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Autore: Dian87    09/04/2005    1 recensioni
Una giovane maga è costretta a fuggire dal suo borgo per giungere a Camelot. Per titolo ho scelto questa canzone di Enya per due motivi: 1) la canzone, ricopiata a fine capitolo (per quelle che immagino siano strofe) ho trovato che si adatti bene alla storia 2) la ragazza non è mai andata a Camelot e non ha la minima idea di dove si trovi.
Ai lettori il compito di giudicare
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 - IL GRANDE FIUME
Erano passate molte ore e avevo un po' recuperato il sonno perso, mentre i miei due compagni di viaggio si divertivano senza dare fastidio agli altri, nemmeno al proprietario che si era alterato per i suoi cavalli. Erano in tre a inseguirmi, allora: il giovane timoniere Marco, l'anziano stratega Gianni e l'adulto mago Egisto. Tutti e tre mi conoscevano molto bene e ignoravo il motivo per cui Marco e Egisto mi stessero inseguendo, benché conoscessi benissimo quello di Gianni. Gianni poteva o odiarmi in quanto figlia di mio padre o amarmi in quanto figlia di mia madre, anche se io speravo nel primo caso perché era più facile difendersi se si veniva odiati piuttosto che amati. Mi alzai, pronta a dirigermi da Wild e Tempest, ma, come aprii la porta, vidi davanti a me Marco che stava per bussare.
- Cosa desidera?- chiesi.
- Il capitano del battello desidera parlare con lei, madamigella.- rispose.- Vi prego di seguirmi.-
Annuii, seguendolo. Avevo già fatto un giro della nave assieme a Tempest e sapevo come muovermi nel caso avessero deciso di attaccarmi. Guardai un attimo fuori, salendo le scale: era buio, nel giro di un paio d'ore saremmo giunti a Presburgo e lì avremmo attraccato per un sei ore, prima di ripartire per le sorgenti. Marco si fermò quando fui giunta in cima alle scale e si voltò.
- Che succede?- chiesi, osservandolo.
Mi spinse giù per le scale, ma riuscii ad afferrarmi al passamano, evitando una dolorosa caduta e vedendo gli altri due avvicinarsi. Corsi attraverso l'imbarcazione, raggiungendo in breve tempo la poppa sempre rincorsa dai tre. Mi bloccai, appoggiandomi al parapetto, e cercai un'altra via di fuga, ma non ve n'era nessuna.
- Perché lo fate?- chiesi loro, bloccandoli per un po'.
- Perché devi essere mia.- rispose Gianni.
- Perché devi tornare da tua madre, dalla quale sei fuggita.- rispose Egisto.
- Perché vorrei che tu fossi mia moglie.- disse semplicemente Marco.
Annuii, ma vidi Gianni avvicinarsi. Scattò, ma, un attimo prima che mi bloccasse, mi spostai e cadde nel nero fiume.
- NO!- esclamai.- Recupero te, homo, a flumine in terra!-
Sapevo che Gianni era stato trasportata sulla terraferma e che non avrebbe rischiato la vita più di tanto a causa mia, ma solo a causa sua.
- Evelyn, mi sa che dovrò insegnarti a celare la tua magia, quando la usi.- disse Egisto.- Se veramente ti fossi nemico ti avrei trovata e bloccata subito.-
- Se veramente mi fossi nemico?- chiesi, sorpresa.- Voi volete riportarmi dal mio nemico ed è stata mia madre a ordinarmi di raggiungere un posto così lontano che sarei stata al sicuro.-
- Stai parlando di Camelot, vero Evy?- chiese Marco.- Tua madre ne parlava spesso.-
- Ci è stato proibito di tornare a Tergeste finché non ti abbiamo preso, ma noi non vogliamo tornarci, non dopo aver visto com'è la vita fuori dal borgo: ti proteggeremo, anche se parrà che ti ostacoleremo.- disse Egisto.- Tua madre mi ha chiesto di continuare il tuo addestramento.-
- Continuare il mio addestramento? Hai visto mia madre? Come sta?- chiesi.
- L'ho vista, è prigioniera delle segrete del signore che non vuole che ti nomini e che ha fatto sì che ti inseguissimo, incatenata al muro e tenuta a pane e acqua, ma nonostante tutto prega per te, affinché tu possa giungere a destinazione sana e salva. Inoltre voleva che ti dessi questo.-
Prese un libro e me lo diede. Lo osservai, sorpresa: la copertina era decorata con fregi metallici, il cui materiale variava dall'oro all'argento, dal bronzo al ferro ed era fatta di legno e di cuoio, ma nonostante tutto non era pesante ed era spesso una spanna.
- Questo libro è stato tramandato nella tua famiglia di generazione in generazione fin dai tempi più antichi nei quali la scrittura ancora non esisteva per il popolo. Ti avviso di non stupirti se riuscirai a leggere le pagine più antiche, è una caratterista intrinseca della parte femminile della tua famiglia.-
Annuii, avevo ancora molto da imparare. Osservai un attimo davanti a me, avvicinandomi al bordo laterale dell'imbarcazione, e vidi la luna scintillare su una grande massa d'acqua che si muoveva pacifica: quello doveva essere il Danuvium, il grande fiume che dovevamo risalire per continuare il nostro viaggio. Vedemmo delle torce spingersi nell'acqua e sentimmo la nave attraccare e fermarsi con una lieve scossa: eravamo a Presburgo e qui avremmo cambiato barca alla mattina presto per risalire il grande fiume.
- Va' a riposare, Evelyn, vegliamo noi su di te e sui tuoi amici.- le suggerì Egisto.
- Grazie.- risposi.- Dormite anche voi, però, dovete essere molto stanchi per avermi inseguito fino a qui.-
Ci separammo, andando ognuno per la propria strada. Avevano le spalle coperte e il viaggio sarebbe stato un po' più sicuro, anche se sarebbe stato un po' meno movimentato. Sbadigliai, ero molto stanca e un po' di riposo non avrebbe di certo guastato.

I wonder if the stars sign
the life that is to be mine
and would they let their light shine
enough for me to follow
I look up to the heavens
but night has clouded over
no spark of constellation
no Vela no Orion
The shells upon the warm sands
have taken from their own lands the echo of their story but all I hear are low sounds as pillow words are weaving and willow waves are leaving but should I be believing that I am only dreaming You go there you're gone forever I go there I'll lose my way if we stay here we're not together Anywhere is
  
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