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Autore: farfix    02/01/2017    2 recensioni
Cosa fareste se il vostro migliore amico, che non vedete da due anni, vi mandasse una lettera dove vi rivela che sta per sposarsi e che vuole che lo raggiungiate a Londra, dove è piena di ricordi a voi non molto cari??? E cosa fareste se scoprite che le intenzioni della sposa non sono molto ingenue???
Seguite Harry e Melanie in questo mese dove vedranno la loro vita stravolgersi ........
Dal testo:
Sapevo perfettamente che non ero tornata per me stessa, ma ero tornata soprattutto per Harry, perché lui non poteva vivere senza di me e io senza di lui.
30 Days to Ruin My Best Friend's Wedding
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Day 26 – Where do broken hearts go?
 
Yeah, it took me some time but I figured out
How to fix up a heart that I let down
Now I'm searching every lonely place
Every corner calling out your name
Tryna find you but I just don't know
Where do broken hearts go?
Where do broken hearts go?
 
 
 
“Questo matrimonio si deve fare “
Aveva dichiarato mia madre guardandomi profondamente negli occhi, non so quanto potessi dire di no alla donna che mi aveva cresciuto, ma annuì comunque, il mio cuore completamente distrutto non poteva dire un altro no, così senza la mia migliore amica e senza neanche un briciolo di amore per la donna bellissima che un tempo credevo esserne innamorato, decisi che avrei fatto felice mia mamma che ancora le brillavano gli occhi per la felicità, eppure non sapeva a quello che stavamo andando incontro, perché avrei fatto qualsiasi cosa pur di non rovinare quello che mia mamma aveva tanto sudato e sperato. Anche andare contro il mio povero cuore che se l’avessi visto con i raggi x sarebbe un pezzo vuoto fatto di materiale viscido rosso rattoppato con mille altri pezzi, un immagine lugubre se ci penso, ma era l’unica che mi veniva in mente quando pensavo al mio povero cuore. Annuì sconsolato, avrei fatto davvero di tutto. “Ne sono felice tesoro, non sai quanto ho sognato di vederti con un bel abito nero” Sorrisi lievemente, questo mi faceva davvero piacere. “Grazie mamma, spero che tu sia fiera di me”. Dissi quasi tra le lacrime, mia madre, sicuramente presa da un attimo di felicità, mi abbracciò così forte che quasi mi mancava il respiro, mi serviva, era da tanto che non mi sentivo così felice e in un attimo ritornai bambino, avevo i riccioletti quasi tutti tagliati, e sulla testolina bionda solo capelli a caschetto, avevo un aria da bambino sveglio e ricordo mia madre mentre mi inseguiva per tutta casa mentre provavo i suoi reggiseni. E sentivo l’odore di fragole, quello che si metteva sempre sui capelli lunghi e di pesche che utilizzava per pulire i vestiti. Era un odore splendido e mi ricordava sempre casa. “Sono fiera di te, tesoro, sei un uomo adesso” Disse mia madre piangendo e la strinsi più forte, non sa quanto mi stava facendo bene questa connessione, così bene che mi venne il coraggio di dire l’inevitabile. “Mamma, vado a New York, parto stasera, me ne vado a prendere Melanie”. Lei mi guardò sconvolta per un attimo, sapeva che era una pazzia, visto che avrei passato tutta la notte su un aereo, ma non mi importava, senza Mel non l’avrei fatto, amore o non amore. Era pur sempre la mia migliore amica. E in quel momento mi sentì un po’ in colpa, ero stato un egoista e preso dalla rabbia non avevo riflettuto, ma lei era quello che mi serviva, senza di lei almeno come amica non avrei potuto fare niente, cosi annuì convincendomi che quella era la scelta giusta, anche se, ripensandoci, era tutta una follia. “Tesoro, se è quello che vuoi, vai pure, non farti trattenere da nulla” E sorrise, come se quei cinquant’anni non fossero nulla. “Ti ringrazio”. E così feci, prenotai il primo volo per la grande mela, e senza ulteriore indugio dieci ore dopo ero al centro di New York che mi aggiravo tra le strade alla ricerca di quello che era l’appartamento di cui Mel spesso mi aveva parlato, non era molto lontano dal centro e si raggiungeva bene con la metro. Infatti poco dopo mi ritrovai davanti al suo vecchio edificio che sapeva di stantio. Salì le scale e incerto su dove andare suonai al primo campanello che avevo difronte. Mi aprì una vecchia signora, forse sulla settantina, sapeva di croccantini di gatto e naftalina. “Ciao giovanotto, cosa ti porta qua??” Chiese la vecchietta guardandolo da dietro gli occhiali spessi con un accento americano che sapeva di altri tempi. “Salve, sto cercando Melanie Waston, abita in questo palazzo, lei saprebbe dirmi in quale appartamento abita??” La signora sembrò pensarci su un attimo mettendo la mano rugosa sotto il mento. “Non ho mai sentito questo nome, mi dispiace caro” Disse con voce roca e dolce allo stesso tempo. “Grazie lo stesso”. Girai per altri appartamenti ma nessuno sapeva chi fosse Melanie. Pensai che forse avevo sbagliato palazzo, ma l’indirizzo e il nome erano quelli, così continuai a cercare, ma sembrava non dare nessun risultato. Improvvisamente mentre provavo il diciottesimo campanello di quel enorme palazzo un ragazzo dalla corporatura minuta venne a sbattermi contro. “Oh escuse moi” Disse con un perfetto accento francese e pensai che Melanie una volta mi aveva parlato di un suo amico francese e una ventata di gelosia mi colpì come una pallottola. Era belloccio e si vedeva che faceva danza visti i muscoli delle gambe e delle braccia molto pronunciati. “Ti posso fare una domanda??” Chiesi rialzandomi e riprendendo l’equilibrio sulle gambe. “Ma certo” Rispose con una “c” molto strascicata, tipica dei francesi. “Conosci una certa Melanie Waston??” Chiesi studiando ogni minimo dettaglio della sua faccia e vidi che il suo occhi tremava leggermente sotto la luce bianca del lampadario posto in alto. “Chi la sta cercando?” Chiese il ragazzo cautamente, me ne rendevo conto, non poteva essere facile, se ne rendeva conto che Melanie era stata ferita da qualcuno e doveva pur proteggere la sua amica. Eppure ero sicuro che detto il mio nome, quel ragazzo lo avrebbe subito accompagnato dalla sua migliore amica. “Harry Styles” Dissi sicuro di me. Ma quello che successe dopo è solo storia, ovvero mi dovetti subire dieci minuti di ramanzina sul fatto che non si trattavano le ragazze in quel modo e aveva ragione non ero stato un buon amico ne un una buona persona, dovevo rendermene conto. “Sali le scale ed è quello sulla destra” Disse, poi, guardandomi come un padre al ragazzo della propria figlia. Mi resi conto che era quello il ruolo che spettava a me, ma non ne sarei mai stato capace, ero troppo con la testa sulle nuvole. Arrivai in cima alle scale, la sua porta rossa sembrava sciogliersi sotto il mio sguardo deciso. L’avrei portata con me qualsiasi cosa sarebbe successo. Bussai, una, due, tre volte ma nessuno sembrava essere in casa, aspettai due o tre minuti ma niente, decisi di girare il pomello ma era chiusa. Pensai di sfondarla ma era troppo, così me ne restai fuori appoggiato con la testa contro la porta che di scatto si aprì mostrando una Melanie distrutta. Persi un colpo e il mio cuore iniziò a battere senza sosta, con quei capelli intrecciati lunghi sulle spalle e gli occhi grandi, pieni di occhiaie e di pianto che sembravano non vedermi da mesi. “Harry??” Chiese confusa guardandosi intorno. “Cosa ci fai qua??” Disse socchiudendo la porta dietro di lei. “Sono venuto per chiederti scusa, e ti ringrazio per non avermi chiuso la porta in faccia” Dissi mostrando uno dei miei sorrisi migliori. “Mi dispiace per quello che ti ho detto, ero arrabbiato e deluso, mi dispiace” Dissi abbassando il volto. “No scusami tu, ti ho mentito. E per il fatto della porta, volevo farlo ma sai che ho il cuore d’oro” Disse sorridendomi. Era davvero bella e mi chiesi se potevo vederla così tutte le mattine, distesa sul mio letto con una tuta più grande di lei e con gli occhi piccoli dal sonno, mentre le porgo la colazione sul vassoio. Scossi la testa, non potevo fare più quei pensieri, stavo per essere un uomo sposato e dovevo proteggere mia madre e il suo ristorante. “Allora, siamo come prima?”. Chiesi speranzoso facendole gli occhi da cane bastonato che sapevo non poteva resistere. “Ma certo Hazza, mi dispiace essere tornata qua, ma avevo bisogno di starmene un po’ da sola” Risi insieme a lei ed era bellissima, con i capelli che le scendevano davanti alla faccia e gli occhi ricolmi di felicità. “Ma piuttosto, sei venuto da Londra solo per me??” Disse poggiando la schiena sullo stipite della porta. “Dovevo farlo per bene, o niente” Dissi ridendo, era stata una pazzia ma ne era valsa davvero la pena. Se dovevo fare questo per lei, solo per vederla felice l’avrei fatto un altro centinaio di volte.
"Ho un posto da damigella d'onore che si è appena liberato"


Angolo di Giuls
Hola! Mi dispiace per questo ritardo ma ora che ho un pò più di tempo spero di finirlo, visto che mancano quattro giorni a questo matrimonio. Spero che vi sia piaciuto, non è un gran che, ma finito tutto, rimetterò tutto a posto. Spero che per queste feste vi siate divertiti e anche se in ritardo vi auguro un felice anno e spero che sia il vostro anno.
Un bacio e alla prossima
La vostra Giuls
   
 
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