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Autore: endif    27/05/2009    11 recensioni
"Il buio si fece più buio. Una voragine si spalancò nel mio petto. All’improvviso sentii il dolore, immenso, pulsante, invadermi la testa. «Non c’è più…» mormorai. Chiusi gli occhi e con tutto il fiato che avevo in gola urlai tutta la mia disperazione."
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Change'
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NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio molto coloro che hanno recensito questo cap, vi rispondo velocemente:

Confusina_94: Bella la tua one-shot, neanche a farlo apposta il risveglio della tua Alice assomiglia a quello della mia… baci endif

titty88: tieniti forte, sono in arrivo delle novità piacevoli …

anna cullen: sai cara, a volte i sentimenti non sono così chiari come si vorrebbe e capita che anche se non espresso direttamente ed esplicitamente la voglia di stare insieme sia più forte di qualunque altra cosa … credo che sia questo che succede ai nostri  eroi …

lory_lost_in_her_dreams: grazie tesoro, apprezzo tanto la tua assiduità nel leggermi e commentarmi. Baci endif

Ho notato con un po’ di dispiacere che i commenti sono diminuiti … Se comincio ad essere un po’ noiosa, fatemelo sapere, non sono solo i complimenti che mi interessano…!

Vorrei approfittare di questo spazio per ringraziare Davide, che mi ha inviato una mail molto carina. Non sono riuscita a rispondergli perché pare che il suo indirizzo non sia corretto.

Davide: Ciao, ti ringrazio davvero tanto per i tuoi complimenti. In genere mi rivolgo sempre al femminile quando ringrazio attraverso le note autori, ma sono piacevolmente colpita dal fatto che sono riuscita a suscitare anche il tuo interesse. Non è facile scrivere dal punto di vista maschile, forse potresti darmi qualche dritta ... Vado bene con i pov maschili?

Non ho mai scritto nulla, ma sono una lettrice accanita. Trovo che i libri siano magici, un mondo parallelo dove perdersi all'infinito.

Ti saluto e spero che continuerai a seguire la mia ff.

Ciao

Maria Luisa

CAP. 27

FESTEGGIAMENTI

 

BELLA

«Ehi Bella!» sentivo la voce scampanellante di Alice ma, tra tutte le toghe che mi si paravano davanti, non riuscii a localizzarla. Avevo perso di vista anche Edward, ed ero in balia di spintoni, abbracci, lacrime e congratulazioni, che piovevano da ogni parte. Poi vidi Mike farsi largo tra la folla per venire proprio verso di me.

Ci mancava solo questo. Cercai una rapida via di fuga.

Era ormai a un passo dal saltarmi letteralmente addosso, quando sentii una stretta afferrarmi dolcemente, ma con fermezza, il braccio. In un attimo mi ritrovai in un angolo della palestra, dove si era svolta la cerimonia di proclamazione, con Alice che mi abbracciava tutta trafelata.

«Uff, che fatica venirti a prendere, stando attenta a non rompere un braccio a qualcuno mentre chiedevo gentilmente permesso!» mi guardò con sguardo eloquente. Poi si fece di lato, e vidi Edward avvicinarsi a me lentamente, un sorriso caldo e sensuale sulle labbra.

Le ginocchia presero a tremarmi e, quando mi si avvicinò abbastanza da permettermi di sentire il suo respiro freddo sulla guancia, mi appoggiai al suo braccio per paura di cadere. Mi mise due dita sotto il mento e mi guardò negli occhi. «Auguri, amore mio» mi sussurrò un istante prima di abbassare il suo viso su di me e sfiorare con le sue labbra marmoree le mie, del tutto secche. Istintivamente allungai le braccia per cingergli il collo. Volevo assaporare la sua bocca: lo sfiorarsi delle nostre labbra non mi bastava… Con mia sorpresa non si staccò, ma mi strinse tra le braccia con maggior ardore. Le nostre bocche si dischiusero e così sentii chiaramente la sua lingua toccare la mia.

Credo che ci mancasse davvero poco prima di svenire, ma Alice prese a schiarirsi forte la voce e a dire: «Charlie, che piacere rivederti!» dando una gomitata ad Edward. Lui si staccò da me con una lentezza esasperante, poi mi fissò negli occhi e mi sussurrò all’orecchio: «Dopo avremo tutto il tempo che vogliamo.» e scese con le labbra a sfiorarmi delicatamente il collo, proprio sotto la mascella.

Chiusi gli occhi roteandoli in alto, mentre ringraziavo il suo braccio che mi cingeva la vita, sostenendomi. Dopodiché sbattei le palpebre per focalizzare le persone davanti a me e vidi Charlie che parlava a un paio di metri di distanza con Alice. Evidentemente, mio padre non si era reso conto di nulla.

Più tardi? Non è che in camera mia ci lasciamo mai andare in maniera particolare …

Sentii Edward stringermi con una pressione più accentuata e mi parve di udire un basso ringhio provenire dal suo petto. Mi voltai a guardarlo, seguendo i suoi occhi neri e incupiti per arrivare a Mike Newton, il quale mi stava fissando con aria vogliosa. Chiaramente aveva osservato il nostro scambio di effusioni, ma non si era accorto che Edward gli avrebbe volentieri risparmiato altri sguardi indiscreti  indirizzati a me. Magari strappando i suoi occhi dalle cavità orbitali…

Ringraziai mentalmente Alice che veniva nella nostra direzione seguita da mio padre, il quale mi abbracciò con le lacrime agli occhi, senza riuscire a profferire alcun complimento di rito.

Lo ricambiai teneramente, incapace di parlare. In questo io e mio padre eravamo molto simili: i convenevoli ci confondevano e imbarazzavano, quindi ne facevamo volentieri a meno. Si schiarì la gola e fece dei complimenti gentili ad Edward.

Caro papà, si sforzava di essere cortese, anche se ben sapevo quanto gli era costato cercare di non interferire quando lui era riapparso nella mia vita. Nonostante fosse evidente che non poteva soffrirlo, si sforzava di trattenersi, vedendo quanto era importante per me. Edward, d’altro canto, non se la passava meglio, potendogli leggere nella mente chissà quali torture l’ispettore capo gli avrebbe volentieri riservato. Ma mai aveva tradito il più impercettibile fastidio o ritrosia! Era sempre di una gentilezza e cortesia senza paragoni.

Charlie si schiarì un po’ la gola, e disse: «Non state alzate fino a tardi ragazze, e soprattutto, non bevete alcolici, ok?» mi guardò in attesa di una risposta, mentre lo fissavo inebetita. Poi una spintarella da Alice mi fece assentire vigorosamente con il capo, benché non avessi la minima idea di ciò che stava succedendo. 

Guardai di sottecchi Edward, che aveva un’espressione beata sul volto.

Prima di andarsene mio padre gli lanciò uno sguardo e aggiunse: «Fate attenzione voi a Goat Roks, è periodo di orsi questo. Dillo a tuo padre, mi raccomando».

«Certo capo Swan, la ringrazio» rispose Edward, inclinando leggermente il capo, con un sorriso che prima di comparire sulle labbra aveva già raggiunto e fatto sciogliere l’oro dei suoi occhi.

Rimanemmo così, soli, in mezzo alla folla, con Alice che saltellava felice mentre mormorava “Sono un genio” ed io che la guardavo come fosse un’aliena.

«Dove siamo attese stasera, Alice? Non avrai mica organizzato una festa per il diploma?» chiesi con circospezione e terrore nella voce.

«Ufficialmente i Cullen vanno in campeggio per il fine settimana a festeggiare il diploma, ma dato che io sono ancora mooolto cagionevole di salute, a causa della rara malattia che mi ha colto questo inverno, non potrò andare. Quindi, tu mi terrai compagnia per tutto il week-end, per gentile concessione di Charlie. Incominceremo da stasera, in cui ci attende un fantastico pigiama party tra sole donne!» parlò a raffica senza fermarsi.

«E ufficiosamente?» chiesi, lanciando un’occhiata ad  un Edward dagli occhi brillanti e luminosi.

«Ops, devo scappare, altrimenti andranno senza di me!» drizzò le spalle, salì con grazia sulle punte e mi scoccò un bacio in piena guancia. Mi strizzò con fare complice l’occhio, prima di sussurrarmi un “divertitevi” a fior di labbra e sgattaiolare via come un lampo verso Jasper, che l’aspettava poco lontano.

Mi girai allora per guardare Edward e ripetei con la speranza nella voce: «Ufficiosamente?»

«Ufficiosamente sarai mia gradita ospite in casa Cullen, mentre tutti gli altri si spingeranno in Canada per la caccia grossa.» rispose lui, con voce bassa e roca.

 

EDWARD

Non appena ebbi via libera, la trascinai letteralmente sulla mia Volvo. Desideravo stare solo con lei in maniera spasmodica. Non sopportavo più tutta la gente che ci circondava.

“Quando era arrivata con suo padre in palestra, avevo immediatamente colto i pensieri di quei mocciosi che le sbavavano dietro.

Bella era deliziosa.

Avanzava con passo incerto, reggendo la sua toga su un braccio ed il cappello del diploma con l’altro. Mi avevano colpito innanzitutto i capelli, raccolti morbidamente sulla nuca, che le lasciavano il collo ben in vista. Sentivo l’odore della sua pelle da lontano. Ma quell’abito completava il quadro divinamente. Era di una particolare tonalità di blu che le stava d’incanto. Sembrava un angelo.

Le spalline leggere le scendevano con grazia sugli omeri lasciando scoperte completamente le spalle e le clavicole. Un corpetto stretto le fasciava il bacino, sottolineando la linea dei suoi seni, e una nulovetta di impalpabile seta le scendeva sulle cosce senza raggiungere le ginocchia.

Non ero riuscito ad avvicinarmi, in balia degli studentelli confusi ed agitati, ma avevo letto i pensieri di molti di loro… se non fosse stato per Alice, quella palestra sarebbe diventata un mattatoio. Mike Newton avrebbe aperto le macabre danze. Avevo scoperto i denti mentre il veleno mi gocciolava in bocca immaginando la sua testa tra le mie mani, con quei suoi occhietti viscidi e disgustosi con cui lanciava sguardi lascivi su Bella, farsi vitrei e immobili nel fissare il vuoto … Alice mi aveva strattonato con forza dicendomi di piantarla. Avevo cercato di darle ascolto, ma stare lontano da lei, seduto nel posto che mi avevano assegnato per la cerimonia, era stata una autentica tortura. Fortuna che era finita presto.”

Avviai l’auto in pochi secondi e, con ancora indosso le toghe, uscimmo dal parcheggio prima di ogni altra auto. Solo dopo aver imboccato la statale, rilassai un po’ le mani sul volante.

Finalmente un po’ di silenzio nella mia mente!

Misi una mano sul dorso di quella delicata di Bella, che teneva in grembo, e dissi «Questo abito ti dona davvero molto, sei incantevole.»

Arrossì chinando gli occhi in un gesto che mi fece fremere. Sempre ritrosa e timida, incapace di godere di un complimento sincero, non come tutte quelle donnette volgari che si svendevano anche per uno sguardo lussurioso, senza l’ombra della minima gentilezza.

Non si tratta una donna con così poco rispetto. Leggere i pensieri della maggior parte dei miei “coetanei” riguardo le ragazze, era una cosa che mi rivoltava lo stomaco. E se quei pensieri erano rivolti alla ragazza che sedeva al mio fianco, poi …

Inspirai profondamente, cercando di calmarmi e beandomi al contempo del bruciore che il profumo di Bella mi provocava alla gola. Vidi che mi lanciava uno sguardo interrogativo, così le sorrisi di rimando. Eravamo insieme, soli per un intero fine settimana… solo questo contava. Il suo respiro accelerò e il cuore perse un battito: anche lei era emozionata come lo ero io.

Mi portai il dorso della sua mano alle labbra senza staccare gli occhi dai suoi e vi deposi un bacio lieve. «Signorina Swan, che ne pensa del suo sequestro?» le chiesi con voce seriosa, desiderando stemperare un po’ l’imbarazzo che avvertivo in lei.

Decise di stare al gioco e con sguardo malizioso mi rispose portandosi una mano al petto: «Oh, la prego signor sequestratore, non mi faccia del male. Ho un fidanzato alquanto protettivo, non credo che apprezzerebbe. Sa, è un vampiro.» pronunciò le ultime parole con voce bassa e cospiratrice.

Sorrisi con garbo: «Ma davvero! E mi dica, di grazia, non la spaventa mai rimanere sola con lui?»

«Niente affatto! E’ un vampiro per bene, cosa crede? Lui non farebbe mai niente che possa farmi del male. Credo che sia innamorato di me …» la sua voce era diventata un sussurro. Strinsi con più forza la sua mano e aggiunsi:

«Su questo puoi scommetterci, mia cara» dissi a voce bassa, poi continuai, un po’ incerto: « E lei lo ricambia?»

Silenzio. Mi voltai verso di lei e il suo sguardo mi bloccò il respiro.

I suoi occhi avevano perso la nota giocosa che aveva fatto da sfondo al nostro scambio di battute. Ora erano profondi, più caldi e sensuali. La bocca mi si asciugò completamente, e così deglutii a vuoto. La sua voce uscì fuori roca e flebile: «Non c’è niente che desideri di più che appartenergli completamente, corpo ed anima, per l’eternità.»

Serrai forte i denti e strinsi il volante. Non so quale forza mi trattenne dall’accostare l’auto sul ciglio della strada per avventarmi su di lei e possederla, morderla, farla mia, così, in quel momento, sul sedile dell’auto.

Calmati Edward, non è così che deve andare, non essere impulsivo. Cercai di ammansire la belva che si era risvegliata dentro di me. Quel fine settimana era un dono, un regalo che ci facevamo per recuperare un po’ di serenità e di felicità. Niente gesti estremi, niente colpi di testa, niente tragedie.

Spinsi a fondo il piede sull’acceleratore. Meglio arrivare presto a casa.        

   

 

 

 

PS: COME SEMPRE DESIDERO RINGRAZIARE LA MIA BETA RITA. CON MOLTA PAZIENZA E PROFESSIONALITA’ STA REVISIONANDO QUESTI NUOVI CAPITOLI. BACI

M.LUISA

   
 
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