Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nene_92    04/01/2017    14 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6 - ...


Allora... innanzitutto (anche se con ritardo) vi auguro un felice anno nuovo! :3

Poi mi viene da rivolgervi una DOMANDA: ma perchè? Per quale motivo gli autori fanno a gara per iscriversi e poi, puntualmente, spariscono? Per caso l' "iscrizione compulsiva" è
diventato uno sport nazionale, accompagnato dal sadismo di non voler vedere il vostro personaggio arrivare vivo fino in fondo alla storia e io non me ne sono accorta?

E' una cosa che difficilmente capirò, ma contenti voi...

Detto ciò, vi lascio alla lettura!

- Di sparizioni e teorie -

 

 

2 Novembre 1802, Europa del Nord Est, Istituto di Durmstrang, Ufficio del Preside

"Io non mi preoccuperei troppo. E' probabile che i vostri studenti si siano solo persi." Commentò Elijah serafico all'indirizzo dei suoi colleghi, che continuavano a guardarlo in cagnesco. "Non conoscono il Castello e neanche ciò che lo circonda. Probabilmente si sono lasciati guidare dalla loro curiosità, spingendosi in luoghi dove non avrebbero dovuto andare." Continuò bevendo un altro sorso di the caldo, scatenando così la rabbia di Charlotte. 

Fosse stato per lei, quel the glielo avrebbe fatto ingoiare in tutt'altro modo, ma la donna dovette mordersi la lingua. Aveva già dato una pessima prova di se stessa solo pochi minuti prima, facendosi guidare dalla rabbia. Non era il caso di insistere ulteriormente, rischiando di scatenare la reazione rabbiosa di Elijah. Per quanto disapprovasse completamente l'uomo che aveva di fronte, la Preside di Murrinh Patha sapeva molto bene con chi aveva a che fare. E di quanto quell'uomo potesse diventare pericoloso.
Con la coda dell'occhio, gettò un'occhiata a David. E le sembrò che anche il preside di Ilvermony fosse sulla sua stessa lunghezza d'onda.

"Quindi cosa dovremmo fare, secondo lei?". Domandò alla fine, cercando di mantenere un tono di voce neutro.

"Voi assolutamente nulla: non conoscete la scuola e neanche i suoi confini, pertanto sareste inutili." Rispose il Grimm. 
"Noi conosciamo i nostri studenti però." Lo contraddisse David. "E di sicuro non siamo degli sprovveduti."

"Voi due dovreste occuparvi degli studenti che ancora vi rimangono e preparare le vostre campionesse alla prova." Ribattè Elijah. "In quanto a me, darò ordine ai componenti della mia famiglia di percorrere tutto il territorio della scuola, fino ai confini e di cercare i vostri studenti. Come ho già detto, si sono solo persi. E state pur sicuri che riusciremo a trovarli. "

Non aggiunse altro, ma dal tono che utilizzò, entrambi i Presidi capirono che non avrebbero potuto dire nient'altro. Erano stati appena congedati.

"Lei crede ad Elijah, Lady Shafiq?" Domandò David tempo dopo, mentre entrambi attraversavano un corridoio per tornare ai loro alloggi.
La donna non rispose subito alla domanda. 
La scomparsa di Eloise l'aveva turbata nel profondo. Come aveva potuto sparire una sua studentessa nel nulla, praticamente da sotto il suo naso? 

E non era stata neanche l'unica.

"No, preside Hartnell." Rispose alla fine "Non mi fido di lui." 

Ma neanche di te.

Nessuno dei due poteva sapere che a quella conversazione aveva assistito anche qualcun altro.  
Abbastanza lontano da non essere visto. Ma abbastanza vicino da poter ascoltare.

Sentendo le parole della donna, aveva sogghignato.

Sfiducia. 
Incertezza.
Caos. 

Nessuno si fidava dell'altro. 

Esattamente ciò che gli serviva.


------------------------------------------------------------




6 Novembre 1802, Europa del Nord Est, Istituto di Durmstrang

 

Faceva molto freddo quella mattina. 
L'inverno, in tutta la sua rigidezza, era arrivato in quell'angolo di Europa già da un bel po' e aveva segnalato la sua presenza ghiacciando ampie zone del cortile. 
Quella notte era arrivata anche la prima neve, che si era appoggiata dolcemente in ogni angolo della struttura del Castello, creando cumuli ovunque e avvolgendo la scuola in una sorta di bolla candida e silenziosa.

Nonostante questo, una figura solitaria era presente nel cortile, intenta a scrutare l'orizzonte, come in attesa di qualcosa. E Liam, che in quel momento era appena uscito dal Castello, non potè fare a meno di notarla. 

"Ehy!" La chiamò, avvicinandosi piano ed estraendo la bacchetta.

Solo quando fu abbastanza vicino, si accorse che la figura non era altro che Bianca Grimm, avvolta in un pesante mantello. 
Alla voce del ragazzo, la Folletto si girò di scatto, rilassandosi subito dopo vedendo che si trattava solo di uno studente di Ilvermony.

"Ciao...?" Disse assumendo una voce interrogativa.
"William" Le suggerì lui "Ma tutti mi chiamano Liam. Non dovrebbe essere troppo difficile ricordarlo per te, no?" Aggiunse con una strizzata d'occhio. "Tuo cugino ed io siamo quasi omonimi. Perchè tu sei BiancaNeve, la figlia del Preside, giusto?" 
"Sì, sono io." Rispose lei, degnandolo appena di uno sguardo e tornando a scrutare l'orizzonte, in attesa.

Per qualche secondo, il silenzio si espanse tra i due, almeno finchè Bianca non si accorse che la presenza del ragazzo al suo fianco continuava ad essere costante. "Posso fare qualcosa per te, William?" Domandò a quel punto, con una nota di irritazione nella voce. "Perchè, nel caso nessuno te lo avesse insegnato, è scortese fissare gli sconosciuti."
"Mi stavo domandando per quale motivo tu sia ferma qui, da sola e al freddo, intenta a scrutare l'orizzonte. Mentre i nostri compagni spariscono uno dopo l'altro." Rispose lui inflessibile.
"Il motivo per cui sto ferma qui non è affar tuo." Rispose secca lei. "E so badare a me stessa."
Liam si inchinò leggermente. "Chiedo scusa milady. Non volevo turbarvi con domande inopportune. Sono solo preoccupato per un compagno scomparso. E, avendo incontrato proprio la figlia del Preside, non mi sono trattenuto dal chiedere. Vi porgo le mie più sentite scuse se vi ho arrecato offesa in qualche modo." Disse conciliante.
Bianca, davanti a quel discorso, si sciolse un po'. "No, sono io a chiederti scusa. Tu sei solo preoccupato. E io nervosa." Rispose piatta.
"Non ti preoccupare. Capisco la situazione. E tu sei anche una delle Cam..."

"Che sta succedendo qui?" Li interruppe una voce. 
Willhelm era appena comparso dietro di loro. Aveva un'arma in mano, era avvolto in una pesante pelliccia - sopra la quale si stava sciogliendo della neve - e aveva una faccia stravolta. 

"Will!" Bianca mosse un passo verso di lui, poi si rivoltò verso Liam, incerta su come agire di fronte ad un estraneo. 
Mezzo secondo dopo mandò tutto al diavolo e percorse il breve spazio che la separava da suo cugino per abbracciarlo. 
Dal canto suo, il Grimm ignorò deliberatamente la presenza del Caposcuola di Ilvermony e ricambiò la stretta. 
"Era solo un giro di perlustrazione, Bianca. Niente di sconvolgente. Perchè mi hai aspettato qua fuori al freddo?" Domandò in un sussurro, in tedesco. Non voleva che l'altro sentisse cose che non lo riguardavano. E fu per quello che gettò a Liam un'occhiataccia, che però lui sembrò non voler cogliere.
"Avete trovato qualcosa?" Domandò infatti, quasi incoraggiato dallo sguardo di sfida di Will.

"Non so di che parli." Fu la risposta secca del Grimm.
Poi, vedendo che Liam continuava a non muoversi da lì, appoggiò il braccio destro sulle spalle di Bianca, pilotandola all'interno del castello. 
Non avrebbe retto ancora per molto, con lo sguardo di quel bamboccio su sua cugina. Lo stesso sguardo che aveva visto troppe volte su Jacob, quando puntava ad una nuova ragazza da conquistare.

"Quel tipo non mi piace. Cosa voleva da te?" Domandò quando furono abbastanza lontani.
"Niente di importante. E a te non piace mai nessuno dei ragazzi che mi rivolge la parola." Fu la risposta divertita e al contempo imbarazzata della ragazza. "Adesso andiamo solo a recuperare qualcosa di caldo per te, d'accordo? Sarai congelato dopo aver passato tutta la notte fuori." 

------------------------------------------------------------

"Perchè non lo chiedi a loro, visto che li conosci così bene?" Domandò Camille a Livvy, dopo che quest'ultima ebbe rivolto un cenno di saluto a Bianca e Will, che erano appena passati accanto alle due, diretti al loro tavolo.
"Non mi sembra proprio il caso, in questo momento." Sospirò Livvy, appoggiando la testa sulle mani. 
"Perchè no?" Insistette la Serpecorno, seguendo per un breve momento con lo sguardo i due che si stavano allontanado.  "Se c'è qualcuno nella Scuola che lo sa, immagino che siano loro... o no?"
"Probabile... ma anche se lo sapessero non me lo direbbero." Constatò la tuonoalato. "Neanche a me." Aggiunse con un tono di voce che significava che non sarebbero state ammesse repliche.

Sfumatura che però Cammie non colse. O che più probabilmente si limitò ad ignorare. "Ma io lo voglio sapereeee!" Disse con tono lamentoso. "E poi la situazione di per sè non è piacevole! Voglio dire... con quello che sta succedendo! Se sapessero qualcosa in merito devono dircelo!" 

"Sono sicura che quando sarà il momento giusto lo faranno." Ribattè Livvy. "Ho fiducia in loro."

Cammie a quel punto capì che, anche insistendo, non sarebbe riuscita a scucire nient'altro dalla bocca della sua amica, perciò decise di soprassedere, ingoiando la sua frustazione con un dolce appena recuperato dal tavolo e uno sbuffo. "Speriamo solo che la tua fiducia in loro sia ben riposta, Liv." Constatò a mezza voce, quando ebbe finito di ingoiare il boccone.

"Fidati. Lo è. Non mi lascerebbero mai nei guai." 

------------------------------------------------------------

"Ma tu non dovresti tifare per la Campionessa della tua scuola, anzichè aiutare me?" 
"In teoria sì, ma tu sei mia cugina perciò, almeno in questo caso, la regola generale non vale."

Helene, riconoscendo in quel discorso le voci di Kathleen e Reyna, alzò lo sguardo dal tomo che stava leggendo sul tavolo della biblioteca, giusto in tempo per intercettare la Black alzare le spalle con noncuranza per rimarcare meglio il concetto appena espresso ad alta voce. E l'australiana sorridere di rimando.

"Beh, allora grazie, cuginetta."

"Tanto temo di non poterti essere di molto aiuto comunque, visto che la biblioteca non è in cima alla lista dei luoghi che frequento con insistenza." Rieccheggiò la voce di Reyna tra gli scaffali, mentre si spostava, facendo scappare così una risatina soffocata ad Helene, che conosceva molto bene quel piccolo particolare della kelpie. 

Nonostante avesse un'ottima media scolastica infatti, la Black non passava gran tempo sui libri. Preferiva di gran lunga combinare guai, trovandosi sempre ad un pelo dall'espulsione.

"E io che speravo che avere qui un parente potesse in qualche modo avantaggiarmi!" Scherzò Kathleen con voce divertita. "Mi deluti molto, Black!"
Conoscendo bene Reyna, Helene immaginò che avesse risposto alla cugina con una linguaccia, ma avendo la visuale coperta in parte da uno scaffale non potè avere conferma della sua ipotesi.

"In ogni caso..." Sentì nuovamente la voce di Kathleen "Torneo Tremaghi... Torneo Tremaghi... dove lo trovo? Sotto la lettera 't' in ordine enciclopedico oppure sotto la voce 'eventi storici'?"

"Io proverei nel quarto scaffale sulla sinistra, fossi in voi."

------------------------------------------------------------

"Liz?"

Al sentire la voce di Clementine che la chiamava dolcemente, Elizabeth fece emergere la testa da sotto le coperte, dove si era rifugiata. 

"Sì?" Domandò con voce tremolante, prossima nuovamente al pianto che veniva a trovarla sempre più frequentemente in quei giorni.
La Serpente Arcobaleno si diresse lentamente verso di lei, cercando di soppesare le parole da dirle. 

Elizabeth era sempre stata un'anima fragile, molto facile da spezzare. E l'unica che era sempre riuscita a capirla fino in fondo era stata Eloise. La stessa che invece, era scomparsa. Ed Elizabeth era ormai inconsolabile da giorni per quel motivo.

I primi giorni dopo la scomparsa, la bunyip si era autocolpevolizzata, dicendo che sicuramente Eloise se n'era andata a causa sua, perchè non la sopportava più. 
Ma poi, vedendo i giorni passare e le notizie rincorrersi per tutta la scuola - anche Elijah stesso si era recato a cercarla - Elizabeth aveva lentamente modificato la sua versione dei fatti. 
Passando dalla preoccupazione alla disperazione per quella amica scomparsa di colpo nel nulla.

"Perchè non vieni con me a pranzo?" Tentò di convincerla Clem.
"Non ho fame." Fu la replica quasi scontata di Elizabeth.
"Non ti muovi da questa stanza da giorni! Non va bene." Provò di nuovo l'altra, cercando di mantenere un tono dolce e rassicurante. 

Anche lei era preoccupatissima per l'amica e, man mano che i giorni passavano, la speranza di rivederla viva si affievoliva sempre di più. Ma al contempo capiva che crogiolarsi nel dolore non avrebbe portato a nulla. Se non ad altra disperazione.
E soprattutto non avrebbe riportato Eloise indietro.

"Non ne ho voglia."

Davanti a quella risposta scontata, Clementine sospirò.

Di sicuro quel Torneo era iniziato nel peggiore dei modi.

------------------------------------------------------------

"Allora Sogno, la situazione è questa: degli studenti - tra cui il nostro caro amico Amos - sono scomparsi da giorni e di loro, nonostante le diverse ricerche portate avanti, non si sa più nulla. Il nostro compito perciò sarà indagare a fondo, finchè non troveremo il colpevole di questo atto ignobile e lo consegneremo alla giustizia." 
"Cra."

Furono queste le frasi che Tyler, appena rietrato nella sua camera, sentì pronunciare da Patton e dal suo corvo. 

Nonostante la situazione fosse pesante e fosse profondamente preoccupato per il suo amico, il Caposcuola non riuscì a trattenere un sorrisetto ascoltando le parole del wampus. 

Per quel motivo decise di non interromperlo: era ritornato in camera per prendere un libro, ma non voleva segnalare la sua presenza. 
Di solito Patton dava il meglio di sè proprio nei monologhi con il corvo e il magicospino aveva bisogno di cinque minuti di sano divertimento, con il clima pesante che si stava respirando in quei giorni a Durmstrang.

Infatti l'altro non lo notò, concetrato com'era a blaterare. 
E Tyler si appoggiò allo stipite della porta, intenzionato a godersi lo spettacolo fino in fondo.

Di sicuro Patton, se voleva diventare davvero un Auror, aveva molto da imparare - si ritrovò a pensare di punto in bianco il Caposcuola - D'altra parte, se in quel momento al suo posto non ci fosse stato lui ma un pericoloso assassino, il wampus sarebbe stato sicuramente spacciato.

------------------------------------------------------------

Trystifer bloccò il pugno alzato a mezz'aria, fermando così a metà l'azione di bussare alla porta.

"Siamo sicuri di ciò che stiamo facendo?" Domandò a mezza voce, voltandosi verso Christopher.
"Non abbiamo molta altra scelta, mi pare." Gli rispose lui. "Nonostante tutto, è pur sempre il preside." Cercò di convincerlo.
"Lo so ma... non ha mai fatto nulla per noi... e questa situazione... beh, non sono sicuro che farà qualcosa per cambiarla." Ragionò Trys. "E' molto più facile che non agisca apposta per lasciare le cose come stanno."

"Di sicuro, se non glielo comunichiamo, le lascerà così come sono." Rispose il kelpie "Ma se non te la senti di andare fino in fondo ti capisco." Continuò "Vado io." Concluse poi bussando energicamente la porta al suo posto, prima che l'alastyn potesse bloccarlo o cercare nuovamente di fargli cambiare idea.

Non aveva voglia neanche lui di affrontare Elijah Grimm, ma non vedeva molte altre alternative all'orizzonte.

Un secco "Avanti" li invitò ad entrare e i due mezzosangue capirono di non avere più altra scelta. Ormai avevano compiuto il passo. 

Fu così che entrarono, anche se a testa bassa, nello studio del preside, che li scrutò immediatamente perplesso. "Il magico trio si è tramutato di colpo in un duo?" Li accolse con una leggera nota di sarcasmo nella voce.

I due ragazzi si scambiarono una breve occhiata. 
Poi Christopher parlò. "E' proprio questo il problema, signore. Levi è scomparso."

------------------------------------------------------------

Molto faticosamente socchiuse le palpebre, emettendo un gemito soffocato.
Il dolore alla testa era lacinante. Aveva un punto che gli doleva paurosamente, creandogli enormi difficoltà anche solo per tenere gli occhi aperti.

Dov'era finito?

Strizzando gli occhi e sbattendo le palpebre più e più volte, riuscì finalmente a mettere a fuoco qualcosa di ciò che gli stava attorno. 

Peccato che non gli tornò granchè utile. 

Era sdraiato su del terriccio bagnato e freddo e intorno a lui la foresta si espandeva a vista d'occhio, filtrando la poca luce che riusciva a passare tra le fronde fitte degli alberi.

Con il tempo, si accorse di essere anche legato. Ai polsi e alle caviglie. 
Non era solo legato. Era immobilizzato. 
L'unica cosa che riusciva a muovere - e ci riusciva solo con enormi sforzi - era la testa. 
Gli sembrò anche che pesasse molte tonnellate, mentre piccole esplosioni di luce gli annebbiavano la vista. Fece fatica a sollevare il collo anche solo di pochi centimetri. Mentre la nausea lo assaliva.

Non vomitò per miracolo. 

E solo quando riuscì a calmarsi, dopo aver fatto respiri profondi, si accorse di non essere il solo in quella situazione. 
"Eloise!" Gracchiò con una voce che non assomigliava per niente alla sua solita, cercando di avvicinarsi alla ragazza svenuta strisciando sui gomiti. "Eloise, avanti svegliati!" Provò a chiamarla, senza però ottenere risultato.

E con orrore, si accorse che accanto alla ragazza, pallida come la morte, si trovavano anche altri due ragazzi. Altrettanto esangui.

"Non si sveglierà." Commentò una voce alle sue spalle. Una voce che Kyle riconobbe. "Nessuno di loro lo farà."

Il ragazzo girò di scatto la testa, pentendosene immediatamente appena una forte fitta lo colpì alle tempie. 

"In effetti, neanche tu avresti dovuto." Continuò la voce. "Peccato, un vero peccato. Non volevo che voi soffriste più del necessario." La figura estrasse la bacchetta, puntandola contro l'australiano. "Ma consolati: tutta la vostra sofferenza servirà per uno scopo più grande. Silencio."

"Crucio."

-----------------------------------------------------------

10 Novembre 1802, Europa del Nord Est, Istituto di Durmstrang

"Svegliati!"
Davanti a quel tono imperioso, e riconoscendo la voce ormai familiare di Jacob, Sascha aprì gli occhi di scatto. Non stava dormendo, ma non aveva neanche molto da fare, a parte stare sdraiata, seduta o in piedi.

Quel ragazzo non le piaceva, non le piaceva per niente. Ad ogni sua visita, non faceva altro che rimarcarle la sua diversità, oltre che la sua condizione di prigioniera. Ma al contempo le permetteva di non impazzire. 
Sarebbe stato molto peggio se fosse stata lasciata da sola per tutto il tempo dentro quella stanza, senza nessun tipo di contatto umano.

Anche se Jacob tutto la considerava forchè umana.

"Che vuoi?" Domandò secca.

Senza risponderle, il ragazzo si avvicinò alla gabbia, iniziando a trafficare con la chiusura.

La stava forse liberando? 
Oppure il giorno della famosa prova di cui aveva sentito parlare era forse arrivato?
 

Ma non c'era la luna piena, mancavano ancora dei giorni. Lo sentiva chiaramente.

Sascha fece automaticamente un passo indietro. 
"Cosa stai facendo?" Domandò spaventata. 
"Sto aprendo la gabbia, non lo vedi?" Rispose lui, facendo scattare la serratura. La porta si aprì con un clang metallico. "Non fare sciocchezze: sei sotto tiro." La minacciò poi, puntandole la bacchetta contro.
"Cosa significa?" Domandò lei, arretrando ancora. 

La libertà, la possibilità di poter fare un giretto fuori da quella gabbia anche solo per un'ora, era quello che aveva agognato negli ultimi due mesi di prigionia. 
Ma le sembrava strano che quella oppurtunità le venisse offerta così, di punto in bianco.

"Stanno succedendo cose strane in questa scuola." Fu la risposta di Jacob. "Sono spariti degli studenti."
"Come avete fatto sparire me?" Commentò lei acida.
Jacob le rispose con un sorrisetto. "Tu sei un caso speciale. E mentre pensavo ad un modo per ritrovarli, ecco l'illuminazione. Voi lupi avete... un olfatto molto sviluppato poco prima della luna piena. Se ti faccio sentire il loro odore, magari potresti provare a seguire una traccia." Spiegò tranquillo.

"Mi vuoi usare come un cane da caccia?" Domandò Sascha incredula.

"Non hai diritto di replica." Replicò Jacob afferrandola rudemente per un braccio e iniziando a trascinarla fuori, lungo i freddi corridoi, ignorando il tentativo di ribellione della ragazza. "Potrei costringerti con un Imperio, oppure puoi decidere di collaborare di tua spontanea volontà. In ogni caso, lo farai. Volevi uscire di qui, no? Approfittane."

A contatto con l'aria esterna, Sascha rabbrividì, non essendo più abituata ad un clima differente rispetto a quello della stanza nella quale era stata imprigionata. 

"E se hai freddo puoi coprirti con questo." Continuò il ragazzo, fermandosi per appoggiarle un mantello con cappuccio sulle spalle. 

Un mantello rosso fuoco.

------------------------------------------------------------

Mettiamola così: ero in ritardo e il capitolo l'ho scritto in fretta, molto in fretta (2 giorni). Spero piaccia lo stesso e di non aver dimenticato nessuno!
Il prossimo riguarderà la prima prova. ;)

Domande della settimana: (risposte entro il 12/01)

- Per le campionesse: chiedo di inviarmi per MP le strategie che le vostre OC decideranno di adottare durante la prova (NON METTETELO NELLA RECENSIONE, MI RACCOMANDO!) 

- Per gli altri: cosa faranno i vostri OC per la tifoseria?

  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nene_92