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Autore: rainyday2009    27/05/2009    1 recensioni
ehm... questa è la mia prima fan fic ^^'
non ho seguito nessun manga, anime o altro, ho pensato a una storia originale (se ce n'è un altra simile, perdonatemi, vi prego, non pensate che abbia copiato, non era mia intenzione! T_T XP)
è una storia di un ragazzo qualunque, che spera di aver trovato il vero amore... è ambientata in un posto non ben definito, ma i nomi dei personaggi richiamano un'ambientazione giapponese... XP
spero vi piaccia! ^^
grazie! ^^
PS: Nlc, grazie per il tuo commento!
ho modificato un po' il testo, spero che adesso sia più leggibile! mi dispiace tanto, avevo sbagliato qualcosa con il codice html... ^^'
cmq grazie davvero! ^^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Grazie Satoru, basta così per oggi! E’ ora di chiusura!”.
“D’accordo! Grazie a lei, signor Shimakawa!”.
“Ah, quasi dimenticavo: oggi è il giorno di paga, giusto?”.
“E’ vero, l’avevo dimenticato…”.
Satoru, o Sato, come lo chiamavano gli amici, era un ragazzo semplice. Il lavoro part-time al negozio di fumetti era fatto apposta per lui: infatti Sato era un grande appassionato di manga, e per questo era molto felice di passarci tutta la mattinata, non che perdesse tempo a leggerli mentre lavorava, però...
“Ma non solo manga”, diceva lui: gli piacevano anche gli anime, e amava molto i videogiochi. Tutto questo era la sua passione, fin da quando era bambino, passione che con gli anni si era sempre più ampliata, e adesso di anni ne aveva sedici. Non c’era altra cosa che amasse al pari di queste, o forse una sola… Una ragazza di nome Noriko… Si erano conosciuti ad una festa qualche mese prima, una festa in maschera… E lui se n’era innamorato moltissimo… E anche lei di lui… E decisero di mettersi insieme, solo che un giorno lei dovette trasferirsi in una città più lontana... Benché non fosse passato molto tempo dal loro primo incontro, decisero di non lasciarsi… E da quel giorno, si tenevano in contatto ogni giorno: telefono, messaggi, mail… Da un certo punto di vista, la situazione non era cambiata granché, perché Noriko riteneva che “Sentirsi in questo modo è molto romantico”...
E fu proprio così che, ritornato a casa dopo il lavoro part-time, sua madre lo chiamò:
“Oh, Sato, prima che me ne dimentichi... Il computer ha emesso uno strano suono... Vai a vedere cosa è successo!”.
“Va tutto bene” la interruppe sua sorella, prima che Sato potesse parlare, guardando l’espressione interrogativa del fratello, “è solo arrivata una mail, Sato... E’ per te... Da parte di Noriko...” disse infine, con un tono abbastanza annoiato.
“D-Davvero?” Disse lui, che ogni volta non vedeva l’ora di sapere sue notizie... “Vado subito a leggerla… Ti ringrazio sorellina!”.
Non aspettò che sua sorella rispose, e andò di corsa in camera. Nervosamente aprì il messaggio, anche se sapeva benissimo che, qualunque cosa ci fosse scritta, l’avrebbe saputa comunque poco dopo, quando avrebbe telefonato alla sua amata… Una lettura veloce… Il suo sguardo si fermò su una particolare frase… “Sono contenta... Da quando mi sono trasferita qui, ho perso molte cose, ma non te...”... In quel momento si sentiva felice, Sato, di leggere questo… La sua Noriko era la cosa più bella che avesse mai avuto… Lui stesso raccontava: “Conoscere Noriko è stato davvero un miracolo, non so neanch’io quante volte ho ringraziato il cielo per questo…”. E l’amava tanto, Noriko, e pensava sempre a lei… Appena sveglio… Prima di addormentarsi… In qualunque istante della giornata… E improvvisamente squillò il telefono. Rispose sua madre… Sato intanto sperava… “Fa’ che sia Noriko… Fa’ che sia lei…”...
E così fu. Era lei: “Sato! Vieni, presto, c’è Noriko al telefono!”
Si precipitò al telefono… La sua voce… Era così angelica… Sembrava davvero un angelo, Noriko...
Neanche aspettò che si salutassero, che subito le disse quello che stava progettando da tempo, che aveva intenzione di fare:
“Sai, Noriko... Ho trovato un lavoro part-time… Voglio risparmiare abbastanza da poterti venire a trovare, appena possibile!”. Lei era contentissima… Forse non credeva che il suo Satoru fosse capace di una cosa del genere… Ma come diceva lui… “Farei qualsiasi cosa per amore della mia splendida Noriko!”… Già, diceva che era splendida, che era la più stupenda ragazza che avesse mai incontrato fino a quel momento… L’unica persona in grado di renderlo felice, con il suo amore… Noriko aveva davvero trasformato la sua vita...
E arrivò il momento di salutarla… Come ogni sera, le giurava che si sarebbero sentiti il giorno dopo… E stava lì, aspettando che lei mettesse giù, dopo avergli detto ancora una volta “Ti amo”, e dopo che lui le avesse risposto con una voce molto dolce...
Noriko era stata la prima che lo amasse davvero. Lui si innamorò ancora prima di conoscerla bene, si innamorò durante quella festa… E anche per lei fu la stessa cosa… Tutto faceva pensare a Satoru che Noriko fosse “Un angelo sceso sulla terra per me…”… Sato credeva davvero di aver trovato la persona con cui avrebbe voluto trascorrere la sua vita… E per Noriko era lo stesso, l’aveva detto in una delle loro telefonate… A Noriko piaceva scherzare, ma il tono… Il modo in cui aveva pronunciato quelle parole… “Lo sai, Sato?… Vorrei poter trascorrere tutta la mia vita al tuo fianco…”… No, non scherzava Noriko in quel momento, Sato ne era convinto. Gli era sembrata sincera… E Sato sapeva che un giorno, lontano o vicino che potesse essere, le avrebbe chiesto di sposarlo, era il suo sogno, il suo sogno d’amore… Essere insieme a lei per sempre...
Ad un certo punto, però, ancora pensieroso, accese la radio, e si accorse che trasmettevano una delle canzoni della serata in cui incontrò Noriko, e allora il suo pensiero tornò al ricordo di quella festa, la musica, la folla… Del momento in cui decisero di appartarsi per sfuggire a tanto putiferio… E cominciarono a parlare… E Sato era più o meno tranquillo, non sapendo che qualche minuto dopo le labbra di Noriko si sarebbero lentamente avvicinate alle sue… Qualche attimo di panico… E poi il bacio… Non sentiva più nulla in quel momento, Sato, oltre al battito del suo cuore… Si stava davvero innamorando! Ed era felice… Avrebbe voluto che quell’istante durasse per sempre, ma purtroppo non fu così… Ma di una cosa era sicuro, una cosa che sarebbe durata per sempre… Il loro amore...
E Sato si addormentò, con ancora il manga che avrebbe voluto leggere in mano, la radio accesa, pensando a Noriko… Alla sua Noriko...
Alcune volte la sognava anche di notte, talmente la amava… Il pensiero di Noriko si mischiava a tanti altri che riguardavano animazione, fumetti e videogiochi… Ma c’era sempre lei, non l’eroe del manga, non l’eroe del videogioco, ma lui, lui e lei.

Probabilmente la sognò anche quella notte, perché Sato si svegliò allegro il giorno dopo. Gli impegni che si prefisse per il resto della giornata erano ozio e nullafacenza: era arrivato il suo giorno libero. A lui un po’ dispiaceva che il negozio di fumetti dovesse essere chiuso per due giorni alla settimana – il mercoledì e il venerdì – oltre alla chiusura domenicale, ma d’altronde il proprietario, il signor Shiwakama, era un signore piuttosto anziano, e forse non riusciva a reggere un certo ritmo lavorativo. Infatti il negozio apriva la mattina, per poi rimanere aperto fino a sera, un orario continuato interrotto solo all’ora di pranzo per un paio d’ore. Doveva essere per quello che aveva messo l’inserzione per trovare qualcuno che lo aiutasse in negozio… Sato aveva sempre sognato avere una fumetteria, ma non era molto convinto di voler accettare il lavoro part-time. Gli servivano però i soldi per il suo progetto di andare a trovare Noriko, e poi il negozio era poco lontano da casa sua… Insomma, aveva tutto da guadagnare e niente da perdere. E alla fine accettò, e fu davvero contento di averlo fatto, di aiutare il signor Shiwakama… Si comportava in maniera gentile con Sato, fin da quando era piccolo… Avrebbe potuto anche aiutarlo gratuitamente ma, a parte il fatto che aveva bisogno del denaro per poter andare da Noriko, il signor Shiwakama riteneva che “Una buona prestazione di lavoro va ben retribuita”. E infatti Sato era sicuro che continuando a lavorare da lui ancora per qualche tempo avrebbe guadagnato abbastanza da permettersi di andare a trovare Noriko e trascorrere insieme a lei qualche giorno.
I suoi presupposti di riposo per quel giorno, però, crollarono subito quando sua madre gli chiese di andare a far compere per la città. Sato sovente accettava di buon gusto questo compito, sapendo che per la strada per dove era diretto si trovava una fornitissima edicola ben specializzata in riviste di videogiochi. E così quando sua mamma gli affidava denaro in più per comprarsi qualcosa che gli servisse, oltre a quello necessario per la spesa, a volte lo risparmiava per comprare qualcosa dal negozio di fumetti, altre volte non esitava a spenderlo presso quell’edicolante. Ma non solo per questo accettava di far compere al posto di sua mamma. Sato, infatti, era un ragazzo gentile, e non si rifiutava di fare ciò che poteva per rendersi utile. I suoi amici lo rispettavano innanzitutto per questo: Sato dava il massimo in qualunque favore gli chiedevano di fare, anche il più inutile, o il meno impegnativo. Decise di prendere la metropolitana per raggiungere la sua meta. Anche la stazione era poco lontano da casa sua, quindi rendeva molto più semplice il suo compito.
Al suo arrivo alla strada che portava alla stazione, una voce familiare lo chiamò:
“Ciao Sato! Che bella sorpresa incontrarti!”.
Era la sua amica Akiko. Si stavano rivedendo dopo mesi; e prima di quell'ultima volta, non si erano più visti per diversi anni. Di tutta fretta rispose al saluto.
“Ciao Akiko. Hai ragione! Non mi aspettavo di trovarti qui! E' da parecchio tempo che non ci vediamo...”.
“Già! Ma dimmi" avvicinandosi per dargli un bacino sulla guancia, "dove vai di bello?”.
Sato non era abituato a queste cose, e vistosamente arrossì. Subito dopo però le rispose.
“Oh, beh… Vado a far compere per conto di mia madre… Sai, alcune volte…”.
“Si, si, lo so…” lo interruppe. “Ricordi? A volte ci andavamo insieme… Vedi, io sono libera" disse arrossendo, "che ne dici se oggi… Dopo tanto tempo… Ti accompagnassi di nuovo?”.
“Certo, mi farebbe piacere!” disse Sato, subito nella sua mente il ricordo di quei giorni… A quei tempi lui e Akiko frequentavano la stessa scuola, e per giunta la stessa classe e la stessa sezione. Erano amici fin da piccoli, perché le loro famiglie erano legate da tempo. A volte trascorrevano interi pomeriggi insieme, a studiare, oppure a divertirsi…
“Andiamo allora, il nostro treno partirà tra pochi minuti!”.
Una volta sul treno, cominciarono a parlare di questo e di quello, come facevano un tempo. Già, erano passati anni da quando si vedevano tutti i giorni. Sato, fissandola, si rese conto che non era molto cambiata da allora, riflettendo su quanto poco si erano visti negli ultimi anni. I capelli lunghi, castani, erano rimasti sempre gli stessi - forse più lunghi di quanto Sato si ricordasse; così come la sua espressione, dolce e solare. Continuarono a parlare allegramente. Ad un certo punto, però, Akiko si fece ad un tratto seria, e gli chiese:
“Ehi Sato… Come va con Noriko? State ancora insieme?”.
“Beh… Va alla grande, grazie! Io e Noriko ci amiamo tantissimo… E anche se siamo lontani… - e qui si fermò per qualche secondo - Si, stiamo ancora insieme!” disse deciso Sato, prima con un velo di tristezza, poi sorridendo.
“Sono contenta! Allora hai trovato la ragazza che fa per te, eh Sato?”.
“Già… Grazie a te… Che mi hai invitato a quella festa… Non saprei come ringraziarti… E’ tutto merito tuo se ho conosciuto Noriko…”.
Akiko arrossì. “Ma dai, non ringraziarmi! Per caso non avrei dovuto invitare il mio miglior amico di un tempo? E poi… Grazie a quell’invito ci siamo ritrovati…".
“Vero…”, disse pensieroso Sato, che in quel momento si chiedeva come mai erano stati per quasi un anno senza parlarsi… A dire il vero… Lui qualche volta la chiamava… Ma lei era sempre impegnata… E poi, dopo un po’ di tempo… Sembrava che si fossero dimenticati l’uno dell’altra…
“Sato… Sato! Guarda che siamo arrivati! Dobbiamo scendere! Ehi! Sato?”. Akiko lo distolse dai suoi pensieri.
“Si… Scusa… Mi sono distratto… Eh eh!...”.
E insieme varcarono la porta del treno, come facevano un tempo, diretti verso la loro meta.

Per tutto il tempo impiegato per le compere, Sato si rese conto di come, dopo tanto tempo, essere ancora vicino ad Akiko in questo genere di cose non lo metteva in disagio, in imbarazzo, come con le altre ragazze, anzi… Era tutto naturale… Era tutto come qualche anno fa… “Hai preso tutto?”.
“Si… C’è tutto! Guarda, mi è rimasto del denaro… Che ne dici di un gelato?” disse poi Sato, che aveva visto in lontananza un chioschetto e lo indicava ad Akiko con la mano, accaldato per la giornata afosa.
“Va benissimo! Fa davvero caldo oggi...”. E si avvicinarono al gelataio.
“Salve”, dissero i due. Poi fu Akiko a parlare: “Allora, per me...”.
“… Fragola e fior di panna…?”, la interruppe Sato.
“Bravo! Proprio quelli! Sono i miei gusti preferiti! Come facevi a sapere...?” chiese Akiko stupita, confermandoli al gelataio.
“Non dimenticherò mai quella volta… Eravamo con i nostri genitori, e tu prendesti un cono grandissimo… Fragola e fior di panna, ovviamente… Non riuscivi a finirlo tutto, e mi chiedesti di aiutarti a mangiarlo… Mi scusi – disse poi al gelataio – cioccolato e fior di panna per me, grazie”.
“E’ vero! Ah ah! Che bei ricordi… Quei tempi...”.
“Già...”. E si allontanarono dal chioschetto, ovviamente, dopo aver pagato.
Continuarono a parlare fino a quando, camminando per la stazione, ad Akiko squillò il cellulare.
“Pronto, mamma? Ciao... Si... Si, sono con Satoru... Si, proprio lui... Ah... Va bene... Arrivo subito”. Poi, rivolgendosi a Sato, disse:
“Sato... Era mia madre... Ti accompagno qui alla stazione... Poi devo andare, vengono a prendermi i miei...”.
“Va bene, Akiko... Lascia che ti dica una cosa... Mi sono divertito molto, oggi...”.
“Si” rispose in fretta Akiko, che sembrava un po’ imbarazzata, “Anch’io...”.
Per tutto il resto della poca strada da percorrere ancora, rimasero in silenzio. Appena arrivati alla stazione, Sato prese per primo la parola:
“Allora... Ci vediamo Akiko... Ciao!”.
“Sato... Un’ultima cosa...”, disse Akiko, che ad un certo punto si fece di nuovo seria.
“Si... Dimmi.”, rispose Sato, non avendo la minima idea di quel che voleva dirgli Akiko...
Questione di pochi istanti... Akiko si avvicinò... Lentamente... E lo baciò. Ma non sulla guancia. Lo baciò sulla bocca... In quell’istante, Sato non riusciva a capire cosa stesse succedendo... E un attimo dopo, Akiko gli disse: “Sato... Ti voglio bene...” e scappò via. Sato era immobile. Ma trovò la forza di rispondere: “A-Anch’io ti voglio bene, Akiko...”...
Lei si voltò a guardarlo... Gli sorrise... E voltò l’angolo. Sato sembrava aver capito a malapena quello che era successo... Akiko... La sua amica Akiko... Lo aveva baciato... Anche se per un solo istante... E poi... Gli aveva detto “Ti voglio bene”... Ma aveva capito bene almeno una cosa... Il “bene” che gli voleva Akiko... Non era quel “bene” che si vogliono gli amici... Era qualcosa di più... E ancora scosso per tutto ciò, Sato si avviò verso il treno che avrebbe dovuto prendere.

  
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