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Autore: PrincessintheNorth    06/01/2017    2 recensioni
La storia di Morzan e Selena, per come me la sono immaginata.
Dal testo:
"Signore, padrone!" esclamò Gedric.
"Che succede?"
"Lady Selena! Sta male!"
Il terrore si impossessò di me. Oddio. Cosa poteva avere?
"Cos'ha?"
"Senso di nausea, signore!"
"Portami da lei ..."
Corsi da Selena, e la trovai distesa sul nostro letto.
Accanto a lei, una guaritrice.
Selena dormiva, sembrava tranquilla: e la donna accanto a lei sorrideva.
"Cos'è successo a mia moglie?!" gridai terrorizzato.
La donna mi guardò, sorridente. "Congratulazioni, signore. Presto Lady Selena metterà al mondo un erede."
Prequel di "Family"! Se non l'avete letta, andate a darle un'occhiata!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brom, Morzan, Murtagh, Selena | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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SELENA
 
 
 
-     Selena?
La voce della nonna mi risvegliò dal sonno, ma non ce la facevo proprio, ad alzarmi.
-     SELENA!
L’urlo infastidito della nonna … beh, a quel punto mi alzai.
-     Che c’è? – sbadigliai.
-     Un Cavaliere. – disse serissima. – Dal drago viola. Enduriel, si chiama. È un amico di Morzan, è venuto a prenderci.
-     E perché?
Si mordicchiò il labbro. – Vi sposerete tra due giorni. Ordine del re.
-     COSA?!
-     Non hai tempo per scandalizzarti, tesoro. Alzati, sistemati. Sembra avere fretta.
Annuii, ancora sconvolta, e la nonna uscì.
Mi alzai lentamente, ed Evandar protestò vivamente quando per sbaglio gli pestai la coda.
Nel senso che mi morse una gamba.
-     A CUCCIA! – gridai, e andò in un angolino, guaendo.
Sospirai e mi sedetti davanti allo specchio, iniziando a pettinarmi.
Guardai il mio volto riflesso, senza riuscire a formulare un pensiero coerente.
Entro due giorni, io e Morzan saremmo diventati una coppia.
Sarei stata buttata in un mondo di falsità, arroganza e ambizione coperte da bei vestiti, ciprie e voluminose acconciature, nel quale non sarei mai stata in grado di muovermi.
Il re non era sposato, e quindi sarei stata la donna più importante dell’Impero.
Costretta a relazionarmi con dame, contesse e baronesse che mi avrebbero guardata dall’alto in basso, ma non avrei dovuto far capire loro che lo sapevo.
Semplicemente, non era giusto.
Il re era uno stronzo al quale piaceva rovinare la vita alla gente.
Avrei dovuto badare al castello, alle spese … a tutto.
Io, che sapevo solo cacciare e cucinare.
Dei, vi prego, ditemi che è uno scherzo … un crudele scherzo …
Non ricevendo risposta, presi un profondo respiro, come facevo prima di scoccare le frecce.
Mi sistemai i capelli in una treccia, cacciando indietro un ciuffo ribelle con il regalo di Morzan: mi sciacquai il viso con dell’acqua fredda e mi misi la mia solita mise: leggings e tunica al ginocchio. Mi coprii le spalle con un mantello leggero e misi i miei pochi averi in una borsa, uscendo poi dalla camera.
In cucina vidi la nonna e un elfo seduti al tavolo.
Aveva lunghi capelli biondi, occhi di un verde penetrante ed era molto alto e magro.
La bocca, curvata in un sorrisino, era rossa e sottile.
Mi fece venire voglia di prenderlo a pugni già da subito.
-     E così siete voi la ragazza per cui Morzan ha perso la testa. – commentò.
-     Non siamo innamorati. Siamo solo amici! – ribadii.
-     E cos’è, allora? Un amicimonio?
-     O lui o un cinquantenne. Ci diamo una mano a vicenda. – ringhiai.
Mi squadrò un attimo, poi annuì fra sé e sé. – Sì, me la sposerei anche io.
-     MI SCUSI?!
Ridacchiò, scuotendo la testa. – Non ci siamo ancora presentati. Piacere, sono Enduriel. – sorrise porgendomi la mano, che strinsi con un po’ di circospezione.
-     Selena. – mormorai in fretta.
-     Lei è Rhaenira. – disse indicando una dragonessa viola fuori dalla casa.
Piacere, sono Rhaenira, fece la dragonessa. Perdona il mio Cavaliere. Mi vede ancora come una lucertola e non riesce a capire che sono dotata di linguaggio anche io.
Nel sentirla parlare così, scoppiai a ridere, tanto che dovetti tenermi la pancia.
-     E grazie a Rhaenira per mettermi sempre in ridicolo. – sbuffò Enduriel. – Non perde mai l’occasione. Beh, vogliamo andare? Ho una tabella di marcia piuttosto rigida, e mi piacerebbe rimanere qui a chiacchierare, ma …
-     Vado a sellare i cavalli. – dissi alla nonna, che annuì in silenzio.
-     Niente cavalli. – sentenziò il Cavaliere. – Ci rallenterebbero, e alla fine Galbatorix mi taglierebbe la testa se arrivassimo con anche solo un’ora di ritardo. No, andremo a dorso di drago.
-     Senta, Shur’Tugal. – gli disse la nonna. – Andare su un drago è di sicuro un’esperienza emozionante, ma io ho la mia età, e i miei problemi di cuore. Andrebbe a finire che mi ammalo, e non voglio. Andrò a cavallo.
Pensai che Enduriel l’avrebbe schiaffeggiata e costretta a salire su Rhaenira.
E invece annuì, chinando perfino la testa. – Come desidera, signora. Voleremo più lenti.
-     Bene. – sorrise soddisfatta. – Selena, tesoro, puoi pensarci tu?
-     Ma certo. – annuii e andai nella stalla di Rain, la giumenta della nonna.
Nel vedermi la cavalla nitrì felice, e le diedi una zolletta di zucchero.
-     Ciao, piccola. – le accarezzai il muso. – Pronta a correre? Dovrai stare dietro a un drago, devi essere molto veloce.
Aprii la porta della stalla e presi dal muro la sella, che le assicurai al ventre, e le briglie.
Tuttavia iniziò a fare i capricci quando mi accinsi a mettere le briglie, tanto che arrivò a mordermi la mano.
-     RAIN! – soffocai un’imprecazione. – Ma che problemi hai?
-     Lasciate che ci pensi io.
Sentire la voce di Enduriel dietro di me mi fece venire un colpo.
Sfiorò il muso della giumenta, e l’attimo dopo era perfettamente bardata.
-     Ecco qui. – sorrise il Cavaliere. – Mi permettete di guarirvi?
Senza nemmeno attendere la mia risposta, mi prese la mano con un tocco delicato e mosse gentilmente la mano destra sopra la mia.
Il morso sanguinante scomparve, insieme al dolore.
Trattenne la mia mano nella sua ancora un secondo, poi la lasciò.
-     Grazie. – mormorai stupita, mentre usciva, accompagnando Rain dalla nonna.
Si voltò e fece un sorriso.
-     Dovere.
Lo seguii fuori, chiudendo la stalla a chiave.
Vidi che la nonna stava chiudendo casa, poi sussurrò qualcosa.
Perfino da quella distanza, sentii la potenza della magia che si stava creando tutt’intorno alla casa.
E se avessi ereditato da lei le mie strane capacità?
-     Selena?
Solo in quel momento mi resi conto che Enduriel mi stava chiamando.
-     Sì?
-     È ora. – fece un mezzo sorriso. – Se volete seguirmi …
Obbedii, fino a trovarmi davanti a Rhaenira.
Come avevo fatto con Dracarys, mi arrampicai sull’ala, raggiungendo la sella e sedendomisi sopra.
Enduriel prese posto dietro di me, afferrando con le mani il pomolo della sella.
-     Siamo tutti pronti?
La nonna partì al galoppo, i capelli argentati liberi nel vento.
E con un potente battito delle enormi ali, Rhaenira si sollevò in volo.
 
Ci fermammo solo per la notte, in una locanda di Gil’Ead.
Ero distrutta.
Le lunghe ore sul dorso di Rhaenira mi avevano indolenzito le gambe, con il risultato che ora mi era perfino difficile camminare.
E quindi rimasi indietro, dato che non riuscivo a tenere il passo di Enduriel e della nonna.
Troppo orgogliosa per chiedere aiuto, rizzai la testa e proseguii con la mia andatura, ma a un certo punto il Cavaliere tornò indietro e, in un attimo, ero tra le sue braccia.
-     Ma che fate? – sbuffai indispettita.
-     Vi aiuto. – disse semplicemente.
-     Mettimi subito giù!
-     Selena, piantala o ci rallenti tutti. – brontolò la nonna.
-     Ma …
La sua occhiata mi zittì.
Ed Enduriel mi lasciò solo quando fui davanti alla porta della mia camera.
-     Grazie. – mormorai.
Con un gesto elegante, s’inchinò per farmi il baciamano.
-     Si figuri. – sorrise, guardandomi negli occhi con uno strano luccichio.
Mi lasciò la mano l’attimo dopo.
-     Buonanotte. – dissi e fece un sorriso.
-     Sogni d’oro. Verrò a svegliarti all’alba, dovremo essere a Uru’Baen alle nove.
E scomparve nella sua stanza.
Entrai nella mia, sospirando.
Mi sciolsi la treccia e misi il giglio nella borsa, che mi tenni stretta nel letto per tutta la notte.
 
 
   
 
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