testa di Jungkook con una mano avvicinandolo a sé. Premette le labbra sulle sue sentendo il calore quasi scottante di esse.
Fu un bacio dolce, lento.
Fu un bacio senza pregiudizi, senza costrizioni.
Era il loro bacio.
Erano pronti a ricominciare, insieme.
 

 

Salve gente <3 
Innanzitutto mi dispiace davvero per non aver aggiornato per più di un mese nonostante avessi detto
che avrei aggiornato regolarmente.
Spero vi piaccia il finale di questa storia, grazie mille per aver letto.
A presto, Flà.
 
 
 
  
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