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Autore: Trailunwinki    03/01/2017    1 recensioni
Dopo il matrimonio e la nascita della piccola Watson, tutto sembrava essere tornato alla normalità. Ma non è così, perché tra un caso intrigante e un pomeriggio insieme a una bambina di un anno, Sherlock si ritrova a dover risolvere una questione rimasta in sospeso per troppo tempo.
Sarà pronto ad accettare ciò che ne conseguirà?
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota.
Scusatemi, scusatemi, scusatemi. Vi avevo promesso che avrei cercato di essere regolare con la pubblicazione, ma, a quanto pare, non ne sono in grado.
Sono appena tornata a casa, dopo aver passato le vacanze dai parenti e quindi, non avendo il computer, non ho potuto pubblicare prima il terzo capitolo.
Comunque, questa volta ho voluto scrivere prima la nota perché volevo avvisare tutti che il capitolo non contiene spoiler sulla quarta stagione (non l’ho ancora vista).
Mi scuso ancora del ritardo e di possibili errori grammaticali (abbiate pietà di me…prendevo sempre 4 nei saggi).
Bene, mi sembra di aver detto tutto. Quindi vi lascio e vi auguro buona lettura.
 


Punto di non ritorno.

_Mary, porta subito via Elisabeth.
Il tono era deciso.
La donna non se lo fece ripetere due volte: prese la bambina in braccio e si diresse verso la cucina.
John allora si chinò sul detective: _Andiamo Sherlock, svegliati_ sussurrò premendo due dita sul suo collo.
L’ultima volta che gli aveva controllato il polso non aveva sentito nessun battito, ma questa volta non fu così.
Gli si avvicinò maggiormente per ascoltare il respiro, appoggiando anche una mano sulla fronte.
Temperatura e respirazione nella norma.
Sherlock, a quel punto, si mosse leggermente infastidito sperando di poter tornare a dormire. Mentre John si mise con il volto a pochi centimetri dal suo e gli alzò la palpebra.
_John, che diamine stai facendo?_ protestò l’altro cercando di allontanarsi; ma il dottore gli bloccò la testa tenendogli l’occhio sinistro aperto.
_Bene_ disse _le pupille non sono dilatate.
Ergo, nessun sintomo dato dall’assunzione di cocaina.
_Ovvio che non lo sono.
Il torpore, che prima circondava il detective, stava iniziando a scomparire; mentre il dottore tirava un sospiro di sollievo.
_Dio Sherlock, mi hai fatto prendere un colpo.
_Per quale motivo. Tua figlia sta bene, no?_ rispose, appoggiandosi alla poltrona per rimettersi in piedi.
John rimase sorpreso: _Che razza di risposta è? Lo sai che mi preoccupo per te.
_Nessuno te lo ha chiesto. So badare a me stesso anche da solo.
I loro sguardi erano intrecciati e nessuno dei due sembrava aver intenzione di mollare.
_Piantala_ ringhiò il dottore.
_Ok, va bene: ora che hai controllato, che tua figlia sta bene e che io non ho ingoiato nulla, puoi anche andartene.
Il dottore rimase fermo.
_Non ho bisogno di aiuto e  men che meno di una balia.
A quel punto John non ci vide più: si diresse verso il divano, poi, dopo esserci salito in piedi con le scarpe, strappò via tutti i fogli , che il consulente aveva affisso, e li gettò nel camino acceso.
_Che stai facendo?_ urlò Sherlock sotto shock.
_Adesso basta Sherlock, ho raggiunto il limite. Mi senti? Sono stufo dei tuoi modi di fare strafottenti e irritanti.
_Io…Io_ il detective aveva perso le parole.
_Sono stufo di dover stare tutte le sere a pensare alla tua salute. E non venirmi a dire che la tua salute è meno importante di un caso di omicidio. Perché, indovina un po’, se vai avanti così il prossimo omicidio da risolvere sarà il tuo!
_Non sei altro che un bambino viziato e capriccioso. Quindi, fino a quando ti comporterai come tale, avrai sempre, e dico SEMPRE, bisogno di qualcuno che ti faccia da balia. Però, sai una cosa? Mi arrendo: John Watson se ne va_ disse, alzando le mani.
_Fino a quando non imparerai a comportarti come un adulto, dimenticati pure della mia esistenza. Tanto non mi sembra che sia difficile per te.
Con questo si diresse verso le scale, sbattendo la porta d’ingresso in modo così violento da far tremare i vetri delle finestre e lasciando un alquanto attonito detective immobile nel salotto del 221B di Baker Street.

 
Trailunwinki
  
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